Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: vivienne_90    07/08/2017    6 recensioni
Akashi e Kuroko stanno insieme da diverso tempo quando quest'ultimo parte all'improvviso senza avvisare nessuno, costruendosi una nuova vita a Los Angeles.
Adesso, otto anni dopo, Kagami e Kuroko stanno tornando a Tōkyō, ognuno con le proprie preoccupazioni, chi l'aereo e chi una determinata persona, inizia tutto così...
Dal cap 5
"Il ritorno di Tetsuya metteva in discussione ogni cosa, ogni equilibrio che si era creato, si stava per rompere, perché guardare nei suoi occhi era come ammirarsi in uno specchio che non rifletteva mai l'immagine originale [...] Aveva sempre avvertito quelle piccole, grandi, differenze. Era come se una sottile parete trasparente li dividesse e Seijuurou, incurante, la buttava giù ogni volta, perché sapeva che al di là di essa avrebbe trovato Tetsuya, che lo avrebbe abbracciato, che lo avrebbe fatto sentire a casa."
__________________________________________________________________________________________________________________________________
AkaKuro || AkaMayu || KagaKuro || MidoTaka || MuraHimu || AoKi || Past!AoMomo || Past!KagaHimu ||OOC!Mayuzumi || No!Bukushi/Oreshi || Future!AU
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Chihiro Mayuzumi, Seijuro Akashi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Kuroko no Basuke è un'opera di Tadatoshi Fujimaki, io non traggo alcun profitto da questa storia. 










 

«Tetsuya... per favore, dimmi che non è vero.».

Ma Tetsuya continuava a piangere, a bisbigliare ʻmi dispiaceʼ, a chiedergli scusa tra i singhiozzi e in quel momento Seijuurou si rese conto che non si trattava di uno stupido scherzo; improvvisamente sentì il proprio corpo gelarsi, la mente affollata di pensieri e di domande, incapace di reagire. Sentì Kagami biascicare qualcosa del tipo ʻvi lascio soliʼ, se ne era andato? — Immaginò di sì. Non era importante.
Seijuurou pensò a tutta la sua vita, a suo padre, a sua madre, a Tetsuya; com'era possibile? Come potevano essere gemelli? — Avrebbe voluto abbracciare l'azzurro, solo che non riusciva a muoversi. Avrebbe voluto dirgli che sarebbe andato tutto bene, proteggerlo, consolarlo, solo che non riusciva a parlare.



Il giorno in cui avrebbero compiuto diciassette anni cadde di venerdì, Seijuurou e Tetsuya erano andati a scuola, avevano partecipato agli allenamenti di basket e terminati tutti gli impegni, con piacere, iniziarono a passeggiare per le strade di Tōkyō, come erano soliti fare.
Seijuurou viziava il fidanzato comprandogli ogni cosa che catturasse la sua attenzione e Testuya, dal canto suo, cercava disperatamente di non osservare oggetti troppo costosi; era diventata una loro piccola tradizione.

«Per fortuna stasera la cena la facciamo a casa mia, mi hai regalato troppe cose Sei-kun, peggiori di anno in anno.», divertito e contrariato gli mostrò le mani piene di buste.
«Per te niente è troppo Tetsuya e poi se non posso coccolarti in questo giorno speciale, quando mai potrei farlo?».
«Dovresti dare più valore alle cifre che spendi sai?».
«Ma io gli do valore Tetsuya, ti rendono felice no? Non c'è niente che abbia più importanza.».
L'azzurro arrossì leggermente, il suo ragazzo sapeva essere davvero imbarazzante alle volte «È impossibile parlare con te Sei-kun.».

Seijuurou amava sorprendere il compagno, proprio per questo aveva affidato la sua copia delle chiavi a Momoil'attuale fidanzata di Aomine, nonché manager del club di basket – , lasciando agli amici il compito di organizzare la festicciola; altra piccola tradizione, dopo aver sommerso Tetsuya di regali la sera festeggiavano sempre tutti insieme.

«SORPRESA!».

Gli occhi color cielo si sgranarono stupiti, non si aspettavano di vedere l'appartamento invaso da decorazioni di ogni tipo, il tavolo imbandito di cibo e i suoi amici lì che gridavano entusiastichi più, chi meno, a seconda dei diversi caratteri – .

Il rosso lo baciò con affetto sulla guancia, «Beh è triste organizzarsi il compleanno da soli no?».

Superato il momento di piacevole smarrimento, entrambi si aggregarono alla rumorosa combriccola ringraziandoli per gli auguri e i diversi regali.

«Certo che è strano, siete nati lo stesso giorno ~ », con un sorriso sornione e soddisfatto, Kise continuava a guardarli, «Vi assomigliate anche un po' ora che ci faccio caso ~ ».
«Vero, Aka-chin e Kuro-chin sono entrambi bassi ~ », sentenziò Murasakibara senza smettere di mangiare, non sapendo quanto potessero sentirsi ʻoffesiʼ i due festeggiati.
«Tanta gente nasce lo stesso giorno Kise-kun e non è vero che ci somigliamo.», ribatté serenamente l'azzurro.
«Un po' sì Tetsu.», curioso anche Aomine iniziò ad osservarli, «Se non foste così diversi in un certo senso, potrebbero anche scambiarvi per fratelli.».
«Non dire sciocchezze Aomine-kun.», arreso alla stupidità dei suoi amici, Tetsuya si alzò dando poi al compagno il regalo che aveva pensato appositamente per lui, «Auguri Sei-kun.».
Seijuurou curioso scartò il pacchetto rivelando un bellissimo libro in pelle, stranamente sulla copertina non c'era scritto niente, «Sono sicuro che sarà una splendida lettura, posso sapere il titolo?».
«Sono le tue poesie preferite Sei-kun, le ho selezionate e le ho fatte rilegare.».
Oh, ecco perché lo amava tanto, «E io non vedo l'ora di dedicartele, dalla prima all'ultima
.».


Erano stati così felici, il solo stare insieme bastava per farli sorridere; invece adesso uno piangeva tutte le lacrime che aveva custodito per anni e l'altro si sentiva a pezzi.

«Tu... Tu dovevi dimenticarti... ».

Il bisbiglio rotto dal pianto lo fece tornare in sé, il corpo di Seijuurou riprese a muoversi, le mani si protesero attirando Tetsuya a sé; lo strinse forte per tentare di calmarlo e affondò il volto nella chioma azzurra respirandone il profumo, per tentare di calmare se stesso.

«Dovevi... dimenticarti di... me... ».
«Lo so.».
«Dovevi odiarmi... e... ».
«Lo so.».
« — e andare avanti... e essere... felice... — dispiace... mi... ».
«Va tutto bene.».

Seduti sul pavimento, ad occhi chiusi continuò a tenerlo tra le braccia, senza rendersene conto avevano iniziato a dondolare sul posto. Tetsuya si aggrappava a lui con tanta forza, tirando e stringendo la camicia che aderiva sulla schiena, Seijuurou voleva davvero tentare di tranquillizzarlo, solo sembrava essere dannatamente difficile; il fiume che scorreva tranquillo aveva rotto gli argini e contenerlo era pressoché impossibile.

«Volevo... proteggerti solo... quello... — Sono stato così... Lì era tutto diverso e tu... non c'eri... VOLEVO TORNARE MA — ... Stavo così male... ».

Tetsuya si sentì stringere ancora di più e non poté fare altro se non aggrapparsi disperatamente all'altro; i sentimenti che aveva trattenuto per otto anni ormai erano liberi e lo stavano travolgendo, trascinandolo giù, senza lasciargli la possibilità di provare a spiegarsi, facendogli solo dire frasi rotte a metà, prive di un senso logico. Seijuurou gli stava parlando, ma i suoi pensieri e le sue emozioni erano più rumorose, tanto da coprire le rassicurazioni che gli bisbigliava piano all'orecchio. Non sapendo come si ritrovò seduto su qualcosa di morbido, probabilmente lo aveva sollevato di peso facendo sedere entrambi sul divano.

«Sei... ».
«Sono qui Tetsuya, sono qui.».

Avrebbe voluto dire a Seijuurou quante lettere gli avesse scritto, che ogni volta arrivava alla cassetta postale più vicina e le imbucava, solo che non sapeva a quale indirizzo inviarle, così le lasciava in bianco; eppure continuava solo a piangere. Avrebbe voluto dirgli che da quando era partito, ogni anno, per il loro compleanno si regalava un biglietto di sola andata per Tōkyō e a che a fine giornata finiva puntualmente nel cestino, ridotto in mille pezzi; eppure continuava solo a piangere. Avrebbe voluto dirgli che sentiva la sua mancanza ogni giorno e che lo sognava ogni notte, erano bei sogni, erano insieme; eppure non riusciva a fare altro se non permettere ai sentimenti spietati, insensibili, di continuare a dilaniarlo.
Doveva calmarsi. Doveva calmarsi, lo sapeva bene, ma era difficile e non sapeva dove avesse messo le medicine, le aveva portate con sé di questo era certo, si sarebbe dovuto alzare per andarle a cercare, solo che stava bene abbracciato a Seijuurou, sentiva di aver ritrovato il suo posto nel mondo, il posto più bello e sbagliato che potesse esistere.
Non seppe per quanto pianse, comunque alla fine Tetsuya riuscì a smettere, forse perché aveva terminato le lacrime, o forse era grazie alle dita abili che passavano dolcemente fra i suoi capelli, che gli frizionavano la schiena, o magari il merito era tutto della voce rassicurante e spaventata allo stesso tempo, ʻsono con te, andrà tutto bene vedraiʼ.
Tetsuya avrebbe voluto chiedergli come potesse esserne tanto sicuro, non lo fece, perché sapeva che anche Seijuurou non ne aveva la minima idea in realtà: poteva aver scoperto la verità, comunque non cambiava il fatto che fossero gemelli e i gemelli non posso stare insieme, non come piaceva a loro; tanto meno sarebbero riusciti a tramutare tutto quell'amore in semplice affetto fraterno, per questo Testuya se n'era andato, per questo non voleva che Seijuurou scoprisse il suo segreto – senza contare che venire a conoscenza di una notizia del genere gli avrebbe completamente destabilizzato la vita – .

Tetsuya si asciugò le lacrime interrompendo l'abbraccio, con dolcezza prese fra le mani il viso dai lineamenti delicati perdendosi negli occhi che tanto amava, «Non c'è niente che non farei per te Sei, volevo solo saperti al sicuro, proteggerti da tutto questo, alla fine non ci sono riuscito.» — Sì, aveva fallito e la prova era lo sguardo di Seijuurou: distrutto, perso, affranto, impotente; lo stesso che il rosso aveva cercato di nascondergli la notte dell'incidente, lo stesso che, si era giurato l'azzurro, non avrebbe mai più rivisto, non per colpa sua — «Non si può tornare indietro adesso e tu avrai tante domande, ti darò tutte le risposte, perciò aspettami qui.», lo baciò sulla guancia e si alzò dal divano per andare di sopra, nella camera degli ospiti trovò le sue medicine e una volta nella sua stanza disseppellì la scatola dall'armadio, non credeva che sarebbe mai arrivato quel momento.
Facendosi forza tornò in salotto, prese le medicine e posò tutto sul tavolino di fronte al divano, infine si sedette vicino al ragazzo che non poteva amare, stringendogli la mano.


«È tutto lì dentro?».
«Sì.».
«La scatola è sempre stata qui? Avrei potuto trovarla?».
«Avevo pensato di portarla via, però ho deciso di lasciarla a casa. Forse perché una parte di me sperava che la trovaste e che, non so, poteste capire.».
«Dove la tenevi nascosta?».
«Il mio armadio ha un doppiofondo, era lì sotto.».
Seijuurou strinse la mano libera a pugno, «Il giorno in cui ho capito che non saresti più tornato, sono stato ore a guardare il tuo armadio, ero convinto che mi stesse sfuggendo qualcosa, comunque alla fine mi hanno portato via perciò... », sospirò guardando poi i flaconi di medicinali, «Quelle pasticche a che ti servono? Stai male?», chiese preoccupato.
«Quando lasciai Tōkyō iniziai a soffrire di attacchi di panico e attacchi d'ansia, andai da uno psichiatra che mi prescrisse dei medicinali per aiutarmi e funzionarono, era da diversi anni che non ne avevo più, poi Mayuzumi-kun mi ha contattato per offrirmi il lavoro e sono ricominciati, vedere te e gli altri li hanno fatti peggiorare.».
«Non mi piace che prendi questa roba Tetsuya.», contrariato iniziò ad esaminare le boccette, «Come si chiama questo presunto psichiatra?».
«Dottor Wilson, lo puoi trovare nell'albo dei medici di Los Angeles.».
«Ne hai altre dietro? — Vorrei che Shintarou le vedesse.».
«Midorima-kun è un chirurgo, non uno psichiatra.».
«Perdonami Tetsuya, ma sono decisamente più incline a fidarmi di Shintarou, piuttosto che lasciarti alle cure di un dottor Wilson qualunque, che nemmeno conosco.».
«Va bene, come preferisci Sei-kun.» L'azzurro sospirò comprensivo stringendogli la mano, entrambi sapevano di star semplicemente rimandando l'inevitabile, la strana chiacchierata appena conclusasi ne era la prova «Allora, sei pronto?».
Il rosso annuì, decise di ignorare il fastidio che lo aveva preso alla bocca dello stomaco, si concentrò sulle mani di Tetsuya che incerte scoperchiavano il vaso di pandora; lo vide tirare fuori diversi documenti mettendoli in ordine sul tavolo, invece tenne per sé una foto — «Da quanto sai che io e te siamo fratelli?».
Tetsuya trasalì appena nel sentire di nuovo quella parola, detta ad alta voce, così chiaramente, ci si sarebbe dovuto abituare prima o poi, lo sapeva anche fin troppo bene — «Ho scoperto di essere stato adottato per caso, pochi mesi dopo la morte dei miei genitori.», allungò il braccio prendendo una serie di documenti, con un piccolo sorriso li passò all'altro «Stavo mettendo in ordine le loro carte e li ho trovati.».
Seijuurou iniziò a sfogliarli leggendo qualcosa distrattamente, «Perché non me lo hai detto?».
«Ero sotto shock immagino. Avevo perso la mia famiglia e poco tempo dopo salta fuori che non fossero i miei genitori biologici, sentivo il bisogno di tenerlo per me.», scrollò le spalle non sapendo cos'altro dire per giustificare la piccola mancanza, «Ci ho pensato su un paio di giorni e poi decisi di provare a cercare i miei — nostri, genitori biologici, ti ricordi di Kagetora-san? — Era un vecchio amico di mamma e papà, faceva, fa ancora credo, l'investigatore privato.».
«Ah sì, si vestiva sempre in modo eccentrico.», ancora non capiva come potesse passare inosservato.
«L'ho contattato, gli ho raccontato della recente scoperta e delle mie intenzioni, all'inizio non volle aiutarmi perché ero minorenne, comunque per l'affetto che lo legava ai miei genitori mi accontentò, non accettò nemmeno di prendere i soldi che gli dovevo, gli promisi che una volta ottenuta l'emancipazione glieli avrei resi.».
«Se mi avessi detto di essere alla ricerca della tua famiglia biologica lo sai che ti sarei stato vicino Tetsuya, non abbiamo mai avuto segreti noi due.».
«Volevo farlo, solo che poi ho pensato che sarebbe stato inutile sobbarcarti anche di quel peso, magari non avrei trovato niente e la cosa sarebbe finita lì, volevo solo essere sicuro del risultato, poi ti avrei informato.», si allungò di nuovo consegnandogli altri documenti.
Seijuurou li prese iniziando a leggere con più attenzione, «Atto e dichiarazione di nascita?».
«Sì.», annuì confermando la sua risposta, «La prima cosa che fece Kagetora-san, fu richiedere tutte le informazioni possibili riguardo la mia nascita.».
«Il tuo nome è lo stesso che risulta nei documenti dell'adozione, solo che il cognome non appare mai, non c'è nemmeno una minima traccia dei tuoi — nostri, genitori biologici.».
Si guardarono un istante capendo subito uno i pensieri dell'altro e fu Tetsuya a spezzare il silenzio, «Adozione in caso di abbandono, così la definì Kagetora-san, comunque decisi di non arrendermi, volevo poter dire a me stesso di aver fatto tutto il possibile, forse invece sarebbe stato meglio fermarmi, finché ero ancora in tempo.», le iridi color cielo si chiusero rievocando momenti di paura, era meglio raccontare piuttosto che rivivere tutto, per questo riprese a parlare, «Trascorsero due anni e ancora non avevo ricevuto notizie, stavo veramente per arrendermi, quando pochi giorni dopo il nostro diciassettesimo compleanno, Kagetora-san mi chiamò emozionato, ʻTetsuya-kun finalmente ci siamo, ho trovato qualcosaʼ, era così entusiasta e lo ero anch'io, dopo una lunga attesa finalmente venivo premiato Lo invitai a casa, mi disse che era stato difficile, quasi impossibile ma era felice di poter annunciare di aver scoperto l'esistenza di un fratello gemello.», bruscamente cacciò via le lacrime non volendo ricominciare a piangere, «Io ero così contento, certo non sapevo dove vivesse, in che modo contattarlo, però almeno sapevo che esisteva e come uno stupido... come uno stupido non facevo altro che pensare ʻche bello, devo dirlo a Sei, sarà così felice per meʼ.», asciugò di nuovo gli occhi e tirò appena su con il naso riacquistando il controllo de sé, «Kagetora-san mi disse di essere riuscito a trovare persino una fotografia e me la mostrò, tutta la gioia che provai in quel momento svanì — Ho visto diverse foto di quando eri piccolo, perciò non fu difficile per me... Riconobbi immediatamente l'altro neonato.».
Seijuurou accettò lo scatto che Tetsuya gli stava offrendo, arrendendosi all'evidenza, non riuscendo a dire una parola: quel bambino era lui; il ritratto mostrava due neonati infagottati nella stessa coperta, dormivano sereni, azzurro contro magenta.
«Capii subito, il gemello che ero tanto impaziente di conoscere, era lo stesso ragazzo che mi amava da cinque anni, che mi rendeva felice, non mi lasciava mai solo e che amavo a mia volta con tutto il cuore.», lo guardò con occhi lucidi e accennò un sorriso malinconico, senza lasciare andare la sua mano, anzi la strinse di più, «N-Non volevo accettare la verità, non potevo perdere anche te, decisi di fare finta di niente, infondo c'era sempre la possibilità che mi fossi sbagliato, non ne avevo la certezza, non al cento per cento.».
«E quando ne hai avuto la conferma?», chiese esitante e l'azzurro gli passò la cartella clinica; Seijuurou riconobbe diversi esami risalenti al periodo dell'incidente, eppure la sua attenzione si focalizzò su un singolo foglio di carta, trattenendo il respiro lesse attentamente il referto: ʻtest DNA positivo – riscontro genetico pari al ʼ una percentuale esageratamente alta a suo parere ʻgrado di parentela: fratelliʼ.
«Ho resistito più che ho potuto, avevo davvero bisogno di te, non volevo lasciarti, comunque una settimana prima di compiere diciannove anni mi sono deciso, non è stato difficile prelevare i tuoi campioni e li ho portati in ospedale per farli analizzare. La notte che sono piombato a casa tua è stato il giorno in cui ho letto il risultato, l'indomani sarebbe stato il nostro compleanno e io non sapevo che fare.».
«Così te ne sei andato.».

L'azzurro annuì sofferente senza guardarlo, «Tu sei stato il mio primo pensiero, come potevo dirti una cosa del genere? Farti tanto male? — Tu avevi la tua vita qui, tuo padre, il tuo futuro lavoro; io invece avevo perso tutto, te compreso, non avevo niente da perdere se non i nostri amici, un prezzo da pagare per saperti al sicuro e decisi di pagarlo, perché sapevo che ti avrebbero aiutato a rimetterti in piedi. Sapevo che saresti stato male, preferii comunque darti un ʻpiccoloʼ dolore, lo avresti superato con il tempo, magari mi avresti odiato, saresti andato avanti con la tua vita e io sarei diventato un ricordo.».

«Davvero un bel piano Tetsuya.», Seijuurou era arrabbiato, così tanto da afferrare l'altro per la camicia bruscamente, «TU NON HAI LA MINIMA IDEA DI COME SONO STATO! SE ME LO AVESSI DETTO AVREMMO POTUTO — ».
«ʻAVREMMO POTUTOʼ COSA SEIJUUROU?», si liberò dalla presa alzandosi dal divano insieme a lui, «GUARDAMI! GUARDAMI BENE NEGLI OCCHI E DIMMI CHE RIUSCIRAI A VEDERMI COME IL TUO GEMELLO UN GIORNO!».
«TESTUYA TU — ».
«NO! — PERCHÉ IO SO CHE PER QUANTO MI RIGUARDA È IMPOSSIBILE, DOPO TUTTO QUELLO CHE SIAMO STATI, SO CHE NON POTRÒ MAI E DICO MAI VEDERTI NEL MODO IN CUI DOVREI!».
«HO PASSATO ANNI A CHIEDERMI SE FOSSI VIVO O MORTO TETSUYA, COME PUOI NON CAPIRLO?».
«E TU COME PUOI NON CAPIRE? — NON SEI STATO L'UNICO A STARE MALE!», urlò frustrato, nonostante i suoi occhi fossero ricolmi d'amore, «VUOI SAPERE COSA HO PASSATO IO? — VUOI SAPERE CHE PER IL NOSTRO COMPLEANNO COMPRAVO SEMPRE UN BIGLIETTO PER TORNARE DA TE? CHE TI HO SCRITTO COSÌ TANTE LETTERE DA PERDERNE IL CONTO E CHE LE INVIAVO A VUOTO? CHE A CASA HO UNA TUA FELPA E CHEDAVVERO SEIJUUROU, SE VUOI SAPERE TUTTO QUESTO NON DEVI FARE ALTRO CHE CHIEDERE!».

In silenzio, ancora affannati per aver urlato, rimasero a guardarsi, percependo il disagio e la sofferenza che la maledetta situazione aveva trascinato con sé.
Non era da loro, alzare le mani o urlare, anzi era un atteggiamento fastidioso per entrambi, di solito così pacati, sempre educati; Seijuurou e Tetsuya non amavano alzare la voce, solo che era l'unico modo che trovarono per potersi sfogare, per descrivere il dolore di otto anni passati senza la metà che li rendeva completi, per respingere la verità e la consapevolezza di non poter stare insieme, di dover ignorare l'attrazione che li avrebbe spinti l'uno tra le braccia dell'altro.

«Ho lasciato la mia casa, i miei amici, la mia città per te Sei-kun e lo farei altre mille volte.».
«E io sto morendo dalla voglia di baciarti in questo momento, posso Tetsuya?».
«No.».
«No?».
«No.».

Seijuurou capì che quel ʻnoʼ, fosse un ʻsìʼ mal nascosto in realtà, lo ignorò sapendo che l'azzurro non lo avrebbe respinto. Non avrebbe dovuto farlo, Seijuurou lo sapeva, però mentre posava le labbra sulle sue dando vita ad un bacio carico di sentimenti puri e caldi, si chiese come potesse essere sbagliato provare tanto amore nei suoi confronti; le dita delicate di Tetsuya passavano fra i suoi capelli trovando il proprio posto, facendolo rilassare.
Si baciarono con amore, con tristezza, a lungo e alla fine si sedettero sul divano, godendo della pace della notte. Tetsuya si addormentò, Seijuurou rimase sveglio a pensare, senza smettere di carezzare la chioma azzurra.
Era impossibile numerare tutte le domande irrisolte che affollavano la sua mente, l'unico desiderio di Seijuurou era trovare tutte le risposte e sapeva che solo una persona avrebbe potuto farlo — «È ora di andare a far una visita al caro papà, eh?», si chiese retorico.
Da quello che sapeva il grande Akashi Masaomi era tornato dal suo viaggio di lavoro; Seijuurou non voleva affrontare il padre, però sentiva l'urgenza di parlare con lui, era stanco, sarebbero sicuramente finiti a litigare, con la differenza che questa volta non l'avrebbe lasciato vincere.

«Tetsuya.», lo scosse piano vedendolo svegliarsi, «Devo andare a Kyōto per risolvere una questione, vai a dormire nel tuo letto.».
«Sei... », borbottò tirandosi su a sedere assonnato, «Vuoi che ti accompagni?».
«No, non preoccuparti, voglio che riposi. Tornerò presto va bene? — Abbiamo ancora tante cose da dirci.».
«Okay.», senza riflettere lo baciò a stampo come erano soliti fare e seguì il suo consiglio, andò in camera sua riprendendo a dormire.
Rimasto solo Seijuurou fece un giro di telefonate e presto tre ragazzi si presentarono a casa preoccupati: Kise era ancora in pigiama nonostante facesse freddo, Aomine si era vestito di corsa – testimone la maglia al contrario – , Midorima sembrava il più composto di tutti, eppure fu il primo a chiedergli di poter parlare in privato.

«Scusate se vi ho chiamati a quest'ora, ho bisogno che stiate con Tetsuya fino al mio ritorno.».
«Oi Akashi si può sapere che succede? Ci hai fatto prendere un infarto!», con poca grazia Aomine si lasciò cadere sul divano, sentiva di aver perso anni di vita grazie a quella chiamata.
«Kuroko sta bene? Akashi devo proprio parlarti, per favore è urgente.».
«Per prima cosa cosa Shintarou, vorrei che tu mi dicessi cosa sono questi.», gli passò i due flaconi contenenti le medicine aspettando una risposta.
Midorima si sentiva confuso, erano le stesse pasticche che gli aveva visto prendere a Kyōto, lesse curioso le etichette sentendosi ancora più smarrito — «Sono semplici... ansiolitici?».
«Ti vedo deluso Shintarou, ti aspettavi qualcos'altro per caso? — Comunque, hanno effetti collaterali?».
«Il lorazepam da quanto so viene impiegato per gli attacchi di panico, potrebbe causare senso di instabilità, vertigini, atassia, stanchezza e — ».
«L'altro invece?», chiese forse un po' troppo bruscamente, non avrebbe mai permesso a Tetsuya di continuare a prendere quelle pasticche.
«Il buspirone invece viene impiegato per gli ansiolitici di ultima generazione, per quanto ne so può provocare nausea, mal di testa e vertigini.».
«Piuttosto perché Tetsu dovrebbe assumere ansiolitici?».
«Perché il tuo caro amico, Daiki, va da psichiatri incompetenti.», sospirando Seijuurou si alzò, «Chi prescriverebbe dei farmaci ad un ragazzino di diciannove anni?» e nervoso decise di andare a vuotare i flaconi nel lavandino della cucina, per poi tornare dagli amici.

«Da quando soffre di attacchi di panico, mi sembra questa la domanda corretta Aomine.», borbottò Midorima aggiustandosi gli occhiali sul naso.
«Tetsuya mi ha raccontato che sono iniziati poco dopo la partenza, il suo ritorno a Tōkyō li ha fatti comparire nuovamente.».
«AH QUINDI FINALMENTE TI HA DETTO PERCHÉ SE NE È ANDATO!».
«Abbassa la voce Daiki, Tetsuya è di sopra che dorme.».
Kise non stava prestando troppa attenzione alla conversazione, una volta saputo che ʻKurokocchiʼ era sano e salvo si sentì tranquillo e permise a se stesso di distrarsi; la sua curiosità era stata risvegliata alla vista di tanti fogli sparsi sul tavolino davanti al divano, non si permise di toccarli, però non resistette alla tentazione di girare la fotografia e sorrise spontaneamente — «OH ~ KUROKOCCHI E AKASHICCHI DA BAMBINI! COME SIETE CARINI, HO SEMPRE DETTO CHE VI SOMIGLIAVATE! ~ » — Una volta resosi conto di cosa avesse appena pronunciato il sorriso si spense.
«Non dire cavolate Ryouta, Tetsu e Akashi si sono conosciuti alle medie.», bruscamente Aomine gli strappò la foto dalle mani e Midorima, con più cortesia, la tolse a lui.
I tre si ritrovarono a fissare l'amico, eppure Seijuurou non dava segni di voler smentire il pensiero che si era venuto a formulare nelle loro menti: Akashi e Kuroko si erano conosciuti alle scuole medie eppure erano insieme nella foto, Akashi e Kuroko erano nati lo stesso giorno, Akashi e Kuroko si somigliavano.

«Separati alla nascita.» Fu l'unica cosa che Seijuurou si sentì di dire.

Aomine e Kise rimasero a bocca aperta, senza dire una parola, ancora increduli; Midorima stranamente si sentiva sollevato in un certo senso, almeno Kuroko non stava male come pensava.

«Questo significa che tu e Kurokocchi siete ».
« — gemelli Kise, sono gemelli.», sospirò il ragazzo dai capelli verdi, «Tu come stai Akashi?».
«Immagino che il termine giusto sia distrutto, Tetsuya non voleva dirmelo, fino all'ultimo non desiderava che lo sapessi e non posso dargli torto.».
«Se non è stato Tetsu a dirtelo, allora chi?».
«Kagami Taiga. Lo avete conosciuti anche voi giusto? — Aveva accompagnato Tetsuya in stazione.».
«Ah sì quel tizio. Tetsu come sta?».
«Distrutto anche lui suppongo, ha pianto per ore, sono felice che almeno riesca a dormire.».
«Akashicchi ci hai chiesto di restare qui con Kurokocchi fino al tuo ritorno, non c'è problema per noi ma tu dove devi andare?», chiese il biondo preoccupato.
Seijuurou si alzò da divano infilando il cappotto, «Devo andare a Kyōto, a parlare con mio padre di tutta questa storia assurda.».
«Akashi hai bisogno di dormire anche tu.».
«Lo farò in treno Shintarou. Preoccupatevi semplicemente di non lasciare Tetsuya da solo.».

 

*


Seduto sul treno, con lo sguardo rivolto verso il finestrino, Seijuurou osservava il paesaggio cambiare, tutto pur di zittire i ricordi, non che quella distrazione servisse a molto.


«E io devo vomitare.».
«DAI-CHAN NON ESSERE SCORTESE !».

Le gemme azzurre catturarono un bel momento: videro la ragazza del suo migliore amico tirargli uno sano e meritato scappellotto, «Aomine-kun dovresti veramente imparare ad avere più tatto.».
«E anche più romanticismo Daiki, dedicare poesie è la più alta forma d'amore.», Seijuurou sorrise prendendo la mano del compagno, «Sono sicuro che Momoi apprezzerebbe qualche galanteria da parte tua.».
«Oi Akashi non iniziare a metterle in testa strane idee, che poi me la devo vedere io con lei!».

Per tutto il salotto risuonarono piacevoli risate e una volta rimasti soli i due festeggiati decisero di guardare un film insieme sul divano: Tetsuya guardava il film, Sejuurou era perso a guardare il compagno.
Sentendosi osservato l'azzurro si voltò per guardarlo, «Ho qualcosa di strano in faccia?».
«Assolutamente no.», sorrise continuando ad ammirarlo, «Pensavo solo di dover ringraziare tua madre per averti dato degli occhi tanto splendidi.».


Ecco, la spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco era tornata, la provava spesso da piccolo ma no ʻun Akashi non piange, ricordalo Seijuurouʼ, questo gli disse suo padre quando lo sorprese a singhiozzare con discrezione al funerale di sua madre. Era solo un bambino.
Un Akashi non piange, eppure quando Seijuurou si chiese chi avrebbe dovuto ringraziare per aver donato a Tetsuya lo sguardo color del cielo che tanto amava, non poté far a meno di permettere a qualche lacrima silenziosa di rigargli il volto.









 

Angolino dell'autrice, si fa per dire u.u


Eccoci alla fine del ventiduesimo capitolo! TADADADAAAAAAAAAAN Vi avevo promesso tante risposte e spero di avervi accontentato *^*)/

Scopriamo che nessuna delle due mamme è in realtà anche la mamma dell'altro, Akashi e Kuroko sono stati separati alla nascita e dati in adozione a due famiglie diverse.
Scopriamo che tutti i sintomi di Tetsuya sono in realtà attacchi di panico e di ansia, e penso che ci foste arrivati ormai, uno di voi lo aveva ipotizzato anche all'inizio della fic se non erro :v
Sia Kuroko che Akashi sono leggermente OOC ma tentate di capire la situazione pls, si trovano in una situazione difficile (è dire poco) e non credo che nessuno dei due potesse mantenere la calma o ragionare lucidamente, per questo alla fine finiscono ad urlare... Perché sono arrabbiati e frustrati e devono sfogarsi in qualche modo.
Scopriamo anche che Tetsuya non ha mai dimenticato Seijuurou, non che non lo sapessimo già, solo che ne abbiamo avuto la conferma: scrive lettere indirizzandole a vuoto, compra biglietti per tornare a Tōkyō, ma alla fine vince la ragione, per questo non lo ha mai contattato o non è mai tornato a casa, fino a quando Mayuzumi non lo ha “costretto”. Tetsuya pur di proteggere Seijuurou decide di sacrificare l'unica cosa che gli è rimasta, ovvero i suoi amici, la sua famiglia, perché sa che loro avrebbero aiutato Seijuurou a rimettersi in piedi e così è stato.
Se vogliamo pensare che la scelta di Kuroko sia giusta, quella di voler andar via, allora il suo ragionamento è corretto: “perché distruggere la vita della persona che amo? La mia è già andata a quel paese ancor prima di scoprire che fossimo fratelli, io non ho niente da perdere, lui sì. Io posso ricominciare una vita in un altro paese, non ho obblighi né restrizioni, lui non può farlo”.
Non dico che scappare sia la soluzione, assolutamente, in realtà non credo di sapere come io personalmente potrei comportarmi (sicuramente non scapperei perché non ho le possibilità di Kuroko xD); però provate a mettervi nei suoi panni per un attimo, a Kuroko ne sono successe di cotte e di crude: aveva la sua bella vita con la sua famiglia, poi resta coinvolto in un incidente d'auto dove perde i genitori; suo zio arriva decidendo il bello e il brutto tempo, mette sotto il microscopio la sua sessualità che Kuroko aveva sempre vissuto con serenità, invece era un grande problema per lo zio; affronta una “battaglia” legale per ottenere l'emancipazione e in tutte queste situazioni Seijuurou era presente, era l'unico motivo che lo spingeva ad andare avanti, l'unica persona che gli restava (tolta la Kiseki); scopre di essere stato adottato, certo ama i suoi genitori ma mi sembra ovvio che, giustamente, si senta ferito per la “menzogna” e non può chiedere risposte visto che sono morti; infine, non contento, scopre anche che la sua ragione di vita è suo fratello in realtà....
Semplicemente tutto quello che Kuroko era riuscito a ricostruire crolla di nuovo e questa volta non ce la fa a mantenere la “calma”, perché non può avere Akashi accanto e per tutta questa situazione, per tutti i traumi che ha subito e molto probabilmente non elaborato a dovere, scappa. Io magari non sarei scappata ma come minimo mi sarebbe preso un esaurimento nervoso xD

Passando alla Kiseki, vediamo come tutti rispondano alla chiamata (tranne Mukkun perché dorme e non sente il telefono ve lo dico io xD), tutti in preda all'ansia specialmente Midorin che ha la vostra stessa reazione quando scopre che le medicine non sono altro che psicofarmaci xD
Il segreto viene rivelato subito grazie a Kise, comunque il loro primo pensiero è sapere come stiano entrambi e accettano di buon grado di fare da babysitter a Kuroko.
Oh sì Akashi andrà a trovare papà Akashi e vedremo come si metteranno le cose ~

Un ultima cosa e vi lascio, chiedo scusa per eventuali errori nel campo medico, ho cercato su internet e ho messo spero le terminilogie corrette, sono andata anche a cercare un facsimile del test del DNA ma purtroppo mi uscivano solo in inglese e relativi al test di paternità, quindi ho improvvisato xD

Bene, credo di aver detto tutto, se avete ancora domande non esitate a chiedere. Spero che i personaggi siano IC come sempre, chiedo scusa per eventuali errori di battitura. Leggete e lasciate una recensione se vi va in modo da poterci confrontare sulla fic, adoro le vostre teorie <3


Ci vediamo mercoledì con il prossimo capitolo, se vi va ~

Ja ne ^_^

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: vivienne_90