Film > Re Leone
Segui la storia  |       
Autore: QueenOfEvil    28/07/2017    0 recensioni
(Dal capitolo sette):
"Sì, aveva aspettato quel giorno per anni, nella polvere, nell’ombra di qualcun altro, di Ahadi, di Mufasa e adesso che correva il rischio di venire oscurato anche da Simba, da quello scricciolo che altro non era che un prolungamento del fratello tanto odiato, gli era stata finalmente data l’opportunità di scuotersi di dosso tutti: sarebbe diventato ciò che era stato predestinato ad essere fin dall’infanzia, fin dalla nascita. Il sovrano che nessuno mai aveva visto in lui."
La storia di un re considerato tale solo da se stesso. E, chissà, forse, in fondo, neanche quello.
Genere: Dark, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Scar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

7. Scar. Though this be madness, yet there is method in’t

Immagini che avevano la tinta della vittoria, o quantomeno di una fondata speranza, illuminavano la mente di Scar, mentre si dirigeva verso il Cimitero degli Elefanti il più in fretta possibile: aveva tutta l’intenzione di assistere alla morte del nipote da una postazione preferenziale e, perché no?, intervenire magari, una volta che fosse stato troppo tardi e riportare il suo corpicino senza vita alla Rupe, in modo tale da gustarsi anche le espressioni che avrebbero dominato i volti dei genitori alla vista del loro prezioso cucciolo ridotto in quello stato. Se Shenzi, Banzai ed Ed fossero stati in grado di rendergli questo servizio decentemente, avrebbe dovuto riconsiderare almeno in modo parziale la sua opinione su di loro, soprattutto perché quel poco sangue versato avrebbe segnato l’inizio di una nuova era: non sarebbe stato difficile, sicuramente non come fino ad ora, sbarazzarsi di un Mufasa infiacchito dal dolore per una perdita tanto grave e probabilmente neanche troppo desideroso di reagire. Scar non era del tutto sicuro di come avrebbe fatto, ma confidava che non avrebbe faticato ad escogitare qualcosa: d’altronde, essere paziente dava i suoi frutti.

Quando intravide le prime ossa e scorse la spina dorsale dell’elefante vicino alla quale aveva incontrato per la prima volta le tre iene, rallentò il passo e tese le orecchie, in modo da captare qualsiasi rumore potesse provenire dal piccolo visitatore: dopo qualche secondo, iniziò a sentire qualcosa. Qualcosa che però non gli piacque molto. Oltre alla voce di Simba, le cui parole gli arrivavano solo in parte per via della distanza che li separava, credette di udire anche un’altra intonazione, più squillante, femminile, che attribuì alla piccola leonessa con cui l’erede al trono era solito trascorrere le sue giornate e che, a quanto pare, era già la sua promessa sposa. Non che il problema fosse la sua presenza in generale, una vittima in più o in meno non era un fastidio fintanto che il suo nome non fosse venuto fuori, ma quello che lo preoccupava era che, se il piccolo principe aveva deciso di farsi accompagnare da un’amica era possibile che qualcuno fosse venuto a sapere della loro intenzione di allontanarsi dalle Pride Lands e come conseguenza potesse avere deciso di seguirli per fare loro da balia…

Timore, il suo, che venne malauguratamente confermato dal un improvviso guizzo blu fra gli scheletri e che, con grande rammarico, Scar non poté che attribuire a Zazu: quel pennuto a quanto pare non faceva solo da messaggero e consigliere, ma si era assunto anche l’incarico di fare da baby-sitter alla prole regale nel tentativo di mettersi ancora un po’ più in mostra. Il disprezzo che provava per lui stava aumentando di minuto in minuto e probabilmente, se Mufasa non fosse stato così legato al suo lacchè di fiducia, avrebbe già fatto in modo di toglierlo di mezzo. Decise, in quel momento, che quella sarebbe stata la cosa migliore da fare non appena fosse diventato sovrano.

Riprese a guardare la scena e, delizia per le sue orecchie, appena qualche secondo dopo, sentì la familiare voce di Shenzi in un tono che non lasciava dubbi su quali intenzioni avesse: era lo stesso con cui si era rivolta a lui la prima volta che l’aveva sorpreso nel suo territorio, ma con due importanti differenze. Da una parte, infatti, all’epoca entrambi erano cuccioli e meno a conoscenza delle leggi che regolavano il rapporto fra iene e leoni, mentre dall’altra Scar aveva già fatto largamente presente a lei e ai suoi fratelli che nel caso si fossero ritrovati suo nipote nel loro territorio per una qualsivoglia ragione avrebbero dovuto fare in modo che non ne uscisse vivo. E la loro ricompensa sarebbe stata ingente. Erano stupidi, ma soprattutto avidi e perennemente affamati: bastava la promessa di una coscia di zebra ogni tanto per renderli obbedienti e servili.

Il movimento che sentiva sotto di sé attirò la sua attenzione, così si affrettò a guardare e, con sua grande soddisfazione, vide due macchie gialle correre inseguite a precipizio da altre tre più scure, con una rapida saetta azzurra che si agitava, smarrita, in tutta quella confusione: per quanto più veloci e agili, Simba e Nala erano comunque due cuccioli che si stavano confrontando con tre esemplari di predatori adulti, per di più nel loro territorio. Non avevano alcuna speranza di farcela. 

Iniziò dunque a seguirli, determinato a non perderli d’occhio e al contempo a non farsi assolutamente vedere da chicchessia: un lampo di gioia attraversò i suoi occhi quando vide che i suoi tirapiedi erano riusciti a far rintanare i due leoncini in una stretta strada senza uscita, contornata da rocce e assolutamente impossibile da scalare. Almeno per un cucciolo. Conosceva bene quei luoghi, erano anni che li percorreva in lungo e in largo ed era arrivato a potersi orientare fra quelle rupi e ossa bene quasi quanto i loro abitanti: non fu dunque difficile fare rapidamente il giro della spelonca, per ritrovarsi nuovamente in una posizione sopraelevata, da cui era possibile osservare l’intera scena senza essere visto. Simba e Nala erano accerchiati e spaventati, privi di qualsiasi arma di difesa: bene, molto bene, pensò Scar, affondando le unghie nel terreno con un sorriso venefico sul muso, già pregustando la scena a cui a breve avrebbe assistito: ora neanche il loro prezioso uccello avrebbe potuto fare nulla per impedirlo…

Un momento. Dove diamine si era cacciato quell’impiastro?

Nel medesimo istante in cui quella considerazione gli balenò nella testa, udì un ruggito potente, talmente potente da fare tremare la terra e per un attimo, ma solo per un attimo, quel ruggito gli fece tornare in mente il padre, Ahadi, e come era solito richiamare l’attenzione dei suoi sudditi con una tonalità egualmente impressionante, qualcosa che lui non era mai riuscito a fare. Un secondo dopo, la figura di Mufasa comparve nella sua visuale, rompendo quel breve ricordo e riconducendolo alla triste realtà dei fatti: un ringhio frustrato, che fortunatamente si confuse con tutto il frastuono circostante, gli uscì dalle labbra, mentre guardava quei tre idioti, leccapiedi e imbecilli sciogliersi come neve al sole alla vista del Re delle Pride Lands e, dopo essersi umiliati in scuse assolutamente ignobili, darsela a gambe il più velocemente possibile, lasciando il fratello, illeso, in compagnia di Zazu, illeso, e di Nala e Simba, ancora una volta illesi. 

Distolse lo sguardo, disgustato e infuriato con le tre iene per non essere riuscite a portare a compimento un ordine tanto semplice, ma soprattutto perché vedeva ancora una volta sfumare quella che gli si era presentata come occasione irripetibile. Quando mai il cucciolo sarebbe stato ancora così vulnerabile e indifeso, senza il padre a proteggerlo? Padre, che, vista l’evidenza, si ostinava a mettere in pericolo anche se stesso purché nulla capitasse al pargolo: Scar trovava questo atteggiamento assolutamente insulso e stupido… come poteva sapere che i suoi avversari sarebbero stati solo tre e non molti di più? Come avrebbe reagito se si fosse trovato davanti l’intero branco? Era forte, questo era vero, ma non sarebbe mai riuscito ad avere la meglio su un’intera schiera di animali. Eppure lo aveva fatto, si era deliberatamente esposto…

Il leone interruppe la sua camminata, fulminato dalla seconda illuminazione della giornata e perfino migliore della precedente: aveva sempre visto Simba come un ulteriore ostacolo e invece poteva diventare la chiave del suo successo! Nessuno scontro diretto, si era deciso, e al contempo aveva sempre considerato la versione adulta di Mufasa quantomeno troppo responsabile per correre rischi inutili, ma vedendo quella scena… ecco qual era il punto debole del caro fratello! Si permise di ridere, realizzando quanto il sentimentalismo e quelle inutili emozioni che egli si ostinava a mettere davanti alla ragione si stessero rivelando fondamentali per le sue decisioni: l’avrebbero portato alla rovina, ne era sempre stato sicuro, e ora ne aveva la conferma. Sarebbe bastato una piccola spinta da parte sua e la questione si sarebbe risolta: in un colpo solo, si sarebbe liberato di entrambi i pretendenti al trono!

Si sentiva fremere dall’eccitazione mentre i dettagli si disponevano e allineavano velocemente nel suo cervello, arricchendosi di particolari e contribuendo a dare uno schema ancora più chiaro e sorprendentemente dettagliato di quanto avesse potuto pensare: avrebbe avuto bisogno delle iene, sì, ma non solo, non si fidava di loro, dopo quel giorno più che mai, e poi, sopratutto, era impensabile per tutte loro uscire dalle terre di confine senza destare sospetti. No, doveva servirsi di un altro tipo di complicità, seppur inconsapevole: qualcuno che non avesse un grande cervello, che fosse facilmente manipolabile, insomma, il suo tipo ideale di collaboratore, ma al contempo che avesse la forza fisica necessaria per mettere seriamente in difficoltà il suo odiato fratello. Ripensò alle discussioni, poche e mal concluse, che lui e Mufasa avevano avuto in quegli ultimi mesi e alla mente si ripresentò la scena risalente a tre settimane dalla nascita di Simba, quando era venuto a sapere che Shenzi, Banzai ed Ed invece che fare come gli era stato chiesto avevano dato la caccia ad una mandria di gnù, causandone la fuga precipitosa e una serie di gravi danni: era perfetto, anche quello era perfetto, sembrava davvero che tutto si stesse disponendo in suo favore, che una forza misteriosa lo stesse spingendo ad impadronirsi di quello che era suo di diritto e, anche se non aveva mai creduto in sciocchezze simili, era divertente pensare che gli stessi spiriti che il primogenito si era affannato ad onorare per anni ora ne stessero irrimediabilmente causando la fine. Ora doveva solo comunicare la sua decisione ai suoi impiastri preferiti, sperando che avessero abbastanza buon senso per non rovinare tutto ancora una volta, ma si sentiva fiducioso, non per loro merito, ma per un calcolo delle probabilità: non era possibile che danneggiassero sistematicamente ogni cosa con cui venivano a contatto.

Le trovò al loro solito punto di ritrovo, intente a leccarsi le ferite dopo lo scontro con Mufasa e, ancora una volta, non mostrarono il minimo segno di aver inteso la sua presenza: di norma sarebbe stato irritato dall’essere ignorato in quel modo, soprattutto in qualità del benefattore che ormai era diventato per loro, ma quel giorno si sentiva particolarmente magnanimo e il suo umore era molto alto, perciò decise di stare ad ascoltare le loro lamentele.

“…Sapete, se non fosse per i leoni questo posto sarebbe in mano nostra” 

“E riuscireste a mandare tutto a rotoli nel giro di qualche minuto, se vi conosco abbastanza bene” pensò Scar, alzando gli occhi al cielo: se Shenzi era la meno stupida del terzetto, questo non voleva dire che avesse un quoziente intellettivo dignitoso.

“Accidenti, odio i leoni” aggiunse Banzai, prendendo parte alla discussione e suscitando un moto di fastidio nel loro silenzioso osservatore: ogni giorno di più rimpiangeva di avere bisogno di loro.

“Così prepotenti”

“E così pelosi”

“E bruti” Ad ogni insulto sentiva la sua pazienza che si sgretolava lentamente.

“E accidenti se sono dei gran puzzolenti” conclusero insieme le due iene, scoppiando a ridere e rendendo necessario al secondogenito intervenire prima che continuassero con quello che riteneva una lode alla stupidità spicciola.

“Oh, via! Noi leoni non siamo poi così male” li interruppe, con un tono di condiscendenza che avrebbe voluto invece essere di rimprovero: aveva perso le speranze di ottenere rispetto e ammirazione, gente come loro rispettava solo il proprio stomaco, ma avrebbe gradito non sentirsi continuamente insultato.

“Ah, Scar, sei solo tu!” Banzai tirò un sospiro di sollievo che, in altre occasioni meno favorevoli, avrebbe fatto scattare un moto di stizza nell’animo dell’interlocutore che però rimase sostanzialmente calmo, rassegnato nella propria superiorità e attendendo di poter avere la loro attenzione.

“Già, temevamo fosse qualcuno di importante” anche Shenzi sembrava voler infierire, non era certo se guidata solo dalla propria incapacità di serietà o con tutta l’intenzione di offendere.

“Sì, qualcuno tipo Mufasa!”

“Già!”

“Capisco”, si limitò a commentare, con un senso di fastidio che, nonostante il suo ottimo umore, stava mano a mano crescendo: era sempre così quando trascorreva più di qualche minuto in loro compagnia. Riuscivano a fargli rimpiangere anche solo di aver mai messo una zampa all’interno del Cimitero e anche il loro comportamento verso il fratello, che tanto lo aveva intrigato all’inizio della loro conoscenza, non faceva che irritarlo: lo disprezzavano, o almeno facevano mostra di disprezzarlo, per poi subito dopo affermare di avere paura di lui molto più che del lì presente, pur sapendo quanto questo fosse letteralmente un nervo scoperto nella sua personalità. Strinse i denti, aspettando lo sfogo finale che, sospettava, sarebbe sicuramente culminato con una richiesta di cibo.

“Sì, quello è potere!” sussurrò Banzai, facendo conficcare le unghie di Scar nel terreno sopra il quale si era steso.

“Non dirlo a me, mi basta sentire il suo nome per tremare!” 

“E fra poco tremerete al mio di nome se tutto va come deve andare” si trattenne dal sputare fuori il leone, conscio che si sarebbe attirato solo ulteriori commenti addosso se avesse dimostrato segni lampanti di quella che gli altri avrebbero chiamato invidia e che lui si ostinava a definire con il riduttivo termine di “insofferenza”. Perse in ogni caso la pazienza quando si vide costretto ad assistere alla scena patetica delle due iene, Ed escluso ovviamente, che fingevano brividi e al contempo ridevano pronunciando e udendo il nome del fratello.

“Sono circondato da un branco di idioti” si lamentò quindi, con il suo solito atteggiamento di rassegnata superiorità, passandosi una zampa sul muso e lanciando uno sguardo di disgusto allo spettacolo sotto di lui.

“Dai Scar, sei uno di noi, voglio dire… sei un amico!” la dichiarazione di Banzai non poteva fargli meno piacere: a che livello doveva essersi abbassato per essere considerato al pari di quegli scarti della società? Beh, almeno la loro vicinanza avrebbe portato i suoi frutti in breve tempo.

“Enchanté” si limitò quindi a commentare, con un tono che lasciava intendere quanto sarcastico in realtà fosse e quanto poco lo toccasse un tale riconoscimento da parte di quel terzetto.

“Oh, come parla bene, non è il re, ma è egualmente così bene educato” Stava per replicare che un buon comportamento prescinde dalla posizione di sovrano, che avrebbe in ogni caso dovuto occupare, quando il fratello di Shenzi, finalmente, si decise a fare la domanda che, sperava, li avrebbe almeno un po’ azzittiti e gli avrebbe permesso di esporre chiaramente i suoi progetti.

“Già e… ci hai portato qualcosa da mangiare, Scar, vecchio amico, compare, che ci hai portato, che ci hai portato?” Il tono eccitato della iena, il cui muso sembrava illuminarsi esclusivamente per le questioni di stomaco, fecero tendere il leone in una smorfia di disgusto, ma, volendo procedere con le questioni di maggiore importanza, si rassegnò a tendere verso di loro il cosciotto di zebra che si era procurato.

“Non sono sicuro che ve lo meritiate” disse, vedendo le loro espressioni fameliche e con la grande tentazione di ritirare il cibo giusto per vedere quei sorrisi così stupidi spegnersi “Perché vi avevo consegnato quei cuccioli su un vassoio d’argento e non siete stati capaci di sistemarli a dovere” Era arrabbiato per la loro inettitudine, questo era vero, infuriato per la loro incapacità di portare a termine un ordine, ma al contempo sentiva che questo sbaglio gli aveva aperto grandissime possibilità, perciò alla fine si decise a tirare loro il tanto aspirato premio, per poi assistere alla scena della loro abbuffata, da sempre trovata poco dignitosa e assolutamente sgradevole da guardare.

“Beh, sai” si difese Shenzi, con la bocca piena “Non è che quei cuccioli fossero proprio soli, Scar” Questo lo sapeva benissimo, ma non tollerava la loro lentezza nell’agire.

“Cosa potevamo fare?” rincarò la dose Banzai “Uccidere Mufasa?” Ecco, per una volta avevano esattamente centrato il punto. Si allungò verso di loro con un enorme sorriso sul muso, sentendo nuovamente l’eccitazione che l’aveva assalito poco prima tornare ad invadere il suo corpo prepotente: aveva tutto pronto, ogni cosa perfettamente in assetto nel suo cervello, ma, al contrario della sua giovinezza quando ancora credeva, in modo troppo naïf, ora lo capiva, di poter contare anche sul buon senso altrui e che il gioco pulito desse i suoi frutti, era più freddo, meno trascinato dalla voglia di rivalsa. O meglio, quella c’era, e non di meno degli anni passati, ma si univa ad una spregiudicatezza e una freddezza che derivavano dalla pura ambizione personale.

“Esattamente” sussurrò quindi, causando una reazione di sorpresa e stupore da parte delle iene, che, per la prima volta, sembrarono vedere qualcosa in lui mai scorto fino ad ora: pensavano forse che le sue fossero solo parole? 

Avrebbe dimostrato loro il contrario, avrebbe dimostrato a chiunque il contrario!

Saltò giù dalla roccia dove era disteso sul terreno, iniziando a spiegare ciò che avrebbe messo in pratica con il loro aiuto.

Da ciò che vi leggo negli occhi, io so già che il terrore vi squaglia

Non siate, però, così sciocchi! Trovate l’orgoglio marmaglia

Son vaghe le vostre espressioni, riflesso di stupidità

Parliamo di re e successioni! Ritrovate la lucidità!

Erano spaventati, spaventati e confusi da quello che aveva appena detto: sembravano non capire quali fossero le sue intenzioni. Non li aveva mai visti in quel modo, mai aveva sentito così facile attirare e conquistare la loro attenzione: che si stessero rendendo conto di quello che stava capitando? Della nuova era che sarebbe presto sorta una volta che i pezzi si fossero ricomposti, dell’onore che sarebbero arrivato a lui e che di riflesso avrebbe colpito anche quegli idioti, quella razza inferiore che aveva avuto la fortuna e il privilegio di servirlo nell’ombra per anni? Non lo sapeva e, per la verità, non gli importava: gli bastava che avessero perso quella perenne espressione da imbecilli e lo stessero finalmente compensando con la considerazione che meritava.

Il mio sogno si sta realizzando, è la cosa che bramo di più!

È giunto il momento del mio insediamento.

Sì, aveva aspettato quel giorno per anni, nella polvere, nell’ombra di qualcun altro, di Ahadi, di Mufasa e adesso che correva il rischio di venire oscurato anche da Simba, da quello scricciolo che altro non era che un prolungamento del fratello tanto odiato, gli era stata finalmente data l’opportunità di scuotersi di dosso tutti: sarebbe diventato ciò che era stato predestinato ad essere fin dall’infanzia, fin dalla nascita. Il sovrano che nessuno mai aveva visto in lui.

“Ma noi che faremo?” Shenzi era confusa, confusa dallo strano entusiasmo e vivacità di Scar, quasi febbrile nei suoi movimenti, lui che era sempre così composto e posato in tutto quello che faceva, ma non ricevette risposte dirette: il leone, con un sorriso di sufficienza sulle labbra, si limitò a pizzicarle le guance con gli artigli.

“Seguite il maestro” rispose semplicemente, prima di tornare a muoversi in mezzo a loro con rinnovata energia.

E voi smidollati, verrete premiati, l’ingiustizia è una mia gran virtù!

Avrà gli occhi di Scar, sai perché? 

Sarò Re!

Si innalzò sopra di loro, buttando giù dalla roccia su cui era saltato Ed, ancora intento a masticare un osso spolpato e apparentemente ignaro dei grandi cambiamenti che sarebbero seguiti di lì a poco: la scena era solo per lui, nessun altro, l’aveva ceduta ad altri per lungo tempo, troppo tempo, era giunto il momento di diventare il protagonista, l’eroe della vicenda.

“Sì, siamo pronti! Saremo pronti!” esclamò Banzai, emergendo dal mucchio di scheletri su cui si ritrovava e già il leone si sorprendeva della velocità con cui avevano capito di cosa stesse parlando quando l’altro si affrettò a domandare “Ma per cosa?”

“Per la morte del Re” proclamò, solenne, presentandosi loro con un orgoglio e una potenza che mai gli altri avevano visto il lui: com’era dolce pronunciare quelle parole, com’era dolce finalmente poter immaginare il primogenito disteso a terra, senza vita, e non più sovrano, non più perfetto, più niente se non carne per gli avvoltoi. Com’era dolce pensare anche ad Ahadi, padre indegno che non aveva saputo riconoscere le reali qualità del proprio figlio, maledirsi per non avere previsto che una mente come la sua sarebbe comunque giunta all’obiettivo prefissatosi: “Guardate tutti, ora” pensava “guardate e rimpiangete di avermi negato a suo tempo quello che era mio di diritto”

“Perché? È malato?” Con un artigliata portò la iena più vicina a sé, in un falso sussurro udibile anche agli altri due e al resto del branco che, notava con la coda dell’occhio, si stava avvicinando, attirato da tutto quel frastuono.

“Idiota, lo uccideremo noi… e Simba con lui” Sarebbe stato come eliminare due volte il fratello: la versione adulta, quella che somigliava tanto agli Antenati e che tanto si discostava da lui, e quella fanciulla, rumorosa, arrogante, che l’aveva privato di così tanti riconoscimenti in gioventù. Avrebbe ripagato ogni torto, ogni offesa.

“Sì, buona idea a chi serve un re? Niente re, niente re lalalalalala” Quanto potevano essere stupidi quegli animali? Riuscivano davvero a non capire anche le faccende più ovvie? Alzò ancora il tono di voce, mettendo fine alle loro chiacchiere inutili e al contempo catturando l’attenzione delle centinaia di silenti osservatori nascosti nell’ombra.

“Idioti! Un Re ci sarà!”

“Ehi, ma tu hai detto…”

“Io sarò Re!” gridò, non solo a loro, all’intero branco, all’intera Rupe, all’intera Savana e anche a tutti quegli spiriti di cui non credeva l’esistenza, ma che certamente, se fossero stati reali, meritavano di essere messi al corrente dei fatti “Seguitemi! E non soffrirete più la fame!” Era un’antica promessa, quella, qualcosa che aveva già accennato loro in passato, anche se, per i tiri mancini che gli erano stati giocati, non aveva potuto mantenere. Ebbene, quel giorno gliela riproponeva, ma con più cognizione di causa, con più sicurezza. E poi sapeva che le iene avevano la memoria corta: sarebbe stato facile rieccitare il loro entusiasmo.

“Evviva!! Lunga vita al Re! Lunga vita al Re! Lunga vita al Re!” Come volevasi dimostrare, era bastata una piccola assicurazione per guadagnarsi nuovamente la loro fedeltà.

Avremo la sua compiacenza, sarà un Re adorato da noi!

Vederle sfilare in quel modo, ai suoi ordini, disposte a tutto pur di guadagnare il suo appoggio, gli riempiva il cuore di un trionfo tanto grande che, fosse stato più incline alle emozioni, avrebbe potuto farlo scoppiare: ma non sentiva nulla in quel momento, nulla a parte una determinazione calcolatrice che sì lo rendeva euforico, ma non lo scaldava, anzi. Mai si era sentito più freddo di quel momento. Era però il momento di chiedere in cambio qualcosa: non era possibile che pensassero che i suoi favori non costassero nulla. Aveva bisogno della loro collaborazione se voleva sbarazzarsi con successo degli ostacoli, ostacoli che avevano una criniera rossiccia, un manto color miele e due paia d’occhi uguali a quelli di Ahadi.

Ma in cambio di quest’indulgenza, qualcosa mi aspetto da voi

La strada è cosparsa di omaggi, per me e anche per voi lacchè

Ma è chiaro che questi vantaggi, li avrete soltanto con me!

Saltò in mezzo a loro, guardandoli negli occhi e scorgendo finalmente una paura e un rispetto totali: non si faceva illusioni, non sarebbe durato a lungo, giusto il tempo di una giornata, ma una giornata gli sarebbe stata sufficiente per avere quello che voleva. Ogni secondo che passava lo faceva sentire più sicuro.

E sarà un gran colpo di stato! La savana per me Tremerà!

Il piano è preciso, perfetto e conciso. 

Decenni di attesa, vedrai che sorpresa!

Le iene lo stavano circondando, ma lui spiccava su tutte, esattamente come si sarebbe innalzato sull’intera savana: ventiquattr’ore, nulla di più di un cammino del sole e ogni cosa che vedeva, ogni branco di animali, ciuffo d’erba, refolo di vento gli sarebbe appartenuto. E li avrebbe fatti inginocchiare, sì, li avrebbe piegati tutti, uno ad uno, le leonesse che mai l’avevano guardato perché non somigliava abbastanza a Mufasa per venire anche solo preso in considerazione come essere vivente, figuriamoci come aspirante erede al trono, quell’uccello che si era sempre ostinato a mancargli di rispetto e a servire il fratello e che invece adesso avrebbe dovuto inchinarsi e umiliarsi fino a toccare terra se avesse voluto sopravvivere, e anche Rafiki, stupida scimmia, che l’aveva sempre guardato come se già avesse capito tutto di lui, del suo passato del suo presente e del suo futuro, si sarebbe dovuto ricredere.

Sarò un Re stimato, temuto ed amato: nessuno è meglio di me!

Affiliamo le zanne perché, Sarò Re!

Affiliamo le zanne perché 

Sarò Re!

E mentre rideva al cielo, più in alto di quanto si fosse mai sentito prima d’allora, ebbe l’assoluta certezza che nulla l’avrebbe fermato.












Angolino dell'autrice: Ed eccoci giunti al punto di svolta: la pianificazione della morte di Mufasa. Se devo essere sincera, sono particolarmente contenta di questo capitolo, o almeno, mi sono divertita da morire a scriverlo qualche mese fa, quindi, come al solito, mi piacerebbe sapere cosa voi ne pensiate!
Ringrazio StellaCadente e Justmeonhere per aver commentato l'ultimo capitolo e aver messo la mia storia fra le seguite!
Ci si risente fra due settimane!

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Re Leone / Vai alla pagina dell'autore: QueenOfEvil