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Autore: Fe_    02/08/2017    11 recensioni
[Storia sospesa]
I semidei erano stati scoperti.
Troppo potenti per essere davvero sterminati, gli umani avevano iniziato a temerli, confinandoli prima in aree limitate e, una volta capito che segregarli in distretti fomentava ribellioni ed insurrezioni, relegandoli con muri di vetro all'interno della società.
Il marchio del semidio partiva dalle scuole, scuole speciali per giovani di esclusiva discendenza divina, veniva posto nei documenti e continuava nel lavoro, nella vita privata persino: nessun umano sano di mente avrebbe sposato un semidio.
Poi erano iniziate le battaglie: ogni anno, una classe delle scuole esclusivamente semidivine non veniva semplicemente portata in gita, ma sorteggiata per una gara all'ultimo sangue per divertire la popolazione, esorcizzando lo spettro di un terrore che lo stesso governo provoca.
Uno solo è il vincitore della Battle Divine, ma riuscirà a sopportare il peso di dover uccidere i suoi simili, i suoi compagni di classe ed amici?
Fanfiction interattiva: Iscrizioni chiuse
Genere: Avventura, Dark, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mostri, Nuova generazione di Semidei, Semidei Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Battle Divine
It's a kill or be killed game


➊ Damian- Amicizia
13.59 am, 12 maggio 2xx7, Profondo della foresta


he idea idiota.
Solo degli idealisti potevano formularla, nel gioco degli umani.
“Restiamo uniti,” aveva detto quella figlia di Thanatos, sciocca, “non possono costringerci a combattere”.
E invece potevano, quei maledetti collari sarebbero esplosi se si rifiutavano di farlo, se scappavano o tentavano di toglierli.
Perciò Damian se n'era andato, come oltre metà della classe, per esplorare da solo la scuola e se necessario anche l'intera maledetta area. Alcuni non erano una sorpresa, lui ad esempio o Lucien, figlio di Ares, o persino quell'inquietante bambola di Cordelia, mentre Diabolik o Kamura erano stati una piacevole stravolgimento dei suoi piani... certo, l'asiatico non aveva abbandonato la scuola, ma con tutta probabilità non si sarebbe messo in combutta coi pacifisti che speravano di sopravvivere facendo pigima party nelle aule in cui era morta la Johnson.
In quel gruppo di smidollati, capitanati dalla Blank, , ricordava soprattutto quel paranoico di Minori e la bella Marianne, mentre gli altri non aveva nemmeno fatto a tempo a notarli che già si era allontanato.
Che si aspettavano, di essere lasciati vivi per il solo amore tra compagni di classe? Poi, quando aveva visto che non tutti abboccavano, Alysse aveva continuato.
“Noi non vogliamo ferirvi,” e il ricordo ancora suscitava una smorfia sprezzante nel ragazzo. Certo, non volevano, ma erano obbligati fa persone stupide, persino più stupide di loro, e dal proprio desiderio di sopravvivere. Se non ne avevano, beh...
“E cosa ci darete in cambio della grazia?” aveva chiesto con tono arrogante Lucien, e accanto a lui Diabolik aveva incrociato le braccia, allontanandosi un poco dal fidanzato.
“Vi saremo utili.” aveva risposto Minori. “Non siamo una minaccia, ma possiamo... essere una sorta di rifugio. Medici, cuochi...”
forse non avevano desiderio di sopravvivere. Forse non volevano tornare a casa vivi, se significava sporcarsi del sangue dei loro simili.
Ma a Damian non importava. Se volevano restare a giocare al mercato che facessero, si sarebbe servito di loro e, in uno sprazzo di gentilezza, li avrebbe lasciati per ultimi. Se si fossero dimostrati persino utili, davvero, li avrebbe uccisi con un colpo letale e indolore. Per quanto possibile, ovviamente.
Si posò contro un albero, sentendo la familiare frescura della notte carezzargli le membra.
Non aveva paura, non aveva dubbi, anche se il fastidio di essere costretto ad uccidere... sapeva che era l'unica cosa da fare, e non si sarebbe tirato indietro. Odiava ammetterlo, ma avrebbe risparmiato inutili sofferenze a tutti i suoi nemici, e forse avrebbe anche provato rimorso nell'uccidere gli stupidi semidei che non volevano ferire nessuno. In un certo senso sarebbe stato più facile, se avessero deciso di adattarsi al mondo come aveva fatto lui.
Si guardò intorno: era certo che fossero in pochi ad essere usciti, e nessuno sano di mente si sarebbe addentrato tanto nel bosco. La mancanza di luce in quel momento sarebbe stata pesante per tutti, ma non per lui: le ombre ed il buio erano familiari, non credeva lo avrebbero mai tradito, e stare solo per poter per primo conquistare una delle sacche non era certo una brutta idea.
Sapeva che ve n'erano dentro la scuola, lo aveva detto la malefica voce del presentatore, ma anche in altri ambienti come il bosco. Sperava che il coraggio di uscire per primo gli facesse guadagnare una bella lama affilata.
Dopo un poco, per sottrarsi ai pesanti e fastidiosi pensieri che li avevano circondato come nubi, scosse la testa. I ricci corvini si mossero con lui, ed una parte di sé pensò che forse avrebbe dovuto tagliarli.
Con sguardo affilato si mise a cercare attorno a sé, nella speranza di vedere tracce di quelle maledette sacche, ma solo dopo diversi minuti di cammino qualcosa attirò la sua attenzione.
Non poteva certo contenere una spada, ma le regole erano chiare: ciò che si trovava si teneva. Non si potevano prendere più pacchetti se non dalle proprie vittime, o rubandole o costringendoli a cedere.
Vicino ad un cespuglio, con il fruscio di un fiumiciattolo nelle vicinanze, una sagoma tozza e nera: avvicinandosi riconobbe una sacca di tela con un manico per essere più facilmente trasportata, e frugandovi dentro trovò la piantina dell'isola come da accordi e, in aggiunta, del tonno in scatola, una bottiglia d'acqua e...
-... che diamine di arma sarebbe una corda?-

➋ Rune- Esplorazione
16.38 am, 12 maggio 2xx7, Corridoio della scuola


une era ferma, immobile, lo sguardo saettava dagli armadietti alle luci del corridoio che, intermittenti, ferivano a tratti i suoi occhi grigioazzurri.
Era certa, potendoli forzare, vi avrebbe trovato qualcosa di utile, ma non che fosse quello il momento di farlo: avrebbe attirato l'attenzione degli altri semidei che, come lei, non volevano affidarsi al gruppo e alla benevolenza dei più forti per sopravvivere.
No, per ora sarebbe stato meglio proseguire, ispezionare le aule del piano superiore e poi cercare un rifugio.
-Tic toc, miei semidei. La prima notte è sempre la più interessante: la prima vittima è stato anche il primo carnefice, ma non vorrete lasciare alla cara Jolene tutto il divertimento, vero?- disse la voce, che veniva diffusa dagli altoparlanti come fosse l'annuncio di un preside malato.
Che la chiamasse Jolene non toccava la semidea, ms trovava strano che usasse il secondo nome di Emily. Come se fossero in confidenza.
Probabilmente lo faceva per metterli ancora più a disagio, come se sapere che l'amica si fosse suicidata non fosse abbastanza.
Trattenne un sospiro soffocato, ripensando alle lacrime di Marie e allo sguardo turbato di MJ. Le due ragazze erano troppo sensibili per queste cose e, per quanto non le piacesse il pensiero, anime così morbide non sarebbero mai uscite vive da quel gioco. Per sopravvivere avrebbero dovuto spargere almeno il sangue di una persona e, ammesso che ne fossero in grado, era certa non ne sarebbero rimaste illese. Per lo meno, non mentalmente.
Con passo leggero si avviò verso le scale, fermandosi poi quando una figura alta quanto lei spuntò da un angolo. Il tono alto e la massa informe di capelli biondi le fece riconoscere Amelie, figlia di Ecate della sua classe. Era arrivata quello stesso anno, per via di una bocciatura, ma frequentava la scuola da molto prima e era facile notarla nei corridoi, un po' per la statura ed un po' per la voce sempre di un paio di ottave troppo alta.
Stava parlando con un ragazzo con un maglioncino che teneva la mano sulla testa della più minuta del gruppo.
-... passi il testimone!- diceva la più alta, gesticolando in maniera allegra.
Marianne, questo il nome della bionda, abbassò lo sguardo.
-Non serve che ti preoccupi per noi...- rispose, con voce così bassa che Rune quasi stentò a sentirla. Per essere figlia di Afrodite amava molto poco essere al centro dell'attenzione, e spesso veniva messa in ombra non solo dai fratellastri ma anche dalle personalità più spumeggianti dei due amici. Tuttavia il terzetto, per quanto apparisse male assortito, funzionava molto bene ed era anche molto ben visto a scuola, e la presenza di uno zuccherino come MJ portò la figlia di Ecate a decidere di non interromperli.
-Non ho intenzione di restare e lasciarmi morire, ma allo stesso tempo voglio che siate protette. Okay?- incalzò il ragazzo, e Rune era certa si fosse messo in testa di poterle salvare entrambe. Vide Amelie esibire un grande, incoraggiante sorriso.
-Vai, vai pure! Noi staremo bene, e se alla fine sopravvivremo tutti farò in modo che tu non debba toccarci, chiaro?- disse, come se l'idea non la turbasse affatto. Non era certa fosse la verità, quanto piuttosto un tentativo di rassicurare l'amico.
-Ci hai già protette. Lo so che il coro lo hai iniziato per distrarci dall'eventualità di finire qui, ma ormai ci siamo e non puoi liberarci tutte.- incalzò la biondina.
Moony non sembrava troppo convinto, ma annuì.
-Va bene, dai, prima però voglio trovare una sacca a testa.- dal tono non le sembrava convinto... e una testa calda come Simon che si metteva a seguire fedelmente le regole di quello show?
La cosa le pareva davvero strana...
Decise di non indagare oltre, in ogni caso, e una volta passati li seguì un attimo con il solo sguardo prima di salire le scale.
Il piano superiore, a differenza dell'inferiore, non aveva le luci funzionanti e nonostante l'interruttore poco lontano Rune decise di non provare a premerlo, per non rendere troppo palese la sua posizione.
Quest'ala aveva un aspetto più trascurato, con polvere sul pavimento e porte non sempre intatte; persino l'aria sembrava più spessa e fredda e, se fosse stata una tipa superstiziosa, avrebbe pensato ad un ambiente infestato. Si sentiva a suo agio, invece, in quel piacevole clima invernale e percorse senza timore il corridoio, sino ad arrivare ad una stanza chiusa. Aveva attirato la sua attenzione per quel solo particolare: l'aula che aveva davanti pareva l'unica con un meccanismo ancora funzionante che le permetteva di restare saldamente chiusa.
Beh, non proprio saldamente, visto che alla minima pressione sulla maniglia la porta si lasciò aprire con un cigolio troppo acuto per i suoi gusti.
Ma il rischio fu ricompensato: davanti a sé vide due sacche, una vuota e una ancora intoccata. Si avvicinò e, senza nemmeno ispezionarla, prese quella piena.
Piano piano, da fuori, sentì dei passi. Porte aprirsi, ed una voce femminile e dolce canticchiare una canzone di cui non comprendeva le parole, ma identificava istintivamente come una ninna nanna. Era così fuori posto da farle venire un brivido lungo la schiena perciò, senza voltarsi a vedere chi fosse, uscì dall'aula e corse via nel modo più silenzioso e cauto che le riuscì.

➌ Cordelia- Ninna Nanna
16.52 am, 12 maggio 2xx7, Corridoio al secondo piano


h, era stata così fortunata!
Tra le due sacche aveva trovato quella con il coltello. Certo, aveva trovato anche del disgustoso the in bottiglia e un pacco di biscotti, che non le avrebbero garantito molto supporto, ma non contava di restare troppo a lungo intrappolata in quel gioco geniale quanto idiota.
Aveva appena iniziato a rigirarsi l'arma tra le dita, sfiorando i polpastrelli pallidi con la splendida lama affilata, quando sentì qualcuno salire le scale.
L'ambiente era così bello... avrebbe potuto iniziare a giocare, forse?
Svelta, piccola macchia pastello nel buio, si nascose in una delle aule vicine. Chiuse solo la porta dell'aula dalla quale era uscita, sperando che il semidio in questione fosse tanto curioso da guardare prima le altre, aperte. Avrebbe trovato lei ancora disarmato.
Ed invece no! Proprio lì doveva andare. Strinse le labbra chiare assieme e le dita attorno al manico del coltello, ma un gioco diverso le venne in mente. Un gioco che forse avrebbe potuto riprendere, per poter gustare il suo piatto preferito- che decisamente sarebbe più soddisfacente di the e biscotti.
Prese un lieve respiro, per poi iniziare a cantare con la voce più dolce possibile, mentre si avvicinava all'aula. -Guten Abend, gut' Nacht, mit Rosen bedacht...-
Un passo, sentì il semidio che non aveva riconosciuto fermarsi mentre riconosceva il rumore estraneo.
-Mit Näglein besteckt, schlupf unter die Deck...!-
Si tolse un ricciolo rosa dalla spalla, in caso avesse voluto contrattaccare i lunghi capelli di lei l'avrebbero resa più impacciata, anche se non aveva alcuna intenzione di tagliarli.
-Schlaf nun selig und süß, schau im Traum 's Paradies...-
Oh, una semidea! La riconobbe, si trattava di Rune, figlia di Etere. Ecco perché la paura che sentiva era così leggera e deliziosa, come panna montata: probabilmente cercava di mitigarla, ed essendo figlia di Etere non poteva che avere un retrogusto... stucchevole.
-Schlaf nun selig und süß, schau im Traum 's Paradies.*-
Sorride ugualmente, nel vederla correre via con la coda tra le gambe. Certo, non aveva potuto portare ad uno in meno i suoi ostacoli verso la vittoria, ma almeno avrebbe potuto mettere in gito, con un po' di fortuna, la voce che la scuola fosse infestata.
E avrebbe reso il pasto dei deboli semidei che vi si erano nascosti per estraniarsi dal campo di battaglia ancor più succulento...
Cordelia, figlia di Phobos, non aspettava altro.
Tornò in una delle aule, dove aveva deciso di stabilirsi fino al termine di quel gioco.



*Si tratta del testo originale della Ninna nanna di Brahms, la cui melodia penso conoscano tutti- è la classica ninna nanna. Non ho messo il link solo perché l'ho trovata solo in versione maschile, che ovviamente non è come la immaginavo cantata dall'adorabile Cordelia...




ℒ''angolo di ℱe
Ecco il secondo capitolo!
Spero vi piaccia, ci sono ancora tanti Oc nuovi e posso felicemente dirvi che siamo arrivati a quota! Ho composto la classe, inserendo alcuni dei miei Oc che infoltiranno le fila dei morti, sia come cadaveri che come assassini. Okay, non dovrei esserne felice.
In ogni caso abbiamo tanti personaggi presentati anche in questo capitolo, dei tre che avevo progettato all'inizio siamo arrivati a sei e, solo perché mi sono resa conto che non le avevo dato una vera presentazione, Madama professoressa! È stata una figura importante per molti Oc, sia miei che non, perciò anche se morta nello scorso capitolo (la prima vera vittima, anche se non lo avete notato) penso che verrà ricordata per le sue perle di saggezza nel corso dei vari capitoli.
Come sempre, recensite per farvi amare dalla sottoscritta (e per non vedere aumentate le probabilità di morte dei vostri pargoletti) e ditemi se ho fatto errori, se qualcosa non vi è chiaro e soprattutto se la storia è di vostro gradimento!
Prima di iniziare con le domande individuali che vi verranno fatte, in privato, nel corso della storia, questa è per tutti: c'è un oggetto che i vostri OC vorrebbero portare sempre con sé? Può essere generico, come le strisce depilatorie per una figlia di Afrodite (?) o personale come un pupazzo d'infanzia, ma nessuna arma.
Bacioni, vi lascio ai bei visini dei nuovi arrivati.


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Damian Blackwood, 16 anni
Figlio di Nyx

❝ Le cose reali, nel buio, non sembrano più reali del buio. ❞



testo

Rune Saulė Dahll, 17 anni
Figlia di Etere

❝ E i cani danzano sulla tomba dei leoni, mai cani restano cani ed i leoni restano leoni. ❞



testo

Amelie Kandinskij, 18 anni
Figlia di Ecate

❝ I'm curious. Why would you do that?
What was the purpose behind it? ❞



testo

Simon “Moony” Murphy, 18 anni
Figlio di Apollo

❝ C'è quello in cui credo, e ci sei tu. ❞



testo

Marianne “MJ” Joly, 17 anni
Figlia di Afrodite

❝Non temere un'arma o un altro essere umano.
Temi te stesso, perché saranno i tuoi desideri a portarti nella tomba. ❞



testo

Cordelia Winslet, 16 anni
Figlia di Phobos

❝ Seid ihr das Essen?
Nein, wir sind der Jäger! ❞



testo

Madame Adelaide Johnson, 63 anni
Figlia di Mnemosine

❝ Noi siamo la memoria che abbiamo e le responsabilità che ci assumiamo. ❞


  
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