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Autore: The Lunatic Timelady    29/07/2017    2 recensioni
Amber si sedette sul letto in fondo alla stanza, anch'esso completamente grigio e cominciò a singhiozzare, nascondendosi il viso tra le mani. Aveva letto e sentito parlare dei condannati all'isolamento, della pazzia portata dalla mancanza di distinzione tra il giorno e la notte, la riduzione al minimo di qualsiasi stimolo esterno, perfino i colori. I singhiozzi iniziarono a scuoterle le spalle, le luci della cella, che fino a quel momento avevano solo tremato leggermente, si fulminarono con un piccolo “tac”. Nello stesso istante anche le telecamere di sorveglianza che inquadravano ogni angolo della stanza si guastarono.
Intanto il Dottore proseguiva nella scansione della superficie terrestre, con il TARDIS posto in orbita geostazionaria sopra l'Europa.
Eccoti qua! disse con un ampio sorriso quando finalmente comparve un indicatore puntiforme sulla mappa a rilevamento elettromagnetico del pianeta sottostante. Controllò le coordinate e le inserì nel sistema di navigazione del TARDIS.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dalek, Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Dottore guardò Amber esanime e si volse con rabbia verso il Dalek. “Ora smettila, ne hai assorbita abbastanza di energia!”
“NON E'. TUTTA”
“Lasciagliene abbastanza per vivere!”
“NO!”
Il Dottore si passò con rabbia una mano sul viso e tirò fuori il cacciavite sonico. “Non mi lasci altra scelta”. Velocemente lo impostò e lo puntò verso il Dalek. La calotta superiore girò per un paio di volte su se stessa, ma subito il Dalek ne riprese il controllo.
“IL TUO DISPOSITIVO SONICO NON PUO' NULLA CONTRO UN DALEK”
“Grazie Dottore” disse una voce femminile alle sue spalle. Era una una voce simile a quella di Amber, ma più melodiosa. Si voltò stupito.
Amber era in piedi di fronte a lui, e fluttuava ad una decina di centimetri dal suolo, trasfigurata. La sua pelle ora riluceva in ogni punto, come ricoperta di minuscoli bagliori verde – azzuri in continuo movimento. Il lungo abito bianco si muoveva come in balia ad un vento discontinuo e così i suoi capelli. Una piccola perla le brillava sulla fronte come una stella. Sorrideva ed era bellissima, come non lo era mai stata.
Il Dottore la guardò attonito mentre fluttuava al suo fianco per poi avvicinarsi al Dalek.
“STERMINARE!” gridò, prima di spararle. Amber non si turbò, ma semplicemente parò il colpo con la mano aperta, facendolo rimbalzare al suolo.
“NON PUO' ESSERE! SPIEGARE! SPIEGARE!”
La voce di Amber era più armoniosa, più pulita: parlava, ma i suoni che emetteva sembravano un canto. “Non sono più umana. Io sono la perla, l'ultima perla degli Shmeri, l'essenza stessa della loro civiltà antica di miliardi di secoli. Sono energia pura che si incarna nella materia. Sono il messaggio nella bottiglia che i migliori saggi hanno lanciato nell'universo prima di vedere il loro pianeta polverizzato, l'estrapolazione del segreto dell'energia di ogni cosa nell'universo”.
Il Dottore alle sue spalle balbettò qualcosa, per poi riuscire a dire con la voce soffocata dallo stupore: “Sei diventata la loro erede. Una di loro, o meglio… Una nuova specie: una sintesi di Shmeri e umani”.
La giovane assentì: “Posso percepire ogni forma di vita, ogni fonte di energia. Sono un tutt'uno con essa”. Fluttuò ancora più vicino al Dalek fino a toccarlo con il palmo della mano.
“Posso donare energia, ma posso anche toglierla”.
“NO NO NO!!!”
Il corpo metallico del Dalek iniziò a tremare e le piccole braccia armate ad agitarsi freneticamente mentre una lieve luce azzurra avvolgeva la mano di Amber.
“Potrei andare avanti fino a lasciarti senza nemmeno una goccia di energia”.
Alle sue spalle il Dottore gridò “Amber, no!”
La ragazza si voltò senza staccare la mano dal metallo che andava sempre più scaldandosi. “Dottore, lui con me non si sarebbe fermato”.
“Lo so, ma non devi cedere alla vendetta! Non risolverai nulla. Lascialo andare”.
Amber si voltò di nuovo verso il Dalek, incerta.
“Se lo uccidi ne arriveranno altri a cercarlo, ti daranno la caccia. Se lo lasci andare, racconterà cos'è successo e rinunceranno alla perla”.
Staccò la mano dal Dalek.
“Ti è bastato?”gli disse, con sguardo calmo e minaccioso. Il Dalek tirò un metallico sospiro di sollievo e non rispose per qualche istante.
“NON SEI UTILE ALLA CAUSA DALEK. SARESTI UN INUTILE SPRECO DI SOLDATI ED ENERGIE. NON RISPONDI AI CRITERI DI OTTIMIZZAZIONE”. Detto questo tornò a fatica nella capsula, che subito si chiuse e ripartì a gran velocità.
Amber guardò la capsula sparire nel cielo arancione, ma dopo qualche momento cadde a terra. La pelle tornò al suo aspetto normale, i vestiti e i capelli restavano fermi, la perla tornò ad essere invisibile. L'ultima cosa che vide prima di svenire fu il Dottore che correva verso di lei.

 
La giovane si svegliò distesa sul vecchio sedile consumato del TARDIS, sentì di essere al caldo e si accorse che una coperta arancione le solleticava la guancia. Si mise a sedere, guardandosi intorno ancora confusa. Vide il Dottore di spalle, che manovrava il TARDIS.
“Dottore...”
“Oh, eccoti! Appena in tempo” disse voltandosi. Indossava gli occhiali. “Come ti senti?”
“Ehm” si passò una mano sugli occhi “come se... mi fosse esploso un fuoco d'artificio nel cervello”.
Il Dottore ridacchiò avvicinandosi e si sedette di fronte a lei, guardandola con attenzione. “Ricordi cos'è successo qualche ora fa?”
Amber rimase per un attimo in silenzio, cercando di rimettere insieme pezzi di ricordi che le sembravano sparsi ovunque nella sua mente. Pian piano le immagini si ricomponevano. “Più o meno...”
“Ricordi cos'è successo con il Dalek?” La ragazza assentì.
“Dottore, è così strano, non ci capisco molto. Ma è come se fossi diventata un'unica cosa con la perla: l'ho sentita parlarmi, mi ha mostrato tutta la storia di una civiltà antichissima e… aliena. Eppure non era più aliena. Voglio dire, non era terrestre, ma non era nemmeno più aliena per me”.
Alzò gli occhi per guardare quelli del Dottore. “Mi è sembrata un'eternità, invece è successo in un attimo e grazie a te: appena hai distratto il Dalek, la perla ha reagito. Era lei a parlare ma allo stesso tempo ero anch'io”.
Si portò una mano alla testa, confusa. “Io… non...”
Il Dottore le afferrò le spalle. “Va bene, va bene, è sufficiente. Credo di capire”.
“Io no”.
“Amber, tu ora sei la prima di una razza completamente nuova. La tua precedente natura umana e la tua nuova natura Shmeri si sono fuse insieme. D'ora in poi potrai scegliere in qualsiasi momento quale delle due far prevalere. Prima quel Dalek ti stava uccidendo e il tuo istinto di sopravvivenza ha scelto di far prevalere il lato shmeri così da salvarti”.
Avvicinò il suo viso a quello della ragazza per guardarla fisso negli occhi, rivelando una commozione nuova.
“Sei una nuova incredibile creatura. Sintesi del passato di una civiltà e di un nuovo inizio. Sei unica in tutto l'universo”.
Gli occhi di Amber si riempirono di lacrime di commozione e gettò le braccia al collo del Dottore, che ricambiò l'abbraccio stringendola forte. Rimasero così per qualche istante, la ragazza sorrise sulla sua spalla.
Quando sciolsero l'abbraccio, il Dottore riprese: “Ti chiederei se vuoi tornare a casa, ma purtroppo, anche volendo, non posso più riportarti sulla Terra”.
Amber lo guardò con aria interrogativa. “Sei ancora troppo pericolosa, hai bisogno di imparare a controllare perfettamente questa tua nuova natura: non posso permettere che gli umani vengano messi in pericolo”.
La ragazza assentì. “Dove andrò allora?”
“Esiste un pianeta nel sistema che gli umani chiamano Trappist – 1. Lì c'è un luogo costruito appositamente per chi all'improvviso subisce una mutazione che lo porta ad avere delle nuove facoltà pericolose”.
Amber inarcò le sopracciglia incredula. “C'è anche il dottor Xavier per caso?” chiese ridacchiando.
“Non sto scherzando! Le mutazioni sono ampiamente diffuse in tutto l'universo. Da dove credi che abbia preso le idee Stan Lee? Comunque...” continuò il Dottore correndo alla console per fare qualche piccolo aggiustamento di rotta “è proprio lì che il TARDIS ci sta portando”.
Amber si alzò in piedi. “Cioè vorresti lasciarmi lì?”
Il Dottore assentì. “Una volta che avrai imparato a controllare i tuoi poteri, sarai libera di andare dove vorrai. Ma fino ad allora non posso lasciare che degli innocenti vengano messi in pericolo”.
La ragazza aveva già preso un profondo respiro per rispondere con l'irritazione che provava in quel momento, ma il Dottore la precedette.
“Lo so che non lo faresti volontariamente”.
Amber si rilassò. Il Dottore le si avvicinò di nuovo e le appoggiò una mano sulla guancia: “Grazie al loro aiuto non ferirai più nessuno, diventerai una creatura ancora più straordinaria e potrai fare cose incredibili. Stupirai il mondo”.
La giovane si lasciò andare ad un ampio sorriso. “Speriamo ci sia anche un Wolverine in questa scuola per mutanti”.
Il Dottore rise mentre si avvicinava alla porta del TARDIS. “Siamo arrivati!” disse aprendola.
“Wow!” proruppe Amber guardando fuori. Subito i suoi occhi furono colpiti da una grande quantità di verde, accompagnato da un leggero profumo di fiori e di erba appena tagliata: un grande giardino ben curato si estendeva per circa trecento metri, lasciando intravedere in fondo, tra fiori e alberi di tutti i colori, una grande casa gialla.
“È… È bellissimo”. Uscì dal TARDIS, seguita dal Dottore. Respirò a fondo quell'aria profumata e improvvisamente buona.
“Dottore, mi mancherà così tanto viaggiare con te”. Il Dottore le prese la mano.
“Nessuno ha detto che questo sarà il nostro ultimo viaggio insieme”. Sorrise, posandole un bacio leggerissimo sulla fronte.

 
Qualche ora dopo Amber era seduta accanto ad una delle finestre della casa gialla. Diede un veloce sguardo alla sua nuova camera, bella e confortevole, che aveva già cominciato a personalizzare. Sorrise rendendosi conto di essersi avvolta attorno al corpo un maglione over-size di quel blu che non avrebbe dimenticato molto facilmente. Tornò a guardare il cielo notturno, pieno di stelle completamente nuove o che aveva visto fino ad allora solo da un altro punto di vista.
Pensò ad uomo pazzo che attraversava il tempo e lo spazio in una cabina blu, che un giorno avrebbe mantenuto la promessa e sarebbe tornato a prenderla.
“Dottore...” le sfuggì dalle labbra in un sorriso. 


N.d.A.
Così si conclude per ora la storia di Amber e il Dottore. Vi invito di nuovo a commentare questa ff, così da capire se piace o meno. Qualsiasi tipo di commento è ben accetto! 
   
 
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