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Autore: Cailiel    26/07/2017    0 recensioni
Raven Reyes non si sarebbe mai aspettata di diventare una merce di scambio usata dal padre per proteggere il loro villaggio.

She slept with wolves without fear, for the wolves knew a lion was among them
Genere: Guerra, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The escape

"E' un piano suicida il vostro." obbiettò Kato dopo aver ascoltato ciò che Bellamy, Clarke e Finn gli stavano proponendo.

Il capo del clan terrestre aveva l'aria afflitta e non poteva essere biasimato.

"Non siamo nemmeno sicuri che Raven sia ancora viva. Forse nessuna delle persone imprigionate lo è."

"Forse non sono ancora vivi ma dobbiamo riuscire a fermare in qualche modo tutto questo." rispose pacatamente Bellamy, aveva le braccia incrociate al petto e lo sguardo perso nel vuoto.

Stava pensando a Octavia. Era sempre stato un fratello maggiore molto protettivo. Aveva giurato sulla tomba di sua madre che si sarebbe sempre preso cura di lei al meglio e lasciarla andare a farsi catturare è stata una decisione difficile e sofferta per lui, ma era la cosa giusta da fare. Lo sapeva lui come lo sapevano tutti.

Octavia era probabilmente la ragazza più bella e astuta del branco. Mentre Clarke era intelligente, Octavia era sveglia e rifletteva in fretta.

"Gli uomini della montagna hanno dei sistemi di sicurezza molto avanzati, qualcosa che noi non conosciamo."

Kato era chiaramente un uomo d'altri tempi se sapeva di che tecnologie disponeva il clan della montagna.

"E poi come pensate di farli uscire alla luce del sole se agirete di notte?"

"Per ora ci limiteremo a portare in salvo i prigionieri." tagliò corto Bellamy chiaramente stanco di tutta quell'attesa.

Kato rimase in silenzio, se avesse perso Bellamy avrebbe perso tutto. Il giovane non aveva ancora capito che era comunque riuscito a guadagnarsi la fiducia del clan con la sua cocciutaggine e perseveranza. Il nuovo branco di lupi si era dimostrato affettuoso e gentile con il prossimo guadagnandosi a sua volta l'amore e il rispetto da parte degli umani.

 

Octavia non ce la faceva più, era chiusa in quella gabbia da ormai due giorni ed usciva solo per farsi prelevare il sangue. Stava iniziando a sentirsi debole sul serio e si domandava come avessero fatto gli altri a sopravvivere lì.

Raven aveva iniziato a riprendere un po' di colorito, le guardie l'avevano lasciata da parte per un po' e la cosa le aveva notevolmente giovato.

Una donna con un camice bianco e con la pelle scura si fermò davanti alla loro gabbia. Osservò entrambe silenziosamente e scrisse qualcosa su un foglio dopodichè fece cenno con la testa verso i due uomini.

"Prendetele e mettetele a testa in giù, entrambe."

I due obbedirono, Octavia iniziò a opporre resistenza quando uno di loro la prese per le braccia e iniziò a trascinarla fuori dalla gabbia verso dei tubi di plastica. L'avevano costretta a quella tortura anche il giorno prima e per poco non aveva vomitato.

Raven invece si lasciò prendere e trasportare come se non le importasse più nulla della vita, a vederla in quello stato Octavia capì che non c'era veramente nessuno da aspettare. Se volevano vivere si sarebbero dovute salvare da sole.

Smise di opporre resistenza e lasciò che la incatenassero e le mettessero i tubi nelle vene. Pensò che nessuno si era accorto della scomparsa della guardia che aveva ucciso, almeno era quello che sperava.

I tre se ne andarono lasciandole lì sole a penzolare a testa in giù.

"Raven." mormorò Octavia.

"Non ce la faccio più." pigolò l'altra, le guance le si stavano già arrossando con quel poco di sangue che le restava in circolazione.

"Adesso ce ne andiamo." la rincuorò la mora ma Raven non le credeva più, sospirò per poi sentire un tonfo.

Octavia era riuscita a liberarsi ancora una volta dalle catene che le tenevano i polsi ed era in qualche modo riuscita a strapparsi anche le cavigliere. Scattò subito in piedi per aiutare anche Raven a liberarsi e non appena la ragazza fu a terra gli altri prigionieri iniziarono di nuovo a fare baccano nelle gabbie.

"Ce la fai a correre?"

Raven annuì appena non del tutto sicura.

Octavia le prese un braccio e lo usò per circondarsi il collo con esso in modo da trascinarla con se più in fretta.

"Ferme!" l'urlo della guardia echeggiò nelle pareti di roccia subito dopo ci fu uno sparo. Octavia ebbe l'impulso di trasformarsi e scappare via ma riuscì a reprimerlo. Afferrò ancora più saldamente Raven e continuò a correre verso la cascata.

Un secondo sparo e Raven urlò di dolore ma non smise di muoversi per quanto poco riuscisse a farlo.

Il sangue scarlatto iniziò a sgorgare dalla coscia bagnandole tutta la gamba.

"Manca poco." assicurò Octavia. Erano quasi arrivate alla fine di quella grotta, con un ultimo sforzo la mora prese una rincorsa e si gettò fuori dalla grotta insieme all'altra ragazza.

Il getto ghiacciato dell'acqua le spinse verso il basso e caddero nel fiume.

Octavia riemerse a circa un metro di distanza dalla cascata, la corrente la stava spingendo lontana. Prese aria e passò le mani sul viso per spostarsi i capelli all'indietro e vedere meglio. Raven non era da nessuna parte ma da sotto l'acqua si stava levando una grossa macchia rossa.

Immediatamente la metamorfa si immerse lottando con tutte le sue forze per arrivare al corpo di Raven che giaceva sul fondo melmoso del fiume.

La afferrò per una mano tirandola con se verso l'alto.

Ansimò ed annaspò tenendosi stretta l'amica mentre la corrente continuava a trascinarle sempre più lontano.

Aveva paura che anche in quel fiume ci fosse qualche mostro marino. Non erano rari. Octavia ne aveva visti molti viaggiando con il branco. Erano velocissimi e captavano ogni movimento che avveniva nell'acqua, diventavano letali se fiutavano del sangue e in questo caso ce n'era moltissimo.

Si aggrappo a un grosso ramo caduto. Con un po' di difficoltà riuscì a sistemarci sopra Raven e poi uscì anche lei.

Quando finalmente furono a riva Octavia si concesse qualche secondo per riprendere fiato, ne approffitò per osservare le condizioni di Raven. Era svenuta ed aveva anche battuto la testa. Il proiettile che le aveva colpito la coscia era caduto fuori, ora la ferita era aperta e se non si fosse mossa a portarla al sicuro si sarebbe infettata.

Prese la ragazza in spalla per poi trasformarsi. L'unica sua preoccupazione era quella di non incontrare ostacoli durante il cammino, voleva tornare a casa ed abbracciare Bellamy.

Arrivò al villaggiò all'imbrunire. Era stremata e Raven non aveva ancora dato alcun cenno di vita, l'unica cosa che rassicurava Octavia era il suo lento ma regolare battito del cuore.

Le zampe le cedettero e crollò a terra riprendendo la forma umana, il corpo di Raven la schiacciava impedendole di prendere aria.
Indistintamente riuscì a vedere un uomo arrivare di corsa verso di loro, aveva la vista appannata per via della fame, della sete e della stanchezza. L'ultima cosa che percepì prima di svenire fu il senso di vuoto quando quel qualcuno sollevò Raven da sopra la sua schiena.

  
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