Ciao! Ed ecco la fine di questa
breve storia.
So che a molti di voi risulterà
un obbrobrio ma, come già spiegato, ho messo apposta OOC per
evitare problemi.
Mi auguro che a qualcuno sia
piaciuta.
Ciauuuuuu
Le
cose accaddero nel giro di pochi minuti.
Evelyn
e Jack vennero divisi e trascinati in due luoghi differenti.
Metà
degli ergastolani portarono lui nella sala mensa e l’altra
metà
portarono lei nella stanza della signorina Betty, che dovette sbatterli
fuori
di peso perché si erano imbambolati davanti tutti gli
ornamenti di pizzo.
Era
una donna davvero frivola, la signorina Betty, ormai anche Evelyn
aveva imparato a conviverci.
Non
riusciva a capire che cosa stava accadendo.
Era
così scandaloso aver detto sì a Jack?
“Oh
sarà super splendido!” cinguettò Betty,
che iniziò a frugare dentro
al suo armadio…lanciando per tutta la stanza quello che
conteneva “ho già tutto
in mente e i Braccia Rotte saranno qui a momenti”
“Cosa!?”
“Ma
sì! Sarà una bellissima cerimonia” fece
una giravolta, era davvero
eccitata “anche se il posto non è il massimo per
un matrimonio”
Evelyn
scosse “Ma…ho detto
sì…ma…” le cose stavano
degenerando…leggermente
“Suvvia
cara, è la tua giornata” ribattè la
signorina Betty, lanciando
sul letto un abito…o meglio, un vestito simile ad una
camicia da notte “devi
godertela al meglio!”
Evelyn
osservò il vestito.
Anche
se il desiderio di stare con Jack era più forte della
ragione,
dovette ammettere che le cose si erano accelerate troppo.
“Vado
a recuperare le ultime cose” disse la donna “nel
frattempo
vestiti e, se serve, indugia pure sul profumo” detto questo
uscì saltellando e
canticchiando.
Come
faceva ad essere così positiva?
Evelyn
sospirò.
Ormai
era tutto programmato, sia lei che Jack non avrebbero potuto
sottrarsi alla smania di organizzazione della signorina Betty.
Iniziò
a spogliarsi e si mise il vestito.
Confermò
che era una camicia da notte, ma non poteva di certo
pretendere la luna dentro ad un penitenziario.
Quella
camicia aveva persino un nastro di raso azzurro che si legava in
vita.
Fece
subito il nodo.
La
signorina Betty era molto più prosperosa di lei e quel
vestito le
andava enorme.
Si
guardò allo specchio della toletta.
Non
aveva un capello che stesse in ordine.
Era
meglio attendere che tornasse la signorina Betty.
Sospirò
e si sedette sul letto.
Aveva
paura.
Alcuni
istanti dopo, la porta si aprì e fece il suo
ingresso…Joe.
Aveva
lo sguardo basso, imbronciato e…i suoi occhi lasciavano
trasparire un velo di tristezza.
“Joe…”
Lui
non la guardava
“Sei
sicura?”
Evelyn
capì dove volesse andare a parare
“Si…”
“Davvero?”
“Joe
io…”
“Tranquilla…lo
capisco, hai scelto lui”
Nonostante
tutti, Joe provava ancora qualcosa per lei.
Quando
era arrivato al penitenziario pensava di essere innamorato della
signorina Betty.
Ma
poco tempo dopo aveva capito che ciò che sentiva per quella
donna
era solo una mascherata per coprire ciò che veramente
provava nei confronti di
Evelyn.
“Tu
cosa avresti fatto?”
Joe
non era tipo da esternare i suoi sentimenti, piuttosto prendeva a
sberle i fratelli.
Ma con
Evelyn era diverso.
Con
lei si sentiva più libero.
Finalmente,
si degnò di guardarla
“Io
avrei scelto te”
Evelyn
si sentì morire.
Amava
Jack, non avrebbe cambiato idea sul sì che gli aveva appena
dato.
Ma
voleva troppo bene a Joe e vederlo soffrire così per lei la
faceva
stare male.
Però,
non era giusto tentare di ricambiare un sentimento che non
c’era.
Si
avvicinò a Joe e si chinò, stringendolo forte.
“Ti
voglio bene Joe” gli disse “ma te l’ho
già detto più volte…non
posso”
Joe
sembrò ricambiare la stretta, ma non era
convinto…come sempre.
“Se
la metti così…” si staccò
quasi subito “allora non ti dispiacerà se
mentre ti sposi io tento l’evasione”
“Joe!”
esclamò lei, in tono di rimprovero “non intendi
rimanere?!”
“Non
resto ad un matrimonio dove…dove non sarei
gradito” si voltò e
fece per andarsene
“Joe
ti prego aspetta!” ma niente.
Joe
uscì e chiuse la porta alle sue spalle.
Se ne
andò in cella, dove William lo attendeva.
“Allora?”
lo incalzò il fratello
“Allora
è solo una pulce viziata”
William
sospirò
“Che
c’è? Ha scelto Jack quindi io mi ritiro”
“Ma
io volevo fare il paggetto!” piagnucolò Averell,
che aveva recuperato,
non si sa dove, un vestito che lo faceva assomigliare ad un cameriere.
La
risposta alla sua lamentela fu un sonoro ceffone
“Che
ho fatto di male per avere un fratello imbecille come te?”
poi
iniziò a fare avanti e indietro per la cella, lo sguardo
basso e pensoso.
“Ho
trovato!” a quell’esclamazione Averell si mise in
posizione di
difesa “Che diamine fai?”
“Ogni
volta che hai un piano io le prendo, meglio prepararsi”
Joe
non aveva neanche la forza di prenderlo a sberle di nuovo
“Ricordatemi
perché è nato”
“E’
nato perché la mamma non ha…”
“Lo
so il perché, imbecille!” tuonò
“era retorico!” sbuffò sonoramente
e tornò al piano che aveva ideato “allora, da quel
che ho capito verranno anche
i Braccia Rotte”
“E
con questo?”
“Dal
villaggio degli indiani a qui è un bel tragitto e dovranno
farlo a
cavallo, perciò…” si
assicurò di avere la piena attenzione e poi
proseguì “una
volta giunti qui dovranno aprire il portone e in quel preciso istante
ci
catapultiamo fuori, rubiamo tre cavalli e via verso la
libertà!” esclamò,
felice di aver avuto un altro piano geniale “tutto
chiaro?”
William
non diceva nulla, mentre Averell non aveva capito niente
“Ma
di solito evadiamo in quattro, perché tre cavalli?”
Joe
divenne rosso paonazzo “Perché Jack si deve
sposare imbecille!”
“Ma
io voglio restare!”
Joe
era ancora più furente.
Cosa
credeva? Che a lui non andasse di restare? Certo che gli andava ma
doveva anche resistere al non saltare addosso ad Evelyn e dichiararsi.
L’unico
modo per resistere era evadere o starsene in disparte.
Jack
era davvero fortunato, era riuscito ad avere qualcuno prima di
tutti.
William
era innamorato della signorina Betty, ma lei era più
attratta
da Averell.
Tutti
quanti avevano il loro amore segreto.
Tutti
quanti tranne Joe.
Lui
amava Evelyn, ma non era ricambiato e questo lo uccideva.
La
signorina Betty era bella come donna, ma era solo una copertura per
ciò che realmente lui provava.
Possibile
che l’amore era così complicato?
“In
effetti…anche a me piacerebbe restare”
confessò William
“COSA!?”
“Beh,
Jack è nostro fratello e Evelyn è sempre stata
parte della
famiglia, penso che farebbe piacere ad entrambi la nostra
presenza”
“Quindi
il tuo piano affonda ancora prima di salpare” ed Averell
ricevette un altro ceffone “che ho detto di male”
biascicò con la faccia sul
pavimento.
Joe si
avvicinò alla finestra.
La
maggior parte dei detenuti si era data una ripulita e si era messa
l’abito
elegante.
“Che
razza di pecoroni” sbuffò e si arrese
“però dopo la cerimonia ci
confondiamo fra gli indiani e ce la filiamo” Averell fece per
aprire bocca ma… “una
parola e ti uccido!”
***************
Nel
giro di un quarto d’ora, Joe e i due fratelli erano nel
cortile,
vestiti eleganti.
Joe
aveva lo sguardo imbronciato, William soddisfatto e Averell sembrava
un generale in servizio talmente era serio e con il petto in fuori.
Tale
espressione divenne tutto il contrario, con tanto di lacrime di
gioia, quando notò qualcuno tra i detenuti.
“MAMMINAAAAAAAA!”
esclamò talmente forte da far sobbalzare tutti i
detenuti.
Corse
incontro alla donna e la strinse forte.
“Averell!
Il mio piccolo Averell!” quest’ultimo si comportava
come un
cagnolino, tanto che Rantanplan si aggregò a lui.
Quel
cane non aveva capito nulla – E’ un nuovo gioco?
Giochiamo ad
acchiapparella? Sono bravo sai! –
“Mamma”
si intromise William “che ci fai qui?”
“Non
potevo mancare al matrimonio dei miei figlioli”
salutò anche gli
altri due.
Joe,
per tutta risposta sbuffò.
“Non
essere polemico Joe Dalton” lo rimproverò Mamma
Dalton “oggi è un
gran giorno e vi voglio tutti puliti e sorridenti”
“Tanto
a che serve?” a quella frase, la madre gli prese
l’orecchio,
facendolo gemere dal dolore.
Quel
dolore durò poco.
Mamma
Dalton si accorse di Jack, già pronto e in attesa
dell’arrivo di
Evelyn.
Si
avvicinò al figlio e, come ogni mamma che si rispetti,
iniziò a
sistemarlo.
Tolse
alcuni granelli di polvere dal vestito, offerto gentilmente da
Peabody, infatti gli andava largo e corto.
Poi
passò alla sistemazione dei capelli e del papillon.
Jack
si sentiva un imbecille.
Si
zittirono tutti quando video Evelyn fare capolino dal fondo della
navata, creata alla buona dalla signorina Betty.
In
quanto organizzazione era davvero la migliore, non per niente aveva
messo uno dei suoi abiti migliori.
Tra i
detenuti si levò un sonoro “Aaaawww”,
persino gli indiani
rimasero colpiti dal suo arrivo.
Joe
divenne furioso ma Mamma Dalton, che si era accorta, gli diede una
gomitata per farlo stare buono.
Jack
sorrise e rimase abbagliato quando video la chioma bionda della
ragazza svolazzare al vento.
Con i
capelli sciolti era tutta un'altra cosa.
Vero
Falco, lo stregone indiano, avrebbe celebrato il matrimonio.
Ma,
con l’enorme mascherone che cambiava espressione, sembrava
tutto
tranne che rassicurante.
“Bene,
allora cominciamo” esclamò emettendo un risolino,
il che lasciò
intendere che la sua paga per quel rito sarebbe stata salta per Peabody.
Quest’ultimo
già si disperava, ma rimase comunque serio e felice per
ciò che stava accadendo.
In
più sapeva che sarebbe finito su tutti i giornali e quindi
già si
sentiva famoso e pensò che quell’evento ne avrebbe
portati altri…magari più
grossi e con più gente.
Ricevette
una gomitata dalla signorina Betty “Sta per
cominciare!”
cinguettò emozionata.
Vero
Falco prese un libro, tirato fuori da chissà dove, con sopra
delle
scritte indiane.
Sicuramente
erano stregonerie indiane, ma lo faceva giusto per far
figura.
“Vuoi
tu Jack Dalton prendere la qui presente sqaw Evelyn Dalton come
tua legittima sposa?”
Anche
se emozionato e ancora reduce di un organizzazione ultra veloce,
Jack sorrideva e sembrava convinto di quello che faceva.
“Si”
L’unico
suono fu lo sbuffo di Joe Dalton ed infine i suoi gemiti,
conseguenza di un ceffone da parte di Mamma Dalton.
“E
vuoi tu Evelyn Dalton prendere il qui presente guerriero Jack Dalton
come tuo legittimo sposo?”
Tutti
i detenuti si avvicinarono per ascoltare meglio.
Tutti
volevano sapere cosa avrebbe risposto Evelyn in quanto, in fondo,
erano tutti un po’ cotti di lei.
Evelyn
si guardò attorno.
Vide
William, che le sorrise dolcemente.
Averell,
che pensava alla torta invece che al matrimonio.
Mamma
Dalton, che piangeva di gioia.
Ed
infine Joe che, appena incrociò i suoi occhi, distolse lo
sguardo,
evidente commosso sia dalla felicità che dalla rassegnazione.
Tornò
a guardare Jack, non avrebbe cambiato idea
“Si”
Vero
Falco, a quel punto, iniziò a fare degli strani movimenti e
dire
frasi a caso, tanto che tutti i detenuti e gli indiani compresi
aprirono degli
ombrelli, spuntati dal nulla, per ripararsi in caso avesse evocato la
pioggia o
simili.
Finite
tutte le parole, ci fu un esplosione e dal cielo iniziarono a
cadere petali di rosa.
“Con
questo vi dichiaro, guerriero e Sqaw, Giovane uomo e giovane
donna…”
“Ti
dai una mossa!” esclamò Joe Dalton dal fondo
“Che
impazienza!” ribattè Vero Falco “ad ogni
modo vi dichiaro, marito
e moglie, su forza datevi fare!”
E Jack
strinse Evelyn, dandole un dolce bacio sulle labbra.
Lei
chiuse gli occhi e gli accarezzò il volto.
“Ti
amo Jack”
“Ti
amo Evelyn”
Tutti
scoppiarono in una festa gioiosa.
Averell
piagnucolava come un bambino dalla gioia, e si rimpinzava di
cibo.
William
andò incontro ai fratelli e li strinse.
Mamma
Dalton piangeva di gioia e mise da parte l’ascia di guerra
persino con Peabody.
Joe
Dalton, nonostante la sua rassegnazione, era felice per la donna
che realmente amava.
Quel
giorno, causa miracolo, non ebbe neanche più
l’intenzione di
evadere.
Non
avrebbe rovinato la festa di suo fratello e non avrebbe deluso
Evelyn.
Lo
aveva già fatto in passato, non avrebbe commesso lo stesso
errore.
Non
quel giorno.
FINE!!