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Autore: Rack12345    25/07/2017    1 recensioni
[In Sospeso]
Dal testo:
"Proprio così, il suo desiderio era quello di diventare un pirata. Cosa che non si addice di solito ad una ragazza. Ma lei era diversa. Amava il mare più della sua stessa vita, e quale modo migliore per dimostrarlo se non dedicando la sua vita ad esso?"
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"Le scostò una spalla del vestito madido di sudore che indossava cercando di far sì che non si svegliasse o chissà che avrebbe pensato di lui. Osservò la spalla della giovane con attenzione e vide quel tatuaggio, visto anni prima, che riconobbe e che non poteva dimenticare. Sulla pelle della ragazza era disegnata la rosa dei venti sospesa su delle onde che ora, dopo anni, stavano sbiadendo.
Impossibile scordare una ragazza tanto determinata come lei.
-Williams.- sussurrò Jack."
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Ciao Pirati!
Vi spiego un po' di cose prima di leggere la fanfiction:
-La storia è ambientata dopo i fatti della maledizione della prima luna, ma non avverranno gli avvenimenti (scusate il gioco di parole) dei seguenti film;
-Forse il mio Jack non sarà del tutto fedele al Jack dei film;
-Godetevi la storia e fatemi sapere cosa ne pensate, ne ho bisogno :) Grazie per l'attenzione.
Rack
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erin & Jack's Saga
Rivelazioni
 
 
 




Erano passate ormai tre settimane da quando Erin era salpata da Tortuga insieme alla ciurma di Jack Sparrow, verso la Spagna. Non aveva capito di preciso quale fosse il motivo di quella meta, Jack non aveva dato molte spiegazioni. Aveva detto solo che voleva visitare l'Europa, a partire dalla Spagna. Tutte quelle settimane di viaggio solo per una gitarella in Europa? Erin non ne era tanto convinta. C'era sicuramente qualcos'altro sotto che Jack non voleva dirle. Si era data due compiti in quelle tre settimane:
1) Scoprire il vero motivo per cui Jack voleva andare in Europa;
2) Scoprire perché non voleva dirle la verità.
Non riuscì a portare compimento nessuno dei due. Nessuno sapeva niente, tutti sapevano semplicemente che era giunto il momento di visitare l'Europa. Nemmeno Will, il primo ufficiale, sapeva niente.
Era riuscita ad ambientarsi facilmente sulla nave, anche se alcuni marinai ancora non la vedevano di buon occhio. Sapeva già da sé che, secondo la tradizione, avere una donna a bordo portasse male, ma a lei non importava. Quello era il suo sogno e nessuno l'avrebbe fermata, nemmeno un mucchietto di omuncoli superstiziosi.
Aveva stretto amicizia con Elizabeth e William facilmente: anche loro condividevano il suo stesso amore per il mare.
E Jack?
Jack in quelle tre settimane era molto spesso vicino ad Erin. Aveva iniziato a darle delle lezioni per imparare a tirare di spada, per non farla trovare impreparata. Scoprirono insieme che la ragazza aveva una mira infallibile con la pistola, anche se Erin amava molto di più combattere con la spada. Per lei un combattimento con la spada era uguale ad una danza. Amava combattere con eleganza e finezza, sfruttando tutto ciò che la circondava.
Si stava allenando con Jack quel giorno, pronta ad una ennesima sconfitta.
Erano immobili, l'unico movimento che si poteva percepire era quello della nave che li cullava. Lo sguardo di Erin vagava ovunque in cerca di ogni minimo segnale di attacco da parte dell'avversario, mentre lo sguardo di Jack era fisso sulla ragazza e la guardava molto intensamente con un ghigno sulle labbra che le confondeva completamente le idee. Erin cercò di pensare ad altro e quando Jack fece sfiorare la sua lama contro quella della ragazza, lei era sull'attenti, pronta ad essere attaccata e difendersi.
Quello che fece Jack, però, la spiazzò. Il capitano in fatti aveva fatto un teatrale inchino e si era semplicemente girato di schiena per poi iniziare ad andarsene per la sua strada senza dire una parola. Erin non l'aveva capito proprio. Aggrottò le sopracciglia ed allargò le braccia.
-Ma cosa..!?!- fece la ragazza.
Jack continuava a camminare.
-Ehi!! Dove stai andando, di grazia?- 
Jack si fermò rimanendo girato di schiena, poi sospirò.
-Erin. Fingi che io sia il tuo peggior nemico.- fece una pausa -Ti do le spalle.. Tu che fai?-
Erin ci pensò un attimo.
-Beh.. In teoria... Non si attacca alle spalle durante un duello.-
Jack alzò gli occhi al cielo e sussurrò un "Mannaggia" a mezza bocca, poi si voltò verso la ragazza e camminò verso di lei barcollando e gesticolando.
-Allora, mia cara giovane Erin. Mi pare di avertelo già detto, ma te lo ripeto.- la raggiunse e le mise le mani sulle spalle -Tu non devi mai ascoltare gli insegnamenti di William. Se stai duellando con lui, con me o con la scimmia del cavolo allora sì, non si attacca alle spalle. Ma se stai combattendo contro il tuo peggior nemico.. che so io.. lo spietato Barbanera, per esempio, tu lo devi attaccare da tutte le parti ed eliminarlo. Comprendi?-
Erin sorrise ingenuamente ed annuì.
Jack fece un cenno di assenso con la testa. -Bene! E vedi di ricordartelo stavolta!- poi si voltò dando le spalle alla ragazza. -Quindi riproviamo. Sono il tuo peggior nemico e sono di spalle, che fai?-
Erin sorrise diabolicamente facendo roteare alcuni oggetti che le erano 'magicamente' apparsi tra le mani.
-Beh, Jack.. sei il mio peggior nemico disarmato.-
Jack corrugò la fronte e si portò subito le mani alla cintura, scoprendo di non avere più nessuna delle sue due pistole, né la spada.
-Williams, devo ammettere che mi hai stupito, complimenti!-
Jack si girò e le porse le mano, per sitrngerla, ma Erin non volle cadere nella sua banalissima trappola e così nella mano di jack ci mise la sua spada sorridendo.
-Direi che merito un premio capitano!-
Jack alzò le sopracciglia. -Ah sì? Di che genere di premio si tratta?-
Erin roteò gli occhi. -No, tranquillo, nulla di ciò che ti aspetti!-
-Ohi! Io non mi aspetto niente!-
Erin rise di gusto quando Jack arrossì, trovandolo tenerissimo.
-Tranquillo, capitano. Voglio come premio delle informazioni!-
Jack smise per un attimo di respirare. Il momento che più aveva temuto da quando Erin era salita sulla Perla era arrivato. Sapeva che sarebbe giunto, perché Erin non era tipo da non investigare e da non accorgersi di ciò che le succedeva intorno.
Jack si chiarì la voce. -Dimmi pure.-
Erin infilò la spada nel fodero e si sedette su un barile a caso che si trovava sul ponte e mettendosi le mani sulle ginocchia.
-Allora.. voglio sapere prima di tutto il vero motivo per cui stiamo andando in Spagna..- Jack annuì. -E poi voglio che mi dici perché me lo vuoi tenere nascosto.-
Jack si passò una mano sul mento e sulle treccine. Si avvicinò ad Erin e si appoggiò col gomito ad un altro della schiera di barili si cui si trovava la ragazza.
-Cara Erin, non è che voglio tenertelo nascosto.- fece una pausa per cercare di trovare le parole adatte da usare in quella delicata situazione. -E' che ho paura di come reagirai.-
Erin aggrottò le sopracciglia. Non capiva. Era qualcosa che riguardava lei dunque?
-Forza Jack, dimmelo.-
-Dunque.. Stiamo andando in Spagna.. a trovare un amico.-
-Un amico. Certo.-
-Aspetta, aspetta! Fammi finire! Stiamo andando in Spagna a cercare questa persona che ho incontrato su per giù tre o quattro anni fa. Questo amico è uno dei nove pirati nobili. Sai cos'è la Fratellanza? Il Consiglio della Fratellanza l'hai mai sentito nominare?-
Erin annuì senza fiatare, per non interrompere Jack.
-Bene.- riprese lui. -Diciamo che lui è il pirata di cui mi fido di più. Deve aiutarmi a trovare una cosa. Una cosa molto bella.-
Silenzio.
Erin fece un cenno con la testa per incitarlo a continuare.
-Si tratta di una grotta. Una grotta fatta completamente di topazi.-
Erin sgranò gli occhi. -Che?? Non ci credo. Te lo sei inventato!-
-No Erin, non me lo sto inventando!- esclamò Jack tirandosi su e sentendosi offeso. -Ne ho sentito parlare dal mio ex primo ufficiale Barbossa che chiamava questa grotta con un nome in spagnolo che non ricordo quale fosse, ma sicuramente il caro vecchio Pet... ehm.. amico pirata nobile, saprà aiutarmi!-
Erin si irrigidì, rizzò le orecchie.
-Jack?-
-Sì?-
-Per quale motivo dovresti temere la mia reazione?-
Jack sfoderò il migliore dei suoi sorrisi. -Tesoro.. tesoro.. allora.. come dirtelo.. ecco..-
Erin aveva gli occhi fissi su Jack, era immobile e dal suo sguardo trapelava un luccichio, un misto tra stupore, paura, tristezza. Forse aveva intuito.
-Jack, dimmi come si chiama questo pirata nobile.-
-Si chiama Peter.-
Gli occhi di Erin si velarono di lacrime.
-Peter?- chiese lei con un filo di voce.
-Erin.. lo sai.-


Erin sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca. Ogni volta che sbatteva le palpebre una lacrima colava lungo le sue guance sbiancate di colpo. Non poteva crederci. Suo padre, Peter Williams, era vivo. Era sopravvissuto a quella orribile tempesta. E sua madre? Era viva anche lei? Non lo sapeva e non l'avrebbe saputo per un po', perché non riusciva più a proferire parola. Fissava le assi del ponte della Perla e Jack fissava lei, senza riuscire a decifrare i suoi sentimenti.
Suo padre era vivo. Era un pirata. Uno dei nove pirati nobili. Ed era in Spagna.
Aveva tante domande da fare in quel momento a Jack che continuava a guardarla come se fosse un bicchiere del più fino cristallo in grado di rompersi con una folata di vento.
Come era sopravvissuto? Perché era diventato un pirata? Perché non era mai tornato a cercarla? E come diamine ci era arrivato in Spagna?
La domanda che più la attanagliava era perché non fosse andato mai a cercare sua figlia.
Cominciò a mancarle il respiro, si sentiva soffocare e le girava la testa. Le sembrava di stare affogando sott'acqua. Lei era stata male per tutto quel tempo per la morte dei suoi genitori, ed ora veniva a scoprire che suo padre in realtà era vivo. Lei lo credeva morto. E invece stava vivendo la sua vita senza di lei.
Erin non riusciva a capire cosa stesse provando in quel momento. Rabbia, tristezza, paura, non lo sapeva più.
Annaspò scendendo dal barile. Le mancava l'aria fisicamente e continuava a fissare il legno sotto i suoi piedi.
Jack fece un passo verso di lei.
-Erin..-
La ragazza lo fermò con un cenno della mano.
Ora aveva la nausea.
Si mise una mano sullo stomaco e corse verso la sua cabina. Afferrò il secchio dietro la porta della stanza e vi vomitò dentro tutto quel poco che aveva mangiato quel giorno.
"Ma brava Erin, le provviste stanno finendo e tu, invece di tenertele strette, le vomiti!" pensò.
Sentì bussare alla porta che non si era nemmeno accorta di aver chiuso.
-Erin? Che succede?-
Era Elizabeth.
-Niente Beth, tra poco mi passerà. Lasciatemi sola, per favore.-
Erin continuava a sentire bussare alla porta, ma non voleva nessuno. Riuscì a trascinarsi fino al letto e vi si buttò sopra, per poi sprofondare in un sonno talmente profondo da sembrare che fosse svenuta.


 
 
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-CHE COSA HAI FATTO TU??!!??- esclamò Elizabeth furiosa.
Jack si allontanò di scatto dalla donna che sembrava stesse per mangiarlo vivo.
-Ehi! Cos'altro potevo fare? Erin non è stupida e aveva capito che non stiamo andando in Spagna per una bella scampagnata.-
Jack fece una pausa, mentre Elizabeth si passava le mani tra i capelli.
-E poi da te non me l'aspettavo proprio, cara. Avresti preferito che non glielo dicessi?-
Elizabeth tacque.
- Non credi che si sarebbe sentita tradita una volta giunti a Cadice e trovato il suo paparino a capo di una piccola, ma potente, flotta pirata?-
Silenzio.
-Bene, allora falla finita con questa farsa dell'amica premurosa. Il tuo piano l'avrebbe distrutta.-
Elizabeth se ne andò indignata sotto lo sguardo di Jack e William.
-Dovresti tenerla un po' più a bada, amico.- disse il capitano.
-Sai che è impossibile, Jack.- sorrise l'altro.
Rimasero in silenzio per un po' ad osservare il riflesso della luna e delle stelle sull'acqua.
Jack pensò che orami era trascorsa mezza giornata da quando Erin si era chiusa nella sua cabina.
-Jack hai fatto la cosa giusta.-
William lo sapeva che quella sarebbe stata l'unica cosa da fare. Ed era convinto che anche Elizabeth lo pensasse, ma non voleva darla vinta a Jack, come sempre.
-Sai, forse dovresti andare a vedere come sta.- continuò Will.
Jack si mise le mani sui fianchi. -Beh secondo la mia esperienza Will, posso dirti che una donna quando ha dei turbamenti in mente è meglio che venga lasciata sola.-
-Jack..- Will sorrise. -Ti garantisco che invece è tutto il contrario.-
-Tu dici?-


 
 
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Jack si stava dirigendo verso la cabina di Erin, quando si rese conto che nello stesso momento gli aveva brontolato lo stomaco.
Effettivamente era dalla notte prima che non metteva qualcosa sotto i denti e pensò che anche ad Erin magari fosse tornato l'appetito. O meglio, la fame.
Scese le piccole scale che portavano alla modesta cucina di cui era munita la Perla Nera e quando vi entrò l'improvvisato cuoco lo guardò strano. Jack non scendeva mai li dentro.
-Ned!-
-Capitano?-
-Ned devo chiederti un favore. So che sei molto impegnato a razionare il cibo, ma vedi mi servirebbero giusto delle gallette. La nostra Williams è stata poco bene.-
-Capitano, ai vostri ordini!-
Ned frugò un po' in giro per la cucina.
-Capitano, stamattina miss Williams non ha voluto mangiare il suo uovo. Posso cucinarle quello.-
Jack annuì ed attese pochi minuti che il pasto per Erin fosse pronto. Mentre attendeva Jack aveva preso quattro gallette e vi aveva spalmato, o meglio spiaccicato/spappolato, sopra un po' di avocado. Durante il pomeriggio avevano fatto sosta in un piccolo porto e Jack aveva colto l'occasione per sgraffignare qualcosa di nascosto come monete, cibo, vestiti. Avevano così recuperato un po' di provviste e potevano stare tranquilli di riuscire a sopravvivere per un'altra settimana, il tempo di arrivare a Cadice.
Jack prese il piatto quadrato di legno ed un forchetta di ferro, dirigendosi verso la cabina di Erin.
Giunto davanti la porta della stanza bussò ma non ricevette risposta. Provò comunque ad aprirla e si rese conto con suo grande stupore che non era più chiusa a chiave.
"E' uscita?" pensò "No, avrà aperto per farci capire che si è calmata.... Oppure semplicemente non l'ha mai chiusa a chiave e noi siamo scemi che l'abbiamo creduto"
Aprì un po' la porta e fece capolino.
-Si può?- chiese.
Vide che Erin era in camicia da notte. In realtà la camicia da notte era uguale alla camicia da giorno, solo che era più lunga. Erin l'aveva trovata nel baule che c'era ai piedi del suo letto. Era seduta sulla cassapanca in legno rivestita di cuscini accanto alla grande finestra opaca che dava sul mare. Qualche pezzo di vetro della finestra si era rotto e c'erano dei piccoli buchi dai quali Erin osservava il mare e ne percepiva l'odore. La vide girarsi verso di lui ed annuire con un accenno di sorriso sulle labbra, così Jack entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Entrando, Jack percepì un fresco profumo di rosa e capì che Erin si era fatta il bagno, vista anche la tinozza mezza piena al centro della stanza. La osservò di sfuggita mentre camminava verso di lei per poi tornare a fissare il pavimento. Non era certo il tipo da azioni gentili e carinerie e non sapeva proprio dove altro guardare. I capelli della ragazza ora erano raccolti con una spilla sopra la testa e qualche riccio le ricadeva ai lati del viso.
Jack non l'aveva mai vista così. Né così pulita, né così vestita (o svestita), né così genuina.
Erin fece spazio a Jack e si tirò su seduta incrociando le gambe.
-Come stai?- chiese Jack dopo essersi seduto con ancora in mano il vassoio per Erin.
Erin guardò Jack, poi tornò a fissare il mare.
-Io.. in realtà non lo so Jack.- si voltò verso di lui. -Io sono arrabbiata.-
Jack deglutì. -Uhm.. con chi?-
-Con mio padre Jack. Non riesco a darmi una spiegazione sul perché non sia mai venuto a cercarmi. Sono passati più di dieci anni, come può non essergli passato per la mente che io potessi essere in pericolo da sola?-
-Erin non..-
-No, Jack. Non è possibile che non abbia avuto tempo. Non ci credo. E poi sono triste. Mi sento in colpa perché sono arrabbiata con mio padre. Mi sento triste, perché nessuno di voi mi ha detto la verità. E' quasi un mese che siamo in viaggio. So che anche Elizabeth e William ne erano al corrente, non tentare di giustificarli, vi sentivo litigare.-
Jack rimase in silenzio, come un bambino che viene scoperto a rubare la marmellata. Non sapeva proprio che dire. Forse in tutta la sua vita non si era mai trovato in una situazione del genere.
-Erin..- fece un gran sospiro. - Io non volevo rovinarti tutto il viaggio. Eri così contenta tutti i giorni tutto il giorno che ogni volta che pensavo di dirti una cosa del genere vedevo anche la tua gioia distruggersi. Ed è quello che è successo oggi. Non avrei mai voluto farti questo, ma credo che vedere tuo padre direttamente a Cadice ti avrebbe fatto stare ancora peggio.-
Erin gli sorrise, contenta del pensiero premuroso che il pirata aveva avuto nei suoi confronti.
Jack si trovò di nuovo senza sapere cosa dire.
-Oh!- esclamò. -Hai fame? Ti fatto preparare apposta tutte queste prelibatezze che non mangiamo quasi mai!-
Erin rise per il sarcasmo del capitano.
-Oh capitano, vi ringrazio per questo vostro gesto, non vedevo l'ora di assaggiare un buonissimo e rarissimo uovo al tegamino e.. oh mio dio!- Erin guardò Jack, poi guardò il piatto, poi di nuovo Jack. -Dove cavolo l'hai preso l'avocado!?! Erano due settimane che non ne vedevo uno!- continuò prendendo il piatto tra le sue mani.
Jack mise le mani sui cuscini buttando il suo peso leggermente all'indietro.
-Sai, piratessa affamata, mentre tu giocavi a fare la donnina felice che si improfuma e si fa i sonnellini, noi abbiamo fatto porto per qualche minuto e ci siamo rifocillati di provviste, argento e vestiti.-
-Sul serio?- chiese Erin addentando una galletta -Non me ne sono accorta!-
-Già!- annuì Jack. -Bene, miss Williams, vi lascio alla vostra cena.-
Fece per alzarsi, ma si sentì trattenere per un polso da due piccole e affusolate dita.
-No, Jack, fammi compagnia.-
L'uomo si rimise al suo posto e osservò la ragazza mangiare tutto ciò che c'era nel piatto come se non ci fosse un domani ed alla velocità della luce.
-Avevi fame!- esclamò .
-Tu non sai quanta!- rise lei.
Dopo poco Erin si fece seria.
-Jack... sai niente invece di mia madre?-
Jack ci pensò su pochi attimi. -No, Erin, mi dispiace. Nemmeno tuo padre sa dove sia. Né sa se sia viva o morta.-
-Scusa, ma se tu io padre lo hai conosciuto tre o quattro anni fa, vuol dire che a quel tempo già conoscevi me..-
-Esatto.-
-Gli hai parlato di me?-
-Sì, gli ho raccontato di avere incontrato e scortato una giovanissima Erin col suo stesso cognome e con la sua stessa voglia di solcare mari a Tortuga.- fece una pausa -E lui, sconvolto, mi disse che ti credeva morta perché così aveva sentito dire da uno dei suoi pirati mandati in missione per un anno nei Caraibi.-
-In missione??-
-Ti racconterà tutto lui, Erin.-
Erin annuì con uno sguardo preoccupato e si portò le ginocchia al petto.
-Erin..- Jack le accarezzò un braccio che teneva strette le gambe della ragazza. -Lui ti vuole bene e non si è mai dimenticato di te. Tra pirati è così.- le sorrise fece per alzarsi.
Ma Erin lo trattenne ancora.
-Jack ti prego, non lasciarmi sola.-
-No, non ti lascio sola.-
Detto ciò Jack prese una coperta dal letto della ragazza.
-Vieni con me.- le disse porgendole la mano.
-Dove?-
-A quest'ora non c'è nessuno sul ponte, puoi osservare il mare da lassù, lo osserverai meglio.-
-Nessuno Jack? E la nave chi la guida?-
-Vabbè si fa per dire! Guarda, c'è Cotton al timone che è come se non ci fosse e poi ci sono tre mozzi di guardia.-
Erin prese la mano di Jack e lo seguì fino al cassero di poppa dove Jack disse a Cotton che per ora poteva andare a farsi una dormita.
Guardò Erin. -Prova tu a manovrarla.-
-Cosa?? Non sono capace!-
-Per questo ci sono io! Coraggio, animo!-
Erin mise le mani sul timone mentre una leggera brezza la fece rabbrividire, si sentiva che non erano più nei Caraibi. Jack se ne accorse e avvolse la coperta che aveva preso intorno alle spalle della ragazza.
Il cuore di Erin prese a battere fortissimo, lo sentiva nelle orecchie. In quel momento riuscì a dimenticare tutta la faticosa e devastante giornata appena passata. Tutto ciò che sentiva era il fruscio del vento tra le vele, le onde del mare che si infrangevano contro la Perla e le mani di Jack che le sistemavano la coperta sulle spalle.
Non era mai stata così in pace con se stessa e con il mondo.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao a tutti!
Sì... ehm.. lo so... avevo promesso un capitolo a settimana (mi sembra) e invece sono sparita! Causa esame di maturità! Ma ora è finalmente finita e sono liberaaa!
A parte la maturità, ho dovuto anche abituarmi all'idea che da adesso la mia vita entrerà in una nuova fase, sto ancora cercando di ritrovare una stabilità mentale.. e anche fisica ad essere sinceri. Sto mangiando come una porchetta da quando ho finito gli esami!
Comunque! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere con una recensione <3
Finalmente ho il tempo per fare i nomi con i ringraziamenti. Dunque, ringrazio Merida_Dunbroch e Miss_Sparrow_17_09 per le recensioni. Ringrazio Polly_Stark per aver inserito la storia tra le ricordate. Ed infine ringrazio per aver inserito la storia tra le preferite BluAracne, Chiaro_di_Luna07, Meryd2000, Miss_Sparrow_17_09 (di nuovo =)), Odette Kahwamura, Ridoh e shamash00.
Vi ringranzio veramente per la voglia di conitnuare a scrivere che mi avete dato.
Spero continuerete a seguirmi!
A presto,
Rack <3


 
  
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