-Per di qua- fa gelida la voce del Professore.
-Qualcosa non va?- domando senza quasi rendermene conto, notando l’atteggiamento infastidito dell’uomo. La sua postura è estremamente composta e la mano abbandonata lungo il suo corpo è stretta in un pugno, a tal punto da far diventare le nocche sono bianche.
-Nulla, Potter- fa serio, reggendo alta la bacchetta con l’altro braccio, mentre insieme percorriamo la via che porta alla stazione, seguiti dal mio grande baule fluttuante.
-Potter?- ribatto io, strabuzzando gli occhi e alzando leggermente la voce. -Non aveva iniziato a chiamarmi per nome?- alzo il sopracciglio sinistro, tentando di recuperare il contegno. Rispondere a Piton non ha mai funzionato un granché per risolvere i conflitti, forse la freddezza è la strada giusta.
-Dovete stare lontani o vi ucciderete a vicenda- risponde iniziando a camminare più velocemente, con lo sguardo torvo puntato su di me. -Smettete di comporta…-.
-Non è tanto facile- sbotto, interrompendolo e dimenticando completamente del mio piano sull’indifferenza. -Non lo è per niente- ricambio con decisione il suo sguardo. -Non posso andarmene in giro e semplicemente iniziare a fingere di non conoscerlo nemmeno-.
-Certo che puoi farlo- mi attacca subito, faticando a mantenere il contegno e la sua peculiare espressione apatica. –E ora fa silenzio- aggiunge, chiudendo la discussione e riportando gli occhi sulla strada.
Cammino accanto a lui con le braccia incrociate per diversi minuti, senza dargli la soddisfazione di sentirmi lamentare o sbuffare ancora.
È veramente questo il suo problema?
Crede che la mia situazione con Draco sia così semplice? Bhè, non la è.
Non posso abbandonarlo, forse non spetta a me aiutarlo e molto probabilmente non sono in grado di farlo, ma non ci sarà nessuno a provarci al posto mio. Non ho la minima intenzione di lasciarlo solo davanti a tutto questo.
Sto facendo attenzione, non voglio illuderlo e nemmeno allontanarlo o il peso di tutto questo lo schiaccerebbe. La sua famiglia lo trasformerebbe in vero Mangiamorte, distruggendo ogni cosa che mi piace di lui.
Scorgendo in lontananza il cancello che segna la fine dei territori di Hogwarts affretto il passo per affiancare l’uomo, siamo quasi arrivati.
Non ho intenzione di lasciarlo con questa vittoria, forse il suo gelido cuore non ha mai provato un sentimento in vita sua, ma per me non è così.
Prendo un grande respiro, prima di esplodere. -No invece, non ho intenzione di abbandonarlo a se stesso, anche se un giorno lo vedessi in uno dei miei sogni, mentre mi tortura o uccide, non lo lascerei comunque da solo- impedisco all’uomo di controbattere, riprendendo fiato velocemente. –Dubito che lei abbia mai provato ciò che sento io, quindi, non mi aspetto che lei riesca a capirlo- sbotto, rompendo definitivamente la quiete di poco fa.
Allungo il passo, impedendo all’uomo di protestare o ai miei occhi di cogliere qualche sua reazione, raggiungiamo subito il grande cancello, dove un gruppo di Auror ci stava aspettando e si unisce a noi, per scortarci in stazione.
Non c’è nemmeno un viso conosciuto tra quelli pallidi e stanchi degli uomini del Ministero, per un istante ho creduto di incontrare di nuovo Tonks o qualche altro membro dell’Ordine.
Non riesco proprio ad associare il Ministero della Magia al concetto di sicurezza, anche se riconoscere la mano dei gemelli su alcuni loro accessori mi rincuora.
Il tragitto fino alla stazione è carico di tensione tra me e l’insegnante che sento concentrato su di me, percependo nel suo sguardo rabbia e odio. Giungiamo presto a destinazione, dove gli Auror si disperdono e in lontananza vedo Hagrid salutarmi, scuotendo in alto la grande mano.
Senza nemmeno avere bisogno di pensarci ricambio il saluto con un sorriso, spostando gli occhi sull’Hogwarts Express pronto alla partenza.
-Arrivederci, Signore- dico rigida, senza nemmeno voltarmi a guardarlo, prima di compiere il primo passo verso il guardiacaccia.
-Aspetta- suona fredda come sempre la voce dell’uomo, mentre una delle sue mani raggiunge la mia spalla, impedendomi di allontanarmi e portandomi a voltarmi verso di lui. –Sii cauta- dice senza guardarmi negli occhi, iniziando a sistemare il nodo della mia cravatta.
-Certo- rispondo dopo un momento di incertezza, sforzandomi di non protrarre la discussione oltre. È probabile che anche lui abbia compiuto uno sforzo notevole per non ritornare sull’argomento.
-Non lasciare mai lo scompartimento che ti verrà assegnato- aggiunge, lasciando andare la cravatta e spostando finalmente gli occhi scuri nei miei. –Segui la dieta e non essere sciocca, rispetta la tua sicurezza e quella degli altri-.
-Lo giuro- dico con convinzione, vedendo l’uomo annuire. –Non sarà un viaggio a vuoto-.
-Ne sono certo- fa con freddezza, allontanandosi. –Ora vai-.

Revisione: Francesca

Salve a tutti!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate se ultimamente sono un pò scialbetti come capitoli, ma mi sta venendo davvero difficile scrivere questa parte!
Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete consigli :*