Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=ZticUWHTZWE.
★Autore: Kamy
★Fandom: KHR.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1322.
★ Prompt: A non vede l'ora di spogliarsi, B non manca di offrire il proprio giudizio in merito.
★Bonus: Scavare la sabbia cercando tesori.
La regina Victoria
Tsuyoshi
avanzò, i piedi nudi gli affondavano nel
prato, sporcandosi di fango ed erba. Alzò il capo, i lunghi
capelli vermigli
gli ondeggiavano intorno al viso, appoggiò la mano
sull’elsa della spada. Un
rivolo di sudore gli scivolò lungo il collo e sulla schiena,
sotto la casacca
blu mare del kimono che indossava.
Sgranò
gli occhi vedendo una figura femminile
dirigersi nella sua direzione.
La
ragazzina cavalcava all’amazzone, i corti capelli
biondi le ondeggiavano intorno al viso pallido,
s’intravedevano i suoi occhi
sotto la frangetta. Sorrideva, con le labbra rosee e piene leggermente
socchiuse. Teneva la propria cavalcatura con le braccia sottili e i
seni
prosperosi le ondeggiavano seguendo il movimento dell’animale
al galoppo. Il
sole le faceva brillare d’oro la capigliatura e ne illuminava
la figura,
lasciando intravedere le forme del suo corpo sotto il vestito candido
che
indossava.
Il
giovinetto deglutì a vuoto e si deterse le labbra
con la lingua, sentendole secche, le sue gote erano arrossate.
“Mia
regina, è arrivato la guardia del corpo che ha inviato
il Nono Boss dei Vongola” disse il maggiordomo al suo fianco.
Tsuyoshi
si voltò nella sua direzione. L’omone aveva
la pelle nera ed indossava un frac.
“Il
Capitano dei Varia del Nono Boss dei Vongola” lo
corresse Tsuyoshi con tono gelido.
La
sovrana balzò da cavallo e gli atterrò di fronte,
si voltò e fece calmare la propria cavalcatura, questa si
fermò nitrendo.
“Puoi
chiamarmi Victoria e, plebeo, finché mi
proteggerai, sarai il mio body-gard” disse la giovane con
forte accento inglese,
accarezzando il muso dell’animale.
“Non
avete vostre guardie?” domandò Tsuyoshi. Mise le
mani sui fianchi e piegò di lato il capo, facendo ondeggiare
la coda di
cavallo.
Victoria
fece un sorriso che le prese meta del viso.
“Purtroppo
sono tutte con mio marito, che in questo
momento si trova in Africa per la sua caccia annuale” rispose.
Tsuyoshi
impallidì.
“Tzè, tzè.
Così
giovane già sposata?” domandò. Le sue
iridi rosso sangue brillarono di riflessi
rubino.
Victoria
infilò una mano in tasca e ne estrasse un
paio di guanti di pizzo bianchi.
“Per
il bene del regno inglese, ma non temete, non per questo
ho intenzione di non divertirmi” spiegò. Il
cavallo le ticchettò con il muso su
una spalla.
“Chi
vi minaccia?” chiese Tusyoshi secco,
assottigliando gli occhi.
“Si
tratta del Boss della Mafia Russa” rispose
Victoria. Si appoggiò l’indice sulle labbra.
“Non
vi toccherà” giurò Tsuyoshi.
Victoria
sporse il labbro inferiore.
“Credevo
che saremmo andati a ucciderlo” sussurrò.
“Mia
regina, voi non potete muovervi da palazzo”
ringhiò il maggiordomo.
Victoria
sospirò.
“Oh,
giusto” esalò.
“Siete
prigioniera?” chiese Tsuyoshi, massaggiandosi
una spalla.
“Diciamo
così, ma è etichetta. Potrei insegnartela,
hai l’aria di uno che non conosce le buone maniere”
rispose Victoria.
Tsuyoshi
s’inginocchiò e le prese la mano nella
propria.
“Imparerei
sicuramente dalla migliore” disse, fissandole
la lingerie in controluce.
Chiuse
gli occhi e le fece il baciamano.
************
“Non
pensavo che mi avresti insegnato a fare la ‘dama
di corte’” disse Tsuyoshi.
“Gli
uomini non vedono i preziosi se sono davanti ai
loro occhi. Sono convinti che bisogna scavare sotto la sabbia per
cercare i
tesori e se non li trovano lì, li considerano di poco
conto” rispose Victoria.
Gli strinse lo chignon in cui gli aveva legato i capelli rossi e gli
mise una
parrucca di capelli corti di un vermiglio molto più scuro.
“Voi
mi siete sembrata un tesoro, eppure non eravate
nascosta” ribatté Tsuyoshi. Si
mordicchiò un labbro fino ad arrossarselo.
Victoria
lo colpì alla testa con un ventaglio rosso
rubino.
“Io
sono un tesoro rinchiuso in un forziere
appartenente a qualcun altro. E tu ami rubare ciò che non
è tuo, plebeo”
borbottò.
Tsuyoshi
sospirò, sentiva il corpetto premergli il
petto muscoloso. Si guardò allo specchio e
impallidì.
“Sembro
davvero una donna” borbottò.
Victoria
gli accarezzò la guancia con il dorso della
mano.
“Sei
più affascinante che da uomo. Allora, tesoro
sotto la sabbia, come soprannome, ti piace Madama Rossa?”
domandò.
Tsuyoshi
sospirò.
“Ho
tanti soprannomi, uno in più non mi darà
problemi”
rispose. Si voltò verso di lei e intravide le sue iridi
sotto la frangetta, sul
capo della regina brillava una coroncina di metallo.
“Nessuno
sospetterà che è ‘la donna’
al vostro fianco
a difendervi, finché il loro sangue non macchierà
i pavimenti” disse.
Victoria
sorrise e si mordicchiò a sangue un dito,
sentendo il sapore metallico pungerle il palato.
“Lo
sai, il sangue mi eccita. Vedere le persone
‘squartate’
è qualcosa che mi dà il brivido”
sussurrò.
Tsuyoshi
assottigliò gli occhi e le avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Ho
un’idea che vi potrebbe eccitare anche di più. Non
siete stanca di questa torre?” domandò seducente.
Victoria
rabbrividì e le sue pupille si dilatarono.
“Cosa
mi proponi?” domandò.
“Questa
notte, dopo che si celebrerà il ballo,
fuggiremo. Vi travestirete da ragazzo. Sei abile a cambiare
identità senza
bisogno dei miei poteri ‘a specchio’. Ci fingeremo
due normali fidanzati e
andremo in Russia, a uccidere il vostro nemico”
propose Tsuyoshi.
“Oh,
fingermi io un plebeo e tu una dama, eccitante.
Però, in cambio, dovrai insegnarmi a squartare la gente. I
veleni mi eccitano,
ma mi divertirei di più a macchiarmi le vesti del loro
sangue” sussurrò
Victoria.
Tsuyoshi
le fece l’occhiolino.
“V’insegnerò
a usare i pugnali” promise.
**************
“Sei
impazzito? Gettarti nel lago ghiacciato così,
poteva costarti la vita! Potevo non riuscire a recuperarti!”
strillò Victoria.
Sosteneva Tsuyoshi sulle proprie spalle e camminava curva, i suoi piedi
affondavano nella neve, il fiato le si condensava di fronte al viso.
Tsuyoshi
batteva i denti ed era scosso da spasmi,
gemette stringendo gli occhi.
“È…
è una storia… lunga… però
il boss russo… è morto…”
farfugliò. Rischiò di crollare svenuto, i capelli
gli aderivano al corpo, la
pelle era bluastra.
Victoria
sfondò a calci una porta di legno marcia e lo
trascinò dentro i resti di pietra di una casa. Lo stese sul
pavimento e si
passò le dita affusolate tra i capelli biondi.
“Sei
in crisi ipotermica. Devo toglierti i vestiti e
scaldarti con il mio corpo, prima che la tua temperatura scenda sotto i
35°
gradi” disse, iniziando a spogliarlo. Appallottolò
i vestiti di lui nell’angolo
della stanza.
Tsuyoshi
si strinse al petto nudo la spada, le sue
dita erano contratte e i suoi occhi bianchi.
“N-non
vedi… proprio… l’ora di
spogliarti… m-mia… re-reee-gina”
farfugliò, battendo i
denti. Tremava vistosamente, la sua pelle era bluastra e le sue labbra
viola.
“Non
voglio vederti morire, plebeo” sibilò.
Tsuyoshi
chiuse gli occhi e deglutì, rischiò
nuovamente di perdere i sensi.
Victoria
lo raggiunse con uno schiaffo, Tsuyoshi la
guardò e la vide ignuda, fissò i seni sodi e
pallidi di lei.
“C-certo…
che non sei… niente male” biascicò.
“Non
è il momento di offrirmi il tuo giudizio in
merito” ribatté lei. Si stese al suo fianco e lo
abbracciò.
“S-sai…
anche mia madre era bella. Era bella, minuta e
forte…” disse Tsuyoshi con voce rauca.
<
Sta delirando. Speriamo che superi la notte >
pensò Victoria.
“Lei
credeva nella magia, ma io non posso. La balia è
caduta dalle scale e io ho capito che i peccati dovevano diventare
miei, perché
lui era troppo pericoloso. La rabbia di un santo spazzerebbe via questo
mondo.
Voglio essere io il cattivo.
Se
tu chiami peccato macchiarsi le mani al posto di un
santo, allora chiamami peccatore”
disse Tsuyoshi, mentre le labbra gli tremavano e batteva i denti.
“Continua
a parlare, non ti addormentare” ordinò
gelida Victoria, accarezzandogli il petto muscoloso.
“Mia
madre è morta e io sono scappato. Io scappo
sempre, non credo più nella magia. Mamma credeva nella magia
che c’è in questo
mondo” biascicò Tsuyoshi.
“Io
sì” rispose Victoria. Si sporse e chiuse gli
occhi, baciandolo.
Con
le braccia tremanti e le dita intirizzite Tsuyoshi
la strinse, passandole una mano tra i capelli e ricambiò al
bacio. Lo
approfondì, rischiò di morderle la lingua e si
staccò, ansimando.
“F-forse
quel giudizio… alla fine… lo
volevi…”
mormorò.