15/06/2009
1 recensioniSky's Crying
Max si affacciò alla finestra per guardare il mondo al di fuori della sua vita.
Pioveva a di rotto, e i fulmini e le saette di certo non lo rassicuravano.
Max aveva paura del temporale da quando era piccolo, dopo che il suo cucciolo era st ato ucciso da una saetta, il che lo aveva portato anche ad odiare l'odore di fumo. Nonostante questo amava fumare, perchè adorava il sapore di tabacco.
Anche se quel giorno i suoi occhi non erano puntati proprio sulle gocce che bagnavano il viso delle persone, anche se quest'ultime ovviamente, avevano quei dannati ombrelli sulle loro teste.
Max non li aveva mai capiti: lui amava la pioggia, amava quelle piccole goccioline trasparenti che gli accarezzavano il viso dolcemente, tuttavia disfacendo il trucco.
Il ragazzo camminò verso il marciapiede, uscendo di casa, verso ciò che fissava da mezz'ora.
Quella figura sul marciapiede era fradicia, e era seduta sul bilico sulla linea che delimitava la distanza tra i pedoni e gli automobilisti. Quella figura continuava a pucciare i piedi nella pozzanghera come un bambino malato, seduto sugli scogli, quando vuole fare il bagno e non può. Il piccolo agita le gambe e si chiede cosa farà ora. Ed era lo stesso modo in cui, quell'ombra, continuava ad agitare i piedi di misura ampia senza sosta.
L'uomo muoveva i piedi accarezzando l'acqua sporca sotto di lui, mentre essa si riempiva di piccole goccie, che non capiva se erano scese dai suoi occhi o se la pioggia continuasse a picchiettare su di lui.
Cosa più probabile, pensò.
Quando sentì Max avvicinarsi a lui, strinse più forte i pugni e urlò.
-Vattene-.
-No Ronnie, io non me ne vado-.
Quest'ultimo abbassò la testa e sentì gli occhi che si, ora, si stavano riempendo si di lacrime chiare.
-Lasciami stare-.
-Io... non volevo che lo scoprissi così-.
-Come avrei dovuto scoprirlo?-.
-Non lo so...-.
Ronnie appoggiò la testa sul gomito, cercando di asciugarsi le lacrime con le maniche corte.
Max non l'aveva mai capito: aveva sempre avuto la mania di mettersi sempre le magliette a maniche corte o anche senza. In ogni stagione, persino a treta gradi sotto zero, non aveva mai toccato neanche una felpa. Piuttosto la morte.
-Mi hai tradito, Gre- Continuò il più grande, tra i singhiozzi -Sei solo un coglione-.
Prima che Green potesse contraddirlo, Ronnie si stava gia allontanando.
Abbassò la testa e continuò.
-Non volevo che lo sapessi-.
L'altro fece finta di non averlo sentito, continuò a camminare verso la fine della strada davanti a lui.
Max aveva paura: e se un camion passasse in quel preciso momento, togliendo la vita al suo migliore amico?
Nonostante, alla fine del tutto, non era proprio il suo migliore amico.
Era qualcosa di più.
Ronnie si fermò improvvisamente e guardò indietro, verso del più piccolo.
-Cosa c'è?-.
L'altro tornò indietro, alzò gli occhi e iniziò a frugare nelle tasche.
Quando finì, tirò fuori un paio di bigliettoni, tenuti in un elastico, probabilmente quelli che usava per comprarsi le dosi, pensò Green.
Li sbattè a terra e li guardò affondare nell'acqua.
-Ho pagato la mia prostituta-.
Max lo guardò a occhi spalancati, prendendo i soldi prima che si deteriorassero.
Poi l'altro alzò gli occhi e sorrise.
-Oggi persino il cielo piange per noi-.
Max si alzò e corse verso di lui, prendendolo per una manica inzuppata.
-Lo so che ho sbagliato, ma ti prego...-.
Ronnie lo interruppe maleducatamente, non voleva sentire un altra scusa uscire dalle sue labbra:-Non voglio mai più vederti-.
Il più piccolo continuò a tenerlo per la manica, senza lasciarlo.
L'altro si staccò violentemente, correndo via verso l'altra parte della strada.
E quando Green capì che ormai non c'erano più speranze, alzò gli occhi anche lui.
-Oggi persino il cielo piange per noi-.
----------THE END----------
Evviva la depressione ç_ç
Lascio voi, èh ç_ç
IWWS