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Autore: shiningreeneyes    25/07/2017    0 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che conosceva e in cui credeva viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
Note traduttrice: La storia non è mia, questa è solo una traduzione.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO 21

Le cose erano più semplici.

 

 

Venerdì, 18 Marzo

Trenta settimane e quattro giorni

 

"Io- tu- perché mi stai chiedendo se io- voglio che tu mi baci?" chiesi, balbettando leggermente.

 

"Perché voglio sapere se tu vuoi che io ti baci, ovvio,"

 

"Ma perché vuoi saperlo?"

 

"Puoi rispondere solamente alla mia domanda?"

 

Corrucciai le sopracciglia un po' prima di rispondere con un leggero tremolio nella mia voce.

 

"Io- pensavo che avessimo già stabilito che... voglio."

 

"Vuoi che ti baci?"

 

Sentii la mia faccia riscaldarsi e mi morsi nervosamente il labbro prima di annuire con leggerezza, non fidandomi affatto della mia voce, perché usandola mi avrebbe sicuramente tradito.

 

"Allora ti bacerò," disse facilmente.

 

Ci volle un breve momento per pensare e capire quello che aveva appena detto. Poi la realizzazione mi colpii e la mia bocca si aprii.

 

"Tu- tu- cosa?"

 

Sorrise debolmente. "Vuoi che io ti baci, quindi ti bacerò. È abbastanza semplice."

 

"No, no, no," dissi, scuotendo la testa, "non mi bacerai."

 

"Hai appena detto che lo volevi."

 

"Si, se lo avessi voluto anche tu," dissi roteando gli occhi, "non voglio che lo faccia contro la tua volontà, è solo... no, non sarebbe lo stesso."

 

"Sono un bravo attore."

 

"Non così bravo."

 

"Non lo sai."

 

"Si, lo so."

 

"No, non lo sai."

 

"Si, lo so e non abbiamo nemmeno- hmpfh."

 

I miei occhi si spalancarono in maniera ridicola e spesi mezzo secondo per capire quello che era successo, perché le mie parole erano appena state smorzate. La ragione era che Harry aveva ignorato le mie proteste e aveva premuto le sue labbra contro le mie. Ero troppo sorpreso, quasi sconvolto, per poter provare a godermelo, anche se ci avessi provato, dubitavo che me lo sarei goduto perché era un bacio rigido, secco e mi sentivo leggermente a disagio e giurai di aver sentito lui agitarsi con disgusto.

 

Si ritirò qualche secondo dopo e mi guardò con sguardo di sorpresa e divertimento.

 

"Probabilmente sarebbe stato più facile per te godertelo se non fossi rimasto rigido come un attaccapanni."

 

"Io- ti ho detto che non volevo che lo facessi," mormorai, i miei occhi diretti verso un punto impreciso dietro di lui.

 

"Si, beh, i tuoi occhi dicevano diversamente," disse, "vuoi provare di nuovo e questa volta ricambiare il bacio?"

 

Inghiotti. "Siamo fuori," dissi, ancora senza guardarlo negli occhi, "chiunque potrebbe vederci."

 

"Non mi interessa più di tanto, ma se vuoi possiamo entrare."

 

Non mi importava se qualcuno ci avesse visto baciarci, non proprio; per quel che ne sapevo, nessuno che andava nella nostra scuola o qualcuno che fosse in contatto con mia mamma abitava lì, quindi non c'era nessuna possibilità che qualcuno mi scoprisse. Ma Harry viveva lì, i suoi vicini potevano vederci, i suoi genitori potevano improvvisamente tornare a casa per qualche ragione, i suoi amici o Lauren avrebbero potuto decidere di fermarsi... non teneva in considerazione tutte quelle cose?

 

"Io- non è giusto," dissi, "hai una fidanzata e non ti piaccio nemmeno e non- non è come vorrei che fosse."

 

"Beh, o questo o niente," disse svelto.

 

Strinsi la mia mascella con evidente disappunto, ma sapevo che aveva ragione. Probabilmente quella era l'ultima possibilità che avrei avuto per sapere come ci si sentiva ad avere Harry tutto per me, ed ero abbastanza forte da respingere quella possibilità?

 

No, non ero abbastanza forte.

 

Sorrise debolmente prima di girarsi e aprire la porta, tenendola aperta in modo che entrambi potessi entrare. Uno strano silenzio aleggiava nell'aria una volta che fummo all'interno della casa. Non era imbarazzante o teso, solo strano in un certo senso perché sapevamo entrambi che lui mi aveva chiesto di baciarmi e io avevo acconsentito. La situazione era strana e io non sapevo se mi piacesse o meno.

 

"Vieni qui," disse Harry con un sorriso, dopo un attimo passato in silenzio. Mi tese la mano e, anche se con lieve esitazione, la afferrai e mi avvicinai al suo corpo.

 

"Mi guarderai in maniera strana da oggi in poi?" chiesi, guardandolo nervosamente.

 

Rise un po' e scosse la testa.

 

"Ovviamente no. Sono stupendo, è un miracolo che le persone non cadano ai miei piedi come mosche quando mi vedono."

 

Sorrisi forzatamente. "Non intendevo quello. Volevo dire... sai, se ci baciamo adesso, sarà imbarazzante dopo?"

 

"No," disse dopo qualche istante di esitazione, "no, non sarà imbarazzante dopo."

 

Non ero abbastanza sicuro di credergli perché non lo sembrava nemmeno lui, ma non protestai, respirai profondamente e poi annuii.

 

"Va bene."

 

"Va bene?"

 

"Si, okay."

 

Un sorriso apparve sul suo volto per alcuni secondi prima di aver avuto un momento di insicurezza, subito sostituito da qualcosa simile alla tristezza. Mentre lo stavo guardando negli occhi, sollevò una delle sue mani con esitazione e la appoggiò sulla mia guancia. Non era la prima volta che mi toccava in quel modo, ma in quel momento lo sentii molto più intimo, e chiusi gli occhi. Mosse leggermente il pollice, come se mi stesse massaggiando dolcemente la guancia e sorrisi a quel gesto.

 

"Perché stai sorridendo?" lo sentii mormorare, e dal modo in cui sentii il respiro contro la mia bocca, sapevo che non ci fossero più di un paio di centimetri di distanza tra noi.

 

"Mi sento bene," risposi mentre sollevai la mano e intrecciai le mie dita con le sue.

 

Non diede una risposta - c'era davvero una risposta da dare in una situazione del genere? - tenne solo le sue dita sulla mia guancia e continuò ad accarezzarmi con lenti, e nella mia testa 'amorevoli' movimenti. I miei occhi erano chiusi e così non riuscivo a capire quanto lontano le sue labbra fossero dalle mie o quale espressione avesse sul viso. Sembrava che ogni secondo durasse un'eternità e giurai di sentire il mio cuore battere fino in gola. Ero arrivato al punto che la mia mente iniziò a pensare tre cose nello stesso momento: in primo luogo, avevo veramente paura che il mio nervosismo e la mia eccitazione avrebbero potuto far male al bambino; secondo, quanto stupido potessi apparire con la bocca mezza aperta, il mento piegato e i miei occhi chiusi solo in attesa di essere baciato; terzo, mi chiesi se Harry stesse di nuovo giocando con me.

 

Ma poi sentii qualcosa di morbido e attento posarsi sulle mie labbra e improvvisamente l'istinto prese il controllo di tutto il mio corpo. Spostai il mento più avanti, cercando di fargli capire che io volevo davvero, davvero, davvero che lui aumentasse un po' la pressione. La mano che copriva la mia faccia scivolò e si fermò nella mia nuca, e permisi alle mie mani, che tremavano leggermente, di posarsi sui suoi fianchi. Per un paio di secondi, entrambi stavamo lì, le nostre bocche che a malapena si toccavano e per un attimo fui sicuro che si sarebbe tirato indietro e avrebbe detto di aver commesso un errore, ma poi la sua mano strinse di più il mio collo, facendo collidere le nostre labbra con più fervore.

 

Per quando fosse imbarazzante, avevo aspettato e voluto quel momento per quello che mi sembrava così tanto tempo che anche solo i più piccoli e innocenti movimenti delle labbra di Harry contro le mie mi fecero piagnucolare in modo bisognoso e mi premetti il più possibile vicino a lui, per quanto la mia pancia me lo permettesse. Aprii la mia bocca attentamente, pregando di non aver superato i limiti, ma fui piacevolmente sorpreso quando lui fece lo stesso. Passammo diverso minuti a scambiarci baci lenti e dolci che fecero contorcere le mie membra così tanto quasi da far male e avevo davvero paura di dover improvvisamente interrompere il bacio a causa di un gemito.

 

Ma appena cominciai ad abituarmi ai battiti accelerati del mio cuore, sentii la sua lingua che mi leccava il labbro inferiore e la tachicardia si trasformò in una strana, calda e sconvolgente sensazione che iniziando dal petto si diffuse in tutto il mio corpo come un incendio indomabile. Un altro rumore mi sfuggì dalle labbra prima di lasciare che la mia lingua si mettesse in contatto con la sua.

 

Non ero un baciatore particolarmente esperto, dovevo ammetterlo, ma a giudicare dal piccolo sospiro che Harry emise e dal modo in cui la sua lingua si muoveva con cura e delicatezza all'interno della mia bocca, stavo facendo qualcosa di giusto. Le sue mani scivolarono dal mio collo per posarsi sulla mia schiena, bloccandole con fermezza intorno a me e tirandomi ancora più vicino a se stesso, permettendomi così di posizionarmi contro di lui. Mentre le nostre lingue continuavano a giocare lentamente e pigramente tra di loro e le mie ginocchia sembravano diventare sempre più molli minuto dopo minuto, rilasciò un altro sospiro di soddisfazione, questa volta accompagnato da quello che sembrava essere un gemito di piacere. Il suono fece muovere leggermente il mio cazzo nei pantaloni, facendolo così indurire un po', e silenziosamente pregerei che lui non fosse in grado di sentirlo.

 

Le sue mani si posarono sul mio petto e piano piano scesero verso lo stomaco, dove cominciò a strofinare i pollici in piccoli dolci cerchi, come se lo stesse massaggiando, e fu quello che mi fece ridestare. Mi ricordai all'improvviso che lui mi stava baciando solo perché era stato abbastanza gentile da darmi quello che volevo disperatamente tanto, nonostante il fatto non fosse attratto da me o che non gli piacessi nemmeno, e che l'unica ragione per cui eravamo entrambi lì era perché ero incinto di suo figlio. Quindi, dopo avergli permesso i baciarmi per qualche secondo - o forse un'ora - liberai la presa dalla sua vita e lo spinsi via, cercando di ignorare come il mio cuore aveva protestato selvaggiamente quando le nostre labbra si erano separate.

 

Dovetti prendermi un paio di minuti per riprendermi, cercando, e fallendo, di far rallentare la mia frequenza cardiaca, prima di avere il coraggio di guardarlo. Era a mezzo metro da me, le guance colorate di rosa, le labbra gonfie e uno sguardo strano nei suoi occhi. Era una vista incredibilmente bella e il mio petto iniziò a fare un po' male quando me ne accorsi. Mentre stavamo lì a guardarci l'uno con l'altro, la sua espressione cominciò a cambiare e alla fine si tramutò in qualcosa tra esasperazione, fastidio e rimpianto. Il mio cuore affondò un po' quando mi resi conto che si stava già pentendo di avermi baciato, solo tre minuti dopo che era accaduto.

 

"Scusami," mormorai spalancando gli occhi, "io- io devo andare. Scusa per... beh, solo- mi dispiace."

 

Non ebbi più il coraggio di guardarlo di nuovo, quasi spaventato da quello che avrei potuto vedere, prima di voltarmi, afferrare la maniglia della porta e uscire fuori di casa. Non protestò, non disse niente, prima che la porta si chiudesse dietro di me e io me ne andassi il più velocemente possibile, con le braccia strette leggermente sul ventre.

 

La mia mente era un caos assoluto ed ero abbastanza sicuro che il mio viso lo facesse capire. Io ed Harry ci eravamo appena baciati. No, a dire il vero avevamo limonato; le sue labbra e la sua lingua erano state in stretto contatto con le mie per pochi minuti e Cristo, era stato... incredibile. Aveva ragione quando aveva detto che era un buon attore, perché se non avessi saputo niente, avrei pensato che lui si stesse godendo il bacio; il modo in cui le sue labbra erano state così attente, così cariche di passione contro le mie, il modo in cui la sua lingua aveva trovato dolcemente cammino verso ogni angolo della mia bocca, come le sue mani mi avevano tenuto come se fossi fatto di vetro.

 

Raggiunsi la fine della strada e mi fermai a venti metri di distanza da un negozio di alimentari dove vidi persone che correvano dentro e fuori, mi appoggiai contro un albero prima di sospirare mentre mi passavo una mano sul viso. Che diamine di casino avevo combinato. Che maledetto e fottuto casino. Aveva detto che le cose non sarebbero diventate imbarazzanti tra di noi, ma sapevo già che si fosse sbagliato, lo sapevo fin dal momento in cui il bacio era terminato. Sapeva che mi piaceva e non c'era modo che avrebbe ignorato tutto; ogni volta che mi avrebbe visto, avrebbe pensato 'gli piaccio, piaccio al fottuto frocio' e le cose non sarebbero rimaste le stesse tra di noi. Avrei voluto picchiarmi perché non avevo tenuto la bocca chiusa quando mi aveva chiesto se mi piacesse, se lo avessi fatto avrei reso le cose molto più semplici. Saremmo potuti rimanere amici, avrei tenuta nascosta la mia piccola cotta e tutto sarebbe stato normale. Ma no, dovevo andare avanti e permettere agli ormoni di prendere il controllo del mio corpo e della mia mente. Ovviamente.

 

Con un sospiro di irritazione, tirai fuori il cellulare dalla tasca della giacca e chiamai a mia madre, pensando che non ci fosse altro modo per tornare a casa alle 22.30. Squillò per un po' senza risposta, poi mi ricordai che era a cena fuori e che il telefono era probabilmente in modalità silenziosa e rilasciai un piccolo sospiro, prendendo il pulsante 'fine chiamata'. Rimasi lì per un paio di secondi, pensando a cosa fare, prima di chiamare al numero di Eleanor.

 

Misi il telefono all'orecchio, aspettando che rispondesse. Ero lì in piedi che guardavo avanti e indietro nella strada buia, squillava e squillava, ma Eleanor non rispose. Alla fine parlò la sua voce nella segreteria telefonica e con un altro sospiro esasperato, abbassai il telefono e premetti nuovamente il tasto 'fine chiamata' senza preoccuparmi di lasciarle un messaggio.

 

Così la mamma non rispondeva, Eleanor nemmeno, tornare da Harry non era un opzione, e, beh, non avevo nessuna altra scelta se non quella di tornare a casa a piedi. Avrei dovuto camminare per quasi otto chilometri alle undici di notte mentre ero incinto di sette mesi e indossavo i pantaloni del pigiama. Il solo pensiero mi fece venire voglia di piangere dalla disperazione, ma misi comunque il mio telefono in tasca e iniziai a camminare.

 

Stavo camminando da circa mezzo minuto quando mi venne improvvisamente un'idea e mi fermai sui miei passi, mordendomi nervosamente. Camminare fino a casa richiedeva energie che in quel momento non avevo e... beh, c'era un'altra opzione che non avevo considerato. Tirai fuori il mio telefono dalla tasca e andai nei contatti fino a raggiungere la P.

 

Liam Payne era stato salvato come contatto sia con il numero di cellulare che con l'indirizzo di posta elettronica.

 

Dubitavo si sarebbe arrabbiato se lo avessi chiamato, ma poi, era tarda notte, quindi c'era la possibilità che fosse già addormentato. Svegliare Liam perché avevo bisogno che qualcuno mi portasse a casa non era molto allettante, ma non avevo altra scelta. Passai almeno cinque minuti andando avanti e indietro, pensando ai pro e ai contro nella mia testa, prima di chiudere gli occhi per un breve secondo, inviando una preghiera a Dio che Liam non mi avrebbe visto come un moccioso viziato, e premetti il tasto 'chiamata'.

 

Ci vollero circa venti secondi prima che rispondesse e iniziai a pensare che forse non avrebbe parlato, quando alla fine sentii un suono dall'altra parte del telefono.

 

"Davvero un pessimo momento," disse la voce di Liam dall'altra estremità della linea. Non suonava come se stesse dormendo, ma senza fiato e un po' irritato.

 

"Oh, io- mi dispiace," balbettai in modo stupido sentendo la mia faccia riscaldarsi.

 

"Chi sei?"

 

"Oh, uhm, L-Louis," dissi, calciando una pietra mentre parlavo.

 

Sentii degli spostamenti e una voce smorzata dall'altra parte, dicendo qualcosa che non riuscii a capire, prima che Liam parlasse di nuovo.

 

"È tutto okay?" chiese, il fastidio sostituto dalla preoccupazione.

 

"Si, o, no, non-beh, si, ma non- oh, Dio, mi dispiace di aver chiamato, avrei dovuto solo- no, non importa, continua a fare quello che stavi facendo, sono solo-"

 

"Okay, qual è il problema?"

 

Sospirai e mi trascinai una mano tra i capelli. "Sono... bloccato a parecchi chilometri da casa e non c'è nessuno che possa venire a prendermi," dissi debolmente, "ed ero- uhm, senti, io- mi dispiace tanto chiedertelo, ma... c'è la possibilità che tu possa, sai, venire a prendermi?"

 

Ancora una volta sentii la voce smorzata in sottofondo e sentii Liam mormorare 'no, niente' prima che la sua attenzione si rivolse di nuovo a me.

 

"Si, posso venire a prenderti," disse, "dove sei?"

 

"Uhm, due strade dopo casa di Harry," dissi, "proprio vicino a quel supermercato."

 

"Harry?" chiese confuso.

 

"Si."

 

Ci fu di nuovo una pausa, prima di "avete litigato?"

 

"No, non proprio, solo- no, non abbiamo litigato."

 

"Qualcosa non quadra comunque."

 

Non era una domanda.

 

"No," fu tutto ciò che dissi.

 

"Okay, aspettami fuori da quel negozio, tra dieci minuti sarò lì."

 

"Grazie, Liam," dissi, "davvero grazie, non te lo avrei mai chiesto se-"

 

"Non è un problema, Louis," disse, e sentii un sorriso nella sua voce.

 

"Si, okay. E grazie ancora."

 

"Nessun problema."

 

Lasciai uscire un piccolo sospiro prima di attaccare, mettere il telefono in tasca e guardarmi intorno per cercare qualche posto in cui sedermi mentre aspettavo. C'era una panchina fuori dal supermercato e io mi avvicinai con passi pesanti, ancora una volta con le braccia piegate sul mio stomaco e feci una smorfia per il dolore alle mie caviglie e alla schiena. Ricevetti un paio di sguardi divertiti dalle persone che uscivano ed entravano nel negozio mentre mi sedetti sulla panchina e, dal modo in cui gli occhi di tutti erano puntati sul mio stomaco, sapevo che stavano pensando 'ma che diavolo c'è di sbagliato in quel tipo?', che in tutta onestà non era una brutta domanda. Puntando gli occhi verso i miei piedi ignorai tutti gli strani sguardi.

 

Quello fino a quando una forte voce femminile chiamò il mio nome e non ebbi altra scelta se non alzare lo sguardo e vedere chi fosse. Volevo gemere ad alta voce quando vidi il viso e la figura di Mary, un'amica di chiesa di mia madre - di chiesa! - venendo verso di me con un bambino che sembrava avere circa due anni in una mano e un sacchetto di alimentari nell'altra.

 

"Louis, è passato un sacco di tempo da quando sei venuto in chiesa con tua madre! Non ti ho visto nell'ultimo anno! Come stai? Sei entusiasta di avere un patrigno? Come sta Owen? Non lo vedo da molto." Tutto questo riuscì a dirlo nei dieci secondi che la separavano da me, poi si fermò di fronte alla panchina.

 

Nonostante volessi dirle che non avevo voglia di parlare, mi alzai e le offrii un sorriso. "Ciao, Mary," dissi, "come stai?"

 

"Oh, bene, bene," disse con un sorriso che mi fece spaventare a morte, "occupata con i tre bambini in casa, nessuno dei quali ha intenzione di dormire la notte, e naturalmente Andrew è lontano per affari di lavoro, ma non è niente che non posso gestire. Allora? Come ho detto, è da tanto che non ti vedo in chiesa."

 

"Si, non vado... in chiesa ultimamente," dissi cautamente.

 

Il suo sorriso si irrigidì un po'. "Non vai in chiesa? Giovanotto, andare in chiesa è molto importante per le persone della tua età, hai bisogno di chiedere perdono per i peccati che stai commettendo."

 

"Uhm, io non... non credo di aver peccato così tanto," dissi, strisciando il piede contro il cemento sotto di me e cercando di pensare a qualcosa di più intelligente da dire.

 

"Tutti peccano, Louis," disse, stringendo leggermente gli occhi, "tu in particolare."

 

I miei occhi si spalancarono un po'. "Io- cosa intendi?" chiesi nervosamente.

 

"Con l'evidente guadagno di peso, direi che sei stato vittima di gola e avidità, sono certa che sai che sono due dei sette peccati capitali."

 

Okay, avrei voluto solo schiaffeggiare quella donna ma l'unica cosa che me lo impedì fu il rumore di un clacson che suonò proprio in quel momento. Con mio grande sollievo, vidi il volto di Liam attraverso il finestrino di un'Honda rossa e senza dire un'altra parola a Mary, mi allontanai, lasciandola in piedi con il suo bambino e il suo sacchetto. Mi avvicinai all'auto e stavo pensando di sedermi sul lato del passeggero, ma con mia leggera sorpresa vidi Zayn seduto lì, perciò mi sedetti sul sedile posteriore e mi misi al centro, guardando nulla in particolare.

 

"Beh, ciao," disse Zayn con un sopracciglio alzato una volta che lui e Liam si girarono per guardarmi, "non sembri felice. È stato così brutto il litigo con Harry?"

 

"Non ho litigato con Harry," dissi con un sospiro, "era solo quella donna con cui stavo parlando, una stronza sputasentenze."

 

"Cioè, una signora a caso è andata da te e ha cominciato a giudicarti?" chiese Liam con le sopracciglia sollevate.

 

"No, è un'amica di mia madre," dissi stanco.

 

"Ah. E il suo giudizio ti ha messo addosso questo buon umore?"

 

Tentai un sorriso. "Mi dispiace, è solo... è stata una lunga giornata, incontrare stronze cristiane che vengono da me a sputare parole sulla mia vita mi ha fatto arrivare al limite, suppongo."

 

Si guardarono l'un l'altro per un breve secondo in un modo che mi mise un po' a disagio prima di guardarmi di nuovo.

 

"Vuoi dirci cosa è successo tra te e Harry tanto da avermi chiamato nel bel mezzo della notte per venire a prenderti?" mi domandò Liam, però in modo gentile e con un cipiglio preoccupato.

 

Guardai le mie mani, che stavano riposando nel grembo, e mi mordicchiai il labbro. Dire loro che cosa era accaduto non era invitante, ma non dirgli niente dopo che erano venuti a prendermi alle undici di notte solo per una mia chiamata sembrava un po' scortese e ingrato.

 

"Abbiamo riscontrato alcune... divergenze," dissi vagamente, guardando ancora le mie mani, "ed era diventato un po' scomodo. O beh, non scomodo, ma un po' imbarazzante."

 

Ci fu un silenzio dopo e anche se non stavo guardando verso di loro, giurai di aver visto loro avere una conversazione solo con gli occhi.

 

"E... ha menzionato qualcosa della conversazione che ho avuto con lui oggi?" chiese allora la voce di Zayn e la mia testa si alzò automaticamente in modo da poterlo guardare negli occhi. Sembrava un po' nervoso, un po' preoccupato e un po' infastidito, quest'ultimo per motivi a me sconosciuti.

 

"Lui... beh- io- lui potrebbe aver... detto qualcosa," mormorai.

 

Zayn gemette un po' e si trascinò una mano tra i capelli disordinati. "Non dirmi che è stato un coglione," disse.

 

"No, no, non lo è stato... no, è stato... gentile," dissi con esitazione, "è solo- no, non lo so."

 

"Ti stai comportando in modo strano, amico," disse Zayn con un sorriso, "non puoi dirci cosa è successo? Non ti giudicheremo, lo sai."

 

Avrei voluto tossire un po' a quelle parole; avevo limonato con il loro migliore amico etero. Dire che non mi avrebbero giudicato appariva come un particolare scommessa, da dove ero seduto.

 

"Non puoi dirlo se non sai nemmeno cosa è successo " dissi, la mia voce un po' sulla difensiva, "e non è- voglio dire, non è niente che non posso affrontare in ogni caso, andrà bene."

 

Si guardarono l'un l'altro con sguardi significativi e quello mi fece pensare a quanto avessero parlato di me, di Harry e della nostra situazione quando erano soli; se riuscivano a comunicare sulla questione semplicemente guardandosi, dovevano aver parlato parecchio, no? Per qualche strana ragione, il pensiero mi riempì un po' di felicità.

 

"Senti, Louis," disse Zayn alla fine, "Io e Liam siamo i migliori amici di Harry, ma non significa che siamo sempre d'accordo su quello che fa e su come tratta le persone. Sappiamo che tende ad essere un coglione a volte e spesso parla e agisce prima di pensare, qualcosa che sicuramente causerà dei problemi un giorno. Ma comunque, se siamo suoi amici non significa che non possiamo essere anche tuoi, e solo perché conosciamo Harry da più tempo, non significa che andremo correndo da lui per condividere quello che ci racconti. Penso che ti farebbe bene parlare con qualcuno che non faccia parte della tua famiglia o del ragazzo di cui sei innamorato."

 

L'avevo ascoltato con attenzione e forse un po' di cautela, ma all'ultima frase i miei occhi si spalancarono e la mia bocca si aprii.

 

"Io- tu- io sono- non sono innamorato di lui," balbettai.

 

"Beh, ti piace molto allora," disse facilmente Liam, "ma in entrambi i casi-"

 

"Non mi piace," lo interruppi mentre sentii le guance diventare sempre più calde. "Lui è un bravo ragazzo, ma non mi piace, state dicendo sciocchezze."

 

"Non ho idea del perché ti stai preoccupando di negarlo," disse Zayn roteando gli occhi, "solo il modo in cui lo guardi farebbe capire ad una scimmia cosa provi. E non ti incolpiamo per questo, sappiamo che può essere un ragazzo simpatico quando vuole e può essere un affascinante figlio di puttana, e che i suoi sguardi sono irresistibili, ma-"

 

"Fermati, per favore," scattai, stringendo le mani, "se mi piacesse Harry, cosa non vera, sarebbe solo affar mio, non vostro."

 

"Se non ti piacesse, per quale motivo tutta questa situazione ti ha fatto andare su di giri?"

 

La mia bocca si aprii. E si richiuse. Si aprii. Si richiuse. Probabilmente sembravo un pesce sulla riva, ma non riuscivo a trovare qualcosa di intelligente da dire, e così continuai a boccheggiare fino a quando non scossi la testa e tossii.

 

"Non è niente," dissi in tono brusco.

 

Liam sospirò e mi gettò uno sguardo compassionevole che mi fece sentire come un bambino di tre anni. "Perché non ce lo dici? Se non lo fai per il tuo bene, fallo per Harry. È stato un po' giù di morale nelle ultime due settimane e ci stavamo chiedendo se avesse qualcosa a che fare con te. Quindi puoi dirci che cosa è successo, e ti promettiamo che-"

 

Il suono di uno squillo di un cellulare lo interruppe proprio nel mezzo della sua frase e mentalmente sospirai di sollievo quando Liam tirò fuori il telefono dalla tasca dei suoi jeans. Gettò un rapido sguardo sul display, mi mandò un'occhiata che per qualche motivo sembrava un po' confusa, prima di accettare la chiamata e pronunciare un interrogativo 'pronto?'

 

Non fui in grado di capire nessuna delle parole che la persona dall'altra parte della linea stava dicendo o anche chi fosse, ma sentii una voce quasi disperata e forse arrabbiata. La mia mente era occupata con i miei problemi in quel momento e quindi non prestai molta attenzione a ciò che stava succedendo con Liam e il suo compagno di conversazione. Beh, almeno finché Liam non cominciò a parlare.

 

"Harry, tu- Harry! Calmati, okay?"

 

Io e la mia fortuna. Solo io e la mia fortuna. Nient'altro.

 

"Scusa ma, cosa?" Liam continuò dopo qualche istante, con gli occhi larghi mentre guardava Zayn, che ricambiò lo sguardo con preoccupazione.

 

"Harry, che cosa intendi-"

 

Più parole dall'altra parte.

 

"Okay, okay, non ti chiederò più niente. E lui sta bene, mi ha chiamato per andare a prenderlo, è proprio qui con me e Zayn."

 

Più parole.

 

"No, non credo che sia una buona idea. È un po' sconvolto, suppongo," disse guardandomi brevemente.

 

Silenzio.

 

"Glielo dirò."

 

Silenzio.

 

"Si, va bene, ciao."

 

Abbassò lentamente il telefono dal suo orecchio e lo mise nuovamente nella tasca, prima di guardarmi con un'espressione vuota.

 

"Allora vi siete baciati," disse poi, con una voce neutra, come il suo volto, "per davvero."

 

Sentii tutto il mio corpo divampare e le mie guance diventare rosse. Harry aveva detto a Liam che ci eravamo baciati, il che significava che probabilmente gli aveva anche detto del perché di quel bacio, che mi indusse nuovamente a sembrare un caso patetico dell'umanità. Harry trovava sempre il modo di umiliarmi, sia quando voleva che quando non voleva. Talento interessante.

 

"Si," fu tutto ciò che dissi.

 

"Come è successo?" continuò, sembrando un po' incredulo.

 

Ero abbastanza sicuro che mi sarei dovuto offendere solo a giudicare dall'improvviso cambiamento di espressione sul suo volto, ma sembrò riuscire a capire le mie emozioni.

 

"Non in quel senso," aggiunse frettolosamente, "solo che... beh, Harry non- o, sai, sospettavamo che lo fosse, ma ha sempre detto che non lo è, quindi non abbiamo-"

 

Quindi Harry non aveva detto a Liam la ragione? Quello mi fece crescere un sentimento di gratitudine, facendomi adorare ancora di più Harry più di quanto lo facessi già e sospirai internamente.

 

"Non è gay," interruppi Liam tranquillamente, "lo ha fatto solo come un favore o qualsiasi altra cosa, non ha significato niente."

 

Non per lui almeno.

 

"Un... favore?" chiese Zayn lentamente, "ti ha baciato per un favore? Perché lo avrebbe fatto?"

 

"Probabilmente perché si sentiva in colpa," mormorai, "ero un po' turbato per alcune... cose ed è finita che ci siamo... baciati."

 

"Ha detto che avete limonato, non solo baciati," disse Liam.

 

Scrollai le spalle miseramente. "In entrambi i casi non significa niente."

 

"Non pensi che questo significhi qualcosa?" chiese Liam, le sopracciglia sollevate, "sono sicuro che per lui significhi qualcosa e sono ancora più sicuro che anche per te."

 

Mi morsi l'interno della guancia e guardai verso il basso.

 

"Puoi accompagnarmi a casa? Sono davvero stanco e voglio tornare per poter dormire."

 

Sentii un sospiro da parte di Liam, ma disse lo stesso un 'va bene' e un paio di secondi dopo il motore si accese e voltai il mio sguardo verso il finestrino mentre l'auto cominciò a muoversi. Era piuttosto ovvio che sapessero della mia lieve... infatuazione per Harry, per cui mi preoccupavo di negarlo, ma non avevo idea del perché. Forse volevo solo avere rispetto nei miei confronti; non ce n'era mai stato molto, ma da quando Harry era entrato nella mia vita, ne avevo avuto anche meno. Ammettendo che davvero mi piaceva Harry, avrei anche ammesso di essere stupido e ingenuo per aver sperato che ci sarebbe potuto essere qualcosa tra noi due e io non volevo sembrare stupido e ingenuo, proprio no. Così probabilmente avevo fatto una mossa intelligente a non confermare, anche se la verità sembrava essere dolorosamente evidente.

 

L'intera corsa in macchina la trascorsi pensando e non uscii da quel torpore fino a quando la macchina non si fermò. Quando guardai fuori dal finestrino, mi resi conto che eravamo parcheggiati proprio fuori da casa mia e corrugai le sopracciglia.

 

"Come sapevi dove abito?" chiesi, guardando Liam.

 

"Le pagine gialle," disse dopo che si voltò a guardarmi, "lo abbiamo cercato prima di venire a prenderti."

 

"Oh."

 

Mi mossi piano e stavo per slacciarmi la cintura di sicurezza e scendere dalla macchina quando Zayn parlò.

 

"Dovresti parlare con lui, Louis," disse piano, "non farà bene a nessuno di voi tenersi tutta questa merda dentro, e si, sto anche parlando per lui. Inoltre, può non far bene al bambino essere così stressato costantemente."

 

"Io- non posso solo... parlare con lui," mormorai, "tutte queste cose mi stanno facendo andare fuori di testa e io- non posso occuparmi di questo adesso."

 

"E tu non pensi che le cose siano già nella merda così come sono?" domandò, "tu sei completamente innamorato di Harry. Harry potrebbe ricambiare i sentimenti. Nessuno di voi è disposto a fare niente, perché tu sei troppo spaventato e lui troppo orgoglioso. È uno spreco di amore."

 

Scossi lentamente la testa e mi morsi il labbro per un momento prima di rispondere.

 

"Non ricambia i miei sentimenti," dissi.

 

"Ah, quindi stai ammettendo che provi dei sentimenti per lui," disse Zayn con un sorriso trionfante.

 

Guardai verso il basso e mi strinsi le braccia sul petto.

 

"Il punto è che la cosa è... senza speranza, e non voglio più avere a che fare con situazioni senza speranza nella mia vita. Tutto ciò che voglio è dare alla luce questo bambino, darlo il adozione e prendermi il diploma. È tutto ciò che voglio."

 

"Quello ed Harry," accennò Liam dolcemente.

 

"Come ho detto, non succederà mai."

 

"Non lo saprai finché non gli parli."

 

Roteai gli occhi, ma quel gesto apparve incerto. "Mi ha detto subito che non è interessato ai ragazzi, quindi si, credo di saperlo."

 

"Tu non sei solo un ragazzo però. Tu sei il ragazzo che porta il suo bambino, sono abbastanza sicuro che la situazione sia un po' diversa da quella che sarebbe stata se tu fossi solo un ragazzo casuale."

 

 

"Oh, si, meraviglioso," dissi, infastidendomi. "Se non portassi il suo bambino, non avrebbe nemmeno avuto nessun interesse per me, ma siccome lo porto, potrebbe essere interessato, quindi in fondo, tutto ciò che ha a cuore è il bambino, io non significo niente per lui. È così che vanno le cose. Grande."

 

Gli occhi di Liam si spalancarono e sembrò sconvolto, quasi preoccupato. "È quello che pensi?" chiese, "che Harry si preoccupa solo del bambino?"

 

Non risposi a quello e Liam mi guardò incredulo.

 

"Se lo pensi, sei pazzo," disse, "parla molto di te, non solo del bambino, ma di te, di quanto sei incredibilmente altruista, di quanto sia impressionato di vederti portare avanti questa gravidanza senza l'aiuto di nessuno, quanto affascinante trovi il fatto che tu non riesca ad essere arrabbiato con lui, quanto adorabile pensa che tu sia mentre dormi, come-"

 

"Basta," dissi, la mia voce appena udibile, "non- solo- basta. Non voglio sentire questo."

 

Liam sospirò e si portò una mano ai capelli. "Quello che voglio dire è che si interessa tanto anche di te, non solo del bambino."

 

"Non importa," dissi per quella che sembrò la centesima volta quella notte, "non appena questo bambino nascerà, io ed Harry continueremo a fare le nostre vite e le cose torneranno come prima. Fine."

 

Gettai uno sguardo rapido verso di loro e vidi solo esasperazione nei loro occhi.

 

"Okay, se è così che lo vedi," disse Zayn con calma dopo un breve silenzio.

 

"Si," dissi con fermezza, le mie parole in forte contrasto con i miei pensieri.

 

"Va bene."

 

Rimanemmo così per un po' e dopo qualche secondo emisi un piccolo sospiro.

 

"Devo andare... adesso," mormorai, "grazie per essermi venuti a prendere."

 

Senza aspettare una risposta, rimossi la cintura di sicurezza, aprii la portiera e scesi dalla macchina con un paio di movimenti impacciati. Non appena richiusi la portiera, l'auto partì e rimasi fermo a guardarla mentre scompariva dalla mia vista.

 

La casa era buia e tranquilla quando entrai dentro e mi diedi un cinque mentale per aver indossato la giacca dove tenevo le chiavi; Owen probabilmente non era ancora tornato a casa da quella festa e svegliare mamma o Ian non era una cosa invitante. Riuscii a salire le scale senza fare troppo rumore, anche se facendo qualche smorfia a causa del mal di schiena, delle mie ginocchia e delle caviglie, e quando finalmente entrai nella mia stanza emisi un sospiro di sollievo.

 

Mi tolsi rapidamente i vestiti e misi il cellulare sul comodino prima di infilarmi la mia solita maglietta gigantesca. Troppo stanco per preoccuparmi di mettere un pantalone del pigiama, mi trovai sotto le coperte del mio letto e accesi la lampada che stava sul comodino, illuminando un po' la stanza. Con un grosso sospiro, mi misi su un fianco, appoggiai una mano sul ventre come al solito e per la prima volta mi permisi di prendere in considerazione tutto ciò che era accaduto quel giorno, senza alcuna distrazione. Era un casino immenso di emozioni e pensieri che mi fecero venire il mal di testa, e anche se ci provai per un po', rinunciai subito.

 

"Le cose erano più semplici," dissi a nessuno in particolare. Spinsi le coperte un po' di lato e sollevai leggermente la maglietta per poter guardare la mia pancia nuda. Mentre emisi un altro sospiro avvilito, posai una mano accanto al mio ventre e cominciai a strofinare con piccoli cerchi.

 

"Tutto si è trasformato in un dannato casino," mormorai stanco, "era già abbastanza brutto con me ed Harry, ma poi sono arrivati Liam e Zayn e hanno cominciato a mettermi un sacco di pensieri stupidi in testa e tutto è solo... un casino. Voglio la mia vecchia vita indietro, sai?"

 

Un calcio.

 

"Non che non ti voglia," continuai, ora sorridendo leggermente, "ma ultimamente mi stai creando un po' di problemi. Non solo te stesso di per se, ma tutto ciò che ti riguarda e anche il tuo futuro. Non sono ancora sicuro di quello che voglio fare con te, ma dopo tutto ciò che è successo con Harry... non lo so, forse non vuole tenerti dopo tutto questo casino del bacio."

 

Silenzio.

 

"Sto solo dicendo un mucchio di cazzate, vero?" dissi, "probabilmente si. Devi essere stufo di ascoltare i miei problemi ogni giorno, scusami per questo."

 

Calcio.

 

"Si, va bene, starò zitto ora, ti farò dormire. Probabilmente dovrei dormire anche io."

 

Senza pensarci veramente, sollevai la mia mano verso la mia bocca e spinsi le mie labbra sulle mie dita per un paio di secondi prima di abbassarle verso il mio stomaco e premerle contro esso.

 

"Buonanotte, bimbo," sussurrai prima di sporgere il braccio e spegnere la luce, "sogni d'oro."

 

   
 
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