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Autore: Caskett_Always    02/08/2017    0 recensioni
Clare è una ragazza che ama la musica e che si è trasferita da poco a LA; con la sua migliore amica Jade decide di andare a un concerto dei Guns n Roses.
Da quel momento la vita di Clare sarà segnata, forse in positivo o forse in negativo.
Dipende dai punti vista.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Erano già passati tre giorni dall’appuntamento con Axl e lui non si era ancora fatto sentire; nella mia testa cercavo migliaia di scuse, la solita “magari non gli funziona il telefono” era quella che mi convinceva di più.
Ma chi volevo prendere in giro? Quando un uomo non ti richiama è perché non vuole richiamarti, poche scuse, ormai mi stavo arrendendo all’idea.
Passai le mie giornate cercando di studiare per gli esami per evitare di pensarci, ma i risultati non erano ottimi.
Erano le 17 e decisi che era il momento per chiudere i libri e andare da Jade a bere una birra.
Arrivai a casa sua e mi salutò con un enorme abbraccio, aveva già capito tutto.
Ci sedemmo per terra, su dei grossi cuscini, con Jimi Hendrix di sottofondo e stappammo una birra fresca.
“All’amicizia” brindai, facendo scoccare la mia bottiglia contro la sua.
“Non si è più fatto sentire vero?” mi chiese dopo un attimo di silenzio.
“Già. Ma dovevo aspettarmelo, dopo tutto è Axl Rose. Sono una cretina che si è infatuata di lui”
“Non sei una cretina, chiunque nella tua situazione l’avrebbe fatto. Si è aperto molto con te e pensavi che significasse qualcosa”
“Appunto! Ma evidentemente era molto ubriaco e lo ha fatto per quello. Non lo so, fanculo Axl Rose!” esclamai continuando a sorseggiare la mia birra.
Verso le 23 decisi di tornare a casa, la stanchezza iniziava a farsi sentire; avevo bisogno di una doccia calda e di andare a dormire.
Arrivata a casa trovai un messaggio sulla segreteria telefonica, “sarà la mamma” pensai.
Schiacciai il tastino per far partire il messaggio e con grande sorpresa la voce che sentii non era quella di mia madre, bensì quella del rosso; inutile dire che mi spuntò un sorriso enorme.
“Ciao Clare, sono Axl. Scusami se mi faccio sentire solo ora, ma ehm sono stato molto occupato in questi giorni. Volevo invitarti ad uscire domani sera. Questa volta ho la macchina, quindi se ti va ti passo a prendere per le 21 e ti porto in un posto, richiamami quando senti questo messaggio”
Wow, ho passato due ore ad insultarlo e invece eccolo qui.
Composi il suo numero per dirgli che ci sarei stata la sera successiva.
“Pronto?”
“Ciao sono Clare! Ho appena ascoltato il to messaggio, volevo farti sapere che domani sera ci sono”
“Perfetto, che bella notizia! Passo sotto casa tua domani alle 21, buonanotte baby”
“Buonanotte” risposi prima di riattaccare.
Avevo un sorriso da ebete in faccia che proprio non riuscivo a togliermi; odiavo a tratti questa sensazione, io non ero mai stata così, mi ero sempre fatta rincorrere dai ragazzi, invece lui mi faceva impazzire, non riuscivo ad agire razionalmente.
Mi buttai sotto la doccia e mi preparai per andare a dormire.
 
Il mattino seguente mi svegliai già con una certa ansia per la serata che mi aspettava, ma cercai di buttarmi sul libro di anatomia per cercare di preparare questo benedetto esame.
Si fece sera e iniziai a prepararmi.
Alle 21.10 suonò il campanello.
“Si?” risposi
“Sono io” rispose la voce di Axl un po’ gracchiante.
“Scendo subito” e detto questo chiusi casa e mi precipitai giù dalle scale.
Dopo qualche minuto di macchina arrivammo in un locale, il “Rock ‘n’ Roll Club”, sembrava un posto figo, proprio uno di quelli che piacciono a me; sui muri erano appese migliaia di fotografie di personaggi della storia del rock, alcuni vinili e qualche chitarra.
Mi offrì subito da bere e poi ci spostammo nella sala da ballo, dove un jukebox passava un sacco di pezzi da ballare.
Ci stavamo divertendo tantissimo, quando partì “paradise city” e il rosso pieno di gioia e orgoglio iniziò a cantare a squarciagola. Era felicissimo ed era bellissimo vederlo così, soprattutto dopo tutto ciò che mi aveva raccontato.
“Ok, mi sono decisamente scatenato un po’ troppo e mi è venuta una certa sete. Beviamo?” mi disse ridendo.
“Certo che sì” annuii.
Al bancone ordinammo altri due shot di jack e dopo averlo buttato giù a goccia ordinò anche una birra.
Uscimmo per parlare un po’ e per fumarci una sigaretta.
“Sai con te mi trovo veramente bene. Non mi sono fatto sentire con te per tutti quei giorni, non perché fossi realmente impegnato, ma perché avevo paura; le cose belle tendono a spaventarmi e a farmi allontanare”
“Axl anche io sto molto bene con te, però non puoi avere questo tipo di paura. Le cose belle vanno prese al volo quando arrivano e vanno vissute in ogni singolo momento”
“Hai ragione Clare, e a proposito di questo devo dirti una cosa..”
“Dimmi!” risposi
“Non so se è il momento, forse è troppo presto, non lo so”
“Non so cosa tu mi voglia dire, ma non c’è un presto o un tardi, le cose vanno dette quando te la senti”
“Beh allora baby vorresti … come dire, vorresti essere solo mia? Perché a me piacerebbe essere solo tuo” trapelò quasi del disagio mentre pronunciava queste parole, sapevo che per lui non era facile dar voce alle sue emozioni.
Senza dire niente gli sorrisi, annuii e lo baciai, con più passione che potessi e rimanemmo così, abbracciati fino a quando dal locale sentimmo partire “Love in an elevator”, ci guardammo con sguardo complice, lui mi prese la mano e corse dentro; arrivammo in pista con il fiatone e iniziammo a ballare quella canzone che tanto amavamo.
Si erano fatte le due e Axl decise di portarmi in un posto, era una sorpresa, non voleva dirmi dove, così iniziammo a viaggiare per le strade quasi deserte di Los Angeles.
Iniziai a capire dove mi stesse portando quando la scritta “Hollywood” mi apparse vicina e mi accorsi che il rosso stava guidando in quella direzione.
Il mio intuito non fallì.
“Arrivati” mi disse parcheggiando dietro l’imponente scritta.
“Wow, non c’ero ancora stata, è stupendo! Si vedono tutte le luci di LA”
Prima che potessi aprire la portiera della macchina si avvicinò a me e iniziò a baciarmi. Le lingue si intrecciarono e la passione iniziò ad accendersi sempre di più.
Mi spostai e mi misi a cavalcioni sul Axl, iniziando a sentire la sua erezione su di me; baciai il suo collo, scendendo sempre di più, togliendogli la maglia, slacciandogli i pantaloni, divenuti ormai stretti, e iniziai a dargli piacere.
Di colpo la situazione si invertì, mi ritrovai di nuovo sul sedile del passeggero con Axl sopra di me; mi spogliò, iniziò a giocare con la mia intimità provocandomi fremiti finché non mi penetrò.
“Sei bellissima baby, il bagliore della luna ti rende raggiante” mi sussurrò all’orecchio non appena finimmo.
“Grazie” risposi con voce flebile.
Rimanemmo così, nudi e abbracciati per un po’; provavo una bella sensazione, mi sentivo protetta.
“Sai baby – ruppe il silenzio – sono contento di essere qui con te. Di solito dopo una scopata mi sento vuoto, ma ora no, sto bene, forse perché questa non era semplicemente una scappatella. E mi fa piacere che tu non sia scappata dopo aver saputo di mio figlio, capisco che possa non essere facile da digerire”
“Anche io sono felice, questo momento è veramente speciale. E non mi interessa se la tua situazione non è delle più semplici, spero solo di poterti essere d’aiuto” risposi.
Dopo questa piccola riflessione iniziammo a rivestirci, così da poter uscire a fumare una sigaretta; ci sedemmo nel prato abbracciati, con la maestosità delle luci di Los Angeles a farci da sfondo.
Eravamo in silenzio, le parole non servivano, era già tutto perfetto così.
  
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