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Autore: ragazzasullaltalena    05/08/2017    0 recensioni
Harshita e Ferid uscirono di casa contemporaneamente, senza saperlo. Lei sorrise vedendo le foglie rosse come il suo vestito, lui brontolò per l’imminente arrivo dell’inverno. [...] Si sorprese a guardarlo e non poté fare a meno di sorridergli nell’istante in cui lui le rivolse un sorriso.
Due occhi che come fari nella notte tempestosa si incontrarono sul baratro della discriminazione. I palmi delle loro anime si sfiorarono appena mentre i loro occhi danzavano creando un mondo nuovo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cammino silenziosamente osservando il volto dei passanti. Nessuno si è accorto che la persona che gli cammina accanto non è un bianco. Nessuno si è chiesto cosa ci faccia un nero dentro vestiti di marca. Nessuno si è domandato dove avrebbe potuto rubarli. Nessuno ha discriminato l’altro, e non so se questo tipo di società sia quello in cui ho sempre cercato di vivere, o sia quello in cui ho sempre ritenuto disprezzabile la qualità della vita. Di che tipo di società si parla? Di una culturalmente avanzata che ha rispetto delle diverse etnie oppure di una società talmente avanzata nell’indifferenza da non considerare chi cammina al proprio fianco?
 
 
Raccolgo i miei lunghi capelli neri in una treccia per essere più “amalgamata”, come i loro occhi mi intimano di essere. Cerco di uniformarmi e non distinguermi più. Odio i loro sguardi che cercano di scavare nella mia anima. Desidero ardentemente sapere le loro storie e capire cosa li porta a giudicare il mio cammino, senza neanche sporgersi e fare un passo con me. Sulla strada seguo i loro movimenti imbalsamati, coperti da vestiti, grigi come le loro anime. Mi distinguo comunque, perché indosso i colori di casa, i profumi di casa, mentre loro sono monotoni manichini con idee manipolate da chi è più potente. Vorrei solo scomparire quando i loro sguardi si posano su di me, e diventare una monotona donna occidentale.
 
 
Una tipica giornata autunnale bussava alle porte del giorno. Harshita e Ferid uscirono di casa contemporaneamente, senza saperlo. Lei sorrise vedendo le foglie rosse come il suo vestito, lui brontolò per l’imminente arrivo dell’inverno.
Si immisero sulla stessa strada diretti in direzioni opposte.
Harshita spintonava la folla per farsi spazio, e ciò amplificava solo i loro sguardi. Andava contro la massa diretta ai grandi palazzi del centro. Lei andava lontano da tutta quella gente, lontano da tutta quella manipolazione, lontano da tutti i loro sguardi che esprimevano sempre lo stesso sentimento.  
Lui era confuso tra la folla che la giudicava, diretto verso i grandi palazzi. Vide da lontano un colore né grigio né nero, la distinse subito. Una bellezza tipicamente orientale con occhi scuri come la notte, ma lucenti come il giorno. I lunghi capelli neri creavano una dolce armonia con il suo viso mulatto. Si sorprese a guardarla.
Lei teneva gli occhi fissi sulla strada quando intravide con la coda dell’occhio una persona che si differenziava. Si sorprese a guardarlo e non poté fare a meno di sorridergli nell’istante in cui lui le rivolse un sorriso.
Due occhi che come fari nella notte tempestosa si incontrarono sul baratro della discriminazione. I palmi delle loro anime si sfiorarono appena mentre i loro occhi danzavano creando un mondo nuovo.
Sul ponte di Castel Sant’Angelo tra la folla incurante si riconobbero. Sul ponte della loro giovinezza si rincontrarono.
In un mattino dorato una foglia di platano rossa volteggiò tra i loro corpi ancora lontani e le loro anime sempre più vicine.
   
 
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