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Autore: Vika_I_Love    06/08/2017    0 recensioni
La vita di Molly Sue è una lotta continua, ha lottato nel Bronx, ha lottato in carcere, ha lottato per ricevere amore ed ora lotta per farsi spazio nella WTA.
Le sue convinzioni vacillano quando il suo percorso incrocia quello di una ragazza, Molly ha paura di Emily, ha paura di diventare “umana”, Emily è l’unica a non avere paura di Molly, l’unica che riuscirà a cambiarla.
Molly non sa che Emily per lei sarà un tornado.
Il tornado passa violentemente e prende tutto, tutto ciò che vuole.
“Lo sguardo della più piccola era perso nel vuoto, il cuore le batteva a mille, le faceva male, le bruciava dentro al petto come se da un momento all’altro dovesse scoppiare.
Emily invece era decisa, la guardava dritta negli occhi, cercava di captare qualcosa che andasse oltre le apparenze, cercava di capire realmente chi fosse Molly Sue.
Molly non poteva essere la ragazza viziata e senza sentimenti, non poteva essere come la descrivevano i giornali, lei non aveva il cuore di pietra.
Portò le mani sul viso della bionda, riuscì a catturare il suo sguardo, l’accarezzò delicatamente.
-Sei troppo bella per non farti male
Storia rivisitata
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Baby sei troppo bella per non farti male

Stanza 524


Vera era nella sua camera d’albergo, stava studiando attentamente il tabellone, sorrise amara quando capì che la sua atleta, la Stewart, avrebbe incontrato Molly ai quarti.
Scosse il capo, quasi divertita dall’ironia della sorte, aveva visto tutti i video delle partite disputate dalla Sue, aveva studiato ogni suo colpo eppure non era riuscita ancora a capire come batterla.
Non aveva tallone d’Achille, non era insufficiente in nessuna delle caratteristiche tennistiche.
Bussarono alla porta, e quei due colpi, la risvegliarono dai suoi pensieri.
Si alzò dalla sedia e camminò lentamente, avrebbe scommesso in qualche giornalista, ormai era tempestata di domande inerenti al legame di sangue con l’astro nascente della WTA.
Aprì la porta, la ragazza dinnanzi a lei non la conosceva, ma l’aveva immediatamente riconosciuta.
Ad ogni party, ad ogni sfilata, ad ogni premiazione accompagnava Molly, ormai erano quasi inseparabili.
-Elena giusto?- la ragazza sorrise, indicò il divano che riuscì ad intravedere in camera, -Posso entrare? Vorrei dirti alcune cose-
Vera si spostò per far spazio alla giovane, chiuse la porta alle sue spalla.
Aprì il frigo e nel silenzio imbarazzante che si creò, versò due bicchieri di thè freddo.
-Allora dimmi, cosa vuoi?-
Elena continuava a torturarsi le mani imbarazzata, non riusciva ad affrontare lo sguardo di Vera,
-Molly compie 18 anni, io le ho fatto un regalo, ma credo che non sia quello giusto-
La donna si accomodò di fronte alla rossa, sorseggiò un paio di sorsi di thè, sorrise amichevolmente per evitare che la più giovane si sentisse ancora in soggezione
-Quindi voi siete una coppia fissa?-
Elena sorrise, diventò rossa, non era molto propensa di parlare dei suoi rapporti con la Sue, alzò le sopraciglia per sembrare più sicura di se stessa
-Ci frequentiamo da 4 mesi, abbiamo trascorso molto tempo insieme, sono stata molto attenta a quanto alcol ingerisse- sorrise, ricordando le varie volte in cui aveva dovuto togliere il vino da tavola, Vera scoppiò a ridere, era felice di sapere che Elena fosse attenta alla sua “protetta”
-So quanto sia difficile, io non ci sono mai riuscita, ci sono rapporti indissolubile, e Molly e l’alcol sono impossibili da dividere, come ci sei riuscita?-
Elena alzò le spalle ovvia, si fece seria e guardò la donna negli occhi per la prima volta
-Molly non giocherà a tennis per sempre, questo sarà il suo ultimo anno, poi annuncerà il ritiro, le dico sempre che quando vincerà gli Us Open e conquisterà il grande slam, berremo fino alla nausea-
Vera scosse il capo, era incredula, ritirarsi a 18 anni era da pazze, solitamente a 18 anni la carriera di una giocatrice professionista non è neanche iniziata
-Perché si ritira?-
Elena sospirò, realmente dispiaciuta –Il suo cuore non regge, i suoi allenamenti sono troppo pesanti, io spero che riesca a salvarsi il culo quest’anno, non ha cambiato nulla della preparazione, sono riuscita però a convincerla di non aggiungere altri tornei oltre i 4 slam-
-Oh mio Dio- Vera si passò le mani tra i capelli, perché quella ragazzina spocchiosa non l’aveva chiamata, perché non riusciva a trovare la forza e la voglia di chiarirsi con lei, la voce della giovane ballerina richiamò la sua attenzione
-Il mio regalo per i suoi 18 anni, oltre un tatuaggio che già abbiamo fatto insieme, sei tu, stasera ho organizzato una cena, ho prenotato il tavolo migliore nel miglior ristorante, stasera ceneremo insieme-
Vera alzò lo sguardo di scatto, sorrise amorevolmente –Molly lo sa?-
Elena scosse il capo, dopo un attimo però alzò le mani per tranquillizzarla –No, però sono certa che ne sarà felice, è troppo orgogliosa per richiamarti o per rispondere ad una telefonata-
Vera le porse la mano –Sarà un piacere oltre che un onore essere il tuo regalo-
Elena di slancio abbracciò la donna, non limitando il suo carattere molto passionale, la ringraziò miliardi di volte.

Molly era con Joy, erano all’ingresso dell’hotel, avevano ancore le valigie con loro, la Potter guardò l’amica, sapeva cosa stesse pensando, la Sue fece qualche salto sul posto, sospirò e con uno sguardo dette “l’ok” alla ragazza al suo fianco.
-Non voglio fare scenate, voglio essere superiore-
Joy dette una pacca sulla spalla della Sue –Così ti voglio ragazza- le due scoppiarono a ridere.
Si ritrovarono di fronte la porta del bar –Ne sei sicura?-
-Prima o poi dovrò affrontare la questione-
La ragazza aprì la porta con grinta, Joy la seguì, si accomodarono su due sgabelli vicino al bancone.
Molly portò le mani sul lungo vetro, si maledì poco dopo, lo aveva sporcato, le orme delle sue mani erano molto evidenti.
La Potter scoppiò a ridere, la bionda la seguì poco dopo, -Ora possono vendere il bancone al triplo del valore, ci sono le mie orme qui sopra, gli ho fatto un favore-
Una voce familiare interruppe le risate acute, -Puoi dirlo al mio capo, così magri evito di pulire il tuo disastro-
Molly guardò la ragazza, sorrise imbarazzata, e continuando a posare il suo sguardo su Emily, si ricordò di quanto fosse bella, si allungò, riuscendo ad impugnare uno straccio bagnato, pulì con cura la macchia, sorrise alzando lo sguardo
-Sei sempre così melodrammatica- la Vivaldi sorrise di rimando, la fossetta prese vita sulla guancia della siciliana, Molly l’adorava.
Joy scosse il capo, aveva lo smartphone tra le mani –Questo video diventerà virale, hai un futuro come donna delle pulizie- riuscì a spezzare la tensione che si era creata.
Emily scosse il capo, quasi scocciata da tutto quel rimarcare popolarità, -Allora cosa preferite?- la bionda guardò la mano della barista, riuscì a vedere la fede al dito, la neo sposa, quasi imbarazzata, sfilò la mano, nascondendola alle spalle del bancone, Joy notò un cambiamento solo per un attimo nello sguardo dell’amica, cambiamento che non prometteva bene, così decise di ordinare lei per entrambe, -Per me una limonata e per lei un’aranciata-, Emily si diresse verso il frigo riservato alle bevande, le gambe le parvero pesanti, scosse il capo scocciata da quella situazione, ormai il lavoro le stava stretto, non amava più farlo, continuare a servire atleti implicava continuare a vedere Molly, a subire l’effetto che le faceva Molly.

La Sue strinse la mano della ragazza intenta a servire le bevande, sorrise beffarda, è il suo inconfondibile ghigno prese vita sul suo volto, -Alla fine ti sei sposata, complimenti, perché non sono stata invitata alla cerimonia?-
Emily era pietrificata, la giovane tennista non era per nulla cambiata, la sua lingua biforcuta era rimasta la stessa, sorrise e con sguardo di sfida rispose secca –mi spiace, ma sai eri tanto impegnata con la tua nuova fiamma, eravate stupende ai grammy, complimenti-
-oh, che stronza!- la bionda gettò il liquido del bicchiere con rabbia contro la barista e andò via un attimo dopo.
La Vivaldi rimase ferma, qualche respiro profondo l’aiutò a mantenere la calma, alzò lo sguardo e trovò quello di Joy, perplessa, -Cosa cavolo le è preso?-
La Potter non riuscì a rispondere con una delle sue battutine a fondo offensivo, era semplicemente seduta sullo sgabello, era semplicemente senza parole.
-Bene, ora anche la Potter non riesce a parlare- impugnò uno straccio pulito e cercò di ripulirsi, non sapeva cosa pensare, Molly era davvero una ragazza complicata, esasperava tutto, ormai l’aveva imparata a conoscere.
Decise di fare la ragazza matura, cercò di essere superiore –Senti, chi è questa tipa che frequenta? E’ una tipa apposto?-
Joy sorseggiò la bevanda, alzò le sopraciglia non avendo capito bene la domanda, posò lo sguardo sul suo cellulare –Allora se ti interessa della sua fedina penale, sarai contenta nel sapere che è pulita, se ti interessa sapere se sia una cosa seria o meno, non so se sarai contenta nel sapere che quelle due non fanno nulla di serio, o almeno, Molly non ha intenzioni serie, Elena è cotta, se ti interessa sapere se lei sia ancora innamorata di te … - Joy si alzò dallo sgabello, guardò la porta dove pochi minuti prima la Sue era sparita, fece un sospiro e continuò a provocare la Vivaldi –Credo che non ci sia bisogno di una risposta-.
Emily si morse un labbro, era nervosa, non sarebbe riuscita a sostenere quella situazione, alzò lo sguardo per incontrare quello di Joy –Per favore, evita di farla venire qui, è meglio per entrambe-
La Potter abbozzò un si, lasciò un paio di banconote sul bancone –Complimenti sposina, spero che tu sia felice-.

-Dai muoviti Sue, sei davvero lenta, come fai durante le sfilate? Ti bastano 2 minuti- la risata della giovane tennista, fece sorridere Elena.
Molly uscì dal bagno, si voltò verso la rossa mantenendosi la cerniera del mini abito, -Dai aiutami anziché lamentarti, brontolona-.
-Non sono abituata a vestirti, solitamente ti spoglio- le lasciò un bacio sul collo scoperto grazie ai capelli legati in uno chignon, la bionda si voltò leggermente, abbastanza per baciare la nuova fiamma, -Non dimenticarti come si fa, dovrò digerire la cena- sorrise maliziosa, Elena sfilò tra le braccia dell’altra ragazza, -Mi dispiace, ma domani devi scendere in campo, preserva le energie-
Molly sbuffò, si infilò le scarpe e si avviò verso l’ascensore dove la rossa l’attendeva.
-Sei bellissima- Elena baciò affettuosamente la giovane tennista, poi le strinse la mano e l’accompagnò al tavolo prenotato.
Vera era già seduta, sorseggiava del vino bianco, incrociò le braccia accennando un sorriso involontario, Elena allargò le braccia caricando una smorfia facciale –Sorpresa-.
La giovane tennista portò le mani ai fianchi, scosse la testa, guardò la ragazza, dal suo volto capì che fosse davvero nervosa, non riuscì a darsi un motivo, non riuscì a capire il perché ma silenziosamente si accomodò a tavola.
Riempì un calice di vino, sorseggiò con estrema calma il liquido rosso, alzò lo sguardo indecisa,
-Allora zia, come vanno le cose nei quartieri alti?-
Vera sorrise amara, indicò il calice –Non dovresti bere, lo sai benissimo-
Elena sfilò il calice dalle mani della ragazza, bacchettò il giovane talento –Vera ha ragione, vuoi vincere tutti gli slam, i dettagli faranno la differenza-
Molly guardò Vera, cercava una spiegazione, la cercava esasperatamente, se solo fosse riuscita a trovarla sarebbe riuscita a giustificarla, ma lei non riusciva proprio a capire.
-La Stewart migliora, ma riesco a capire ogni sua giocata ancor prima che lei stessa la capisca-
Vera scosse il capo divertita, ingoiò il boccone di pasta, si prese qualche momento per rispondere
-Molly io credo che tu sia diventata un robot, le macchine sono più forti, ma non hanno cuore-
La Sue guardò la sua ex Coach, aveva lo sguardo assente, come se nulla la toccasse, inclinò leggermente la testa, serrò la mascella, strinse i pugni, le nocche diventarono bianche, Vera fu attenta a coprire quel dettaglio, strinse le mani della giovane
-Ti hanno portato al limite, ne vale la pena Molly? Già sei entrata nella storia, sei la più giovane ad aver vinto uno slam, sei l’unica ragazza che è finita in carcere e vincere uno slam, sei l’unica ragazza che è riuscita a vincere uno slam partendo dalle qualificazioni, non fare stronzate, sei già entrata nella storia Molly-
La giovane scosse leggermente la testa, rimase in silenzio, sapeva di sbagliare, sapeva benissimo che tutto quello che stava sbagliando la stava uccidendo lentamente.
Elena, si alzò lentamente, quasi per paura di far rumore, capì la situazione e capì che quelle due sarebbero dovute rimanere sole, -io credo di andare, questa è la vostra serata ed io sono di troppo-
Vera sorrise compiaciuta, ringraziò la ballerina con una smorfia facciale appena accennata.
Elena si chinò leggermente, lasciò un bacio sulle labbra della fidanzata e andò via.
La Sue d’improvviso alzò lo sguardo, incontrò quello della donna dinnanzi,
-Il dottore ha detto che il mio cuore è troppo grande, non sostiene i miei ritmi, non è divertente?-
Vera si intenerì, riconobbe la ragazza malconcia distesa sul pavimento sporco e bagnato del carcere con le mani strette al petto, strette a quella fotografia, dopo tanto tempo riuscì a riconoscere quegli occhioni grigi.
-Molly non è divertente, è una cosa delicata, questo è un problema-
La ragazzina iniziò a ridere, scosse il capo divertita, contrariò sua zia
-no, invece è divertente, le persone mi chiamano robot perché non ho un cuore, i dottori invece dicono che c’è ed anche troppo grande, poi ci sono io, ed io non riesco neanche a respirare da quando non è più con me perché sto trattenendo il fiato mentre cerco di ricomporre i pezzi, sto cercando di andare avanti, giuro ci sto provando, ma non posso evitare di giocare a tennis perché è l’unica cosa che mi è rimasta, io non ho più niente, se combattere per l’unica cosa che mi è rimasta implica giocarmi la vita, sono pronta a prendermi tutti i rischi-
Le due si guardarono in silenzio, le cose erano cambiate, non erano più dietro quelle 4 mura, non stavano più combattendo per la libertà, quella lotta estenuante ora rispetto alla battaglia che le stava aspettando sembrava tanto piccola e semplice.
-Io sarò il tuo scudo Molly, te lo prometto, hai la mia parola-
La giovane sorrise, si alzò dalla sedia per prendere posto sulle gambe della donna che l’aveva cresciuta, la strinse talmente stretta da far fatica a respirare.

Elena aspettava l’ascensore, era felice di aver preservato una serata per quelle due, troppo orgogliose per far pace senza un aiuto.
Sbloccò il telefono e l’immagine di sfondo la fece sorridere, lei e Molly in New Mexico, la bionda aveva le guance rosse, troppo sole e poca crema protettiva, sembrava una bambina.
Quell’immagine catturò anche l’attenzione di un’altra persona, Elena sentì la presenza di qualcuno al suo fianco, guardò l’ora 22:40, d’istinto guardò la persona al suo fianco, indietreggiò d’istinto e quell’azione azzardata non passò inosservata
-non ammazzo nessuno e anche se fosse dopo 16 ore di lavoro non ne avrei la forza-
Elena recuperò lo spazio perduto facendo qualche passo verso la barista
-mi hanno detto che fossi amichevole, non pensavo che mi stessero prendendo per il culo-
-chi ti ha detto questa stronzata?-
Le porte dell’ascensore si aprirono, Emily alzò lo sguardo notò l’imbarazzo dipinto sulla ragazza
-sarei dovuta andare con lei in New Mexico sai? Le piace tanto, lei ama questi posti esotici, quando siamo state alle Maldive lei era talmente meravigliata dalla bellezza di quelle spiagge di notte che mi costrinse a tuffarmi completamente nuda in acqua, faceva freddo ed io odio spogliarmi in posti aperti, ma quando mi guardò con quei suoi occhi da sognatrice bambina, non riuscii a dirle di no.
Il giorno dopo siamo state male, lei dava la colpa al pesce del ristorante, non voleva ammettere di aver fatto una stronzata tuffandosi a mare, però sai lei era realmente felice, lei mi guardò per qualche istante dritta negli occhi, avrebbe voluto dirmi qualcosa ma le parole le morirono in gola, i suoi occhi passarono alle mie labbra che poi catturò con le sue, però sai quando ho incrociato i suoi occhi, ho realizzato che fosse l’amore della mia vita, ho realizzato che sarebbe stato difficile, sarebbe stata una battaglia ogni giorno, lei è completamente diversa da me, ma io avrei combattuto contro il mondo intero ogni giorno, avrei sconfitto tutti i mostri per lei, sarei salita in capo al mondo scalza e disarmata se solo fosse stato necessario, credo che proprio per questo motivo scappò via, sapeva benissimo e sa tutt’ora perfettamente che io ci sarò sempre per lei, Molly Sue non mi permetterà mai di combattere per lei perché non sopporterà una ferita sul mio corpo-
L’ascensore si richiuse e risalì dopo una seconda prenotazione, gli occhi di Elena si gonfiarono, le lacrime facevano pressione e dopo qualche momento iniziarono a scendere, Emily era davvero diversa da lei, era scura, gli occhi raccontavano tutto l’amore, le labbra si aprivano per dare vita ad una danza di parole che l’avrebbero salvata da ogni cosa, il suo portamento così fine, il suo stile inconfondibile. Non riuscì a capire cosa ci trovasse in lei dopo essere stata con una come Emily
-Giuro che se le farai del male, io ti verrò a cercare- Elena udì quella frase, rimase in silenzio. Guardò Emily sparire passo dopo passo.
Era gelosa del passato della sua fidanzata, odiava il fatto che Emily l’avesse privata dell’ultima parte umana che le fosse rimasta.

Le 2 settimane passarono velocemente, Il Roland Garros dette gioia ai francesi per lo spettacolo che si vide nel campo dell’ATP, le donne dettero meno gioie, Molly fu la regina indiscussa, quotata al minimo sindacale la sua vittoria.
Vinse il suo terzo slam consecutivo, ogni partita vinta le donava più popolarità, ormai non si faceva altro che parlare di lei.
Emily aveva richiesto di non partecipare al party post-slam, non avrebbe voluto vedere la giovane vincitrice, era riuscita ad evitare la diciottenne benissimo e non avrebbe voluto rovinare tutto.
La Potter alle7 del mattino bussò con estrema forza alla camera 521, a momenti l’avrebbe buttata a terra se non l’avrebbero aperta.
Dopo qualche minuto la porta si aprì, Elena guardò Joy, il suo sguardo cambiò un attimo dopo, le strinse il colletto con cattiveria –Dove cazzo sta Molly?-
Joy cadde a terra, non riusciva a stare in piedi, -sei una deficiente, dimmi dove sta la mia ragazza-
Una bottiglia cadde a terra e si sentì il vetro spaccarsi subito dopo l’impatto con il pavimento,
la rossa chiuse gli occhi sperando che non fosse come pensava, ma la risata assordante di Joy le negò almeno la gioia di sperare per qualche momento.
Elena si voltò, Molly era vistosamente ubriaca, allargò le braccia disperata,
-Perché hai bevuto così tanto? Perché non mi hai chiamata?-
Accarezzò il viso della giovane tennista, faceva fatica anche lei a reggersi in piedi, rimase a guardarla, poi lentamente la rispose –perché tu non sei lei-
Elena si voltò verso Joy senza sapere cosa potesse fare, Joy era a terra ma non rideva più, anche da sbronza aveva capito la gravità della situazione,
-Non sono lei?-
Molly scosse la testa dispiaciuta, poggiò una mano contro la parete per reggersi, l’altra la portò sulla pancia, sapeva che a momenti avrebbe rimesso tutto.
-io non so cosa fare- si prese qualche momento poi ritornò a guardare la sua fidanzata –hai bevuto perché c’era anche lei?-
Scosse la testa, guardò l’amica ormai comoda sul pavimento, realizzò con un filo di voce -lei non c’era, ed ora la rivedrò tra due settimane a Wimbledon, non mi ha neanche salutata-
Elena si recò verso Joy, la rialzò dal pavimento, -puoi dirmi dove cazzo sta? Puoi dirmelo?-
La tennista inglese, sorrise, indicò la porta dietro di loro 524.
Molly guardò la porta, fece qualche passo senza staccarsi dalla parete, guardò Elena dispiaciuta –Mi dispiace-
Si portò verso la 524, ed iniziò a bussare alla porta.
Elena e Joy erano spiazzate, nessuna delle due avrebbe immaginato una cosa del genere.
Ogni volta che bussava senza ricevere risposta un ondata di lacrime sarebbero volute scendere, ma Molly le cacciò all’indietro, bussò per più di 5 minuti e ormai perse la lotta con le lacrime da qualche minuto.
Elena e Joy continuarono a guardarla ammutolite, Molly era disperata, piangeva, urlava, continuava a dare pugni a quella porta, lei non mostrava mai le sue emozioni negli ultimi tempi, ed ora era lì, un pianto disperato aveva preso vita, tra un singhiozzo e un altro riuscì ad urlare contro la porta con rabbia,
-Emily, Emily apri questa cazzo di porta- Joy si alzò cercando di riprendere Molly e portarla via di lì, ma non riuscì a concludere nulla, l’amica respingeva ogni forma di aiuto in quel momento,
La porta si aprì dopo tanto trambusto, Molly non perse un attimo, istintivamente si gettò al collo della barista continuando a piangere, -non lasciarmi più, ti prego-
Emily guardò Elena e Joy ferme, non sapevano cosa potessero fare, strinse il corpicino della sua ormai ex, Molly la stava pregando piangendo, un pianto devastante.
La barista iniziò ad accarezzarle i capelli, -credo sia meglio che andiate via-, sentì le mani di Molly stringere ancor più forte la sua maglietta, -Ci sono io ora tranquilla, andrà tutto bene, te lo prometto-, il respiro della bionda iniziò a regolarizzarsi, le lacrime si fermarono, ma le braccia erano ancora strette forte al collo.
-Credo che sia meglio  se vieni dentro con me-
Molly abbozzò un si con la testa, Emily la fece entrare e si chiuse la porta alle spalle.
La Sue si sedette sul letto, osservò la Vivaldi occupata a portarle qualcosa da mangiare.
Molly continuava a fissare la barista, -per favore vieni qui, voglio solo dormire in questo momento-
Emily si avvicinò verso la ragazza, Molly le strinse la mano e riuscì a portarla al suo fianco, si strinse contro di lei e l’abbracciò con forza, quasi per non farla scappare via se solo ci avesse provato.

-Perchè lo ha fatto?- Elena era disperata, le mani tra i capelli e la testa direzionata al pavimento, Joy era davvero senza parole, si accese una sigaretta, osservando ogni singolo movimento dell'altra ragazza.
-sarebbe dovuto succedere, quelle due hanno un legame indissolubile, per quanto voglion essere distanti, arriverà un momento, arriverà il momento in cui Molly non riuscirà più a mentire a se stessa, la lontanaza da Emily la distrugge-
Joy fece qualche passo per avvicinarsi ad Elena, le strinse una mano -Non è colpa di nessuno-
-Ora che faccio?- la rossa non alzò lo sguardo, continuava a fissare il parquet.
Non ebbe una risposta, nessuno le avrebbe potuto dire cosa fare in quel tragico momento.
Senza alcuna voglia di volerlo fare, la ballerina, raccolse i suoi indumenti posizionandoli in modo poco ordinato nella valigia.
Joy continuava ad osservare in silenzio ancora per poco, si alzò ed uscì d'istinto dalla stanza.
Bussò ripetutamente contro la 524.
-Joy la finisci? Molly dorme- la barista aveva le braccia incrociate, sguardo verso la fine del corridoio per non incrociare quello di Joy.
Il silenzio ebbe vita breve, -Io domani parto, vado in Sicilia, Molly verrà con me, se ti va prepara le valigie- la giovane tennista guardò con stupore la ragazza dinnanzi a lei,
-Perchè dovrei accettare questa cosa così ridicola?-
-Perchè io amo Molly, e sai benissimo che se solo mi avessi fatto entrare in casa a Londra, non staremo parlando di questa cosa così ridicola-

Il mattino seguente Molly si svegliò su un letto che non era il suo, il profumo di quel cuscino non era di Elena, l'odore del caffè la fece alzare con meno fatica.
Si recò in cucina, Emily le aveva preparato la colazione, Molly rimase ferma all'uscio della porta, era pietrificata.
Avrebbe voluto fare un passo in avanti, ma i piedi erano attaccati a quella matonella, avrebbe voluto alzare una mano ma le braccia erano troppo pesanti, avrebbe voluto sorridere ma le labbra erano incollate l'una all'altra.
E rieccole le farfalle allo stomaco, riecco la sensazione di sentirsi perennemente stupida.
-ciao- la siciliana, ascoltò il suono di quel saluto buttato lì per rompere il silenzio, si avvicinò alla ragazza -Non aggiungere altro-
la sua richiesta venne igonarata
-Ieri sera, ero ubriaca è vero, ma rifarei tutto, se mi ha portato a dormire con te, a svegliarmi con te e passare la notte tra le tue bracciaa-
un paio di colpi di tosse la fermarono, fece un lungo respiro per farsi coraggio
-Io non so cosa stiamo facendo, credimi non lo so, tutto quello che ho fatto, bhè ho fatto solo una grande stronzata, sono scappata, scappare da te mi ha uccisa dentro lentamente, io ... bhe io ... - si fermò nuovamente, per prendere fiato, distolse lo sguardo dal pavimento per incrociare gli occhi della ragazza di fronte a lei, fece un altro lungo respiro
-tu mi manchi così tanto che non so se c'è la farò-
Emily ascoltò ogni parola con attenzione, le strinse una mano, sorrise amorevolmente
-Basta Molly, mi avevi già convinta al ciao-
spostò una ciocca di capelli dal viso della bionda e poi si tuffò sulle sue labbra, la baciò lentamente per assaporarne il sapore, per poi socchiudere le labbra e baciarla come solo lei sapeva fare, baciarla con così tanta foga e passione da impedirle un respiro regolare ed essere costretta a staccarsi solo per riprendere fiato.

Angolo autrice:
Sono terrilbemte dispiaciuta per non essere riuscita ad aggiornare.
Faccio tre lavori e non ho il tempo materiale per scivere e questo me ne dispiace tanto.
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia.
Le ragazze devono tornare in Sicilia e ad attewnderle ci saranno vari problemi tra cui
-la famiglia di Emily
-i pregiudizi delle persone
-le amiche di Emily
ma soparattutto
-la moglie di Emily...
a presto e vi ringrazio per la lettura e per la pazienza
 
 
 
 
  
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