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Autore: Jadis_    25/07/2017    1 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Preparativi 



Le tanto agognate vacanze natalizie erano finalmente giunte. Di norma, molti studenti avrebbero lasciato Hogwarts per passare il Natale con le loro famiglie, ma il grande evento che era in procinto di svolgersi tra le mura del castello li aveva fatti restare, anche se più per curiosità che per voglia di ballare. I preparativi per il Ballo del Ceppo erano in gran fermento e le lezioni di danza della McGranitt, per la grande gioia dei Grifondoro, proseguivano imperterrite ogni sera.

"Dite che prima o poi smetterà di chiamarci 'balbettante massa di babbuini'?" domandò il Prescelto ai compagni.

"Non credo, Harry" gli rispose Neville, con il naso quasi all'altezza del suo cappuccino.

"Io più che altro mi domando quando quei due la smetteranno" disse Ginny, indicando suo fratello e Hermione.

"Spero il prima possibile" intervenne Alexandra, mentre tratteneva l'ennesimo sbadiglio.
 

 
Voldemort aveva deciso di indagare su Jadis, ma nonostante gli sforzi non era apparso alcun documento che riportasse il nome della strega. In fondo se lo sarebbe dovuto aspettare, eppure continuava ad avere quella costante sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto: in quella donna c'era qualcosa di strano. Smise di fare avanti e indietro sul quel piccolo quadrato d'erba: la persona che attendeva, come di suo solito, era in ritardo.

"Allora, hai pensato a quello che ti ho detto su mia figlia?" disse una voce a pochi passi da lui.

Il Signore Oscuro posò lo sguardo verso la sua interlocutrice: era comparsa dal nulla come la scorsa volta. La osservò ancora: il vestito sempre rigorosamente bianco, due occhi d'argento e un sorriso strafottente. Non aveva nulla a che vedere con Jadis, non si assomigliavano per niente; forse solo il biondo dei loro capelli era simile, ma per il resto sembravano tutto, fuorché madre e figlia.

"Sì, ci ho pensato."

"E allora?"

"Non ho trovato nulla su lei."

"Mi pare ovvio: Jadis non è nata qui."

"Questo lo so, ma..."

"Davvero credevi che lei lasciasse in giro i documenti del suo passato nel mondo magico? Sei uno stolto!"

Voldemort strinse i pugni: non ci stava a essere insultato. Proprio lui, il più grande mago oscuro di tutti i tempi!

"Metti da parte l'orgoglio: io e te abbiamo un accordo, ricordi?"

"Sì, lo ricordo."

"Non ho fatto tutta questa fatica per nulla. Ti ricordo che la tua vita è nelle mie mani, e non ci metto nulla a togliertela!"

"Cosa vuoi che faccia?"

"Continua a far credere a mia figlia che la vita che hai te l'ha data lei, e portamela."

"Come desideri" rispose il Signore Oscuro, facendo un piccolo inchino.

"Ah! Un'ultima cosa... Voglio anche mia nipote."
 

 

"Smettila! Ti comporti come un ragazzino!" urlò Hermione, ormai al limite della sopportazione.

"Oh, no! Ricominciano..." sbuffò Harry.

"E tu come una ragazzina! Non fai altro che fare gli occhi dolci a quello stupido bulgaro!"

"Victor non è stupido! Invece tu sì!" pronunciò furibonda la Grifondoro, per poi andarsene a passo svelto dalla Sala Grande.

"Proprio un ottimo lavoro, Ron." commentò Alexandra.

"Non ti ci mettere anche tu!"

"Potevi pensarci prima, ma tu hai preferito invitare la francese. Quindi, mio caro, assumiti le tue colpe!"

Ron strinse leggermente i denti, afferrò la copia della Gazzetta del Profeta lasciata da Hermione sul tavolo e l'aprì su una pagina a caso.

"Non sarai stata troppo dura?" le chiese il Prescelto.

"No, è ora che si renda conto che la colpa è sua."

"E pensi che questo sia il modo giusto?"

"Harry, glielo abbiamo spiegato con le buone, ma ha fatto finta di niente, quindi o lo capisce con le cattive o peggio per lui..."

"Posta in arrivo!" urlò uno studente di Tassorosso.

Il primo gufo lasciò un pacco davanti a uno studente di Serpeverde. Il momento più esilarante fu quando Errol si schiantò sul tavolo, finendo dentro la ciotola del latte di Neville nel tentativo di lasciare un pacco a Ron.

" È ora di mandare questo gufo in pensione" commentò il Grifondoro, mentre prendeva la scatola lasciata all'inizio del tavolo.
 

 

Era stata costretta a farlo. I rapporti dai confini non erano per niente buoni e non aveva avuto scelta. L'esercito di sua sorella aveva ripreso la marcia verso Narnia ed era da poco arrivato ai margini della Terra di Archen. Doveva farli perdere tra quelle montagne, anche decimarli, se necessario. La tempesta di neve li avrebbe sicuramente costretti a tornare indietro, ma per quanto ancora sarebbe riuscita a tenerli lontani? Non lo sapeva, non poteva saperlo. Bevve un altro sorso del suo tè, nel silenzio della sua stanza, interrotto solo dal rumore del vento che sbatteva violentemente contro le pareti. Tutto parve assumere un'aria a lei familiare.
 

"Mamma, mamma!"

Non poteva sbagliarsi: la voce della sua piccola era inconfondibile.

"Che c'è, tesoro?"

"Posso andare fuori  a giocare con la neve?"

Alexandra aveva l'aria innocente di suo padre e il sorriso di suo nonno. La guardò ancora per un po' prima di risponderle. Sua figlia le assomigliava sin troppo, l'unica
cosa che la rendeva diversa da lei erano i capelli: neri come quelli del padre. La bambina aspettava con sguardo quasi  implorante una risposta.


"Va bene, ma vengo anch'io con te."

Alexandra allargo il suo sorriso e abbracciò sua madre.

"Dài, andiamo. Che ne dici se oggi facciamo un bel pupazzo di neve?"

"Si!" rispose la bambina, non contenendo l'entusiasmo.

 
Jadis si riprese di colpo da quel sogno a occhi aperti. Sua figlia non ricordava nulla di quei giorni; era stato davvero doloroso per lei togliere ad Alexandra tutti i suoi ricordi, ma si era detta che lo stava facendo per il suo bene. Ora non ne era del tutto convinta, e forse avrebbe fatto meglio a parlare ad Aslan dei suoi piani.
 

 
Ron aveva aperto il pacco.

"Mia madre mi ha mandato un vestito... Comunque ci deve essere un errore, questo è da donna!" esclamò il ragazzo.

"Non è da donna, Ron" gli rispose Alexandra.

"Ma che dici? Ginny, penso che sia per te."

"Io quello non lo metto!"

Alexandra, intanto, aveva iniziato a ridere.

"Che c'è da ridere?"

"Ti ho detto che non è da donna, ma da uomo! Ron, quello è un vestito da cerimonia!" disse, incapace di trattenere le risate.

"Ma sembra il vestito di zia Tessie. Puzza anche come la zia Tessie!"

"Mi spiace, ma dovrai indossarlo" cercò di consolarlo Harry.

 
 
 



Note dell' Autrice: 

Dopo secoli di assenza eccomi ad aggiornare. Vi chiedo scusa, ma il tempo a mia disposizone è veramente poco. Allora piaciuto il colpo di scena? Scommetto che non ve lo aspettavate.

Un bacio e alla prossima <3
 
   
 
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