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Autore: Saigo il SenzaVolto    26/07/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi diquesta storia potrebbero essere diversi dall'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!

 
 
 

Sabbia e Morte 1


“QUANTO DIAVOLO MANCA ANCORA FINO AL DESERTO?” urlò un esasperato Naruto in aria a pieni polmoni.

“TACI!" lo zittì immediatamente Kushina, colpendolo con un pugno sulla testa. ”Vuoi farci ammazzare, Naruto? Potrebbero esserci delle creature ostili qui in giro!”

“Ma è da una vita che stiamo correndo,” brontolò il biondo massaggiandosi la testa. “Non ne posso più! Quanto ci vuole ancora?”

Era ormai da diverse ore che il gruppo di ninja continuava a marciare verso il deserto indicato dall’Eremita. Per diverse ore avevano corso ed esplorato questa strana terra chiamata Eldia. E, per tutta la durata del viaggio, non avevano ancora incontrato nessuna forma di vita ostile o meno. Neppure un animale di alcun tipo. Niente di niente. La cosa era parecchio preoccupante.

Alla testa del gruppo stava Minato, il quale osservava attentamente e con circospezione l’ambiente attorno a loro. Da quando avevano lasciato la collina, il paesaggio era decisamente cambiato. Non trovarono nessun’altra foresta con alberi giganti, ma li accolse invece un’enorme distesa di terreno roccioso rossastro, pieno di dislivelli e completamente privo di piante lungo chilometri e chilometri. Dato che si stavano avvicinando ad una zona desertica ed arida, si aspettavano di trovare paesaggi monotoni e secchi. Ma questa distesa di roccia era veramente troppo grande per i loro gusti. Anche il caldo cominciava a farsi sentire con forza. Per fortuna avevano trovato un corso d’acqua appena sotto la collina dove li aveva lasciati Hagoromo, e avevano fatto abbondanti provviste d’acqua. Se la sarebbero vista brutta altrimenti.

“Non dovrebbe mancare molto ormai.” disse il Quarto Hokage senza fermarsi. “La quantità di roccia sta diminuendo sempre più mentre continuiamo ad avanzare! Presto dovremmo intravedere la sabbia.”

“Speriamo davvero. Non ne posso più di correre!” sospirò Sakura asciugandosi la fronte.

“Neanche io!” aggiunse Mikoto. “E questo sole accecante non giova di certo! Non credi anche tu, Sasuke?”

Rimase stupita quando non udì nessuna risposta.

“Sasuke? Che succede?” chiese di nuovo lei girandosi a guardare suo figlio.

Il giovane Uchiha stava continuando a correre al suo fianco, seguito a ruota da Fugaku e Hinata, ma i suoi occhi erano aggrottati ed osservavano con sospetto e circospezione un particolare membro del gruppo che se ne stava un po’ più indietro rispetto agli altri nove. Mikoto seguì il suo sguardo e capì subito chi era che aveva catturato l’attenzione del figlio.

Boruto Uzumaki.

Nessuno sapeva cosa pensare di lui. Quel ragazzo era veramente un mistero. Da quando avevano intrapreso il viaggio, il misterioso biondo non aveva più proferito una singola parola, limitandosi a seguire il gruppo in disparte. La sua espressione era costantemente annoiata, ed il suo unico occhio aperto perennemente privo di emozione. Neanche una volta aveva tentato di approcciarsi a loro, a differenza di Sarada che ogni tanto aveva scambiato qualche parola con lei, Sakura e Sasuke durante il viaggio. E adesso anche lei sembrava essere intenta ad osservare il giovane Uzumaki, lanciando delle veloci ma costanti occhiate nella sua direzione.

Mikoto era persino pronta a giurare di avere visto la ragazza arrossire un paio di volte mentre osservava di sott’occhio e fugacemente il biondo col mantello.

“Chissà a cosa starà pensando…” si chiese la donna, quasi divertita.

“Eccolo laggiù!” esclamò improvvisamente Fugaku. “Il deserto!”

Tutti aguzzarono lo sguardo verso l’orizzonte all’udire ciò. Davanti a loro si estendeva un’enorme valle di sabbia dorata, delimitata ai lati da due enormi pareti rocciose di colore rosso fuoco che si estendevano oltre l’orizzonte fino a creare un paesaggio simile ad un canyon. Non avevano mai visto nulla di simile.

Appena giunsero dove cominciava la sabbia verso l’inizio del pomeriggio, proprio all’inizio della valle, si fermarono per fare una breve pausa e per studiare l’ambiente circostante.

“Questo deserto è molto diverso da quello della Terra del Vento!” disse Sasuke, guardandosi attorno. “Non ho mai visto qualcosa di neanche lontanamente simile a questo posto.”

“Già!” confermò Sarada, stupita. “Neanche io. Credete che sia pericoloso restare così allo scoperto?” chiese poi.

“Non abbiamo scelta,” rispose Minato. “Non sembra esserci nessun modo per nascondersi in questo deserto. Tuttavia procediamo con calma e senza correre troppo. Non possiamo sapere come reagirebbero quei Goblin di cui ha parlato l’Eremita se ci vedessero scorrazzare per il loro territorio.”

Annuirono tutti quanti tranne Boruto, il quale era intento ad osservare l’ambiente circostante una decina di metri più avanti. Nessuno di loro aveva idea di come fosse fatto un Goblin, e non potevano permettersi di correre dei rischi dinanzi una minaccia che non conoscevano affatto.

Mentre tutti ragionavano sul da farsi, i pensieri e lo sguardo di Naruto tornarono a posarsi su quel misterioso ragazzo della sua età che se ne stava sempre in disparte.

Suo figlio.

Naruto non sapeva proprio come comportarsi dinanzi a lui, e provava una serie di emozioni contrastanti ogni volta che lo guardava. Principalmente rabbia, confusione, incertezza e curiosità. Ma anche e soprattutto dolore. Un grande ed inspiegabile dolore che gli attanagliava il cuore ogni volta che posava lo sguardo su di lui. Ricordava ancora con incredulità e stupore la forza che Boruto aveva usato contro di lui la sera prima, e anche le sue parole sprezzanti e piene di odio e disinteresse.


Lui e Boruto erano sicuramente simili in aspetto fisico, ma erano completamente diversi dentro. Uno era uno Shinobi, l’altro era un Nukenin.

Il ragazzo del futuro era persino più freddo e distaccato di quanto lo fosse mai stato Sasuke. Naruto era genuinamente interessato a conoscere e scoprire qualcosa di più su di lui. Dopotutto, non capitava ogni giorno di poter incontrare e conoscere il proprio figlio in circostanze simili. Naruto voleva entrare assolutamente in dialogo con lui. Desiderava chiedergli qualcosa. Qualunque cosa, pur di conoscerlo meglio. Quando aveva notato come Sarada e Sasuke avessero cominciato a rivolgersi la parola e parlarsi di tanto in tanto durante la mattinata, aveva provato, con sua enorme sorpresa, una fitta di gelosia inspiegabile. In fondo al cuore, anche lui ambiva a parlare con Boruto come aveva fatto Sasuke con sua figlia.

Neanche la presenza dei suoi genitori era riuscita ad offuscare completamente la gelosia e la tensione. Naruto era consapevole del fatto che Minato e Kushina con molta probabilità avessero intuito cosa stesse provando in quel momento. I suoi genitori avevano provato a distrarlo di continuo, attirando sempre la sua attenzione su di loro per tutta la mattina probabilmente per questo motivo. Ma perché non riusciva a stare in pace? Che cosa aveva Boruto di così particolare da riuscire ad attirare completamente l’attenzione di Naruto su di sé? Talmente tanto da impedirgli di farsi bastare l’attenzione dei suoi stessi genitori? Un’attenzione che lui in particolare bramava da una vita intera?

“Boruto…” pronunciò quel nome nella sua testa con tristezza.

Quanto avrebbe voluto andare da lui e parlargli. Ma nonostante continuasse a pensarlo diverse volte, non trovava mai la forza per farlo. Aveva paura.

Anche Hinata aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Aveva letteralmente pianto lacrime di dolore quando Boruto aveva pubblicamente rinnegato lei e Naruto di fronte a tutti la sera prima. Ma da subito dopo quell’episodio, lei aveva completamente ignorato la presenza del ragazzo, senza neanche rivolgergli uno sguardo per un secondo. Si comportava come se non ci fosse affatto, una cosa insolita per lei. E, cosa ancor più insolita, la ragazza aveva persino incominciato ad evitare lo stesso Naruto, senza alcun motivo.

Anche tutti gli altri del gruppo erano consapevoli dell’evidente tensione che c’era tra Boruto, Hinata e Naruto, ma non sapevano come comportarsi al riguardo. Boruto si era rivelato incredibilmente potente per la sua età. Talmente tanto da riuscire a tenere testa all’Eremita delle Sei Vie! Tutti erano rimasti spaventati dal suo potere. Ed il fatto che si fosse volontariamente distanziato da tutti loro non aiutava certo a risolvere la situazione.

Ignaro dei pensieri che gli altri avevano su di lui, Boruto se ne stava seduto su una roccia solitaria in mezzo alla sabbia, sorseggiando un po’ d’acqua da una borraccia. I suoi sensi erano costantemente all’erta, e c’era qualcosa che lo turbava.

“Questo posto ha qualcosa che non va…” pensò tra sé e sé, le sopracciglia aggrottate in sospetto e tensione. “Il mio occhio destro pulsa, e non è un buon segno.”

La sensazione durò alcuni minuti, ma non accadde nulla per diverso tempo. Boruto si rilassò un secondo, pensando che forse qualunque cosa di pericoloso ci fosse nei paraggi avesse deciso di ignorarli, quando all’improvviso s’irrigidì istantaneamente. Percepì una sensazione di pericolo provenire da ogni direzione attorno a lui, senza però riuscire a capire l’origine esatta. In un istante comprese qualcosa che lo fece sobbalzare dalla tensione.

“Siamo circondati!” realizzò mentalmente.

Non c’era tempo da perdere. Erano in pericolo.

“State in guardia!” urlò verso gli altri, balzando in piedi sulla roccia dove era seduto. “Siamo circondati-“

Non fece in tempo a finire la frase che subito una freccia proveniente dal basso gli sibilò di fianco alla testa con una velocità disarmante. Aveva appena fatto in tempo ad evitarla inclinandosi verso destra, quando ne dovette bloccare immediatamente dopo un’altra con una mano, diretta al cuore. Gli altri nove non fecero in tempo a capire cosa fosse successo, quando dalla sabbia sotto i loro piedi saltarono fuori all’unisono delle strane e bizzarre creature mai viste prima.

Avevano tutte una forma umanoide, ciascuna creatura con due gambe e due braccia robuste e pelose, mentre il corpo era più sottile e meno sviluppato rispetto agli arti. In totale, raggiungevano l’altezza di circa un metro. La loro testa era piuttosto allungata, con delle enormi orecchie appuntite, dei denti aguzzi e seghettati e dei minuscoli occhi gialli, la cui iride era lunga e sottile, simile a quella dei felini. Tutta la loro pelle era di un colore brunastro, simile a quello della sabbia ed adatto a mimetizzarsi tra le rocce del deserto. Tutte le creature impugnavano diverse armi: archi, frecce, ed anche lance e spade incredibilmente affilate ma dall’aspetto grottesco. Gli strani esseri dinanzi a loro erano divisi in due gruppi costituiti da decine e decine di creature ciascuno. Un gruppo aveva circondato interamente Boruto tenendo una distanza di qualche metro da lui, mentre l’altro gruppo aveva accerchiato Naruto, Sasuke e tutti gli altri.

“Sono usciti dalla sabbia?” urlò Sasuke dallo spavento.

Quegli strani esseri emisero un verso simile ad un sogghigno gutturale all’udire le sue parole, limitandosi poi a puntare le loro armi contro di loro e mostrando i denti aguzzi.

“Sono forse questi i Goblin di cui parlava l’Eremita?” si chiese Naruto ad alta voce, teso nel caso le creature decidessero di attaccare.

“Wow! Come hai fatto a capirlo?” rispose sarcasticamente Boruto, senza distogliere lo sguardo dal gruppo che lo circondava a qualche metro di distanza. La sua espressione era tornata calma nonostante la situazione, il suo corpo apparentemente rilassato.

“Chi siete?” domandò Fugaku, tentando di comunicare con loro. I Goblin non risposero, emettendo invece un verso simile ad una risata isterica e mostrando i denti, avanzando lentamente verso di loro con le armi sguainate.

“State all’erta!” intimò Minato seriamente, impugnando saldamente un paio dei suoi particolari kunai ed assumendo una posa di difesa accanto a Kushina. “Non attaccate per primi e non abbassate mai la guardia!”

Fugaku, Mikoto e Sarada osservavano le creature con lo Sharingan attivo, mentre Hinata assunse la classica posa di difesa del clan Hyuuga ed attivò il Byakugan. Appena lo fece, notò una cosa molto particolare.

“Cosa?” esclamò allibita nella sua mente.

“Queste creature non hanno chakra!” disse a voce alta la ragazza, confusa.

“Cosa stai dicendo, Hinata?” domandò Sasuke senza distogliere lo sguardo dai Goblin.

“Il corpo di queste creature,” disse ancora lei nervosamente, scrutando quegli esseri con i suoi occhi. “Non possiede nessun flusso di chakra al suo interno! Nessun Goblin ha chakra nel proprio corpo!”

La notizia era sconvolgente. Com’era possibile una cosa del genere? Qualsiasi essere vivente doveva possedere dell’energia vitale per poter essere considerato vivo. Era questa la differenza più importante tra essere vivente e non vivente. Un sasso ad esempio non possedeva nessuna energia vitale, mentre un uomo, un animale o una pianta sì. Quest’energia era il chakra. Se i Goblin non possedevano realmente nessun tipo di energia vitale, come potevano essere vivi?

“Questo spiega perché non sono riuscito a percepirli prima!” pensò Boruto, afferrando l’elsa della spada dietro la schiena.

Improvvisamente le creature emisero un orrendo urlo gutturale, per poi avventarsi con foga e rapidità contro di loro.

Lo scontro ebbe inizio.

Naruto si lanciò in avanti e tentò subito di colpire un bersaglio con un kunai all’altezza del collo, ma rimase sbalordito quando vide che il Goblin bloccò facilmente il suo attacco con la sua spada e con una rapidità disarmante, per poi contrattaccare con un affondo da sinistra che il ragazzo riuscì a malapena ad evitare piegandosi in basso. Naruto ritentò l’offensiva saltando e sferrando un calcio mirato alla testa, ma la creatura lo bloccò di nuovo col braccio, ghignando. Il Goblin fece per contrattaccare di nuovo, quando dal nulla Minato gli apparve alle spalle e gli recise la testa con un colpo secco prima che potesse reagire.

“Non abbassare la guardia!” gli intimò suo padre. “Sono più forti di quel che sembrano!”

I Goblin attaccavano con una forza ed una velocità sorprendenti per le loro dimensioni, attaccando e schivando i colpi con agilità e precisione.

Sasuke riuscì ad eliminarne con relativa facilità cinque, prevedendo le loro mosse grazie allo Sharingan e colpendoli con una katana.


Anche Sarada non ebbe grosse difficoltà a difendersi dai loro attacchi, schivando e colpendo al momento giusto.

KATON,” urlò poi la ragazza, inspirando profondamente e formando diversi sigilli con le mani. “Goukakyuu no jutsu!” (Palla di Fuoco Suprema)

Un’enorme sfera infuocata si generò subito dal suo soffio, avanzando con rapidità ed investendo tutte le creature dinanzi ad essa, incenerendole quasi tutte all’istante prima che potessero difendersi, mentre i pochi superstiti dell’attacco vennero immediatamente terminati dai micidiali pugni di Sakura.


Hinata utilizzò la Tecnica della Rotazione Suprema, investendo e facendo volare in aria un’intera orda di Goblin con un solo pugno.

“Saranno anche forti nel corpo a corpo,” pensò con soddisfazione la ragazza. “Ma non possono difendersi dai Jutsu!”

Gli adulti del gruppo avevano più esperienza dei giovani, e non ci misero molto a intuire la stessa cosa. Anche nel combattimento fisico non fecero molta fatica ad anticipare le mosse dei loro avversari, eliminandoli con relativa facilità. Ma qualcosa non andava. Per quanti Goblin riuscissero ad eliminare, ne continuavano a sbucare fuori dalla sabbia il doppio, tutti con un ghigno sulla faccia e bramosi di uccidere, senza mai fermarsi o cedere il ritmo. La situazione si stava facendo pericolosa per i ninja.

Naruto formò un familiare sigillo con le mani.

Tajuu Kage Bushin no jutsu!” gridò. (Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo). In un istante, centinaia di copie di Naruto comparvero dal nulla con una nuvoletta di fumo bianca, attaccando senza pietà quante più creature possibili da tutte le direzioni. Il deserto riecheggiò per interi minuti dal fragore di lame che si scontravano e dal rumore delle sue copie che esplodevano in una nuvola di fumo.

Minato continuava e mietere vittime su vittime, teletrasportandosi continuamente alle spalle delle creature grazie a diversi kunai sparsi per la sabbia e recidendo teste, arti e corpi interi con precisione e rapidità.

“Dannazione!” urlò Kushina, calciando sulla faccia un Goblin che aveva tentato di azzannarla coi denti. “Non finiscono più! Continuano a uscirne sempre altri!”

“Di questo passo finiremo per stancarci troppo!” constatò Mikoto lanciando diversi kunai esplosivi contro gli avversari.

La situazione peggiorava ogni secondo di più. I Goblin non accennavano a diminuire, ma anzi il loro numero era aumentato esponenzialmente. L’intera area intorno a loro era ricoperta da cadaveri, ma nonostante questo non riuscivano ad avere la meglio contro quegli esseri. La loro superiorità numerica li stava portando lentamente allo stremo.

“Maledizione!” imprecò trà sé Naruto. “Di questo passo sarò costretto ad usare il chakra della Volpe!”

Improvvisamente, però, accadde qualcosa.

Un’enorme ondata di chakra investì l’intero deserto, alzando una nube di sabbia e facendo fermare tutti dallo stupore, Goblin compresi. Naruto e gli altri si voltarono di scatto verso la direzione da cui era partita quell’onda, intuendo già chi ne fosse stato il responsabile.

Boruto Uzumaki era in piedi, immobile, con gli occhi chiusi e la sua spada in mano. Attorno a lui erano addossati decine e decine di corpi di Goblin morti. Quelli ancora in vita più vicini a lui indietreggiavano lentamente, con le facce terrorizzate. Il ragazzo aprì lentamente il suo occhio sinistro, la sua espressione spaventosamente seria e glaciale.

Poi fece la sua mossa.

Con la velocità di un fulmine, scattò davanti ai due Goblin più vicini e gli recise la testa con un singolo colpo di spada. I loro corpi crollarono a terra un secondo dopo. Dopo un istante balzò in aria roteando diverse volte per poi atterrare nel mezzo di un altro gruppo di creature, decimandole con attacchi precisissimi e colpendo con la sua katana talmente velocemente da non riuscire a prevedere la direzione dei suoi colpi. Poi si spostò ancora di lato, schivando diverse lance scagliate contro di lui e calciando in aria tre Goblin alla sua destra con un movimento quasi impercettibile.

Tutti gli altri nove ninja erano letteralmente scioccati nel vederlo finalmente in azione, con gli occhi sgranati e le bocche aperte. Il ragazzo si muoveva tra i nemici con una velocità indescrivibile, quasi disumana, brandendo la sua spada e falciando Goblin su Goblin con colpi precisi e fulminei. Schivava e bloccava tutti gli attacchi con facilità, quasi danzando in quel grottesco caos di spade, lance e corpi; abbassandosi, inclinandosi a destra e sinistra e bloccando con la spada qualsiasi attacco al momento giusto, per poi contrattaccare con un colpo secco e deciso in ogni punto scoperto dell’avversario con pugni, calci e colpi di katana. In meno di tre minuti, più della metà dei Goblin erano stati eliminati da lui.


Boruto si fermò all’improvviso, voltandosi e fronteggiando i superstiti con sguardo impassibile e abbassando leggermente la spada. I Goblin rimasti lo guardarono come se fosse un fantasma, con gli occhi sgranati e colmi d’incredulità. Poi, senza preavviso, cominciarono a scappare urlando e gemendo verso la direzione opposta, addentrandosi ulteriormente nel deserto ed abbandonando il campo di battaglia.

Sarada, Fugaku e tutti gli altri guardarono l’orda di nemici ritirarsi, allibiti ed increduli, per poi rivolgere lentamente lo sguardo sulla persona che aveva sconfitto da solo e senza difficoltà tutti i Goblin. Un unico pensiero riecheggiava nelle loro confuse e completamente perse teste.

“Come diavolo ha fatto?”

Boruto rimase fermo dando loro le spalle, intento a ripulire la lama della katana dal sangue con una mano, mentre un soffio di vento gli faceva ondulare leggermente il mantello.

“Che delusione…” mormorò il biondo, osservando l’orda di Goblin ritirarsi in lontananza con disappunto.

 
 

Note dell'autore!!!

Salve gente! Come promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto e che vi abbia intrigato.
A causa di impegni personali, per la durata di tutta la prossima settimana non usciranno altri capitoli. Questo perchè sarò sempre fuori casa, e non avendo il mio portatile con me, non riuscirò a pubblicare gli altri capitoli già pronti. Mi scuso per l'attesa che vi farò sostenere, ma vi assicuro che una volta che sarò libero riprenderò a pubblicare a pieno ritmo come prima.
Nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate della storia, mi sta facendo davvero piacere sentire le vostre opinioni!
   
 
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