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Autore: Tefnuth    27/07/2017    1 recensioni
Dopo la sconfitta di Profondo Blu, le Mew Mew sono tornate a condurre una vita pressoché normale e il pianeta natale di Pai, Kisshu e Tart è stato salvato grazie alla miracolosa acqua cristallo che li aveva riportati in vita. Ma un nuovo pericolo incombe, quando gli antichi seguaci di Profondo Blu, i Cavalieri Oscuri, si risvegliano e decidono di vendicarsi per il torto subito.
Per poter evitare il disastro, Mew Mew e alieni dovranno allearsi e combattere con tutte le loro forze.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando rientrarono al Caffè, l’umore di Kyle salì alle stelle non appena Ryou gli mise tra le mani ciò che era rimasto degli umanoidi: un insolito slime nerastro. Era così felice che si mise subito al lavoro, ignorando del tutto le squisite torte che aveva lasciato a cuocere nel forno; cui dovette pensare Minto, per evitare che bruciassero.

“Vi farò sapere appena avrò i risultati” strillò lo scienziato, con tanto di stelline sugli occhi, prima di sparire nel laboratorio.

“E’ proprio un tipo strano” ridacchiò Tart, suscitando la risata di Purin.

“Ehi! Mi è appena venuta in mente una cosa. – Esclamò Lory, battendo il pugno destro sul palmo dell’altra mano. – Dove staranno loro?” si stava riferendo ai nuovi amici.

“E’ vero, nessuno di noi ci aveva pensato” aggiunse Mark.

“A questo abbiamo già provveduto. – Affermò Pai. – Ci siamo sistemati nella casa che abbiamo usato l’anno scorso”.

“Avete una casa? – Domandò Pam. – Dove?”.

“Nel folto del bosco, ben nascosta” disse Kisshu.

“Se volete vi portiamo a farvela vedere” propose Tart sorridente.

Così, dopo la chiusura del locale, i tre ragazzi portarono le nuove amiche con loro. C’erano solo le ragazze: Mark aveva un impegno, mentre Kyle e Ryou sarebbero arrivati più tardi, quando avrebbero potuto dire qualcosa sulla sostanza che avevano trovato. Le Mewmew si stupirono, nel vedere quanto la casa degli alieni fosse vicina e…non troppo nascosta.

“Eravate così vicini, e non ce ne siamo mai rese conto” esclamò Minto, un po’ rammaricata.

“Non potevate: c’è un dispositivo che rende impossibile la nostra localizzazione” spiegò Pai, fiero perché era stato lui ad inventare quel marchingegno.

“Certo che se proprio bravo” si complimentò Lory, battendo piano le mani.

“Pai è un genio! – Affermò Tart. – Non a caso, ci sono scienziati e ingenieri che gli hanno proposto di lavorare con loro” era molto orgoglioso del suo fratellone.

“Se volete, potrei farne uno per nascondere il sotterraneo del Caffè” suggerì l’alieno con i capelli viola.

“Sarebbe un bel pensiero, grazie” ringraziò MewPam.

Dopo che ebbero appoggiato i loro effetti, le ragazze si fecero vincere dalla curiosità di visitare la casa dei ragazzi. A dispetto delle loro aspettative, che vertevano su un’abitazione solo apparentemente tradizionale ma ultratecnologica all’interno, era tutta in legno ed ospitava i classici locali di una casa terrestre.

“Ci piace essere in tono con il luogo. – Specificò Kisshu, per rispondere allo stupore di Ichigo che si era fermata a vedere la sua camera. – E personalmente parlando: adoro l’odore del legno”.

Fatto il giro della casa, e curiosato dappertutto, ragazze e ragazzi si riunirono in veranda per gustare qualche leccornia che Kyle aveva preparato per loro. Terminate quelle, si divisero in gruppetti per parlare più privatamente.

“Ancora pensi, che le guerre si possano vincere diplomaticamente?” chiese Pai a Lory. Erano entrambi sdraiati sull’erba, all’ombra di un albero e al di fuori delle orecchie degli altri.

“Certamente! – Affermò la ragazza, con tanta fermezza da alzarsi e mettersi seduta. – Io credo ancora che le parole siano la migliore arma per risolvere i problemi”.

“Credevo che avessi cambiato idea, dopo quello che è successo”.

“Non lo farò mai. So che, purtroppo, a volte bisogna combattere per far vincere la giustizia; ma io confido molto nel potere delle parole” dichiarò Lory, portando una mano sul cuore.

“Il potere delle parole?” ripetè Pai, inarcando un sopracciglio.

“Dovresti comprendere: con te ha funzionato” affermò la ragazza sorridendo a lui.

“Che intendi dire? Non sono mica diventato pacifista” chiese l’alieno.

“Alla fine ti sei sacrificato, per proteggerci, perché avevi capito il tuo errore” ricordò Lory.

“E’ questo il problema. – Si intromise Kisshu. – Pai non accetta di sbagliare” era stato così silenzioso da non farsi sentire mentre si avvicinava.

“SENTI CHI PARLA! – E sclamò Pai, che prese il fratellastro per un braccio e lo costrinse a terra con una torsione. – Tu sei il maestro degli errori”.

“AHIA, LASCIAMI” implorò Kisshu, tra un gridolino e una risata.

“E’ strano” commentò Purin, seduta sulla veranda con Tart. Dalla sua posizione aveva visto tutta la scena.

“Cosa è strano?” chiese Tart, che invece non aveva visto niente perché distratto dal sonaglio a vento.

“Vedere Kisshu e Pai andare d’accordo. L’anno scorso, per quelle poche volte che li ho visti insieme, non facevano altro che guardarsi male e insultarsi” rammentò la ragazzina.

“Pai era arrabbiato, per non essere stato la prima scelta nella missione. – Spiegò Tart, ricordando la scenata di gelosia che aveva fatto il fratello quando lo aveva saputo dal padre. – Poi, quando siamo arrivati sulla Terra, si è fatto prendere così tanto dalla missione che non vedeva la verità. Inoltre, ormai avrai capito che lui è uno che segue gli ordini e ragiona usando solo la logica perciò, quando Kisshu ha mostrato i primi segni di ribellione, per lui è stato come se tradisse i suoi doveri. Non a caso, è stato l’ultimo di noi a capire che eravamo dalla parte sbagliata”.

“Ma adesso è tutto a posto, vero?” chiese Purin.

“Si sono fatti le scuse per i reciproci errori. Comunque sia, avrebbero fatto la pace lo stesso: si ammirano, anche se non sembra”.

“In che senso?” domandò la ragazzina, con un’espressione così interrogativa da sembrare lei stessa un punto di domanda.

“Kisshu ammira il modo che ha Pai di ragionare: razionale, selettivo, e anche un po’ spietato. Invece Pai ammira come Kisshu riesca a pensare fidandosi del proprio istinto e delle proprie emozioni, incurante di essere l’unico a pensarla in questo modo. – Chiarì Tart, con il fare di un professore. – Anche se sono due poli opposti, si stanno influenzando a vicenda: Pai fa meno il robot, e Kisshu è maturato”.

“Anche tu lo sei” dichiarò Purin stringendo i pugni.

“Che, io?”

“Oh si! E puoi crederci se te lo dico: ormai sono un’esperta nel riconoscere certe cose” Purin fece uno dei suoi luminosissimi sorrisi, e il giovane alieno arrossì.

In quel mentre, rumori di passi che si avvicinavano avvisarono tutti dell’arrivo di Kyle e Ryou.

“Eccoci arrivati. – Disse il castano. – Grazie Pai per averci dato l’ubicazione, e scusate il ritardo” fece un profondo inchino.

“Hai già avuto i risultati delle analisi?” chiese Pam incuriosita.

Ryou estrasse dalla borsa che portava a tracolla una cartella, e da esse tirò fuori tre fogli che dette a Kyle.

“E’ un tessuto organico, ma non posso dire altro perché non riconosco a chi possa appartenere. – Ammise il castano, rammaricato, mentre si sedeva. – Sembra che niente di lui appartenga a questo pianeta”.

“Potrei dare un’occhiata?” chiese Pai, porgendo la mano su cui lo scienziato mise i fogli.

L’alieno dai capelli viola lesse rapidamente i dati, con Kisshu e Tart che sbirciavano al di sopra delle sue spalle.

“Sembra quasi…” accennò Kisshu, corrugando la fronte.

“Eh già” confermò Tart, ma cosa non lo disse.

“Potreste spiegarci? – Pretese Minto. – Non possiamo leggere nel pensiero”.

“Non essere maleducata!” la rimproverò Ichigo.

“Questo tessuto ha una struttura polimerica simile a quella dei nostri para-para. – Delucidò Pai, alzando appena gli occhi. – Si differenziano da loro solo perché sono esseri pluricellulari, il che immagino gli abbia consentito di aver una fonte energetica propria”.

“Come facevano ad essere immuni alle nostre armi?” chiese Lory.

“E’ stato inserito un amminoacido apposito, nel loro genoma” specificò l’alieno, riconsegnando i fogli al legittimo padrone.

“Dobbiamo preoccuparcene?” gli chiese Ryou, e i suoi occhi dicevano che voleva la verità qualunque fosse stata.

“Onestamente credo di sì. – Ammise l’alieno, incrociando le braccia. – Non per vantarmi, ma avete visto cosa siamo riusciti a combinare l’anno scorso noi tre. Io, che sono il più grande, ho solo 18 anni eppure ho delle conoscenze scientifiche che sono completamente fuori dalla portata dei terrestri. Questi esseri invece sono millenari, e anche se non avessero particolari conoscenze scientifiche hanno dalla loro l’esperienza, prima di tutto, e chissà quali assi nella manica”.

“Bhe almeno hai detto quello che pensi veramente” ringraziò Ryou.

“Ce la faremo! – Esclamò Ichigo. – Salveremo la Terra, di nuovo”.

“Giusto, ora siamo più forti e scommetto che se uniremo le nostre forze nessuno ci potrà battere” disse Purin.

“Gliela faremo vedere noi!” si unì Kisshu.

 

​Nota autrice: un capitolo leggero, prima che comincino le cose serie. Mi piacerebbe vedere qualche commento, prima di questo, per sapere la vostra opinione. Comunque sia, grazie per aver anche solo letto il capitolo. Alla prossima.
  
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