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Autore: reggina    25/07/2017    4 recensioni
La vita può cambiare all'improvviso e mettere in discussione il futuro per cui si ha tanto lottato. Allora non resta altro da fare che andare avanti, nonostante il passato, perché raccogliere i cocci è difficile ma non impossibile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'ultimo tempio del calcio romantico. Uno spiazzo di terra polveroso, erba diradata e incolta come un'oasi nel deserto e confini indefiniti sulla linea del fallo laterale.

"Pallaaaa!"

Sul campetto di periferia, ventidue saette fasciate in magliette troppo grandi per loro, corrono tutti intorno alla palla, tutti all'attacco e pochi tornano in difesa. Giocano un calcio totale, tutti corrono verso la porta, tutti vogliono far gol come i brasiliani.

Quel gioco diventa un filo teso che unisce i bambini di oggi a quelli di ieri. Una sorta di esperanto, un pozzo di desideri e di divertimento infinito.


Philip Callaghan, mentre sale i gradoni per raggiungere l'unico profilo che gli è familiare, rivive quel connubio felice di pathos e lieve malinconia.

E’ bella l'immagine che gli rimanda il campo. La fotografia del mondo pallonaro mondato di tutte le sue nefandezze.

I genitori che, appassionatamente, incitano i loro piccoli campioncini gli strappano un sorriso affettuoso: ricorda bene il tempo in cui anche sua madre si trovava impelagata, praticamente tutti i gironi, tra scarpini sporchi e borsoni gonfi di divise di varie taglie.

Finalmente si ritrova a pochi centimetri dall'espressione dura e severa di Julian. La sua faccia è da uomo tutto d'un pezzo, di quelli che non riesci a mettere a terra nemmeno con un pugno in pieno stomaco.

L'amico d'infanzia è, però, quello con cui non ci sono né tabù, né segreti: a volte è più di un fratello.

Philip, dunque, infischiandosene della fronte aggrottata e delle mascelle contratte, sa che l'animo dell'amico è tenero. Lo scalfisci con niente e lo conquisti con poco tanto che anche i suoi occhi si sono inumiditi innanzi a quell'affiatamento, alla spensieratezza, all'imprevedibilità e a tutti i valori che può regalare lo sport più diffuso al mondo.

O forse c'è molto di più oltre quel semplice piacere. Quel rigido decalogo di proibizioni che ha regolato e limitato la sua infanzia e la sua adolescenza.


"Su Baronetto: sarò la tua guida spirituale, il tuo confessore, il tuo psicologo..."

La battuta scaccia un po' di malinconia e gli infonde sicurezza. A volte invidia la parlantina dell'amico di Furano, la naturalezza della sua personalità luminosa.

Molto spesso, al contrario, lui si è sentito una persona grigia. Di quelle che spengono le luci.

"Mi basti come rompiscatole !"


Per qualche minuto a rubare la scena è il tifo quasi fanatico dei genitori dei piccoli che rotolano sul campo.

"Ti ricordi..."

Philip non ha il tempo di completare. Un ricordo d’infanzia scatena sempre un’emozione e la voce calma di Julian si accavalla alla sua.

“Non ti ho ancora ringraziato per quel giorno !”

È più facile aggrapparsi alla più recente esperienza negativa e spiacevole; con la consapevolezza di poterla adesso gestire. Gli hanno raccontato che proprio il capitano della Flynet, impulsivo come un vulcano che sta per eruttare, è stato il primo a chinarsi sul suo corpo esamine e a cercare di rianimarlo affidandosi più all’istinto che a nozioni di vero soccorso.

“Di certo non mi daranno mai la laurea in medicina!”

C’è una forte dissonanza tra la postura posata di Julian e il marasma che gli ribolle dentro. Sa di non poter mentire a quello che è più di un fratello ormai.

“Quel giorno mi sono sentito come un gigante con tanti lillipuziani intorno e poi come un lillipuziano circondato da tanti giganti. Amy, a volte, mi dice che sono come un tornano che entra in un buco nero…Fa ridere, no?”

Philip però resta estremamente serio. Allora l’altro continua in una sorta di monologo.

“Sì, la ricordo la grande emozione nello scendere in campo dopo una settimana di duri allenamenti, la bellezza di un gesto tecnico, l’andare a contrastare con tutta l’energia l’avversario che avevo difronte. E non mi vergogno neanche di dire che spesso ho pianto per una partita non giocata.”

“Hai portato a termine tante missioni che sembravano impossibili, Julian. C’è una specie di magia nella tua storia e ci sono ancora tanti successi ad aspettarti. Vuoi davvero arrenderti sul più bello?”

Di riflesso ottiene la risposta di uno sguardo malinconico ma di un sorriso che non vuole cedere.

“Non trovi un po’ triste questa cosa? Ci si aspetta da noi che siamo superuomini, ma non quello di Nietzsche. Ci si aspetta soltanto che siamo uomini di successo. Ma io sono anche un figlio, un marito…Non posso più costruirmi un’altra realtà, così effimera da lasciarmi un vuoto dentro!”

“Allora vuoi davvero dire addio a tutto questo? Il campo da calcio, la tifoseria, le divise intrise di sudore, gli spogliatoi chiassosi dopo una partita?”

Basta guardare più attentamente Julian per capire. Quel fuoco che gli brucia negli occhi chiarisce che quell’amore viscerale non si spegnerà mai del tutto.

“No, non dirò addio a tutto questo. Semplicemente lo vivrò da un’altra prospettiva!”

Allora anche sul vulcano di Furano, dopo il violento ribollimento e l’esplosione di fiamma e di lava, tornano a fiorire le ginestre.

   
 
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