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Autore: _Kalika_    01/08/2017    2 recensioni
- Ehy! Razza di incosciente! - Rendendosi conto che Kaito non era intenzionato a pilotare il deltaplano e salvare entrambi da una possibile e disastrosa collisione con il terreno, Shinichi decise di prendere le redini della situazione, sperando che la sua immancabile aura da nano porta-sfiga non influisse anche in quella situazione. Sarebbe stato complicato per la Polizia ricostruire gli avvenimenti che avevano portato ad un doppio suicidio addormentato cui una delle vittime era solita svelare i casi. Ma chissà, magari la sua caratteristica sfortuna non valeva se era nel corpo diciassettenne. Chissà.
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Un tripudio di emozioni per entrambi, non forzato e soprattutto umano, forse erano questi momenti in cui si sentivano davvero tali, come se il loro compito non fosse soltanto risolvere enigmi, soffrire la morte dei propri cari o sgominare malvagie organizzazioni, non a soli diciassette anni.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In questa storia si suppone che Kaito Kid sia già a conoscenza della doppia identità di Shinichi. Inoltre, il detective ha utilizzato una pillola temporanea di Ai per tornare diciassettenne (quindi "ha" ancora la sua vita da bambino). Non credo serva dire altro, ma almeno andando avanti non vi ingarbuglio il cervello. E niente, buona lettura.
 
 
 
Galeotto fu il sonnifero
- Fermati! 
Una risata si intromise nel ritmico scalpiccio prodotto dalla corsa sfrenata dei due ragazzi.
- Credi davvero che bastino soltanto delle parole per fermarmi, Shinichi?
No, certo che no. Ma adesso che per qualche ora poteva di nuovo usufruire del suo corpo da liceale, era del tutto intenzionato a non lasciarsi sfuggire la persona che, fino ad allora, si era dimostrato l’unico coetaneo in grado di tenergli testa in quanto ad intelligenza.
Non rispose alla provocazione, ma strinse i pugni ed accelerò, cercando nel frattempo di non perdersi nel dedalo di viuzze in cui stava scappando il mago. Se non altro, per il momento non poteva scappare con il deltaplano, e non sembrava neanche intenzionato a scomparire con uno dei suoi soliti trucchi. Chissà, magari senza un pubblico numeroso non si divertiva.
Ben presto Kaito si ritrovò in un vicolo ceco, ma anche alla vista del rivale che si avvicinava vittorioso non si scompose e si guardò intorno, adocchiando le scale antincendio di una palazzina al lato sinistro della strada. Vi si gettò senza esitazione, salendo di corsa e sentendo poco dopo altri passi pesanti unirsi a far traballare l’impalcatura in ferro.
Il detective continuò la corsa praticamente volando sui gradini, senza staccare lo sguardo dal corpo del ladro a pochi pianerottoli più in alto di lui.  Alzò il braccio e mirò con il lancia-sonniferi, per poi sparare furiosamente non appena il rivale fu alla sua portata. La fortuna fu dalla sua parte ma non troppo, perché l’ago andò a conficcarsi nel fianco del moro, e Shinichi previse di conseguenza dei possibili ritardi nell’effetto anestetizzante. Sperò solo che non fossero troppo lunghi.
Kid percepì immediatamente il bruciore dell’ago soporifero dell’altro ragazzo ed iniziò a preoccuparsi, ma questo non gli impedì di raggiungere finalmente il tetto del palazzo e di avvicinarsi al cornicione.  Barcollò, complice il fiatone, mentre l’effetto del sonnifero iniziava a farsi sentire attraverso l’improvviso affaticamento e la pesantezza delle palpebre.
Si accorse con la coda dell’occhio di Shinichi che lo raggiungeva, ma era troppo impegnato ad azionare il deltaplano senza addormentarsi per sentire i moniti del rivale.
Il detective, dal canto suo, intuì le mosse dell’altro e nel momento in cui Kaito si lanciava nel vuoto si aggrappò a lui, trovando posto nel deltaplano accanto al rivale.
- Sorpreso, Kid?
Non udendo risposta, si voltò verso il ragazzo alla sua sinistra e poco mancò che cadesse dal velivolo non appena incontrò il volto disteso e placidamente addormentato del mago, del tutto ignaro del fatto che ci fosse il suo nemico accanto a lui.
- Ehy! Razza di incosciente! - Rendendosi conto che Kaito non era intenzionato a pilotare il deltaplano e salvare entrambi da una possibile e disastrosa collisione con il terreno, Shinichi decise di prendere le redini della situazione, sperando che la sua immancabile aura da nano porta-sfiga non influisse anche in quella situazione. Sarebbe stato complicato per la Polizia ricostruire gli avvenimenti che avevano portato ad un doppio suicidio addormentato cui una delle vittime era solita svelare i casi. Ma chissà, magari la sua caratteristica sfortuna non valeva se era nel corpo diciassettenne. Chissà.
Fortuna volle che utilizzare il velivolo non si rivelò così complicato per una mente geniale come la sua, ed il detective decise di prendersela comoda e di volare sulle strade di Tokyo in tutta calma, gustandosi tranquillamente il panorama dopo aver assicurato il polso di Kid al proprio con delle manette. Chissà quante volte il ladro assopito accanto a lui aveva goduto di quella vista notturna, riconoscendo gli edifici della città proprio come stava facendo Shinichi in quel momento.
Mentre ancora erano sospesi in aria, Kaito lentamente di svegliò, attirando l’attenzione del detective che lo osservò stropicciarsi gli occhi come un bambino e borbottare qualcosa, prima di guardarsi intorno e sobbalzare:- Ma che cazz.. Shinichi?! – Lo stordimento lasciò spazio alla sorpresa nel momento in cui si accorse del rivale, del suo rivale, tranquillamente steso accanto a lui, sul suo deltaplano, che dopo aver lanciato un’altra occhiata alla vista sotto di loro girò la testa per rispecchiarsi negli occhi ancora confusi del mago, così azzurri e così simili ai suoi. Occhi che, non appena compresero, si allargarono di comprensione e, per una volta, di sincera gratitudine. Era umano anche lui, in fondo.
- Non c’è bisogno di ringraziarmi. – Le labbra del detective si stesero in un accenno di sorriso per sdrammatizzare la situazione che si era implicitamente creata, per poi alzare il polso legato a quello dell’altro ragazzo. – Anzi, diciamo che l’hai già fatto.
Non c’era neanche bisogno di spiegare a cosa servissero i ringraziamenti. Era chiaro alle menti di entrambi che, se Shinichi non fosse intervenuto, Kaito avrebbe fatto una brutta fine spiaccicandosi sul terreno.
Il Mago del Chiar di Luna ghignò alzando lo sguardo verso il cielo stellato, mentre le sue dite guantate sfioravano inconsciamente quelle dell’altro ragazzo nella mano con cui erano ammanettati.
- Atterriamo.
Shinichi si limitò ad annuire mentre l’altro decideva la superficie su cui posarsi. In aria ormai non avevano niente da fare, e non erano già scesi soltanto perché il detective dubitava di essere in grado di compiere tal manovra. Cosa che ovviamente nessuno avrebbe mai saputo.
- Hai intenzione di portarmi davvero alla centrale di Polizia? – Fece il tono sarcastico di Kid mentre il velivolo atterrava sul tetto piano di un palazzo.
Il detective esitò, guardandolo con un’espressione indecifrabile, poi annuì trattenendo un sorriso:- Se non riuscirai a liberarti prima.. ma ti avverto, sono manette speciali del Prof. Agasa.
- Chi? Quello strano vecchio con cui ti fai vedere insieme all’altra bambina? – Non che fosse realmente interessato alla vita privata di quel ragazzo, eh. Nossignore.
Shinichi annuì distratto mentre scendeva dal deltaplano, non senza un po’ di difficoltà a causa del polso ammanettato a quello di Kid. Ma che lo spiava quel ladro maniaco?
Il mago ritrasformò il velivolo in mantello, Shinichi nemmeno provò a capire come avesse fatto, anche perché non fece in tempo a prendere una boccata d’aria che si ritrovò premuto contro la parete dell’ingresso al tetto senza capire cosa fosse successo.
Kaito agì fulmineo, e bloccate le mani dell’altro sopra la sua testa prese a frugare nelle sue tasche con la mano libera dalle manette:- Su, dimmi dove sono le chiavi e facciamola finita.
Il detective tuttavia, per nulla spaventato, si limitò a ghignare fissando Kid negli occhi:- Chissà.. forse mi sono cadute durante il viaggetto in deltaplano.
Il ladro avvicinò il volto a quello dell’altro, soffiando irritato:- Spero che tu stia scherzando.
Si fissarono entrambi in volto, negli occhi, sulle labbra. E fu come sempre.
Le manette l’ultimo dei loro pensieri, mentre Shinichi azzerava la scarsa distanza tra le loro labbra. Le mani sopra le loro teste di intrecciarono, mentre le loro lingue si cercavano in uno scontro irruente, sì, ma non violento.
Passò poco tempo prima che il detective si ritrovasse letteralmente schiacciato tra il muro ed il corpo del compagno. Avvertì la mano sinistra del ragazzo scorrergli i fianchi salendo e fermarsi ad accarezzare i suoi capelli, mentre la destra di Shinichi andava a cercare sostegno sulla schiena del mago.
Le loro labbra si separarono quando entrambi furono al limite delle proprie capacità respiratorie, e rimasero con le fronti poggiate fra di loro a riprendere fiato. Kid ad occhi chiusi, come faceva sempre, mentre Kudo lo osservava come in tacita contemplazione e stringeva la sua mano sopra la testa con più forza.
Finalmente gli occhi del ladro si incatenarono a quelli del detective, con uno sguardo carico di passione, di attrazione. Uno sguardo così umano, che Shinichi aveva imparato a riconoscere ed amare.
Il Mago del Chiar di Luna sorrise febbrilmente, facendo avvampare l’altro senza che ne sapesse il motivo, per poi avvicinare il proprio viso al collo del ragazzo e posarvi un bacio.
Sentì il braccio dell’investigatore fasciargli la schiena, donandogli una calda sensazione di sicurezza a cui si abbandonò, poi continuò lascivamente la scia di baci sul collo, sentendo Kudo sospirare quando gli morse appena la pelle all’attaccatura della mascella.
Un tripudio di emozioni per entrambi, non forzato e soprattutto umano, forse erano questi momenti in cui si sentivano davvero tali, come se il loro compito non fosse soltanto risolvere enigmi, soffrire la morte dei propri cari o sgominare malvagie organizzazioni, non a soli diciassette anni.
Potevano sentirlo, potevano sentire in quei baci, in quei nomi sospirati, che avevano una vera anima, dei veri sentimenti, dei veri desideri, potevano sentirlo esattamente come percepivano il calore del proprio compagno abbracciato a sé, le loro mani ancora vogliosamente intrecciate, gli sguardi fugaci e carichi di passione, di vita.
Avrebbero semplicemente voluto che non finisse mai, ma fu una dolorosa fitta al petto che avvertì Shinichi che non era possibile.
La fitta si ripeté e si diffuse rapidamente in tutto il corpo, costringendo il detective ad interrompere il contatto e contrarre il viso in una smorfia sofferente. Quando il dolore si propagò anche al cervello si rese conto di non essere più in grado di reggersi sulle proprie gambe, e si accasciò annaspando contro Kaito, che si allarmò all’istante e lo sorresse cercando di attutire la confusa caduta a terra.
- Shinichi!
Kudo rimase fermo nell’abbraccio del Ladro respirando affannosamente, non riuscendo a rispondere e spiegare, la mano libera confusamente portata all’altezza dello stomaco e la testa che girava. Si chiuse a riccio su sé stesso, percependo confusamente una mano di Kid che gli carezzava i capelli, mentre le vertigini non gli davano tregua ed il processo diveniva sempre più doloroso.
Mugugnò soltanto quando il Mago lo appoggiò al muro e gli prese una mano gelata, mentre si accorgeva solo in quell’istante che stava diventando sempre più piccola, facendogli capire cosa stesse succedendo.
Le labbra di dischiusero, ancora un poco preoccupato, mentre i lamenti del detective iniziarono ad avere un’intonazione più acuta ed un paio di lacrime sfuggivano dagli occhi serrati di quello che ormai era un bambino. Kaito non avrebbe mai immaginato che quel cambio d’età potesse essere tanto doloroso.
Al termine del processo le fitte lentamente scemarono, lasciandolo solo con le vertigini, e Shinichi fu di nuovo in grado di aprire gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto serioso di Kid, accucciato davanti a lui.
- Stai bene?
Il bimbo aprì la bocca per rispondere, ma un tremendo colpo di tosse lo fece nuovamente piegare su sé stesso ed i capogiri fecero il resto. Sentì la testa divenire pesante, troppo pesante, ed il corpo la seguì in una caduta verso una direzione imprecisata.
Non capì quanto tempo passò, sarebbe potuto trattarsi di ore come di pochi secondi, ma quando Shinichi riaprì gli occhi i capogiri stavano fuggendo e si ritrovò con parte del volto appoggiato sulla giacca bianca di Kid, che non appena percepì un movimento da parte del bambino gli alzò il volto con delicatezza e lo scrutò attentamente, come se cercasse nei suoi lineamenti e nel volto pallido la causa del malore. Quando incontrò gli occhi celesti di Kudo, quello non poté fare a meno di mugugnare, con quella voce tanto infantile che smorzava lo sguardo serio:- Kaito…
Perché lui era rimasto. Eppure Conan l’aveva visto un lampo di delusione nel suo volto, non appena aveva capito cosa gli stava succedendo. E nonostante questo
 non era scappato, anzi l’aveva soccorso come il migliore degli amici. O di più.
Il Ladro non rispose, e neanche fece sì che sul suo viso apparisse l’ombra di un sorriso. Perché sapeva bene cosa significasse perdere qualcuno di caro, qualcuno a cui eri affezionato, e non importava se fosse stato per causa di un malore improvviso o per l’effetto di una pillola somministrata da qualche organizzazione misteriosa, aveva temuto che tutto riaccadesse come con suo padre. Non aveva più intenzione di perdere qualcuno di così importante, perché sì, a Shinichi si era affezionato, inutile negarlo, forse anche più di quanto avesse fatto con il suo genitore.
E non era importato chi fosse in quel momento, se uno studente liceale o un brillante ladro, perché aveva avuto una paura tremenda di perdere tutto di nuovo. Non c’era bisogno di parlarne con lui, ma era chiaro ad entrambi che fosse il rispettivo rivale a dare all’altro sollecitazioni, stimoli, emozioni, vita.
Per questo non sorrise, non fino a quando Conan si mise seduto a gambe incrociate e senza staccare lo sguardo dal suo rispose sorridendo:- Sto bene.
Quasi a provare quanto appena detto cercò di alzarsi in piedi, ma inciampò negli abiti ormai troppo grandi per il suo corpicino e si ritrovò in ginocchio con il broncio, facendo scaturire una risata dalla gola del Ladro.
- Aspetta… - Il mago agitò una mano, ed in un istante il bambino si ritrovò vestito dei giusti abiti.
- Wow! Ma come hai fatto? – Agitò le braccia davanti a sé incredulo, ma proprio nel fare questo movimento si accorse di un particolare allarmante. – Ehy! E le manette?!
Kaito Kid rise ancora per poi mostrare il proprio polso destro, a cui stavano attaccate entrambe le manette.– E’ bastato il rimpicciolimento del tuo polso!
Shinichi sollevò scettico un sopracciglio:- Ed hai intenzione di rimanere con due manette attaccate al polso per l’eternità?
Il mago scosse le spalle minimizzando:- Nah, in qualche modo le leverò..
- Oh… - D’altronde, avrebbe dovuto aspettarselo. In un modo o nell’altro si sarebbe disfatto anche di quel problema, lo sapeva.
Kaito stava per aggiungere qualcosa, quando il cellulare del bambino iniziò a squillare insistentemente, fino a che Shinichi non rispose senza neanche leggere chi lo stava chiamando.
- Allora, Kudo, sei riuscito a catturare Kaito Kid?
Conan modulò la voce del papillon per ottenere la sua da diciassettenne per poi rispondere guardando Kid con aria grave:- Mi dispiace, ispettore, ma quando abbiamo raggiunto un vicolo cieco ha utilizzato uno dei suoi trucchi per scomparire.
- Lo sapevo che standoti a sentire non avremmo concluso nulla..
- Sarà per la prossima volta, ispettore.
Il bambino ascoltò divertito la protesta del poliziotto mentre si sistemava gli occhiali che aveva recuperato nella tasca dei vestiti da liceale. Quelli li portava sempre con sé, era stato il dottor Agasa ad insistere affinché non se ne dimenticasse.
- Certo, certo, lo dici sempre… mi chiedo se non lo fai apposta a farlo scappare. Ad ogni modo, per caso hai visto Conan, quel bambino di cui si prende cura la tua amica Ran? Lei mi ha chiamato preoccupata dicendomi che non lo vede da stamattina, quello scavezzacollo gira per la città come se avesse vent’anni invece che sette…
- C-Chi, io? No, non.. Anzi sì, certo che l’ho visto, ha-ha detto che stava tornando a casa! Dì a Ran di non preoccuparsi, tornerò.. cioè, tornerà sicuramente a breve!
Poco mancò che Kid non scoppiasse a ridere alla visione di un Conan balbettare mentre avvampava, cercando le parole giuste da dire. Il bambino richiuse la telefonata e sospirò ad occhi chiusi, riordinando i pensieri di quanto era accaduto in quelle poche ore.
Quando li riaprì, si ritrovò a pochi centimetri dal volto di Kaito accucciato che lo osservava con un accenno di sorriso sulle labbra.
- Quindi devi andare?
- Temo proprio di sì…
- Non essere triste, piccolo detective. Ci rivedremo presto, stanne certo. E intanto… beh, stammi bene, Shinichi. – Sul suo volto si dipinse un sorriso intenerito, mentre con una mano gli sfilava gli occhiali per poter osservare i suoi occhi da vicino ancora una volta. Chissà, magari prima o poi anch’io gli farò vedere i miei senza schermi, pensò mentre si perdeva in quei pozzi azzurri.
Mentre Conan ricambiava intimidito il sorriso l’altro si avvicinò ancora, e dolcemente posò un bacio a fior di labbra sulla piccola bocca del bambino, che per un attimo sussultò, e dopo si lasciò pervadere le membra del calore di quel piccolo e casto gesto, sentendo nel frattempo gli occhiali tornare al loro posto.
Quando riaprì gli occhi le sue labbra erano sole, e al posto del Mago del Chiar di Luna c’era soltanto del fumo già mezzo diradato ed un paio di manette.
 
 
 
*** Angolo dell’Autrice ***
Beh, dai, questa volta non ho ucciso nessuno. È già un passo avanti.
Un po’ di angst c’è nella parte introspettiva, quello non può mancare, ma in compenso credo di aver scritto una cosa non straziante. Credo.
Ma andando avanti, ci tenevo a scrivere che questo testo è dedicato alla mia amica nonché importante compagna di karate Chiara Bianca. (Sì, lo so che ormai sei cintura verde e non ha senso chiamarti così, ma continuerò fino alla fine dei tempi)
Anche lei è una fan di Detective Conan, e quando ho scoperto la mia OTP preferita (Shinichi/Kaito Kid) ho naturalmente pensato di scriverci qualcosa sopra: Chiara mi ha incoraggiato, oltre ad essere stata la prima lettrice del testo. Insomma, probabilmente senza di lei che premeva per leggerlo, questo testo sarebbe rimasto nei meandri del computer ridotto ad una bozza.
Come sempre, se avete voglia di dirmi cosa ne pensate sono pronta ad accogliere qualunque cosa, da complimenti a critiche (purché costruttive 😉).
Alla prossima storia,
_Kalika_
   
 
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