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Autore: Mordred90    04/08/2017    1 recensioni
Allora, ho deciso di scrivere questa storia perché ho sempre voluto leggere un Cross Over con i nostri amatissimi giocatori in versione maghi!
La trama ruota intorno ad un mio OC, maschio, ma non tralascerò i nostri amatissimi personaggi, anzi.
Dal testo:
Non mi fermai a sentire quello che dicevano, ignorandoli per posare i miei occhi sul giovane apparso al mio fianco.
Sussultai nel notare quanto fosse chiara la sua pelle, soffermandomi per un istante sui capelli cremisi prima di comprendere:
Hiroto Kiyama, uno dei Prefetti di Serpeverde.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Serpeverde - Terza Parte


Ti ho preso in giro fin dall'inizio.
Quelle parole facevano male, dannatamente male. Volevo solo divertirmi un po'. Una stoccata al petto, un dolore lancinante. Tu non conti nulla per me, Shun. Potevo letteralmente sentire il rumore del mio cuore che s'infrangeva in mille pezzi. Davvero credevi di avere una possibilità con me? Perché non era un incubo? Perché era reale? Sei patetico, non vali niente. Quella era stata l'ultima frase che Hiroto mi aveva rivolto pochi minuti prima. Eppure...eppure fino a qualche giorno prima era tutto perfetto, mi teneva la mano, mi sorrideva...mi..no, era stata una farsa fin dall'inizio ed io ci ero cascato come un idiota. Ero così preso dai miei sentimenti nei suoi confronti da non rendermi conto della verità. Verità che mi stava togliendo il respiro, verità che mi soffocava con malvagia crudeltà. Perché tutti mi abbandonavano? Perché non potevo essere felice per una volta? Forse ero maledetto. Quei pensieri vorticavano nella mia mente, mentre i miei piedi passavano la soglia della sala comune in movimenti meccanici e vuoti. Vuoti come mi sentivo io, vuoti come ero io. Era reale, quell'amore, era reale per me. Che stupido che ero stato. Stupido, stupido, Shun. Le lacrime mi scorrevano impunemente lungo il viso, mentre tenevo le labbra serrate per trattenere ogni suono.
“Shun io volevo – “ La voce di Haru mi portò ad alzare il viso, lo sguardo spento e le mani tremanti. Non m'importava più di quello che mi aveva detto, non m'importava più dell'essere offeso con lui. Mi precipitai tra le sue braccia, permettendo ai singhiozzi di sfuggire al mio rigido controllo solo quando il mio viso affondò nella sua spalla. Le braccia del mio migliore amico mi strinsero senza un attimo d'esitazione, mentre cercava invano di capire che cosa mi avesse fatto stare così male. Non riuscivo a parlare, per rispondere alle sue domande o alle voci preoccupate e sconvolte del resto del gruppo. Mi sentivo annegare, annegare in un mare nero senza via d'uscita...senza neppure la più flebile luce ad illuminare la mia via. Il respiro mi mancava, i singhiozzi mi straziavano il petto e le lacrime sembravano non volersi fermare. Mi sentivo perso, morto, finito. Volevo scomparire, volevo solo scomparire. Affondai le dita sul tessuto dell'uniforme di Nagumo, incapace di muovermi da quella posizione e di calmarmi. Era finita, era davvero finita. No, non era mai cominciata.
“Shun, dannazione, che cosa succede?” La domanda di Ryuji, il mio piccolo fratellino, non riuscì a scuotermi da quel dolore. Cercai di rispondere ma soltanto delle parole sconnesse lasciavano le mie labbra, scosse da quel dolore che il mio corpo faceva fatica a contenere. Mi sentivo così patetico, non riuscivo a fare nulla...come il giorno in cui nostro padre ci aveva abbandonati senza una sola parola di spiegazione. Come il giorno in cui la mamma aveva smesso di respirare, come quando ero finito nel fiume da piccolo e l'acqua mi aveva tolto l'aria. Tradito, illuso, ferito ancora una volta. Magari un giorno avrei imparato a non fidarmi di nessuno. Non so quanto tempo passai lì, a piangere e singhiozzare, ma ad un certo punto le lacrime si fermarono e, nonostante continuassi a tremare, riuscii finalmente a prendere fiato.
“Andiamo, principessa, ti accompagno a sciacquarti il viso...” Permisi a Haru di guidarmi verso il bagno, ignorando il nomignolo e le occhiate che stavano volando tra i miei amici. Ero stanco, volevo dormire e svegliarmi scoprendo che tutto questo era stato solo un brutto sogno...ma sapevo che non sarebbe successo.
“Haru...grazie.” Pigolai, la voce roca e rotta, senza riuscire neppure a fingere un sorriso prima di affondare il viso nell'acqua gelida. Sospirai appena di sollievo, lasciando che le dita di mio fratello che ci aveva seguiti mi accarezzassero i capelli. Ignorai il mio riflesso, completamente, non volendo vedere dipinto sul mio viso quel dolore. Non di nuovo.
“Shh, adesso dormi e domani ne parliamo – mnh?” Maki mi prese la mano e mi guidò verso la mia stanza, mentre Nagumo mi sosteneva gentilmente per la vita e Ryuji si affrettava ad aprire la porta del dormitorio. Che cosa avevo fatto per meritarmi una famiglia del genere? I miei amici erano davvero troppo per me.
“Non pensarci, chiaro? Tu...tu meriti tutta la felicità del mondo.” Haru mi sorprese, rispondendomi come avesse letto nei miei pensieri, prima di rimboccarmi le coperte con gentilezza. Non mi ero neppure accorto di essermi sdraiato, pensai con amarezza. Patetico. Caccia quella parola dalla mia mente, chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare dalle voci dei ragazzi e di Maki. Sapevo che domani avrei dovuto spiegarmi, sapevo che Nagumo si sarebbe arrabbiato a morte e che Ryuji avrebbe preteso la testa di Hiroto...ma domani era un altro giorno. Il sole sarebbe sorto di nuovo, come se nulla fosse accaduto, e così come lui anche io dovevo dimenticare. Continua a camminare, l'avevo promesso sulla tomba di mia madre. Continua a camminare, l'avevo detto a Ryuji quando nostro padre ci aveva abbandonato. Continua a camminare, mi dissi nell'abbraccio del sonno. Continuerò a camminare fino al mio ultimo respiro, giurai prima di perdere conoscenza.
Avrei aspettato l'alba.

 

Hiroto Pov

 

La mattina era iniziata male. Mi ero svegliato con uno strano gelo, dentro le ossa, una paura che come un ombra si proiettava nel mio cuore. Il giorno prima l'avevo passato tutto a lavorare ai miei obblighi di prefetto con Akio, nella speranza di poter – finalmente – passare un po' di tempo con quell'adorabile pinguino del mio ragazzo. Così dopo aver recuperato i miei compagni, di casa come di disastri, mi ero diretto verso la sala grande. I miei occhi vagarono per la sala, automaticamente, andando subito a puntarsi sul tavolo rosso-oro del mio ragazzo. Per un solo, breve, istante il fiato mi mancò e mi ritrovai ad aggrottare le sopracciglia senza neppure rendermene conto. Nessuno dei ragazzi del quinto anno, almeno del gruppo di Shun, era presente. Girai il viso verso Suzuno, nella speranza che ne sapesse qualcosa, ma lui sembrava più perplesso di me ed altrettanto preoccupato. Senza neppure fermarmi a pensare ritornai sui miei passi, dirigendomi verso i dormitori Grifondoro mentre Akio e Suzuno mi seguivano docilmente. Sapevo che erano preoccupati anche loro, d'altronde avevamo tutti quanti delle persone care tra i grifoni. Eppure c'era qualcosa...qualcosa che non andava, lo potevo sentire, il sangue mi si stava gelando come ad annunciarmi una tempesta. Shun. Non riuscivo a pensare a nient'altro che a lui, volevo vederlo ed assicurarmi che stesse bene. Volevo stringerlo tra le mie braccia e farlo sentire a casa. Volevo baciarlo fino a togliergli il fiato. Volevo amarlo, come non avevo mai amato nessun altro. Ero troppo preso dall'intensità dei miei sentimenti per vedere il Grifondoro che marciava verso di noi, il viso una maschera d'odio.
“Tu lurido schifoso bastardo!” La voce di Nagumo mi prese alla sprovvista, così come le sue mani che mi afferrarono per la divisa prima di sbattermi con forza, violenza e pura cattiveria al muro. Serrai le labbra per il dolore, osservando sorpreso lo sguardo fiammeggiante d'ira del ragazzo che mi aveva aggredito.
“Nagumo, cosa diamine ti prende?” Domandò Akio, avvicinandosi per cercare di allontanarlo da me, mossa che sembrò soltanto irritarlo ulteriormente.
“Ti ammazzo, io ti ammazzo.” Ringhiò tra i denti Nagumo, prima di sferrarmi un pugno sul viso con tanta forza da gettarmi per terra. Il dolore esplose sul mio viso e mi rialzai subito per rispondere all'offesa ma non ci riuscii, sul suo viso...sotto la rabbia riuscivo a leggere un tremendo dolore. E' il migliore amico di Shun. Rincarò la dose una vocina nella mia mente, impedendomi di anche solo provare a colpirlo.
“Haruya..che succede?” Suzuno si avvicinò, posando una mano sulla spalla del Grifondoro. Sembrò calmarlo, almeno quanto bastava a impedirgli di colpirmi nuovamente. Certo che Suzuno era davvero bravo a calmare i suoi bollenti spiriti...Hiroto non è il momento, diamine! Mi rimproverai mentalmente, senza distogliere lo sguardo dalle iridi dorate del ragazzo.
“Lui lo sa, lo sa benissimo.” Nagumo si scrollò la mano del mio compagno di casa di dosso, indicandomi con le mani che tremavano appena per la rabbia che non riusciva quasi a contenere. Potevo vedere l'aria che si condensava attorno a lui più il calore saliva, attirato dalla sua rabbia e dalla magia involontaria che essa provocava. “Sei un mostro, Hiroto Kiyama.”
“Vuoi darmi una motivazione, almeno?” Risposi di getto, la voce appena esasperata e la maschera che ero solito portare in pezzi per via di tutto quell'odio. Un tempo ero abituato ad essere visto e trattato come un mostro....avevo quasi dimenticato quell'orrenda sensazione.
“Una motivazione? Una motivazione?!” Dalle labbra del Grifondoro uscì una risata isterica, mentre Suzuno lo guardava con gli occhi sgranati dalla preoccupazione, l'espressione sempre più furibonda.“Dopo quello che hai fatto al mio migliore amico, ieri?”
“Nagumo qui c'è un errore....” La frase mi colpì più forte del suo pugno, portandomi tremendamente vicino ad un crollo. Shun. Shun. Cosa è successo a Shun? Il terrore mi congelò sul posto, il cuore che batteva dolorosamente nel mio petto e lo sconforto chiaramente visibile nei miei occhi.
“Se ti avvicini di nuovo a lui ti ammazzo, serpe.” Nagumo non si degnò nemmeno di rispondermi, sputando ai miei piedi tutto il suo odio ed il suo disprezzo prima di marciare sui propri passi, fermandosi solo per lanciare un occhiata a Suzuno che non identificai. Mi sentivo sull'orlo di un baratro, il panico che mi serrava la gola con fredda crudeltà.
“Hiroto, ohi, riprenditi!” Akio mi afferrò le spalle, guardandomi con chiara preoccupazione mentre io cercavo di regolarizzare il mio respiro.
“Che cosa hai combinato...?” La voce triste, quasi spenta, di Suzuno mi portò ad alzare lo sguardo su di lui con le labbra che tremavano appena. Non mi curai della sua espressione di sorpresa nel vedermi in quelle condizioni patetiche, limitandomi a dar voce ai miei pensieri.
“Non lo so....io...se è successo qualcosa a Shun io - !” Mormorai tra un respiro e l'altro, mentre Akio mi tirava su caricandosi completamente il mio peso. C'era qualcosa che non andava, io ieri non avevo visto Shun.
“Calmati. Ieri eri con me, quindi qualsiasi cosa sia successa a Shun tu non c'entri.” Mi rassicurò il mio compagno, mentre io ritrovavo la forza di stare in piedi. Quindi qualcuno aveva ferito il mio Shun? Era questo che intendeva?
“Aspettate un attimo...se tu eri con Akio allora....” Suzuno ci guardò, aggrottando le sopracciglia e tamburellando le dita sulla propria borsa.
“Allora qualcuno ha preso il tuo posto, certo!” Akio finì per lui, portandomi ad osservarlo perplesso mentre ignoravo il dolore alla mia guancia. Il mio posto..qualcuno aveva preso il mio posto. Ci misi qualche istante a capire cosa intendessero ed un ondata di rabbia ed odio mi travolse, portandomi a serrare i pugni. Qualcuno aveva preso il mio posto ed aveva ferito Shun, qualcuno aveva usato il mio aspetto e la mia voce per fargli del male. Qualcuno che ci voleva divisi, qualcuno che odiava Shun con tutto il cuore. Qualcuno che io non volevo credere fosse cattivo.
“Reina.” Il nome mi uscì come una maledizione dalle labbra, mentre Akio e Suzuno annuivano mesti. No, questa volta aveva passato il limite. Non le avrei permesso di mettersi tra me e Shun.
Era arrivato il momento di prendere la situazione in mano.



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Guess who's back?
*Schiva pomodori marci, mattoni e macchine*
Lo so, lo so...Sono via da più di un anno! Ma giuro che avevo dei buoni motivi, chiedo perdono! *si butta in ginocchio e piange*
Tra bocciature, gatti malati e traslochi non sapevo più che pesci prendere! Ho cambiato tipo tre case negli ultimi mesi e, quando finalmente ne ho una - momentanea - ma fissa dove la prendono i miei? In mezzo alla campagna, ovviamente, dove non c'è linea praticamente! Per avere un po' di internet devo buttarmi in ginocchio, sgozzare capretti e vendere l'anima a Satana! (non necessariamente in quest'ordine).
Comunque ho deciso di finire quasta ff, anche perché manca davvero poco!
Mi sono portata avanti e ho scritto tutto fino alla fine, ora non mi resta che postarla un pezzo a settimana se internet mi assiste!
A chiunque ancora legge questo delirio grazie! Siete magnifici ; _ ;
In compenso nel prossimo capitolo ci sarà del fluff, della nostra coppia esplosiva preferita! 
Zan Zaaaan.
A presto, compagni di sventura!

  
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