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Autore: Soul Mancini    25/07/2017    5 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa.]
Hoginery, anime in armeno.
Quante anime avete incontrato durante il tour della vostra vita? Eppure con alcune ci si sente immediatamente a casa, ci si avvicina e ci si conosce inevitabilmente. Ci si scontra anche, perché le anime sono tutte diverse e non possono essere sempre d'accordo.
E allora che importanza ha far parte di una famosa metal band losangelina?
DAL TESTO:
«Serj e John stavano intrattenendo una conversazione con una ragazza dai capelli castano chiaro legati in una crocchia.
Un'altra, quasi identica a lei ma leggermente più bassa e più formosa, girovagava per la stanza come una trottola, aggirando i divanetti disseminati sul pavimento con un vassoio di polistirolo in mano.»
Piccole note sulla storia:
- In ogni capitolo troverete una colonna sonora; potrà trattarsi di una canzone dei SOAD o dei progetti paralleli dei componenti.
- Nella storia appariranno alcuni membri di un'altra band, ovvero i Dub Inc, gruppo reggae francese. Non considero comunque questa storia una multiband perché i Dub Inc non saranno protagonisti e appariranno solo in alcuni capitoli. Comunque potrete trovare anche delle loro canzoni nei capitoli.
- Cambierò spesso POV all'interno dei capitoli, ovviamente specificandolo.
Buona lettura :3
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Stay away from me


System Of A Down - Dam




♫ Johanna ♫


Shavo, ma che problemi hai?” borbottò John perplesso.

Non dire cazzate!” si rivoltò anche Daron, osservando con aria scettica la decadente e triste struttura che ci trovavamo di fronte.

Ti prego, dimmi che stai scherzando!” aggiunsi io, allontanandomi da Jacob per poi dare un colpetto sul braccio a Shavo.

E dai, che palle! Non avete voglia di fare un cazzo, è solo per curiosità!” tentò ancora di convincerci il bassista con gli occhi che brillavano.

Sembri un bambino davanti a un negozio di caramelle” commentò Ellie con una risatina.

Non credo che questa casa sia finita, il piano di sopra è costruito per metà. È troppo pericoloso” sentenziò Serj.

Sentite, io entro, chi mi ama mi segua!” tagliò corto Shavo, scendendo il piccolo gradino che separava la strada dal terreno e allontanandosi tra l'erbaccia.

In fondo la sua idea mi piaceva, anche io ero curiosa di sapere cosa nascondevano al loro interno quelle mura abbandonate. Perché non seguirlo?

Aspettami, non ti lascio mica andare da solo!” esclamai, trotterellando al suo fianco.

Vengo anch'io!” affermò Jacob con entusiasmo. Non avevo alcun dubbio su di lui.

Infine tutti si unirono a noi, nonostante Serj e John continuassero a protestare.

Io e Shavo, che facevamo strada al resto del gruppo, ci fermammo di fronte a una porta improvvisata, costituita da una grande tavola di legno poggiata senza troppa cura contro il muro.

Okay” mormorò il ragazzo, poi sollevò leggermente la tavola con entrambe le mani e la spostò di circa un metro; davanti a noi si apriva un rettangolo a cui sarebbe stata destinata la porta d'ingresso.

Ma davvero lo stiamo facendo?” si domandò John in tono esasperato.

Io mi precipitai subito all'interno: faceva perfino più freddo che all'esterno, l'aria era impregnata di umidità e l'intera stanza era avvolta dal buio quasi totale. Non appena i miei occhi cominciarono ad abituarsi, mi resi conto che ci trovavamo in un ambiente piuttosto piccolo simile a un ingresso, senza alcuna finestra ma con un'apertura identica a quella d'ingresso che doveva condurre a qualche altra stanza.

Ognuno accese la torcia del proprio cellulare.

Abbiamo distrutto l'atmosfera horror” osservò Shavo.

Io ci tengo all'osso del collo, preferisco vedere dove sto mettendo i piedi. Dai, che dobbiamo fare?” ci incitò Daron con impazienza, varcando la soglia della prossima stanza.

Io mi fiondai dietro di lui, curiosa. “Bimbo pestifero, vedo che questa gita ti sta piacendo!”

Non è vero, voglio uscire di qui più in fretta possibile!” negò lui. La sua voce rimbombava un sacco, il che mi fece supporre di essere in un ambiente ampio e spoglio. Quando illuminai le pareti e il pavimento con il cellulare, mi resi conto che erano stati addirittura montati degli infissi provvisori – due finestre malandate e qualche vecchia porta – sicuramente per evitare l'entrata di qualche vagabondo notturno. Provvedimento ormai inutile, dato che i lavori di quella casa erano ormai abbandonati da chissà quanto tempo.

Che palle, in questo posto non c'è nulla di che” si lamentò Ellie, raggiungendomi e poggiandosi alla mia spalla.

Cosa speravi di trovare? Il Paese delle Meraviglie?” la apostrofò Jacob in tono ironico, esaminando con lo sguardo un'impalcatura addossata al muro.

Non scherzarci tanto su, Jake” intervenne Shavo con un tono di voce talmente serio che dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere senza ritegno.

Capito? E questo qui dovrebbe avere trentasette anni” sentii dire a John. Lui e Noah ci avevano appena raggiunto e si scambiavano occhiate complici e perplesse.

Dolmayan, stai rischiando grosso!” lo minacciò Shavo.

Un rumore proveniente quasi dall'altro capo della stanza ci fece sobbalzare e ammutolire. Io non mi spaventai più di tanto e puntai subito il fascio di luce in quella direzione, ma notai una certa agitazione in alcuni dei presenti, in particolar modo Ellie, Noah e Shavo.

Ehi sfigatelli!” La voce stridula di Daron riecheggiò fastidiosamente per la stanza e poco dopo vidi la sua sagoma che avanzava sopra l'asse di legno più in basso dell'impalcatura.

Sei un coglione!” gli gridò Shavo sghignazzando.

Io ed Ellie ci precipitammo accanto alla struttura in metallo e lo osservammo con preoccupazione. La tavola su cui il chitarrista passeggiava avanti e indietro era all'altezza del mio collo: se questa avesse ceduto, Daron sarebbe precipitato da un metro e mezzo.

Daron, smettila di fare lo spiritoso e scendi! Questa cosa non è sicura, il legno è in putrefazione e potrebbe rompersi con il tuo peso!” lo avvertì Ellie preoccupata.

Macché. Sembra di stare su un palco!”

Daron...” lo riprese anche Shavo, che si era fermato qualche metro indietro rispetto a noi.

Lui in tutta risposta cominciò a fischiettare; in quel momento si trovava all'altra estremità dell'asse. Mentre tornava verso di noi lo illuminai: non sembrava per niente turbato, ci guardava dall'alto, il viso completamente disteso e gli occhi leggermente nascosti dal cappello che portava sempre sul capo.

Ma quando giunse esattamente di fronte a me e mia sorella, avvertii subito lo scricchiolio del legno; la tavola si stava piegando. Prima che potessi aprir bocca o compiere qualsiasi movimento, Daron perse l'equilibrio e cadde in avanti.

Oh Gesù!” strillai.

Io ed Ellie fummo subito pronte ad attutire la sua caduta; fortunatamente atterrò sulle sue gambe, ma si aggrappò a noi per non perdere l'equilibrio. Sentivo la sua mano stringere con forza il tessuto del mio giubbotto sulla spalla, ma la maggior parte del suo peso era concentrato su mia sorella: Daron infatti era quasi completamente abbandonato su di lei.

Daron, io lo sapevo! Oddio!” esclamò mia sorella, stringendolo con entrambe le braccia.

Le sfilai il telefono dalle mani e, con la luce rivolta verso di noi, lo posai sulla trave accanto al mio. Scorsi il suo viso pallido e i suoi occhi sgranati, pieni di spavento e preoccupazione. Lei era così: nonostante il suo rapporto con Daron non fosse cominciato nel migliore dei modi, lei non riusciva a ignorarlo, era subito entrata in ansia per lui.

Era una ragazza cara e a volte troppo buona, glielo dicevo sempre.

Cazzo, non ci posso credere! La caviglia...” borbottò il ragazzo, per poi lasciarsi andare a una marea di irripetibili imprecazioni.

Shavo, che fino a quel momento era rimasto pietrificato, corse verso di noi e ci aiutò a trovare un punto d'appoggio per Daron. La stanza era quasi completamente vuota, quindi si dovette momentaneamente accontentare di poggiare la schiena al muro.

Mio dio, ma io lo sapevo! Cosa ti ho detto? Sempre a fare il coglione, poi ti metti nei casini! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita con quella caduta, lo sai?” prese a sbraitare Shavo.

Ti sembra il caso di farmi la paternale? Fatti i cazzi tuoi una volta tanto!” esplose Daron, nervoso e irritato.

Io ed Ellie ci scambiammo un'occhiata. Avevamo capito che il bassista si era spaventato un sacco e quello era solo il suo modo di reagire.

Shavo, stai calmo, non è il momento di urlarsi contro” cercò di tranquillizzarlo Ellie in tono pacato, posandogli una mano sulla spalla.

Cos'è questo casino?”

Oh, finalmente qualcuno! Daron è caduto e a quanto pare gli fa male una caviglia!” esclamai, correndo nella direzione da cui era provenuta la voce e trovandomi di fronte a Serj. Quest'ultimo era appena comparso dall'ingresso, in effetti non era rimasto unito al gruppo e non ci aveva seguito subito.

Solo in quel momento mi resi conto che John, Noah e Jacob erano spariti, probabilmente non avevano nemmeno assistito all'incidente.

Daron sembrava piuttosto nervoso, ma disse che non era successo nulla di grave e che sarebbe passato subito.

Sei sicuro che non vuoi andare via?” gli domandai.

No, ora cerco un posto in cui sedermi e tra un quarto d'ora sono come nuovo!” mi rassicurò lui mentre si aggrappava al braccio di Serj per poter camminare.

Qui dentro non c'è niente, andiamo a vedere lì. Mi pare di aver visto una specie di cortile interno” decise il cantante facendo un cenno verso una porta un po' più robusta delle altre.

Noi che facciamo?” domandò Ellie.

Andiamo a cercare gli altri? Così finiamo anche il giro della casa!” proposi. Lanciai un'occhiata complice a Shavo, incerto sul da farsi.

E va bene, finiamo il giro!” acconsentì infine.

Così io ed Ellie recuperammo i nostri cellulari e ci posizionammo accanto a lui, una da un lato e una dall'altro.

Adesso dove andiamo?” chiese lui con rinnovato entusiasmo.

Quella stanza a destra!” proposi, indicando il varco privo di porta che si trovava in fondo.

Come tre detective in cerca di indizi, camminammo con passo felpato, puntando il fascio di luce in ogni angolo per non farci sfuggire neanche un dettaglio.

Eravamo consapevoli di essere tre grandissimi stupidi, ma ci stavamo divertendo un sacco, ci sentivamo in un certo senso dei bambini troppo cresciuti.

Uh, qui è pieno di roba!” esultò Ellie, osservando con interesse la gran quantità di travi poggiate sulle pareti o disseminate per il pavimento, qualche piccolo attrezzo da lavoro, un secchio contenente un po' di impasto di cemento ormai solidificato e l'immancabile ponteggio che ricopriva un muro intero.

Che palle, ma quando arrivano i fantasmi?” sbuffai, per poi lasciarmi sfuggire una risata.

Magari appare il fantasma di un muratore!” suppose mia sorella, saltando agilmente le travi sul pavimento per poi affacciarsi a una finestra.

Strano, una porta aperta” osservò Shavo.

Io ed Ellie lo affiancammo nuovamente: l'unica porta della stanza oltre quella d'ingresso, che si affacciava sicuramente in un vecchio sgabuzzino, era del tutto spalancata.

Qualcuno potrebbe essere stato qui prima di noi” riflettei mentre un brivido mi correva lungo la schiena. Non avevamo pensato alle reali presenze in cui ci saremmo potuti imbattere, tanto eravamo presi dalle stronzate degli spiriti: quella zona era buia e quasi desolata, quella struttura decadente poteva essere il covo di vagabondi e malintenzionati.

Non so, ho qualche du...”

La frase del bassista venne interrotta da un leggero scricchiolio. Nonostante il suono avesse iniziato a rimbalzare tra le mura, compresi subito che si trattava dei cardini di quella porta aperta.

Con mia incredulità e terrore, quest'ultima ruotò su se stessa e si schiantò con violenza sullo stipite.

Completamente da sola.



♫ John ♫


Non ce la facevamo più, stavamo letteralmente scoppiando dalle risate.

Le ragazze avevano appena lanciato un grido e Shavo si era lasciato sfuggire un: “Ma porca puttana!”. Sapevo che sul mio amico avrei ottenuto quest'effetto: anche se all'apparenza risultava invincibile, sapevo che se la faceva sotto in queste situazioni paranormali.

Io, Jacob e Noah ci eravamo rintanati in un buio e stretto ripostiglio stracolmo di attrezzi da lavoro di ogni genere: dopo aver trovato quell'interessante posticino, avevamo deciso di giocare uno scherzetto a Shavo e le ragazze, dato che li avevamo visti abbastanza presi da quella casa diroccata.

Avevamo quindi trovato una corda grigia che al buio non si sarebbe notata, l'avevamo legata alla maniglia e avevamo lasciato la porta aperta. Quando li avevamo sentiti arrivare, avevo tirato con forza un'estremità della corda e avevo fatto prendere loro un bello spavento.

John, tu sei un fottuto genio” bisbigliò Noah dandomi di gomito.

Jacob non riusciva più a riprendersi, stava soffocando dalle risate.

Indossai l'espressione più seria che riuscii a portare fuori in quel momento e, con nonchalance, afferrai la maniglia e aprii lentamente la porta. Il primo ad affacciarsi fu Noah, che non appena vide le facce dei nostri amici scoppiò a ridere senza più riuscire a trattenersi.

Osservai anche io le vittime del nostro scherzo: Shavo aveva il volto bianco e sembrava sul punto di correre via, mentre Ellie si era letteralmente appesa al suo braccio e Johanna si era immobilizzata con le mani in avanti in posizione di difesa.

Ciao ragazzi, come va?” domandai in tono innocente. Non so come feci a non spanciarmi dalle risate davanti a quella deliziosa scenetta.

L'ultimo a uscire dal ripostiglio fu Jacob, ancora piegato in due e con le lacrime agli occhi.

Voi? Ma siete dei bastardi!” esplose Johanna, scongelatasi improvvisamente da quella sorta di paresi.

Dolmayan, io ti rispedisco in Libano a suon di calci in culo!” sbottò anche Shavo.

Ellie invece scoppiò a ridere.

Johanna prese d'assalto il povero Jacob che fu costretto a scappare, in una bizzarra corsa a ostacoli tra secchi, cacciaviti e legno.

Shavo si avvicinò a me brandendo il suo cellulare come fosse un'arma letale, ma io misi subito le mani avanti in segno di resa. “Non ti conviene, sai che peso il doppio di te” lo ammonii con un ghigno ironico.

Io ti ammazzo, sei un fottuto deficiente!” continuò a insultarmi.

John, da te non me lo aspettavo!” intervenne Ellie.

E dovrebbe avere trentotto anni!” rincarò il bassista incrociando le braccia al petto.

Sappiate che quest'uomo è un grande, la mia stima cresce sempre più nei suoi confronti!” mi difese Noah. Io e lui battemmo il cinque per sottolineare la nostra fratellanza.

Uomo? E tu lo chiami uomo? Attento, adesso arrivo da te!” mi minacciò Johanna. In un secondo mi raggiunse e si schiantò contro di me, ma io non feci una piega. Con un braccio la strinsi contro di me e con l'altro cominciai a farle il solletico nel collo. Lei mi insultò e tentò in tutti i modi di liberarsi, ma io non la lasciai andare finché Shavo non accorse in suo aiuto.

Ellie intanto aveva preso a inseguire Jacob con aria minacciosa, ma ben presto lui si stancò di correre. “Che ne dite di andare a vedere il piano di su?” propose.

Prima dovete farvi perdonare!” affermò Shavo.

Perché non andiamo a vedere come sta Daron?” suggerì invece Johanna.

Cos'è successo a Daron?” s'informò subito Noah.

Dai, venite su, vi spieghiamo tutto nel frattempo! Mi pare di aver visto le scale da qualche parte!” concluse Shavo avviandosi verso l'uscita.

Lo seguimmo tutti e ascoltammo il suo racconto, ma mi accorsi che Johanna non si stava più divertendo come prima. Avrei voluto chiederle il motivo di quell'espressione riluttante, ma non era proprio da me.



♫ Daron ♫


La pianta della casa aveva la forma di una grande L; il cortile interno che Serj aveva avvistato non era altro che l'angolo, il quadrato delimitato dai due lati delle mura esterne. Riuscii ad arrivarci sostenendomi a Serj e saltellando sul piede destro, dato che preferivo non sforzare troppo la caviglia lesa.

Lì avevamo trovato delle macerie, alcuni blocchetti di cemento e dei massi un po' più grandi, sicuramente facenti parte di qualche muro ormai crollato. Avevo quindi trovato posto su uno di essi e avevo acceso una sigaretta per calmarmi e scaricare la tensione.

Non che fossi granché preoccupato per la mia caviglia, ma non mi sarei mai aspettato di cadere e sicuramente farmi male non era tra i miei programmi; inoltre non volevo rovinare la serata e il divertimento a nessuno.

Davanti a me si estendeva un terreno incolto e sconfinato; alla sinistra della casa, in lontananza, si scorgevano le sagome delle abitazioni dell'isolato in cui si trovava la nostra sala prove, per il resto ci trovavamo immersi nella campagna.

L'aria fredda e frizzante mi faceva stare bene. Era un momento rilassante e non mi andava di parlare o fare niente di particolare. Anche Serj la pensava come me, dato che non faceva che camminare avanti e indietro a qualche metro da me e non aveva spiccicato parola.

Sembrava di stare in un paradisiaco angolo di pace e tranquillità, cosa assai rara a Los Angeles.

Ciao, siamo qui!” La voce squillante di Ellie mi colse alla sprovvista; sollevai lo sguardo e scorsi tre sagome affacciate a una finestra del piano superiore.

Daron, come va la caviglia?” sentii domandare a Noah.

Bene!” risposi automaticamente.

Ci mettete molto?” domandò Serj.

No, stiamo per scendere” lo rassicurò John.

I tre sparirono dalla nostra vista, poi Jacob e Johanna si affacciarono a loro volta.

Figo quel posticino” commentò Jacob.

Poi vi raccontiamo lo scherzo che ci hanno fatto questi tre idioti!” esclamò Johanna, poi anche loro due si allontanarono dalla finestra.

Stavo riflettendo sul fatto che avrei voluto tanto assistere allo scherzo, quando qualcosa incastrato tra l'erba secca attirò la mia attenzione.

Siringhe?!”

Dove?” domandò subito Serj accostandosi a me.

Gliene indicai qualcuna: ce n'erano un sacco. “Siamo finiti nella tana dei drogati” commentai.

L'ho detto io che non dovevamo entrare, ma quando mai Shavo mi ascolta?”

Quel posto ai miei occhi era diventato molto triste da quando avevo scoperto quegli oggetti per terra: lì la gente si recava per rovinarsi, per continuare ogni giorno il suo lento suicidio.

Quei pensieri mi mettevano addosso parecchia malinconia e non potevo fare a meno di perdermi dentro di essi.

Dopo qualche altro minuto di silenzio, in cui udii solo qualche voce proveniente dall'interno della casa, sobbalzai nell'accorgermi che una figura era sbucata da dietro la casa e si stava avvicinando lentamente a noi. Sembrava affaticata e riusciva a malapena a destreggiarsi tra erba alta e sterpaglie.

Serj si immobilizzò accanto a me e tenne lo sguardo fisso su quell'individuo.

Ehi!” esordì il nuovo arrivato con voce gracchiante, quando ormai si trovava a pochi metri da noi. Si trattava di un ragazzo sui venticinque anni, spaventosamente magro e smunto, che sfoggiava capelli arruffati, pupille strette e vestiti eccessivamente larghi. Ecco, avevamo appena trovato un eroinomane. Perfetto.

Il tizio teneva una siringa utilizzata di recente tra le mani tremanti. Si piazzò di fronte a me e disse: “Voi due, pezzi di merda, cosa ci fate qui? Sparite, se non volete una puntura nel collo, e comunque la roba è tutta mia!”

Non potevo certo mostrarmi spaventato di fronte a lui, nonostante il suo aspetto fosse parecchio inquietante.

Tienitela tutta” bofonchiai con indifferenza.

Daron, piantala” mi rimproverò subito il mio amico in tono severo. “Va bene, ce ne andiamo subito. Stiamo solo aspettando i nostri amici” aggiunse poi, guardando il tipo dritto negli occhi.

Non vi conviene tornare mai più, e se provate a dire qualcosa agli sbirri...” ci minacciò ancora lui, brandendo l'oggetto che aveva in mano.

Sentivo che era troppo vicino, quel maledetto ago mi spaventava un po'. Se avessi avuto la piena funzione dei miei arti non me ne sarebbe importato più di tanto, ma non ero nelle condizioni di correre via in caso di pericolo e non sapevo cosa avesse intenzione di fare la nostra nuova conoscenza.

Ehi amico, stai lontano, stiamo solo prendendo un po' di fresco!” gli ordinai.

Vuoi litigare, stronzo?” mi sfidò, fissandomi insistentemente. Emanava un pessimo odore e la sua voce era stridente e fastidiosa.

Fermo!” Serj avanzò di un passo, senza mostrare alcun timore.

Il tuo amichetto col cappellino vuole fare tanto lo spiritoso” continuò lui imperterrito. Si spostò di qualche centimetro e fece un altro passo verso di me.

Sollevai le mani come se queste potessero davvero proteggermi. Serj gli fu subito accanto e lo bloccò fermamente per una spalla. Capivo perfettamente che non poteva fare molto, non poteva bloccarlo per le braccia in quanto aveva ancora la siringa stretta tra le mani.

Non ti muovere” gli intimò il mio amico.

Ma lui non lo ascoltò e tentò di avvicinarsi ancora a me nonostante Serj lo placasse, teneva l'ago rivolto verso di me.

Il cuore mi batteva a mille: cercavo di non darlo a vedere, ma ero terrorizzato. La punta luccicava nella penombra, era sporca di sangue ed era troppo vicina.

Ero stato un coglione a provocare quello sconosciuto e ora mi trovavo in una situazione di merda. Ma dovevo fare di tutto per evitare che si rivoltasse contro Serj, non l'avrei potuto sopportare. Il mio amico era molto più vicino a lui rispetto a me, lo stava tenendo fermo con tutta la sua forza.

Slittai di lato e mi lasciai cadere sull'erba, creando distanza. Cercai quindi di mettermi in piedi; in ogni caso sarei stato più veloce di lui.

Quando vidi i suoi movimenti fulminei per liberarsi dalla stretta di Serj e il suo sguardo iniettato di sangue su di me il panico mi assalì.

Stammi lontano!” gridai.

Ma lui all'improvviso si immobilizzò e tenne lo sguardo fisso su un punto alle mie spalle. Mi voltai per un attimo e riconobbi sulla porta l'imponente sagoma di John.

E tu chi cazzo sei?” sputò il nostro nemico.

John fece lentamente qualche passo avanti e incrociò le braccia al petto. “Senti, io non sono un tipo violento, ma come puoi vedere tra me e te non c'è partita. Facciamo un patto: adesso noi ce ne andiamo e non ci facciamo più vedere, ma tu devi restare buono.”

Lui, intimorito dalla stazza del batterista, smise di opporre resistenza e si allontanò sibilando una serie di improperi tra i denti.

Il mio cuore batteva ancora a mille e l'adrenalina mi scorreva nelle vene, ma quando John ci raggiunse e mi aiutò a rimettermi in piedi mi sentii finalmente al sicuro.

John, amico, sei stato grande! Ce la siamo vista brutta!” lo ringraziai felice, stringendolo in un breve e fraterno abbraccio. Nessuno dei due amava particolarmente le effusioni, ma in quel momento non potei farne a meno.

Grazie John” aggiunse Serj con profonda riconoscenza. “Daron, non azzardarti a fare un'altra volta una colossale stronzata del genere. Non sto scherzando” mi si rivolse poi in un tono talmente autoritario che non provai nemmeno a replicare.

Andiamo dentro, gli altri se la stanno facendo sotto per quel tizio. Ce la fai a camminare?”

Provai a fare qualche passo: faceva ancora un po' male, ma era sopportabile. “Sì, certo.”

Ero mortificato per tutti i casini che avevo combinato, avevo rovinato la serata a tutti e mi sentivo in colpa per aver fatto preoccupare tanto i miei amici.

Ero un coglione senza rimedio.



♪ ♪ ♪



Ciaooo!!! *-*

Lo so a cosa state pensando: che capitolo luuuungo! È che... da quando ho deciso di aggiornare una volta ogni due settimane mi sento in colpa, mi dispiace farvi aspettare! Spero che la cosa non vi abbia complicato la vita XD anzi, spero che vi abbia fatto piacere!

Ho scelto Dam, una canzone piuttosto insolita, perché fa un po' atmosfera horror secondo me. Ditemi se sono completamente pazza :D

Inoltre il verso che dà il nome al capitolo è stato pronunciato da Daron nell'ultima scena ed esprime il suo intero concetto, mi sembrava abbastanza azzeccata!

Per il resto lascio a voi carta bianca, ditemi cosa ne pensate di questo capitolo pieno d'azione! (?)

E vi ringrazio per essere ancora qui dopo undici capitoli di tutto e niente! Ho davvero tante cose in mente che introdurrò piano piano, intanto mi auguro di non annoiarvi troppo :3

Alla prossima!!! ♥



   
 
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