Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Henya    24/07/2017    5 recensioni
Salve a tutti :) questo è il proseguimento della mia prima fanfiction "Never Lose Hope".
Anya , dopo essere partita con Rai per la Cina, ritorna a Tokyo dopo avere ricevuto alcune notizie dalla sua amica Hilary. Da qui ha inizio una lunga e ingarbugliata serie di eventi che, per chi già mi conosce, non saranno certo rose e fiori ^_^""
Spero possa piacervi :) Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ore 3.00 del mattino circa. Notte prima del matrimonio.
 
“ Forza, Yuri, rispondi, ti prego!” mormoro tra me e me, attendendo invano una risposta dall’altro capo del telefono.
Cazzo.
Con un gesto del dito pongo fine alla telefonata, stringendo tra le mani il cellulare.
Perché non rispondi, Yuri!
Mi prendo un attimo di riflessione, durante il quale cerco di respirare profondamente ad occhi chiusi.
Non ho altra scelta, devo chiamare lui.
Un ultimo respiro e do il via all’ennesima telefonata, stavolta cambiando il destinatario.
“ Su, rispondi, dai…”. Spero che almeno lui si degni di rispondere. Il mio corpo freme nell’attesa e dopo una manciata di secondi…
“ Pronto?” finalmente risponde, anche se con voce impastata dal sonno.
“ Kai, ascolta…”. Non so da dove iniziare: mi manderà sicuramente al diavolo.
“ Boris, che diavolo vuoi a quest’ora della notte?” chiede con tono infastidito. Come biasimarlo.
“ Ehm…la polizia mi ha fermato e mi ha sequestrato l’auto e la patente. Mi serve un passaggio a casa!”.
“ Cosa? Non me ne fotte proprio niente. È un problema tuo, risolvilo da solo!” asserisce minaccioso.
“ Andiamo Kai, ci vorrà un attimo. Non ho neanche i soldi per prendere un taxi”. Il mio tono non è mai stato così supplichevole.
“ Non mi interessa, torna a piedi!”.
Cacchio, cacchio.
“ Aspetta, aspetta!” . Richiamo la sua attenzione prima che chiuda la chiamata “ Vieni almeno a prendere Anya!”. Stringo gli occhi e i denti, come chi è stato appena preso con le mani nel sacco.
“ Anya?!”. È la sola cosa che riesce a dire, e in un modo che riesco persino a visualizzare nella mente l’accenno di stupore sul suo volto.  
Seguono alcuni secondi di silenzio, durante i quali immagino che  si staranno affollando nella sua mente milioni di domande, di cui ho timore a dare una risposta. Tuttavia, capisco che ha deciso di rimandare a dopo le spiegazioni, non appena chiede con tono fermo e deciso: “ Dimmi dove cazzo sei?”.
 
 
 
***
 
Il giorno precedente
 
La mia mano si muove fino ad arrivare al comodino, per spegnere l’aggeggio infernale che ogni mattina mi ricorda che un altro giorno di lavoro sta per iniziare, ahimè.
Mi rigiro dall’altra parte del letto e stringo gli occhi, quasi come a volere riprendere il sogno che avevo lasciato a metà, ma qualcosa mi impedisce di farlo.
È ancora questa dannata sveglia, che continua insistentemente a costringermi ad alzarmi.
“ E va bene! Hai vinto!” esordisco ad alta voce, alzandomi di scatto per puntare i miei occhi minacciosi verso l’oggetto in questione, ma…con grande sorpresa mi accorgo che non era la sveglia a suonare.
Ma che cazz…? Rimango qualche secondo interdetto, cercando di capire cosa sia questo strano rumore e improvvisamente realizzo che qualcuno sta suonando alla porta.
Chi diavolo è a quest’ora? Sono solo le undici del mattino!
Mi alzo controvoglia, tenendomi in equilibrio per non ricadere indietro sul letto, e con le stesse movenze di uno zombi mi avvio ad aprire la porta.
“ Cavoli, ma chi è a quest’ora?” mugugno sbadigliando e grattandomi il fondoschiena.
Passo dalla porta della cucina e i miei occhi scorgono una figura sul divano: Anya si è di nuovo addormentata qui? Me ne ero persino dimenticato. In effetti, ieri sera abbiamo proprio esagerato, lo dimostrano le bottiglie sparse ovunque in giro per la casa.
Cavoli, continuano a suonare. Ma chi diavolo è?
Apro con fare alterato la porta per vedere la faccia di colui che osa disturbare a quest’ora. Gli spezzerò quel dito che tiene premuto sul pulsante del campanello.
Ma l’unica cosa che riesco a fare, alla vista della persona dietro la porta, è esclamare un sonoro:
 “ Oh cazzo!”.
Richiudo violentemente la porta  per poi correre di fretta e furia in cucina.
“ Anya! Anya! Svegliati!” . La agito in tutti i modi, per svegliarla , ma lei sembra un masso di pietra che si limita a mormorare qualcosa di incomprensibile nel sonno.
 
Bussano violentemente alla porta. “ Apri questa cazzo di porta, Boris!” .
Cavoli! Non vuole muoversi. Svegliati Anya, o…
Se la vede qui, a casa mia, in queste condizioni, chissà cosa potrebbe pensare.
Sono confuso, e l’essermi svegliato due secondi fa non mi aiuta a ragionare. Di là continuano a bussare, mettendomi ansia, e io qui, mi osservo in giro, indeciso sul da farsi.
Calma Boris, calma!
Afferro il lenzuolo caduto a terra e copro interamente il corpo di Anya, quasi a mo’ di mummia, per far sì che sia completamente nascosta e infine, assicuratomi che non ci sia in giro qualche indizio pericoloso, ritorno velocemente alla porta. Prendo un profondo respiro e apro, fingendomi, per quanto mi sia difficile, sereno e tranquillo.
 
 
 
***
 
“ Kaai!” esordisce allegramente con un sorriso del cazzo, come se niente fosse successo.
“ Si può sapere perché mi hai chiuso la porta in faccia?” domando con aria minacciosa.
“ Perché…” . Non sa che dire. Si schiarisce la voce, come a perdere tempo e pensare a una scusa “…avevo delle cose di là…cosa sei venuto a fare?” domanda infine, deviando la conversazione.
Il solito deficiente.
Faccio un passo avanti, come a voler entrare, ma lui mi si para davanti, come a voler impedirmelo.
“ Posso entrare?” chiedo con aria investigativa.
Non sembra molto d’accordo. Ci pensa un po’ su, e alla fine decide di farsi da parte per lasciarmi entrare.
Molto strano…
Faccio qualche passo avanti e la prima cosa che noto è un gran casino in giro per la casa.
“ Allora? Si può sapere cosa devi dirmi?”. A modo suo cerca di richiamare la mia attenzione su di lui.
Un sacco di bottiglie vuote sparse in giro, vestiti: insomma, nulla di nuovo. Il solito disordine di Boris. Mi chiedo cosa ci sia di così scandaloso.
“ Aspetto da un’ora  il tuo arrivo in officina, mi serve un controllo alla mac…”. Stavo per iniziare a spiegare il motivo della mia inaspettata visita, ma qualcosa di strano cattura la mia attenzione.
Ma che cazz…?
“ E’ un cadavere?” chiedo ironico e allo stesso tempo stranito, indicando quel lenzuolo sul divano, che sembra nascondere una figura umana.
“ Ehm …” . Boris si porta una mano alla nuca. “ Diciamo che l’ho completamente stesa!” afferma beffardamente, facendomi intuire cosa possa essere accaduto . “ Quindi, stavi dicendo?”.
E a giudicare dall’aria che qui dentro si respira, ci hanno dato dentro anche col fumo…
Decido di spazzare velocemente via queste immagini dalla mia mente e torno al mio discorso.
“Mi serve un controllo alla macchina…”. Io continuo a parlare, ma gli occhi di Boris puntano altrove. Sono fissi su quel lenzuolo, quasi avessero timore di qualcosa di inspiegabile. “Fa uno strano rumore”.
“Davvero?” si limita a dire, non staccando gli occhi da quel punto. Ho la sensazione che non mi stia ascoltando.
“Davvero!” ripeto, puntando gli occhi al cielo.
“ Ehm, sì, ok…” . Continua a grattarsi la nuca “Tu aspettami in officina, arrivo tra un quarto d’ora”.
No, forse non ci siamo capiti.
“ No, ti aspetto qui! So benissimo che il tuo quarto d’ora equivale a un’ora!” gli ricordo con tono seccato.
“ Andiamo Kai, devo sistemare una faccenda e arrivo!” chiede quasi in una supplica.
“ Senti, mi dispiace avere interrotto qualcosa di davvero emozionante, ma adesso ti metti un cazzo di pantalone e una maglietta e porti il culo in officina! Sto già perdendo troppo tempo!”. Adesso mi incazzo veramente. Non mi interessa se stava scopando o altro. È quasi mezzogiorno, e io avrei delle cose da fare.
Vorrebbe dirmene di tutti i colori, lo sento, ma si limita a stringere un pugno e incenerirmi con lo sguardo.
“Ok, va bene!” afferma arrendevole e allo stesso tempo irritato. “ Ma potresti almeno aspettarmi giù, in macchina?”.
Boris mi indica di andare via.
Sì, credo che questo si possa fare.
Decido di andare via , non prima di dare un’ultima occhiata alla figura misteriosa  avvolta nel lenzuolo, che proprio in questo preciso istante si muove leggermente e il lenzuolo si sposta, scoprendo un braccio di quella che suppongo sia una ragazza, o almeno così spero.
“ Bel braccio…” affermo divertito, facendo irritare ulteriormente Boris, che mi prende per le spalle e mi spinge a forza verso l’uscita.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Spingo verso la porta Kai, che stamattina sembra essere, stranamente, più curioso che mai, e chiusa la porta emetto un sospiro di sollievo, mimando il gesto di asciugare il sudore dalla fronte.
“ Cazzo, mi sono salvato per un pelo!”.
Ritorno velocemente da Anya per togliere il lenzuolo e stavolta strattonarla per bene in modo che si svegli una volta per tutte.
 
 
 
****
 
 
 
 
Stavo dormendo in un sonno profondo, ma improvvisamente sento qualcosa scuotermi con forza, costringendomi ad aprire gli occhi. Sollevo leggermente le palpebre e scorgo la figura di Boris.
“ Boris… lasciami dormire!” lamento, cercando di liberarmi dalla sua presa e ritornare nel mondo dei sogni.
“ Svegliati, devo andare via, e anche tu! Sei in ritardo!”.
Sono in ritardo. Pff!
Cavolo, Dana me ne dirà di nuovo di tutti i colori. Mi viene quasi da ridere, ma mi trattengo, per non fare irritare Boris.
“ Ascolta, io ho fretta! Ti lascio qui, fai quello che vuoi, quando vai via ricorda almeno di chiudere la porta e portarmi le chiavi più tardi in officina!” .
Cerco di seguire il filo del suo discorso, mentre la mia vista sfocata scorge la sua figura lasciare delle chiavi sul tavolino e poi correre via.
La porta si chiude, provocando un rumore quasi assordante per le mie sensibili orecchie.
Credo che dormirò altri due minuti…
 
 
 
Cammino velocemente verso la caffetteria, quasi corro, sistemando nel frattempo i miei capelli, legandoli in una stretta coda. Ma i miei movimenti diventano più lenti, proprio in procinto di entrare, non appena mi rendo conto che c’è parecchia confusione dentro. Il rumore della porta attira l’attenzione dei presenti su di me.
 “ Sarizawa! Aspettavo proprio te!” afferma la vipera bionda, con allegria.
“ Già, anche io aspettavo proprio te” ribadisce Dana a suon di minaccia.
“ Ho fatto tardi, lo so, scusami!”.
“ L’ennesimo ritardo. Fallo di nuovo e sei fuori!” dichiara senza mezzi termini.
Non posso permettermi di perdere questo lavoro, o io e Hope andremo a finire in mezzo ad una strada.
“ Non succederà più, promesso!”.
“ Lo spero per te. E adesso pensaci tu alla tua amica!” mi ordina pungente, indicando la figura della bionda, che raggiungo a passi lenti e stanchi.
“ Sarizawa, so che tu non te ne intendi, ma secondo te il verde delle tovaglie si sposa bene con il rosa delle tendine? O mettiamo quelle bianche?”.
Si prospetta una lunga e dura giornata.
 
 
***
 
 
“ Hai già deciso cosa fare stasera?”.
“ Nah”.
“ Dai, non dirmi che andrà a finire come l’addio al celibato di Yuri?”.
“ Non lo so!”.
Boris sta controllando il motore della mia auto, riempiendomi nel frattempo la testa di domande.
“ Che cosa significa che non lo sai? Andiamo…l’ultima pazzia prima del grande giorno!”.
“ Sono cambiati i programmi, purtroppo!” inizio a dire, osservando alcune foto appese al muro, quelle del compleanno di Anya.
“ Che vuoi dire?”. Interrompe improvvisamente il suo lavoro, alzando il capo e fissandomi minacciosamente.
Il cinese non è in nessuna foto: probabilmente non c’era.
“ Allora? . Boris mi riporta alla realtà.
“ Che stasera devo badare a mia figlia!” confesso, lasciandolo spiazzato a metà.
“ Stai scherzando?”. Ecco che si avvicina puntandomi uno strano oggetto appuntito, forse senza rendersene conto.
“ No, non sto scherzando!” rispondo, tenendo gli occhi fissi su quell’oggetto inquietante e pericolosamente vicino a me.
“ Io non ci posso credere!” esclama quasi al limite della disperazione, continuando a muovere quell’aggeggio vicino al sottoscritto. “ Due amici che si sposano , e due feste di addio al celibato fallite! Ma che cazzo ti sposi a fare?”.
“ Ascolta…”. Forse è meglio intervenire. Per prima cosa gli indico di allontanare quell’arnese dalla mia faccia il prima possibile, cosa che lui fa immediatamente “ Non ho detto che non faremo niente!” gli spiego con calma.
“ oh si certo, passeremo la serata guardando cartoni animati e raccontando storielle del cazzo!” lamenta infastidito, tornando al suo lavoro.
“ Aspetteremo che si addormenti e poi dirò a Reina di rimanere a casa a controllarla!”.
“ Dici sul serio?” domanda insospettito.
La mia espressione lo rassicura che sarà così.
Sul suo viso si dipinge un sorrisetto beffardo, poi ritorna a lavoro, mentre io continuo ad aggirarmi per l’officina.
 
 
“ Quindi, chi era quella tizia avvolta nel lenzuolo?” domando investigativo, facendo finta di sfogliare una rivista, messa lì su un tavolo, in mezzo ad altri oggetti.
Silenzio. Non risponde.
“ Una tizia, appunto!” risponde fingendo pacatezza nel tono, continuando a maneggiare alcuni fili.
Ti conosco da troppo anni, Boris Huznestov, so quando menti. Non hai mai avuto il pudore di nascondere le ragazze ai tuoi amici, anche se dormivano nude nel tuo letto, lasciavi comunque sempre la porta aperta quando andavi in bagno e la maggior parte delle volte erano ragazze di una certa fama al liceo.
Dunque, mi chiedo… da quando tutta questa privacy?
Ad ogni modo, volevo solo indagare sul suo strano comportamento. Non mi interessa sapere chi era quella ragazza. Sarà una delle sue solite conquiste in uno dei pub più squallidi della città.
“ Ci metterai molto?” chiedo con tono scocciato.
“ Il tempo che ci vuole! Va’ a fare un giro!” replica con fare alterato.
 
 
 
***
 
 
 
“ No forse è meglio metterlo così, da questo lato!”.
“ Eva, è proprio la posizione che questo tavolo aveva all’inizio ed hai detto che non andava bene!” le ricordo al limite dell’esaurimento.
“ Sì, lo so. Ma mi convince di più il buffet da questo lato!”. Lo sta facendo apposta per farmi impazzire me lo sento. Mi ha fatto cambiare la disposizione dei tavoli dieci volte e non è mai contenta. “Voglio che sia tutto perfetto! Mi capirai quando organizzerai il tuo matrimonio con Rai!” aggiunge sarcastica.
Ed ecco che lascio cadere il tavolo bruscamente, provocando un rumoroso tonfo.
“ Stai attenta, non voglio averti sulla coscienza!”.
Io ti avrò sulla coscienza se non stai zitta! Potrebbe almeno dare una mano invece di dare ordini come una bambina viziata.
Oh bene! Il suo quasi marito è appena entrato in caffetteria: chi l’ha invitato?
“ Tesoro!” esclama lei con un sorriso a trentadue denti. “ Come mai qui? Sei venuto a controllarmi?”.
“ Ero in zona ed ho pensato di dare un’occhiata…” si limita a dire guardandosi intorno.
“ Hai già organizzato qualcosa con i ragazzi?” domanda lei curiosa.
“ No, perché stasera mi toccherà fare il babysitter, dimentichi?” le ricorda ironicamente, mentre io sono a pochi passi da loro a sistemare delle cose sui tavoli.
“ Ah, già! Mi dispiace, davvero!” afferma fingendosi dispiaciuta.
Ora lui dirà ironico – sì certo –
“ Sì, certo…”.
Wow adesso prevedo pure le sue risposte.
“ Vado a vedere come procede la preparazione dei cocktail in cucina!”. Si congeda, non prima di dare un bacio a stampo al suo futuro marito, che rimane qui, in piedi a pochi passi da me, con le mani in tasca a osservare chissà cosa.
“ Imbarazzante, vero?”.
Ha detto qualcosa? Sta parlando con me?
“ Che cosa?” chiedo interrogativa, fingendomi indaffarata a disporre dei bicchieri nel modo più simmetrico che mi riesce.
 “ Fare da cameriera ad una festa in cui in realtà non vorresti essere”.
“ E chi ti dice che non voglio esserci?”. Mi muovo velocemente verso un altro tavolo, passandogli proprio sotto al naso, ed evitando di incrociare il suo sguardo.
“ La tua faccia!” afferma compiaciuto.
Mi sta facendo innervosire. Perché vuole intraprendere questa conversazione? Potrebbe anche fare finta di non conoscermi, ogni tanto. Non mi offendo mica.
***
 
 
 
 
Ok. Forse mi piace stuzzicarla. Perché quando le rivolgo la parola entra nel panico. Lo conferma il fatto che la sua organizzazione simmetrica nel disporre i vari oggetti sul tavolo sta piano piano scomparendo.
Sto per afferrare un bicchiere, lo stesso che causalmente sta per prendere lei, al contatto con la mia mano lei sembra spaventarsi e sobbalza improvvisamente facendo cadere qualche bicchiere a terra infrangendosi in mille pezzi.
“ Guarda che hai combinato! Si può sapere cosa stavi facendo?” mi sbraita contro.
“ Volevo solo sistemare quel bicchiere!” mi giustifico, fingendomi pentito.
“ Perché non ti fai gli affari tuoi?” conclude alterata, abbassandosi a raccogliere quei frammenti di vetro. Mi abbasso anche io, per cercare di aiutarla, anche se mi viene impedito. “ Per favore, allontanati! Non vorrei che ti rovinassi le mani prima del tuo matrimonio!” afferma con una punta di sarcasmo.
Ok, ok.
“ Che succede qui?”. È arrivata la preoccupazione in persona.
“ Niente, ho fatto per caso cadere dei bicchieri, niente di grave!” la tranquillizzo, prima che si allarmi inutilmente.
“ Ti sei fatto male?”.
“ No…” spiego con aria assorta, distogliendo lo sguardo da Anya che va via e si dirige altrove.
“ Ascolta, perché non ti rilassi un po’…magari sei solo un tantino emozionato per domani!” mi consiglia preoccupata Eva, stringendomi le mani.
“ Sì, forse è meglio…”.
 
 
***
 
 
 
 
 
“ Che idiota!”. Affermo alterata gettando quei pezzi di vetro nel cestino della spazzatura.
Lo odio, lo detesto, lo…grrr. Non lo sopporto, ecco.
La sua sola presenza mi manda in bestia. Non fa altro che darmi fastidio, anche solo respirando. Gli piace mettermi in difficoltà e sembra quasi che voglia farmi esplodere da un momento all’altro. Cerco di fare la persona indifferente, che non vuole dargli la soddisfazione di mostrargli quando la mia vita faccia schifo in questo momento e di quanto io stia soffrendo a causa sua, ma ogni volta è una dura sfida con me stessa. Avrei voluto prendere quei bicchieri e lanciarli sulla sua faccia per rovinargli quel sorriso del cazzo che ha ogni volta che si compiace della sua arroganza nei miei confronti e ad ogni bicchiere rinfacciargli tutto quello che mi ha fatto.
E invece no, eccomi di nuovo qui, chiusa in un bagno a stringere i pugni, insultarlo mentalmente e lottare contro le lacrime.
 
 
***
 
 
 
 
“ Si è addormentata?” chiede speranzoso Boris.
“ No!” rispondo per l’ennesima volta.
“ Cazzo! Lo sapevo. Quella bambina soffre di insonnia. Sono le dieci di sera ed è più vispa di noi tre messi assieme! Secondo me ha qualcosa di strano, i bambini dovrebbero andare a letto alle nove!”.
“ Non quelli di oggi!” interviene Yuri con la sua aria saccente.
“ Oh bene!”. Conclude rassegnato.
“ sono le cattive abitudini, quali la televisione, videogiochi e dolciumi che rendono i bambini così vispi la sera!” continua a spiegare il dottorino, mentre sorseggia la sua birra.
“ Aspetta, metto come sottofondo la musica di un documentario palloso, così almeno mi addormento per bene mentre ci illustri le tue teorie!” afferma Boris con aria di sfottimento, facendo finta di prendere il cellulare.
In tutta risposta viene fulminato dai suoi occhi di ghiaccio.
“ Voglio morire” continua a lamentare, lasciandosi scivolare sul divano.
“ Kai, mi fai vedere un altro cartone?” mi domanda la piccola con aria furbetta.
“ Uccidetemi, vi prego… Questo domani si sposa e la sera prima fa vedere i cartoni animati a sua figlia…la cosa è già strana di suo…” mormora Boris a bassa voce, tappandosi poi la bocca con una bottiglia di birra che beve in meno di tre secondi.
“ Dopo questo crolla, ve lo assicuro!”.
“ Si certo, se non crolliamo prima noi…”. Stavolta a commentare è Yuri.
Eva me l’ha proprio combinata coi fiocchi. Lei se la starà spassando, immagino.
 
 
 
***
 
 
 
 
“ Hey Anya, mi versi un po’ di gin?”.
“ Ma sei impazzita, ti ricordo che sei incinta!”.
Non stiamo parlando. Stiamo urlando. Questa caffetteria si è trasformata in un covo di galline che ballano e bevono senza freno. La musica ad alto volume contribuisce a stordirle ancora di più.
“ Lo so, stavo scherzando!”.
Le sorrido complice, e le propongo un succo ai frutti tropicali, che accetta immediatamente.
“ Sai, pensavo una cosa più tranquilla! A questo punto poteva benissimo fare la festa in una discoteca!”.
Faccio fatica a sentirla. C’è un tale frastuono.
“ Ovviamente lo ha fatto apposta per rompermi le…”.
“ Sarizawa! Due Mojito per le mie amiche e uno per me!”.
Ecco, non ho potuto concludere la mia frase, a causa del suo arrivo.
Verso il contenuto nei bicchieri e fingendo un sorriso quasi falso quanto il loro, glieli servo e per fortuna spariscono all’istante, mischiandosi nella folla.
Stasera diventerò sorda.
“ Io vado a mettermi comoda in un divanetto, possibilmente vicino agli aperitivi!”. Hilary prende il suo bicchiere e muovendosi a ritmo di musica va a sedersi vicino al buffet, probabilmente la sua parte preferita dell’intera serata. La capisco, in fondo. Come me, anche lei non conosce nessuna di queste oche.
Spero che Hope sia a casa e che Hiwatari non l’abbia portata in qualche posto squallido.
 
 
 
***
 
 
 
È passata un’altra ora. Ed Hope non dà segni di cedimento. Fissa assorta lo schermo, e la cosa strana è che persino Yuri e Boris sembrano seguire appassionatamente l’episodio.
Non era proprio così che avevo in mente di trascorrere la serata prima del mio matrimonio. In realtà non ho mai avuto intenzione di sposarmi. Cosa mi ha spinto a farlo?
“ Pensieri bui prima del grande passo?”.
Yuri sembra leggermi nel pensiero.
Inquietante.
“ No… stavo solo pensando”.
“ Kai…non offenderti, ma io e Boris ne abbiamo parlato in questi giorni e ci chiedevamo se…tu fossi cosciente di quello che stai facendo”.
Da quando questi due si consultano alle mie spalle.
“ Insomma, Kai Hiwatari che si sposa: dovrebbe essere una notizia da prima pagina!” interviene Boris.
“ Sì, in effetti eri tu quello che mi aveva detto di pensarci prima di fare il grande passo, che il matrimonio è una prigione…”.
Perché mi stanno facendo tutti questi discorsi?
“ E poi la tua fedeltà è pari a 0. Eva non passa dalle porte. L’hai cornificata mille volte, e hai pure una figlia…”
Perché Boris parla a sproposito? Mi sa che ha esagerato con le birre…Adesso lo faccio tacere all’istante.
Cambiamo discorso. Ho già i miei conflitti interiori da qualche giorno, non voglio che contribuiscano anche loro.
“ Perché non ci parli della ragazza mummia?” propongo con fare beffardo.
E come avevo previsto, si è zittito improvvisamente.
“ La ragazza mummia?” interviene curioso Yuri.
“ Sì, la misteriosa ragazza che hai avvolto nel lenzuolo per non farmela vedere!”.
I suoi occhi saettano da un volto all’altro.
 
 
***
 
 
la ragazza mummia? Ma perché Kai si è fissato con questa storia? Che sappia chi è veramente? Sospetta qualcosa? Io…
“ Perché dobbiamo parlare di questo?” domando scocciato.
“ Perché la questione sembra imbarazzarti, e metterti persino paura, quindi vuol dire che ci nascondi qualcosa!”.
Mi sento sotto interrogatorio. Credo di star sudando freddo. Kai poggia la sua bottiglia sul tavolino e attende una mia risposta. Anche Yuri sembra incuriosito dalla faccenda, ma io non so proprio cosa dire.
“ E’ una ragazza, tutto qui!” spiego senza aggiungere altro. “Perché vi interessa?”.
“ Non lo so, diccelo tu!”.
“ Basta, mi avete rotto!”. Mi alzo bruscamente dal divano, per porre fine a questa conversazione. Me ne vado, tanto qui tra un po’ ci addormentiamo e la conversazione sta degenerando. A domani!”.
Mi alzo e me ne vad,o fingendomi furioso.
Non era mia intenzione reagire così, ma non sapevo come uscire fuori da questa situazione.
***
 
 
 
“ La festa è già finita?”.
Una voce alle mie spalle mi costringe a voltarmi. È Boris.
“ Come puoi ben vedere…”. È Dana a rispondere, acida come sempre.
“ Ma…”. Dalla sua espressione intuisco che ci è rimasto male. Si aspettava di trovare tante oche, e invece c’è solo desolazione e sporcizia in giro. “  Ma è solo mezzanotte!” mi ricorda, invitandomi a guardare l’orologio.
“ Lo so, ma Eva era preoccupata per le sue occhiaie di domani. Deve riposare nove ore la signorina, in modo che la sua pelle e le sue rughe siano distese domani” gli spiego mimando i gesti di Eva, quando poco fa ci ha spiegato questa sua teoria. Io e Dana volevamo scoppiare in una fragorosa risata, ma siamo state costrette a trattenerci.
“ Io non ho parole…” si limita a dire con aria depressa, accasciandosi su uno sgabello vicino al bancone.
“ E la festa di addio al celibato?” chiedo curiosa.
“ Non ne voglio parlare. È stato tutto così deprimente. Bah”. Sembra proprio depresso e disgustato dalla vita. “ Dimmi che è avanzata almeno qualche bottiglia di vodka!” chiede speranzoso.
Boris, quasi avesse un radar, riesce a sentirne la presenza e a rintracciarle. Afferra un bicchiere, forse anche usato, e lo riempie fino all’orlo. Lo beve tutto d’un sorso e come se non bastasse adesso beve anche dalla bottiglia, avidamente.
Deve avere passato proprio una brutta serata, a giudicare dalla sua faccia. E a dire la verità, neanche io mi sono divertita.
 
 
***
 
 
Yuri è appena andato via. Porto al piano di sopra la piccola, cercando di non svegliarla. Alla fine, seppur molto tardi, è riuscita ad addormentarsi.
Mi hai rovinato l’addio al celibato. Beh, in realtà l’ha rovinato a Boris: sembrava tenerci più di me.
Pazienza.
In realtà non mi sentivo in vena di festeggiare. Che poi, cosa c’è da festeggiare? Non ho cambiato idea sul matrimonio, eppure domani mi sposo. Perché lo sto facendo?
Adagio Hope sul mio letto, dove di solito dorme Eva e a proposito, chissà se avrà finito la sua festa…
Odio questo momento, quando si spengono le luci, e inizi a fissare il soffitto aspettando che i tuoi occhi si chiudano. È in questi momenti, di assoluto silenzio, che la mente viene assalita dai pensieri più strani. E ultimamente mi succede spesso.
Yuri mi aveva avvertito del fatto che non avrei dormito.
Sbuffo sonoramente, posizionandomi di fianco, per osservare Hope dormirmi accanto.
Dorme serenamente. Il suo petto si muove a un ritmo regolare.
È così strano. Fino ad un anno fa non mi ricordavo neanche di avere una figlia, e fino ad un anno fa non avrei mai pensato di sposarmi…
 
 
 
 
 
***
 
 
 
“ Domani Kai si sposa” afferma con aria assorta Boris, per poi scoppiare in una grassa risata, apparentemente priva di senso. Ha bevuto, ed anche tanto. E a giudicare dalla mia vista sfocata, anche io ho esagerato. Infatti, vengo coinvolta dalla sua risata e inizio a ridere anche io, seppur senza motivo.
“ E invece…” cerco di riprendere fiato “…Rai ha lasciato me!” per poi scoppiare di nuovo a ridere.
Non so cosa ci sia da ridere, so solo che non riesco a fermarmi. Mi sta venendo pure un gran mal di pancia a furia di ridere.
In realtà non c’è proprio nulla da ridere. E infatti, come se fossimo connessi, rallentiamo all’istante, come se ognuno fosse stato catturato da uno strano pensiero che lo riporta immediatamente alla realtà.
“ Kai si sposa… e Rai mi ha lasciata…” sussurro tra me e me.
Cala il silenzio.
Ora che ci penso, Boris doveva accompagnarmi a casa, ma il tragitto sta sembrando infinito. Credo abbia cambiato rotta e non sa neanche lui dove stiamo andando.
Improvvisamente, nel buio della notte che ci accompagna in questo viaggio, vedo delle strane luci. Luci rosse, poi blu. Mi sento strana. Credo che l’alcol mi stia salendo al cervello. Non riesco più a vedere bene la strada di fronte a noi, e tutto mi appare sfocato, anche i suoni. Tranne uno, che riecheggia nella mia testa, quasi fosse un allarme.
La mia testa pesante si accascia indietro e gli occhi si chiudono.
Riesco solo a sentire un mormorio di sottofondo.
Sembra la voce di Boris e l’altra mi è sconosciuta.
“ Ci deve seguire in centrale…”.
 
 
 
***
 
 
 
 
Percorro a passi decisi il lungo corridoio.
Giro a destra e li vedo accasciati su una panchina con sguardo perso nel vuoto.
Decido, anzi, costringo me stesso a mantenere la calma e per quanto mi sforzi nel farlo, credo che la mia espressione incazzata nera faccia trasparire tutto.
Boris si accorge della mia presenza e con un gesto del gomito invita Anya ad alzarsi.
È ubriaca fradicia. Fa fatica a mettersi in piedi e attraverso le palpebre semichiuse mi osserva, come ad assicurarsi che sia io; poi inizia a camminare, reggendosi a malapena in piedi, mentre Boris non riesce neanche a guardarmi negli occhi.
 
 
 
 
Il silenzio regna sovrano in auto. Si respira un’aria decisamente tesa.
Boris siede sul sedile accanto al mio, guardando oltre il finestrino, assorto nei suoi pensieri o, semplicemente troppo ubriaco persino per pensare. Stringo le mani sul volante, e ogni tanto osservo il riflesso di Anya, seduta dietro, con la testa leggermente inclinata ed occhi chiusi. Anche lei troppo ubriaca per rimanere sveglia.
E in tutto questo io mi chiedo ancora che cazzo ci faccio, la notte prima del mio matrimonio, in auto con Boris e Anya ubriachi fradici. Per giunta recuperati in una centrale della polizia. Ma soprattutto perché cazzo questi due sono insieme?!
Cos’è tutta questa storia?
Stringo i denti e muovo nervosamente le mani, quasi volessi spezzare questo volante.
Freno bruscamente l’auto e invito, anzi ordino a Boris di scendere immediatamente. “Scendi!”.
Mi osserva confuso. “ Casa mia è a dieci isolati da qui!” mi ricorda seccato.
“ Lo so…” mi limito a dire, nella speranza che riesca a intuire il messaggio implicito.
“ Andiamo, Kai, cosa ti costa accompagnarmi fino a casa?” lamenta esausto.
“ Una passeggiata per pensare non ti farà male!” asserisco autoritario.
Trattiene una serie di imprecazioni, sbuffa e infine scende dall’auto chiudendo violentemente la portiera, iniziando il suo lento e barcollante cammino verso casa.
Rimetto in moto e proseguo la mia strada verso casa di Anya.
I miei occhi puntano ogni due secondi sullo specchietto retrovisore e ogni tanto la sento mormorare qualcosa di incomprensibile. Sono quasi sotto casa sua. Decido di frenare bruscamente, in modo da farla cadere in avanti, nella speranza che  una bella botta in testa riesca a svegliarla.
“ Ahia…”. Ma cade in avanti, ancora dormiente.
Scendo dall’auto e apro la portiera per farla uscire, ma con mia grande sorpresa la trovo in una posizione assurda, distesa sui sedili e il viso quasi a terra. Sbuffo sonoramente e infilandomi in macchina cerco di tirarla fuori, come meglio mi riesce.
Ma cazzo! È un peso morto!
“ Vieni fuori, su!”. La tiro fuori trascinandola per le braccia e alla fine riesco nell’impresa.
Si ritrova adesso seduta a terra, nel vano tentativo di aprire i suoi occhi.
Adesso la parte più dura sarà portarla al quinto piano…
Rimango lì, in piedi davanti a lei, alla ricerca di una soluzione.
I miei occhi puntano improvvisamente in un punto.
Mi dispiace, ma non posso fare altrimenti…
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
Mi gira tutto e non riesco neanche ad aprire gli occhi. Vorrei solo vomitare e liberarmi da questo peso.
Non so. Mi sembra di vedere Kai, o Boris…non capisco, cavoli.
Tocco la superficie dove il mio povero sedere siede e capisco di essere sull’asfalto duro e roccioso. Ahi, che male. Questa gonna è troppo corta per sedersi su un asfalto, avrò tutto il sedere graffiato.
Mi aiuto con una mano e poi con l’altra e cerco di trovare la forza per rialzarmi. Ok adesso sono in piedi: riprenditi adesso, Anya, su! quello deve essere il portone di casa mia. Prima un passo e poi l’altro, su, su!
Sto per raggiungere il portone, ma improvvisamente un flusso di acqua ghiacciata mi colpisce alla schiena e non posso fare altro che urlare dallo spavento.
“ Aaah, ma…”. Non riesco neanche a parlare, l’acqua in faccia mi impedisce di farlo. Non posso neanche aprire la bocca. Ommioddio. È Kai con un tubo che mi sta facendo inzuppare di acqua. Ma…che, ma com…
“ BASTAAA!”. Urlo a squarcia gola supplicandolo di smettere. “ Ma sei impazzito??” urlo ancora una volta non appena smette di inondarmi e riesco a vedere la sua faccia chiaramente. “ Ma che diamine fai???!!” esclamo alterata, osservando sconvolta i miei vestiti completamente inzuppati.
“ Era l’unico modo per farti riprendere!” afferma con tono serio, gettando con un gesto repentino quel tubo in una parte del vialetto di casa.
“ Avresti potuto farlo in qualche altro modo!” gli ricordo, con aria furibonda, mentre sento le gocce di acqua scorrere lungo tutto il mio corpo. Questo è davvero troppo.
“ Sì, in effetti avevo intenzione di schiaffeggiarti, poi ho pensato che forse sarebbe stato troppo rude!” ribatte duramente, avvicinandosi minaccioso.
“ Avresti potuto farti gli affari tuoi!”. Ma come si permette!
“ Oh certo, e mi dici come saresti tornata a casa? Strisciando, ubriaca fradicia?!”.
Ormai questa conversazione si è trasformata in un botta e risposta, che vede l’uno più furioso dell’altro.
“ Di certo avrei preferito questo al tuo aiuto!” affermo acidamente.
“ Bene! La prossima volta che verrete fermati dalla polizia non azzardatevi a chiamarmi!” conclude puntandomi un dito minaccioso per poi voltare subito le spalle.
“ Non lo faremo!” replico, osservandolo andare via.
 
 
 
***
 
 
 
 
Questa è una situazione assurda. Mi disturbano nel mezzo della notte per risolvere i loro casini per poi lamentarsi pure!
“ Che poi che cazzo ci facevi con Boris a quest’ora?”. sono tornato di nuovo indietro, a passi da gigante, per ripuntare minacciosamente il mio sguardo su di lei.
Adesso voglio delle spiegazioni.
“ Saranno affari miei?!” risponde acidamente.
“ No, sono anche affari miei visto che mi lasci tua figlia per andare a ubriacarti con Boris! E poi da quant’è che ti vesti da puttana?”. Ecco, l’ho detto e sto pure indicando la sua mini gonna, e la sua scollatura da sgualdrina.
Stava per darmi uno schiaffo, ma riesco prontamente a fermare il suo braccio. Dalla sua espressione sorpresa non si aspettava una simile mossa.
“ Che c’è? Rai ti ha dato il via libera per spassartela con chi vuoi?” affermo sarcastico, quasi in un sussurro provocatorio.
A queste mie parole i suoi occhi diventano furibondi. Inizia a dimenarsi per liberarsi dalla presa al polso, ed esclamare con urla graffianti “ BASTA!”. Questa reazione mi costringe a lasciare la presa e lei si accascia a terra urlando e piangendo quasi la stessi picchiando. Ma io resto qui inerme a osservare immobile ogni suo movimento. “ BASTA!” urla ancora, portandosi le mani in viso, quasi a graffiarlo. “ NON CE LA FACCIO PIU’!”. Mi sembra una reazione esagerata. “ SMETTILA DI RENDERE LA MIA VITA UN INFERNO!”. Ecco che si rialza, fiondandosi su di me. Sono costretta a bloccarla per le braccia, nel tentativo di farla calmare.
“ Vuoi calmarti? Non  ti sembra di star esagerando? Il fumo Ti ha dato alla testa forse??!”. È impazzita.
“ Io ti odio. Io ti detesto. Non ti è bastato far andare via Rai?”.
Far andare via Rai?
“ Ma di che cazzo stai parlando!”. Con un movimento repentino si libera dalla mia presa, per poi fissarmi con disprezzo negli occhi ed esclamare con rabbia “ Rai mi ha lasciato. Sei contento? Ci sei riuscito!” confessa al limite della pazienza, quasi liberandosi da un peso enorme che la stava opprimendo da tempo.
Rimango interdetto al suono di queste parole.
Cosa vuol dire che Rai l’ha lasciata?
“ Cosa?”. Sono confuso, o forse allibito. O entrambe le cose. Il tono con cui mi è venuta fuori questa parola dalla bocca lo dimostra pienamente.
“ Hai capito bene!” rivela tra le lacrime singhiozzando. “ Hai finalmente ottenuto quello che volevi. Congratulazioni!” conclude con tono amareggiato per poi prendere la sua borsa da terra e voltarmi le spalle.
“ Io non ho mai voluto che ti lasciasse!”. Afferro il suo braccio, costringendola a guardarmi.
 
 
 
***
 
 
Non ci credo di avere appena rivelato tutto a Kai. Sono distrutta, psicologicamente e fisicamente. Non ce la faccio più. Forse non era il momento migliore per dirlo, ma la mia pazienza ha raggiunto un limite e non ho potuto trattenermi.
Sto per andarmene, ma la sua presa mi costringe a fermarmi e con mio disgusto osservarlo in faccia.
Non hai mai voluto che ci lasciassimo? Non ti credo!
“ Ah no? E allora perché ti sei sempre messo in mezzo? Perché hai sempre cercato di metterci il bastoni tra le ruote? Perché hai fatto di tutto per allontanarlo da me costringendomi a restare qui per l’affidamento di Hope?? E’ colpa tua se la mia vita va a rotoli!”. Finalmente sono riuscita a vomitargli addosso tutte quelle parole che per troppo tempo ho tenuto dentro di me.
“ Sei brava solo a dare la colpa agli altri!” asserisce alterato. “ Certo, dai pure la colpa a me! In fondo sono io che ti ho costretta a venire a letto con me! È colpa mia se quella sera sei venuta in macchina con me! È colpa mia se sei rimasta incinta! E’ solo e sempre colpa di Hiwatari! Sai benissimo che io non ti ho costretta a fare niente: se sei venuta con me è perché lo volevi!”.
Ma che cosa sta dicendo? Ma come si permette? Adesso vuole dire che la colpa sarebbe mia??!
“ Smettila di fare la parte della vittima! Smettila di dare sempre la colpa ad Hiwatari!”.
Inizia a confondermi. Rimango inerme mentre lui mi urla in faccia puntando minacciosamente il dito verso di me.
“ Smettila di dare a me la colpa se Rai ti ha lasciata! Se ti ha lasciata avrà avuto i suoi motivi!”.
Non so perché ma tutto inizia a vorticare nella mia mente. Gli effetti dell’alcol non sono ancora svaniti. Le sue parole rimbombano all’interno della mia testa, assordandomi.
“ Sai perché la tua vita è uno schifo?? Perché non hai MAI ammesso le tue colpe!”.
Ammettere le mie colpe…
“ perché in questa storia ENTRAMBI abbiamo delle colpe e tu non vuoi neanche ammetterlo a te stessa! Quindi non venire a dirmi tra le lacrime che la colpa è mia! Perché nel momento in cui lo dici, sai benissimo che non è affatto così…”.
 
 
***
 
 
Mi manca persino il fiato. Sento il mio petto esplodere. Decido di concludere qui il mio discorso, per poi riprendere il ritmo regolare del mio respiro.
Se prima ero incazzato nero e avrei potuto spaccare un muro, dopo avere detto tutto questo è come se mi fossi tolto un peso, mi sento quasi più leggero, ma non meno arrabbiato.
Lei resta lì, davanti a me inerme, persa in chissà quali pensieri. Sembra che abbia perso la facoltà di reagire. E forse anche io. Penso non ci sia più nulla da dire, quindi lentamente faccio un passo indietro, osservando punti indefiniti dello spazio e voltati i tacchi, decido di andare via.
 
***
 
 
Con aria assorta osservo la figura di Kai mettersi in macchina e andare via.
Non hai mai ammesso le tue colpe.
È anche colpa tua.
Entrambi abbiamo delle colpe.
Sono queste le parole che riecheggiano nella mia mente.
Mi sento strana. Come se improvvisamente il mondo mi fosse crollato addosso.
Le mie mani affondano nei capelli, come a voler trovare uno ragione e capacitarmi di tutto questo. Poi siedo su un gradino, e con le mani che coprono gli occhi, do sfogo all’ennesimo pianto della giornata, stavolta quasi liberatorio…
Devo riuscire ad accettare il fatto che Rai non fa più parte della mia vita oramai…
 
(questo è un video dedicato a Rai ed Anya     https://www.youtube.com/watch?v=d_hjBcPzmbU   )
 
***
 
 
 
 
Giorno del matrimonio. Casa Hiwatari.
 
“ Serve una mano?” domando, facendo capolino dalla porta della sua stanza.
Kai è alle prese con il nodo alla cravatta e la sua espressione disperata mi dà segno di risposta affermativa. E così mi avvicino, e inizio a sollevare il collo della sua camicia e a riposizionare la cravatta badando bene a equilibrare le due gambette. Credo che opterò per un nodo semplice.
Mentre sono intento a completare la mia impresa, i miei occhi non possono fare a meno di non notare il suo sguardo perso nel vuoto a fissare chissà cosa.
 “ Stai bene?”.
Ci mette un po’ a rispondere.
“ Sì…”. Risposta alla Hiwatari: secca e decisa, anche se questa volta traspare una certa incertezza.
“ Tuo nonno verrà?” domando con una certa discrezione nel tono, alzando con un dito il suo mento, per facilitare il mio lavoro.
 “ No. Il vecchio mi ha fatto avvisare dalla sua segretaria che non sarebbe potuto venire…” rivela, con aria superficiale.
La mia reazione non è poi così sorpresa. C’era da aspettarselo.Anche se penso avrebbe potuto scomodarsi per partecipare al matrimonio del suo unico nipote, nonché unico erede.Ma questa è la famiglia Hiwatari, o almeno, quel che ne resta.
“Hope…vieni qui!”.
“ No!”.
Sento la voce di Hilary in corridoio, e quella di Hope.
Improvvisamente la piccola passa davanti la porta correndo come un fulmine, seguita dalla cameriera e da mia moglie, che seppur incinta dii due gemelli, conserva ancora una certa agilità.
“ Vieni qui, devi vestirti!”.
Iniziamo con i capricci.
Kai chiude gli occhi, cercando probabilmente di far finta di non sentire le urla di sua figlia. Ed io sono quasi a un passo dal concludere questo benedetto nodo alla cravatta. Ma ecco che irrompe Boris nella camera “ Yuri, devi fare anche a me questo cazzo di nodo alla cravatta!”.
Ma quando è arrivato?
“ Un momento, sto per concludere qui!” affermo spazientito, affrettandomi a finire con Kai.
“ Sei venuto a piedi o volando?”. Kai rivolge questa strana domanda al platinato, con una certa acidità nel tono di voce.
“ Ho preso un taxi, come i comuni mortali!” replica lui, ancora più acido.
Ma di cosa stanno parlando?
Ecco ho finito! Do un ultima sistemata al vestito di Kai e nel frattempo cerco di capire il motivo del loro continuo battibeccare.
“ Si può sapere cosa avete?” intervengo interponendomi tra i due.
“ C’è che sono stato così stupido da chiedere aiuto a questo idiota!” spiega Boris, con aria alterata.
“ Ah, ora sarei un idiota! Ieri sera però ti ha fatto comodo il passaggio in auto!” ribatte duramente l’altro tenuto da me fermo alla mia destra.
Continuo a non capire.
“ Ma quale passaggio? Di cosa state parlando?”.
“ Il signorino è stato fermato dalla polizia perché guidava ubriaco fradicio!” rivela Kai, incenerendo con lo sguardo l’altro.
“ Cosa? Ti sei fatto ritirare di nuovo la patente?!” dico stavolta io, seriamente incazzato con il platinato. Non è la prima volta che succede, e di solito in questi casi è stato il sottoscritto a toglierlo dai guai.
“ Sì, ok, non iniziare con la tua ramanzina!” afferma seccato.
Ha pure il coraggio di dire una cosa simile!
Improvvisamente irrompe in camera Hilary, che tiene la piccola per mano: “Si può sapere dov’è Anya? Questa bambina fa i capricci per vestirsi!”.
Infatti è strano che non sia ancora qui. “Hai provato a chiamarla?”.
“ Sì, ma è irraggiungibile!” afferma mostrando il telefono  che tiene in mano.
“ Beh forse Boris sa dov’è!”. Ci voltiamo tutti in direzione di Kai, che con occhi minacciosi fissa Boris.
Che significa?
“ Boris?” diciamo all’unisono io e mia moglie, voltando stavolta lo sguardo sul diretto interessato. Questi a sua volta guarda in cagnesco l’amico che lo ha messo in mezzo e poi inizia a portarsi una mano alla nuca, non proferendo parola.
“ Boris, dov’è Anya?” chiede investigativa Hilary.
“ Perché dovresti sapere tu dov’è Anya?” chiedo invece io. Sono molto confuso.
“ Io non lo so, Kai l’ha accompagnata a casa!” si giustifica.
Ed ecco che volgiamo di nuovo lo sguardo su Kai, alla ricerca di una spiegazione.
“ Io l’ho lasciata a casa!”.
“ Basta! Si può sapere di cosa state parlando? Cosa c’entra Anya con voi!”. Hilary ha perso la pazienza, e non posso biasimarla: con tutti questi giri di parole non stiamo capendo nulla.
“ Succede che stanotte insieme a Boris c’era anche Anya, ubriaca fradicia alla centrale di polizia!” confessa Kai, puntando minacciosamente un dito verso Boris.
“ Si può sapere perché era con te? Perché era ubriaca?!” domanda a Hilary, rivolgendosi prima all’uno e poi all’altro.
“ Beh, Boris sembra sapere più di me visto che si ubriacano e fumano insieme!”.
“ Boris, dimmi cosa diamine succede!”. Non ho mai visto mia moglie così iraconda.
“ Rai ha lasciato Anya. Anya era disperata. Anya l’ha confessato a me. Anya voleva dimenticare e divertirsi. Fine della storia!” confessa, infine, sintetizzando la storia, quasi fosse un telegramma.
Hilary è sconvolta. “ Ma…ma quando l’avrebbe lasciata? Perché io non so niente e perché diamine lo avrebbe detto a te e non  a ME?!”.
“ Non lo so!” urla stavolta Boris al limite di un esaurimento nervoso. “ Chiedetelo a lei!”.
“ Come faccio a chiederlo a lei se non so nemmeno dov’è???” urla a sua volta Hilary furibonda.
“ Ok, basta! Calmiamoci! Sono sicuro che non appena troveremo Anya ci spiegherà tutto! Se Kai ha detto che l’ha lasciata a casa, sarà il primo posto in cui andare a cercarla, mi pare ovvio! Kai, tu vai in Chiesa, noi…” stavo per voltarmi in direzione dello sposo per ricordargli che oggi è il suo matrimonio e che farebbe bene a recarsi in chiesa, ma… “ Dov’è Kai?”.
È sparito.
“ Dov’è andato?” domanda Hilary ad occhi sbarrati.
“ Tra mezz’ora si sposa!” affermo, controllando l’orologio al polso.
 
 
 
***
 
 
 
Percorro a passi da gigante i cinque piani per poi arrivare alla porta e bussare violentemente. “Anya, apri!”. Non risponde nessuno. “Anya!”.
Ho caldo e questo vestito non è l’ideale per correre. La cravatta mi soffoca e con un gesto del dito allargo la stretta al collo. “ Anya, apri!”. Grido ancora più forte.
“ Kai!”. Questa voce non viene da dentro. Mi giro nella direzione interessata e… sono Yuri e Boris: mi hanno seguito. “ Kai, sei impazzito, tra meno di mezz’ora ti sposi, che cosa ci fai qui?” mi ricorda il rosso.
“ Devo prima risolvere una questione!” spiego con tono fermo, allargando con una mano la giacca del vestito. Cazzo, che caldo.
“ Non mi sembra il momento, ci penserai dopo!”.
Mi sto innervosendo, e di brutto.
“ Tu adesso mi dici dove cazzo si trova!”. Mi rivolgo a Boris, e lo osservo minacciosamente, a pochi centimetri dal suo volto.
“ Non lo so, come te lo devo spiegare?!” ripete esasperato, iniziando anche lui a sudare.
Stavo per fare un brusco gesto, ma la mano di Yuri mi ferma.
“ Come cazzo ti è venuto in mente di farla ubriacare? E dimmi, era lei quella ragazza a casa tua, l’altra mattina? Era per questo che la nascondevi?”. Credo che stia tremando l’intero palazzo.
“ Sì, era lei! Era lei!” ripete cercando di superare il tono della mia voce. “ se l’ho fatta ubriacare io? Certo, perché Boris porta sulla cattiva strada le brave ragazze! Sempre Boris, Boris, Boris! E invece NO! è stata lei a decidere di ubriacarsi e fare tutto quello che abbiamo fatto, perché mi sembra abbastanza grande e vaccinata da prendere da sola le decisioni!”.
Fare tutto quello che abbiamo fatto?...
Sono immobile, con gli occhi fissi e sospettosi su di lui. Cerco di regolare il respiro e non farmi trascinare dalla rabbia.
“ Avanti, perché non lo chiedi? Lo so che stai morendo dalla voglia di saperlo!” afferma in tono provocatorio Boris.
Di cosa sta parlando?
“ Su, avanti, chiedimelo!” sussegue a dire, sotto il mio sguardo perplesso.
Chiedere cosa?
“ Vuoi sapere se abbiamo scopato?” domanda.
Cos...?
“ E questo quello che in realtà ti interessa, no?”.
I miei occhi lo fissano sempre più sospettosi e perplessi.
“ No! Non abbiamo scopato!” rivela , quasi in tono liberatorio, accennando un sorriso sarcastico, di chi sa di avere toccato il punto della questione. “ Sei contento? Era quello che volevi sentirti dire? Perfetto, adesso abbiamo risolto ogni dubbio…” conclude, buttandomi in faccia queste ultime parole, per poi andarsene, sotto il mio sguardo pensieroso.
Non sono riuscito a dire nulla. Non so perché. È stato come se non avessi il diritto di dire nulla.
Solo adesso mi ricordo della presenza di Yuri al mio fianco. È rimasto, e rimane ancora adesso in silenzio, massaggiandosi con una mano la fronte.
“ Kai, ascolta…”.
“ Non dire niente” intervengo a bloccarlo.
Non serve dire nulla.
“ Posso almeno ricordarti che tra poco ti sposerai?”.
Non me ne sono di certo dimenticato.
Però, devo prima fare una cosa…
“ tu va’, raggiungi tua moglie e gli altri”
“ Kai, tu devi…”
“ Arriverò in tempo, te lo assicuro”.
Lo so che la cosa non lo convince, ma deve fare quello che gli dico.
“ Come credi di trovarla?”. Ecco , Yuri ha un grande intuito.
“ Ho i miei mezzi!” lo rassicuro.
Esita per una manciata di secondi, poi si arrende e con un cenno mi indica di non fare cazzate      .
Ci proverò.
Credo di avere esagerato ieri sera, ma è stato necessario.
 
 
***
 
 
 
“ Allora, dov’è Kai? L’avete trovato?  E Anya?” chiede Hilary preoccupata, fissando in cagnesco Boris, il quale decide di rimanere in disparte a fissare altrove.
“ Tranquilla, Anya starà bene e Kai dovrebbe arrivare a momenti…” o almeno spero.
“ Anya mi deve un sacco di spiegazioni!”.
“ Lo so, ma ci penseremo dopo! Adesso dobbiamo sperare che Eva, da brava sposa, ritardi di almeno mezz’ora!” affermo preoccupato.
“ Ma dov’è Kai?” chiede curiosa.
Prendo un respiro profondo. “ A cercare Anya…”.
Speriamo non faccia una cazzata.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it's the only thing that I know
 
La brezza marina accarezza la mia pelle. È una sensazione piacevole.
Il mare davanti a me è leggermente mosso. Le sue onde si increspano formando una schiuma bianca che si infrange sulla riva, arrivando appena ai miei piedi. Cammino da qualche minuto sulla spiaggia, tenendo in mano le scarpe e reggendo con una mano la punta del vestito, per evitare di rovinarlo.
Se mi sono preparata per andare a quel matrimonio? Sì.
Se ho cambiato idea durante il tragitto? Sì.
Se voglio andarci adesso? No.
Dopo quello che è successo la scorsa notte, non faccio altro che pensare che ho sbagliato tutto, che forse il vero colpevole di tutta questa storia è, almeno in gran parte, mia e che la vittima sia stata proprio lui, Rai.
 
When it gets hard, you know it can get hard sometimes
It is the only thing that makes us feel alive
 
Ho incasinato la mia vita, e di conseguenza anche la sua. Volevo costringerlo a vivere una vita che forse non voleva.
Non credo mi abbia lasciato perché non sentisse più amore nei miei confronti, ma perché si era reso finalmente conto che tutto questo era troppo per lui.
E io sono stata così sciocca da non rendermene conto.
Io l’ho amato e lo amo ancora. Ma devo accettare il fatto che è finita.
Se potessi tornare indietro non farei gli stessi errori.
 
We keep this love in a photograph
We made these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Hearts are never broken
And time's forever frozen still
 
Sono sicura che col tempo imparerò a conviverci. Conserverò nella mia memoria tutti i bei momenti passati insieme. Fra qualche anno mi ricapiterà di pensare a lui e l’immagine del suo volto impresso nella mia memoria mi farà sorridere ancora.
mi piace pensare che anche per lui sarà così e che non mi ricordi come la ragazza che gli ha spezzato il cuore o che l’ha fatto soffrire, ma come un bel ricordo.
 
So you can keep me
Inside the pocket of your ripped jeans
Holding me closer 'til our eyes meet
You won't ever be alone, wait for me to come home
 
Ho passato dei momenti veramente terribili durante questi mesi. Ho costretto Boris a consolarmi, ho mentito ad Hilary e cosa più orribile, ho trascurato la mia piccola Hope.
Vedere quei bambini giocare a palla sulla spiaggia, mi strappa un sorriso.
Avrò molto da farmi perdonare.
Adesso siedo qui, su quella stessa vecchia barchetta sulla spiaggia dove mi ha portato Boris e chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare dal rumore delle onde del mare.
 
“ Finalmente ti ho trovata!”. Questa voce mi costringe ad aprire gli occhi.
È Kai, posto in piedi a pochi passi da me. Che cosa ci fa qui? E vestito in quel modo?
Non ho neanche voglia di rispondergli, dunque mi limito a osservare altrove, infastidita.
 
 
 
***
 
 
 
 
È stata dura, ma sono riuscita a trovarla.
Noto con stupore che si era preparata per venire al matrimonio, ma qualcosa (posso immaginare cosa) l’ha fatta pentire.
Finge di ignorarmi, guardando altrove, mentre il vento le scombina i capelli. E non sembra avere intenzione di parlare.
“ Ok, non vuoi parlare? Non parliamo!”.
 
 
 
***
 
 
Ma che cosa vuole? E poi…come ha fatto a trovarmi?
Non ha un matrimonio oggi? E perché adesso si sta sedendo sulla barca accanto a me??
Resto immobile, fingendo di guardare oltre l’orizzonte.
Non dice più niente. Anche lui sembra osservare il mare di fronte a noi.
Sta aspettando che sia io a dire qualcosa?
 
 
 
***
 
Vuole il gioco duro? Non sa con chi ha a che fare?
Possiamo rimanere qui fino a domani mattina. Non me ne andrò finché non si deciderà a parlare.
Che c’è? ha esaurito tutti gli insulti la scorsa notte?
Sono sicura che hai altro da dirmi, Sarizawa.
 
 
 
***
 
 
 
Inizio a torturarmi le dita, nervosamente e improvvisamente mi rendo conto di avere addosso ancora l’anello, quell’anello con cui Rai mi ha chiesto di sposarlo. Ho ancora vivida in mente l’immagine di lui che estrae in maniera buffa la scatolina andata a finire sotto il suo sedere, mentre sedevamo sul divano.
Inizio a girare e rigirare quell’anello, mai tolto dal mio dito.
È strano, ma mi fa ancora sorridere quella scena.
In tutto questo tempo non ho minimamente pensato di toglierlo. Forse perché non ho mai realmente accettato il fatto che sia finita. In qualche modo riusciva a farmi sentire legata a lui. Era quasi una speranza. Ma adesso mi rendo conto della realtà. E la realtà è che Rai mi ha lasciata e non torneremo più insieme.
***
 
 
 
Il tempo scorre e nessuno dei due sembra intenzionato a proferire parola.
Forse…
“ Kai…”.
Il flusso dei miei pensieri viene improvvisamente interrotto dal suo richiamo.
Le presto ascolto, osservando assorto un punto indefinito della spiaggia, mentre lei continua a osservare la distesa marina.
“ Se… tu potessi…tornare indietro… cosa…cambieresti?” chiede con tono lento e quasi tremolante.
Non mi aspettavo una simile domanda. Wow.
Prendo un respiro profondo e rifletto seriamente in una risposta.
 
***
 
 
 
Non so il motivo di una simile domanda. Mi è venuta fuori così.
Passa qualche attimo di silenzio.
“ Non si può tornare indietro, quindi è inutile pensarci” dichiara con voce fredda e decisa.
Wow. La sua solita risposta-non risposta alla Hiwatari.
“ Io invece cambierei tutto!” affermo alzandomi e scendendo dalla barca sotto il suo sguardo indifferente.
 
 
***
 
 
 
Voleva una risposta? L’ha avuta. È quello che penso, più o meno. Non possiamo passare la vita a pensare cosa sarebbe stato giusto fare o no. Siamo il risultato delle nostre azioni, dobbiamo accettarne le conseguenze, per quanto sia difficile.
“ Non hai un matrimonio, o sbaglio?” chiede voltandosi in mia direzione, laggiù, in piedi, sulla riva del mare.
“ Sì…è vero!” affermo stancamente, alzandomi e togliendo qualche granello di sabbia dal vestito, mentre scendo dalla barchetta. Suppongo lei non abbia intenzione di venire, tuttavia… “Chi baderà a Hope?”. È un modo indiretto per farle cambiare idea.
Ci pensa un po’ su per poi affermare con aria superficiale “ Magari verrò più tardi…”.
Suppongo sia un modo indiretto per dire sì.
La osservo un’ultima volta e poi mi avvio in auto. Non ho neanche idea di che ore siano. Cazzo.
 
 
 
***
 
 
 
 
“ Cavoli! L’auto di Eva è qui! E di Kai nessuna traccia!!!”. Hilary è nervosa, ma ancora di più io. Ho provato a chiamare Hiwatari almeno venti volte, ma mi dava sempre irraggiungibile. Inoltre, ho sentito parecchi commenti in giro. Tutti si sono accorti dell’assenza dello sposo, in genere il primo a presentarsi in Chiesa. E invece, forse per la prima volta nella storia la sposa attenderà, spero non invano, lo sposo.
Kai, ti prego, ti supplico, presentati a questo matrimonio.
 
***
 
 
Finalmente sono arrivata in Chiesa. C’è parecchia gente ad attendermi, ma non riesco ancora a vedere Kai.
Esco dall’auto aiutata da mio padre che mi tiene per una mano e mia madre sistema il vestito.
Anche se ho ritardato circa trentacinque minuti, adesso tutti sono meravigliati dalla bellezza del vestito e, ovviamente, della sottoscritta.
I miei occhi cercano Kai: dov’è? che non sia ancora arrivato? Impossibile, ho ritardato di ben trentacinque minuti, avrebbe già dovuto essere qui.
“ Ma non vedo Kai!” commenta mia madre.
Vedo gli invitati sussurrare tra di loro qualcosa. Ma cosa sarà successo? Mio dio!
Ecco, laggiù c’è Yuri. Lo raggiungo a passi da gigante, sollevando il vestito. “ Dov’è Kai?” chiedo seriamente preoccupata.
Vedo sul suo volto i segni della disperazione.
“ Ecco, Kai ha avuto un piccolo contrattempo” spiega “ arriverà tra qualche minuto, tranquilla!”.
“ Yuri, Kai sarebbe già dovuto essere qui da tempo! Cosa è successo?”. Sto sudando. Tutto il trucco si rovinerà e credo che sverrò da un momento all’altro.
“ Quell’Hiwatari si fa aspettare anche nel giorno del suo matrimonio!” commenta acidamente mio padre.
“ Papà, smettila! Non ti ci mettere pure tu!”. Sono nervosa, sono …oddio.  “Datemi un telefono, subito!”.
“ Eva ti ho detto che sta per arrivare e”.
“ Dammelo subito!!” . Non gli do neanche il tempo di terminare. Gli urlo istericamente in faccia di darmi quel cavolo di telefono.
Improvvisamente la folla inizia ad annunciare l’arrivo dello sposo.
“ E’ qui, è qui!”.
Mi volto nella direzione indicata e finalmente lo vedo arrivare. Ho appena evitato un infarto. Porto una mano al petto, cercando di respirare in maniera regolare.
Kai arriva, ha addosso gli occhi di tutti.
“ Si può sapere dov’eri?” gli chiedo furibonda non appena mi raggiunge, per sentirmi dire con la sua solita nonchalance che era rimasto bloccato nel traffico. Decido di non approfondire, perché abbiamo un matrimonio da fare.
E così, spazzando via la rabbia, stampo sul mio volto un sorriso smagliante, prendendo a braccetto mio padre.
Dunque, la marcia nuziale può iniziare.
 
***
 
 
 
Percorro velocemente la navata centrale fino ad arrivare all’altare. Yuri e gli altri si sistemano nelle prime panchine e lui mi fa cenno di sistemare la cravatta.
Fatto.
La marcia nuziale ha inizio. Tutti si mettono in piedi, per vedere arrivare la sposa.
Eva percorre a braccetto di suo padre il lungo tappeto rosso che la condurrà all’altare. Il fotografo la riprende mentre sorride raggiante.
Beh, è bella, non c’è dubbio.
Eccola sta per arrivare. Ho una strana sensazione, non so se per l’emozione o per il fatto che non ho dormito, o non so cosa.
Forse ho stretto troppo il collo della cravatta. E inizio a sudare, di nuovo. Dentro questo vestito ci sono mille gradi.
Mi sorride, si vede che è felice e io mi sforzo di ricambiare. Yuri mi ha raccomandato di sorridere, ma non sono bravo in queste cose.
Ecco la messa ha inizio. Forza Kai, respira.
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Kai è appena andato via. Non so se andrò a quel matrimonio. Forse sì, ma non subito. Preferisco rimanere qualche minuto ancora qui. Questo posto mi trasmette serenità.
Chissà se è arrivato in tempo. Spero stia andando tutto bene, o Eva me la farà pagare a vita.
 
 
 
***
 
 
 
“ Dunque, se è vostra intenzione unirvi in matrimonio, alzatevi in piedi e passiamo alle promesse!”
Ecco, è arrivato il fatidico momento del sì.
Respira Kai, respira.
Il prete ci indica di metterci l’uno di fronte all’altro, guardandoci negli occhi. Lei continua a sorridermi, stringendo forte le mie mani. Io improvvisamente mi irrigidisco. Oh, cavoli.
Mentalmente prego, nella speranza che non inizi prima con me.
“ Eva…”.
Meno male.
“ Vuoi tu Eva prendere come tuo legittimo sposo il qui presenta Kai, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, per tutti i giorni della tua vita?”.
“ Sì” risponde entusiasta senza nessun attimo di esitazione, osservandomi intensamente.
Ha detto sì.
“ E tu, Kai…”. Ecco, sta per chiederlo. “ Vuoi tu prendere…”.
 
 
***
 
 
Mi sento male per lui. Lo vedo molto teso ed ha deglutito non so quante volte.
In questo momento la sua non sembra affatto la faccia di uno che sta per sposarsi con la donna che ama. Sembra più che altro quella di colui che sta partecipando a un funerale.
Ti prego, qualunque sia la tua risposta, fa’ che sia quella giusta, Kai. Sei ancora in tempo.
 
***
 
“…come sposa, la qui presente Eva, per amarla…”.
Non ho mai sudato così tanto in vita mia.
“…onorarla…”
Ho persino la gola secca.
“… e rispettarla…”.
Le parole del prete echeggiano nella mia mente.
“…per tutti i giorni della tua vita?”.
Per tutti i giorni della mia vita.
Diamine, ti stai sposando Kai e te ne rendi conto solo adesso. È questo che significa il matrimonio? La mia risposta si fa attendere. Mi sento confuso. Voglio davvero fare una cosa del genere?
Eva inizia a fissarmi preoccupata.
 
 
***
 
 
Perché non risponde? Ma che gli prende? Sembra essere assente. Continuo a fargli cenno di affrettarsi a dare una risposta, ma lui non sembra neanche vedermi.
Ok, se non sono svenuta prima, lo farò adesso.
Che cosa gli prende?
In chiesa c’è silenzio, tutti attendono stupiti la risposta di Kai.
“ Kai…” gli sussurro a denti stretti, facendogli l’ennesimo cenno.
Le sue mani sembrano rigide, quasi di marmo.
 
***
 
 
 
“ Secondo te ci sta ripensando?” mi sussurra Boris.
Perché si è fatto venire i dubbi proprio adesso??
Vorrei andare là e prenderlo a schiaffi.
Rispondi Kai, forza.
 
 
***
 
 
 
Non so quanto tempo sia passato. So solo che non riesco a dare una risposta.
Eva è diventata tutta rossa e credo che tra qualche minuto le verrà una crisi isterica.
Alzo lo sguardo verso Yuri, il quale mi incita con lo sguardo a darmi una mossa.
“ Forse lo sposo è troppo emozionato…” commenta il prete, per sdrammatizzare.
Kai, dai, prendi fiato e dai la tua risposta.
“ Forse vuole un bicchiere d’acqua per riprendersi” continua a dire, mentre Eva inizia ad agitarsi, seriamente imbarazzata.
Kai, vuoi veramente sposarti con Eva?
“ Portate un bicch…”.
Ma non gli lascio finire la frase.
“ Sì”. È la mia risposta secca e decisa, che lascia sbigottito persino il prete, che sembra voglia risentirlo, come credo anche Eva, qui al mio lato.
“ Sì, lo voglio!” ripeto con più convinzione.
Tutti sembrano tirare un sospiro di sollievo, soprattutto Eva, che adesso mi sorride più serena.
“ Dunque, vi dichiaro marito e moglie!”.
Il prete annuncia ad alta voce la nostra unione, cui segue un rumoroso applauso da parte di tutti gli invitati.
Eva mi salta quasi addosso, per il famoso bacio finale, che non posso non ricambiare.
Ci sei riuscito Kai.
Ce l’hai fatta.
 
 
 
***
 
 
 
Non ha più senso tenerlo. Mi ricorderebbe troppo del mio matrimonio fallito.
Lo osservo un’ultima volta, portando avanti la mano. La pietra verde brilla alla luce del sole.
Poi decido di sfilarlo dal dito, stringerlo tra le mani un’ultima volta e infine lanciarlo in aria, lontano.
I miei occhi seguono un punto brillante nel cielo per poi cade in acqua, nel fondale marino.
Sembra quasi un addio.
L’addio che non ho potuto dargli quel giorno.
Spero tu conserverai un bel ricordo di me, come io lo conserverò di te, Rai.
 
 
 
 
“ Ciao, Hilary!”.
“ Anya!”.
Sono giunta al banchetto nuziale. So che è da maleducati non partecipare alla cerimonia, ma spero capiranno.
“ Che fine hai fatto?” chiede preoccupata.
“ Ho avuto dei problemi!”.
“ Sì, i problemi che hai preferito rivelare a Boris, piuttosto che alla tua migliore amica! Perché non mi hai detto di Rai e di tutto il resto?” chiede offesa.
Quindi sanno tutto.
“ Mi dispiace. Io ci ho provato, ma…”.
“ Ma cosa? Non ti fidi neanche più di me?”.
“ Non è questo…”.
“ Io ti avrei aiutata a superare tutto, non ti avrei fatta ubriacare e arrestare dalla polizia!”.
Questo lo so.
“ non mi sentivo pronta…”. Non sembra credermi a giudicare dalla sua espressione. “ ti chiedo scusa!”.
“ Adesso devo andare in bagno!” si congeda, offesa, voltandomi amareggiata le spalle.
“ Le passerà…” mi rassicura Yuri, arrivato alle mie spalle.
Lo spero.
“ Mamma, andiamo a prendere le cose da mangiare?”. Mi chiede la piccola, che sembra molto affamata.
“ Certo, tesoro!”.
Prendo la sua manina e ci avviamo a un piccolo buffet da consumare durante l’attesa.
Devo recuperare il tempo che ho perduto con lei. Per fortuna è piccola e spero che non si ricordi mai di quanto sua madre sia stata stupida in questo periodo.
 
 
 
 
Arrivano gli sposi. Sembrano felici. Bene. Sono contenta per loro. Mi unisco all’applauso generale, seppur non molto entusiasta.
Per la felicità di Kai, inizia il ballo degli sposi, ma la sua faccia sembra dire tutto e Yuri e Boris se la ridono sotto i baffi.
È proprio negato e Eva sembra innervosirsi.
Poi altre persone si uniscono in coppia per il ballo, persino Yuri e Hilary. Infine, Boris si avvicina, invitandomi a ballare e io, seppur controvoglia, accetto.
“ Ti consiglio di stare alla larga dal tavolo degli alcolici!” afferma beffardamente il platinato, stringendomi i fianchi.
“ Tranquillo, non ci penso neanche ad avvicinarmi!” gli sorrido complice, per poi casualmente incrociare lo sguardo di Kai, che mi fissa pensieroso, mentre si muove ballando con la sua ormai moglie.
“ Ah…Kai sa tutto!” mi avvisa Boris.
“ Sì, lo so…” rispondo continuando a osservarlo. Non capisco neanche se sta guardando me, o forse è una mia impressione.
 
 
***
 
 
 
 
Avrà detto la verità Boris? Che loro due non abbiano, insomma, che non siano stati insieme, davvero?
Non so cosa pensare.
Boris non è uno che  esce con le ragazze per amicizia o per consolarle in amore, come mi ha fatto credere. Tuttavia sembrava sincero.
“ Tutto ok?” mi domanda Eva.
“ Sì, tutto ok!”.
I suoi occhi puntano su Anya e Boris. Adesso lui la sta facendo girare su se stessa, strappandole un sorriso.
Non so cosa pensare…
“ Wow, da quando Anya e Boris sono così intimi?” commenta ironica Eva, avendo visto la scena.
Me lo chiedo anch’io.
“ Da quando Anya e Rai non stanno più insieme…” spiego con aria indifferente, riassumendo la storia e tralasciando i dettagli.
“ Cosa?”. La reazione che immaginavo. “ Da quando? E perché io non so niente?”.
“ Senti, non ha importanza adesso, ok?” le dico, accarezzandole una gote, per tranquillizzarla.
Evitiamo casini.
“ Hai ragione, godiamoci questa giornata!”.
Già, godiamoci questa giornata. Mi ripeto mentalmente, ritornando a fissare ogni tanto quei due.
 
 
 
 
 
 
 
La serata trascorre tranquillamente. Gli invitati sembrano essersi divertiti e soddisfatti.
Eva è impegnata a ballare con le sue amiche, Yuri e Hilary parlano seduti al tavolo e Boris osserva come sempre il sedere delle ragazze mentre ballano. Hope gioca rincorrendosi selvaggiamente con altri bambini: posso giurare di avere visto una enorme macchia sul suo vestitino bianco. Non appena la vedrà sua madre, saranno guai.
A proposito, non vedo più Anya. I miei occhi la cercano in mezzo a tutti gli invitati, in ogni angolo della sala, ma di lei nessuna traccia.
Decido di uscire fuori in giardino, magari si trova lì.
Scorgo immediatamente la sua figura: è seduta su una specie di altalena a osservare il cielo.
La raggiungo, prendendo dal vassoio di un cameriere due bicchieri di spumante.
“ Oggi sei molto solitaria…” esordisco, prendendola di sorpresa.
Era persa chissà in quali pensieri. Ma come al solito non ricevo nessuna risposta. Perciò opto per porgerle sotto al naso il bicchiere, nella speranza che lo prenda. Ma si limita a fissarmi interrogativa e con occhi sospettosi. “ Non ti ho vista per il brindisi…”.
“ Non c’è proprio nulla da brindare…” asserisce secca e pungente.
“ Stai scherzando? Mi sono sposato, non so se hai capito! Non capita tutti i giorni che Hiwatari si sposi!” spiego auto-ironizzandomi.
La sua espressione sembra confermare, e infine accetta di prenderlo.
Mi siedo sull’altalena accanto, bevendo qualche sorso, mentre lei si limita a tenerlo tra le mani.
“ Sai, ci ho riflettuto…” inizio a dire, rompendo il silenzio.
“ Su cosa?” chiede perplessa.
“ Oggi mi hai chiesto cosa cambierei se potessi tornare indietro…e… a dire la verità credo che…non cambierei nulla” rivelo, facendo spallucce.
È ancora più perplessa.
La verità è che…
“ Non riuscirei a immaginare una vita diversa da questa… e poi correggendo alcuni di questi errori, beh… non ci sarebbe Hope…”.
Ok, credo che questo sia il discorso più profondo e filosofico che io abbia mai fatto, e non ho neanche bevuto tanto.
 
 
 
***
 
 
Non ci sarebbe Hope.
Ha maledettamente ragione, per quanto odi ammetterlo.
Hope è piombata all’improvviso nella mia vita, sconvolgendola, e riflettendoci adesso , non riuscirei a immaginare una vita senza di lei.
Vista sotto questo punto di vista, ha ragione. Tuttavia, ogni cosa ha i suoi lati positivi e negativi.
“ A proposito…” dice alzandosi “ ti consiglio di dare un’occhiata al vestito di tua figlia, ma io non ti ho detto niente!” . Con un cenno mi saluta, ritornando alla festa.
Sorrido stizzita, quando lui è già sparito, per poi bere tutto d’un sorso il contenuto del bicchiere.
Da domani si ricomincia…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a Tuttiiii! ^o^
Finalmente sono riuscita ad aggiornare. Questo è forse il capitolo più lungo che io abbia mai scritto, ma dovevo mettere insieme tutto o chissà quando sarebbe stato il prossimo aggiornamento. Ormai la puntualità non è più il mio forte -.-
Lascio a voi i commenti.
La storia parla da sé.
Anya è finalmente esplosa, ha confessato tutto e Kai ha deciso, stranamente, di dire sì. Molto strano visto che era stato poco prima assalito da mille dubbi e conflitti interiori.
Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!
Nel capitolo sono presenti strofe della canzone di Ed Sheeran “Photograph” (adoro questa canzone).
E infine, metto questo video trovato su youtube a mo’ di conclusione del capitolo. (mi sono fissata con i video ultimamente. La verità è che mi aiutano a trovare l’ispirazione XD)   https://www.youtube.com/watch?v=evmh2HrxDo4
Coooomunque, gente.
Mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Odiatemi se volete, per avere fatto dire sì a Kai, lo so… mi odio io stessa, ma state sicuri che le sorprese non finiranno qui. Ho in mente un sacco di cose malvagie ancora muahaahahah (oddio).
Un bacio e a presto!!
 
 
Henya
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Henya