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Autore: Julia Weasley    15/06/2009    29 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 29: Attesa

Rating: verde

Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/

Nascita

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1961

Orion e Walburga Black vivevano al numero dodici di Grimmauld Place, a Londra, in una dimora antica che risaliva all’Ottocento, magicamente occultata alla schiera di case adiacenti, abitate da Babbani. Diversamente da quanto ci si sarebbe potuti aspettare guardando dall’esterno la porta di semplice ebano che presentava un solo batacchio decorato da un serpente d’argento, era una casa lussuosa, arredata da mobili in legno, marmi, tappeti raffinati e costosi.
   Quella dei Black era una famiglia Purosangue ricca e potente, rispettata da tutta la comunità magica ma che, fino a un anno prima, aveva corso il rischio di estinguersi. Cygnus e sua moglie Druella avevano dato alla luce tre figlie femmine, e le uniche speranze dei Black erano riposte nell’altra coppia della famiglia.
   Orion e Walburga erano cugini di terzo grado e avevano deciso di sposarsi, più che per amore, soprattutto per l’affinità caratteriale che condividevano. Erano entrambi freddi e arroganti, superbamente convinti della propria superiorità rispetto a tutti gli altri. Orion riteneva Walburga l’unica strega degna di lui, l’unica che potesse trattare veramente alla pari, sicura di sé, determinata e glaciale come nessun’altra. Lei ragionava più o meno allo stesso modo, e inoltre aveva molta fretta di sposarsi, dopo avere già varcato la soglia dei trent’anni. Suo fratello Alphard, per scherzare, diceva sempre:
   “Quell’arpia di mia sorella ti sta fregando, Orion. Tu credi di fare un affare, ma chi ci guadagna è soprattutto lei. Ma forse è per questo che ti piace: è la sola al mondo che può competere con te”.
   Ma Orion si era sempre limitato a rispondere che a guadagnarci sarebbe stata la famiglia, perché un figlio maschio era necessario.
   Tuttavia, nei primi anni di matrimonio, non c’era stata alcuna traccia di un erede, cosa che provocò una grande frustrazione in Orion e frequenti crisi nervose in Walburga. Sembrava che i Black fossero destinati a scomparire… fino a che non nacque Sirius.
   Il primogenito fu accolto come una benedizione, ed entrambi i genitori ebbero fin da subito grandi progetti sul suo conto. Si aspettavano molto da lui, perciò non cedevano praticamente mai a melense dimostrazioni di affetto, convinti che avrebbero potuto rammollire un Black; e i Black non potevano essere dei rammolliti.
   Un anno dopo la nascita di Sirius, Walburga era di nuovo incinta. Tutti quanti speravano che fosse un altro maschio, in modo che la famiglia, oltre a sopravvivere, si sarebbe potuta addirittura allargare. Mancava ancora un mese, e quel giorno nessuno si sarebbe mai aspettato quello che accadde.
   Sembrava una giornata come tante altre. Orion era sul punto di recarsi al Ministero, subito dopo la colazione, e Walburga aveva appena finito di far mangiare Sirius, mentre Kreacher sparecchiava la tavola.
   “Orion!” esclamò Walburga all’improvviso.
   “Che cosa c’è?” chiese lui, già sulla soglia, attirato dal tono spaventato della moglie.
Ma lei non gli rispose, perché si era piegata in due sulla sedia, urlando dal dolore e tenendosi una mano sul ventre.
   “Padrona!” sciamò Kreacher, lasciano perdere i piatti e accorrendo al fianco della donna, la quale, dopo alcuni istanti, si era rilassata di nuovo.
   “Ho le contrazioni” disse quella inquieta.
   “Non è possibile, non sei neanche arrivata al nono mese” la contestò suo marito, all’inizio molto scettico, ma le sue parole furono coperte dalle urla della moglie, provocate da una seconda contrazione, con l’aggiunta di qualche imprecazione nei confronti del suo scetticismo.
   “Ti dico che sta nascendo!”
   “Padrona, Kreacher la aiuterà, non deve preoccuparsi” disse l’elfo domestico mentre Orion, convinto, si decideva a fare qualcosa.
 
***
 
Nella sala da tè del numero dodici di Grimmauld Place, un uomo andava su e giù per la stanza a grandi passi tanto che, se solo avesse potuto, avrebbe scavato un lungo solco da una parete a quella opposta. Nonostante cercasse di mantenere fredda e distaccata la propria espressione del viso, dentro di sé era in preda al panico. L’ansia lo stava soffocando, perciò si portò due dita al collo per allargare il colletto dell’abito da mago, una lunga tunica elegante, cercando di respirare regolarmente.
   Orion Black era sempre stato un uomo rispettato e temuto da tutti, rinomato per la maschera di ghiaccio che mostrava al mondo, ma quel giorno anche chi lo conosceva bene avrebbe faticato a ricollegarlo all’immagine gelida che aveva sempre dato di sé. Gli occhi scuri sembravano infuocati, mentre si afferrava i capelli neri per lo sconforto.
   “Orion, cerca di tornare in te stesso, per la barba di Salazar!” disse una voce.
Orion rivolse lo sguardo verso il ritratto del suo antenato, Phineas Nigellus Black, ma non smise di fare avanti e indietro.
   “Non ci riesco” disse.
   “Bè, vedi di riuscirci. Prima di tutto, ti stai comportando come una mammoletta qualunque, non da vero Black. Secondo, sai quello che ti ha detto il Guaritore O’Rey. Potresti avere problemi al cuore e non devi prendere troppi spaventi” rispose Phineas, tuttavia senza il consueto tono di chi è preoccupato per la salute di qualcuno. La sua era semplicemente una constatazione.
   “Lo so” disse Orion, e finalmente si fermò, appoggiandosi alla spalliera di una sedia, convinto più dall’accusa di non avere un comportamento degno di un Black che dalla seconda osservazione, “ma sento che la situazione è grave. Sono chiusi in quella stanza da due ore e mezzo. E poi non doveva succedere adesso. Non è neanche finito l’ottavo mese…”
   “Lo sai che Walburga non è più una ragazzina, Orion, ha già superato i trentacinque anni. Dovevate pensarci prima di mettere al mondo dei marmocchi” osservò Phineas, sempre imperturbabile. “In fondo anche l’anno scorso ci sono stati dei problemi e siete stati avvertiti del fatto che una seconda gravidanza sarebbe stata ugualmente problematica…”
   “Ma Sirius non è nato prematuro”.
Orion ricordava bene la nascita del suo primogenito. Il bambino non voleva uscire, così i Guaritori erano stati costretti a estrarlo con un cesareo. Ma il secondo…
   Il bambino aveva deciso di nascere con più di un mese di anticipo, e Orion aveva mandato a chiamare i migliori Guaritori dell’Ospedale San Mungo.
   “Se lo farete nascere, vi pagherò quanto volete” disse ai tre uomini. “Altrimenti…”
Non aveva aggiunto altro, ma il concetto era chiarissimo. Non era nell’indole di un Black il perdonare. E comunque, tutti avevano paura di lui e della sua famiglia.
   Tuttavia erano quasi tre ore che non si avevano notizie e i Guaritori ancora non erano usciti dalla stanza della partoriente. Era un’attesa snervante.
   Orion adesso giocherellava distrattamente con la bacchetta magica, meditando sulle maledizioni più dolorose e crudeli da utilizzare nel caso in cui fosse andato tutto storto… ma non voleva pensarci. Non poteva succedere proprio a suo figlio.
   “Vedila così” intervenne Phineas. “Se sopravvive, sarà gracile, ma almeno non sarà un Erumpent come suo fratello”.
In effetti, Sirius aveva dimostrato di possedere un carattere inquieto fin da subito: aveva tutte le carte in regola per diventare una vera peste.
   “A proposito, vado a vedere cosa sta combinando” disse Orion.
   “Meglio, ma non portarlo qui! Non voglio più gli schizzi delle sue dannate pappette sulla mia cornice d’argento!”
Orion alzò la mano per fargli capire che il concetto era chiaro e uscì.
   Sirius era insolitamente tranquillo, anche perché Kreacher lo aveva collocato nel suo lettino, per evitare che combinasse altri guai mentre i suoi genitori avevano altro cui pensare. Tuttavia Sirius non urlava né scrollava violentemente le sbarre di legno del letto, nel tentativo di evadere, ma sembrava a sua volta sovrappensiero, come se anche lui si preoccupasse per la nascita del fratello, o della sorella che fosse.
   Orion lo osservò per qualche minuto, in preda a qualcosa che non sapeva definire. Mai si sarebbe aspettato di agitarsi così tanto per la nascita di un figlio o di sentirsi così soddisfatto per ogni piccolo, anche minimo, progresso di Sirius.
   Guardò di nuovo l’orologio. Non ne poteva più. Ancora alcuni minuti e avrebbe cominciato a dare in escandescenze…
   In quel momento tuttavia udì una porta aprirsi al piano inferiore. Uscito sul pianerottolo, Orion si ritrovò davanti al Guaritore più giovane il quale, scorgendo la bacchetta sfoderata e puntata contro di lui, con una certa urgenza si affrettò a dire:
   “Tutto bene, signor Black! Ci sono stati alcuni problemi ma ora si è risolto tutto!
   “Buon per voi” rispose Orion, riponendo la bacchetta, e quello trasse un respiro di sollievo.
I due si diressero verso la stanza adibita a sala parto e Orion entrò per primo. Sua moglie era distesa sul letto, l’espressione distrutta ed esausta di chi ha trascorso ore di tormenti. Un Guaritore la stava ancora assistendo con l’aiuto di Kreacher, mentre l’altro si avvicinò a Orion, tenendo tra le braccia un fagotto minuscolo.
   “Congratulazioni, signor Black, è un altro maschietto” disse, porgendoglielo con cautela.
Orion non mosse un muscolo del viso, ma dentro di sé stava esultando per la felicità, osservando il neonato che già dormiva profondamente. Non sapeva neanche spiegare cosa provasse. Sapeva solo che in quel momento si sentiva estremamente emozionato.
   “Se la caverà” disse il Guaritore, parlando in tono professionale. “Abbiamo fatto qualche incantesimo per aiutarlo a… sopravvivere. In fondo non è il primo bambino a nascere prematuro. Mi offro di venire di persona tutti i giorni, a controllare che vada tutto bene. Dovrete solo provvedere a tenerlo sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro, almeno per il primo mese. Lasciarlo solo sarebbe un’imprudenza, mi raccomando”.
   “A questo penserà Kreacher” rispose Orion, senza distogliere lo sguardo da quel bambino con gli occhi chiusi, la bocca semiaperta e qualche ciuffo di capelli neri. Per lui era davvero stupendo.
   “Fatemelo vedere” parlò in quel momento Walburga, la voce irritata ma spezzata dall’affanno del parto.
Orion si avvicinò, mettendole il neonato tra le braccia.
   Walburga era una donna ancora più glaciale del marito ma quel giorno si sentiva diversa: stringere quel corpicino indifeso riusciva a far breccia anche nel suo cuore di ghiaccio. In fondo era suo figlio e il solo fatto che fosse nato dopo tutte quelle complicazioni aveva contribuito a convincerla che fosse molto più bisognoso di attenzioni del fratello maggiore. Sirius era molto più resistente: bastava pensare a quanti chili pesasse appena nato e alla quantità enorme di cibo che mangiava ad ogni pasto.
   “Non ho mai visto un bambino così tranquillo. Ha pianto appena, quando è nato. Avete già scelto un nome?” chiese il Guaritore più anziano.
   “Avevamo detto che, se fosse stato maschio, lo avremmo chiamato Regulus Arcturus, come mio zio e mio padre” rispose Orion in tono pomposo.
Walburga annuì, senza staccare gli occhi dal neonato che aveva appena socchiuso gli occhi ma, accecato dalla luce, li aveva richiusi subito. Tuttavia sua madre ebbe il tempo di vedere il color grigio delle sue iridi, proprio come le sue e quelle di Sirius.




01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.


*Angolo autrice*
Ciao a tutti! Ho deciso di usare la mezzatabella per scrivere un'altra storia su Regulus. Credo che aggiornerò una volta a settimana come minimo, perchè d'estate sono molto pigra!
Julia Weasley



  
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