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Autore: LaMiaStella    31/07/2017    0 recensioni
Ultima di tre figlie nata per caso o ,come mi ha spesso rinfacciato Mara , per un errore sono diventata nel tempo la madre di chi mi circonda, di tutti tranne che di Te : figlio adorato mai concepito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo cinque anni e dal balcone salutavo mamma e le mie sorelle che partivano in autobus in gita a Santa Margherita Ligure e mi chiedevo come avrei passato la giornata , mai avrei pensato di stare tanto bene sola col babbo . Andammo sul ruscello che scorreva a qualche miglia da casa a pescare . Papà indossava lunghi stivali verdi che gli arrivavano alle cosce e prendendomi sul fianco con un braccio solo, appoggiandomi a sé , mi scorrazzava da una riva all' altra alla ricerca di un posto giusto in cui poterci fermare . Ogni pesce preso veniva delicatamente staccato dall' amo e finiva nel secchiello in cui avevo preso dell'acqua per poterli portare a casa e gettare in vasca finché mamma avrebbe deciso di ignorare le mie proteste e sistemarli definitivamente in padella , impanati e croccanti . Era davvero bello stare con papà, non perdeva tempo a rimproverarmi , non mi annoiavo nemmeno a stargli accanto in silenzio a guardare dritto davanti a me con il sole sul viso e piedi nell'acqua fresca del ruscello . Ho sempre avuto un rapporto speciale con lui , mi chiamava " L ' argnó " , la piccola ernia che era spuntata all'improvviso ma che gli stappava sempre un sorriso . Fino ai suoi ultimi giorni sono stata per lui un'amica,con cui passare un sabato pomeriggio in giro per le colline fermandoci a bere un caffè , o un giovedì mattina a fare la spesa assieme per poi cucinare la " piccola di cavallo " prima di salutarlo per poi andare al lavoro . Anche a scuola nei pensierini, poi nei temi avevo sempre aneddoti sul mio papà e lo descrivevo come L uomo bello , forte , lavoratore . Questo grande affetto mi derivava dalla stima e dall'amore che traspariva dai gesti di mia madre. Per non farci mancare niente mio padre faceva tre lavori , era cantoniere durante la giornata , poi giardiniere tuttofare e di sera andava nei boschi con la pila e con il cagnolino Lillo alla ricerca di tartufi . Eravamo sempre preoccupate per la sua salute e siamo cresciute con il senso di colpa che ci divorava le viscere . La colpa di essere tre figlie che erano solo capaci di chiedere e non sapevano come alleviare le sue fatiche . Mentre aspettavo alla finestra il suo ritorno dai boschi , scrutando ogni luce nella nebbia e mangiandomi le unghie mi chiedevo cosa potevo fare affinché papà fosse meno stanco ed avesse più tempo per noi . Poi sentivo il rumore del suo motocarro e correvo a rotta di collo giù per le scale per aprigli il cancello , così non doveva scendere per aprirselo da solo , e con gioia annunciavo a mia mamma "è arrivato, è arrivato Mino" .
   
 
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