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Autore: Rohhh    02/08/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao mie care lettrici!
Sono tornata a casa e finalmente mi sono presa qualche giorno di vacanza e così, tra le altre cose, ho cercato anche di fare un aggiornamento.
Questo è l'ennesimo capitolo enorme (mi dispiace!!!!) ma è abbastanza importante e segna un punto cruciale.
Vi avevo detto che sarebbe stato diverso perché stavolta ho deciso di cambiare modo di scrivere, ho usato il presente anzichè il passato come faccio di solito. L'ho fatto sia perché credo che sia più immediato e diretto e faccia immedesimare meglio in ciò che succede e in questo capitolo avevo proprio bisogno che le sensazioni potessero arrivare con immediatezza, sia perché lo prendo come un piccolo esperimento, visto che mi sono sempre trovata più a mio agio scrivendo in passato e volevo mettermi alla prova! Magari mi direte quale preferite così potrei pensare di usarlo più spesso quando serve :D
Detto questo, vi lascio alla lettura, che spero vi verrà piacevole.
Un bacio e grazie sempre a chi commenta e a chi si aggiunge a seguire la storia!

Cap. 21 In un attimo, all'improvviso

 

Mattina del 16 Ottobre, Martedì.

Ashley apre gli occhi, il suono della sveglia è lo stesso che le evita dei ritardi madornali a lavoro o, più di recente, all'università, ma stamane non deve andare nè nell'uno, nè nell'altro posto.

Si solleva col busto e stacca quell'apparecchio infernale, poi sbadiglia e getta un' occhiata assonnata alle imposte della finestra, che lasciano trapelare a stento una misera fetta di luce.

Emette un verso roco e strozzato mentre si posiziona seduta sul bordo del letto e stiracchia le braccia.

Sono le 7 ma deve alzarsi, oggi non ha altre alternative, non può tardare.

Dall'esterno della sua stanza le giunge alle orecchie un discreto frastuono e un viavai insolito per quell'ora del mattino.

Non se ne meraviglia, non è un giorno qualunque, Terence si laurea e immagina già che Michelle sia una trottola eccitata che gira per casa, preda dei fervidi preparativi per essere perfetta.

Lo fa sempre ma per l'occasione probabilmente ci impiegherà il doppio del tempo e della fatica. Non la invidia, lei a malapena sa mettere un filo di matita e del rossetto, e per quello bastano e avanzano dieci minuti.

Si alza e spalanca la finestra, è ancora presto ma il cielo è terso e si prospetta una bella giornata soleggiata.

Alla sua destra, appeso all'anta dell'armadio, spicca un vestito di un bel blu caldo, uno dei suoi colori preferiti. Ci è voluto un giorno intero a girare per negozi per trovarne uno che conciliasse i suoi gusti con il suo portafoglio limitato ma, alla fine, anche grazie all'aiuto di Melissa, ci è riuscita.

Per sdebitarsi ha poi aiutato lei, il giorno dopo, nella ricerca del suo abito. La mora ne ha scelto uno di un verde intenso, autunnale ma non troppo e che si intona perfettamente al colore dei suoi occhi. Ashley, vincendo qualche sua titubanza e incertezza di fronte allo specchio, l'ha convinta a osare e a optare per un tubino lungo fino a metà coscia, che esalta le sue forme e la fa sembrare meno 'bambina' agli occhi degli altri, cosa di cui l'amica si lamenta spesso.

Hanno parlato molto quel pomeriggio, di Luke, di come il loro rapporto continui tra alti e bassi e senza sviluppi, delle sue paure e di quanto è bloccata dal timore di ferire Michelle e deludere le altre ragazze.

Niente di nuovo ma stavolta Ashley ha avuto l'impressione di rivedersi in quelle parole e di provare le sue stesse preoccupazioni. La differenza è che Luke è molto più innocuo per i suoi amici, probabilmente Melissa riuscirebbe a scampare l'ira del gruppo, ma Matt è il diavolo in persona per loro e lei ci ha già avuto una serie di contatti ravvicinati.

Melissa ha notato la sua espressione incupita, le ha chiesto cosa non andasse ed Ashley ha finto ed è stata evasiva. Sa che la sua coinquilina non è stupida, probabilmente ha già qualche sospetto e, anche se Luke non tradirebbe mai il loro segreto, ha l'impressione che le occhiate scambiate con Matt quel pomeriggio deve averle notate anche lei.

Mentirle le fa male, ancora di più che con le altre, perchè Melissa si è aperta con lei, le ha affidato le sue confidenze più personali e riservate e lei la ripaga negandole fiducia e nascondendole la verità.

Non è pronta per confessare a voce alta il rapporto con quel ragazzo, le sembra orribile da pensare ma se ne vergogna e non vuole deludere la sua amica.

Chissà cosa penserebbe di lei se sapesse che vede di nascosto Matt per poi tornare a casa come niente fosse.

Si riscuote da quei pensieri, passa la mano sulla stoffa leggera del vestito, ripercorre la scollatura incrociata sul davanti, e i dettagli in pizzo sulla zona della vita, più stretta, che vengono ripresi nell'apertura sulla schiena. La parte della gonna si allarga leggermente, grazie a uno strato non esagerato di tulle.

Non ha maniche ma Michelle l'ha tranquillizzata su quel punto: dopo aver tenuto d'occhio il meteo per giorni ha sentenziato che ci sarebbe stato un sole pieno e, in effetti, a quanto pare non ha avuto torto. É Ottobre ma fuori c'è una buona temperatura e questo le permetterà di indossarlo senza calze o bisogno di coprire le spalle, anche se un giacchino lo porterà per sicurezza.

Dovrebbe essere felice di agghindarsi per quell'evento importante per il suo amico ma non riesce a trovare tanta voglia di farlo e ad essere del tutto serena.

Ha rimandato la sua conversazione con Terence a dopo la sua laurea.

Rovinargli l'umore con quella delusione proprio poco prima del fatidico giorno sarebbe stato un gesto riprovevole ed Ashley vuole che lui se lo goda appieno e senza distrazioni, anche a costo di portarsi dentro per un altro po' quel fardello.

Ma non è solo quello a impedirle di condividere l'aria di gioia che si respira in casa.

Non vede Matt da una settimana, esattamente dal pomeriggio passato nel suo studio e, per quanto si sforzi di negarlo, lui le manca da morire.

Le manca il suo sorriso impertinente, le parole di conforto che sa sempre trovare, il suo sguardo sicuro ma spesso malinconico, gli abbracci e persino le sue battute odiose.

Non avrebbe mai creduto di poterlo dire ma è così e non sa valutare se sia normale provare un simile sentimento per lui.

In quei giorni non ha fatto che studiare, lavorare e prepararsi per la laurea e non ha avuto tempo per nient'altro. Non si sono scritti, lo fanno raramente ed è meglio così, non sono una coppia di fidanzatini alle prime armi e nemmeno due amici di vecchia data. Sarebbe stupido e fuori luogo e lei ne è consapevole.

Non dovrebbe fare male ma lei ne sente eccome ed è confusa.

«Ashley ti sei già alzata? Ho sentito la tua sveglia poco fa!» esclama la voce di Michelle dal corridoio, destandola dai suoi pensieri.

«Sì, un minuto ed esco!» le risponde rapidamente, afferrando il vestito e catapultandosi fuori dalla stanza.

Melissa le sorride, ha già indossato il suo bell'abito e Colleen deve averla truccata, stranamente senza esagerare. Appare come una bellissima giovane donna ed Ashley non resiste, le passa accanto e si sofferma vicino al suo orecchio senza che le altre se ne accorgano.

«Luke dovrebbe proprio vederti! Sono sicura che rimarrebbe senza parole» le sussurra e fa in tempo a scorgere le guance rosee della ragazza prima di infilarsi nel bagno per vestirsi.

Sorride: è bello l'amore, così vero, puro e incontenibile e persino lei si emoziona nel notarne i segni su Melissa.

Mezz'ora dopo è seduta su una sedia, vestita di tutto punto, Colleen alle sue spalle sta tentando di dare una piega decente ai suoi capelli, corti poco sopra le spalle, e pare stia facendo un buon lavoro.

«Hanno un colore meraviglioso, tesoro! Dovresti farli allungare, non so cosa darei per averli io così e invece devo accontentarmi di questo rosso finto!» le dice con rammarico, mentre pettina la sua chioma ramata e la ammira.

Ashley ha preso quella tonalità particolare dalla sua nonna paterna. Suo padre le faceva sempre vedere le sue foto ma non l'ha mai conosciuta, era già morta quando lei è nata e averne ereditato quella caratteristica gliel'ha sempre fatta sentire in un certo senso vicina.

«Corti li preferisco, sono più comodi» ribatte Ashley, mentre Colleen sbuffa e comincia a elencare tutti i meravigliosi modi in cui avrebbe potuto acconciarglieli se solo li avesse portati più lunghi.

«Allora ragazze! Siete pronte? Non vorrete fare tardi!» strilla Michelle, comparendo dalla sua stanza e abbagliandole con la sua bellezza accecante.

Ha un tubino rosa antico il cui corpetto è tempestato di perline e applicazioni gioiello che la fanno brillare come una stella, i suoi folti capelli color cioccolato cadono morbidi e perfettamente in piega lungo la schiena scoperta. Le scarpe color crema hanno il tacco alto e la slanciano e il trucco, elegante e raffinato, le conferisce un'aria delicata e signorile, adatta a una donna di classe.

É perfetta e come al solito oscura il resto delle ragazze in quella casa.

«Sei una meraviglia, Michelle» dichiara Ashley, non trovando altre parole per descrivere il suo aspetto.

La castana sorride. «Lo siete anche voi, ragazze! Oggi non poteva essere altrimenti, è un giorno importante per la mia famiglia e sono felicissima di condividerlo con tutte voi! Vi voglio bene!» esclama, è emozionatissima e si vede e la rossa deglutisce a vuoto, l'aria sembra essersi fatta di colpo soffocante.

Ashley annuisce, ma ha come il presentimento che per lei non sarà un'esperienza così piacevole.

 

 

La cerimonia si svolge senza intoppi, tra le mura maestose e ricche di fregi dell'università privata di Terence.

É tutto così solenne che stenta a credere di trovarsi di fronte a una semplice laurea: l'ultima volta che ha visto un così gran numero di persone lussuosamente abbigliate è stato ad un matrimonio e comunque non raggiungevano il livello di raffinatezza di quelle presenti nella sala.

Si sente un pesce fuor d'acqua in quell'ambiente che non le appartiene ma la presenza delle sue amiche, anch'esse non provenienti da discendenze prestigiose, attenua quel senso di spaesamento.

Terence è perfetto nel suo elegante completo blu scuro, ha tolto la barba e i suoi capelli corti hanno una piega impeccabile, cammina fiero e sicuro di sè ed il suo fascino è innegabile. Ashley ha scorto più di una volta qualche gruppetto di ragazze guardarlo ammaliate e fare dei commenti piuttosto maliziosi ma lei, per quanto ammetta l'oggettiva bellezza del suo amico, non riesce a esserne attratta nemmeno la metà di quanto le succede con Matt, pur coi suoi modi ribelli e fuori da ogni etichetta, le magliette scure e i capelli lunghi e pettinati da una tempesta.

Il suo amico è stato bravissimo, ha preso il massimo e fatto un figurone durante la discussione, Michelle si è commossa e la sua famiglia deve essere orgogliosa di lui.

La sua famiglia...

Ashley sussulta a quel pensiero, per un attimo le manca la terra sotto i piedi e la sua mente corre un po' troppo. Immagina il suo futuro, il giorno della sua laurea – sempre che riesca a prenderla – e si rende conto che per lei non ci sarà nessuno ad ammirarla e ad emozionarsi, non ci sarà suo padre, nè tanto meno sua madre...sarà sola a raggiungere quel traguardo importante e non sarà l'orgoglio di nessuno.

I polmoni sembrano chiudersi e il respiro le si affanna, la testa le gira e ha paura di svenire. Si appoggia allo schienale di una sedia davanti a lei per reggersi e lentamente, dopo lunghi e ampi respiri la situazione si ristabilizza.

Nessuna pare essersene accorta, per fortuna.

Era quella una delle sue paure, sperava di sbagliarsi ma evidentemente non aveva fatto i conti con la sua fragilità più grande, quella che non ha ancora superato: l'abbandono di sua madre.

Si fa forza e, dopo gli auguri e i complimenti di rito al neolaureato, tutti si dirigono verso il ristorante dove si svolgerà il ricevimento.

Ashley si guarda intorno, è felice per Terence ma non può fare a meno di pensare a Matt e a quanto sembri tutto un' enorme ingiustizia nei suoi confronti: lui, che probabilmente sarebbe stato presente quel giorno se le cose fossero andate diversamente, che avrebbe gioito sinceramente del traguardo raggiunto dal suo amico, costretto invece a trascorrere la sua vita escluso e isolato e a pagare doppiamente per le scelte fatte e per aver voluto seguire le sue passioni, prima con la perdita della sua famiglia, e infine con l'odio immotivato dei suoi ex amici.

Suona così ingiusto che non riesce a rilassarsi e quel pensiero le vortica in testa.

«Ashley, come va?» le chiede una voce maschile alle spalle, Terence è dietro di lei e le cinge la vita, cogliendola di sorpresa in quel momento di distrazione.

«Tutto bene, Terence, la festa è perfetta e tu sei stato eccezionale, oggi!» si complimenta, accennando un sorriso.

Lui ricambia, anche se un po' incerto, forse si accorge della sfumatura strana negli occhi di Ashley ma non ha tempo per approfondire.

«Sei davvero bellissima – le sussurra a un orecchio, mentre la presa si fa più stretta ed Ashley ha la sensazione di essere in trappola – comunque, volevo presentarti i miei genitori» continua lui, lasciando finalmente i suoi fianchi.

Le prende la mano e la conduce più avanti, dove un gruppetto di persone di mezza età discutono animatamente e ridono.

Terence si avvicina e due persone si distaccano.

Ashley sorride, si ricorda delle parole di Matt sul fatto che Terence le avrebbe presentato i suoi futuri suoceri ed è costretta ad ammettere che il biondo aveva ragione. Ha tutta l'aria di essere una presentazione ufficiale e lei si sente agitata e confusa.

Vorrebbe scappare, sente la pressione di quei convenevoli inutili pesarle addosso, ma la madre di Terence è già di fronte a lei, assomiglia in maniera impressionante a Michelle e lei rimane pietrificata.

«Mamma, lei è Ashley» la introduce Terence, mentre la donna le sorride con garbo, senza scoprire i denti, e le porge una mano inanellata e ben curata.

«Piacere di conoscerti, Ashley! Terence e Michelle mi hanno parlato molto di te, mi hanno detto che sei una ragazza intelligente, che stai studiando Lettere e che lavori per mantenerti. É davvero molto maturo da parte tua ed encomiabile e sappi che ammiro enormemente il tuo impegno.» ha cura di informarla, sembra sincera ma Ashley ci scorge quasi della compassione nei suoi confronti, per quella povera ragazzetta che è costretta a lavorare per pagarsi gli studi, a differenza loro.

«Beh, la ringrazio Signora» risponde con educazione, stringendole la mano; più in là suo marito, un signore distinto con capelli e baffi brizzolati, si presenta a sua volta ma rimane più distaccato rispetto alla moglie, che invece pare voler continuare a conversare.

«Siamo molto lieti che tu abbia voluto presenziare in questo giorno felice per Terence e tutti noi. Lui è il mio figlio adorato, ha fatto tanti sacrifici ed è il mio orgoglio insieme a sua sorella. Non potevo desiderare di meglio per lui da madre e oggi mi ha dato una grande gioia!» prosegue, aprendosi in un sorriso carico di felicità, quella donna all'apparenza così fredda e formale si commuove quando parla del figlio, gli occhi marroni e truccati le si riempiono di lacrime ed Ashley si stupisce nell'osservare che le madri, sia che provengano da ceti altolocati, sia dalle più povere periferie, diventano tutte uguali quando si tratta dei loro pargoli.

Tutte ma non la sua, a quanto pare.

Il cuore le fa male, la sensazione di panico di prima si ripresenta stavolta più potente e feroce, la invade tutta e le stritola il petto.

Continuano a chiacchierare ma nella sua testa ormai non c'è spazio per altro che non sia l'immagine di sua madre che la butta fuori di casa, dicendole che sarebbe stato meglio se non fosse mai nata.

Le persone attorno a lei diventano delle marionette sfocate senza più un volto, lo stomaco le si chiude e i rumori sembrano ovattati.

Continua a sorridere e ad annuire a chiunque ma la verità è che i suoi occhi e la sua mente riescono solo a intercettare la madre di Terence e a individuare ogni gesto di amore che dimostra nei confronti del figlio. Non vede o sente nient'altro, è tutto un turbinio di gente ma lei non fa che notare solo quella donna che si vanta con tutti del figlio, con gli occhi lucidi e la voce gioiosa e colorata dall'emozione. Scorge gli abbracci, le carezze e le occhiate amorevoli che gli riserva e che lei non avrà mai più, forse non ha mai avuto.

É troppo da sopportare, non respira, non riesce a reggere i mostri del suo passato che tornano, non può più trattenere le lacrime e si sente in una terribile trappola mortale.

Non sa cosa fare per salvarsi, teme di crollare e il discorso del padre di Terence, così pieno di parole d'orgoglio e di amore nei confronti del figlio, è la goccia che fa traboccare il vaso.

Grazie al cielo il ricevimento è ormai quasi giunto al termine, ne approfitta, mormora una scusa accennata a Beth, accanto a lei, le chiede velocemente di avvertire le altre della sua improvvisa assenza, poi raggiunge Terence e, prima che il ragazzo possa chiedere spiegazioni, lo saluta e scappa via.

Ringrazia di non aver messo delle scarpe alte quando inizia la discesa dalle scale, spalanca la porta d'uscita e riesce a evitare di svenire solo perchè è finalmente fuori da quel mondo dorato che la stava soffocando.

Non è finita, però, si trova nel bel mezzo di una zona sconosciuta, non sa dove andare ma, correndo, raggiunge la fermata di un autobus che, per un colpo di inaspettata fortuna, la porterà nei pressi del suo negozio.

La gente la guarda stranita, una ragazza ben vestita e truccata dentro quel mezzo di trasporto così dozzinario dà nell'occhio, ma a lei non importa niente, vuole solo scappare e la sua parte irrazionale sa dove andare.

Quando scende dall'autobus comincia a correre, le lacrime che è riuscita ad evitare prendono a scorrere copiose e non può fermarle, mentre le gambe si muovono automaticamente, come se sappiano esattamente dove portarla.

Si affida a loro, non riflette, la sua mente ormai è una cascata di emozioni in corto circuito che hanno straripato e c'è solo una persona che vuole vedere, ne ha un bisogno viscerale e non gliele frega niente di cosa potrà pensare.

Si ferma solo quando arriva davanti alla porta dello studio di Matt, è trafelata, il lavoro accurato delle mani abili di Colleen sui suoi capelli è andato a farsi benedire, il vestito è completamente in disordine e il trucco sbavato.

É un completo disastro, sia dentro che fuori, poggia le mani sulle ginocchia e si piega in avanti per riprendere fiato qualche secondo; sente il cuore scoppiarle ma è ancora viva ed è pronta per quella follia che in quel momento percepisce come l'unica possibilità di salvezza.

Deglutisce, ha la bocca secca e le fa quasi male farlo, poi si avvicina e bussa senza esitazione.

I battiti accelerano di nuovo e si tortura le mani nell'attesa, un briciolo di razionalità è tornato e adesso ha paura di disturbarlo o di essere per lui una visione sgradita.

Crede di morire ma alla fine Matt apre la porta: il viso tranquillo del ragazzo cambia improvvisamente espressione quando incontra i suoi occhi, non si aspetta certo di trovarsi davanti Ashley, col viso bagnato dalle lacrime ancora fresche e la faccia stravolta.

I suoi occhi si spalancano per lo stupore, sa che la ragazza doveva essere alla festa di Terence e si chiede cosa ci faccia invece alla sua porta, in quelle condizioni orribili.

«Ashley, ma...che ti è successo? Chi ti ha ridotto così? - domanda nervosamente, mentre le accarezza tutto il viso con le mani, bagnandosi di quelle lacrime – devi dirmelo! Ti prego dimmi che hai! Se è stato qualcuno giuro che...» comincia a sbraitare, col viso colmo di preoccupazione ma Ashley lo blocca, gli porta un dito sulle labbra. Adesso che sente le sue mani sfiorarle il viso e i capelli e realizza di avercelo davanti in carne ed ossa è già più serena, un barlume di pace discende su di lei e riesce anche ad abbozzare un sorriso.

«Non è stato nessuno, Matt – lo tranquillizza, la sua voce è ancora tremante e stenta a uscire ma va meglio e anche lui pare distendersi un poco – è solo che...scusami per essere piombata qui ma...avevo bisogno di te...io ero alla festa e... - comincia a raccontare, le frasi le escono in maniera sconnessa, qualche singhiozzo le spezza in frammenti e Matt cerca di non perdersene nemmeno uno per capire cosa abbia stravolto quella ragazza, a cui suo malgrado comincia a tenere seriamente – c'erano i genitori di Terence...loro erano così felici per lui...sua madre...era orgogliosa e commossa e io...non ho nessuno, capisci? Nessuno!» grida Ashley con la forza che le rimane, mentre Matt, senza pensarci due volte, la attira a sè e la stringe in un abbraccio fortissimo, accogliendo la sua testa sul petto e non smettendo di accarezzarle i capelli.

Adesso ha compreso cosa è successo, e riesce a sentire tutta la disperazione di Ashley come se la provasse lui stesso. É la stessa che lo affligge spesso e ne viene investito a sua volta, le loro anime sono di nuovo collegate e rivede negli occhi della rossa la stessa sfumatura sofferente delle prime volte in cui la osservava, quella che lo ha colpito e che gliel' ha fatta sentire così vicina.

«Lo so, lo so...ma ci sono qui io, adesso, stà tranquilla» prova a rassicurarla, la stacca un po' da sè per scuoterla ed Ashley si perde nei suoi occhi. Sta meglio ma il dolore è ancora troppo forte, stringe le braccia del ragazzo con forza, quasi gli fa male.

Quel corpo, la sua voce, i suoi occhi... sono tutto quello di cui ha bisogno e lo vuole adesso.

Gli sorride debolmente, si avvicina alle sue labbra e le bacia con disperazione, afferrandogli il volto con le mani.

Matt sembra irrigidirsi, non si aspetta un tale gesto, stenta a ricambiare il bacio e interrompe il contatto, guardandola smarrito.

«Ashley tu...devi calmarti...non... » prova a dire, ma lei non vuole sentire ragione, sta male, sta soffrendo da morire e in questo momento ha bisogno di una cura efficace e immediata, il dolore la spacca in due e ha la necessità di qualcosa che annulli quelle orrende sensazioni.

«Ti prego, non dire niente, Matt...solo...baciami e basta» mormora con un fil di voce contro le labbra del ragazzo. Matt si arrende, obbedisce, bacia la sua bocca e se ne appropria; cerca la sua lingua, la incontra e si abbandona a ciò che sta per succedere.

Hanno provato a resistere per troppo tempo, a ignorare quel bisogno spasmodico e fare finta che non esistesse, ma la realtà è diversa ed è una sola.

I loro dolori possono curarsi solo mischiandosi tra loro e perdendosi l'uno in quello dell'altra e adesso ne hanno la certezza.

Ashley si aggrappa a lui, non molla nemmeno per un istante quelle labbra che riescono a darle sollievo, le lacrime si mischiano, rendendo i baci salati, ma nessuno dei due accenna a smettere.

Matt si sposta sul collo di Ashley, le lascia dei baci umidi fino alla base dell'orecchio, lei tira indietro la testa, gli stringe i fianchi, lo attira a sè, gli fa capire che stavolta lo vuole e lo pretende, per intero, col corpo e con l'anima.

Sospira di piacere, lentamente il dolore diminuisce ma ce ne è ancora troppo in circolo, gli infila le mani sotto la maglietta, la pelle di lui sotto le dita la accende, ha bisogno di sentirlo con tutti i sensi che ha a disposizione, nessuno escluso.

Le sue gambe sono molli, Matt la fa indietreggiare fino a che la sua schiena incontra il legno duro del grande tavolo.

C'è solo quello a disposizione e se lo faranno bastare, non è un incontro d'amore, non c'è nessuna parte romantica o spazio per delicatezze o smancerie, ci sono solo due anime disperate che devono scontarsi, l'hanno già fatto mentalmente ma saranno interamente soddisfatte solo quando accadrà fisicamente.

Ashley emette un gemito di fastidio sulle labbra di Matt per il contatto con la superficie del tavolo, ma le passa immediatamente. Solleva la t-shirt del ragazzo, gliela fa sfilare e finalmente può accarezzare tutto il suo corpo senza limitazioni o ostacoli. Comincia a baciare ogni centimetro del suo corpo e Matt perde l'ultimo spiraglio di razionalità che potrebbe mettere fine alla bomba a orologeria che hanno innescato.

Stavolta non è uno scherzo o una sua provocazione, stavolta succederà e lo sanno entrambi.

Non c'è tempo per capire se sia sbagliato o una pazzia bella e buona, non vogliono domandarsi se si pentiranno una volta che avranno sfogato quell'attrazione, ce n'è solo per i baci sempre più bollenti, le carezze audaci e i sospiri ormai senza controllo.

Con cura, Matt afferra le spalline del suo vestito, ridotto ormai a un cumulo di macerie, gliele abbassa con una studiata lentezza, per permetterle di fermarlo se lo vuole, ma Ashley rimane immobile, si sporge in avanti per facilitargli i movimenti, il vestito si sfila senza difficoltà, la lascia nuda davanti a lui fino alla vita, ma lei pare non fare una piega.

Non si vergogna, lui l'ha già vista nuda in maniera molto più intima, si è già spogliata di tutto con Matt, fin sotto le ossa e la carne, fin dentro l'anima, a tal punto che la nudità fisica appare insignificante quando una persona conosce già tutto di te, anche le parti più vulnerabili e quelle che vengono nascoste al mondo intero.

Gli prende la nuca e lo avvicina al suo seno, lo tiene stretto mentre lui le bacia quelle zone delicate, dandole piacere e annebbiando la sua mente.

É proprio quello che vuole, smettere di pensare e stare bene, dimenticare il mondo e i suoi abitanti, tutti tranne lui.

Matt fa scontrare il suo corpo col quello esile di Ashley, risale di nuovo fino alle labbra, che trova già dischiuse e pronte a incastrarsi con le sue. Le mani accarezzano, toccano e si esplorano, sono insaziabili e i respiri si affannano, stavolta non per la sofferenza ma per il piacere, finalmente.

Va bene così.

Ashley allarga le gambe, il vestito le ha scoperto le cosce ma sa che non basterà. Per una frazione di secondo realizza il peso di quello sta per accadere tra loro e quanto questo potrebbe sconvolgere degli equilibri già precari e delicati.

Respira e si guarda, nuda e in balia di una forza a cui non può resistere, sente una mano di Matt che le carezza la coscia, sale sempre di più ed Ashley si maledice perché ha indosso quel dannato vestito leggero che rende tutto più semplice, invece che un paio di jeans, più difficili da sbottonare e che forse le avrebbero lasciato tempo sufficiente per tornare in sè e interrompere tutto.

Invece no, la mano di Matt ha già raggiunto i suoi punti più sensibili, Ashley sa che lui non si fermerà più, che ormai sta annegando proprio come lei, avverte le sue carezze peccaminose e si arrende definitivamente.

Si concentra sul piacere, il mondo attorno è solo un ricordo lontano, così come il dolore e i pensieri negativi.

Si piega all'indietro e geme ma Matt le cinge la schiena con l'altro braccio per riaverla contro il suo petto, non smette di baciarla e di lenire le sue ferite in quel modo assurdo, poi pare esitare.

Ashley lo fissa negli occhi, è decisa, gli attorciglia le gambe dietro la schiena e lo spinge verso di sè per fargli capire che non deve fermarsi, che lo vuole a ogni costo.

Si scambiano un'occhiata di intesa, Matt delicatamente prende tra le dita l'elastico dei suoi slip, li abbassa, glieli sfila del tutto senza fretta, la solleva per le gambe e la fa sedere sul bordo scomodo del tavolo.

Ashley è del tutto vulnerabile ormai, vuole che sia suo ed è stanca di aspettare.

Rivelando un certa urgenza, ferma le mani del ragazzo, che la accarezzano senza ostacoli, lui la guarda sorpreso ma lei lo tranquillizza, sorridendo.

Si dedica a lui, gli sbottona i jeans col suo aiuto e gli comunica con un bacio profondo che è così che deve andare, che non hanno più alternative a disposizione, anche se ci hanno provato ad evitarlo e ora è tempo di rassegnarsi.

Matt le afferra le cosce, le allarga dolcemente, lascia che Ashley gli insinui le dita fra i capelli e lo tiri a sè, con disperazione.

Scivola dentro di lei con un colpo secco, lasciandola un istante senza fiato per quel nuovo contatto tra loro, rimane un secondo immobile, quasi incredulo per quello che si sta consumando lì, improvvisamente e senza che avesse mai potuto prevederlo.

Ashley rompe ogni esitazione, stringe i suoi fianchi con le gambe, lo preme a sè e gli ordina tacitamente di continuare.

Si sente completa adesso, unita a lui, è la sensazione più appagante che abbia mai provato e vorrebbe che non finisse mai.

Matt comincia a muoversi in lei, gli viene facile e naturale anche se è la prima volta che lo fa con quella ragazza, è liberatorio perché con ogni spinta si porta via un po' del suo dolore e ne scarica del suo; stanno meglio entrambi, chiudono gli occhi per concentrarsi solo su quel meraviglioso piacere, si toccano con gesti disperati, le labbra si scontrano senza sosta, i capelli biondi di lui solleticano la pelle di Ashley, che gli si aggrappa al collo per mantenere quella posizione scomoda e, ad ogni loro sfiorarsi, nascono nuovi sospiri e gemiti sempre più difficili da contenere se non con l'aiuto dei baci.

Non si sente nient'altro che quello, insieme agli scriccholii di quel tavolo, messo a dura prova dalla loro passione irrefrenabile.

Ashley poggia i gomiti indietro, si distende, lui continua a spingere, la schiena le fa un po' male per via del movimento dei fianchi di Matt contro i suoi su quel piano rigido, ma non è nulla in confronto all'enorme benessere che la sta travolgendo.

Lui, nonostante sia ormai preda di quel ritmo costante e rapido, non manca di preoccuparsi per lei, si accorge che le sta facendo male, le cinge la vita con un braccio per frapporlo tra la sua schiena e la superficie dura del legno e così facendo la protegge.

Vuole che lei stia bene, che provi lo stesso piacere che sta scorrendo nel suo corpo, le sue attenzioni premurose quasi cozzano con il sesso istintivo e privo di sentimenti che stanno consumando, che niente ha di dolce e che, come una valvola di sfogo necessaria, si esaurirà, inevitabilmente.

O almeno è quello che immaginano.

Ashley sorride, cerca le labbra di Matt, asseconda i suoi movimenti e gli stringe i fianchi: sente il cervello completamente anestetizzato, non prova più dolore, ha dimenticato ogni cosa, non sa quasi più chi è ed è tutto meraviglioso perché è lui che le sta regalando quelle sensazioni e non vorrebbe che fosse nessun altro.

Quando sono ormai vicini all'acme, Matt la fa stendere per arrivare più in profondità e aumenta il ritmo. Ashley non resiste più, non riesce a credere che sentirlo dentro di lei possa curare i suoi mali come una medicina miracolosa, si illude che basti solo quello e non pensa ad altro.

Loro due uniti, con lo spirito e ora anche con la carne, troppo simili e allo stesso tempo diversi, si usano a vicenda per salvarsi e, anche se sembra egoista, in quel momento appare come l'unica soluzione possibile.

Quando Ashley raggiunge l'apice del piacere si stringe a lui, gli pianta le unghie sulla schiena, vorrebbe non lasciarlo, vorrebbe stare con lui per sempre se solo fosse possibile, è consapevole che tra poco tutto tornerà alla normalità e sarà difficile da accettare.

Una lacrima le scivola sulla guancia, si gira dall'altra parte perché lui non la veda, se lo tiene stretto al petto finchè può e, poco dopo, sente arrivare anche lui.

Le sue spinte rallentano, lo ascolta emettere qualche gemito strozzato contro il suo seno ma il respiro si regolarizza presto e lei rimane schiacciata dal peso del suo corpo, che si è ormai abbandonato a quell'ultimo attimo di piacere.

Se dovesse dare una definizione di perfezione in quel momento, ubriaca di quel piacere che si è irradiato dal suo bacino fino a raggiungere ogni parte del suo corpo e della sua mente, sarebbe di sicuro l'immagine di loro due, esausti su quel tavolo, abbracciati e in silenzio.

Non c'è niente da dire, i fatti hanno parlato più di ogni parola.

Matt prende un ultimo lungo respiro ed Ashley capisce che il momento è arrivato, sta per allontanarsi da lei, vorrebbe fermarlo ma non vuole dargli un'impressione sbagliata.

É stato solo sesso, in fondo, anche se è servito non solo per il piacere personale ma per uno scopo molto più intimo e altruista.

Lui la guarda negli occhi, ha l'espressione ancora velata dal piacere ed è bellissimo oltre ogni misura; la stupisce, si abbassa e le deposita un bacio a fior di labbra prima di alzarsi e liberarla, un tocco così gentile e dolce che non si aspetta dopo quello che c'è stato e che la spiazza, facendole scoppiare il cuore.

Rimane ferma per qualche secondo, esposta e di nuovo a contatto con la realtà, poi lo vede di spalle cominciare a rivestirsi e si solleva, un po' dolorante.

Si rimette in piedi, sistema il vestito spiegazzato, recupera le sue cose e, quando lui si gira, lei gli appare con le stesse sembianze di quando ha fatto irruzione nel suo studio.

Sembra tutto tornato esattamente al principio, come se niente fosse successo.

Peccato che non è così e i loro occhi parlano chiaro.

Matt sembra quasi confuso adesso, l'azzurro del suo sguardo è strano, la sua espressione appare affranta e perplessa, ha paura di averla ferita o che sia successo troppo all'improvviso e non sa cosa significhi, cosa può cambiare, adesso.

Tante volte aveva sognato di farlo con lei, di intrufolarsi sopra quel corpo e in mezzo a quelle gambe invitanti ma mai avrebbe pensato che sarebbe accaduto e in quella maniera così sconvolgente.

Lei, dal canto suo, pare realizzare solo in quell'istante che hanno appena fatto sesso...lo hanno fatto davvero, non è un sogno e la sensazione è pari al precipitare da una rupe e sfracellarsi in terra in mille pezzi.

Aveva smesso di pensare, il dolore è andato via, ma al suo posto adesso c'è una sensazione diversa, amara e incomprensibile.

Boccheggia esattamente come lui, non sa cosa dire o come comportarsi e Matt non la aiuta a sbloccare la situazione, sembra che il loro rapporto e quella confidenza a cui si erano abituati, non esista più.

Un momento prima erano uniti e complici di quello stupendo misfatto e adesso...è tutto svanito. Non sanno nemmeno come salutarsi, non fanno altro che fissarsi in modo indecifrabile e alla fine Ashley fa quello che le riesce meglio in questi casi.

Scappa via, richiudendosi alle spalle la porta e lasciandolo solo coi suoi dubbi.

 

 

 

Apre la porta piano per non fare rumore, come un'intrusa, ed è così che si sente ormai in quella casa.

Non dovrebbe appartenere più a quel posto, ha tradito, si sente sporca e sleale ed è come se lo avesse realizzato solo nell'esatto momento in cui il corpo di Matt abbandonava il suo, dopo essersi fusi e confusi tra loro, lasciandola di nuovo vuota e sola.

Ma si sbaglia e lo sa: traditrice lo è da molto più tempo, da quando gli ha permesso di far parte della sua vita, di entrarci in punta di piedi, di provare a migliorarla e renderla un posto un po' meno schifoso da abitare.

É quella la sua unica e sola colpa, aver tentato di rialzarsi e di ritrovare la serenità con qualcuno di terribilmente sbagliato.

E adesso non ha più tanta scelta, forse ne aveva avuta una all'inizio ma ha deciso consapevolmente di sprecarla nell'istante in cui ha concesso agli occhi di Matt di incrociare i suoi con curiosità, legandolo a lei in quel rapporto difficile da spiegare.

Quanto è stata sciocca!

Adesso le sue possibilità sono limitate a due soltanto: confessare tutto e distruggere quel tenue bagliore di normalità che ha conquistato a fatica, o convivere per sempre con il peso delle sue azioni e sperare che non sia così tremendo, che non faccia così dannatamente male come in quel momento.

Cerca con tutta la cura che può di chiudere la porta, evitando di attirare l'attenzione, ma la fortuna non l'assiste. Una folata di vento gliela strappa dalle mani, deboli e ancora tremanti, provocando un tonfo che non può sfuggire alle orecchie delle ragazze nell'appartamento.

Avverte il vociare indistinto arrestarsi di colpo: ecco, l'hanno sentita ed Ashley ha la sensazione di morire dentro.

Cammina rassegnata come un condannato a morte, quasi si trascina perchè non ha più forza nelle gambe, l'ha sprecata tutta a tenersi Matt stretto addosso e poi a correre a perdifiato, invano, per fuggire via dai suoi peccati senza sapere di averceli ormai incollati addosso, tatuati sulla pelle come un marchio invisibile senza poterli più cancellare.

«Ashley, sei tu?» chiede una voce, appartiene a Michelle e il respiro le si mozza.

«Sì, sono io» risponde a malapena mentre avanza come un fantasma lungo il corridoio buio, illuminato solo dalla luce accesa della stanza di Colleen.

Sono tutte riunite lì e lei non ha scampo, adesso.

Impreca mentalmente contro la sorte avversa, vorrebbe non doverle affrontare, vorrebbe solo rintanarsi nella sua stanza e seppellirsi sotto una coltre di coperte, pregando che la inghiottano per farla scomparire.

«Finalmente sei tornata! Cominciavamo a preoccuparci, sai?» aggiunge Beth, il suo tono allegro e premuroso è un'ulteriore coltellata nel petto.

Nel frattempo ha raggiunto la soglia della stanza e vi fa capolino timidamente.

Si vergogna, ha il vestito sgualcito, sente ancora distintamente l'odore di Matt rimastole addosso, la sensazione della sua pelle sotto le mani e dei suoi movimenti sopra di lei così come il ricordo del piacere fortissimo che lui le ha donato, aiutandola a stordire la mente e allontanare la disperazione, e ha la paura irrazionale che in qualche modo possano accorgersene anche loro di quei segnali, sebbene in fondo sappia che è impossibile.

Quelli sono un privilegio e una condanna che spettano solo a lei.

«Mi dispiace, ho avuto un imprevisto» mormora confusa, incapace persino di sforzarsi a trovare una scusa più dettagliata, con lo sguardo perso a vagare per la stanza senza soffermarsi sul volto di nessuna di loro.

Non riesce a guardarle negli occhi dopo quello che ha fatto, è troppo per lei, le gira la testa e anche la vista sembra essere sfocata.

Vuole solo andare via, prega dentro di sè che non insistano con le domande, che le diano tregua per quella sera, perché stavolta non ce la farebbe, crollerebbe sotto il peso delle sue stesse menzogne.

«Tesoro, ma stai bene? Hai una faccia!» esclama Colleen, portandosi una mano al petto e fissandola con un'espressione a metà tra il sospettoso e il preoccupato.

La guardano tutte, lo sa, ma lei non ricambia, ha gli occhi bassi e si appoggia con una mano allo stipite della porta perché le forze la stanno abbandonando.

«Sono solo un po' stanca, tutto qua. Sarà meglio che vada a riposarmi, ho bisogno di dormire.» spiega, accennando un sorriso di circostanza.

«Ma allora non ti unisci a noi? Stavamo commentando la giornata di oggi e ne stanno uscendo delle belle! Avanti, sù!» prova a convincerla Michelle, si capisce lontano un miglio che è ancora esaltata e scoppia di gioia per suo fratello, per quel risultato così tanto desiderato e finalmente raggiunto e per l'enorme soddisfazione della sua famiglia.

E lei che fa? Scappa dalla festa e finisce a scopare con la persona che loro odiano di più al mondo!

'Che bella mossa, davvero carino da parte tua! Complimenti, Ashley!' è quello che penserebbe se solo non le mancasse la forza perfino di elaborare degli insulti verso sè stessa.

«Grazie, ma per stasera passo, scusate ancora» le implora, con un fil di voce.

Deve apparire ridotta peggio di uno straccio vecchio se nessuna di loro ha il coraggio di insistere.

«Che peccato! Beh, allora buonanotte!» si rassegna la castana, mentre un coro di saluti e risate cristalline la segue.

Melissa la osserva in silenzio; è preoccupata per la sua amica, vorrebbe riuscire a venire a capo di tutti gli interrogativi che le frullano in testa e capire finalmente cosa affligge Ashley, quali grandi segreti si porta dentro, qual è il motivo dei suoi sguardi spesso tristi e persi nel vuoto o di quelle scuse mormorate quasi a caso.

A volte sembra così simile a lei!

Teme seriamente che si metta in un brutto guaio o che soffra, le vuole bene e, anche se le pare affrettato affermarlo, sa che Ashley è l'unica che riesca a mettersi nei suoi panni e a non giudicarla mai, i suoi modi materni, comprensivi ma non invadenti, l'hanno aiutata varie volte e vorrebbe poter ricambiare le sue gentilezze.

L'indecisione la frega, non sa se alzarsi e correre da lei per chiederle se va tutto bene o soltanto abbracciarla in silenzio, ma è troppo tardi.

Ashley si è dileguata in fretta.

Non merita quelle risate, nè le preoccupazioni che le rivolgono o la loro compagnia. É solo un mostro che ha rovinato tutto e...per che cosa poi?

Se almeno lo sapesse e invece no.

L'unica cosa certa è che, durante il sesso con lui, ha creduto di toccare il paradiso con un dito per poi precipitare all'inferno non appena finito.

Sa di essere stata scorretta anche con Matt, è corsa da lui dando per scontata la sua presenza, se ne è servita per sfogarsi egoisticamente e, sebbene anche lui sembrasse non aspettare altro che buttarsi tra le sue braccia, questo non la fa sentire di certo meglio.

Si sente al sicuro e il respiro le torna regolare solo quando la luce della stanza di Colleen è lontana e percepisce il freddo metallico della maniglia della sua porta sotto le dita.

É salva, per quella sera.

Se non dalla sua coscienza, almeno da loro.

Si chiude dentro, poggia la schiena sul legno della porta e si lascia scivolare per terra.

Non le importa del vestito e nemmeno del freddo che invade le sue gambe scoperte, si accascia lì, indifesa, stringe le ginocchia al petto e tuffa la testa tra le braccia.

Rimane immobile per qualche minuto, distrutta e senza la minima intenzione di riprendere in mano le redini della sua esistenza ormai alla deriva, ha gli occhi chiusi e i muscoli privi della capacità di reagire, poi qualcosa la scuote e si alza di scatto.

Le compare in mente il sorriso di suo padre, crede quasi di sentire la sua presenza accanto a lei, forte più che mai.

Si guarda intorno con gli occhi sbarrati, ha come la sensazione di vederlo comparire da un momento all'altro ma presto si rende conto che non avverrà.

Lui non c'è e non ci sarà mai più.

Una lacrima le riga la guancia e si ritrova a parlare con lui, non le capitava da tempo, da quando era solo una ragazzina.

«Papà, dove sei? Mi manchi, sai? - mormora nel buio della stanza, stringendosi nelle spalle – Mi dispiace...se vedessi quello che sono diventata, sono sicura che non saresti fiero di me. Non faccio che commettere uno sbaglio dopo l'altro, ci sto provando a rimettere insieme i pezzi ma...è così difficile dopo quello che mi è successo. Non so più chi sono, non ho nessun punto di riferimento...sto cercando di andare avanti, di studiare per realizzare i miei sogni e voglio farlo anche per te ma...la mamma non mi ha mai amato, amava solo te e...questa cosa è...– fa una pausa, la gola è serrata da un nodo così stretto che non riesce a fare uscire più alcuna parola, deglutisce, prende un lungo respiro e va avanti con grande sforzo – è troppo dolorosa da accettare, io pensavo di esserci riuscita ma...ho ancora tanta strada da fare e...l'unica persona che mi dà conforto è quella da cui dovrei stare alla larga per il bene di tutti coloro che mi circondano e che mi hanno aiutato. Non so cosa fare...io...ho paura...vorrei tanto che tu fossi con me» sussurra con la voce ormai rotta dal pianto e le mani a coprirsi il viso.

D'un tratto qualcosa muove i suoi capelli, sembra un leggero alito di vento ma la finestra è chiusa e così anche la porta.

Ashley non comprende, sposta le mani dal volto e rimane in allerta: dovrebbe essere terrorizzata eppure, al contrario, quella misteriosa e tenera carezza ha il potere tranquillizzarla, anche se non sa spiegarsi il perché.

Poi, però, capisce e sorride.

Non è sola, non lo sarà mai, suo padre le rimane sempre accanto, in altre forme, in tutto ciò che la circonda, e le basterà stare attenta per poterlo sentire se lo vorrà.

Si asciuga le lacrime e cerca di farsi forza, la sensazione è sempre quella di essere stata investita da un treno ma ora va un po' meglio, ora è tornata la speranza.

Si dirige verso il letto, prende da sotto il cuscino il pigiama e l'occorrente per cambiarsi e decide di farsi una doccia.

Ne ha bisogno, sa che la aiuterà a rilassarsi e rigenerarsi e inoltre deve lavare via le tracce di quella serata dalla sua pelle.

É giusto così.

Si spoglia rapidamente, si infila nella doccia e dirige il getto di acqua calda su di lei. É piacevole e assai confortante ed Ashley si sente subito rinata. Si accuccia in un angolo con gli occhi socchiusi, lascia che la cascata di acqua continui a lambirla incessantemente, portandosi via a ogni rivolo un pezzo di quello che, nonostante tutto, le fa male definire uno sbaglio.

L'ha voluto con tutte le sue forze e ne ha goduto dall'inizio fino all'ultimo bacio che lui le ha delicatamente lasciato sulle labbra prima di staccarsi da lei.

Erano perfetti nella loro urgenza e disperazione ed Ashley questo non lo può negare.

Sospira mestamente, sembra tutto così surreale che quasi non ci crede sia accaduto davvero.

Si avvolge nell'accappatoio e torna nella sua stanza, il freddo di Ottobre le sferza la pelle e così si affretta a vestirsi.

La doccia ha sortito i suoi effetti e si sente più rilassata e calma ma ha ancora i capelli bagnati e si accinge a iniziare un rituale che contribuirà a distendere maggiormente i suoi nervi.

Qualcuno di sicuro potrebbe prenderla per pazza o stramba, ma per lei non esiste suono al mondo che trovi più dolce e rilassante del phon, soprattutto usato d'inverno, quando il freddo dell'ambiente viene annullato dalle dolci carezze calde dell'aria che emana.

Funziona così da sempre, le basta usarlo sui capelli o semplicemente ascoltare qualcuno vicino a lei che lo usa, per ottenere un senso di sicurezza e protezione immediato. Starebbe ore a sentirlo, è qualcosa di stupendo, la riporta indietro nel tempo, quando da bambina, le mattine d'inverno, ancora nel dormiveglia e da sotto il piumone, sentiva suo padre che si preparava per andare al lavoro e quel suono ovattato le carezzava le orecchie e le faceva compagnia al caldo, rassicurandola col suo costante ripetersi, perchè significava che tutto scorreva tranquillo e che la sua routine familiare si svolgeva sempre uguale e confortante.

Ogni cosa stava al suo posto e niente poteva andare storto, era impossibile.

Ora, invece...

Ashley socchiude gli occhi, evita di torturarsi ancora la mente, si lascia cullare dal calore che le ristora le membra stanche, guarda fuori dalla finestra qualche sparuto passante e un paio di macchine che sfrecciano lontane da lei e per qualche secondo prova lo stesso senso di sicurezza che apparteneva alla sua infanzia.

Quando ha finito ha comunque la testa pesante e il suo unico pensiero è mettersi a letto così non perde altro tempo e si infila sotto le coperte, dichiarando finalmente conclusa quella giornata allucinante.

Nonostante la stanchezza rimane con gli occhi aperti e vigili al buio: il sonno scarseggia, si gira su un fianco con un sospiro sofferto e stringe forte le lenzuola, appallottolandosi in posizione fetale, come a volersi proteggere da qualche male.

Molte persone sono state oggetto della sua preoccupazione quella sera ma il suo ultimo pensiero ha un solo protagonista e non potrebbe essere altrimenti.

Matt occupa prepotentemente una delle poche porzioni ancora libere nella sua povera e affollata testa, Ashley si chiede cosa stia facendo in quell'esatto momento, se stia ripensando anche lui al disastro che hanno combinato o se non gli importi già più nulla e abbia ripreso le sue normali attività.

Il battito accelera al ricordo ancora fresco di loro due, impegnati a farlo sopra quel tavolo come se attorno non esistesse nient'altro e non può fare a meno di riprovare le stesse, bellissime e liberatorie sensazioni.

Ha una confusione atroce che le alberga in testa, sa che non potrà avere una risposta immediata alle sue domande, non ha intenzione di sentirlo al momento e non sa dire se e quando riusciranno a parlarsi di nuovo. Non riesce a prevedere le conseguenze che quell'evento avrà sul loro rapporto e come dovranno comportarsi da quel momento in poi, e la cosa la spaventa.

Magari per lui si è trattato solo di una delle tante avventure a cui era solito dedicarsi, ma a lei non è mai capitato prima di allora di fare sesso con un ragazzo che non fosse anche il suo fidanzato e di cui non è innamorata e non ha idea di come comportarsi.

Certo, l'attrazione fisica tra loro non era mai stata un segreto, avevano sempre scherzato su quell'argomento, lui la provocava spesso e non erano mancate le volte in cui la situazione si era fatta decisamente bollente, per non parlare di qualche sua fantasia più spinta che aveva avuto come oggetto proprio il biondo.

Ma dal fantasticare al concretizzare c'era un intero oceano nel mezzo e non avrebbe mai immaginato di poterlo oltrepassare insieme a lui, senza nessun preavviso o tempo per rifletterci sù.

Forse avevano rovinato tutto, forse niente sarebbe stato più come prima e l'avrebbe inevitabilmente perso, salvando l'equilibrio all'interno del suo gruppo ma distruggendo una delle poche cose belle che erano entrate a far parte della sua vita di recente.

Le viene da piangere, ha troppi dubbi e la testa che scoppia, non ha voglia nè energie per continuare ad arrovellarsi il cervello e si arrende.

Le palpebre sono pesanti, le si chiudono e non può fare altro che assecondarle.

Al resto ci penserà, ma non adesso....



* Un ultimo appunto: la storia ha rating arancione perché non è incentrata su scene di sesso e perché non mi piace descrivere quelle presenti con dovizie di particolari, visto che trovo che spesso facciano perdere la magia del momento (sono gusti, potete anche pensarla diversamente, va benissimo). In questo ho usato una maniera un po' più diretta perché la situazione lo esigeva e spero che non sia risultata troppo volgare. Non credo sia stata esagerata e non credo che sfoci nel rating rosso, quindi non lo cambierò. Spero siate d'accordo!
Alla prossima!

  
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