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Autore: kioccolat    07/08/2017    2 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 Tiramisù



STUDIO DI PSICHIATRIA – DEGEL DE RIUS
“E quando regalarono L’I Phone 6 a mia sorella, ed il Samsung Galaxy S4 a me, capii definitivamente una cosa. I miei genitori mi avevano adottato! Per quello tutti in famiglia avevano l’Iphone ed io il Samsung….E’ stato terribile venirlo a sapere a dieci anni...”
La stanza era provvista di un’elegante scrivania, sulla quale erano appoggiate tre cornici  in argento e qualche libro, un portapenne ed una lampada. Al muro erano appese le lauree e gli attestati che confermavano il titolo di studio dello psichiatra in questione, ed ai due lati della stanza si trovavano due mini librerie che facevano anche da mobili. Sopra di loro era adagiato un vaso di orchidee.
L’uomo dietro la scrivania si tolse gli occhiali e, massaggiandosi le tempie, guardò severo il suo interlocutore. Tuttavia, quest’ultimo, non sembrava per nulla intimorito da quell’espressione seria.
“Kardia. Ti prego, non scherzare su queste cose. Le persone con depressione potrebbero pensarlo veramente.”
“Certo, certo signor psichiatra!”
Kardia sollevò le mani in segno di resa e Degel, scuotendo la testa, si alzò dalla sua postazione per andare alla finestra e guardare fuori.
“Perché sei qui, nel mio studio?”
“Andiamo a prenderci un gelato?”
“Ma quanti anni hai, due? Accantonando il fatto che io sto lavorando, e che tra poco ho un paziente…tu, non hai nulla da fare durante la giornata?”
 Kardia fece spallucce con una specie di ghigno in volto. Degel si girò preoccupato verso di lui appoggiandosi al muro.
“Non frequentavi l’Università di giornalismo?”
“Già.”
“E perché non sei a lezione?”
Degel osservò l’amico girarsi e fare una strana smorfia. Oh perfetto! Ora quel cretino aveva problemi anche a scuola! Non aveva una vita sociale stabile, non mangiava in modo corretto, gli era calata la vista di un grado poiché stava troppo tempo ai videogiochi e, da quello che immaginava, non stava più frequentando l’Università? Che spreco di essere umano…
Degel rimise gli occhiali rimanendo calmo, si sedette di nuovo davanti Kardia ed iniziò a guardarlo. Cosa poteva fare per aiutarlo?
“Dimmi, Kardia, tu ce lo hai uno scopo nella vita?”
“Ovviamente!”
Degel sorrise sincero appoggiando la schiena alla sedia. Era un passo avanti allora! Chi non ha scopi o obiettivi è perso ma, se Kardia ne aveva uno…beh, era meglio così. Il sorriso dello psichiatra si spense quando vide un ghigno formarsi sul volto dell’amico.
“E quale sarebbe tale obiettivo?
“Entro il prossimo esame, voglio portarmi a letto 15 ragazze!”
“E quand’è il prossimo esame?”
“Fra circa due settimane.”
Sospirò profondamente a bocca chiusa, lo psichiatra. Voleva riportare sulla retta via il suo amico ma… La situazione sembrava più grave del previsto. Appoggiò calmo le mani alla scrivania pensando a cosa potesse fare.
“Hai già iniziato il tuo esperimento?”
“Ovvio, sono a tredici.”
“Che genere di donne…frequenti…di solito?”
Il poveretto scandì bene la parola ‘frequenti’, Kardia sembrò non accorgersene o, in caso contrario fece finta di nulla continuando il suo emozionante racconto.
“Credo le ultime due fossero più grandi di me…giusto qualche anno. Non immagini minimamente quanto è semplice Degy, sono tutte così innamorate e disperate, alla ricerca costante di qualcuno che le faccia stare bene. Basta dirgli qualche parola dolce, ascoltare le loro lamentele sulla vita e puff! Sono ai tuoi piedi! Pendono dalle tue labbra! Una cena fuori, una camminata mano nella mano e portarle a letto diventa una cosa automatica.”
“E tu Kardia? Non sei forse alla ricerca di qualcuno? Questa tua inutile gara non è forse una scusa per trovare qualcuno? Oppure è semplicemente un gioco per aggradare i tuoi piaceri carnali?”
Restò gelato per un attimo. Le parole di Degel lo fecero riflettere un attimo. Lui che cercava qualcuno? Impossibile, non si vedeva bene al fianco di nessuno e poi c’èra ‘quel’ fatto.
Si era promesso di non affezionarsi troppo a nessuno e così avrebbe fatto. Quelle ragazze erano solo una sfida. Il suo amico voleva giocare con la  suo mente, ma non glielo avrebbe permesso. Non stavolta!
“Sono assolutamente sicuro di quello che faccio signor psichiatra. Ho pieno controllo della mia vita.”
“Come venir bocciato all’Università per la seconda volta?”
“Non ti riguarda.”
“Hai detto che ci provi con le tizie innamorate giusto? Voglio proporti una sfida.”
Gli occhi di Kardia si assottigliarono mentre Degel prese in mano il telefono dello studio sistemandosi gli occhiali con un gesto elegante.
“Mia cugina è uscita anni fa da una relazione…complicata. Aveva qualche anno più di lei ed ora penso l’abbia superata. Ma ora credo non voglia più saperne degli uomini...”
Degel fece un leggero sorriso che raggelò Kardia. In qualche modo quel sorriso sul volto dello psichiatra, parve a Kardia l’espressione di qualcuno che aveva vinto una guerra non ancora combattuta.
“Oh, un classico. La disperata che non ci crede più. Accetto caro Degy! Ma poi non ti lamentare con me quando quella li verrà a piangere da te chiedendoti sedute gratis!”
Si alzò sbattendo una mano sulla scrivania. Appena uscito, a Degel comparve un sorriso di compassione. Sia in un caso o nell’altro… Avrebbe dovuto nuovamente lavorare, gratis.
Ora era meglio mettersi all’opera. Le sfide non si vincevano da sole.
 
L’indomani, una bellissima giornata soleggiata, dove il vento non si era risparmiato a tirare (tanto che metà giornale di un vecchietto volò via, ma questo non se ne accorse nemmeno), Kardia era seduto su una panchina in legno da circa dieci minuti. A starnutire. Tirava vento e lui aveva avuto la malaugurata idea di mettersi una maglia a maniche corte. L’unica sua consolazione era che era davvero molto bella e che coi jeans stava da dio.
Guardò l’orologio, aveva appuntamento con ‘quella’ alle 16.30, ma erano le 16.34 ed ancora nessun segno di vita. –La riconoscerai!- aveva detto Degel, ed infatti lui in quel momento si stava immaginando la versione femminile del suo amico, con tanto di treccine e gonnellina a spizzi.
Guardò nuovamente l’orologio e scattarono le 16.35, sbuffò di nuovo per l’attesa di un quarto d’ora. Cominciava ad innervosirsi e la curiosità di vedere questa tipa saliva di secondo in secondo.
Guardò davanti a se e sentì farsi sempre più vicino un ‘Tik Tik Tik’.
“Ma che cavolo succede?”
Si alzò per vedere meglio cosa fosse lo strano rumore. Una ragazza su dei tacchi stava correndo nella sua direzione. Si mise una mano sulla bocca. Sentiva che sarebbe caduta, oh se sarebbe caduta! Quei…cosi…facevano troppo rumore! Si sarebbero rotti, da un momento all’altro! La guardò rallentare man mano che si avvicinava a lui.
Era ipnotizzato dai tacchi, scongiurava Dio che quella tipa si fermasse… Deglutì bisbigliando qualcosa, la paura! Ma come facevano le donne?! Finalmente si fermò!
La ragazza era salva!
Involontariamente fece un sospiro di sollievo unito ad un sorriso. Rimasero l’uno davanti all’altra.
A guardarsi. I capelli di lei erano lunghi fino alle ginocchia ed erano di un rosa molto chiaro, scompigliati probabilmente per via del vento, altrimenti sarebbero stati perfetti. La pelle davvero chiara e gli occhi erano di un bellissimo rosso che tutti avrebbero associato, in modo romantico, al tramonto… Ma a Kardia,  quello sguardo,  ricordò il colore dal sangue. Fece un sorriso leggero poi passò a guardarle il corpo.
Sentendosi abbastanza a disagio, la ragazza indietreggiò di un passo.
“Sono…la cugina di Degel…Piacere, Hydra…”
“Ah! Già, giusto…Kardia. Sono Kardia.”
Kardia ricambiò la stretta di mano che Hydra aveva offerto, si soffermò a guardare il suo abbigliamento. Regnava il bianco. Una maglia a collo alto bianca con disegnini rossi, una cintura rossa ed una gonna sino al ginocchio bianca, anch’essa con disegnini rossi, con uno spacco laterale non troppo alto.
Ma i tacchi erano la cosa che più lo preoccupavano! I stivali le arrivavano fin a poco più su della gonna e l’altezza del tacco, per lui stratosferica, era di…6 cm! Ben 6 cm! Lui sarebbe morto!
“Kardia, davvero un bel nome.”
“Oh, ti ringrazio.”
Hydra sorrise dolcemente mentre l’altro aprì la bocca… era arrivata da qualche secondo e tutto gli sembrava strano. Molto strano.
“Kardia, qua vicino c’è un bellissimo bar. Ti andrebbe di prendere qualcosa?”
“Oh si certo!”
Appena finita la frase, Kardia si morse la lingua. Si era appena sentito un deficiente. Perché aveva messo tutta quell’enfasi nella risposta? Sicuramente era colpa del pranzo. Quel giorno era toccato a Shura cucinare e quella dannata pasta faceva proprio schifo. Si, non poteva essere altrimenti.
Guardò Hydra che si era già avviata verso il bar, sembrò non averci fatto nemmeno caso, e con una breve corsetta la raggiunse.
Il locale Lost Canvas era famoso per essere un bar ed allo stesso tempo un locale dove poter mangiare sia a pranzo che a cena. E fu proprio li che andarono Hydra e Kardia.
Il ragazzo guardava diffidente la cugina del suo amico da dietro il menù, lei, dal canto suo, scrutava attentamente la lista dei dolci.
“Vieni spesso qui, Kardia?”
“Eh? No, effettivamente è la prima volta…la gente che frequento preferisce altri posti.”
“Oh capisco, a me questo locale piace molto ma…ho poche amiche e l’unico che ho pensa solo a lavorare e lavorare.”
Kardia sorrise. Allora non era l’unica persona asociale. Anche le ragazze carine riuscivano ad essere chiuse o a non far avvicinare nessuno. Che strana cosa, aveva sempre fatto il collegamento: bella donna = schiera di amici, maschi o femmine che sia.
Sogghignò mentre il giovane cameriere correva verso di loro. Era talmente di fretta che sbattè su una sedia rischiando di finire a terra ma, fortunatamente, riuscì a riprendere l’equilibrio ed arrivare sano davanti al tavolo dei due. Regulus sorrise, dimenticare le figuracce era una dote di natura…per fortuna.
Prese il fidato blocchetto e volse leggermente lo sguardo a Kardia. Nella lunga carriera di cameriere, durata due mesi, aveva imparato a capire che ordinavano gli uomini, quindi di conseguenza chiedeva sempre a loro.
Per un attimo fra i tre calò un silenzio imbarazzante, da far invidia ad un cimitero.
“Io…io prendo un frullato alla fragola…tu Kardia? Cosa vorresti?”
L’interpellato restò un attimo imbambolato prima a fissare il menù chiuso che Hydra stava porgendo a Regulus, poi Hydra. Cos’èra appena successo? Non si stava rendendo conto di come quella giornata stesse realmente andando.
“Una fetta di tiramisù….grazie.”
Regulus ridacchiò annuendo e corse via per andare in cucina. Questa volta non riuscì ad evitare un ragazzo dalla lunga chioma bionda e fece un volo d’angelo a terra…ma non demorse e prontamente si rialzò pronto ad andare in cucina.
“Certo che assumono gente giovane eh?”
“Già, sembra un ragazzino simpatico. Tu lavori Kardia?”
Il ragazzo si girò di scatto verso Hydra, tanto che i capelli quasi gli andarono in faccia per lo spostamento improvviso d’aria. Lavorare non lavorava, faceva l’università e non sarebbe stata nemmeno una vergogna dirglielo…se non che a 28 anni aveva ricevuto la bocciatura 2 volte di seguito per lezioni saltate. Non poteva dichiarare di girovagare tutto il tempo per la città o di andare a divertirsi con le donne.
“Io vado all’Università, più o menù. Indirizzo di giornalismo. Già. Tu invece Hydra? Sembri così giovane…studi anche tu?”
“Sai che non si chiede l’età ad una ragazza vero? E poi non mi hai detto la-”
“Ventotto.”
Sorrise maliziosamente, non perché volesse realmente conoscere l’età di Hydra. Ma perché almeno avrebbe zittito quella maledetta ragazzina che, con quell’espressione angelica, sembrava saper tutto. Certo che lo sapeva che non si chiedeva l’età! Ma figuriamoci se andava a preoccuparsi di un dettaglio simile!
Il sorriso gli morì un attimo dopo. Si era fregato da solo.  Dicendo di avere ventott’anni aveva praticamente ammesso di essere stato bocciato. 3 volte, ma la terza era preferibile non raccontarla. Che amarezza…
Guardò la reazione di Hydra e fu una piccola risata divertita.
“Venticinque. Io ho venticinque anni, lavoro part-time in un negozio di abbigliamento come commessa. Ci lavoro soltanto di mattina e di pomeriggio due giorni a settimana. Frequento un corso di teatro e presto voglio dare un provino per il ruolo di protagonista in un famoso spettacolo…mentre la domenica insegno catechismo a dei bambini. Tu hai qualche interesse o…frequenti qualche sport?”
Kardia non riuscì a trattenere una faccia schifata. Catechismo? Seriamente? Si era incontrato con una ragazza che andava a messa tutte le domeniche, magari donava il sangue, forse faceva la carità e dava il 5 per mille alla chiesa cattolica…o era l’otto? Non ci aveva mai prestato troppa attenzione a quelle robe.
Ma la risposta alla domanda di Hydra tardò molto ad arrivare. Di sport non ne faceva, e di interessi al momento  aveva i videogiochi, vedere la tv e farsi le donne ma… non era esattamente qualcosa di carino da dire.
“…Film. Si.”
“Oh, sei un appassionato di cinema! Dimmi quali sono i tuoi generi preferiti? A me piacciono molto le commedie ed i thriller. Non disdegno nemmeno gli horror però.”
Kardia annuì guardandola perplesso. Lui doveva ancora capire la differenza fra Thriller  ed avventura e lei gli chiedeva il suo genere preferito? Poi Hydra aveva detto tutti i generi che lui conosceva. Insomma…non poteva sembrare così monotono e ripetere le sue stesse cose! Sarebbe stato banale! Cercò di portare alla memoria ogni singolo ricordo delle precedenti uscite con le ragazze e…si ricordò un genere! Si! Ce l’aveva fatta!
“I miei preferiti sono i film d’amore.”
“Non…mi sembravi un tipo da film d’amore…”
“Ma tu pensa…nemmeno io…”
Le ordinazioni finalmente arrivarono, ed il piattino del tiramisù fu servito con garbo davanti Kardia. Quest’ultimo guardò il dolce di sbieco. Doveva ricordarsi perché aveva preso quel dannato coso dato che nemmeno gli piaceva.
“Ecco a lei signore, spero possa essere di suo gradimento.”
Regulus poggiò con grazia e gentilezza il frullato davanti ad Hydra, con tanto di cannuccia rossa e bianca.
“Mi auguro che il frullato la soddisfi, signorina.”
Regulus sorrise ancora e, dopo aver guardato i due con espressione sognante, se ne andò pronunciando parole incomprensibili al genere umano.
Hydra, tutta felice, iniziò ad assaggiare il suo frullato, la cosa più buona del mondo, la definiva lei. Lo aveva scoperto per caso e, anche se poteva gustarlo raramente, ogni volta si faceva avvolgere da quel sapore così dolce e gustoso…nemmeno lo avesse fatto sua nonna.
Kardia, dopo aver visto la ragazza su di giri per un frullato, guardò il suo sospettoso tiramisù. Gli portò alla mente quegli orribili ricordi che tanto aveva cercato di seppellire con fatica, senza successo. Ne prese un pezzetto con il cucchiaino e cercò, piano, di avvicinarlo alla bocca.
Piano. Molto piano. Arrivato davanti…masticò da uomo ed inghiottì? No…riposò il cucchiaino chiudendo gli occhi con autocommiserazione.
Hydra lo guardò sorridendo.
“Kardia?”
“Che vuoi?”
“Perché non lo mangi?”
“Perché mi fa impressione.”
“Impressione?”
Il ragazzo guardò fuori scansando il piattino a destra. Se ci fosse stato quel babbeo di Shura sarebbe riuscito con la forza a scambiare il frullato con il tiramisù. E sicuramente non si sarebbe impicciato tanto.
Ma con Hydra, che aveva quell’espressione da... gentile e ingenua, (in più faceva catechismo, CATECHISMO!), non se la sentiva. 
“Da piccolo…mi è accaduta una cosa tremenda…”
 
***
18  ANNI PRIMA.

“No, mi dispiace Dohko, ma penso che il Tiramisù che fa mia madre sia più buono dei tuo strani dolci giapponesi.”
“Cinesi Kardia! Sono cinesi! Io sono cinese! Quante volte devo ripetertelo!?”
“Cinese, giapponese…è la stessa cosa. Mangiate sempre il riso no? Quindi non vedo la differenza.
Ora scusa, vado a casa…devo finire i compiti.”
Kardia se ne andò con un sorrisetto maligno lasciando Dohko in compagnia di un ragazzino dai capelli verdi e dalle strane sopracciglia. Quest’ultimo non poté che mettere la mano sulla spalla del suo amico in segno di supporto. Tuttavia la levò immediatamente quando vide l’espressione adirata accompagnata da un lieve sorriso. Si metteva male.
Il giorno seguente, mentre Kardia giocava felice con i secchielli di sabbia al parco giochi, insieme all’immancabile amico Degel, Dohko ed il bambino dai capelli verdi si avvicinarono.
Il primo aveva un bel sorriso. Il secondo un bel muso.
“Kardia, amico mio. Ieri avevi ragione tu. Cinese o giapponese non fa molta differenza, che vuoi che sia?”
“Oh Dohko, l’hai capita!”
“Per farmi perdonare ho comprato al market, con la mia paghetta, un tiramisù in scatola. Non sarà buono come quelli di tua mamma ma…spero ti piaccia. Mangia pure.”
Dohko porse a Kardia la confezione dove vi era anche una piccola posata. L’amichetto di Dohko corse via appena Kardia prese la scatola. Quando mise il primo boccone in bocca…divenne blu. Sputò immediatamente dallo schifo.
“Tiè! Ti sta bene! Ho sostituito lo strato centrale con della sabbia così impari! Brutto cattivo!”
Dohko corse va ridendo. E Kardia scoppiò a piangere.

***

“Da quel giorno non mangiai più tiramisù, è come se quel dannato mi avesse lanciato addosso una maledizione impossibile da cancellare…io vorrei…ma davvero! Non ce la faccio…”
“Deve essere stato terribile…Mi dispiace…”.
Hydra mise una mano sull’avambraccio di Kardia per consolarlo. Era…perplessa. Non sapeva come interpretare la cosa. A lei naturalmente sembrava un fatto ridicolo ma capiva, più o meno, che per lui…era stato…shokkante? In passato anche lei aveva avuto il suo momento di debolezza, fortunatamente l’aveva superato... In parte. Era sicura che anche Kardia ce l’avrebbe fatta.
Il resto del tempo passò veloce fra chiacchiere varie e risate che permisero di conoscersi leggermente meglio.
Quando arrivarono le sette il ragazzo era pronto. Avrebbe attuato la fase B del suo piano. Non tutto era andato come previsto ma da adesso, avrebbe fatto quattordici! La serata stava iniziando! Ci sarebbe stata una bella cena e poi il momento clou!
“Hydra, conosco una bella pizzeria vicina. Già che ci siamo possiamo cenare insieme. Ti andrebbe?”
Kardia sfoggiò un sorriso seducente a cui nessuna donna avrebbe potuto resistere mentre  sventolò leggermente i capelli. Era bello. Lo sapeva e ne approfittava, anche troppo forse.
Aspettò lo sguardo dolce di Hydra posarsi su di lui. Sorrise, la ragazza. Dolce e cordiale, non era  il suo solito tipo di donna ma…c’èra sempre una prima volta.
“Kardia, oggi mi sono trovata molto bene con te. Ma questa sera sono impegnata con un’altra persona. Ora scusami…rischio di arrivare tardi, buonanotte.”
Si avviò alla fermata del bus più vicina mentre lui restava solo. A guardarla andar via. Senza coraggio di ribattere. In qualche modo si sentiva friendzonato. Davvero gli aveva detto di no? A lui? Perché? Con chi doveva andare? Assottigliò gli occhi irritato.
“Hai vinto una battaglia, ma la guerra non è ancora finita.”



ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Sono stati introdotti tre nuovi personaggi, Degel, Kardia ed Hydra. Come avrete capito questa è la ‘seconda storia’, cosa ne pensate? E ditemi cosa ve ne pare di Hydra? Come la considerate in questo primo capitolo di apparizione?
Quali oscuri misteri (?) nasconderà la cugina di Degel?
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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