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Autore: SickDian    29/07/2017    0 recensioni
Un viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca e chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai finire e la pace è diventata un miraggio. Questa è la storia di Diana, l'Aspetto della Luna, che forse potrà trovare risposte per le sue domande, è la storia della guerra tra Ashe e Sejuani, con i loro ideali, tanto opposti da trovare impossibile un accordo, è la storia di un popolo che desidera ritornare grande.
Questo è il Frejlord.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ashe, Diana, Lissandra, Sejuani, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina nella capitale si fa già viva con la gente che apre i propri negozi e soprattutto un giovane ragazzo che fa baccano ad ogni caduta dal palo di legno: è da circa le quattro a provare di prendere la freccia bloccata in alto.

Diana si è appena svegliata, indossa vestiti fatti di pelliccia e strati di lana, datele in prestito dalla moglie di Deklan che nemmeno le stavano più bene vista l'avanzata età.

I suoi occhi d'argento si posano subito verso i vani tentativi di Lars che falliscono miseramente uno per uno; lei si avvicina alle due guardie occupate a controllarlo con una mezza addormentata, facendo qualche sbadiglio, e l'altra divertita di vederlo cadere ogni volta.

"Come se la sta cavando?"

Chiese la donna ai due, ricevendo un rapido sguardo da quella più sveglia che alza le spalle alla sua domanda.

"Il massimo che ha raggiunto, ad occhio, sono due metri e mezzo."

Poco considerando l'altezza completa del palo che raggiunge i dieci metri. Diana fa un cenno di ringraziamento per l'informazione e rimane ad osservarlo per qualche minuto che ancora tenta e ritenta instancabilmente: nonostante sia un buono a nulla, ne ha di determinazione in corpo.

"Vedo che non si arrende."

Arriva commentando Ashe, curiosa anche lei se il giovane riesca nel suo intento e lascia sorpresa Diana al suo arrivo, con la guardia che si mette in ginocchio per prostrarsi ai suoi piedi, dando una gomitata al sonnambulo per fare altrettanto ma con un cenno della mano e un sorriso la giovane monarca chiede di alzarsi, non pensando ci sia davvero il bisogno per tutta questa regalità ogni volta che passa.

La Lunari le da uno sguardo per cercare di comprendere il suo carattere: ancora non trova molto senso nelle sue azioni e parole, le sembra...strano.

Sospira e ritorna a vedere se Lars abbia fatto dei progressi: nemmeno uno.

"Il tuo accento mi è nuovo, da dove provieni Diana?"

La donna rimase ancora una volta sorpresa, si era sempre impegnata a parlare la lingua del territorio in maniera perfetta, nascondendo il tratto targoniano per evitare si capisca subito fosse straniera.

Com'è possibile invece che l'arciera l'abbia capito con le pochissime parole a lei rivolte nelle occasioni che si sono incontrate?

"Ho notato che sbagliavi alcune intonazioni."

Risponde alla domanda che si poneva Diana in testa avendolo notato anche sul volto della Lunari. Lei fa un sospiro e distoglie lo sguardo altrove e le da una risposta.

"Da montagne più a Sud di qui."

"La catena delle Ironspike?"

"No, altre molto più Sud."

Ashe decide di non approfondire oltre, vedendo come la donna non sembri intenta a dire con esattezza le sue origini e quindi lei preferisce non disturbarla con altre domande a riguardo. Si sussegue un silenzio tra le due, interrotto dai tonfi delle cadute di Lars e anche da qualche passante di li.

"Perché?"

Stavolta la domanda la fa l'Aspetto.

"Perché, cosa?"

"Perché gli avete risparmiato la vita? Ha cercato di uccidervi e voi gli state dando persino un'altra possibilità. Non capisco."

A quella frase l'arciera sorride divertita, sa già bene che la sua scelta sia stata inusuale e capisce la confusione della straniera.

"E' sbagliato dare fiducia in qualcuno? Mi sembra di avertelo già detto."

Diana scuote la testa, trovando ancora insensato il suo ragionamento.

"Tanto non ce la farà mai, hai solo tardato di qualche giorno la sua morte."

"In realtà...." L'arciera si avvicina all'orecchio della Lunari e le sussurra. "...quella freccia non si può sciogliere finché sono in vita." Si allontana in seguito, ponendo le mani dietro la schiena e fa un occhiolino tutta sorridente come sempre.

"Quindi..." "Sì, avrà salva la vita. Questa è una semplice lezione che deve imparare."

Spiegate le sue vere intenzioni, le da le spalle per dirigersi verso il palazzo, dandole qualche pacca sulle spalle e le dice un'ultima cosa.

"Perché stasera non vieni alla taverna della Grande Madre? Sarà divertente."

Le lascia questo invito, senza aspettare una risposta immediata e salutandola agitando la mano mentre torna al palazzo. Lei ricambia con un saluto più rigido, per poi ritornare con lo sguardo verso Lars che...fallisce ancora...sospira e si avvicina al ragazzo, sollevandolo dalla camicia.

"Ho deciso, ti addestrerò per farti scalare questo stupido palo prima ti rompa la schiena."

Il giovano la guarda stupito, incredulo a quelle parole e nemmeno tanto fiducioso.

"Stai scherzando vero? Dubito tu sia adat-"

Viene interrotto per via di un gancio destro da parte della donna dritto nello stomaco da contorcersi

"Prima regola: io non scherzo MAI."

"Ma quella non è un-"

"Seconda regola: è vietato contraddirmi."

Detto questo si allontana dal ragazzo, lasciandogli un solo consiglio o avvertimento; punti di vista.

"Inizieremo domani, per oggi vai a riposare."

Il resto della giornata passò con tranquillità e senza che succedesse qualcosa di particolare fino a sera dove il dubbio alla targoniana le saliva; era indecisa se andarci o meno. Attendeva li, fuori alla casa dove la ospitavano a guardare da lontano la taverna che già da quella distanza si sentivano le voci che festeggiavano chissà cosa. Qualche secondo dopo arriva Deklan e si accosta accanto alla giovane.

"Qualcosa ti turba?"

Chiede con molta gentilezza dal tono. Diana si gira verso di lui, salutandolo per poi scuotere la testa e rivolgerla verso il basso.

"Non so che fare..."

"Perché non ci vai? E' da quasi un'ora che stai qui a fissarla."

"Sì ma...non mi sembra il caso e poi devo pensare ad altro."

Deklan fa un lungo respiro e pone le mani sui fianchi, scuotendo la testa.

"Non so perché sei tutta riservata e chiusa nel tuo mondo e non voglio nemmeno obbligarti a spiegarmelo, ma sai, a volte uno dovrebbe...uhm...sciogliersi, rilassarsi, godersi per almeno un attimo la vita." Si avvicina di più a lei, poggiando una mano sulla spalla come conforto.

"Sei giovane ed hai un'intera vita davanti. Non stare qui come un poro sovrappeso, vai a divertirti che ti fa bene sia al corpo che allo spirito."

Le da una leggera spinta con entrambe le mani verso la taverna, tanto per darle un po' di coraggio, per poi allontanarsi e tornare dentro casa. "Grazie." Esclama con una fievole voce, per poi respirare con calma e camminare verso la taverna. Le voci si fanno sempre più chiassose; si può dire che è un luogo davvero animato.

Con particolare timidezza apre lentamente la porta e ci intrufola la testa per darci un'occhiata. Il rosso acceso dl fuoco del camino circonda tutta la zona, mescolandosi al colore nocciola delle travi di legno, col tutto si completa alle numerose ombre che si muovono a inseguire i propri padroni. Aperta la porta le voci diventano davvero chiassose, sopratutto per via di quel che sembra una rissa tra due persone.

Uno è alto e muscoloso, con una lunga chioma di capelli neri, l'altro un po' più basso e grasso, stempiato in testa, con i soli capelli dietro di colore arancione e la lunga barba, per non parlare che ha solo un pezzo di stoffa per coprirgli le parti intime; davvero disgustoso ai suoi occhi.

"Fatti sotto femminuccia!" Provoca il grassone, invitandolo ad attaccarlo pure con un gesto delle mani. L'altro uomo gli carica contro buttandolo verso un tavolo che finisce in mille pezzi e dopo viene respinto con un colpo di pancia.

"Ah! E tu saresti il Re? Non farmi ridere."

"L'hai voluto tu ciccione ubriaco."

L'insulto lascia offeso l'uomo che lo fa arrabbiare, chiudendo le mani in pugni.

"Ehi! Io non sono un ciccione..." Si lancia contro con tutta la sua forza. "Sono leggermente in sovrappeso!"

Gli urla contro prima di tirargli un pugno sul volto, facendolo indietreggiare di qualche centimetro. Il resto si sussegue con continui calci, pugni, gomitate e chi ne ha più ne metta in una rissa che non sembra finire mai.

Diana ne è davvero disgustata nel guardare la scena, ma le sue attenzioni vengono spostate verso un uomo al suo fianco che ride fragorosamente: un uomo bello alto e muscoloso, con possenti baffi marroni e pelato.

"Oh, salve ragazza! Siete nuova di queste parti ma mi sembrate davvero familiare..." Esordisce con questo commento appena la vede e rimane a fissarla con gli occhi socchiusi.

"Sì, credo di averti vista da qualche parte, Braum non dimentica facilmente."

"Io ne dubito..."

Commenta Diana, essendo sicura di non averlo mai visto prima d'ora e da un'occhiata allo scontro sperando che fosse finito, ma invece i due continuano, con il grassone ad afferrare una torta e cerca di lanciarla verso l'altro ma sbaglia completamente la mira dirigendosi verso l'Aspetto: fortuna vuole abbia i riflessi pronti per schivarla, abbassandosi velocemente.

La torta però prende sempre una vittima che è appena entrata nel locale.

Il volto è tutto coperto ma la gente riconosce benissimo chi sia per via dei singolari capelli bianchi che è una rarità pure in quelle terre averli. Se prima c'era un'aria chiassosa d festa con urla e canti, adesso tutto è diventato un enorme silenzio per l'accaduto, probabilmente molti spaventati di come possa reagire.

Pezzi di torta cadono da far rivelare un occhio socchiuso azzurro dove si può intravedere già uno sguardo furioso, severo: persino trasmettere voglia omicida.

"Oh cavolo..."

Commenta il grassone, avvicinandosi alla donna e cercando di togliere i pezzi rimasti sulla faccia per iniziare a scusarsi.

"Spero non te la sia presa...non era mia intenzione."

Ashe gli toglie le mani dal volto appena è quasi pulita, osservandolo per un secondo con uno sguardo molto serio, forse sta pensando che fine possa fare.

"Presa...?" Commenta, per poi sbuffare divertita dal naso e iniziare a ridere, facendo intravedere il suo solito e genuino sorriso.

"Come se potessi offendermi per così poco. Tranquillo Gragas, sei perdonato."

L'uomo emana un sospiro di sollievo a sentire quelle tranquillanti parole, mentre la donna si toglie gli ultimi pezzetti, leccandosi poi le dita per potersi gustare il sapore di quella povera torta sprecata.

"Però dovrai rimanere senza alcol per le prossime sei ore."

"Cosa?! Ma è una tortura! Non puoi farmi questo!"

Finita la discussione con il poveretto che inizia a deprimersi e piangere come una fontana, la donna si dirige verso un tavolo per sedersi dove viene circondata da molte persone che ricominciano pure a festeggiare, vista la calma ritrovata. Diana viene obbligata ad avvicinarsi al tavolo per via di Braum.

"Avanti ragazza! Non fare la timida!"

Esclama Braum, facendola sedere accano a lui e la regina dandole infine una pacca sula schiena.

"Comunque mi sono ricordato di te. Eri quella di settimane fa messa male assieme a quel ragazzino, dico bene?"

Diana accenna un sì con la testa, stretta in se stessa senza voler comunicare alcuna parola. Dopo aver ricevuto la risposta le viene offerto un boccale pieno di birra, con tanto di schiuma sulla fine.

Lo guarda soltanto senza volerlo assaggiare, scettica verso la bevanda: non è una che familiarizza con l'alcol.

"Se non ti piace posso pur sempre portarti del buon latte di capra."

Le viene offerta questa scelta che lei rifiuta con un cenno della testa: non è quello il vero problema, più che altro si sente a disagio. Stare accanto a tanta gente non è proprio il suo forte.

Sfrutta il primo momento del quale sia Braum che Ashe siano distratti a parlare a vicenda per allontanarsi da li e uscire fuori dalla taverna, tenendo in mano il boccale. Nota Gragas che è seduto ancora depresso per la punizione e decide di passargli la propria bevanda.

"Non farti scoprire."

Lo avverte, per poi andarsene in giro nella città notturna.

"Mi viene tutto così difficile..."

Si ferma e incrocia le braccia, respirando profondamente, osservando per terra la neve, tirando qualche calcio tanto per distrazione. In seguito osserva il cielo, specificamente la Luna e storce il naso sbuffando.

"Non guardarmi così, è una cosa estranea per me."

Distoglie lo sguardo e cammina avanti e indietro.

"Per non parlare che sono un Aspetto, non posso di certo perdere tempo in queste fesserie, già."

Si ferma, dando le spalle alla Luna riflettendo sul da farsi, e alla fine tira un pugno sulla mano aperta, decisa.

"Va bene, ricomincerò il mio viaggio domani, è deciso. Ringrazierò Deklan per l'ospitalità salutando lui e la sua famiglia, poi me ne andrò."

Fa su e giù con la testa per convincersi, con gli occhi chiusi e le mani appoggiate nei fianchi.

"Sì, è un'ottima idea. Meglio per tutti."

"Che cosa?"

Domanda Ashe, trovatasi lì da poco all'insaputa della Lunari che le viene un colpo al cuore per lo spavento: quante volte l'ha già colta di sorpresa, con questa?

"Diamine, ma perché ogni volta devi arrivare di soppiatto? Sembra che lo fai apposta."

L'arciera alza le spalle come risposta, osservandola incuriosita e attendendo la risposta che non arriva visto come la Lunari intende già allontanarsi tanto da obbligarla a seguirla.

"Vuoi continuare così tutta la notte?" Chiede la Lunari.

"Probabile." Le risponde, facendola sospirare irritata per la situazione che si sta svolgendo. Si ferma di nuovo e guarda altrove, non volendo incrociare lo sguardo con lei, più che altro preferirebbe che se ne andasse.

"Scusami, ho sottovalutato i tuoi problemi."

Diana sbuffa infastidita da quelle parole.

"Come se tu li conoscessi."

"Non proprio, comprendo che socializzare non è il tuo forte. Beh, un po' lo fai capire."

Allunga la mano verso la targoniana, non mostrando alcun sorriso stavolta, anzi, è particolarmente seria.

"Mi concedi la possibilità di aiutarti?"

Diana scuote la testa e le allontana la mano: si sente un po' offesa.

"Non ho bisogno di alcun aiuto. E poi...perché dovresti?"

"Semplicemente perché so cosa vuol dire trovarsi senza alcuna scelta, senza nessun che ti appoggi e avere tutti contro.Se vogliamo arrivare sul sentimentalismo, me lo sento nel profondo del cuore, probabilmente non ha molto senso ma...Diana..."

Le allunga di nuovo la mano, con i suoi occhi azzurri come puro ghiaccio a cercare quelli argentei come la Luna.

"Vuoi essere mia amica?"

La Lunari rimane decisamente spiazzata e anche indecisa; ne vale seriamente la pena?

Fa un lungo respiro, chiude gli occhi e si massaggia la fronte. Dopodiché concede che entrambi gli sguardi si incrociano, notando la determinazione in quelle due sfere azzurre.

"Va bene."

Stavolta accetta, stringendo la mano della donna.

"...amiche."

Dice con tono basso, non abituata a pronunciare quella parola. Ciò causa comunque la reazione di Ashe che sorride e l'abbraccia, con Diana che rimane in imbarazzo.

"Possiamo evitare almeno questo? Grazie."

"Certo certo, scusa. Sono solo felice tutto qui, ma comunque..."

La prende per mano e se la tira con se.

"Vivrai al castello."

"Aspetta...mi ospita già qualcuno e non sarebbe giusto da parte mia lasciarli."

"Nessun problema, conosco il buon vecchio Deklan e gli avevo precedentemente parlato di questa faccenda, è d'accordo con me."

Fregata.

"Uh...allora non ho scelta."

Commenta amareggiata per poi seguire la donna fino al castello dove alloggerà in una delle tante stanze.

Si spera di avere una buona vista delle stelle.

   
 
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