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Autore: ___Page    31/07/2017    5 recensioni
«Iva tu… non l’hai già acquistata vero?» chiedo in un soffio e un angolo della sua bocca si contrae in un tic.
«A chili» conferma.
«Se non dovessimo trovare un’utilità per questo prodotto, il danno ammonterebbe a una cifra considerevole.»
«Ci serve più tempo!»
«Non lo abbiamo. Ci serve che la questione si riveli un affare entro Settembre o qualcuno del consiglio potrebbe… contrariarsi, diciamo. E la presentazione è programmata per Luglio. E deve essere l’affare dell’anno.»
***
Grazie alla geniale trovata di Iva ora mi ritrovo con il mio migliore amico che si sposa tra sei settimane, Sabo da gestire, un matrimonio da aiutare a organizzare e un progetto assurdo, impossibile, irrealizzabile dal cui successo dipende il futuro lavorativo mio, dei miei due collaboratori/amici, di un’altra buona fetta di colleghi e del mio capo.
Fantastico! Sono al settimo cielo!
***
«Ehi non mi piace che si usi quel termine per me!» protesta.
«Cosa?! Mestruato?!» domando con sfida, ma lui scuote la testa «Irritante?» riprovo, sollevando le sopracciglia, ma lui nega di nuovo «Gay?!» chiedo ancora. Incredula, lo guardo annuire solenne.
«Precisamente.»
No, io non ce la posso fare.
«Izo tu sei gay!!!»
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Koala, Nami, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Usop | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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«Dai non ci credo!» esclama Perona, ridendo di cuore come tutti noi, a parte Dragon, Marco e Law che si limitano a ghignare e Albida, che ascolta quasi con fastidio l’aneddoto di Ace su Rufy.
Non so che problema abbia ma posso ragionevolmente sospettare che ritenga poco femminile il nostro ridere senza mettere la mano davanti alla bocca, visto quante volte ha ripreso Baby durante la cena per una quantità di atteggiamenti a suo avviso rozzi che non sto nemmeno a elencare.
Nessuno stupore che suo marito sembri imbalsamato e si limiti a scandagliare periodicamente il tavolo, tirando dal sigaro di tanto in tanto. Da fuori potrebbe sembrare molto simile a Dragon, solo costantemente annoiato da tutto ciò che lo circonda.
In realtà chi lo conosce sa che Dragon sa essere divertente, autoironico e disponibile, anche se non espansivo come Sabo e Rufy, e per quanto riguarda Crocodile, è solo la mia prima impressione, mi serve più tempo per inquadrarlo.
Baby invece mi ha fatto tenerezza, a un certo punto sembrava volersi sotterrare da tanto Albida le è stata addosso – e meno male che almeno è seduta lontana da lei, tra Sanji e Usopp – e mi dispiace vederla così succube di sua madre.
«E invece puoi crederci! Sono sempre stati dei delinquenti!» interviene Dadan, pestando un pugno sul tavolo e facendo tintinnare i bicchieri e le forchettine da dolce.
«Oh dai Dadan!» protesta Ace, prima di sfoderare uno dei suoi sorrisi mozzafiato. «Quanto meno non ti sei annoiata.» le fa notare.
«Ragazzino, non mi servivate certo voi per non annoiarmi.» ribatte, incrociando le braccia sotto il seno. «Non mi mancava certo  l’intrattenimento, sai?»
«Ma certo Dadan, lo sappiamo tutti che sei sempre stata piena di pretendenti.» cerca di rabbonirla Dragon, mentre prende un sorso dal suo bicchiere.
«L’unica cosa che mi piacerebbe capire è come stavano messi a diottrie suddetti pretendenti» mormora Izou sottovoce, facendo sghignazzare me e Robin.
Gli lancio un’occhiata divertita. Devo ammetterlo, si è davvero impegnato stasera e mi ha fatto imbarazzare solo un paio di volte, come di certo i suoi stinchi non dimenticheranno facilmente. Comunque nel complesso è stato un bravo finto fidanzato.
«Beh, Sabo e Law facevano anche di peggio.» interviene Shanks proprio mentre i due chiamati in causa stanno bevendo un sorso d’acqua.  Si affogano in sincrono nei loro bicchieri, cogliendo alla sprovvista Bibi che gira il capo a destra e a sinistra, preoccupata per entrambi.
«Ma di che stai parlando, Shanks?» protesta Sabo con voce strozzata.
«Per esempio di quella volta che avete dissotterrato tutti i bulbi dai lati del viale perché dicevate che erano uova di drago.» ribatte con un sorrisone Shanks, passando un braccio sulle spalle di Makino.
«E il parco avventura in casa?» ci ricorda proprio lei, facendo scoppiare a ridere Shanks in una sonora risata. «Una volta hanno trasformato il primo piano della casa in una specie di palude, hanno ricoperto il pavimento di terra e foglie e appeso le corde ai lampadari per giocare alla giungla. In casa perché Dragon gli aveva detto che stare fuori con il buio era pericoloso.» spiega poi per il beneficio degli ospiti.   
Prendo in mano il mio bicchiere e lo faccio roteare appena, ghignando sadica. «Per non parlare di quella volta che hanno liberato tutti gli animali del laboratorio di scuola.»
«Koala!» mi chiama Sabo con un sorriso agitato e imbarazzato mentre Law mi lancia un’occhiata quasi indignata. Mi guarda come se lo avessi tradito e io mi stringo nelle spalle.  
«Oh dai! È stata una cosa dolce.»
«Soprattutto dopo averlo sentito ripetere non so più quante volte che la scienza richiede sacrifici.» puntualizza Robin.
«Ma infatti!» si acciglia Bibi, perplessa. «Tu non eri quello del “senza gli esperimenti sugli animali a quest’ora saremmo ancora fermi alla penicillina.”?» gli fa notare e io e Robin ci scambiamo un’occhiata complice. Ne sappiamo qualcosa anche noi, al riguardo.
«Beh non ho mai detto che gli animali in questione andassero trattati male. E siamo tutti d’accordo che quell’idiota di Ceasar non è mai stato capace di gestire a dovere un laboratorio.» taglia corto Law, sfidandoci con lo sguardo a negare.
«Anche se, stranamente, dopo la vostra bravata ha imparato. E così il vostro fratellino adorato non ha dovuto sopportare la vista di quelle povere creature maltrattate, giusto?» li punzecchia Usopp, mentre Ace scompiglia la zazzera mora a Rufy che ride felice come un bambino. Law resta impassibile e Sabo arrossisce ma nessuno di loro nega che quello fosse la loro più importante motivazione, anche perché tanto non gli crederemmo.
Si staccherebbero anche un braccio per Rufy, tutti e tre.
«Comunque questa è la dimostrazione che ci avete fatto penare tutti e quattro.» interviene di nuovo Dragon «Ancora mi chiedo come ha fatto Makino a restare così giovane e bella dopo avervi tirato grandi. E faccio ancora fatica a credere che uno di loro abbia davvero messo la testa a posto.» prosegue, sorridendo a Bibi.
Per un fugace attimo si gira verso me e Robin, guardandoci come si guardano due figlie che sono il tuo orgoglio, e poi allunga una mano verso Perona, seduta tra lui e Ace, per accarezzarle la guancia con un sorriso di scuse.
«So che fai del tuo meglio con Ace, ma non tutti hanno gli stessi tempi.»
«Non trattenere il fiato papà.» commenta Sabo, sovrastando le risate di tutti.
«Stando ai tempi di Ace ci vorranno almeno altri cinque anni.» aggiunge Robin con un serafico sorriso.
Baby e Bibi si scambiano un’occhiata, sorridendo perché contagiate dal nostro divertimento ma chiaramente ignare di cosa ci sia di tanto divertente.  
«Ace e Perona si conoscono da quando Zoro e Ace sono finiti nella stessa classe alle medie.» mi sporgo verso il loro lato del tavolo per spiegare. «E Perona è sempre stata cotta di lui sin da piccola.» 
«All’inizio la differenza d’età era davvero proibitiva.» precisa Robin. «Ma in ogni caso Ace ci ha messo un po’ più del normale per rendersi conto che la cosa era diventata reciproca. Praticamente quando lui se n’è accorto tutti i presenti al tavolo lo sapevano già.»
«Ehi dai!» prova a protestare Ace ma nessuno gli da retta.
«È stato quando Perona era in quinta liceo giusto?» chiede conferma Brook.
«Dopo la sua gita di quinta.» conferma Zoro con un mezzo grugnito.
«Cinque giorni di autentico delirio!» dichiara Sabo con un sorriso a trentadue denti. «Non mangiava, non dormiva, viveva con il cellulare in mano perché voleva telefonarle e chiederle se qualcuno dei suoi compagni avesse provato a toccarla.» elenca. «Un uomo distrutto.»  
Perona si gira verso Ace incredula.
«Non me lo avevi mai detto questo!» gli dice, emozionata come se si fosse appena dichiarato.
«Oh beh…» comincia lui, accarezzandosi la nuca.
«E poi com’è finita?!» chiede Bibi, curiosa e coinvolta.
«Beh ecco lui…» Perona tituba un attimo, lanciando un’occhiata di striscio a Ace. «Ha fatto irruzione in camera mia dalla finestra la sera che sono tornata dalla gita e mi ha fatto tipo il terzo grado. Sai tipo: “Com’è andata?! Hai dormito sempre in camera tua?! I prof hanno controllato che i ragazzi non venissero nelle vostre stanze?! Qualcuno ti ha importunato?!”»
«Ehi, non esagerare!»  protesta lui.
«Ma non esagero hai davvero fatto così! E poi a un certo punto mi ha tipo dato un bacio a stampo e ha fatto per andarsene e poi, era già sul davanzale per saltare giù, si è fermato e si è ricordato di chiedermi di uscire.»
«E tu?!» domanda Baby, rapita.
Mi accorgo solo vagamente che Dragon, Shanks, Makino, Dadan, Crocodile e Albida stanno lasciando il tavolo, di sicuro su proposta del padrone di casa, per lasciarci tranquilli a parlare delle nostre cose e probabilmente bere il caffè in cucina.
Perona intreccia le dita e vi posa sopra il mento. «Io ero ancora interdetta per il bacio. E comunque non ho fatto in tempo a rispondere perché gli è venuto un attacco narcolettico.»
Nuove risate si levano nell’aria e Baby quasi si mette a battere le mani come una bimba entusiasta al parco divertimenti. «Adoro questi aneddoti romantici! Ne avete altri?» chiede speranzosa, scandagliando tutto il tavolo.  
«A dire il vero Nami e Marco non ci hanno ancora raccontato come si sono conosciuti.» Sabo si sporge in avanti con il busto e tutti gli occhi si spostano sulla coppia, palesemente presa alla sprovvista da tutta quell’attenzione improvvisa. Il sangue mi si gela nelle vene, Izou si irrigidisce accanto a me, Robin si schiarisce la gola prima di prendere un sorso d’acqua e Usopp trattiene il fiato. È evidente, per noi che sappiamo, che non sanno che accidenti dire e non posso non lanciare un’occhiata di mezzo rimprovero a Nami.  
«Oh beh noi… Ecco noi…»
Inventarsi una storia in anticipo sarebbe dovuta essere la base. Come ha potuto non pensarci? Lei che è sempre così... così… paracula!
Il problema è che nemmeno Marco sembra avere un’idea in mente. Voglio dire, è stato silenzioso per tutta la cena, in linea con il suo carattere discreto, che poi era proprio ciò che cercavamo. Ma è palese che si trova nella merda tanto quanto lei, che nel frattempo continua a tartagliare nonostante i cenni incoraggianti di Usopp.
Bisogna fare qualcosa.
Law si passa una mano sulle labbra, non so se per nascondere un ghigno divertito o se per autentico disagio.
Bisogna decisamente fare qualcosa. Provo a comunicare silenziosamente con Usopp, mentre le prime occhiate perplesse rimbalzano da un lato all’alto della tavola, ma lui si stringe nelle spalle, spaesato.
Okay Koala. Okay. Tocca a te.
Pensa.
Pensa, pensa, pensa.  
Potrei fingere un crampo improvviso, lanciare un piccolo urlo e lamentare un lancinante dolore alla gamba.
Certo non sarebbe niente di così eclatante, per di più sono a tavolo con un medico e un quasi medico ma potrebbe bastare per distogliere l’attenzione.
Oppure potrei dire di sentirmi affannata ma poi so che penserebbero all’attacco cardiaco e finirebbero per volermi portare in ospedale.
Uhmmmm. E se fingessi un’improvvisa amnesia?!
Potrei mettermi a guardarli tutti straniti e chiedere dove sono, questo di certo farebbe dimenticare a tutti di Nami e Marco e domattina al risveglio potrei dire di ricordare tutto e che si è trattato solo di un’amnesia temporanea. In fondo nessuno può dimostrare che non mi sia successo veramente.
Certo avrebbe più senso se fosse Nami a fingere di aver perso la memoria ma come potrei mai farglielo capire con dei gesti e senza farmi vedere, oltretutto?
«È che… In realtà è una storia davvero noiosa!» esclama improvvisamente Nami. «Quella di Izou e Koala merita molto di più! Vero, Marco?!»
Il mio corpo reagisce prima del mio cervello alle sue parole. Un brivido mi percorre la schiena ed è solo quando incrocio l’occhiata di Law, che ha quell’espressione tipica di uno che non riesce a credere alla propria fortuna, che capisco che è successo davvero.
Cosa. Ha. Detto.
Sorrido a forza, imitata da Izou, e mi giro verso di loro. Marco annuisce, ghignando senza ritegno alcuno verso il proprio fidanzato.  «Oh sì, sono assolutamente d’accordo.» conferma e tutti gli occhi che un attimo fa erano puntati su di loro, ora sono puntati su di noi.
Oh che ingrati!  
Noi non abbiamo nessuna storia! Non ci siamo preparati a… a questo!
Il cuore mi pompa a mille nelle orecchie.
Mi stanno guardando, tutti mi stanno guardando. Ci stanno guardando e Izou è talmente allucinato che dubito di poter contare su di lui. Per un attimo prendo seriamente in considerazione di gettare la spugna, dire a tutti che Izou è gay e tanti cari saluti. Chi se ne frega se la bugia di Nami crollerà con la mia.
Alla fine mi ci ha messo lei in questa situazione.
«E quindi?» domanda Perona, impaziente e assetata di altre storie romantiche. «Dove vi siete conosciuti?»
Che sia maledetto il mio senso dell’amicizia!
«A una festa!»
«Al lavoro!»
Raggelo quando le voci mia e di Izou si sovrappongono. Mi giro a guardarlo assassina ma sempre rigorosamente sorridente e lui subito si stringe nelle spalle.
«No scusate…» comincia Sabo, perplesso, mentre Law solleva un sopracciglio.
«A una festa di lavoro.» lo interrompo, decisa.  «In realtà era una festa normale ma siccome eravamo tutti del lavoro si è trasformata in una festa di lavoro.»
«A casa di chi?» chiede Law, accomodandosi meglio sulla sedia, l’infame.
Lo fisso per cinque secondi abbondanti, seria come non mai.
Izou mi indica con un ampio gesto della mano. «È stato a casa di Ko… Ahia!!!» protesta quando il mio tallone gli accartoccia l’alluce sinistro.
«Scusa tesoro!» esclamo fingendomi mortificata e posandogli una rapida carezza sul volto, il tutto senza staccare gli occhi da Law che non si decide a staccare gli occhi da me, fin troppo divertito. «Non volevo. Comunque a casa di Coby, uno della contabilità, non lo conoscete.» taglio corto.
«E chi è stato a fare la prima mossa?!» s’intromette Baby, gli occhi che luccicano.
«Beh…»
«Koala naturalmente! Mi ha notato subito ed è stata lei ad avvicinarsi!»
«E cosa ti ha detto?!» domanda Perona.
«Gli ho chiesto se aveva un assorbente da prestarmi.» mormoro a denti stretti.
«Cosa?!» domanda Ace perplesso.
«Eh?!» ribatto subito, fingendo di non avere parlato.
«Ma che avevo un look fantastico, ovviamente! Cos’altro avrebbe mai potuto dirmi, gioia?!» Izou continua, troppo entusiasta, troppo squillante, troppo espansivo. Troppo gay.
Usopp, Sanji e Nami sgranano gli occhi, Marco, Law e Robin distolgono lo sguardo. Io prego che se proprio nessuno lassù ha intenzione di fulminare lui, almeno che fulmini me ma nulla accade e mi rassegno a continuare con la tortura.
Izou sbatte le palpebre, interdetto, le braccia ancora sollevate sopra il capo. Si schiarisce la voce prima di inclinare la schiena all’indietro e appoggiare un gomito allo schienale e l’altra mano al ginocchio della gamba accavallata, cercando di assumere un tono e un’espressione mascoline. «Mi ha detto che adorava come mi stava la mia camicia» annuisce, ammiccando con fare da playboy, in una grottesca imitazione di Franky.
«Yohohohoh e tu non gli hai chiesto il colore delle sue mutandine?»
«Uh?! Beh no, io… le ho ghignato e le ho risposto “sei un’intenditrice, baby”.»
Chiudo gli occhi e mi faccio violenza per non spalmarmi una mano sulla faccia. Usopp si affoga quasi nel suo bicchiere, Law sembra veramente al limite, Sanji potrebbe avere un ictus da un momento all’altro.
E tanti cari saluti alla storia romantica.
«Sembra essere l’inizio di un flirt con i fiocchi.» commenta Baby, ondeggiando le spalle. Le lancio un’occhiata incredula.
Sta scherzando, vero?  
Il punto è che non è nemmeno l’unica a seguire rapita il racconto di Izou. Per un secondo mi domando se non ci fosse della droga nel cibo.
«E allora lei mi si è avvicinata e mi ha messo una mano su…»
«E gli ho detto se potevamo andare a casa mia o sua così vedevo se stava bene anche a me. Sì, avevo bevuto parecchio.» m’intrometto, parlando tutto d’un fiato. E basta adesso! «Ero ubriaca e siamo andati a casa sua e abbiamo passato una notte di sesso infuocato e sconvolgente assolutamente fantastico e al mattino Izou mi ha detto che non aveva mai conosciuto una donna così bella e passionale e se potevamo rivederci e dopo un mese mi ha chiesto ufficialmente di cominciare a uscire come coppia. E questa è la nostra meravigliosa storia d’amore e anzi a essere sincera tutto questo parlare di incastri e di tetris mi ha anche fatto venire una certa voglia di stare da sola con il mio virile uomo ma non ho nessuna intenzione di saltare il dessert, quindi con permesso…» concludo, alzandomi in piedi e facendo un cenno interrogativo verso Sabo.  
Sto bollendo, credo di essere viola in faccia ma niente a che vedere con l’espressione disgustata di Izou, dovuta di certo al mio “virile” e al riferimento su quanto mi abbia trovato bella e passionale. Espressione, la sua, che, lo ammetto,  mi da una certa soddisfazione e ripaga dell’imbarazzo che sto provando.
«Dessert!!!» urla Rufy al settimo cielo, rompendo immediatamente il momento di silenzio che rischiava di rendere tutto ancora più imbarazzante e io provo l’impulso di abbracciarlo e stampargli un bacio in fronte. 
Law, Sabo ed Ace si alzano per fare gli onori di casa con dolce e caffè e io li seguo per aiutarli, perché in fondo è come se fossi a casa mia. Robin e Rufy non ci seguono solo perché lei sa già che la costringerebbero a restare seduta e tranquilla e Rufy perché Sanji gli ha appena detto di non azzardarsi ad avvicinarsi al dolce “razza di fogna rimbalzante”.  
Raggiungo veloce il portico, rimanendo dietro giusto di qualche passo, e prendo un profondo respiro per calmarmi prima di entrare in cucina dalla porta sul retro. Io lo so che non è da me. Ma davvero non so se ce la posso fare.

 
§

 
Gli tiro un leggero calcio sugli stinchi, niente di troppo forte giusto per attirare la sua attenzione e fargli sapere che non l’ho perdonato né sono passata sopra al suo simpatico scherzo di poco fa. Si gira verso di me, appena un po’ sorpreso ma subito piega le labbra in un ghigno appena mi mette a fuoco.
«Serve qualcosa?»
«Ti stai divertendo?» domando con un sorriso più falso di Giuda.
«Volevo solo sapere a casa di chi era la festa.» si stringe nelle spalle, prima di avvicinarsi al frigo per estrarre il dessert, la cheesecake al cocco da servire con a parte la crema all'ananas. La specialità di Makino la torta, una prelibatezza di Sanji la crema.
Law mi passa la ciotola che contiene la crema ed estrae la teglia con la torta. Un rumore dal salotto, ceramica che cozza contro altra ceramica e ci immobilizziamo entrambi.
«Ace?» chiama Law, la voce appena incrinata. Far prendere qualcosa a Ace, che sia dal frigo o dalla credenza, è sempre un terno all’otto. Ma se si è addormentato mentre recuperava le tazzine del servizio buono è meglio liberare l’interno prima che Dadan lo scopra.
«Tutto a posto! Ci sono!» 
Io e Law tiriamo un sospiro di sollievo e ci spostiamo verso il bancone. Le tre caffettiere, riempite in tempo record da Sabo, sono già sui fornelli ma non borbottano ancora.
«Te la sei cavata bene comunque.» commenta Law mentre tolgo la stagnola dalla ciotola di vetro. Gli lancio un’occhiata di striscio prima di passargli il coltello con cui tagliare il cheesecake.
«È stata la storia peggiore che abbia mai inventato in vita mia.» sospiro. «Ma se Izou può passare per etero, suppongo che sia il mio livello di aspettativa a essere al di sopra della norma.»
«La gente sa essere cieca quando vuole.» mi fa presente sollevando un sopracciglio ma a questo non rispondo perché sono troppo impegnata a rubare un po’ di crema all'ananas con un cucchiaino.
Santo cielo, è divina. Aspra al punto giusto, con la punta di dolce tipica dell'ananas e un gusto che sa tutto d'estate. Perché non posso pubblicizzare questo?
«Ti riferisci a qualcuno in particolare?» chiedo, tanto per curiosità. So benissimo che si riferisce a qualcuno in particolare, Law è un grande osservatore. Finisce di assaggiare il cucchiaino di crema che gli ho appena offerto e chiude anche per un attimo gli occhi per gustarsela meglio, perché certe meraviglie di Sanji sciolgono persino lui.
«Mi riferisco al fatto che Sanji sembra aver fatto solo un certo tipo di progresso negli ultimi due anni.» mormora, indicando con un cenno del capo la crema all'ananas. 
Esito un istante e poi mi stringo nelle spalle. Non voglio schierarmi in questa situazione perché, se lo facessi, verrebbe fuori tutto il risentimento per quello che Usopp sopporta da non so più nemmeno quanto e il mio non sarebbe un giudizio oggettivo. Voglio bene anche a Sanji e sono certa che anche lui ha le sue ragioni, per quanto discutibili siano.
«Lo conosci, è testardo.»
«A che scopo? È chiaro come il sole quel che c’è tra loro. Non capisco nemmeno come facciano gli altri a non accorgersene.»
«Forse perché non tutti analizzano i sentimenti e i rapporti come se fossero gli esiti di un’emocoltura?» lo provoco e prendo in giro al tempo stesso. Si limita a farmi una smorfia ma non si offende.
«Comunque Usopp è troppo buono.»
Scuoto appena il capo. «Lo ama troppo.»
«Chi?»
Io e Law ci congeliamo quando sentiamo la voce di Ace decisamente più vicina di quel che dovrebbe essere. Giro lentamente il capo verso di lui e sbatto le palpebre vistosamente mentre registro la sua espressione interrogativa, tazzine e piattini in pericoloso bilico sul vassoio.
«Io! La crema all'ananas di Sanji! La amo davvero troppo!» recupero subito, senza quasi fare una piega. Intravedo con la coda dell’occhio Law sogghignare, tra il divertito e l’ammirato e non riesco a trattenere un sorriso anche io, sorriso che naturalmente Ace ricambia in automatico.
«Oh beh! Sì in effetti è fantastica!» conferma ma poi si acciglia. «Ma che c’entra Usopp?»
Rimango immobile dove sono, attenta a non far trasparire nulla dal mio viso, e scuoto appena il capo. «Che c’entra Usopp?»
«Ah non so. Voi stavate parlando di Usopp.»
Merda.
«Giusto.» mormoro, girando appena il viso verso Law che, con mio immenso sollievo, si schiarisce la gola per parlare.
Non posso fare sempre tutto io.
«Beh Usopp ha avuto un ruolo fondamentale nella preparazione della crema.» afferma Law, convincente come solo lui sa essere persino quando dice stronzate. Il che, dopotutto, non accade quasi mai. «Lui ha…» trattengo il fiato quando tentenna per un millesimo di secondo. «…Spremuto il limone. Un passaggio assolutamente fondamentale.» recupera, ispirato suppongo dal mezzo agrume che giace sul bancone e che non è ancora stato rimesso in frigo.
«Ah.» Ace sbatte le palpebre perplesso e per un lungo attimo io e Law tratteniamo il fiato, con il dubbio che sia lì lì per mangiare la foglia. Ma per fortuna Ace si stringe nelle spalle torna a sorridere come sempre. «Beh devo credervi sulla parola! Io non ci capisco molto di dolci a meno che non sia per mangiarli!» commenta prima di uscire di nuovo in giardino.
Mi lascio scappare una risata mentre mi volto verso Law. «Il limone?»
«Non mi è venuto in mente altro.»
«Ottimo recupero!» mi complimento prima di spostarmi a spegnere il fuoco sotto le caffettiere che hanno iniziato a borbottare. Mi guardo intorno alla ricerca del vassoio di legno.
«Qui.» mi avvisa Law.
Mi volto verso di lui e recupero il vassoio in questione, che mi sta tendendo senza neanche guardarmi, mentre con l’altra mano stempera la crema. In fondo anche il suo lavoro richiede una certa manualità.
«Grazie!»
Dispongo tutto con cura, attenta a non scottarmi, e poi mi avvio verso la portafinestra. Mi fermo a metà strada e mi volto ad aspettarlo. Lo guardo finire di disporre su un altro vassoio la torta, la ciotola e il coltello seghettato prima di sollevare lo sguardo su di me e fare un solenne cenno con la testa per comunicarmi che ha finito. «Andiamo.» mi invita e, uno dietro l’altro, torniamo in giardino.
  
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