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Autore: Saigo il SenzaVolto    06/08/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


 

 

Sabbia e Morte 2


Nessuno aveva il coraggio di parlare.

Tutti erano rimasti imbambolati a fissare con la bocca aperta il ragazzo biondo proveniente dal futuro, intento ancora ad osservare l’orda di Goblin in ritirata mentre rinfoderava la katana dietro la schiena. Quello che avevano appena visto li aveva letteralmente lasciati sbalorditi. Non riuscivano a credere che Boruto potesse essere così forte. Non era logicamente possibile. Era su un livello completamente diverso da loro. Neppure il Quarto Hokage riusciva a muoversi velocemente come lui senza utilizzare l’Hiraishin no jutsu (Tecnica del Teletrasporto). Senza parlare dell’enorme quantità di chakra che il suo corpo emanava.

Boruto Uzumaki era un mostro.

Nel guardare adesso il ragazzo, a Fugaku tornarono in mente le leggende che venivano raccontate da generazioni nel suo clan e che lui aveva udito da bambino diverse volte per bocca degli anziani o dei suoi genitori. Gli tornarono in mente le storie che narravano le gesta del primo leader ufficiale del clan Uchiha, nonché uno dei due fondatori del Villaggio della Foglia.

Le storie su Madara Uchiha.

Un uomo il cui nome era diventato leggenda in tutto il mondo. Un uomo, secondo la tradizione, talmente potente da essere capace di distruggere intere montagne con un colpo solo. Un uomo il cui potere era secondo solo al Primo Hokage.

Boruto era molto simile a come Fugaku si era immaginato Madara Uchiha molte volte quando era piccolo. Calmo, silenzioso e calcolatore, con una grande rabbia nel cuore, e talmente potente da riuscire ad incutere timore alla sua sola vista. Fugaku pregò mentalmente che questo ragazzo di fronte a lui non fosse anche malvagio e folle come lo era stato Madara. Altrimenti non osava neppure immaginare che razza di posto sarebbe diventato il futuro.

Ad un tratto, Boruto si voltò verso di loro, guardandoli col suo occhio privo di emozione.

“Dovremmo seguirli.” disse con un tono distaccato.

La sue parole riportarono alla realtà tutti i presenti, ancora profondamente stupiti da ciò che avevano visto prima.

“Uh? Seguirli?” chiese Minato confuso, esprimendo la domanda che avevano tutti in testa contemporaneamente. “Per quale motivo?”

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, come stupito dalla sua domanda. Passarono alcuni secondi di silenzio. Poi Boruto si portò una mano sul volto, massaggiandosi gli occhi con un’espressione d’incredulità.

“Davvero non riuscite ad arrivarci?” chiese poi sarcasticamente, guardandoli di sbieco.

Gli altri continuarono a fissarlo come se avesse due teste. Prese la loro risposta per un no. Boruto scosse la testa e sospirò, esasperato.

“L’Eremita ha detto che il primo dei manufatti necessari a sconfiggere il drago si trova nel Tesoro dei Goblin,” spiegò allora il ragazzo con un tono privo di emozione. “Se adesso dovessimo lasciar scappare quei Goblin, torneremmo al punto di partenza, senza sapere dove cercare. Ma se invece li seguiamo da lontano, allora-“

“Allora potremmo riuscire a scoprire da dove sono venuti, e magari trovare il loro tesoro…” concluse Sarada per lui con gli occhi spalancati appena la realizzazione si registrò nella sua mente.

Minato, Fugaku e Sasuke sgranarono gli occhi. Come avevano fatto a non realizzarlo prima? Non potevano lasciarsi scappare una simile occasione. Lo stupore li aveva distratti troppo per riuscire ad intuirlo.

“Muoviamoci!” esclamò allora Kushina. “Cominciamo a seguire le loro tracce prima di perderli del tutto!”

Detto ciò, i dieci ninja ripresero a correre verso il cuore del deserto, seguendo le orme lasciate dai Goblin durante la loro ritirata. Questa volta alla testa del gruppo stava Boruto, mentre tutti gli altri lo seguivano a ruota.

Sarada lo osservava mentre si muovevano, piena di dolore e rammarico.


“Boruto,” pensò con tristezza. “Se solo quella volta le cose fossero andate diversamente, oggi non saresti così freddo e distaccato. Forse, se le cose fossero andate in un altro modo, io e te adesso…”

Non riuscì a trovare le parole adatte per finire il pensiero. Ricordare il passato era qualcosa che la faceva deprimere troppo. Adesso non era il momento, doveva concentrarsi sulla missione. Non c’era tempo per piangere sul latte versato. Il passato non poteva essere cambiato, non si poteva tornare indietro. Ma nonostante si fosse già detta queste cose centinaia di volte nella testa, il dolore non accennava a diminuire. La realtà dei fatti era crudele e spietata, e lei doveva accettarla anche se le si spezzava ogni volta il cuore.

Il suo amico d’infanzia non c’era più. Era andato via da lei quando aveva 12 anni e non era più ritornato. Sostituito da un guerriero crudele, spietato e potentissimo, temuto e ricercato ovunque. E anche se a Sarada mancava moltissimo, sapeva che il suo vecchio amico non sarebbe mai più tornato da lei.

Anche Naruto stava pensando al misterioso biondo mentre continuavano ad avanzare verso la direzione dei Goblin. Dire che era rimasto stupito di fronte al combattimento di Boruto era veramente riduttivo. Era rimasto sconvolto! Una miriade di domande gli sorgevano di continuazione in testa. Come faceva il suo futuro figlio ad essere così forte? Come aveva ottenuto tutto quel potere e quella velocità? Era persino più forte di suo padre, il leggendario Quarto Hokage! Le domande esigevano risposte, e Naruto era più che mai sicuro che prima o poi avrebbe scoperto cosa nascondeva Boruto. Non poteva continuare ad ignorare l’incessante dolore che provava ogni volta che posava gli occhi su di lui, ogni volta che si ricordava delle parole che aveva usato nei confronti suoi e di Hinata davanti all’Eremita.

“Loro saranno anche stati la mia incubatrice ed il mio donatore di sperma, ma non sono di certo la mia famiglia!”

Cosa diavolo era successo tra di loro nel futuro per poter permettere a Boruto di dire una simile affermazione? Doveva scoprirlo ad ogni costo. Adesso non sarebbe più stato capace di vivere in pace con se stesso senza conoscere la verità, restando con la sola consapevolezza che il suo stesso figlio lo odiava. Doveva sapere.

Era talmente assorto nei suoi pensieri, che non si accorse che il gruppo stava rallentando il passo, mentre lui procedeva spedito. Era da circa un’ora che inseguivano quelle creature.

“Fermati Naruto!” lo ridestò Sasuke afferrandolo per la spalla.

Il biondo batté le palpebre diverse volte, spaesato, prima di focalizzarsi di nuovo sulla realtà e guardarsi intorno.

Le tracce dei Goblin terminavano bruscamente davanti ad un’immensa parete rocciosa alta centinaia di metri. Boruto e gli altri si erano fermati davanti ad essa per guardarsi intorno, tentando di trovare una spiegazione.

“Sembra che siamo al capolinea…” disse Sakura, incerta.

“Non diamoci per vinti ancora,” disse Mikoto alla ragazza. “Cerchiamo qualche indizio qui intorno. Non possono essere improvvisamente spariti così senza un motivo.”

Cominciarono tutti ad esaminare la parete rocciosa da cima a fondo, osservando ogni suo angolo o sporgenza nella ricerca di qualcosa. Alla fine fu Hinata a vedere qualcosa col suo Byakugan, guardando in un’altra direzione.

“Ho trovato qualcosa!” esclamò all’improvviso. Tutti si voltarono verso di lei.

“Che cosa vedi, Hinata-chan?” chiese Naruto.

La ragazza era accovacciata e fissava in basso, nel punto esatto dove terminavano le impronte.

“Sotto di noi,” disse allora lei toccando la sabbia con un dito. “ A circa trecento metri sotto la sabbia, c’è qualcosa. Una specie di tunnel o di galleria che procede verso il centro della terra. Ed è lunga diverse centinaia di metri!”

“Una galleria?” pensarono Boruto, Sasuke e Minato.

“I Goblin potrebbero essere creature che vivono sottoterra.” provò a ragionare Fugaku, pensieroso. “Dopotutto, sono sbucati dalla sabbia quando ci hanno attaccato. Forse questa galleria è opera loro.”

“Forse sono in grado di muoversi sotto la sabbia.” azzardò anche Sakura.

“Forse loro sì, ma noi no di certo.” disse Kushina, poggiando le mani sui fianchi. “C’è un qualche modo per noi di raggiungere questa galleria?”

Hinata continuò a scrutare il terreno, i suoi occhi contornati dalle vene pieni di concentrazione. “Non riesco a trovare nulla.” disse alla fine, sommessa. “Non c’è nessun altro passaggio.”

Questo era un bel problema. Come potevano fare per raggiungere la galleria sotto i loro piedi?

“Cosa facciamo?” chiese Sasuke agli altri.

“Potremmo usare qualche tecnica per riuscire a rimuovere la sabbia! Come Gaara!” disse Naruto, battendosi un pugno sulla mano.

“Non funzionerebbe.” lo contraddisse Minato. “Se fosse stato terreno roccioso o pietroso allora sarebbe stato possibile. Tuttavia con la sabbia è un altro discorso. Può sembrare minuscola e sottile, ma se presente in abbondante quantità diventa decisamente troppo pesante per essere spostata senza una tecnica particolare. Hinata ha detto che la galleria si trova a trecento metri sotto di noi. Non riusciremmo mai a spostare una simile quantità di sabbia!”

“In realtà, l’idea non è del tutto impossibile.” disse improvvisamente Boruto guardando il terreno, sorprendendo tutti.

“Cosa vuoi dire, Boruto?” chiese Sarada.

Il ragazzo alzò l’occhio e li guardò con un’espressione indecifrabile.

“Se riuscissimo ad utilizzare una tecnica per solidificare la sabbia, allora potremmo riuscire a creare un buco abbastanza profondo da riuscire a raggiungere la galleria.” spiegò lentamente.

Gli altri si stupirono. L’idea non era affatto impossibile. Se la sabbia fosse stata solida, allora rimuoverla o scavare un buco sarebbe stato possibile. Il problema era come fare.

“Ma come possiamo solidificarla?” domandò Sasuke guardandolo con le braccia incrociate. “L’unico modo per riuscirci sarebbe-“ Non riuscì a concludere la frase che una realizzazione gli balenò in testa.

“Ma certo!” pensò, sgranando gli occhi.

Boruto sorrise maliziosamente. “Vedo che ci sei arrivato anche tu, Sasuke Uchiha.” disse con un tono saccente.

Gli altri otto li guardavano completamente confusi.

“Potete spiegarci cosa avete in mente?” chiese Fugaku, irritato.

Fu sempre Sasuke a rispondere.

“Se utilizzassimo una tecnica d’acqua nel punto appena sopra la galleria,” disse il ragazzo corvino. “Potremmo far bagnare tutta la sabbia. A differenza del terreno roccioso, infatti, essa riesce a filtrare e far passare l’acqua con facilità, arrivando anche a centinaia di metri di profondità.”

Sarada inarcò un sopracciglio. “Ma bagnarla non servirebbe a nulla,” disse lei, confusa. “Sarebbe comunque impossibile poterla rimuovere o scavarci dentro.”

“Non se allo stesso tempo utilizzassimo una tecnica del vento.” s’intromise Boruto, guardandoli con il suo occhio semiaperto. “Combinando le due tecniche assieme nello stesso tempo, l’acqua all’interno della sabbia si trasformerebbe in ghiaccio, creando a sua volta con la sabbia un impasto semisolido abbastanza rigido e compatto da poterci scavare un buco.”

“Esatto!” confermò Sasuke. “Tuttavia è necessario che il vento generato sia abbastanza freddo da riuscire a congelare l’acqua, altrimenti non funzionerebbe.”

Minato era sorpreso dall’intuizione che avevano avuto i due ragazzi. L’idea non era per niente male. Nonostante l’età, avevano una capacità di ragionamento incredibile. Sembrava che Boruto non fosse il solo personaggio ricco di sorprese.

“Potrebbe funzionare!” disse allora Mikoto. “Ma chi sarà ad usare le due tecniche contemporaneamente?”

“Io posso utilizzare la tecnica d’acqua,” disse il biondo col mantello. “Ma ci vuole qualcuno che sia capace di usare una tecnica del vento nello stesso momento.”

“Posso farlo io!” disse Minato. “Il vento è la mia principale affinità, e sono in grado di creare una raffica abbastanza fredda da poter congelare l’acqua.”

“Molto bene! Allora facciamo presto!” disse Naruto. Anche se non aveva capito neanche la metà di quello che avevano detto fin’ora, adesso avevano un modo per raggiungere la galleria e scovare i Goblin, e non potevano perdere tempo a parlare.

“Hinata,” disse Minato rivolgendosi alla ragazza. “Puoi indicarci il punto esatto dove si trova la galleria?”

Lei annuì e riattivò il Byakugan. Appena diede loro le coordinate esatte del punto sopra la galleria sotterranea, Boruto e Minato si misero in posizione, lanciandosi un’occhiata ed annuendo contemporaneamente.

SUITON: Suishouha!” (Mulinello) disse Boruto, unendo le mani insieme.

FUUTON: Chissoku Uzu!” (Vortice del Vento) fece l’Hokage allo stesso tempo, le dita unite nel sigillo del toro.

Improvvisamente, intorno alle due figure cominciarono a formarsi due enormi vortici, un vorticoso mulinello d’acqua ed un fitto tornado d’aria gelida. Entrambi gli attacchi si innalzarono nell’aria minacciosamente, per poi piegarsi verso il basso e andare a colpire contemporaneamente la sabbia nel punto indicato da Hinata. Dopo un paio di minuti, entrambe le tecniche si annullarono. Naruto e gli altri osservarono con stupore il risultato dei due vortici. La sabbia colpita dall’acqua e dal vento era diventata grigiastra, simile al cemento, ed era veramente divenuta solida e compatta al tatto, rendendo così possibile rimuoverla senza troppe difficoltà.

“Adesso lasciate fare a me!” fece Fugaku.

DOTON: Fukai mizo!” (Fossa) esclamò, creando improvvisamente nella sabbia solida un buco di diversi metri di diametro che arrivava direttamente alla galleria.

“Molto bene,” disse Boruto guardando la cavità nella sabbia, rivolto agli altri. “Adesso muoviamoci prima che il ghiaccio nella sabbia si sciolga. Non possiamo perdere tempo prezioso.”

Detto questo, si voltò e senza neanche aspettarli saltò dentro al buco.

“Boruto Uzumaki…” pensò con sempre crescente sospetto Sasuke. “Ha creato un enorme vortice d’acqua in un luogo arido e privo di liquidi… Quante sorprese ha ancora a sua disposizione? Dovrò tenerlo d’occhio.”

“Coraggio!” disse anche Naruto con un sorriso confidente. “Andiamo a ricambiare la visita a quei Goblin!”

Poi, uno dopo l’altro, tutti i ninja entrarono nella cavità.

Subito si ritrovarono all’interno della galleria. Quest’ultima era stata scavata direttamente nella roccia, ed era larga circa due metri e alta un metro e mezzo, abbastanza alta per un Goblin ma non per loro, il che costrinse tutti i presenti ad accovacciarsi e a mettersi a gattoni per riuscire ad avanzare.

“Procediamo senza fare rumore” disse Kushina. “Non sappiamo se i Goblin possano essere nelle vicinanze!”

“Molto bene. Non abbassate la guardia.” raccomandò Minato.

Hinata si mise alla testa del gruppo per via dei suoi occhi capaci di vedere anche nel buio, e tutti procedettero in avanti a gattoni senza fiatare. Continuarono a gattonare per quella che sembrava un’eternità. La galleria procedeva sempre di più verso il basso e si faceva sempre più buia man mano che avanzavano. Col tempo, anche la temperatura iniziò ad aumentare vertiginosamente, e l’aria si faceva sempre più pesante. Dopo quelle che parvero ore, i dieci ninja cominciarono a percepire una grande stanchezza dovuta al caldo, ma non potevano fermarsi.

“Aspetta,” pensò d’un tratto Boruto mentre procedeva lentamente dietro Hinata. “Mi sembra di aver sentito…”

Improvvisamente, un’inaspettata zaffata di aria fresca accarezzò loro la faccia, procurando grande sollievo sui loro corpi sudati e nelle loro menti.

“Aria! Finalmente!” disse Naruto con un sorriso.

“Com’è possibile?” chiese Sakura da dietro di lui. “Non dovrebbe esserci aria fredda sotto terra!”

“Aspettate, riesco a vedere la fine del tunnel!” disse sottovoce Hinata alla testa del gruppo. I suoi occhi erano l’unico modo per riuscire a vedere qualcosa in quel buio totale. Continuarono ad avanzare per un quarto d’ora circa, quando all’improvviso intravidero nell’oscurità un bagliore di luce davanti a loro. Man mano che si avvicinavano ad esso, l’aria cominciava a divenire sempre più fresca e respirabile, mentre i loro occhi cominciavano ad abituarsi alla luce distante ed il soffitto della galleria si faceva sempre più alto, permettendo a tutti di rimettersi finalmente in piedi. Non appena arrivarono alla fine della galleria, rimasero tutti stupiti dallo spettacolo che si ritrovarono davanti.

Naruto trattene il fiato.

Dinanzi ai loro occhi, in mezzo ad un enorme cratere sotterraneo, si ergeva una città.
 


 

Note dell'autore!!!

Salve gente! Finalmente sono tornato! Non vedevo l'ora di continuare. Scusate se non ho pubblicato niente per tanto tempo, ma gli impegni della vita sono tanti ed inevitabili. Adesso per un pò sono libero, quindi ruscirò a pubblicare altri capitoli. Spero che questo vi sia piaciuto. Grazie mille a chi leggerà e commenterà. A prestissimo!  ;)
   
 
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