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Autore: slv_93    01/08/2017    0 recensioni
Beatrice è una ragazza italiana da poco laureata in Management che vive a Londra. Il suo sogno è trovare un lavoro e sistemarsi nella capitale inglese. La ragazza, contro ogni previsione, viene contattata dalla Modest! Management, importante agenzia che cura molti artisti tra cui gli One Direction, e che le propone uno stage di 6 mesi.
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Tratto dal capitolo 9:
"Merda!"
Ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e lo guardò con aria interrogativa.
"Ci sono i paparazzi, dannazione!"
Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e vide dei fotografi nascosti dietro agli alberi a pochi metri da loro.
"Sono la vostra manager, Harry. È normale che io stia con voi" disse scrollando le spalle. Poi si bloccò di colpo e lo guardò preoccupata.
"Che ti prende?" le chiese.
"Guarda come cazzo sono vestita! Ho una maglietta dei cinesi con lo smile e una kefiah da terrorista rosa! O mio Dio che figura di merda!"
"Tu non sei normale"
Questa storia è disponibile anche su Wattpad!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un'altra: "Cosa? Anche tu? Credevo di essere l'unica"
(C.S. Lewis)

"Te lo avevo detto che eravamo in ritardo!" si lamentò Bea quando vide Franco già seduto al tavolo del Tiffany Caffè. "Due ore per scegliere una camicia orrenda"

"Ma è bellissima!" si lamentò l'altro facendo zig zag tra i tavolini per starle dietro.

"Harry, sembri il copridivano di mia nonna" bisbigliò la ragazza appena prima di abbracciare l'amico.

"Bea!" la accolse sorridente appena la vide.

"Quanto mi sei mancato" gli confidò lei, mentre si faceva stringere da quell'abbraccio così familiare.

Harry la stava guardando ancora offeso per il commento alla sua (secondo lui) bellissima camicia. Bea lo prese da un braccio trascinandoselo vicino.

"Harry lui è il famoso Franco, Franco lui è il famosissimo Harry" li presentò metà in inglese e metà in italiano. Dopodiché prese posto per guardare il menù.

I due si scambiarono una stretta di mano accompagnata da un cenno del capo, senza proferire parola.

"Come mai così silenziosi?" chiese Bea pensando se fosse meglio ordinare la coppa di gelato al cioccolato o l'affogato al caffè.

"Forse dimentichi che non so l'italiano" si lamentò Harry.

"Non ho neppure capito cosa hai chiesto" aggiunse l'altro.

"Fra, tu l'inglese lo conosci. Non rompere" lo sgridò la bionda.

"Se per conoscere intendi che so dire the apple is on the table, sì lo conosco allora"

"Non c'è nessuna mela sul tavolo" si intromise Harry confuso.

Bea scosse la testa arresa. Sarebbe stato difficile far comunicare quei due.

"Chiedigli perché lui e Tay si sono lasciati" propose Franco di punto in bianco. I suoi occhi erano puntati su Harry che, ignaro, sfogliava il menù.

"Chi è Tay adesso?" chiese lei improvvisamente interessata.

"Come chi è? Taylor Swift, la sua ex"

"Cosa c'entra Taylor?" chiese Harry captando il nome della cantante.

"Perché non mi hai detto che Taylor Swift è una tua ex?" gli chiese Bea volgendo il suo sguardo in quegli occhi così cristallini.

"Perché parlavate di lei?"

"Non rispondere con un'altra domanda, Harold"

"Bea, sei l'unica a non sapere che sono stato con lei" disse Harry scuotendo la testa. La storia con Taylor era durata solo alcuni mesi, ma i giornali ne continuavano a parlare e la cosa lo infastidiva parecchio.

"Quindi? Perché si sono lasciati?" si intromise Franco.

"Tu taci" lo ammoní l'amica con uno sguardo assassino. "Allora?"

"Ma non l'hai letto il mio fascicolo? Ci sono scritte tutte le ragazze che ho avuto"

"L'ho letto, ma deve essermi sfuggita" blaterò Bea per giustificarsi.

E pensare che lei aveva l'Ipod pieno di canzoni della ex del suo ragazzo! Le avrebbe cancellate tutte. Una ad una.

Chissà se c'era qualche brano dedicato a lui, in fin dei conti faceva continuamente canzoni sui ragazzi che l'avevano lasciata e Bea si era ritrovata spesso a cantare quei versi pieni di risentimento verso un amore non corrisposto. 
Insomma le piaceva Taylor Swift, dannazione! Più che altro provava una sorta di solidarietà femminile nei suoi confronti.

"Ti ha scritto qualche canzone?" si decise a chiedergli dopo essere stata interrotta dal cameriere che era venuto a prendere le ordinazioni.

"Dai, Bea! Non capisco perché dobbiamo parlare di questo" sbuffò Harry alzando gli occhi al cielo.

"Harry, rispondi" ordinò fulminandolo con un'occhiata.

"Sì" ammise lui sbuffando. "Penso siano Out of the woods e Style"

Quelle canzoni erano nella playlist del suo Ipod da quando erano uscite e le ricordava a memoria. Cercò di pensare al testo e le vennero in mente alcuni versi di Style. Che cazzo di nome poi! Anche un ritardato ci sarebbe arrivato a capire a chi fosse indirizzata.

"Il pezzo in cui dice: «Ho sentito che sei uscito con altre ragazze. Lui risponde: quello che hai sentito è vero ma io non riesco a non pensare a te». Oppure la parte in cui canta: «Hai lunghi capelli tirati indietro» stava parlando di te, non è vero?"

"Bea, lascia perdere. È solo una canzone"

"Una canzone che racconta di quanto tu sia stato un emerito stronzo" lo accusò a denti stretti. 
Se fossero stati soli gli avrebbe volentieri urlato addosso, ma d'altro canto non poteva prendersela così tanto per una questione passata che nemmeno la riguardava direttamente.

"Ma perché dobbiamo litigare per questioni chiuse? Mi sono comportato da coglione, hai ragione" le rispose lui accarezzandole la mano appoggiata sul tavolo che lei puntualmente ritrasse. "Però tra di noi non funzionava e l'ho lasciata. Non l'ho tradita, credimi. È stata lei ad ingigantire la cosa a dismisura"

Bea lo guardò negli occhi, erano così limpidi e sinceri che non poté fare a meno di credergli. Se si era comportato male con Taylor non era detto che sarebbe stato così anche con lei.

"Ok, ma se fai il coglione altro che canzone. Ti taglio le palle direttamente" lo minacciò con il cucchiaino del gelato che le avevano appena portato.

Harry alzò le mani in segno di resa, strappandole un bacio. Le sue minacce con le stoviglie lo divertivano troppo.

"Ma stavate litigando?" se ne uscì Franco che per tutto il tempo aveva assistito alla scena in silenzio senza capire una parola.

"Sì, per colpa tua e della tua voglia di fare sempre del gossip" lo rimbeccò l'amica scherzosamente.

"Bea, volevo dirtelo prima, ma voi avete iniziato a battibeccare come due sposini pensionati quindi ho preferito aspettare" iniziò a spiegare Franco gesticolando come un ossesso. "C'è una sorpresa per te" concluse euforico alzandosi dal divanetto.

"Per me?" chiese lei ingurgitando una notevole quantità di gelato.

"Sì, cretina. Mi ascolti quando parlo?" la offese ruotando gli occhi al cielo. "Oh eccole!"

"Ma di chi caspita stai parl..." si interruppe seguendo la direzione dello sguardo dell'amico.

"Oh mio Dio!! Ale, Fra!" urlò appena si accorse delle ragazze che stavano venendo nella loro direzione.

Le raggiunse stringendole in un abbraccio. Non le importava che tutti gli occhi nel locale fossero puntati su di loro; le erano mancate così tanto.

Harry guardava la scena non capendo minimamente da dove fossero uscite quelle due e soprattutto si chiedeva chi fossero.

"Ragazze venite! Lui è Harry" lo presentò facendo strada alle amiche fino al tavolo.

"Harry, loro sono Francesca e Alessandra, andavamo all'università insieme"

Il ragazzo rivolse loro un "Ciao", rigorosamente in italiano, facendo comparire le caratteristiche fossette a cui le due risposero con un sospiro.

"Quanto è carino" ammise Alessandra con aria sognante.

"Beatrice, come cazzo fai a trovarli tutti gnocchi?" le chiese l'altra, decisamente più pragmatica.

La bionda scosse la testa pensando che infondo non erano cambiate neanche un po'.

"Allora, che ci fate a Verona?" chiese sedendosi tra loro due.

"Inizialmente volevamo venire a trovarti a Londra visto che ci trasferiremo lì a breve, ma poi Franco ci ha detto di tuo padre e quindi siamo ven..." iniziò a spiegare Francesca. 
L'accento laziale ben marcato e la parlantina veloce l'avevano sempre contraddistinta.

"Frena!" la interruppe Bea con la mano alzata. "Vi trasferirete dove?"

"A Londra! Io e Ale, si intende. Il deficiente di Franco non lascerebbe mai Matteo da solo. Ha paura di diventare un alce" sbuffò agitando le mani.

"Hei! Io sarei qui" protestò l'altro dandole una gomitata.

Francesca lo guardò irritata e riprese a parlare rivolgendosi alla bionda. "Ovviamente tu non ci sarai mai, immagino" disse puntandole un dito contro."Sempre dietro alla banda di fighi, eh? Che duro lavoro essere te" concluse in tono melodrammatico.

Bea scoppiò a ridere. All'università la chiamavano bocca di rose per quanto fosse raffinata.

"E tu la smetti di guardarlo in quel modo? Se lo sta già facendo Bea e sai la nostra regola: i ragazzi delle amiche sono off limits" disse Francesca puntando un dito contro l'altra che fissava Harry quasi fosse una bistecca succulenta.

Alessandra distolse lo sguardo imbarazzata. Se Francesca era un uragano, lei era l'opposto. Faceva molta fatica ad aprirsi con le altre persone e solo quando sapeva di potersi fidare rivelava tutta la sua personalità.

Harry si era accorto che la ragazza lo stava fissando, ma era stato così gentile da non farglielo notare. Dopotutto era abituato ad essere osservato insistentemente dalle fan e la cosa non lo disturbava affatto.

"Ma perché venite a vivere a Londra?" sviò Bea dopo aver notato l'imbarazzo dell'amica.

"Io ho trovato un lavoro in una azienda nell'ambito dell'amministrazione. Mentre Fra cercherà qualcosa quando saremo lì" spiegò Alessandra trovando finalmente il coraggio di parlare. Odiava avere gli occhi puntati addosso e questo la portava ad evitare il più possibile di intervenire in un discorso.

"Ma avete già un posto dove stare?" chiese ancora Bea.

Era così curiosa ed euforica all'idea di avere le sue amiche nella stessa città che avrebbe voluto sommergerle di domande.

"No, ma stiamo sentendo alcune persone per trovarne una. Entro la fine del mese dobbiamo avere un posto dove stare, altrimenti dovremo dormire in hotel" spiegò ancora Ale.

"Ma quale hotel! C'è il mio appartamento" propose Bea. "Shay non avrà niente in contrario visto che si sente così sola quando io non ci sono"

"Davvero?" chiesero all'unisono

"Mai stata più sicura" confermò la bionda con un sorriso a 32 denti.

Le dispiaceva non poter passare tutto il tempo con loro, ma il lavoro che si era scelta la portava lontano da casa per periodi lunghissimi. Ovviamente la cosa non le dispiaceva dal momento che poteva stare con Harry 24 ore al giorno. Andiamo, chi si sarebbe mai lamentato?

"Sono così felice di sapere che quando torno ci sarete voi ad aspettarmi" disse Bea stringendole in un abbraccio.

"Bea, scusa" le interruppe Harry dopo aver guardato velocemente il cellulare. Quattro paia di occhi si puntarono su di lui. "Marco ci vuole a Londra domani"

   
 
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