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Autore: lady_sayuri    24/07/2017    0 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Rose appare nella ormai tranquilla cittadina di Satan City per portare a compimento una missione importante. Incontrerà i Saiyan, con i quali restaurerà un bel rapporto; essi infatti sono fondamentali per portare a compimento il suo compito. Qualche tempo dopo, però, grazie soprattutto all'aiuto di Junior, Goku e gli altri Saiyan riusciranno a scoprire la sua vera identità. Infatti, la ragazza non è quello che sembra: sembra avere una correlazione con uno dei Saiyan. Riuscirà Rose a portare a termine il suo compito? E, soprattutto, chi è realmente?
La storia è ambientata tra la fine della Saga di Super C-17 e la saga dei draghi malvagi, dunque esattamente un anno dopo l'inizio della storia di Dragon Ball GT e poco prima della dipartita di Goku.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Goten/Valese
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 45

 

Nel giardino calò il silenzio. Nessuno aveva il coraggio di dire niente, di fronte alla domanda che aveva appena posto Valese.

Goten la guardò spaesato e perplesso, e, mentre pensava a cosa poterle dire, la ragazza parlò di nuovo:

«E poi… questo nome, “Rose”… mi sembra di averlo già sentito da qualche parte…»

«E’ il nome della mia amica! Quella che hai conosciuto tempo fa!» disse Pan.

«La ragazzina dai capelli castani lunghi?» domandò Valese.

«Proprio lei» confermò Pan. Lo zio le lanciò immediatamente uno sguardo torvo, in quanto lo stava mettendo ancora più in difficoltà di quanto già non fosse: infatti non aveva ancora deciso, fino a quel momento, se rivelare tutto alla sua ragazza oppure no; però, in quel preciso istante, si era ritrovato costretto a doverle dare delle spiegazioni. Lo sguardo torvo che lanciò a sua nipote non servì comunque a nulla, in quanto la ragazzina non mostrava nessun senso di colpa, anzi al contrario li osservava curiosa ed interessata, come se stesse guardando il colpo di scena di un film.

Valese spostò di nuovo lo sguardo sul suo fidanzato, in attesa di una sua risposta. Lo guardava sconsolata, anche perché aveva paura della sua risposta: e se era davvero quel che pensava? Se in realtà Goten, per tutto questo tempo, la avesse tradita e le avesse tenuto nascosto il fatto che lui avesse una figlia? Da un’altra donna?

Si sentì il cuore in gola.

Ormai era da poco più di un anno che stavano insieme, e lui era l’unico ragazzo “serio” che era riuscita a trovare, l’unico in cui aveva sempre ritenuto di poter riporre fiducia, in quanto era un ragazzo molto dolce, serio e sensibile. Proprio come piaceva a lei. Non come gli altri ragazzi che aveva avuto, tutti molto superficiali e che avevano una sola cosa in mente…

Insomma, lei aveva scelto Goten, e lui aveva scelto lei. E aveva intenzione di costruire con lui un futuro, di sposarsi e creare una famiglia tutta loro… Era ciò che aveva sempre sognato.

Ora, però, venendo a conoscenza di quel fatto, sentì come se il suo cuore avesse mancato qualche battito…

All’improvviso, però, le venne in mente l’immagine della ragazza che aveva visto qualche tempo addietro: adesso che ci pensava, doveva avere all’incirca una quindicina d’anni, se non poco più. Facendo due conti, non era possibile che Goten fosse suo padre, a meno che lui non avesse avuto una figlia a 12, 13 anni?!

Si rese conto che non poteva essere possibile una cosa del genere.

Guardando il suo ragazzo, notò che era leggermente in imbarazzo e che, evidentemente, stava pensando a cosa dirle. Questo suo atteggiamento la fece riflettere ancora di più: se non era veramente sua figlia, allora che cosa aveva da nasconderle?

«I-io… vedi, Valese…» cominciò a balbettare Goten «ehm, ecco… sì, lei è mia figlia»

La ragazza spalancò gli occhi.

«Come è tua figlia, Goten? Tu… tu non mi hai mai detto niente del genere prima d’ora!»

Il tono di voce della ragazza si faceva sempre più affievolito e spezzato. Non poteva credere alle sue orecchie! Tutte le supposizioni che aveva fatto poco prima, come il fatto che non potesse essere sua figlia perché era troppo grande, svanirono all’improvviso e lasciarono solo il posto alle parole che aveva appena pronunciato Goten.

«Perché in realtà nemmeno io lo sapevo, Valese, fino al mese scorso»

La ragazza lo guardò ancora più sbalordita. Ma come, aveva avuto una figlia da un’altra donna e questa persona non gliel’aveva mai detto, fino al mese scorso?

Non riusciva a pronunciare nemmeno una parola, dallo sbigottimento che provava in quel momento.

«Però non è come sembra!» affermò Goten, notando l’espressione sconcertata della fidanzata. «Vedi, lei viene dal futuro. Per cui è la figlia che io avrò in futuro»

Valese, che prima lo guardava stupita, adesso appariva confusa.

«La figlia che tu avrai in futuro?» ripeté, come se stesse parlando tra se e se più che con Goten. Ci rifletté su per qualche secondo, dopodiché domandò: «M-ma… mi stai prendendo in giro, Goten?»

«Assolutamente no!» esclamò Goten «Puoi chiedere conferma a tutti loro!»

La ragazza si guardò un attimo in giro, osservando con noncuranza i presenti. Alcuni avevano leggermente annuito la testa, altri invece la guardavano curiosi, come se stessero aspettando una reazione da parte sua.

«Goten» disse Valese tornando a guardare il fidanzato, mentre il suo tono di voce si faceva sempre più spezzato «se tu hai avuto una figlia da un’altra donna me lo puoi dire tranquillamente. N-non c’è problema… i-io potrei accettarlo…»

«No, Valese!» Goten, vedendo che la ragazza stava quasi per scoppiare in lacrime, posò le mani sulle sue braccia «giuro che ti sto dicendo la verità, devi credermi!»

I due si guardarono intensamente negli occhi per qualche secondo. Da una parte c’era lui, con quegli occhi neri che cercavano di trasmetterle fiducia e serenità, e dall’altra c’era lei, con gli occhi castani che guardavano intimoriti quelli di lui.

Lei voleva, ma soprattutto doveva fidarsi di lui: d’altronde, era o non era stato sempre onesto con lei, fin dall’inizio della loro storia? Lei era venuta a conoscenza fin dall’inizio che lui, insieme a suo padre e a suo fratello, era in grado di sprigionare un’ enorme potenza, creando un’aura gialla intorno a sé, mentre i capelli diventavano biondi. Questa trasformazione si chiamava Super Saiyan, da quanto Goten le aveva detto. Ricordava di essere rimasta incantata la primissima volta che lo aveva visto in quello stato, e le era piaciuto. Dunque, sapeva già che la famiglia di Goten era fuori dal comune, e si era già abituata da tempo alle loro “stranezze”; sicuramente, questa era una di quelle. Inoltre, osservando l’espressione di Goten, capì che il suo ragazzo non le stava mentendo…

«Q-quindi… mi stai dicendo che si può viaggiare nel tempo?» chiese lei, ora sinceramente curiosa di saperne di più al riguardo.

«E’ proprio quello che ha fatto lei» confermò Goten, felice del fatto che non lo avesse preso per un pazzo e che avesse deciso di credergli. D’altronde, era proprio questa una delle caratteristiche che più gli piacevano di Valese: il fatto che fosse una ragazza semplice e che si fidasse di lui.

«Wow! Non lo sapevo!» esclamò lei, che adesso appariva emozionata «Che bello! Ma perché non me ne hai mai parlato prima di lei?»

«Beh, perché… ehm… l’hai vista solo una volta, quindi non mi sembrava il caso di dirtelo…»

«E dimmi, Goten» disse lei, che adesso era entusiasta come una bambina «se tu sei suo padre… allora chi è la madre di questa ragazza?»

«Beh, sei…» cominciò a dire Goten, che però non riuscì a finire la frase. Fu interrotto dalla voce di David, che disse a gran voce:

«Che fame, ragazzi! Quand’è che cominciamo a mangiare?»

Tutti i presenti rimasero un attimo scombussolati di fronte alla domanda di David, in quanto un momento prima erano praticamente tutti assorbiti dal discorso tra Goten e Valese, che era arrivato al momento clou, mentre ora avevano dovuto tutti spostare l’attenzione alla domanda posta dal ragazzo, che poco aveva a vedere con il discorso dei due.

«Stiamo aspettando solo Rose!» rispose Bulma «ma che strano! Che cosa sta facendo?»

«Dovrebbe essere ancora al palazzo del Supremo» disse Goku.

«Sì, ma dovrebbe avere già finito» esclamò Chichi «mi aveva detto che avrebbe finito verso l’una, adesso è già in ritardo di quindici minuti»

«Ah, già! Mi ero completamente dimenticato che era andata al Palazzo del Supremo! » affermò David, guardando con la coda dell’occhio Goten e Valese; si tranquillizzò notando che i due ormai avevano spostato la propria attenzione sui presenti. Per fortuna, sembravano aver accantonato quel discorso.

Sapeva che i genitori di Rose non dovevano sapere la verità, per cui si chiese il motivo per cui Rose aveva permesso a suo padre di venire a conoscenza della realtà dei fatti. Chissà, forse Goten aveva scoperto la verità per caso? Comunque fossero andate le cose, preferiva che almeno Valese non ne venisse a conoscenza. Almeno fino a quando Rose stessa non fosse stata d’accordo.

Sedendosi a tavola, David ripensò un attimo alle parole pronunciate da Chichi poco prima: Rose era in ritardo, che le fosse successo qualcosa? Ormai erano passati parecchi giorni dal suo arrivo, e di Ludir nemmeno l’ombra. Però, guardando gli altri tutti così felici, dedusse che quel mostro non doveva ancora essere arrivato sulla Terra, altrimenti tutti se ne sarebbero già accorti.

Quindi, si mise l’anima in pace e cominciò a chiacchierare con gli altri, aspettando l’arrivo della sua ragazza.

   
 
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