"Aspetta cosa, Damon?" Elena si fermò poco fuori dalla porta della camera
del ragazzo.
"Posso spiegarti, tutto, dammi un secondo."
"Spiegarmi cosa?! Stavi mettendo su un piano da solo per tornare in quel
posto infernale senza dire niente a nessuno? Se non l'avessi scoperto che
cosa avresti fatto?" Elena era totalmente infuriata, iniziò a battere i
pugni sul petto dell'uomo che rimaneva passivo ai suoi colpi, si limitò a
guardarla colpevole, poi le fermò le mani stringendo appena i polsi.
"Non c'è nessun piano Elena! E' solo una pianta..e ci sono alcuni appunti
sopra, non riuscivo a stare con le mani in mano. "
"E invece di parlarne con noi, hai iniziato a vedertela da solo? Dimmelo
in faccia Damon, se non ti avessi scoperto saresti andato lì senza dirci
niente?" Disse lei allontanandosi dal ragazzo e tirando via le mani dalla
stretta.
"Certo che no Elena, la morte la conosco troppo bene da starle alla larga!
Lo so, state cercando di proteggermi evitando l'argomento e comportandovi
come se nulla fosse successo, ma non è così." Riprese il vampiro scuotendo
la testa.
"Il tuo ritorno ci ha sconvolti, ci ha sconvolti la tua storia, Damon! Sei
tornato da soli tre giorni, stiamo ancora cercando di metabolizzare il
tutto e abbiamo cercato in tutti i modi di non farti sentire sotto
pressione, abbiamo cercato di proteggerti! Io non posso credere che tu
abbia pensato solo alla tua vendetta...Sei sempre il solito egoista, non
cambierai mai." La rabbia della ragazza era incontenibile, scese di corsa
al piano di sotto rischiando addirittura di cadere.
Il vampiro rimase colpito dalle parole della donna, non era un gesto
egoista il suo, non questa volta e il fatto che lei lo pensasse lo feriva
ancor di più, dopo qualche secondo di pausa riprese il suo discorso.
"Non è una vendetta, Elena, perchè non ci arrivi?" Il vampiro la segui,
entrambi si ritrovarono al piano di sotto, un'intera platea di persone li
guardava increduli.
Ovviamente tutti avevano ascoltato la conversazione tra i due, non serviva
un super-udito per rendersi conto di quello che stava succedendo. Caroline
non perse tempo e fece un cenno ad Alaric, entrambi portarono le bambine
nella loro camera, non dovevano assistere a quella che aveva tutta l'aria
di essere l'ennesima litigata in quel salotto Damon raggiunse di
nuovo Elena tirandola per un braccio.
"Lasciami andare! Devi lasciarmi andare!" Urlò lei, subito Stefan si
avvicinò ponendosi tra i due.
"Che diavolo sta succedendo?"
Elena non perse tempo e porse ciò che aveva trovato al vampiro più
giovane.
"Succede che il tuo fratellino gioca a fare il detective."
Damon strinse i denti senza proferire parola. Bonnie si avvicinò al trio
aggrottando la fronte, rivolse il suo sguardo verso il moro dagli occhi di
ghiaccio.
"Tu non andrai lì..non ci pensare nemmeno per scherzo."
Elena riprese la parole agitando le braccia presa ancora dalla rabbia e
dalla frustazione: "E credevo che tu stessi bene, volevo convincermi che
tu stessi bene ma sapevo che mi nascondevi qualcosa, non è mai un buon
segno quando ti chiudi in te stesso."
"Cosa ti aspettavi Elena? Che tornassi e che fossi il solito Damon di
sempre? Io, non aspettavo altro e ci ho provato, credimi ci ho provato, ma
improvvisamente la mia mente mi faceva sentire fuori posto, certe scene mi
si presentano davanti agli occhi senza che possa fermarle!" Urlo il
vampirò quasi disperato. "Ho cercato di essere il ragazzo che conoscevi,
perchè volevo esserlo io in primis ma...io non ci riesco. Ho ancora dei
conti in sospeso e volevo proteggervi da me stesso, non è una vendetta la
mia. Delle persone sono morte per salvarci, una persona in particolare ha
sacrificato la sua di vita cosicchè io potessi tornare qui! Non posso
lasciar perdere, non posso far sì che quella stronza la passi liscia, deve
soffrire, così come abbiamo sofferto tutti noi per tutti quei mesi. Mentre
voi eravati troppo occupati a compiatirmi e a cercare di far sembrare
tutto perfetto, ho fatto qualche ricerca, ho trovato la pianta del
laboratorio e mi sono reso conto che in nessuna di quelle che ho trovato
figurano i sotterranei e così ho dovuto far riferimento ai miei ricordi
per riuscire a ricostruire il posto. Ve ne avrei parlato, volevo avere un
punto di partenza, non c'è nessun piano, sono solo i miei ricordi. Ricordi
che sono frammentati, la mia mente cerca di tenermeli all'oscuro per poi
farli riemergere nel momento meno opportuno. .Non vorresti mai immaginare
le cose che mi hanno fatto. Io ho bisogno di chiudere questo capitolo
della mia vita e finchè è viva non posso farlo."
Il ragazzo si appoggiò al muro scivolando su di esso lentamente, guardava
il vuoto. Ecco che il grande muro che aveva sempre alzato stava cadendo.
Il grande e cattivo Damon Salvatore aveva abbassato la guardia. In quella
cella lo avevano distrutto, avevano annientato ogni suo punto di forza e
ci aveva provato a fare il forte, il solito ottimista ed egoista ma quella
parte gli stava stretta in quegli ultimi giorni.
Elena rimase agghiacciata dallo sfogo di Damon, nessuno si aspettava una
simile reazione, a sentirlo furono anche Care e Alaric, appena tornati
dalla stanza delle bambine. Seguì un grande silenzio.
Il ragazzo scivolò fino a terra e appoggiò la testa all'indietro, perso
nei ricordi, perso in quelle mura di cui sentiva ancora l'odore di
verbena. Sentiva ancora il bisturi squarciargli la pelle, le misture
chimiche bruciargli la gola, sentiva il suo sangue uscirgli dalla bocca,
il respiro corto, le torture psicologiche da parte di quelle streghe.
"Mi, mi..dispiace, io..so che non posso saperlo e non posso
immaginarlo..ma ti prego, non chiuderti..non chiuderti. Lasciami entrare
in te, solo così posso aiutarti."
La ragazza si inginocchiò accanto a lui, poggiò le mani sulle sue e le
strinse forte, cercando di distoglierlo dai suoi pensieri.
Stefan raggiunse i ragazzi e poggiò una mano sulla sua spalla
stringendola. Non riusciva a pronunciare nemmeno una singola parola, gli
occhi gli si inumidirono.
In realtà, Stefan quel ragazzino lo conosceva, gli sembrava di essere
tornato indietro di decenni, quando ancora erano umani e ignari del loro
futuro.
"Damon, ti prego.." Mormorò ancora la mora cercando di attirare su di sè
l'attenzione del ragazzo.
Quest'ultimo sbattè appena le palpebre riprendendo contatto con la realtà.
Si guardò intorno notando le facce sconvolte degli altri.
"Sto bene, io..ehm, scusate..ho bisogno d'aria." Disse frettolosamente,
alzandosi e tenendosi al muro per non perdere l'equilibrio, era ancora
sconvolto, come una furia si precipitò fuori. Stefan interpretò subito lo
sguardo e i pensieri di Elena e si recò fuori insieme a lui.
La ragazza fu raggiunta dalle amiche che le si strinsero ai lati.
Enzo andò a versarsi insieme ad Alaric un bicchiere di bourbon per
scaricare la tensione, Matt e Tyler li seguirono cercando di capire
qualcosa in più sulla situazione, Caroline aveva omesso molti dettagli
quando li aveva avvertiti.
"Non è più lui." Mormorò Elena in preda alle lacrime.
"Smettila, Elena...è solo un lato di lui che non lascia mai vedere a
nessuno. Ha cercato di sembrare felice e tranquillo, ma avevamo ragione a
pensare che non stava per niente bene." La strega si asciugò il viso dalle
lacrime mentre pronunciava quelle parole.
"Non dobbiamo farci prendere dal panico, Stefan è con lui ora e.."
Caroline cercò invano di rassicurare le due ragazze, ma Elena prese subito
la parola.
"Quella stronza deve pagare per ciò che ha fatto." Disse fermamente
asciugandosi le lacrime e prendendo alcuni respiri profondi.
***
"Damon, fermati!" Stefan afferrò il fratello per un braccio.
"Lasciami solo" Rispose lui fermandosi e tirando via il braccio dalla
stretta del più piccolo.
"Allora condividerò la solitudine con te, non voglio che tu stia da solo.
Non sei solo e voglio che te lo faccia entrare in quella testa!"
"Io, non riesco a fuggire da quello che è successo, non credo di essere
più così forte come ero prima. Per superare la mia permanenza alla
Augustine ho dovuto spegnere i miei sentimenti e perdere la mia umanità.
Ora ricordo bene perchè ho dovuto farlo, certo, era l'unico modo per
lasciare Enzo alle mie spalle e non morire entrambi ma, non avrei
resistito con tutti quei ricordi forti nella mia mente. E' come se
stessero prendendo il sopravvento e.." Il ragazzo strinse gli occhi come
per volerli respingere, Stefan mise le sue mani sulle sue spalle e cercò
di rassicurarlo.
"Calmati, ora, prendi un bel respiro. Sei lontano da lì e ti prometto che
non ti accadrà più niente."
"Non ne sapete niente voi, non ne sai niente tu. Io non voglio più
sentire.." Mormorò Damon, improvvisamente nella sua mente si fece largo
una convinzione, la sua espressione facciale cambiò a tal punto da far
intendere tutto a Stefan.
"NO! Damon, non farlo, spegnere l'umanità non è la soluzione a questo."
"E perchè no? Se non sento niente, non soffro e posso uccidere quella
stronza senza rimorsi."
"Sai bene che non funziona così e che non è così facile riaccendere
l'umanità."
"Non dire cazzate, ci siete tu ed Elena e Bonnie..e riuscirete sicuramente
ad inventarvi qualcosa."
"Damon! Ti prego, per una volta, ascoltami. Usa quella rabbia, quella
frustrazione e quel dolore per rimetterti in piedi, non lasciarli andare,
usali per fare la cosa giusta. Ti prometto che la troveremo, gliela faremo
pagare e distruggeremo quell'arma infernale, tu fidati di me. Non lasciare
andare la tua umanità, ti supplico."
Disse Stefan allo stremo delle forze, non poteva permettere che il ragazzo
spegnesse l'umanità e lasciasse andare tutto ciò per cui aveva lottato
così tanto.
Damon non voleva ascoltarlo, era deciso, sarebbe stato tutto più facile ma
in quel momento gli vennero in mente gli anni passati e come l'amore per
Elena lo avesse sottratto dall'inferno e gli avesse fatto vedere il mondo
con occhi diversi. Non poteva arrendersi, lo doveva a Stefan e lo doveva
ad Elena.
"Va bene." Mormorò il moro, passandosi le mani sugli occhi e cercando di
opporsi alla sua mente. "Non so per quanto potrò resistere ancora,
cercherò di farlo più a lungo possibile."
Stefan si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte. "Superemo anche
questa, non arrenderti. Ti prego non arrenderti." Damon lo strinse a sua
volte cercando di reprimere quell'istinto di sopravvivenza che stava
emergendo.
***
"Le bambine si sono addormentate" Disse Alaric a Caroline, porgendole un
bicchiere di vino. "Gli ho rimboccato le coperte, dormono profondamente.
Tu stai bene?"
"Per niente, sono preoccupata per la piega che tutta questa situazione
prenderà."
L'umano annuì e prese un respiro profondo. "Possiamo fare l'unica cosa in
cui siamo bravi, lottare. Domani mattina chiamerò la baby sitter e le
porterò le bambine, devono stare il più lontano possibile da questa casa."
"Si, l'ho già informata, dobbiamo solo dirle quando porteremo le bambine.
E' assurdo, sono appena tornate, sei appena tornato e ti abbiamo
catapultato di nuovo in queste storie."
"Ehi, stai parlando con un professore di Storia con la passione per
l'occulto, non di un professore qualsiasi." Ridacchiò Alaric cercando di
alleviare la tensione e strinse appena la bionda tra le sue braccia, per
quanto lui avesse voluto creare una famiglia con lei, la ragazza si era
sottratta a quest'idea molto tempo prima. Ovviamente non poteva fargliene
una colpa, doveva vivere la sua vita, l'aveva sacrificata per far nascere
le sue, le loro bambine ed era diventata la loro mamma e ovviamente quella
ragazza sarebbe sempre stata una parte fondamentale della sua vita.
Caroline scoppiò a ridere alle parole dell'uomo lasciandosi stringere, gli
infondeva sempre molta sicurezza.
Elena fissava nervosamente la mappe dei sotterranei, fu raggiunta da Enzo
che scolò l'ennesimo bicchiere di bourbon.
"Così le consumerai." Disse lui allungando l'occhio sui vari scarabocchi.
"Quella era l'idea." Sospirò lei passandosi le mani tra i capelli.
"Non essere arrabbiata con lui, Elena." Si limitò a dire il vampiro
stringendo appena le labbra.
"Non potrei mai avercela con lui. Credevo solo di riuscire a gestirlo.."
Il tono di Elena era basso e sommesso, scoraggiato.
"L'ho odiato per tanto tempo perchè mi ha lasciato letteralmente a marcire
tra le fiamme senza preoccuparsi del mio stato e per tanti altri motivi.
Ma so anche cosa si prova a subire quelle torture e io stesso le ho subite
per più di qualche mese, le ho subite per anni, fino quasi a scordare il
mio nome e la mia vera identità. Non è facile, è una strada in salita, una
salita ripida, molto ripida. Hai i sentimenti accesi e le emozioni sono
amplificate e senti tutto al massimo, compresi il dolore e la frustrazione
e vorresti spegnerli, radere tutto al suolo ma non lo fai, almeno non
subito perchè è l'unica cosa che ti è rimasta."
La ragazza strinse le labbra, si sentiva male per non aver agito subito,
per non aver fatto nulla e per aver fatto troppo poco. Il ragazzo continuò
posando una mano sulla sua spalla, stringendola delicatamente. "Ma Damon
non è solo, ha te e Stefan, e Bonnie..bhè ha una squadra piuttosto grande
dietro. Non disperare" le fece un occhiolino e andò verso la sua ragazza
che nel frattempo conversava con Matt e Tyler, i due non sapevano niente
del virus e lei cercò di rassicurarli, invano, dato che neppure lei era
sicura di niente.
"Tornare in città, è stato un grande errore, non voglio essere trascinato
nuovamente in tutto questo." Sbottò Matt incrociando le braccia.
"Matt non fare il melodrammatico." Sbuffò Tyler per poi rivolgersi a
Bonnie. "Quindi questo virus colpisce solo i vampiri?"
Bonnie annuì stringendo un braccio intorno a quello di Enzo che l'aveva
raggiunta. "Damon ha detto che c'erano solo vampiri e che il suo scopo era
di annientare i vampiri quindi dovrebbe avere effetto solo su di loro. Ma
ne sappiamo ben poco, avete visto lo stato di Damon in questo momento e
credo che ne sappia ben poco anche lui. In teoria tu non dovresti aver
problemi in quanto licantropo."
Tyler nella sua mente tirò un grande sospiro di sollievo ma cercò di
mascherare il tutto, non era il caso di mostrare felicità quando gli altri
stavano letteralmente cadendo a pezzi.
"Hai detto anche che quella tizia ha iniziato la sua vendetta perchè un
vampiro ha ucciso la sua famiglia, la cosa non mi sorprende e non mi sento
nemmeno di incolparla." Disse Matt rivolgendosi a Bonnie che aveva
spiegato per bene la situazione. era completamente indifferente alle
opinioni degli altri. Tyler gli riservò un'occhiataccia.
"Matt, sei sempre molto superficiale, vorrei ricordarti che se non fosse
stato per noi vampiri a quest'ora saresti sotto qualche metro di terra da
un pezzo." Disse sarcastico Enzo avvicinandosi al ragazzo che indietreggiò
appena. Bonnie strinse con forza il braccio di Enzo per trattenerlo.
"Enzo, fermo...non ne vale la pena. Matt, credevo che certi discorsi li
avessimo abbandonati qualche anno fa. Non dico di dimenticare i torti
passati ma di andare avanti e così stanno le cose, non siamo più al liceo.
Ora se ci scusi, il mio fidanzato vampiro e io andiamo ad accertarci se il
mio migliore amico, vampiro anche lui, stia meglio." Con molta classe
Bonnie liquidò Matt che rimase in silenzio lasciandoli andare. Enzo
strinse a sè la sua donna mormorandole nell'orecchio dei complimenti che
la mora accettò con un sorriso.
Matt nel frattempo si strinse nelle spalle sentendo su di sè lo sguardo
contrariato di Tyler.
"Smettila di guardarmi in quel modo, Tyler, sappiamo benissimo che lo
pensi anche tu e non hai il coraggio di dirlo."
"Dovevi fare il moralista anche stasera Matt? Credevo che il punto di
passare qualche giorno qui a Mystic Falls fosse quello di staccare la
spina. Non credo fosse il caso di dire certe cose tutto qui." Alzò le
spalle, il moro, allontanandosi.
Damon e Stefan rimasero per un pò fuori al cortile, seduti sull'erba a
godersi il tramonto, il moro non riusciva ancora ad affrontare gli altri
dentro, aveva bisogno di un pò di pace.
Il silenzio venne interrotto da una timida Elena che si avvicinò
lentamente, i due si girarono allo stesso momento avendone percepito la
presenza. Damon le rivolse un debole sorriso, Elena non meritava quei suoi
crollI e le sue insicurezze.
"Ehi..." Si limitò lei a dire quasi come se cercasse il permesso del suo
amato. Stefan comprese subito la situazione e si alzo poggiando una mano
sulla spalla di Damon.
"Io vado entro, se serve qualcosa..chiamami." Fece un occhiolino ad Elena
sfiorandole il braccio e li lasciò. La mora si sedette accanto al ragazzo
che la osservava dolcemente.
"Mi dispiace!" Dissero all'unisono facendo sorgere su entrambi i volti un
sorriso sincero.
"Inizia tu, vai" Propose Elena sorridendogli.
"Devo scusarmi per prima." Iniziò lui mordendosi il labbro, non era per
niente abituato alle scuse. "Ho difficoltà a gestire le mie emozioni
ultimamente. Ho difficoltà a gestire molte cose, in effetti." Elena scosse
la testa spostandosi i capelli dietro le orecchie.
"Credevo che farti dimenticare di tutto e andare avanti fosse la risposta
ai tuoi problemi, invece non è così. Mi dispiace, Damon, hai ragione, io
non ne so niente di quello che hai vissuto laggiù, non posso nemmeno
immaginarlo ma posso aiutarti ad affrontarlo. Possiamo affrontarlo
insieme, credi in me, credi in noi. Credi a quel futuro che mi promettesti
anni fa."
"Io non ho mai smesso di credere in noi o di amarti, Elena, non pensare
nemmeno ad una cosa del genere." Esplose Damon voltandosi verso di lei e
prendendole il viso tra le mani. "Tu sei la mia vita, sei la cosa migliore
che potesse capitarmi e mi hai salvato. Mi salvi sempre, mi hai salvato
dal primo momento in cui mi hai guardato, hai visto la luce in me, hai
visto qualcosa in me e mi hai tirato fuori dalle tenebre, non potrò mai
ringraziarti abbastanza per questo, per amarmi. Sei tu la mia luce, Elena
Gilbert." Il tono spezzato del vampiro raggiunse il cuore della ragazza
che lasciò scivolare una lacrima sul suo viso, Damon la asciugò con un
pollice per poi accarezzare la guancia della donna.
"Io...io.." La donna non si aspettava quelle parole, sapeva che lui la
amava e gliel'aveva dimostrato tante volte, ma non era mai stato così
aperto, quella parte così fragile la spaventava ma allo stesso tempo le
permetteva di vedere un Damon più umano, più vulnerabile che aveva bisogno
di lei. Si gettò subito sulle labbra del ragazzo accarezzandole con un
dolce ma deciso bacio.
Stefan rientrò nella villa e subito la sua amata Caroline si fiondò tra
le sue braccia, fu subito accerchiato dagli altri e li rassicurò riguardo
le condizioni di Damon.
"E' con Elena ora, si è calmato, ma avevo scordato quanto fossero
pericolosi i sentimenti di Damon."
Bonnie avanzò con il busto non riuscendo a capire dove volesse arrivare il
vampiro.
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire, che era vicino al volerli spegnere e io non posso permettere
che questo accada." Il verde intenso degli occhi di Stefan si scontrò con
quelli di Bonnie che li sgranò scuotendo la testa.
"Non possiamo più rimandare, dobbiamo escogitare un modo per entrare in
quei laboratori senza farci scoprire, prendere la donna, costringerla a
parlare e distruggere qualsiasi cosa sia laggiù" Disse convinta Caroline,
aveva paura di quelle che sarebbero state le conseguenze se non fossero
riusciti ad annientare quel virus, non era disposta a perdere le sue
bambine.
"Uouo, Care, non è così facile.." Intervenne Alaric che sventolò una mano
contrariato. "Di certo non sarai tu ad andare lì." Lo sguardo di
disappunto di Rick si incontrò con quello di Stefan che in cuor suo era
più che d'accordo, non avrebbe mai permesso alla bionda di correre un
pericolo di quel genere.
"Abbiamo un punto di partenza no?" Enzo ruppe la tensione prendendo gli
schizzi di Damon e la mappa e li poggiò sul tavolino al centro del
salotto, invitando gli altri ad avvicinarsi con un gesto.
"Solo io penso sia una missione suicida?" Sbottò Matt stringendo le mani
ai fianchi. La sua mente gli diceva di andar via prima che fosse troppo
tardi e fosse risucchiato di nuovo nel dramma dei Salvatore, ma qualcosa
lo tratteneva, gli altri si limitarono ad ignorarlo o a rivolgergli delle
occhiatacce.
Stefan posò il dito sulla mappa "L'ideale sarebbe entrare con l'inganno,
non sappiamo cosa ci aspetta, calcolando la fuga di Damon e degli altri
vampiri, la Smith potrebbe aver rinforzato la sicurezza del laboratorio e
non parlo solo a livello di magia ma anche a livello di guardie. E loro
hanno il coltello dalla parte del manico, Damon ha detto che la notte in
cui sono scappati avrebbero dovuto testare il virus quindi due sono le
possibilità: o sono in cerca di vampiri su cui testare il virus, o stanno
tramando qualcosa." Si posò una mano sulla fronte cercando di chiarirsi le
idee, Caroline gli sfiorò la spalla con una mano, serrando le labbra.
"E che inganno potremmo usare?" Intervenne Rick massaggiandosi il meno con
la mano.
"Uno di noi farà da esca, e con noi intendo o io o Stefan, che siamo gli
unici vampiri capaci di gestire una situazione del genere, uno li distrae
e l'altro agisce. Facile." Puntualizzò Enzo che si volto alla ricerca
dello sguardo di Bonnie, la donna sedeva sulla poltrona con lo sguardo
perso, stava pensando. Aveva la fronte corrugata, gli si era formata
quella piccola smorfia sul mento che Enzo sapeva riconoscere bene.
Caroline sospirò appena sentendo il divieto di Enzo, non voleva di certo
andare nella tana del lupo, ma tutti cercavano di proteggerla per via
delle bambine, soprattutto Rick e glielo doveva.
Seguirono pochi secondi di silenzio, interrotti da Tyler. "Piano più
stupido di questo, non esiste."
Stefan alzò le sopracciglia inclinando la testa di lato "E sentiamo, cosa
proponi?" Domandò incrociando le braccia.
Ty fu preso alla sprovvista "Non ne ho idea, ma è una missione suicida."
Il ragazzo guardò Matt, rendendosi conto che il biondo non aveva poi così
torto. "Insomma, se vi somministra il virus che fate? Non ne sapete nulla,
non sapete nemmeno se ci sia una cura!"
Altri secondi di silenzio seguirono a quella domanda, nessuno ebbe il
coraggio di rispondere. Quella tensione fu interrotta dalla voce di Bonnie
che si alzò dal divano e si schiari appena la voce.
"Andrò io. Non sono un vampiro, sono una strega, quindi il virus su di me
non dovrebbe avere effetto. Sappiamo che la Smith è aiutata da un gruppo
di streghe, questa sarà la mia copertura. Fingerò di aver incontrato Damon
per la mia strada e che mi ha chiesto aiuto raccontandomi tutta la storia,
le dirò di averlo ucciso e di volermi unire alla loro crociata. Ovviamente
non dirò di essere una Bennet, non sappiamo di che congrega si tratti e se
scoprono chi sono, scopriranno anche il mio legame con Elena e con i
Salvatore. Mi infiltrerò e scoprirò cosa vogliono fare e vi aggiornerò."
In quei minuti di silenzio aveva escogitato un piano che la vedeva
protagonista, ovviamente era da perfezionare ma poteva funzionare, tutti
la guardarono sorpresi. Enzo sgranò gli occhi e la prese per un braccio.
"No, Bonnie Bennet, ascoltami tu non andrai proprio da nessuna parte." lo
sguardo del vampiro si indurì di getto.
In quel momento Elena e Damon fecero il loro ingresso, in tempo per
sentire il piano della strega.
"Tu farai cosa?" Disse incredulo Damon che le si avvicino scuotendo le
mani. "No, no, no, ho già detto di no?"
La strega sospirò chiudendo gli occhi, si passò una mano tra i capelli
scuri e poi riaprì gli occhi fissando i due ragazzi.
"Ormai ho deciso."
CIAAAAAOOOO!
VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA. Sono impredonabile, lo so. Questo secondo
semestre è stato molto stressante e ho finito da poco la sessione estiva
così ho deciso di riprendere la storia, sperando che chi mi seguiva sia
ancora lì. Che ne pensate del capitolo? Che ve ne pare del corso della
storia? Ecco che ci stiamo avvicinando al nocciolo della storia, in
questo capitolo sono andata ancora più affondo con il personaggio di
Damon, ciò non sempre traspare nella serie tv ma io immagino così i suoi
pensieri in una situazione del genere, in fondo questo è il motivo per
cui sono innamorata del suo personaggio. Mi scuso per il carattere un pò
melodrammatico, ma sono una discepola di Shonda Rhimes e amo queste
cose. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione se
volete, ovviamente sono ben accette le critiche, ma siate buone è la mia
prima esperienzaaa!
A proposito, non ho potuto commentare con voi la fine della serie
quindi lo farò qui brevemente. Sono abbastanza soddisfatta del finale
anche se credo abbiamo fatto un mega riassunto di tutto, chiudendo
troppo velocemente certe cose..(ehm..il Delena ad esempio, ma vabbè) ma
è una serie che mi ha accompagnato per tutta l'adolescenza, avevo 14
anni quando iniziai a vederla in streaming e ora che ne ho 21 credo mi
abbia insegnato delle cose.
Chi mi segue sa anche quanto sia legata alla musica, la trovo una droga
molto potente e soprattutto qualcosa di fondamentale. La storia ha il
nome di una canzone e anche i vari capitoli. Di solito li scelgo per via
del significato del testo e del capitolo in questione ma a volte è anche
l'istinto che mi spinge a fare delle scelte. In questo periodo c'è stato
un brutto avvenimento, quale la morte di Chester Bennington, leader dei
Linkin Park e per quanto non ci sia un nesso con TVD, questa storia si
chiama come una delle sue canzoni, canzoni che mi hanno accompagnata
negli anni e continuano a farlo, i cui testi sono arte. Quando iniziai a
scrivere cercavo un titolo che potesse riassumere la storia e Lost in
the echo tuonava nelle mie orecchie. Rest in Peace, Chester.