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Autore: shira21    01/08/2017    0 recensioni
Elizabeth ha conosciuto Lysandro al liceo, trovando in lui un porto sicuro dopo la morte dei genitori, e quando anni dopo si mettono insieme pensa che sia solo la normale evoluzione della loro amicizia.
Ma come fidanzati iniziano ad avere dei problemi: lui è sempre più distante e lei vuole di più.
Poi una sera, incontra il suo migliore amico, Castiel, e in quegli occhi grigi scopre un anima simile alla sua.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Quella notte come quelle seguenti, ho fatto fatica ad addormentarmi. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo quel volto, quello sguardo di brace. E subito dopo mi ritrovavo di nuovo a fissare il soffitto in preda ai sensi di colpa.
Non che abbia realmente tradito il mio ragazzo ma una mia maestra delle elementari diceva che il pensiero è intenzione e l'intenzione equivale al gesto.
In altre parole, mi sento di merda.
Esco dalla doccia e infilo una maglia dei Winged Skull che mi arriva appena sotto la linea delle natiche. La sensazione del pavimento freddo sui piedi nudi mi distrae brevemente dai miei pensieri.
Mentre scendo dalle scale diretta in cucina per la ma dose mattutina di caffè, mi tampono i capelli con un panno; quando sono bagnati sembrano quasi vivi.
Saltello da un gradino l'altro canticchiando a bassa voce.
Ieri notte, anzi ormai era stamattina, Lys ha fatto più tardi del solito; stava già albeggiando quando ho sentito varie voci in salotto. E non l'ho ancora visto.
Entro in cucina, tutta presa dal ritornello, e quello che vedo mi fa cadere l'asciugamano a terra. Castiel è comodamente appoggiato all'isola della cucina, una tazza in mano, e un sorrisetto.
Per qualche secondo mi chiedo se sto ancora sognando ma dai miei problemi respiratori direi che è piuttosto reale. Inoltre pensavo di ricordarmelo anche tropo bello, quasi le luci del locale esaltassero qualcosa in lui. Invece mi rendo conto che i miei sogni non sono neanche riusciti a rendergli giustizia. Non ha un solo difetto, è quasi troppo!
In ogni caso la sua risatina riesce a scuotermi di dosso il torpore in cui ero precipitata.
«Si può sapere cosa ci fai tu qui?»
«Wow, neanche un "ciao" o un "quanto è bello rivederti"? Penso che anche un "prendimi su questo tavolo" va bene.»
Alle ultime parole divento di brace, anche perché in realtà una frase simile mi era davvero venuta in mente quando l'avevo visto. Cosa che non ammetterei neanche sotto tortura!
«Nel caso te lo fossi dimenticato dall'ultima volta che ci siamo visti: sono fidanzata con il tuo migliore amico!» Sbotto irritata e, già che ci sono, sbatto anche un piede a terra.
Lui si porta la tazza alle labbra e mi fissa ironico da sopra la tazza. I suoi occhi si soffermano sulla maglietta tirata sul seno, a mia discolpa l'avevo comprata al liceo, per scendere lungo le gambe nude fino ai piedi con solo lo smalto rosa sopra.
Sento il volto bruciare. No, sento ogni lembo di pelle bruciare sotto il suo esame. Perché Castiel non mi guarda come mi volesse vedere nuda ma piuttosto come se l'avesse già fatto e sapesse bene cosa c'è sotto i vestiti. È destabilizzante. E anche incredibilmente eccitante.
Incapace di resistere a quello sguardo esclamo «Non puoi startene in cucina di altri come se niente fosse a bere chissà cosa!»
«È caffè... ne vuoi un po'?» E piega la testa di lato, ironico.
«Argh! Cos'è che non capisci?» Dio, quant'è irritante!
Proprio mentre sto valutando il modo peggiore per non essere l'unica imbarazzata, entra Lys fresco di rasatura.
«Ciao, amore. Già sveglia?»
In effetti è veramente presto ma mi sa che ci stiamo focalizzando sul problema sbagliato. Indico il suo amico, nonché la mia recente ossessione, e gli chiedo «Cosa ci fa lui in cucina a quest'ora?»
Lys se non altro ha la decenza di arrossire mentre dice «In realtà, casa sua è allagata quindi gli ho offerto di dormire qui...». Ed io faccio la cosa più ovvia in questi casi: sbatto le palpebre più volte con la bocca aperta.
Il braccio mi ricade lungo il fianco. «Stai scherzando?» Guardo il mio adorato ragazzo desiderando come non mai di strangolarlo.
«E la mia opinione immagino non conti nulla?»
Lui è mortificato ma la voce è ferma quando afferma «Io aiuto gli amici in difficoltà. Quando l'ho fatto con te non hai fatto tutti questi problemi».
Se ne pente appena gli escono le parole di bocca, me ne rendo conto ovviamente ma questo non m'impedisce di indietreggiare, ferita, una mano corsa istintivamente a coprire il collo. Non che serva visto che indosso sempre un nastro che lo copre, persino quando dormo.
Sento gli occhi bagnarsi di lacrime mentre Lys si avvicina velocemente «Scusami, amore mio! Sono stato uno stronzo, non intendevo dirlo in quel modo!»
Deglutisco a vuoto, cercando di trattenere il dolore mentre mi girò verso Castiel. «Benvenuto allora». Lui fa un sorriso ma non è malizioso o provocatorio. Al contrario, sembra preoccupato. Mi rendo conto che tengo la mano ancora a coprire il lato destro del collo e mi costringo ad abbassarla.
Ogni gesto è una forzatura ma trovo comunque la forza di sorridere e avvicinarmi al mobiletto dove teniamo le tazze «Allora, Cassy, mi hai lasciato un po' di caffè?»
Come sperato, le mie parole alleggeriscono l'atmosfera. Lysandro scoppia a ridere mentre Castiel emette un gemito strozzato «Cassy? Sei seria?»
Io mi avvicino, il sorriso che diventa più naturale ad ogni passo, e quando sono a pochi passi dal suo volto, inclino la testa in silenzio. «Sì, hai la faccia decisamente da Cassy, quindi ti chiamerò così». Poi gli rubo la tazza di mano ed esco dalla cucina dove sento Lys continuare a ridere.

   
 
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