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Autore: siriopg    03/08/2017    0 recensioni
Callie e Arizona in una storia diversa dalla serie tv.
Storia interamente inventata da me completamente diversa dalla serie tv.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15555555555555555 Ovviamente Arizona mi svegliò con il profumo di caffè appena fatto e dei dolcetti locali. Entrò in camera mia e si allungò accanto a me.
“Buongiorno” disse, tieni il caffè.”
“Grazieeeee mi ci voleva proprio.”
“Ho chiamato il pilota, manderanno una macchina alle cinque.”
“Benissimo, così avremo modo di fare le ultime spese. Ho promesso a Mark il Rhum del posto, ne porteremo un po’.”
“Come ti senti oggi a mente più libera. Ti sei pentita di aver risposto a Robert?.”
“Pentita no, mi ha trovata in un momento non rabbioso e sono stata abbastanza calma. Vero?.”
“Oddio, per un attimo ho temuto ma sì, sei stata in gamba. Ora aspetta a te la prossima mossa e spero vivamente che quando torneremo lo chiamerai.”
“Quando me la sentirò sì ma tu le due ore prima dovrai essere con me e ricordarmi il perché. E dovrai essere molto convincente.”
“Ci sarò con molto piacere, oramai ho capito come prenderti” disse.
“Grazie, anche se non sono poi così enigmatica. Usciamo un po’?.”
“Sì, preparati, io sono già pronta.”
“Grazie per il caffè, farò presto.”
Comprammo tante cose da riportare, un piccolo regalino per tutti e casse di liquori per la festa che avevo in mente di fare. Anche Arizona fece le sue spese, oltre ai regali per i figli e il marito, comprò delle piccole tartarughe di legno portafortuna da mettere nella culla del bimbo che aveva in grembo. Ci scattammo le ultime foto, l’ultimo pranzo nel localino sotto casa e poi rientrammo per sistemare i nostri bagagli. Fare le valige per il ritorno è sempre triste ma Arizona trovò il modo di renderlo decisamente meno noioso. Accese il suo I Phone con alcune mie canzoni cantate nei vari locali, mi aveva fatto dei filmati ed ora li ascoltavamo a tutto volume ballando tra una stanza e l’altra. Sembravamo due adolescenti l’ultimo giorno di scuola. 
“Hai avuto modo di riflettere sulla telefonata di Robert? Come ti sembra oggi, voglio dire, sei ancora felice di aver risposto?” mi chiese Arizona raggiungendomi in camera e sedendo nel letto.
“Sì, non è cambiato niente. Alle fine c’ho solo parlato al telefono, quando tornerò deciderò il da farsi. Ha già abbandonato la nostra casa, ha pensato fosse quello che avrei voluto.”
“E dov’è andato a stare?.”
“Non lo so, non sono stata ad indagare ieri sera.”
“Era quello che volevi?.”
“In un certo senso sì, mi evita l’imbarazzo del rientro e trovarmelo davanti. Mi serve davvero del tempo.”
“Non ci mettere troppo però, ho imparato che più si aspetta nel fare qualcosa, meno la si fa. Si impara a farne senza e poi non ti manca più. Ci si abitua alle assenze” disse Arizona.
“Tu ha cosa hai rinunciato?.”
“Ad una mia carissima amica, unite per la pelle ed ora non ci parliamo più.”
“Perché allora non recuperi il rapporto? Ti manca?.”
“Da morire e mi sono ripromessa di non fare più quell’errore. Con Sasha ci sto riuscendo. Se perdessi anche lei, morirei davvero.”
“Non la perderai Arizona, ne sono certa.”
“Quindi il tuo cuoricino ritorna a casa tutto intero o è ancora spezzato?” mi chiese. Sei tranquilla?.”
“Arizona piano con l’entusiasmo, ancora non so bene quello che voglio o quello che provo ancora per Robert, sarà un lungo percorso.”
“Lo sarà se lo vorrai, se devi lottare per qualcosa, fa che sia la cosa che vuoi con tutta te stessa, altrimenti sprecherai solo le forze. Devi avere le idee ben chiare Callie, non lo puoi decidere strada facendo. Le battaglie si affrontano con una bella strategia iniziale.”
“L’unica cosa che so, al momento, è che non voglio più dipendere al 100% da un uomo, anzi, da nessuno. Devo imparare a cavarmela da sola, in qualsiasi situazione devo contate solo su me stessa.”
“No Callie, non è così, nessuno ce la può fare da sola, tutti abbiamo bisogno di qualcuno di cui fidarsi. Tu per esempio, mi hai invitata alla vacanza perché sapevi che in qualche modo ti avrei aiutata o perlomeno, ci avrei provato. Anche l’amicizia è una famiglia, si ha bisogno di persone care intorno.”
“Sì, di te mi fido e la scelta fatta mi rende orgogliosa. Sapevo che in qualche modo avremmo trovato un modo di parlare così. Nel senso, mai avrei pensato di poter parlare di Robert e Susan restando tranquillamente seduta senza dare in escandescenza. Questo è merito tuo Arizona.”
“Ora che hai smaltito un po’ di rabbia, tutto sembra meno terribile.”
“Già e il discorso sulla famiglia è verissimo, non servono legami di sangue per appartenere da una famiglia. Voi di Grey’s lo siete diventati. L’unica certezza che ho in questo momento è che d’ora in poi, l’unica priorità che avrò, sarà Me Stessa. Non metterò mai più nessuno al primo posto, la mia felicità viene prima di tutto.”
“E questa è una bellissima lezione imparata, mai, mai mettere gli altri prima di se stessi. Anche a costo di farli soffrire o quel che è peggio, soffrire noi.”
“Wow, a quanto pare sono diventata grande.”
“Ti serviva solo il momento giusto per aprire gli occhi e rendertene conto, tutto qui. Sei una bella persona Callie, non ti far cambiare da nessuno.”
“Non lo farò!, d’ora in poi la parola d’ordine sarà: Callie Torres.”
“Dai, prepariamoci, l’autista arriverà a minuti.”
Puntuale come sempre, raggiungemmo l’aeroporto e poco prima di cena, decollammo. Vista l’ora, Arizona decise di rimanere da me per la notte e tornare a casa il mattino dopo. Avremmo allungato la vacanza di un’altra serata. Prima di entrare in casa, bussai alla porta di Mark, mi era mancato tremendamente. Stava cenando e ci invitò da lui.
“Allora, belle donne, come state?.”
“Benissimo, non si vede?. Abbiamo un’abbronzatura da far invidia” disse Arizona mostrandosi.
“Vero, siete splendenti.”
“Questo è per te, dissi, un buon rhum fatto in casa.”
“Cavolo, grazie ma non dovevate.”
“Si dovevo, sei il mio amico grande. Allora, si ricomincia a lavorare il nove quindi l’otto siete tutti invitati da me. Grande festa!.”
“Perfetto.”
Gli raccontammo alcuni particolari della nostra vacanza, i posti meravigliosi che avevamo visitato e le persone fantastiche che avevamo conosciuto. Ascoltava i nostri racconti in silenzio. Passata la mezzanotte, lo salutammo.
“Grazie per la cena, ora andiamo a riposare, ci vediamo domani.”
“Vi poto la colazione, a domattina.”
“Non prima delle dieci però, ok?” dissi ridendo e minacciandolo. Fammi riposare un po’.”
“Ok.”
Senza disfare la ben che minima valigia, ci buttammo nel letto. 
“Tieni, questo è per te” le dissi dandole un pacchettino.
“Callie, che hai studiato adesso?.”
“Nulla di che, tranquilla, l’ho visto e ho pensato a te.”
Lo scartò e mi guardò.
“Lo metterai sopra la culla del bimbo, l’ho comprato dentro il duomo di New Orleans, è Saint Louis, visto che gli darai il nome mi sembrava bello averlo anche a Seattle.”
“Grazie, un regalo bellissimo.”
Ci addormentammo di nuovo in quel modo, la nostra vacanza stava terminando, avevamo passato dei giorni straordinari e l’avrei ricordata per tutta la vita. 
   
 
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