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Autore: falcediluna_    28/07/2017    3 recensioni
La paura dell'Abbandono, distillata nell'ennesima notte insonne tra le lenzuola.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Athazagorafobia: paura di essere ignorati o dimenticati.

 

È tipico di lei voler sempre dare ad ogni cosa il suo nome. Non perché le piacciano le etichette, ma perché ama tutto ciò che è completo e non incompiuto. E perché le piace imparare.

Ha scoperto questa splendida parola su Google, in una delle sue tipiche notti di randomica ricerca nozionistica sugli argomenti più disparati.

Qualche volta cerca poesie islandesi in lingua originale – non ne conosce il significato, ma le piace leggerle a mezza voce per assaporare il suono nordico di quelle parole che le porta alla mente verdissimi canyon vulcanici e aurore boreali.

Qualche volta invece legge racconti di persone partite alla volta dell’Himalaya, e sogna di poter un giorno respirare anche lei l’aria che accarezza l’Annapurna e il Nanga Parbat.

Qualche volta si perde tra le righe di antichi racconti popolari cresciuti sulle Dolomiti, figli di quei monti quanto i camosci e le marmotte.

Ma questa notte non sono distese d’erba e versanti rocciosi a farle compagnia.

Questa notte ha trovato l’Abbandono.

 

Pronuncia sottovoce alcune volte la parola che ha appena imparato, la sente sulla lingua e sui denti, forse per esorcizzare uno scomodo senso di appartenenza che non si aspettava la colpisse così in profondità.

 

Athazagorafobia.

G., che si è preso la sua verginità senza lasciarle nulla in cambio se non un cumulo di problemi con la propria sessualità di cui non si è ancora liberata dopo sette anni.

 

Athazagorafobia.

M., che ha flirtato con lei per due mesi e poi è sparito. Tornato dalla sua ragazza nel nord Europa, un anno e mezzo senza farsi sentire prima di ricomparire dal nulla il giorno del compleanno di lei. Un’amicizia recuperata per qualche altro anno, prima di rivelarsi di nuovo il vigliacco che si era dimostrato tempo prima.

 

Athazagorafobia.

A., che l’ha sedotta ed illusa facendole credere che anche lui fosse innamorato, quando invece voleva solo una cosa. L’unica che lei non avrebbe mai potuto dargli.

 

Athazagorafobia.

R., l’amica con cui aveva condiviso alcuni tra i suoi segreti più scomodi e dolorosi ed un amore grezzo per la scrittura che non aveva mai mostrato a nessuno. L’amica che da un giorno all’altro è sparita, senza alcuna ragione apparente, lasciando dietro di sé una serie di punti interrogativi – di quelli che non sa riportare su carta.

 

Athazagorafobia

 

Sospira nel buio della sua stanza, socchiudendo gli occhi per distinguere meglio i familiari profili neri dei mobili.

Qualche volta non cerca nulla, di notte.

Qualche volta si chiede semplicemente perché, ripensando alle persone che hanno deciso di proseguire la propria vita senza di lei, che hanno risparmiato anche il tempo di una spiegazione.

Eppure lei sa che non smetterà mai di aprirsi agli altri, di donare se stessa. Forse un giorno qualcuno le dimostrerà che ne è valsa la pena.

Che potrà smettere di avere paura.

   
 
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