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Autore: lucysal    27/07/2017    0 recensioni
"Hello sweetie". Quelle parole lo fecero sorridere, erano mesi che non le sentiva più ed ora eccola, brillare come una stella, meravigliosa in quell'abito scuro come l'universo e costellato di tante perle.
Sarebbe stato una notte perfetta e nulla l'avrebbe rovinata.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 12, River Song
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La donna osservava la persone elegantemente vestite passarle accanto, con lo sguardo cercava quegli occhi che tanto attendeva, senza però scorgergli da nessuna parte. Era la notte di Natale, Schonbrunn era illuminato da migliaia di piccole lampade a gas pronte ad accogliere gli ospiti nel suo immenso salone. L’orchestra stava prendendo posto, dai piccoli gruppetti che si scambiavano convenevoli si alzava un vociare allegro, i padroni avevano già fatto gli onori di casa, ma del suo cavaliere neanche l’ombra.
La donna sbuffò sonoramente, consegnando il soprabito ai valletti diligenti.

“Madame, credo che non ci abbiano ancora presentati”

La donna si voltò, facendo ondeggiare la gonna dell’abito blu notte costellato di graziose perle d’acqua dolce. Fece una leggiadra riverenza, chinando leggermente il capo, i boccoli che le ricadevano sulle orecchie si mossero dolci come onde sospinte dall’estiva brezza. Il cavaliere si inchinò a sua volta presentandosi, Monsieur DeRoche, secondo ufficiale dell’esercito francese, disse orgoglioso, gonfiando il petto come un pavone.

“Ho smesso di uscire con gli ufficiali” rispose lei, voltando le spalle al giovane decorato e spostandosi verso un gruppo di donne di sua conoscenza.

“Madame Song, qual buon vento, sono felice che sia riuscita a presenziare, finalmente. Lady Marianne non fa altro che parlare di lei, ma non vedendola la credevamo un fantasma”.

“Oh, il fantasma è quel guastafeste di mio marito, perennemente in ritardo. Questa sera dovrà fare i conti con la sottoscritta” disse nascondendo un sorriso sornione nel fute di champagne che le veniva offerto. Le donne risero.

L’atmosfera si stava scaldando, il quintetto d’archi aveva accordato gli strumenti, gli archi stavano per poggiarsi sulle corde di crine di cavallo quando venne annunciato un ospite dell’ultimo minuto.

“Lord Dottore” annunciò a gran voce.

I presenti si voltarono verso il giovane dalla figura giovane e snella nel suo abito blu più scuro dell’universo stesso.

“No, no..senza Lord. Solo Dottore” disse passandosi una mano tra i capelli.

“Lord Dottore” annunciò ancora imperterrito l’uomo di mezza età.

Il Dottore sbuffò scendendo le scale.

River si fece largo tra la folla che si aprì al suo passaggio. Rifulgeva di luce propria mentre sorrideva nella direzione del marito.

“Sei in ritardo, marito mio” lo rimproverò con un sorriso infinitamente dolce.

“Lo sai, il traffico, un inferno” rispose lui accostando il viso a quello di lei.

“Hello sweetie”

“Ciao River” e pronunciando il nome della donna il viso del Dottore si illuminò come mai nella sua vita. Era sublime, una perla con quell'abito ampio, blu scuro. I capelli raccolti in uno chignon lasciavano solo due boccoli coprirle le orecchie. Per la prima volta il Dottore capì quanto amasse quella donna forte, indipendente e assolutamente geniale. 

Gli archi iniziarono ad allietare la serata con note meravigliose. La musica del valzer si diffuse, le coppie si formarono iniziando a volteggiare.

“Mi concedi questo ballo?” chiese il Dottore con un leggero inchino.

“Tutti quelli che vuoi” rispose posando dolcemente la mano nella sua.

E in un attimo il mondo scomparve. La musica li catturò e non vi era più nulla al di fuori dei loro sguardi, persi ognuno nell’anima dell’altro, infinitamente felici, infinitamente trasportati dal loro amore. Le perle dell’abito di River rifletteva la luce delle lampade, e ogni perla era come una piccola stella dell’universo, brillava, soprattutto di gioia. Era uno di quei momenti in cui non vi erano esplosioni, non vi erano pericoli mortali e pianeti da salvare. Vi erano solo loro due, i cuori che battevano all’unisono, due anime come una.

Ballarono tutta la notte, ignorando le chiacchiere, ignorando le persone intorno a loro, ignorando i commenti sull’atteggiamento non appropriato della donna che aveva più volte infranto l’etichetta in pubblico. Era la loro notte, solo per loro e nessun altro.

Quando la musica si fermò e scoccò la mezzanotte uscirono in giardino. La neve aveva ricoperto i giardini con un soffice manto candido.

“Buon Natale”.

“Buon Natale, dolcezza”.

  
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