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Autore: fiphina    25/07/2017    2 recensioni
(In revisione)
L'affascinante ed iconico Capitano Jack Sparrow stavolta è alle prese con il disperato tentativo di riportare la sua amata Perla Nera alle sue dimensioni originali, dopo che Barbanera l'aveva rinchiusa in una bottiglia. Come di consueto in tutte le sue avventure, ormai, questa impresa per il vecchio zio Jack non si rivelerà affatto " tutta rose e fiori", o se vogliamo dirlo in termini pirateschi: "tutta rum e donnicciole"! E se per Jack i guai non sono mai pochi, cosa accadrebbe se arrivasse anche a perdere la testa per la bella figlia di un certo celebre pirata di sua conoscenza?
Una sottospecie di seguito del quarto capitolo, in occasione dell'uscita del quinto film che sto aspettando come l'acqua! Non mi uccidete, è la mia prima fanfic su questo fandom!!
"Beviamoci su!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio, Pintel, Raghetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo diciannove:
Se non ci fosse il rum!




Rain riemerse dall'acqua, boccheggiando e subito dopo, poco distante, riemerse anche Jack.

Nuotarono entrambi verso la riva, stremati, e si allungarono sul terreno asciutto.

Dopo aver ripreso fiato si rimisero in marcia verso il mare per raggiungere la Queen Ann's revenge.

Nel frattempo nessuno dei due proferì parola, quando, inaspettatamente, durante il cammino incontrarono Barbossa.

-Rain, figlia mia!- esclamò quest'ultimo, sollevato.

-Padre! Credevo che voi...-

L'anziano pirata l'abbracciò, ricambiato.

-La mappa?- insisté lei.

-Tranquilla, ce l'ho io. La cosa importante è che stai bene, Rain... ma... cos'hai? Sembri accaldata. Sei ferita?-

La ragazza cominciò a sudare freddo, mentre Jack parve improvvisamente interessato alla corteccia del tronco di una pianta, che iniziò a picchiettare.

-Ehm... no. Sarà stata la fatica...- deglutì lei, mimando un senso di affanno; si sforzò di usare un tono abbastanza convincente.

Sparrow invece emise vari colpi di tosse.

Hector lanciò vari sguardi ai due, non molto convinto, poi si avvicinò verso il pirata, il quale non si mosse: Jack aveva il solito sguardo neutro e difficile da interpretare, come sempre.

Inizialmente Barbossa sembrò volesse dirgli qualcosa, ma poi parve ripensarci.

-Torniamo alla nave.- ordinò solamente.

Saliti a bordo Gibbs li raggiunse -Jack, ce l'avete fatta?- si preoccupò, notando l'aria troppo strana del capitano.

Quello si fermò e si girò -Stai parlando con me?-

-Si...- il tono della risposta era sorpreso.

-Beh, allora vuol dire che ce l'abbiamo fatta!- detto ciò, il pirata si allontanò per i fatti suoi.

Il Mastro non capiva il suo comportamento ed intuì che doveva essere successo qualcosa di particolare, o semplicemente Jack non era di buon umore.

Scrollò le spalle, indeciso.

Ora che avevano la mappa per intero, la rotta per l'isola fantasma era assicurata.

Qualche ora dopo, John rientrò nella propria cabina, finalmente solo e indisturbato. Stava per tirare qualcosa fuori dalla tasca, ma fu interrotto, facendo cadere accidentalmente a terra quello che aveva in mano.

-Disturbo?- chiese pacatamente Rain, con un'espressione decisamente sotto i tacchi.

-No no, affatto, tranquilla- rispose il ragazzo, cercando di essere naturale, ma alla bella figlia di Barbossa non sfuggì un particolare.

Si avvicinò ed accennò un sorriso un po' forzato, accovacciandosi -Ti è caduto questo.- mormorò, raccogliendo il fazzoletto e porgendoglielo.

-Oh... si, grazie-

John lo afferrò all'istante, leggermente tremante e mostrandosi sollevato dopo averlo avuto nuovamente in suo possesso.

-Era questo che cercavi, vero?- continuò lei.

-Si, si. Fortuna che l'ho ritrovato.-

Rain abbassò un secondo la testa.

-Gli uomini e il disordine...- tornò a guardarlo.

Il giovane aggrottò la fronte, stupito -Perché?-

-Non era poi così scomparso il fazzoletto... bastava un po' più di attenzione-

La conversazione sembrò ad un tratto metterlo a disagio, lo si capiva dai suoi gesti e risposte veloci, infatti Fisher preferì dirottare.

-Già... comunque, perché sei qui?-

Ora fu Rain a sentirsi a disagio ed ebbe un rapido impulso di nervi a causa della tensione accumulata.

-Così! Sono la figlia del capitano di questa nave, non posso andare dove voglio?- ribatté acida, incrociando le braccia e girandosi, facendo per dirigersi verso la porta.

-Ehi, ehi, perdonami. Sono stato inopportuno, lo so...- si scusò quello, afferrandola delicatamente per le braccia.

-Senti, hai fatto bene a venire, anche perché, altrimenti sarei venuto io da te-

La frase la incuriosì abbastanza da farla calmare -Come mai?-

Si sedettero e John si preparò a chiederle ciò che doveva.

Nel frattempo...

-Ma con chi parla il capitano?- domandò Ragetti, strofinandosi il piccolo occhio di legno con insistenza.

-È quello che mi chiedo anche io...- rispose Gibbs, a braccia conserte ed un sopracciglio alzato.

Jack era sdraiato dentro un'amaca, con una delle ben dodici bottiglie di rum penzolante in mano, mentre biascicava parole nel sonno.

-No... è stata lei...- mosse la testa -Lei mi ha... bac-c...iato...-

-Che ha detto?- chiese a sua volta Pintel.

Il mastro ignorò la domanda e provò a sfilare la bottiglia, inutilmente, perché il pirata si svegliò di soprassalto.

-Uhm... mia bottiglia!- borbottò, abbracciandola gelosamente.

Poi si alzò, ma invece di mettersi in piedi finì sul pavimento, salvando però la bevanda.

-Jack, ti senti bene?-

-Quando c'è il rum...- ne bevve un sorso abbondante -Sto sempre bene, mastro Gibbs- si pulì il muso con la manica e si attaccò ancora alla bevanda, dirigendosi fuori ubriaco fradicio e tutto barcollante, a volte inciampando su se stesso.

-Ragazzina petulante... ahia!- si lamentò Jack, dopo aver sbattuto il piede contro un asse di legno, per fortuna senza spiaccicarsi a terra -Capricciosa, testarda e orgogliosa...- altra scolata di rum -Come suo padre...- l'attaccatura della bottiglia leggermente consumata.

Proprio in quel momento delle voci confuse attirarono la sua attenzione, così andò a vedere più che sentire; in quello stato non ci avrebbe capito niente ma la vista era ancora accettabile, almeno ancora per un po'.

Dall'oblò della porta si alzò sulle punte e diede una sbirciata.

All'interno della stanza, Rain in si chiedeva cosa volesse dirle John.

Il ragazzo aveva la testa chinata, come se dovesse fare una confessione o trovare le parole giuste per parlare.

-Sono poco bravo con le parole...- ridacchiò -Rain, volevo chiederti se... dopo che avremo trovato il diamante, non lasci tutto e vieni con me?- si buttò alla fine.

La ragazza rimase sconcertata da quello che aveva sentito.

-Lasciare tutto...?-

-Non devi tradire, tranquilla. Solo, una volta finita tutta questa storia, vieni con me! Ti prego!- la tranquillizzò lui, vedendola improvvisamente allarmata.

Rain non aveva mai avuto la testa così intrecciata. Si sentiva in gabbia, tuttavia con la porta della fuga aperta. Ma qualcosa dentro di lei non la lasciava andare, o meglio qualcuno.

Era confusa al massimo, non sapeva che fare: aveva il cuore spezzato a metà.

-Sei una persona straordinaria e ti voglio al mio fianco! Scappa con me!-

La voce di John le risuonò nelle orecchie, tanto che non si accorse neppure che le aveva afferrato delicatamente il mento e si stava avvicinando.

Quando lo notò, stavolta, o per lo sconforto, o per ripicca, o perché non voleva più soffrire, lo lasciò fare.

E perché non poteva accettare? Da quando l'aveva conosciuto, Jack le aveva solo fatto del male interiormente. Lei era solo un passatempo per lui, ed era stato ben chiaro su quello quando lo aveva sentito per caso parlare con Gibbs.

Inoltre con quello che stava di lì a poco per accadere, doveva capire una cosa importante.

Lentamente John azzerò la distanza e posò le labbra sulle sue.

Jack per un momento perse l'equilibrio ma per fortuna non ci furono conseguenze.

-Hai capito tu, quella viperetta! Disgraziata, traditrice... poi dicono che sono l'unico! E poi dicono che sono io l'ubriaco solo perché ne combino di tutti i colori... come dicono? "Ubriacone, donnaiolo"!- imitò con sarcasmo e movenze da prese in giro.

-Siete voi gli ubriachi! È vero che anche io lo sono, ma almeno lo ammetto!-

La testa cominciò a girargli. Beh, aveva pur sempre ingerito di fila e tutto d'un fiato, minimo una decina di bottiglie di rum.

Ne bevve un altro po', soddisfatto. L'unica cosa che lo faceva stare bene: il rum.

-Ah, il rum! Se non ci fosse il rum! Quando riavrò la Perla nera...- altra bevuta -Ne imbottirò le stive! Ah, il rum...- ripeté.

La visuale gli roteava senza interruzioni -R-ru...- dopo l'ennesima parola, intravide il riflesso di un asse di legno, ma per la vista sbiadita gli sembrò lontano, così finì per sbatterci la testa contro -Mmm...- infine crollò a terra come un sacco di patate, con un tonfo sordo.

Il rumore fu abbastanza forte da essere udito quasi da tutti.

Gibbs uscì di cabina, sorpreso e vedendo Jack steso come una corda, gli corse incontro -Che mi venga un colpo! Capitano!-

Barbossa si affacciò subito dopo, alzando gli occhi al cielo a quella scena.

Anche John e Rain furono interrotti bruscamente e, curiosi andarono a vedere cosa fosse successo.

-Jack!- Esclamò allarmata la giovane, precipitandosi vicino e lasciando indietro Fisher -Cos'è successo?- espresse la domanda con un po' più di contegno, riprendendo il controllo di se stessa, ma lo stesso preoccupata.

Gibbs fece segno di uno che beve -Se beveste dodici bottiglie intere di rum, dubito che ne uscireste intatta, Miss Rain...-

Lei spalancò gli occhi -Come?! Dodici bottiglie?!-

   
 
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