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Autore: Hidan91    07/08/2017    0 recensioni
Holland, la ragazzina orfana ex circense e Jack Canime, uno strano ragazzo dai capelli bianchi. Scopri l'avvincente avventura di questi due giovani ladri che gli porterà a scoprire cosa si cela dietro ad una misteriosa setta e al regime sanguinario di un'imperatrice dal pugno d'argento.
Attraverso strade impervie e polverose, tra nemici e amici improbabili e oscuri segreti immergiti in questo mondo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Al ragazzo rimbombo in testa quel "se abbiamo fortuna"
Quando Holland era vaga non era mai un buon segno, poteva significare aria di tempesta come isola sicura in vista. 
Difatti svoltarono in una stradina buia quasi nascosta alla vista ancora più losca della precedente che portava dopo uno svicolo verso una taverna dall'aspetto losco. L'insegna, un rozzo pezzo di legno nero con scritto a caratteri medievali cremisi "Locanda delle lune nere" 
Canime storse il labbro, Holland lo guardò e pensò avesse sempre un'espressione buffa dipinta in faccia, era come se non si fidasse mai di quello che li dicevano gli altri, come se non si fidasse mai nemmeno dei suoi stessi occhi. Chissà se forse un giorno si fosse fidato almeno di lei, spero per lui di no.. pensò un po' beffard a è un po' triste.
 "ha tutta l'aria di essere una bisca clandestina Lan" Era il nome affettuoso con cui chiamava Holland.
"Oh Jack" la rimbeccò lei, e se usava il suo soprannome era proprio per prenderlo in giro, come sempre.
"Questa È una bisca clandestina" e ridendo batte il pesante battente in ottone raffigurante due draghi incrociati, uno nero e uno bianco con due occhi rossi sangue.
Qualcuno aprì lo spioncino, due occhietti porcini svettarono a malapena illuminati.
"Chi è là?" Grunì una voce.
Poi si sgranarono increduli  di fronte all'immagine della ragazzina scarna "Holland, sei davvero tu?" 
I due occhietti scomparvero e si sentì lo scartare di quelli che parevano pesanti catenacci e chiavistelli.
Una voce ruvida, come l'uomo che li portava. Davanti a loro si stagliò un uomo alto quanto largo dalle fattezze che ricordavano vagamente un orso. Era un gigante!
"Vecchia canaglia! Speravo proprio non ti fossi messo in viaggio zio Gregor"
Holland abbracciò, e "abbracciare" era una parola grossa data la stazza di quell'uomo.
"Sempre più pelle ossa eh? Forza entrate non è sicuro con le sentinelle in giro. Parleremo dopo davanti al mangiare e ad un bel fuoco" disse facendoli entrare e facendoli strada lungo un corridoio tappezzato di arazzi vecchi e polverosi. "Le giornate sono infuocate qua ma la notte.. è tutt'altra storia nelle terre arse voi abitanti del nuovo mondo non potete capire" poi rise sguainato "siete solo pieni di foreste, laghi, campi coltivati, tutt'altra faccenda la vostra. Noi siamo troppo vicini alle terre morte"
Holland strinse la mano a Canime, lui la guardò perplesso. 
"E dove saremmo difatti?" Chiese sottovoce "non mi sembra proprio una locanda ma nemmeno una bisca e.."
"Te lo spiego dopo" taglio corto lei "intanto te cerca di comportarti in modo... normale" gli sussurrò all'orecchio lei, poi disse "fa finta di ridere, come se avessi detto una battuta" disse sorridendo, e lui rise.
Rise certo, ma in cuor suo quell'accorgimento lo fece preoccupare ancora di più.
--Dove siamo Holland-- pensò maledicendo la ragazzina.
 Gregor diede loro due stufato di pesce angelo, tozzi di pane ai cereali e vino rosso come il sangue. Lui stesso prese un assaggio di quel vino. Il riflesso rosso sulla sua facciona tonda e sudata e sul quel sorriso inquietante fece rabbrividire Canime. "Allora miei cari, cosa avete combinato?" Disse con noncuranza sedendosi davanti a loro su un tavolo talmente friabile e spugnoso da parere sughero, l'omone era almeno a due metri da loro  ma i suoi occhietti neri parvero fissarsi su di me come spilli.
Canime aprì la bocca con una balla già pronta ma Holland lo precedette e pulendosi la bocca con un canovaccio incrociò le dita delle mani e lo guardò serio.
" Affari zietto affari"
"Ti conosco troppo bene, Holland. I tuoi "affari" non sono mai di poco conto o senza conseguenze.. fuori dal comune" 
La ragazza rise "Zio Gregor" iniziò "sono fuori, non lavoro più come ladra"
"Lavoro" rose sguaiato lui "lavorare è ben altro mia cara"
"Appunto" disse e poi guardò Canime, con occhi quasi dolci non i soliti viperini o che lo incenerivano.
"Sono in viaggio con la mia dolce metà" così dicendo appoggiò la mano di quella di Jack al quale quasi non andò di traverso il vino, lo sentì nel naso. Quasi si strozzò.
Poi cercando di tenerle il gioco disse " ma cara, pensavo fosse un segreto il nostro! So quanto odi dire.. Insomma, che noi.. Stiamo assieme" disse avvampando e cercando di assumere un'aria indignata.
Gregor rise ancora più agiato rovesciandosi del vino sulla camicia e forse Canime indovinò perché anche se con quel caldo il gigante indossasse abiti neri. Storse il naso ma riprese subito la sua espressione seria.
"Ma non mi dire! Sono felice per te Holly, davvero, non l'avrei mai immaginato che te prima o poi ti mettessi a posto. Dopo tutti questi anni... Dopo gli anni in orfanotrofio in cui sembravi crescere come un erba di giardino selvatica e incolta. Davvero non l'avrei mai immaginato, sono felice" poi guardò il tavolo e parve commuoversi. Si tolse addirittura una lacrima dal l'occhio.
Holland sorrise 
--ma che buon attore-- pensò guardando l'uomo.
Ai tavoli dell'improvvisata taverna buia arrivarono altri ospiti, sembravano tutti stanchi e nervosi dalla giornata. 
Gregor ci salutò e andò ad occuparsi degli altri ospiti 
"Dai, andiamo a risposare"
Salita una scaletta rumorosa presero una stanza 
"Ti dispiace se ne ho presa una unica? Sai, dovevo reggere il gioco e.." Disse lei mortificata 
Lui si schiarì la voce "figurati, anche se potevi avvisarmi del fatto che io sia diventato il tuo nuovo ragazzo, mi era sfuggito tra una fuga e l'altra" disse pungente mentre si voltava dall'altra parte. Ma a Holland non sfuggì la leggera colorazione rosata sulle sue guance.
"Perfetto e sì, scusami" disse lei ridacchiando. Poi li diede un bacio sulla guancia "allora entro un secondo a cambiarmi aspetta e primo turno di doccia per me" e si godette la reazione del socio ladro, era color pomodoro e con un balbettio disse "m..ma stai ancora recitando, vero Holland?" 
Lei non rispose e con un sorriso malizioso arretrò guardandolo negli occhi poi entrò nella stanza lasciando lì impalato 
--devo smettermi di farmi prendere in giro-- pensò il ragazzo con un sospiro sconsolato, poi si sedette davanti alla porta. Quando sentì la doccia in funzione entrò nella stanza. La ragazza aveva lasciato i vestiti sul pavimento in parquet scuro. Anche la biancheria.
Lui avvampò mettendosi le mani nei capelli. --Basta!--
Holland stava sfidando la sua pazienza, lo sapeva bene.
Era sempre stata così. 
Non sapeva niente di lei, nemmeno che fosse stata in orfanotrofio come aveva detto prima il gigante della locanda. Ma sopratutto chi diavolo era lui per Holland? Perché lo chiamava "zietto" con quella vocina viziata che sembrava trapanarli le orecchie?
L'acqua smise di funzionare.
Canime alzò un dito pronto a chiedere alla ragazza dall'altra parte della porta se potesse risolvere i suoi dubbi ma..
La ragazza aprì la porta e finì addosso al ragazzo.
Arrossì violentamente e rimase a bocca aperta un secondo prima di tirare un urlo "CANIMEE, ti avevo detto di aspettare fuori, che ci fai qui!" E dopo aver lanciato un asciugamano in faccia al ragazzo pietrificato entrò di nuovo nel bagno per prendere e un altro da arrotolarsi addosso. Quando uscì il ragazzo era ancora sulla soglia, fermo, con asciugamano in faccia e il dito alzato.
Lei sospirò "puoi muoverti ora, non sono mica medusa che se mi guardi diventi di pietra" 
Lui dopo essersi tolto asciugamano e averlo ridato a lei si schiarì nuovamente la voce guardando verso il basso "scusa. Io.. Io forse è meglio che esca" e fece per uscire sempre senza guardarla ma la ragazza lo afferrò per il bavero della camicia facendolo sbattere leggermente contro il legno "cosa fai? Ora che sono coperta te ne vai, certo" disse lei ridendo "e poi è il tuo turno di farti la doccia, togliti lo sporco di dosso, sembri fatto di polvere e fuliggine, io intanto mi vestirò perché tu non ti scandalizzi nuovamente"
Poi sorrise cattiva dandoli un buffetto  "non volevo bloccarti la crescita pulcino" e li passò accanto
Lui non replicò ma una stilla di ira li comparve negli occhi. Per vendetta si tolse la maglietta di fronte a lei lanciandogliela in faccia scoprendo il torso magro ma nervoso di muscoli, delle cicatrici lo attraversavano in più punti sulla schiena e una particolarmente grande sul torso li raggiungeva il collo, Holland non le aveva mai viste, almeno, aveva visto solo quelle poche visibili ma aveva preferito non far domande, era il loro accorse niente spiegazioni se non strettamente necessario. Non soddisfatto il ragazzo fece scivolare le braghe e la cintura di cuoio nero e metallo per terra rimandando in boxer, fece un gesto di saluto alla ragazza incredula ed andò in doccia sorridendo dell'espressione imbarazzata di lei, le sue pomelle ancor più rosse delle mele di Arrin e la bocca semi aperta.
 Odiava quando qualcuno lo sminuiva ancor di più se si trattava di Holland che si prendeva sempre gioco di lui e della sua pazienza, nonostante la differenza di età riusciva a farsi sempre beffa di lui, così ingenuo nei confronti della ragazzina.
Poi rise un po' sciocco rendendosi conto che forse era la prima volta che era riuscito a far rimanere senza parole Holland.

 --1 a 1 palla al centro-- pensò la ragazza battendosi la mano sul viso ancora rosso di stupore. Che sciocca era stata, doveva andarci piano con Jack.
  
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