Okay non ce l'ho fatta ad aspettare fino a domani quindi ecco a voi il nuovo capitolo
Annabeth:
Ero appena scesa dall'ascensore Che subito sfreccia giù di nuovo per prendere un altro passeggero, chi sa chi è, magari solo un cittadino.
Camminai lungo il viale e dopo qualche minuto arrivai al posto in cui si teneva la riunione: la casa di Zeus
Tutti gli dei erano fuori a chiacchierare tranne Zeus, Poseidone e Atena che molto probabilmente erano dentro, prima che gli dei mi vedessero dietro di me sentii qualcuno che mi chiamava.
-Annabeth, Annabeth aspetta-
Mi girai e vidi Percy che correva verso di me.
-Percy, che cosa fai qui?-
-mi ha mandato Chirone, ha detto che devo partecipare anche io alla riunione-
-tu sai in cosa consiste questa impresa?-
-no, ma a guardare le facce degli altri non sarà di certo uno scherzo-
Mi guardai intorno e notai che anche gli dei erano preoccupati.
Poi Apollo venne contro di noi.
-Jackson, biondina-
Ci salutò.
-Apollo, signore perchè siete tutti così preoccupati?-
-lo scoprirai biondina, lo scoprirai-
-mia madre dov'è?-
Chiesi.
-ehm... beh diciamo che al momento è impegnata-
-e mio padre?-
Disse Percy
-anche lui-
-ma come...-
-fai troppe domande Jackson-
Lo interruppe Apollo.
La riunione iniziò e prima di passare alla nostra impresa, parlarono di un figlio di Ares, un certo Jack Butler, che era scomparso all'inizio di giugno. Poi passarono alla nostra impresa.
-Jackson, Chase, sicuramente vi starete chiedendo dove sono i vostri genitori-
Disse Zeus. Noi annuimmo.
-i vostri genitori sono stati rapiti, giovani semidei, e sarà compito vostro liberarli-
Percy emise un suono strano, io non potevo crederci.
-signore, perchè avrebbero dovuto proprio rapire i nostri genitori?-
-ah Jackson, questa è la parte più fastidiosa, noi non lo sappiamo-
Intervenne Apollo
-sapete almeno chi li ha rapiti?-
-non sappiamo neanche questo-
Stavolta stranamente fu Afrodite a rispondere.
-ma sappiamo una cosa, sappiamo dove sono nascosti e chi c'è di guardia-
-vai piano Afrodite!-
La rincalzò Zeus
-non vogliamo di certo fargli prendere un infarto-
-scusate, chi c'è di guardia?-
Stavolta fui io a domandarlo.
-Ortro, Cerbero e... un'esercito di Titani e mostri-
Con mio stupore queste parole uscirono dalla bocca di Ade che, anche lui come suo figlio, sembrava il più combattuto,
-ma Ade, signore, come è possibile? Ho ucciso personalmente sia Cerbero che Ortro l'estate scorsa, e le porte della morte erano chiuse, e poi i titani... è impossibile, almeno che...-
Percy si fermò di scatto, capii all'istante.
-NO!-
Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.
-QUESTO È IMPOSSIBILE!-
-Annabeth Chase, capiamo ciò che significa per voi tornare laggiù, ma ne abbiamo bisogno, voi due insieme siete i semidei più potenti che abbia mai visto, il vostro amore vi lega più di ogni altra cosa, ce la farete-
Solo Afrodite avrebbe potuto dire una cosa così.
Prese parola Zeus.
-e poi, semidei, non sarete soli, questa impresa è molto importante e non sarete solo in tre ad affrontarla-
-e chi verrà con noi?-
Chiese Percy.
Apollo iniziò ad elencare come un tram -Il pretore romano/Panda, la tizia romana che fa apparire le pietre, il costruttore di templi biondo, la figlia di Afrodite che lancia prosciutti, mio figlio Will, il suo fidanzato- e lanciò uno sguardo ad Ade -il meccanico che venne con me nell'impresa degli oracoli e Calypso-
Sorrise fiero di se.
-APOLLO VUOI TORNARE UMANO?-
Lo rimproverò Zeus.
-no padre, scusami-
-ecco, comunque andrete: voi due, Piper McClean, Jason Grace, Hazel Levasque, Frank Zangh, Calypso, Leo Valdez, Nico Di Angelo e Will Solace-
-e io cosa ho detto-
Ribatté Apollo. Zeus gli fece un'occhiataccia e riposò l'attenzione su di noi.
-partirete domani all'alba-
Annuimmo e ci girammo per andare via, eravamo quasi all'ascensore quando Ares ci chiamò.
-hey Jackson, senti so che non siamo mai stati in buoni rapporti ma... beh ti volevo chiedere se magari tu... beh se incontrassi Jack per strada, me lo riporteresti indietro?-
-certo Ares-
Rispose Percy. Ares fece un sorriso enorme e poi si rivolse a me.
-Annabeth Chase giusto?-
Annuii.
-bene! Penso che questo appartenga a te-
Mi porse il mio pugnale che avevo perso durante il recupero dell'Athena Parthenon.
-o miei dei, grazie signore-
Esitai un attimo e poi gli chiesi:
-non è che ha trovato anche un computer argento?-
Ares rise.
-sei come tua madre, tale e quale. Comunque no non l'ho trovato-
Annuii un po' delusa ma comunque felice per aver riavuto il mio pugnale.
-hey-
Continuo Ares.
-buona fortuna semidei-
Sorridemmo ed entrammo in ascensore, dopo un po' di discesa Percy lo fermò.
-Annabeth... come stai?-
-dobbiamo farlo Percy, sono i nostri genitori, glielo dobbiamo-
-lo so... è che... il Tartaro... Annabeth tu ti ricordi vero?-
-purtroppo sì, ora capisco perchè Nico e Ade erano così giù-
Mi guardò con quei suoi occhi verdi.
-potevamo avere un po' di tempo per noi finalmente-
-hey, Percy... c'è la faremo sai, e quando riusciremo in questa impresa andremo a vivere al campo Giove, come hai sempre voluto-
Nelle sue labbra si stampò un enorme sorriso.
-ci andremo davvero?-
-si-
Dissi ormai con le lacrime agli occhi.
-ti amo lo sai?-
Piangeva anche lui.
-ti amo anche io testa d'alghe-
Mi buttai tra le sue braccia e mi strinse in un forte abbraccio, profumava di mare, proprio come suo padre.
Poi fece ripartire l'ascensore. Arrivammo giù e mi fece salire davanti su Blackjack, lui si sedette dietro di me e partimmo.
Mi strinse in un abbraccio da dietro e appoggiò la testa sulla mia spalla, fino a quando non arrivammo al Campo Mezzosangue.
NOTE DELL'AUTORE
Okay questo capitolo non è stato particolarmente emozionante lo so ma fidatevi che il prossimo ci farà piangere tutti, ci scommetterei 100 euro.
GRAZIE PER LA LETTURA
~autrice