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Autore: Danmel_Faust_Machieri    06/08/2017    3 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ghissinig guardò i ragazzi con gli occhi sbarrati dallo stupore. Si muoveva in maniera confusa e ad ogni suo tentativo di movimento un insieme di rumori metallici si diffondeva intorno a lui; a guardar bene si potevano distinguere delle catene nere che bloccavano i movimenti dell'Arconte e che, per il loro colore, si confondevano con lo scenario. Il drago continuava ad osservare la gilda Vitriol e, ad un punto, parve che i suoi occhi arrivarono a riempirsi di lacrime.
-Credo che il programmatore chiuso dentro a Ghissinig abbia gli stessi limiti di quello che abbiamo trovato rinchiuso in Greog- osservò Lorenzo mentre si avvicinava al possente drago le cui scaglie, tra il nero e il rosso, brillavano riflettendo il bollente sangue in cui era immerso come fosse lava.
Ghissing, dopo aver udito quelle parole, sembrò vagamente calmarsi e le lacrime iniziarono a cadere all'interno dell'immensa pozza cremisi. Niccolò affiancò il monaco e, guardando l'Arconte, digitò il comando per parlargli; una voce risuonò intorno ai ragazzi, una voce cupa e profonda che portava con lei l'antichità stessa delle cose, un suono indescrivibile ma perfettamente comprensibile per i giocatori che lo stavano ascoltando: 
-Avventurieri che siete giunti al mio cospetto, io sono Ghissinig l'Arconte che governa il Fuoco. Io e la mia razza siamo stati distrutti secoli fa a seguito di una grande guerra condotta con voi uomini… io sono uno dei pochi sopravvissuti insieme a tre miei fratelli e alla grande traditrice… Non so cosa cercate all'interno di questa mia prigione ma purtroppo io miei poteri sono stati vincolati da colui che istruii… Vincolato da colui che tradì il suo maestro… Eppure lui si pentì a differenza di tutti gli altri…-
L'Arconte si interruppe. 
-Non avrà mica finito così?!- esclamò Riccardo ansioso di scoprire ulteriori informazioni riguardo quello che l'antico stava dicendo.
-Nono ci permette di parlargli ancora… Però…- rispose Niccolò indugiando a premere nuovamente il tasto per parlare. C'era un qualcosa che gli stava frullando in testa ma non riusciva a distinguere l'idea... alzò il volto per guardare la testa del drago e notò che i suoi occhi, ancora gonfi per il pianto, guardavano non più i ragazzi, ma il cadavere steso a terra con sopra il drop di cui i ragazzi si erano accorti solo poco prima. Il bardo allora si allontanò dall'Arconte e si chinò sul cadavere, consumato dagli anni, raccolse il drop e, non appena lesse il nome dell'oggetto che aveva ottenuto, sbarrò gli occhi e la bocca -Siamo dei coglioni!-
-Beh io lo sapevo di voi altri ma perché lo sarei anche io?- domandò Alessandro riuscendo a spezzare quel clima incredibilmente serio e preoccupato che si era venuto a creare.
-Noi abbiamo già sentito parlare di queste persone che hanno vincolato gli Arconti!- esclamò Niccolò mentre iniziava ad aprire il suo menu.
-Beh certo… Ne abbiamo sentito parlare Greog… Anzi sospetto che le linee di dialogo iniziali siano identiche- disse Lorenzo ripensando all'affermazione dell'amico eppure… anche in lui iniziava a distinguersi un'idea confusa e remota. Camilla però comprese subito le parole sibilline del bardo ed esclamò a gran voce -I Sigillatori!-
Il bardo guardò compiaciuto la maga -Esatto! Se ne parlava nella descrizione della Spada di Lamel-
-Aspettate un attimo… Ho io quella spada nell'inventario!- disse Alessandro iniziando a digitare su vari comandi finché, davanti a lui, non comparve una spada lunga con la lama rossa e l'elsa nera che ricordava, nella forma, il profilo di un drago -Allora… Qui c'è scritto… "Lamel era uno dei quattro Sigillatori. La sua morte è ancora avvolta nel mistero ma, a causa del suo alto tradimento, il suo cadavere venne esposto sulla pubblica piazza come memento" Oh cazzo vuoi dire che…- accennò Alessandro dopo aver letto quelle righe di descrizione.
-"Lamel utilizzò questa la Maschera dell'Intuizione per ritrovare il regno in cui era imprigionato il suo maestro ma, qui, venne sorpreso ed ucciso da Cadmo e Amon"… Così recita la descrizione della Maschera del Folle…- commentò Niccolò.
-Allora fermi tutti!- disse Roberto facendosi avanti -Mi volete dire che i quattro Sigillatori, istruiti dai quattro Arconti, hanno rinchiuso questi all'interno di regni remoti ma, tra questi quattro uomini, c'era un tale Lamel che ha creato la Maschera dell'Intuizione per ritrovare il suo maestro perché si era pentito di ciò che aveva fatto e, entrato in quel mondo, venne ucciso da tali Cadmo e Amon?-
-Credo che non potevi fornire riassunto migliore- rispose Lorenzo mentre osservava il grande drago che annuiva.
-Beh sono sempre stato bravo in questo genere di cose- ridacchiò Roberto fiero di sé stesso.
-Come hai avuto questa illuminazione?- domandò Camilla rivolgendosi a Niccolò.
-Ho trovato questo oggetto sul cadavere 
"Giacca di Lamel
Quando Lamel partì alla ricerca del suo maestro con indosso la Maschera dell'Intuizione decise di nascondere la sua armatura in un sotterraneo di casa sua e di indossare qualcosa di più discreto e di meno ingombrante. Questa giacca era un dono di sua figlia e, indossandola, Lamel credeva sempre di averla accanto.
Alla morte di Lamel, Cadmo si impadronì della Giacca dato che forniva delle difese eccellenti da ogni tipo di magia compresa quella primordiale"
vi farei anche vedere come mi sta indosso ma temo di morire dal caldo nel momento in cui la indosserò quaggiù- sorrise il bardo alla fine.
-Capisco- disse Camilla riavvicinandosi a Ghissinig e pronta a ridargli la parola -A questo punto vediamo se aggiungiamo dettagli al quadro-
La voce dell'Arconte si diffuse nuovamente nell'aria -Lamel era il mio migliore allievo… Ero affezionato a lui come un figlio e quando lo vidi morire davanti a me, sotto l'ascia di quell'animale… Morii… Nonostante fossi immortale… Ed ora sono qui imprigionato finché gli altri Sigillatori non verranno uccisi...-
Quel suono antico si spese in una tristezza totalmente umana. 
-L'animale è sicuramente Amon- commentò Alessandro osservando l'ascia bipenne che stringeva fra le mani.
-Beh… Per quanto sia commovente tutto questo…- commentò Camilla -Non abbiamo aggiunto niente a ciò che già sapevamo… Conviene che noi si torni dagli altri e sentiamo anche le loro esplorazioni come sono andate… Ghissinig non ti preoccupare riusciremo a liberare te e gli altri programmatori…-
-Sì ma rimane il problema dell'altra volta: da dove minchia si esce?- domandò Lorenzo replicando la domanda che aveva già posto all'interno dell'altro regno.
-Scommetto un piatto di lampredotto che ci barrerà aprire la porta di quella catapecchia- propose Alessandro indicando la porta che, a differenza del resto della casa, si trovava in condizioni discrete.
-Figurati!- lo contraddisse subito Lorenzo mentre il drago annuiva rivelando che il vincitore della scommessa era il barbaro.
-E così siamo a due- sorrise Alessandro mentre si incamminava.
Niccolò alzò un attimo gli occhi verso l'Arconte e vide che lui continuava a fissarlo, come se lo stesse invitando a farsi avanti. Lui allora si avvicinò e vide che davanti gli comparve un nuovo comando che diceva "Mostra Maschera del Folle". Il ragazzo allora aprì il menu ed estrasse l'oggetto e, in quello stesso momento, la voce del drago tornò a risuonare -Quella è la maschera di Lamel… No… È diversa… Cadmo deve averla corrotta… Beh credo che tu possa trovare un uomo in grado di purificarla… Cerca l'uomo che ha nome Temal, lui è l'ultimo discendente di Lamel in vita, sicuramente sa come trattare l'oggetto-
Mentre il bardo ascoltava queste parole Alessandro affiancò Roberto -Ehi Rob, ascolta, io la Spada di Lamel purtroppo non la uso, ormai mi sono abituato alla mia ascia quindi pensavo di lasciartela se per te andasse bene-
-Oh… È un pensiero molto gentile grazie- sorrise il guerriero -Però ho fatto una promessa a Claudio e questa spada me lo ricorda sempre- concluse mostrando al barbaro la spada che aveva nel fodero.
-È molto nobile da parte tua- sorrise Alessandro prima di sparire varcando la porta come fecero dopo di lui tutti i giocatori. Un lampo di luce li riportò all'interno della biblioteca-mausoleo; Kubasa era lì ad aspettarli, pronto a farsi raccontare quello che la gilda aveva scoperto ma, prima di tutto questo, i ragazzi vennero raggiunti da due messaggi di Antigone che subito lessero e che li spronarono a rimandare tutto il resto e a tornare immediatamente al piano 0.

Salazar e gli altri erano arrivati al piano zero in fretta e furia dopo aver letto il messaggio di Lesen e Antigone. Stavano attraversando il grande viale per arrivare davanti ai portoni della chiesa che spalancarono immediatamente e, una volta trovatisi lungo la navata centrale, iniziarono a correre in direzione della grande pietra su cui erano incisi i nomi dei giocatori e, proprio lì davanti, trovarono Antigone che leggeva ad alta voce i vari nomi e Lesen che li appuntava su una pergamena ingiallita. 
-Antigone, Lesen! Eccoci!- Annunciò a gran voce Tempesta correndo subito verso la chierica -Allora cosa è successo?-
-Puoi vedere benissimo da te- rispose lei notando che tutto il resto della squadra stava già osservando la pietra mentre il guerriero non aveva altri occhi che per lei.
Tempesta allora controllò la grande lastra nera e notò che, al di sotto della scritta "15 Aprile " sotto la quale si trovavano i nomi di Ashel e Orpheus, c'era una sfilza di date che parevano interminabili fino al secondo 14 Novembre riportato sulla pietra e, lì sotto, si trovavano almeno 1000 nomi diversi di cui, quasi la metà, era rossa.
-Chi cazzo è tutta 'sta gente?- domandò Tempesta con la bocca spalancata dallo stupore.
-È quello che vorremmo capire…- gli rispose Antigone preoccupata -Sono 1062 giocatori che hanno fatto il log-in questa notte… Secondo alcune voci intorno a mezzanotte… Ciò che non riusciamo a comprendere è perché nessuno di loro sia venuto a cercare qualche aiuto…-
-Beh questo non mi sembra un grande enigma- osservò Feril mentre controllava con particolare attenzione i nomi già diventati rossi -Se hanno appena effettuato il log-in non sanno quale è la situazione di questo mondo, del fatto che ci sono dei luoghi, come l'infermeria e la scuola, in cui possono sentirsi al sicuro… Sicuramente hanno cercato piuttosto di ottenere oggetti e un luogo in cui riposare quindi converrà controllare le locande e le armerie della città… Sicuramente troveremo qualcuno ma, la cosa che più mi turba, è il fatto che quasi la metà di loro sono già morti…-
-Sì… Purtroppo sui 1062 giocatori entrati già 436 sono morti…- disse Lesen con tuono cupo.
-Come diavolo è possibile? Insomma qui al piano zero non era praticamente morto nessuno per mano del gioco… Certo… C'erano stati tutti quei suicidi ma… Perché venire all'interno di questo gioco per suicidarsi? E soprattutto perché così di massa? Insomma… Non ha senso!- iniziò a ragionare Noah a voce alta cercando di mettere ordini tra tutti i suoi pensieri.
-Mmm… Dobbiamo cercare di ottenere informazioni su questi giocatori…- iniziò a ragionare Salazar -E Feril ha ragione… Probabilmente hanno cercato una locanda o un'armeria ma raccogliere informazioni dagli NPC è sempre un gran casino… Avremmo bisogno di qualcun altro…-
-Potremmo provare a sentire con Mecho se qualcuno di loro è passato da una delle sue locande…- propose Orias ricordandosi di Mecho, il giocatore bardo che aveva deciso di acquistare inizialmente una locanda al primo piano e che poi si era "espanso" acquistandone una al piano 0.
-È un'ottima idea!- esclamò Arcoas guardando Salazar -Potremmo provare a sentire con lui tanto ci ha aiutato tante di quelle volte che dovremmo accettarlo nella seconda linea!-
-Arcoas guarda che Mecho fa parte della seconda linea- gli disse Feril guardandola stupito per quello che aveva detto prima.
-Come fa parte della seconda linea?- domandò Lesen rendendo palese a Feril che solo alcuni erano stati informati della sua presenza nella seconda linea e, allora, il barbaro riprese a dire -Sì è il nostro membro "fantasma", ci da una mano a raccogliere informazioni sugli spostamenti di Zarathustra e company, raccoglie informazioni su tesori e simili… Pensavo che lo sapeste…-
-Vabbé! Meglio così!- esclamò Arcoas -A questo punto raggiungiamolo subito, non c'è tempo da perdere!-
-Ma Orpheus e gli altri non ci sono?- domandò poi Antigone notando l'assenza di una grande fetta della squadra.
-No, dovevano esplorare il mondo di un Arconte e, là dentro, non possono aver contatti con l'esterno di alcun genere- rispose Noah con fare deciso -Speriamo che escano presto nel mentre organizziamoci così: Antigone e Lesen voi proseguite pure nel trascrivere i nomi dei nuovi giocatori e poi fatene degli elenchi così potrebbe essere più facile per noi memorizzarne i nomi; poi… Feril, Tempesta ed Orias andranno a controllare se c'è qualcuno che si aggira in maniera titubante, insicura, nell'area dei mercati mentre io, Salazar e Arcoas andremo da Mecho a raccogliere informazioni… Comunque vadano le cose tra un'ora al massimo ci ritroviamo qui…- tutti assentirono al piano del bardo -Molto bene- riprese lui poco prima di percorrere la navata all'inverso, poi si rivolse nuovamente ad Antigone e Lesen -Scrivete un messaggio alla gilda Vitriol così, sanno già dove trovarci e tra quanto-
Le due ragazze annuirono e, mentre la barda continuava a trascrivere i nomi, Antigone iniziò a scrivere il messaggio.

La locanda di Mecho si trovava a circa 20 minuti di cammino dalla chiesa che, data l'andatura molto concitata dei tre, si ridussero nemmeno a 15. Non appena intravidero la porta si avventarono dentro e videro subito il bardo dietro al bancone -Buon giorno!- esclamò lui senza nemmeno guardarli preso com'era a ripulire il bancone.
-Mecho abbiamo bisogno di te- esclamò Salazar.
A sentire la voce del mago Mecho alzò subito la testa e guardò verso la porta -Salazar!- esclamò stupito -Cosa posso fare per voi?- domandò in maniera incredibilmente cordiale poi, vedendo le facce preoccupate dei tre, aggiunse -C'è qualcosa che non va?-
I tre spiegarono tutta la situazione al locandiere sul volto del quale iniziava a dipingersi un volto confuso e smarrito. Ripeté praticamente le stesse domande e le stesse osservazioni che avevano già fatto gli altri membri della seconda linea e poi chiese -Quindi volete sapere se da me è entrato qualcuno che sembrava… Spaesato?-
-Esattamente!- esclamarono i tre praticamente all'unisono.
-Allora fatemi pensare un attimo…- Il locandiere iniziò a far mente locale finché non fu folgorato da un'illuminazione -Ma certo! Due giocatori sono arrivati in locanda sta mattina, hanno affittato una camera e mi hanno subito chiesto dove potessero trovare un negozio d'armi e armature! Lì per lì non ci ho fatto caso ma è una domanda che nessuno mi avrebbe fatto, tutti noi giocatori ormai sappiamo dove sono le armerie ed affini!-
-Perfetto e sai questi tizi ora dove si trovano?- domandò Noah.
-Sì certo! Sono rientrati poco fa e sono andati subito nella stanza… La numero… Numero 4!- rispose Mecho iniziando a far strada agli altri correndo su per le scale. Arrivati davanti alla porta iniziarono a bussare e a chiamare con forza ma non rispose nessuno -Sono sicuro che sia rientrato…- commentò Mecho metter estraeva dall'inventario il passe-partout delle stanze e, non appena la porta fu aperta, i quattro si ritrovarono davanti a uno spettacolo che mai avrebbero potuto immaginare: due giocatori, un uomo e una donna, erano praticamente abbracciati, uno difronte all'altro, e, ognuno, affondava una spada lunga nel petto dell'altro mentre i loro HP continuavano a scendere sempre più velocemente.
-Che cazzo state facendo!- urlò sconcertato Mecho avventandosi sui due per separarli da quella doppia harakiri. I giocatori opposero resistenza e solo l'intervento degli altri tre poté evitare che gli HP dei due arrivarono a 0. Separarono i due ormai esausti e li stesero sul letto poi gli fecero bere una pozione di cura che bastava a ripristinare l'interezza degli HP e aspettarono che si ripresero. 
-Non è possibile… Un suicidio di coppia?- iniziò a riflettere ad alta voce Salazar.
-Non capisco ma… Perché… Insomma…- Noah cercava di fare ordine in quel gran macello di idee che aveva in testa -So che è crudele da dire ma… Perché entrare in questo gioco solo per suicidarsi quando lo si può fare anche nel mondo là fuori?!-
Una voce debole rispose a Noah con un'altra domanda -E se uno… Non potesse uccidersi nell'altro mondo?-
I quattro giocatori si voltarono verso la ragazza che si stava riprendendo. Avrà avuto circa una ventina d'anni, i capelli erano particolarmente lunghi e di un biondo quasi spento, gli occhi verdi sembravano aver perso qualsiasi barlume di vita.
-Non ti affaticare troppo- disse Arcoas avvicinandola e invitandola a rimanere stesa sul letto -Devi ancora riprenderti-
-Cosa intendevi dire con quella frase?- domandò Noah sorpreso e impaurito da quella risposta che sembrava così cinica.
-Io… nel mondo reale sono in coma…- si limitò a rispondere la ragazza.
-Cosa?! In coma? E com'è possibile che tu sia qui?- iniziò a domandare Salazar che si stava agitando a causa di quel conglomerato di risposte senza senso.
-Vedete… Agli inizi di novembre molti dottori hanno iniziato a riflettere su una cosa… Esisteva un gioco virtuale di nome Last Soul Online che, da qualche anno, aveva rinchiuso al suo interno una grande quantità di vite da tutto il mondo… Era un gioco strano in cui se morivi anche la tua vita reale aveva fine… I dottori iniziarono a pensare una cosa… Siccome l'eutanasia per molti è ancora un tabù, altri non sanno decidersi e simili i medici hanno deciso di mettere in mano la scelta ai comatosi…- iniziò a spiegare la ragazza.
Noah aveva gli occhi sbarrati -Non ci posso credere…- iniziò a ripetere a voce bassa -I dottori vi hanno messo indosso il Nerv-Gear e ora voi potete decidere se vivere una vita alternativa o farla finita…-
La ragazza guardò in direzione del bardo e disse -Esattamente… Io e questo ragazzo- disse ammiccando al giocatore che giaceva ancora immobile sul letto -Ci siamo incontrati appena entrati in questo gioco… Entrambi eravamo decisi a toglierci la vita… Avevamo notato da subito che qui, in città, non ci si può arrecare danno se non con un duello… Abbiamo perciò deciso di acquistare delle armi e sfidarci in un duello "all'ultimo sangue" in cui ci saremmo uccisi a vicenda…-
Nessuno sapeva cosa dire; sembrava una situazione così irreale, così improbabile e al tempo stesso così spaventosa.
-Noah è possibile come cosa? Cioè… Com'è possibile che delle persone in coma riescano a giocare?- domando Arcoas a voce bassa al bardo.
-A dire il vero è possibile… Alle volte, le persone in come, continuano a mantenere le loro funzioni celebrali attive… Molti sognano durante il coma ad esempio e altri ancora sentono ciò che accade intorno a loro… Il nerv-gear ha solo bisogno degli impulsi del cervello per replicare le azioni e, se questi ci sono, allora tutto è possibile…- spiegò Noah con la voce quasi rotta da quella oscura sorpresa.
-Quindi voi due avete deciso di uccidervi?- domandò Mecho osservando la ragazza.
-Sì…- rispose lei.
-E siete consci di quello che state facendo?- continuò a chiedere il locandiere.
-Sì…- rispose lei.
-Ok ragazzi… Allora qui, per me, non c'è più niente da fare…- commentò mentre si avviava verso la porta.
-Mecho che cazzo dici?!- domandò Arcoas con un filo di rabbia nella voce.
-Loro hanno deciso, se vogliono uccidersi, buttare all'aria una nuova possibilità che gli è stata concessa, rinunciare per sempre ad ogni speranza e sono consci di questo io non posso fare niente per fargli cambiare idea- rispose Mecho sempre calmo e quasi gentile. Il locandiere sci dalla stanza seguito praticamente subito da Noah verso il quale la ladra diresse una domanda triste -Anche tu?- a cui il bardo rispose con un semplice cenno del capo prima di uscire.
-Non avete intenzione di demordere?- domandò Salazar cupo in volto rivolgendosi alla ragazza.
-No… Non abbiamo alternative…- rispose lei.
-Come no? Potreste vivere questa vita finché…- iniziò a dire Arcoas per poi interrompersi da sola.
-Finché il gioco non finirà e noi torneremo in coma? No grazie… Preferisco uccidermi ora che posso…- concluse lei per la ladra.
-Ma perché uccidervi?- domandò nuovamente Arcoas.
-Perché non ne posso più di sentire ogni notte mia madre piangere accanto al mio letto in ospedale… Non ne posso più di sentire le sue lacrime bagnarmi la mano e non poter far niente, non poter muovere un muscolo… Non ne posso più di sperare sempre per poi vedere che continuo a naufragare nel niente… Non ne posso più…- e la ragazza iniziò a piangere.
Salazar allora si avvicinò ad Arcoas e le poggiò una mano sulla spalla invitandola a seguirlo e, insieme, lasciarono la stanza lasciando quei due ragazzi a ciò che sarebbe stato, a ciò che loro avrebbero scelto per loro stessi.

Passò un'ora e tutti si ritrovarono alla chiesa, questa volta anche con Mecho, e i quattro che prima erano nella locanda, essendo stati gli unici a scoprire qualcosa, raccontarono il tutto. Inutile dire le sensazioni che si potevano respirare durante la narrazione di Noah, inutile dire la sofferenza e lo stupore che si svegliava pian piano nel cuore di ognuno, poi, accadde. La porta della chiesa si aprì e la villa Vitriol comparì. Tutti vennero informati degli accaduti e la loro reazione fu uguale a quella degli altri… Tranne che per una persona… Niccolò si fece largo in mezzo ai suoi compagni fino alla stele senza ascoltare le voci degli altri. Iniziò a scorrere ad uno ad uno i nomi sulla lapide nera, i nomi appena comparsi. Il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. Non sentiva più nulla. Non  comprendeva più il tempo. Poteva essere lì da 5 giorni come da un attimo. Poi avvenne. Interruppe lo scorrere con il dito e cadde in terra in ginocchio coprendosi gli occhi con i due artigli. Ricominciò a sentire il mondo intorno a sé e sentì le mani di Camilla e di Lorenzo poggiate sulle sue spalle. Sentiva la voce di Luna che preoccupata continuava a domandare -Sta bene? Cosa gli è successo?- e poi la voce di tutti gli altri, preoccupati, stupiti da quella reazione… Le lacrime di Niccolò iniziarono a bagnare il pavimento. Lorenzo aveva un cupo presentimento in testa, guardò l'amico e domandò, con un filo di voce, come se da quelle parole potesse dipendere interamente la vita del ragazzo -È qui?-
Niccolò indicò con una mano un nome, poco sopra di lui, rivelando così un occhio rigonfio di lacrime e, singhiozzando, rispose -È qui…-
Lorenzo e Camilla alzarono lo sguardo e, seguendo l'indicazione del ragazzo, lessero un nome ancora scritto in verde "Eurydice".
   
 
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