Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Geani    31/07/2017    0 recensioni
Non tutti gli angeli sono buoni e saggi. Sono creature estremamente vicine agli umani. Un angelo può cambiare per sempre, può essere esiliato e vivere sulla terra.
Danyas non è un semplice essere alato, è il fratello della Regina; una regina che però non è più lucida da molti anni, forse troppi. Il mondo non è fatto di buoni e cattivi, non e' fatto di angeli e demoni ma di creature di ogni tipo il cui animo brilla di mille sfumature diverse. Il cuore, che quasi mai segue la mente, detta troppo spesso le regole. Dopo una guerra tra angeli e demoni, quello che resta è una guerra tra fratelli.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6



L’appartamento non saltava all'occhio per qualche strano motivo, era una normalissima casa. Belle accenno’ un sorriso non sapendo di preciso cosa aveva pensato di trovarci. Probabilmente lo aveva immaginato piu’ bianco, piu’ luminoso e piu’ ordinato ma aveva trovato tutte le tende scure aperte, mobili in legno e un mucchio di cose fuori posto.
Sposto’ una camicia spiegazzata e si sedette sul divano, accavallando le gambe e lasciando che il suo accompagnatore si prodigasse per rendere quel posto piu’ presentabile. Osservo’ curiosa tutte quelle piccole cose che facevano di quella casa una casa. I vestiti sparsi, alcune vecchie foto  e molto altro ancora. Aspetto’ che lui cambiasse stanza prima si alzarsi e prendere fra le mani una cornice sistemata in bella vita. La rigiro’ fra le mani cercando una qualche data sul retro ma sbuffo’ delusa dal non trovare nulla. Torno’ quindi a osservare con attenzione i visi dei due ragazzi.
-Cosa stai facendo?- La voce di Dan la sorprese, facendole quasi cadere di mano la cornice.
La vampira si volto’ e, nella penombra, gli mostro’ cio’ che aveva in mano senza saper cosa dire. Spero’ solo che non si arrabbiasse, avevano da passare insieme un’intera giornata.
-Dai, sentiamo la tua teoria.- La incoraggio’ appoggiandosi ad un muro. –Tutte hanno provato a indovinare chi e’ la persona accanto a me: vediamo cosa ne pensi tu.-
Belle guardo’ di nuovo il viso del ragazzo dai capelli biondi, c’era una somiglianza strana.
-Tuo... tuo fratello?- Provo’.
-Prevedibile.- Roteo’ gli occhi lui, sedendosi sul divano con una birra in mano. –Da te speravo qualcosa di piu’ interessante.-
-Chi puo’ essere se no? Tuo padre? Non penso che il tempo lasci tracce sui vostri corpi.- Sbotto’ infastidita. –O tuo nonno? Cugino? Cognato? Il tuo ragazzo!?-
Dan la guardo’ con una smorfia poi scosse la testa divertito. Quello era gia’ molto meglio, nessuna aveva mai pensato fosse gay e il motivo era anche semplice: erano felici di essere nel suo letto.
-Pero’ se e’ il tuo ragazzo vuol dire che sei per entrambe le sponde o non mi avresti scopata.- Punto’ gli occhi su di lui, scrutandolo con attenzione.
-Hai ragione.- Belle lo guardo’ spiazzata.
-Su cosa, di preciso?-
-Se fosse il mio ragazzo sarei per entrambe le parti.- Spiego’. –Ma non lo e’.-
La vampira rimise la foto a posto, stringendo i pugni. Era quello che faceva sempre per tenere a bada le emozioni e l'istinto di reagire in maniera violenta. Non le piaceva essere presa in giro e lui si stava divertendo decisamente troppo a sue spese. Fece un passo verso la porta desiderosa di andarsene ma poi si ricordo’ che era bloccata li’, non poteva andarsene. Non ancora. Il sole era appena sorto e, per quanto all'inizio avesse odiato l’essere una creatura della notte, non desiderava morire. Torno’ quindi sui proprio passi, restando in piedi e osservando il ragazzo che aveva davanti con aria critica.
-Allora illuminami, dimmi chi e’ perche’ io piu’ di cosi’ non posso fare.-
-Mio figlio.-
Lo guardo’ per qualche secondo in silenzio, indecisa sul da farsi poi scosse la testa ricacciando indietro una risata. Non voleva farlo arrabbiare e poi lei non poteva certo fare la difficile. Pochi minuti prima aveva immaginato che fosse il padre o il nonno dato che loro non invecchiavano quindi perche’ non poteva essere il figlio? Per quanto ne sapeva stava fronteggiando un essere millenario e, in effetti, pareva assurdo che in tutto quel tempo non si fosse mai innamorato o non avesse mai avuto una relazione seria. Aggrotto’ poi la fronte perplessa, se quello era il figlio doveva esserci anche una madre da qualche parte. Non riusci’ a trattenere una smorfia a quel pensiero. Non capi’ il perche’ ma le dava fastidio, anche molto.
-E dove lo nascondi?- Chiese alla fine.
-E’ morto.-
La freddezza con cui lo disse la spiazzo’ nuovamente, costringendola a sedersi su una delle poltrone dall'altra parte del tavolino che li divideva. Non pareva nemmeno umano in quel momento, pareva molto piu’ sconvolta lei. Scosse la testa passandosi una mano fra i capelli.
-Ne parli come fosse la cosa piu’ naturale del mondo.- Fece notare.
-Sono passati decenni, ho imparato ad accettarlo e a conviverci. Cosa vuoi che faccia? Ho pianto abbastanza all'epoca.- Incrocio’ le braccia, accennando un sorriso amaro prima di chinare il capo.
-Ne... ne vuoi parlare? Da come ti comporti non lo hai mai fatto.- Mormoro’ sporgendosi in avanti. –Esternare i propri pensieri e i propri sentimenti aiuta molto, sai?-
Dan sbuffo’ una risata, scuotendo la testa, poi alzo’ lo sguardo su di lei. Nessuno aveva mai voluto sentire tutta la storia anche perche’ avrebbe comportato raccontare di sua sorella, della sua vita, confessare di essere un principe e molte altre cose che aveva sempre preferito tenere per se’. Nessuno aveva mai voluto ascoltare perche’ lui non aveva mai voluto raccontare. Appoggio’ i gomiti sulle ginocchia intrecciando poi le dita delle mani.
-Io posso anche parlarne, ma tu pensi di poter sopportare un racconto simile?- Domando’ stancamente.
-Abbiamo un’intera giornata davanti, qualcosa dobbiamo pur fare.- Lo incoraggio’ con un leggero sorriso.
-Magari preferivi vedere la tv.- Scrollo’ le spalle lui, preparandosi a quella lunga storia che aveva sempre taciuto.
Belle scosse la testa, guardandolo attentamente in attesa. Immagino’ che non fosse facile parlarne quindi gli lascio’ tutto il tempo necessario.
-Che sono un angelo lo sai, ma che tipo di angelo no.- Le fece notare con un mezzo sorriso. –Il mio nome e’ Danyas Kal, fratello di Eilidih Kal, regina del paradiso.- Alzo’ piano gli occhi sulla ragazza che lo osservava senza parole. –Non sono un re, se e’ quello che pensi, mi limito ad essere un principe per ora. Mio padre e mia madre morirono molti anni fa in una battaglia. I demoni avevano, dopo secoli, trovato un modo per infiltrarsi tra i cancelli del paradiso. Cercarono di scappare ma non ci riuscirono, io e mia sorella eravamo presenti. Alla fine l’esercito angelico riusci’ a vincere ma ormai eravamo orfani. Mia sorella, essendo la piu’ grande, sali’ al trono e imparo’ a governare con l’aiuto dei consiglieri che una volta avevano affiancato i nostri genitori. Lei pero’ non e’ mai stata molto stabile.- Sospiro’ piano a quel pensiero. –Penso che ci sia qualcosa di strano in lei, l’ho sempre pensato. Agogna l’amore piu’ di ogni altra cosa. All'epoca aveva deciso che io sarei stato il suo amante ignorando ogni legge del buongusto e qualsiasi altra legge esista quando si parla di queste cose. Insomma, so che sulla terra e’ vietato.-
-Lo chiamano incesto.- Suggeri’ la vampira, desiderando che continuasse.
-Si’, quella cosa li’.- Ammise roteando il polso. –Non era qualcosa che volevo fare, ero piu’ piccolo e i nostri genitori mi avevano insegnato il giusto e lo sbagliato... quello mi pareva assolutamente sbagliato. Vedendo che non desideravo stare al suo gioco’ inizio’ a drogarmi; probabilmente faceva mettere delle sostanze da lei conosciute nel mio cibo. Qualche anno dopo venne nelle mie stanze con un neonato fra le braccia. Chi fosse il padre era stato tenuto segreto. Lo presento’ come mio figlio e io non potei negarlo... aveva i miei occhi.-
-Il ragazzo della fotografia.- Sussurro’ la ragazza mentre Dan annuiva.
-Proprio lui. Si chiamava Ryen. Sarebbe stato il prossimo erede al trono quando mia sorella si sarebbe ritirata o se fosse morta. La cosa pero’ non duro’ molto perche’ un soldato riusci’ a sedurre Eilidih. Fece velocemente carriera e ora come ora e’ un generale.-
-Ti ha drogato, stuprato e rimpiazzato?- Quasi urlo’ sconvolta.
Danyas si limito’ a inarcare le labbra, un sorriso amaro e triste. In effetti era cosi’, sua sorella lo aveva usato.
-Quell'uomo e’ riuscito a entrare nella sua testa e, man mano, l’ha rivolta contro me e Ryen. Alla fine ci ha bandito dal paradiso ma, se devo essere sincero, ne sono sempre stato felice. Posso essere me stesso, libero da lei e da tutto il resto. Pero’ a quanto pare non le era bastato, o meglio... a lui non era bastato. Qualche tempo fa stavo aspettando che Ryen tornasse a casa ma dopo diverse ore di ritardo sono andato a controllare cosa stesse facendo. Fuori dal locale in cui doveva essere un grido aveva attirato la mia attenzione cosi’, seguendolo, mi sono fermato davanti a diversi soldati. L’avevano preso.- SI fermo’ un attimo, guardando a terra. Raccontare quella storia lo stava sia aiutando sia distruggendo. Aveva preferito dimenticare, eppure eccolo li’ dopo tutti quegli anni.
-Lo hanno portato via?- Belle si morse il labbro inferiore. Si sentiva terribilmente in colpa nel vedere l’angelo ridotto in quelle condizioni. Se solo avesse saputo non l’avrebbe mai chiesto.
-Lo hanno ucciso davanti ai miei occhi, lo ha fatto quell'uomo.- Taglio’ corto. –Dicendomi poi che non serviva piu’ che vivesse un abominio del genere ora che Eilidih aspettava un altro figlio. Suo figlio.- Concluse poi.
-Ma e’ una cosa folle! Prima ti ha costretto a farlo e poi l’ha ucciso?!- Belle, indignata, strinse i pugni per trattenersi. Quella storia sembrava peggio della sua, probabilmente lo era davvero.
-Le regine folli non si discutono, si cercano di contenere e basta.- Le fece notare. –Ma dato che non c’e’ stata guerra sotto il suo regno nessuno ha mai provato a contraddirla. Alla fine, finche’ il popolo e’ felice e in salute, che importa cosa succede nel castello?-
-Ma e’ il paradiso! Non dovrebbe esserci pace e amore per tutti?- Domando’ perplessa Belle, calmandosi. Si era resa conto che, per quanto arrabbiata fosse, nulla di tutto cio’ sarebbe cambiato. Il figlio dell’angelo che le stava parlando era morto, il Paradiso era in pace e nessuno ne sapeva nulla se non la piccola cerchia di soldati che aveva portato a termine quella missione.
-Beh, notizia dell’ultima ora, piccola Isabelle, il Paradiso non e’ paradisiaco. Quello che gli umani chiamano Paradiso e’ altro, qualcosa che sta sopra di noi. Lo conosciamo, si’, ma non lo possiamo raggiungere nememno noi. Siamo troppo corrotti per arrivare alla verita’. Siamo la terra di mezzo fra la vera beatitudine e il mondo terreno.-
-Una specie di Purgatorio?-
-Non proprio.- Dan fece una smorfia. –Nel Purgatorio le anime si ripuliscono dai peccati terreni per ascendere al Paradiso vero. Noi siamo piu’ gli angeli che fanno il lavoro sporco.- Tento’ di spiegare. –Non e’ chiaro, lo so... ma non posso esserlo perche’ nemmeno noi conosciamo molto. Sappiamo da sempre che sopra di noi c’e’ altro e conosciamo la terra pero’ non ci hanno mai spiegato il nostro ruolo preciso. Facciamo solamente cio’ che i nostri avi fanno da sempre.- Scrollo’ le spalle raddrizzandosi. –Ma ora basta parlare di tutto questo, mi mette troppa depressione.- Ridacchio’ piu’ sereno di prima, alzandosi e andando verso la finestra per spostare piano le tende.
Il sole stava iniziando a scendere e la cosa lo stupi’, aveva passato cosi’ tanto tempo a parlare del suo passato? Gli parve assurdo ma allo stesso tempo era felice di averlo fatto. Quel senso di leggerezza era fantastico, non l’aveva mai provato. Per la prima volta dopo secoli si rese conto che, forse, aveva bisogno di una compagna: qualcuno che lo ascoltasse e che lo consolasse. Qualcuno che si dimostrasse del suo stesso parere e che lo sostenesse in quel lungo e infinito cammino che sarebbe stata la sua vita immortale.
Sussulto’ leggermente quando due sottili e deliziose braccia gli circondarono la vita, seguite poi da un corpo che aderi’ alla sua schiena. Aggrotto’ la fronte ma non si oppose, era qualcosa di strano che mai e poi mai pensava di poter provare. Porto’ una mano sulle due che erano ferme sul suo addome e sorrise debolmente.
-Mi dispiace.- La voce della vampira gli giunse ovattata ma non ci diete peso. Nessuno si era mai dispiaciuto per lui, forse nemmeno i suoi genitori quando era piccolo.
Si volto’ di scatto per prenderle il viso fra le mani e alzalo, punto’ gli occhi nei suoi per qualche secondo e solo dopo aver avuto conferma che anche lei desiderava la sua stessa cosa la bacio’.
Un bacio come non aveva mai dato. In esso si mescolavano gioia, dolore, lacrime e felicita’.
 
Belle dondolava le gambe nel vuoto, sorridendo piano al manto scuro cosparso di piccole luci che la sovrastava. Era riuscita a sopravvivere un altro giorno ed era stata una strana esperienza. Tutto quello che ora sapeva continuava a tornarle in mente per confonderla e renderla pensierosa. Immaginava che, prima o poi, anche lei avrebbe dovuto raccontare la sua storia, quella lunga e noiosa di come era diventata vampiro. C’era pero’ tempo: non aveva intenzione di rovinare quella serata con ulteriori racconti tristi.
Osservo’ le macchine passare sotto i propri piedi e conto’ i piani che la dividevano dalla strada.
-Perche’ l’ultimo piano?- Domando’ all'angelo che la osservava appoggiato alla ringhiera su cui lei era seduta. Le era sempre piaciuto il pericolo e poi, anche da quell'altezza, non sarebbe morta. Dovevano decapitarla e lei aveva imparato a tenere la testa ben salda e attaccata al collo.
-Cosi’ posso volare via senza passare davanti alle finestre degli altri.-
   
 
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