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Autore: ___Page    24/07/2017    4 recensioni
«Iva tu… non l’hai già acquistata vero?» chiedo in un soffio e un angolo della sua bocca si contrae in un tic.
«A chili» conferma.
«Se non dovessimo trovare un’utilità per questo prodotto, il danno ammonterebbe a una cifra considerevole.»
«Ci serve più tempo!»
«Non lo abbiamo. Ci serve che la questione si riveli un affare entro Settembre o qualcuno del consiglio potrebbe… contrariarsi, diciamo. E la presentazione è programmata per Luglio. E deve essere l’affare dell’anno.»
***
Grazie alla geniale trovata di Iva ora mi ritrovo con il mio migliore amico che si sposa tra sei settimane, Sabo da gestire, un matrimonio da aiutare a organizzare e un progetto assurdo, impossibile, irrealizzabile dal cui successo dipende il futuro lavorativo mio, dei miei due collaboratori/amici, di un’altra buona fetta di colleghi e del mio capo.
Fantastico! Sono al settimo cielo!
***
«Ehi non mi piace che si usi quel termine per me!» protesta.
«Cosa?! Mestruato?!» domando con sfida, ma lui scuote la testa «Irritante?» riprovo, sollevando le sopracciglia, ma lui nega di nuovo «Gay?!» chiedo ancora. Incredula, lo guardo annuire solenne.
«Precisamente.»
No, io non ce la posso fare.
«Izo tu sei gay!!!»
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Koala, Nami, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Usop | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Mi accosto alla porta della cucina per osservarlo lavorare ai fornelli. È preso e concentrato, come sempre quando è intento a cucinare, e non si accorge della mia presenza, così ne approfitto per godermelo un po’.
Manco a dirlo, oggi siamo stati insieme pochissimo, dove “insieme” è da interpretare come “nella stessa stanza”. Trattengo un sospiro. In fondo lo sapevo che questo weekend sarebbe stato così. E mi pesa, sì, inutile negarlo, mi accorgo che, sempre più, mi pesa ma non pretendo di affrontare il discorso proprio in questi giorni e così di punto in bianco.
Gliene parlerò settimana prossima, ecco! O… o magari il mese prossimo… o l’anno prossimo… in fondo all’anno prossimo mancano solo sei mesi!
Potrei convincerlo a metterla come voce nei propositi per l’anno nuovo. Tipo “fumare meno, non litigare con Zoro, ammettere che sto con Usopp…”. Sono abbastanza certo che con il giusto grado di persuasione potrebbe funzionare.
E ovvio che sono in grado di persuaderlo! Nulla è impossibile per il grande Usopp Sharpshooter!
«Ohi? Ci sei?»
Sobbalzo quando la sua voce si infila prepotente tra i miei pensieri.
«C-come?! Sì! Sì, sì certo! Hai… detto qualcosa?» gli domando.
Mi osserva e prende un tiro dalla sigaretta. La pelle comincia istantaneamente  a pizzicarmi.
«Mi piace come ti sta quella camicia» mormora dopo un attimo, cogliendomi alla sprovvista.
Abbasso gli occhi sul mio per me insolito abbigliamento. Anche se a lui sembra non interessare, ci teniamo che Law faccia bella figura con i parenti di Bibi e così ci siamo impegnati tutti per renderci più presentabili, nei limiti del possibile. Franky ha persino messo i pantaloni. E devo ammettere che anche per me è un raro evento scegliere questo look ma, in fondo, non mi dispiace. Certo niente a che vedere che le mie comode T-shirt di cotone a manica corta ma ogni tanto si può fare e se poi a Sanji piace…
«Non farci l’abitudine.» lo avviso, facendolo sghignazzare.
Ancora a braccia conserte e con la cicca che penzola dal labbro, si avvicina di un paio di passi, guardandomi fisso negli occhi. «Mi viene voglia di togliertela.» mi informa e io deglutisco pesantemente.
 «S-Sanji.» lo avviso, un po’ agitato ma più che altro eccitato. «Potrebbe entrare c-chiunque da un m-momento all’altro.» gli faccio presente, realizzando solo dopo che aveva già smesso di venirmi incontro.
«Lo so, tranquillo.» mi informa, tornando con nonchalance verso i fornelli.
La delusione mi pervade quando capisco che non ha mai avuto intenzione di avvicinarsi di più e, magari, rubarmi un bacio a fior di labbra nonostante la posizione esposta. Sorrido amaramente. Stupido io a pensare che fosse disposto anche solo a correre il rischio.
Un rumore ticchettante attira la mia attenzione. Nami, Marco e Zoro sbucano dalle scale e io mi acciglio nel vedere l’espressione tesa della mia migliore amica. Scuoto appena la testa, come a chiederle cosa succede, e subito lei minimizza con un gesto svolazzante della mano che non mi convince per niente e risulta anche meno credibile quando, senza perdere tempo, mi raggiunge e si avvinghia al mio torace, come a cercare sostegno e conforto.
«Ohi?» la chiamo sottovoce, studiandola preoccupato. «Stai bene?»
«Certo che sto bene! Perché me lo chiedi?!» esclama, mostrandosi contrariata e, se io non fossi io, ci sarei probabilmente cascato.
Sollevo un sopracciglio ma mi rendo conto che non è il momento migliore per torchiarla, ci penserò più tardi o domani, e così mi limito a passarle un braccio intorno alle spalle e baciarla sulla tempia.
«Ti sta bene questa camicia.» si complimenta, squadrandomi ma non faccio in tempo a ringraziarla.
«Ooooowwwwww! Mia bella Nami-swaaaan che visiooooone!»
Un’ondata di cuoricini, che incassiamo senza scomporci troppo, ci investe.  
«Sei così bella e intelligente e bella…»
«Lo hai già detto.» gli faccio notare monocorde.
«…e puntuale e delicata e bella e…»
«Cuocastro ti si brucia la cena se non la pianti.» interviene Zoro. Sanji si ferma all’istante.
Stringe i pugni e stritola il filtro della sigaretta tra i denti, mentre si gira a fronteggiarlo, e, come da copione, io e Nami sospiriamo, mandiamo gli occhi al cielo e ci spalmiamo una mano in faccia. A settant’anni assisteremo ancora a queste scene.
«…bruciare proprio un bel niente a parte il tuo fondoschiena, chiaro Marimo?»
«Prima devi riuscire ad avvicinarti al mio fondoschiena!» ribatte Zoro con un ringhio.
«Di sicuro riuscirei a trovarlo molto più velocemente di te ed è tutto dire visto che ce l’hai attaccato!»
«Cosa stai insinuando, imbecille!»
«Che sei così disorientato che non sei capace di distinguere il naso dalla bocca! E non chiamarmi imbecille, deficiente!»
«Deficiente a chi?! Ci tieni a finire affettato come il tuo carpaccio di pesce?!»
Sanji prende aria per ribattere - e intanto Nami ha già stretto un pugno dietro la mia schiena, pronta a mettere fine alla discussione prima che degeneri, - ma improvvisamente si rimette dritto, infila le mani in tasca e non degna Zoro di una seconda occhiata.
Si gira e muove verso i fornelli, scoperchiando una padella e rigirando la pietanza con il cucchiaio di legno prima di portarlo alle labbra. Aggiunge un pizzico di sale, gira ancora, rimette il coperchio, controlla un’altra padella, rimette le mani in tasca e torna di nuovo verso di noi.
Sorrido appena, affascinato come sempre dal suo grande amore per la cucina. Lo rende così passionale e io lo amo ancora di più per questo. Una vocazione così grande da riuscire a mettere fine anche alle sue liti con Z…
«Accomodati pure se riesci a trovare l’elsa delle katane, alga ammuffita!»
Cosa?!
Sgrano gli occhi incredulo.
Non posso crederci, ha seriamente ricominciato da dove avevano smesso?! È come se avesse schiacciato il tasto “pausa”!
«…restartene a Kuraigana, invece di…»
«Okay non ho alternative.» sospira Nami, già pronta a staccarsi da me.
«No Nami aspetta!» provo a fermarla.
Devo trovare qualcosa per distrarli tutti e tre e mettere fine a questa stupida discussione.
Dai non può essere così difficile! Sei il grande Usopp Sharpshooter! Pensa, pensa, pensa!
Un rumore di ruote che schiacciano la ghiaia del vialetto esterno mi sollevano dall’arduo e oneroso incarico di trovare un diversivo che avrei comunque di sicuro scovato in tempo.
La parola “impossibile” non esiste nel vocabolario del grande Usopp Sharpshooter! Ma dopotutto se gli ospiti sono arrivati non è nemmeno educato farli attendere, giusto?! Ovvio che è giusto! Il grande Usopp Sharpshooter non sbaglia mai!
«Sono arrivati.» mormora Sanji, nuovamente calmo, abbassando al minimo il fuoco di tutto il piano cottura prima di prendere un’altra boccata di tabacco e dirigersi verso la porta della cucina, che da direttamente sul giardino dove abbiamo apparecchiato.
Lo seguiamo, Nami si aggancia al braccio di Marco e io mi affianco a Zoro, chiudendo insieme a lui la fila.
Ci fermiamo di fianco a Sanji, io a destra e Zoro a sinistra, mentre Nami e Marco prendono posto al tavolo a cui sono già accomodati Robin, Franky, Brook, Chopper, Izou, Dragon, Ace e Shanks .
La Firefist blu di Sabo avanza piano sul vialetto e si infila in un buco tra altre due delle nostre auto.
Perona si fionda fuori dalla casa e si aggrappa al gomito di Zoro e, nel voltarmi verso di lei l’espressione di Sanji entra nel mio campo visivo. Sospiro rassegnato. Sembra impassibile ma io lo vedo che trema impercettibilmente e fatica a trattenersi.
So qual è il problema, so che ci sono troppe donne e tutte insieme. Già la cena per il ritorno di Law è stata una dura prova ma adesso qui ci sono anche Makino e Bibi, che, Karl sulle spalle, ci raggiunge insieme a Koala.
«Sono arrivati?» domanda Bibi, che è rimasta qui su insistenza di Sabo, secondo cui era più giusto che restasse per abituarsi alla casa.
«Chi è arrivato?!» domanda Rufy, uscendo dietro a loro. «Si mangia finalmente?!»
Un rivolo di sangue fa capolino dalla narice di Sanji e io mi passo una mano sul volto. Il tonfo delle portiere risuona nell’aria tiepida di inizio estate, illuminata da torce e zampironi oltre che da un paio di lanterne appese ai rami del cedro.
«…solo fumare una sigaretta, mamma!» protesta una voce, relativamente discreta.
«Quante volte devo ripetertelo Baby? Fumare non è femminile.» ribatte un’altra voce, seguita da un grugnito forte e chiaro.
«Albida, lasciala stare. È solo una sigaretta.» mugugna una voce strascicata e palesemente scocciata.
«Oh ma certo Crocodile! “È solo una sigaretta” e poi si diventa come te che hai sempre il sigaro in bocca vero?»
«Meglio il sigaro che altro.» considera a mezza voce Baby.
«Baby!» la richiama scioccata la madre.
Bibi fissa il suolo viola in viso, immobile e senza parole.
«Da questa parte.» li guida la voce di Sabo.
Quasi quasi spero che la zia e la cugina di Bibi siano due racchie, altrimenti non credo che Sanji sarà in grado di…
«Melloriiiiiine!!!»
Rimango pietrificato, il sorriso congelato sul volto, quando, prima che io possa fare alcunché per fermarlo, schizza volteggiando verso Baby e Albida, in un turbinio di cuori e moine.
«Mie deeeeeeeeeeeeee!» ulula e io mi giro verso Nami e poi Koala, entrambe inorridite quanto me.
Koala sospira, Nami appoggia la fronte sulla spalla di Marco, Zoro scuote la testa e io vorrei solo morire inghiottito dal suolo. Robin si porta una mano alle labbra e Sanji smette finalmente di volteggiare, piegandosi su un ginocchio ed estraendo l’accendino dal taschino della camicia. «Mio angelo, lascia che ti presti il fuoco del mio amore inestinguibile per esaudire il tuo desiderio!» blatera sotto gli sguardi sgranati di Albida e Baby, completamente atono di Crocodile e omicida di Law.
Madre e figlia si scambiano un’occhiata perplessa e preoccupata mentre Sanji fa scattare lo zippo per accenderlo, continuando a tremare.
«Stai… stai bene?» s’informa Baby preoccupata.
«Mellorine!» esclama di nuovo Sanji, il cuore che quasi gli esce dal petto. «Vicino a te sono in paradiiiiso!». Si rimette in piedi e avvicina la fiamma alla sigaretta stretta tra le labbra carnose della ragazza.
Ancora basita, Baby tira per accendere il tabacco, ma con un certo calore negli occhi e Sanji la omaggia di un piccolo cenno del capo prima di girarsi verso Albida. «E lei deve essere la sorella maggiore di questo angelo.» soffia e io mi afferro il ponte del naso.
Ace si infila due dita in bocca, fingendo di vomitare, guadagnandosi uno scapelotto da Perona mentre tutti gli altri ridacchiano.
«Ehm, Sanji.» interviene cauto Sabo. «Non potresti contenerti un pochino, almeno stasera?» gli domanda, tenendo d’occhio Law.
Ma niente da fare, gli occhi di Sanji continuano a passare da normali a cuoriformi e imbarazzanti urletti gli sfuggono dalle labbra ogni volta che il suo sguardo si posa su Baby o Albida.
«Non posso contenermi davanti a simili capolav…»
«Sanji dacci un taglio o ti viviseziono.» sibila Law e Sanji si placa di colpo.
Ma non è la minaccia di Law a sortire l’effetto, lo capisco dalla sua espressione. Anche se non so dire che cos’abbia. Che stia male?
Forse ha perso troppo sangue o sta avendo un ictus. Oddio, se sta male dovrei fare qualcosa, giusto?! Ma cosa?! Forse dovrei dire a Law che non è normale e di dargli un’occhiata ma poi si noterebbe che sono eccessivamente preoccupato e…
Sanji si sblocca e sistema il nodo della cravatta. Poi, senza una parola, si muove deciso verso di noi. Verso di me. Sgrano gli occhi e trattengo il fiato.  
Che gli prende ora?
È ormai a pochi passi da me ma non si ferma quando mi raggiunge. Mi supera, senza un’occhiata o una parola, investendomi con l’odore del suo dopobarba. Lo seguo con gli occhi mentre raggiunge Makino, che tiene in mano un piatto da portata preparato a regola d’arte. Sanji si affretta a prendere il piatto dalle sue mani di cuoca, esperte quanto le sue, una volta tanto con serietà e vera galanteria.
«Perdonami, Makino, mi sono distratto e…» si zittisce quando Makino gli posa una mano sulla guancia e gli sorride. Un altro rivolo di sangue fa capolino dal suo naso ma Sanji tira prontamente su.
«Non preoccuparti tesoro.» gli dice materna, prima di scostarsi per farsi sentire da tutti. «La cena è pronta!» 
  
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