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Autore: Luxanne A Blackheart    27/07/2017    2 recensioni
"Noi due siamo uguali, anche se diversi, Zafiraa. Siamo uguali perché siamo stati rinnegati. Siamo diversi perché distruttivi in modo differente: tu come la neve, io come il fuoco."
Zafiraa ha diciotto anni e due problemi. È albina e una piratessa, una delle più temute ed odiate dei sette mari. Fattori questi che rendono il sopravvivere,  in una società fortemente maschilista e  superstiziosa, molto difficile.
Zafiraa ha un rivale che cerca di catturarla, direttamente imparentato con il sultano, che la vuole morta dopo il torto subito.
Ma non appena le loro spade affilate si incontreranno, capiranno di essere due animi affini i cui destini e passati sono fortemente collegati fra di loro.
Sono neve e fuoco.
Sono rinnegati dalla stessa terra.
Sono un uomo e una donna che non hanno un posto nel mondo e che cercheranno di crearselo. Insieme, separatamente, chi può dirlo?
L'importante è che due occhi verdi da cerbiatta e capelli rossi come il fuoco non muovano le carte in tavola, girandole a proprio favore. Perché il tempo passa per tutti, ma le abitudini restano.
Segreti mai rivelati, bugie, odi repressi e amori proibiti e immorali... siete pronti a rientrare a Palazzo Topkapi e vivere una nuova avventura?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Rinascimento
Capitoli:
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IV.




-Mi chiedevo quando avreste fatto la vostra comparsa, sodomita. Adesso che vostra sorella non è più lì a coprirvi il culo, avete deciso di abbandonare la gonnella e mettervi i pantaloni?- Mustafà ghignò, afferrando una spada, approfittando delle chiacchiere. Erano nemici, tutti quanti, ma non erano vili e non avrebbero mai combattuto o ucciso un uomo disarmato. -Mossa coraggiosa da parte vostra, peccato che non ve la lascerò così facilmente. -
-E io speravo proprio in questo. Sarà un piacere versare il vostro sangue in questa bellissima fortezza e magari quando avrò finito, mi occuperò di vostra moglie. E' una donna bellissima e potrei fare di lei ciò che voglio. - Alexandros ghignò, facendo luccicare gli occhi celesti, come quelli di Drake. Era un armadio, largo di spalle e con gli addominali scolpiti grazie alle ore incessanti di addestramento a cui suo padre lo sottoponeva da quando aveva dieci anni. I capelli di un biondo chiaro, mossi e lunghi fin sopra le spalle lo facevano somigliare ad uno di quei dei nordici di cui sua madre leggeva loro e se non lo si conosceva, sembrava veramente un barbaro proveniente da terre lontane, pronto a violentare qualsiasi donna. - E dei vostri figli che cosa potrei farmene?-
-Magari i nostri schiavetti personali, Alex. - A Zafiraa luccicarono gli occhi, ripensando a quanto doveva essere meraviglioso averli tutti per sé. Avrebbero fatto tutto il lavoro al posto suo.
-Come osate parlare in questo modo dei miei eredi! - Urlò il principe, alzando la spada e colpendo Alexandros sullo zigomo e Zafiraa con un calcio sullo stomaco, facendola piegare in due dal dolore. Suo fratello ci rimise poco a riprendersi e non perse tempo ad attaccare il turco, che aveva osato ferire la sorella minore. Cominciarono a combattere, menando fendenti veloci, scattanti, letali, ignorando la ragazza. Era una cosa fra uomini quella, si accorse suo malgrado, poiché Mustafà aveva osato rapire sua sorella, insultarla, umiliarla, facendole indossare abiti femminili, rendendola sua schiava e per questo doveva pagare.
Zafiraa ne approfittò per andare a cercare i suoi genitori e il resto della sua ciurma, nel caso avessero bisogno d'aiuto.
Corse per tutto il castello, udendo le voci e il clangore delle spade che si toccavano l'una con l'altra, le bestemmie dei pirati e le grida di chi veniva ucciso. Quando trovava qualcuno dei suoi in difficoltà, si fermava e uccideva più eunuchi che poteva, sporcandosi quel maledetto vestito di sangue. Il foulard che le nascondeva i capelli lo aveva perso da un pezzo e non le importava di lasciarsi guardare quando combatteva, perché quando teneva in mano una spada, si sentiva potente, indomabile e libera. Era nata per fare quello.
-Zafiraa! - Quella era la voce di sua madre, avrebbe potuta riconoscerla ovunque, anche fra le confuse grida di battaglia. Lei era lì, sorretta da suo padre con un brutto taglio sul braccio. - Bambina mia, ti abbiamo trovato! -
-Madre, padre! - Lei corse verso i suoi genitori, contenta di poterli rivedere, arrabbiata e preoccupata per le sue condizioni. Era terribilmente pallida e sudata, non era normale. Era stata ferita altre volte in battaglia, ma non aveva mai avuto reazioni simili. -Che cosa è successo? -
-Le spade degli eunuchi sono cosparse di veleno. Un solo graffio e può esserci fatale. Ne abbiamo persi dieci, Zafiraa, dobbiamo andarcene adesso. Dov'è tuo fratello? -
-L'ho lasciato con Mustafà, stavano combattendo. Io ho preferito venire a cercarvi. -
-Non perdiamoci in chiacchiere ora. - S'intromise Drake, guardandosi intorno. Teneva stretta sua moglie come se ne valesse la vita del mondo ed era talmente arrabbiato che avrebbe potuto sterminare tutti gli ottomani solo con la sua spada e la sua abilità. Non poteva perdere anche sua madre, dopo aver perso suo fratello Alexandros e tutta la sua famiglia. Ne sarebbe morto poco alla volta. - Andiamo ad aiutare tuo fratello. E' ora che quel bastardo muoia. -
-Padre, io vorrei restare in realtà. - Disse Zafiraa, aiutando suo padre a sostenere sua madre. I suoi genitori la guardarono in cagnesco, muovendosi verso le stanze dell'erede al trono.
-Non dire cazzate, Zafiraa. Sei stata per troppo tempo nelle mani di questi bastardi, il tuo posto è con la tua famiglia, sulla tua nave. - Un eunuco li prese alle spalle, sorprendendoli. Zafiraa gli fu subito addosso, sferrandogli un calcio che gli fece perdere l'equilibrio e subito dopo lo perforò da parte a parte con la sua spada affilata. Ritornò da sua madre e questa volta accelerarono il passo.
-Posso vendicare la morte dei nostri famigliari e tutto ciò che abbiamo perso per colpa loro, padre. Ho un piano, ma tu devi far in modo che resti ancora qui, loro prigioniera e loro mi portino dal sultano in persona. Sono troppo importante, anche per il colore dei miei capelli e nessuno mi ucciderà. -
-E' troppo pericoloso. Sei una ragazzina, mia figlia, e non lascerò che tu faccia tutto ciò da sola. Se ti scoprissero, sai che ti giustizierebbero immediatamente? -
-Ne sono consapevole. Ma so di riuscire a farlo da sola. -
-Tuo zio era il Gran Visir, la persona più importante dopo il sultano, eppure hanno messo fine alla sua vita... - Fiammetta si commosse, come qualsiasi volta che nominavano Ibrahim e la sua tragica morte. Zafiraa si irrigidì; odiava vederla piangere. - Non sopporterei la tua morte. -
-Prometto di non morire. Ma se resterete ancora per molto, sarete voi a morire. Madre, non potete resistere per molto ancora. -
Susseguì un lungo silenzio, nel quale si udivano solamente le urla di Mustafà e Alexandros, segno che erano vicini al luogo in cui stavano combattendo. Fiammetta e Drake si guardavano seri, impassibili e Zafiraa sapeva cosa significava; fra loro avveniva un dialogo particolare, era come se riuscivano a leggersi nel pensiero e discutevano tramite i loro sguardi. Alla fine di ciò Fiammetta distolse lo sguardo e una lacrima le scivolò lungo la guancia. Era fatta.
-Ti concedo il mio permesso, Zafiraa. Ma dovrai tenerti sotto contatto con me ogni settimana. Non mi interessa come, trova il modo. - Drake la guardò negli occhi serio e lei gli sorrise. -Dio ti protegga, figlia mia. -
-Grazie, vi voglio bene e non vi deluderò. -
Quando furono in prossimità della stanza di Mustafà, trovarono Alexandros steso per terra in un bagno di sangue, il principe ridotto altrettanto male, ma era lui ad avere la meglio, poiché se sua madre Fiammetta non avesse gridato, suo figlio maggiore sarebbe già morto, trafitto in due.
Né Drake, né Zafiraa ebbero la possibilità di fermarla, prima che debole e priva di coordinazione, ma straordinariamente veloce solo come una madre può essere per salvare i propri figli, si muovesse; assalì Mustafà, impedendo che la spada si conficcasse nel petto di Alexandros. Mentre loro lottavano, suo fratello era svenuto e sei eunuchi avevano accerchiato lei e suo padre.
Non ebbero via d'uscita se non lasciare Fiammetta a lottare con Mustafà e loro affrontare tre eunuchi alla volta con una sola spada. Il primo ad ucciderne uno fu Drake e successivamente ne seguirono gli altri due, che caddero per terra senza testa e in un lago di sangue caldo e scivoloso; quando anche Zafiraa, con due tagli superficiali sulla costola, ebbe ucciso i suoi con l'aiuto di suo padre, erano stanchi ma pronti a combattere ancora.
Sua madre se la cavò bene durante lo scontro, schivando abilmente i fendenti dell'abile spadaccino e quando notò che suo marito e sua figlia non erano più in pericolo, si distrasse e venne colpita in volto da Mustafà. Fiammetta cadde per terra, ma Drake non lasciò che lei si rialzasse così prese il suo posto, mentre Zafiraa, un concentrato di rabbia e timore per i suoi unici familiari, controllava le condizioni di suo fratello. Aveva un brutto taglio sul petto che finiva poco sotto il mento e iniziava dalla coscia sinistra. In certi punto era talmente profondo che Zafiraa giurava di aver visto gli organi, ma nonostante ciò era ancora vivo. Cercò così, strappando la gonna logora del suo vestito di tamponare il sangue; non doveva assolutamente morire dissanguato.
All'improvviso entrò nella stanza la moglie di Mustafà, urlando quando vide tutto quel sangue e suo marito in pessimo stato, poiché era pieno di tagli. Bastò solo quello per permettere ai due uomini di distrarsi e a Zafiraa di prendere in mano la situazione, correndo verso la donna e puntarle una lama al collo.
-Ma guarda un po' chi abbiamo qui. La puttana di Mustafà. - Ghignò suo padre, stando attento ad ogni mossa improvvisa del suo rivale.
-State ferma o vi taglio quel bel collo da cigno che possedete, mia signora. - Le sussurrò Zafiraa nell'orecchio. Tremava la povera creatura, chiamando il nome di suo marito. Mustafà avanzò, ma Zafiraa premette più forte la lama del coltello sul collo delicato della donna, ferendola leggermente. -Lasciate andare i miei genitori e mio fratello, Mustafà e in cambio avrete me. Non scapperò e ovviamente non farò del male a vostra moglie. -
-Fa' pure, me ne troverò un'altra. Di femmine il mondo è pieno. -
Il resto successe fin troppo velocemente e in modo confusionario, tant'è che Zafiraa non riusciva ancora a spiegarselo.
Mustafà tirò fuori un piccolo pugnale dalla lama lunga e sottile che era riuscito a nascondere, lanciandolo con forza e agilità in direzione di Fiammetta, che non riuscì a schivarlo perché troppo debole e impacciata a causa del veleno; infatti esso si conficcò nell'occhio della donna e sicuramente nel cervello, tant'è che prima che toccasse il suolo, era già morta. Zafiraa la vide semplicemente cadere e non muoversi più.
-Fiammetta! Brutto figlio di puttana! - Drake ricominciò ad attaccare Mustafà, ma Zafiraa sapeva già che non aveva possibilità di sopravvivenza, poiché era fin troppo accecato dalle emozioni e durante lo scontro con gli eunuchi aveva riportato un taglio profondo sull'addome. Nel giro di pochi minuti era morto anche lui, decapitato dalla lama affilata della spada di Mustafà. Il suo sangue bagnò il viso del principe, la sua testa rotolò fino ai piedi della moglie, che spaventata la calciò via, dimenandosi.
Zafiraa, guardando prima sua madre con un pugnale conficcato nell'occhio, poi suo padre senza testa, decapitato come un animale e suo fratello quasi squartato in due, versò solo una lacrima, l'ultima in tutta la sua vita e successivamente tagliò la gola della moglie, buttandola a terra.
Era accecata dalla vendetta e il destino volle che proprio in quel momento li raggiungessero la balia assieme ai due figli di Mustafà, Orhan e Mihrişah. Quando Mustafà li vide, si apprestò nel fermare Zafiraa che aveva afferrato due spade cariche di veleno, letale per i bambini di così poca età.
-Andatevene via! -
-Mamma! Mamma! - Urlavano i piccoli, impietriti, nonostante la balia continuasse a tirarli impaurita.
-Non ti azzardare a toccare i miei eredi! I miei figli! - Mustafà l'afferrò per i capelli, buttandola sul letto e le fu subito sopra con le mani strette intorno al collo. L'aria stava cominciando ad esaurirsi poco alla volta, ma lei non aveva intenzione di farsi uccidere così facilmente, la vendetta la infiammava dall'interno.
Era un fuoco pronto a scoppiare ed incendiare tutto, un drago.
Assestò una ginocchiata nelle parti intime di Mustafà e successivamente una testata sul naso, che lo fece cadere per terra. Scese dal letto e lo prese per i capelli, trascinandolo vicino al muro per poi inchiodarlo attraverso una spalla sulla parete. Sentì la spada attraversare ossa, carne, terminazioni nervose e poi conficcarsi nella parete talmente in profondità che quel bastardo sarebbe morto lì. Non aveva urlato, ma continuava a guardare i suoi figli che non si staccavano dalla madre. La balia era sparita nel nulla, probabilmente era scappata a cercare aiuto.
-Adesso guardate, proprio come ho guardato io e soffrite. - Zafiraa lo afferrò per i capelli, mentre gli parlava, costringendola a guardare. -Questa sarà la faccia di chi ha messo fine alla vita dei vostri figli. -
Mustafà rise, sputandole in faccia. -E questa è la faccia di chi ha ucciso tutta la tua famiglia.
Zafiraa strinse i pugni e si alzò, avanzando lentamente verso la più piccola, la favorita. L'afferrò, costringendola ad alzarsi in piedi, mentre il fratello la tirava verso di sé, cercando di salvarla.
-Prendete me prima, risparmiate lei. -
-Non preoccuparti avrai anche tu il tuo torno, moccioso. -
Zafiraa sorrise e senza aggiungere altro, mentre Mustafà la guardava, spezzò il delicato collo della bambina. Cadde per terra accanto la madre, immobile, anche lei come Fiammetta era morta prima di toccare il suolo.
Il bambino invece, soffrì di più, perché venne trafitto con due spade avvelenate, una in prossimità del cuore e l'altra nell'addome. Morì dissanguato e con gli occhi ancora aperti.
Quando ebbe finito, si avvicinò a Mustafà, che guardava in un punto dritto avanti a sé e senza aggiungere altro lo liberò dalla spada che lo costringeva contro la parete.
Egli non si mosse, Zafiraa lo sapeva, perciò gli si sedette accanto, guardando tutto quel sangue, quella morte, quelle vite prese per odio, per vendetta, per sfizio.
Occhio per occhio, dente per dente.




A.N//
Penso proprio che qualcuno mi odierà adesso e le persone verranno a cercarmi con forconi e mitra per uccidermi proprio come è successo ai poveri Drake e Fiammetta. Martin, dopo questo capitolo, sarebbe fiero di me.
Bene, abbiamo visto Zafiraa vendicarsi per la morte dei suoi genitori, ma sarà abbastanza? E ora Mustafà, senza eredi e senza moglie, che cosa combinerà mai? Zafiraa verrà risparmiata? Lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Voi fatemi sapere cosa ne pensate e noi ci vediamo al prossimo aggiornamento!
Alla prossima.


 
   
 
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