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Autore: orchidee    08/08/2017    1 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 20 La situazione con Riccardo sembrava non sbloccarsi. Il bambino aveva ritrovato la serenità e il suo equilibrio. Era felice di passare il tempo con il padre, il loro rapporto diventava sempre più forte, e anche con la madre tutto era tornato alla normalità, ma sembrava ancora infastidito quando i due si incontravano e la cosa non era sfuggita a nessuno dei due. Per il bene del bambino non avevano più accennato al loro rapporto lo vivevano clandestinamente cercando di ritagliarsi del tempo soli. I giornali avevano dirottato l'interesse verso altri personaggi dell'alta società, dando modo ai due di non affrettare i tempi con il bambino. Non era certamente la situazione ideale, ma i due cercavano di godere dei momenti insieme cercando di trovare i lati positivi. “Non vedo l'ora di tornare la prossima settimana... Mi sembra di essere tornati ai tempi dei nostri primi incontri...” “Quando mi nascondevi dalla vista della gente perché ti vergognavi di me, dottor Mendoza?” Scherzò Betty “No, ai momenti in cui ti scoprivo, mi innamoravo di te! A quando la tua dolcezza, semplicità mi fecero scoprire che donna meravigliosa tu fossi, mostro!” “Come sei romantico mio caro dottore...” Ed era vero. Il fatto di doversi nascondere permetteva loro di vivere ogni istante in maniera speciale anche se entrambi desideravano potersi mostrare al mondo per ciò che erano, una cosa sola. “Tesoro, lo sai, mi ha chiamato zia Sara, mi ha chiesto di essere la madrina di Etienne?” “Cosa significa mamma?” “È un ruolo molto importante sai? Ogni bambino ha una persona speciale a cui rivolgersi quando ha una difficoltà. Tu hai zio Gerard e zia Sara. Per loro sei speciale e vorrebbero che io fossi un po' speciale anche per il loro bambino” “Va bene, ma cosa devi fare?” “Andremo a Cartagena tra qualche giorno e noi tutti, andremo in un posto speciale dove un uomo benedirà il piccolino. E io sarò incaricata di aiutarlo nel caso ne avesse bisogno! Sarà un momento importante.” “Andiamo a Cartagena?” disse il bambino eccitato dall'idea di tornare in quella che sentiva ancora casa. “Già, proprio così. Rivedrai gli zii, Luciano e i tuoi amici! Dimmi tesoro ne sei felice?” “Sì mamma, tanto!” “Molto bene. Non staremo via molto, lo sai che devi andare a scuola e la mamma non può assentarsi per molto tempo dal lavoro, però ci divertiremo. Pensavo che potremmo fare anche un giro in barca con Luciano...” “Siiiiiii allora quando andiamo?” “Abbiamo l'aereo tra tre giorni. Io devo sistemare qualche cosa in ufficio, e poi ci sono le valige da preparare, devi salutare i tuoi amici e anche papà!” “Lui non viene?” “No amore! Ma se ti va domani sera puoi stare a casa con lui... Così lo saluterai come si deve e non sentirà troppo la tua mancanza!” “No!” “Non lo vuoi salutare? Sei arrabbiato con lui?” “No, non voglio andare a Cartagena senza il papà!” “Riccardo, dobbiamo andarci invece. Ti ho spiegato che è molto importante!” “Io non voglio stare senza il mio papà!” “Preferisci rimanere con lui? Speravo che avremmo potuto divertirci al mare...” “Non fa niente!” “Allora più tardi chiederemo al tuo papà di ospitarti fino al mio ritorno!” “Mamma no! Non voglio che vai via! Non voglio lasciare papà!” “Riccardo io non voglio deludere gli zii. Tu a loro vuoi bene, vuoi che ci rimangano male? No? Bene, allora io devo andare a Cartagena. Capisco che tu voglia stare con il tuo papà e puoi decidere se restare qui, con lui, oppure venire con me! ormai sei un ometto e devi capire che ci sono delle scelte da fare!” “Perché non diciamo al papà di venire con noi...” Disse il bambino in modo supplichevole e speranzoso. “Perché non si può. Lui ha la sua vita, noi la nostra!” Il bambino non capiva perché fosse tanto difficile come soluzione. Acconsentì a malincuore di partire con la mamma, ma poi nel momento in cui salutava il padre ricominciò a piangere e ad implorare “Papà vieni con me! Non lasciarmi da solo!” "Ehi, che succede? Non sarai solo! C'è la mamma con te e poi vedrai tanti amici... Riccardo perché piangi?” “Perché non vieni con noi? Non mi vuoi più bene?” “Questo mai! Tu sei la persona più importante che esista per me!” “Allora vieni!” “Vedi tesoro, so che la mamma ti ha già spiegato che non è possibile! Davvero sai, mi mancherai tantissimo ma presto sarai ancora qui e poi ci sentiremo tutti i giorni!” Il bambino restò in silenzio per tutto il tragitto che Armando percorreva per riportarlo dalla madre. Non avrebbe voluto vederlo soffrire, lo salutò abbracciandolo e dicendogli che gli voleva bene, ma lui tacque. Non si comportò diversamente con la madre durante la serata che precedeva il viaggio. Armando e Betty si salutarono la sera stessa nel loro piccolo albergo fuori città, un po' preoccupati per la reazione del bambino che in genere era sempre molto tollerante. Il viaggio andò bene, tanto che sia Betty che Armando si tranquillizzarono. I due si divertirono molto e Riccardo fu distratto da tutte le attività che avevano intrapreso. Anche durante le telefonate col padre era sereno. Durante il viaggio di ritorno Betty fu spiazzata da una domanda del figlio “Mamma, tu e il papà vi volete bene?” “Sì, piccolino, tanto, ma tu non devi preoccuparti! Tu sei molto più importante di me e del papà e le cose non cambieranno!” “Vi volete bene come gli zii? Loro sono sempre insieme. Anche Nicola e Marcella sono sempre insieme.” “Amore mio! Io e il papà ti abbiamo giurato che le cose non sarebbero cambiate. Noi ci vogliamo bene proprio come gli zii e Nicola e Marcella, però vogliamo solo che tu sia sereno e felice!” “Mamma, ma se... Se tu e il papà vi volete bene così, la prossima volta che andiamo da qualche parte magari può venire anche lui...” “Vedi tesoro, noi ci vogliamo bene ma non siamo insieme come gli zii. Loro sono una famiglia e per questo motivo che li vedi sempre vicini.” “Anche io voglio che state insieme come gli zii, perché il papà mi è tanto mancato e io voglio stare sempre con lui, ma anche con te... Proprio come Giulio! Così possiamo andare in barca, perché il papà ha detto che gli piace...” “Riccardo, ricordi quando io e papà ti abbiamo detto che ci vogliamo bene? Tu non eri contento, è cambiato qualcosa?” “Io non voglio stare senza di lui...” “Ne sei sicuro? Davvero ti piacerebbe che la mamma e il papà stessero vicini come gli zii e Nicola e Marcella?” Riccardo annuì e sorrise alla madre che aveva il cuore che batteva all'impazzata per l'emozione. Il suo sogno si stava realizzando? “Ascolto piccolino, quando saremo a casa ne riparleremo, ok? Ora non pensarci più!” “Va bene mamma... Io sono sicuro, ma solo se mi volete bene lo stesso e potrò giocare sempre con il papà... Non voglio che vi dimenticate di me... Se vi volete bene voi, magari non ne volete a me!” “No, tu sei la mia vita! Ti amerò per sempre e immensamente e per papà è la stessa cosa. Noi ci vogliamo bene in un modo diverso sai? Ma ti giuro che la nostra famiglia sarà felice! Tu sarai felice! ora prima di atterrare riposa un pochino, vuoi?” Riccardo fu tranquillo per tutto il volo, giocò con i suoi soldatini e non fece più cenno a quanto richiesto alla madre. Quando arrivarono a casa il piccolo corse in camera sua e chiese a Lucia di aiutarlo a sistemarla. Era infatti deciso a far spazio per il padre, ormai convinto che sarebbe andato a dormire con lui da quel momento. Betty si sedette sul letto del bambino e cercò di spiegargli che non era necessario sistemare la camera. Che quando il papà sarebbe andato a vivere con loro avrebbe avuto uno spazio tutto suo nella sua camera che era più grande e con un armadio che poteva contenere tutti i suoi vestiti, che però non sarebbe successo quel giorno. Gli spiegò che prima di vivere tutti e tre insieme era necessario sistemare tante cose. Al bambino sembravano problemi inesistenti ma la madre gli spiegò che i grandi hanno delle responsabilità diverse e che perché tutto andasse bene dovevano agire con criterio e pensare a tante cose. Il bambino si convinse ma era evidente che fosse impaziente di iniziare quella nuova avventura tutti insieme. “Riccardo, io sono molto contenta che tu abbia deciso di accettare che io e il papà ci vogliamo bene, però ricordati che quando ne parlerai con lui non potrai più cambiare idea! Vedi, tesoro, noi ci impegneremo tanto perché tutto funzioni, ma tu devi sapere che se io e il papà cominciassimo a stare insieme come gli zii e Nicola e Marcella, le cose cambieranno. Dovremo dividere la casa con lui, e tante altre cose a cui forse non pensi. E se non ti piacesse non potremo semplicemente tornare indietro, capisci? Perché sarebbe tanto doloroso per me e papà! Quindi te lo chiedo ancora! Sei sicuro di volere che io e papà stiamo insieme come gli zii?” “Sì mamma! Io voglio solo che tutto sia come per Etienne e Giulio! Voglio stare sempre con voi. Non solo con te o solo col papà! Ti prometto che non cambierò idea!” “Lo sai che ti voglio tanto tanto tanto bene? Sei proprio un ometto meraviglioso! Il tuo papà ne sarà felice come lo sono io!” “Lo chiami? Gli dici di venire a casa?” “Tesoro, papà è al lavoro! Magari lo chiamiamo stasera e ci mettiamo d'accordo per vederci domani sera. Tu non hai voglia di riposare un po'?” “No, non sono stanco! Chiamalo e digli di venire qui a mangiare stasera! Ti va?” “Va bene, ma stasera andrai comunque a letto presto! Anche se ci sarà papà, voglio che tu sia ubbidiente e che quando ti dirò di andare a dormire tu lo faccia! Intesi?” “Siiiiii sarò bravissimo! Adesso chiamiamolo!” Betty compose il numero di Armando che sapeva del loro ritorno, ma aveva preso accordi con Betty per vedere il bambino il giorno dopo e si stupì quando lo invitò a cena. Era infatti da quel giorno in cui avevano parlato del loro amore al figlio che le occasioni in cui avevano passato tempo insieme si erano ridotte al solo incontro per le visite a Riccardo. Ne fu però felice. Lei non gli accennò il motivo, sperava di sorprenderlo e poi voleva guardarlo negli occhi quando Riccardo gli avrebbe detto le stesse cose che aveva detto a lei! Armando scappò dall'ufficio un po' prima e corse a comprare un piccolo regalo per il figlio e dei fiori per la donna che amava. “Buona sera dottore, prego si accomodi, Riccardo la sta aspettando in giardino...” “Salve Lucia, la signora non c'è?” “Sì certo, credo vi raggiungerà presto, abbiamo finito da poco di sistemare i bagagli e si è concessa un bagno, ma la prego entri. Metto i fiori in un vaso se vuole...” “Sì grazie, vado da mio figlio!” Riccardo corse ad abbracciare il padre che ricambiò stringerlo forte. Gli diede un bacio e gli porse il regalo che il piccolo scartò subito. Era un libro di favole. “È proprio bello papà! Grazie! Me lo leggerai la sera prima di dormire!” Armando gli sorrise, poi gli chiese di raccontargli tutto quello che avaveno fatto a Cartagena e il bambino gli raccontò del battesimo a cui però si era annoiato, della gita in barca, delle nuotate in mare e tutte le altre cose. Erano talmente impegnati che non si accorsero che nel frattempo Betty li aveva raggiunti in giardino e li guardava sorridendo! “Mamma, guarda che bel libro mi ha regalato il papà! Ci sono le figure e le parole e mi ha promesso che me lo leggerà tutte le sere prima di dormire...” “È davvero bello! Anche i fiori sono molto belli Armando!” Disse Betty sorridendo all'uomo che amava da sempre. “Bentornata Betty. Come stai? Sono felice di veder... Di vedere Riccardo!” “Spero tu sia felice di vedere anche me!” Armando avrebbe voluto baciarla, ma si trattenne e le disse solo che sì, era felice di rivederla e di non preoccuparsi perché aveva fatto attenzione che nessuno avesse visto dove andava, alludendo ai giornalisti. “Ne sono sicura! Ho sempre contato sulla tua discrezione... Riccardo, immagino tu non abbia detto a papà quello che hai detto a me vero?” “No, non ancora perché gli ho detto quello che abbiamo fatto a Cartagena! Ma adesso glielo dico! Papà io voglio che tu e la mamma stiate insieme come gli zii... Tu non li conosci? Allora come Nicola e Marcella che sono sempre insieme e Giulio è contento perché sta con tutti e due non con la mamma e con il papà... Allora ho detto alla mamma che voi due dovete fare così, come loro e io non devo scegliere con chi stare... Tu hai detto che vuoi bene alla mamma, lei ne vuole a te e se state insieme io sono contento! Ma mi giuri che anche se c'è la mamma giochiamo lo stesso? Che mi leggi le storie lo stesso e che mi vuoi bene anche se c'è lei?” Armando parve non capire subito, guardò Betty che lo guardava felice e non riuscì a parlare. “Armando, ne è sicuro! Me lo ha detto con convinzione! Non ci dobbiamo più nascondere! Possiamo stare insieme e lui ne è felice!” Armando prese in braccio il figlio e lo fece girare tenendolo in alto, il bimbo rideva divertito mentre ad Armando scendevano delle lacrime dagli occhi! “Amore mio davvero? Davvero vuoi che diventiamo una famiglia? Una famiglia vera?” “Sì sì! Ma la mamma non vuole che vieni a vivere con noi...” Betty scoppiò a ridere vedendo lo stupore dipingersi sul volto di Armando “Riccardo! Non ho detto questo! Ho detto che per adesso non vivremo insieme! Che dobbiamo sistemare tante cose e farlo per bene in modo che quando staremo qui, tutti e tre, sia tutto perfetto! Armando, non guardarmi così...” Armando guardò il figlio e gli chiese “Tesoro, i tuoi zii si danno dei baci? Posso darne uno piccolo piccolo alla mamma?” Il bambino annuì e vedendo il padre sfiorare le labbra della madre che sembrava felice cominciò a ridere prendendoli in giro! Fu la più bella serata che Betty e Armando avessero mai vissuto. Cenarono insieme scherzando e ridendo. Riccardo voleva riprogettare la casa convinto che fosse necessario. Betty lo convinse che sarebbe stato tutto molto più semplice poi, gli ricordò che aveva promesso di andare a letto presto e il padre gli garantì che il giorno successivo sarebbero usciti tutti e tre insieme a mangiare la pizza, poi prima di dormire gli lesse una favola, una delle innumerevoli che gli avrebbe letto da quella sera in avanti. “Betty, è tutto vero? O sto solo sognando?” “No dottore, è tutto vero! Tuo figlio vuole che diventiamo una famiglia...” Armando la baciò, ma non come prima, fu un bacio vero è pieno di passione. “Dottor Mendoza, mi sei mancato così tanto, mi sono mancati i tuoi baci...” “Dottoressa, tu mi sei mancata tutta!” Fecero l'amore è fu bellissimo. Entrambi si sentivano sereni e la sensazione di tradire la fiducia del figlio era completamente sparita. Armando non rimase a dormire, sapeva che ormai sarebbe stata una questione di poco tempo. Presto avrebbe passato la vita felice con il figlio e la donna che amava più della vita. “Mammina, papà non c'è!” “Tesoro, è a casa sua, ieri sera dopo che ti sei addormentato è andato la! Non fare quel facciano triste, ti ho spiegato che per ora devi accontentarti!” Riccardo non troppo entusiasta rispose “Sì, me l'hai detto... Perché non andiamo a trovarlo noi adesso?” “Perché papà deve lavorare. Anzi credo che a quest'ora sia già in ufficio.” “È lontano? Noi non possiamo andare?” “Sai che ti dico? Va bene! Così saluteremo anche Nicola e Marcella, il signor Ugo e le ragazze! Ora finisci la colazione, poi ci prepariamo e andiamo! Sei contento?” “Tantissimo! Tu puoi salutarlo, poi mi lasci lì va bene?” “Vedremo! Intanto se continui a parlare la colazione non si finirà da sola e noi non ci muoveremo da qui!” Betty salutò Wilson che scherzò un po' col piccolo poi entrò nella reception dell'Ecomoda. “Buongiorno signorina, può avvertire la signora Marcella o il signor Nicola che sono passata per un saluto?” “Il dottor Mora è uscito poco fa, ora chiedo se la dottoressa è disponibile.” Disse quella un po' nervosa, era evidente che non trovava simpatica Beatrice, fin dalla prima volta quando quell'antipatico di Ugo l'aveva accolta come se fosse una regina, lui che non le rivolgeva nemmeno la parola se non per fare qualche battuta sul suo modo di vestire. “Salga pure, la dottoressa la aspetta...” “La ringrazio molto...” Sandra e Mariana le corsero incontro e poi rivolte al bambino fecero un sacco di moine e complimenti, il piccolo sembrava divertito ma chiese subito dove fosse il padre. Le due gaurdarono Betty che le tranquillizzò con un'occhiata. “Betty... Ma che bella sorpresa! Ciao piccolo Riccardo! Come stai” “Ciao Marcella, dov'è Giulio?” “A casa, con la sua tata. E tu? Ti sei divertito dagli zii?” Ciao amica mia, come mai questa visita?” Disse Marcella salutando Betty con un bacio “Riccardo mi ha chiesto di vedere suo padre al lavoro, ne ho approfittato per salutare te e il mio amico, e naturalmente il signor Ugo... Ma Nicola, ho saputo che non si trova qui...” “No, aveva degli appuntamenti da dei clienti, penso farà tardi, ma magari possiamo organizzare una cena per stasera... Immagino che Riccardo starà con Armando, giusto?” “Non sbagli, ma... Ugo?” “Ugo è in atelier, ti va se beviamo un caffè noi tre insieme?” “Sì, ma vorrei prima parlarti un momento da sola, ti va?” “Certo... Ma va tutto bene?” “Certamente! Tranquilla, accompagnamo Riccardo da Armando e poi parliamo un po'.” Betty bussò alla porta di Armando che corse ad abbracciare il figlio e lo prese per mano e salutò Betty imbarazzato non sapendo bene come comportarsi. Fu lei a rompere il ghiaccio dandogli un lieve bacio sulle labbra. A quel punto era Marcella ad essere confusa. La curiosità della donna durò poco, Betty le raccontò quello che era successo il giorno precedente, il desiderio del figlio e di come avesse reagito Armando. “Oh, Betty, è fantastico! Ora potrete uscire dall'ombra, non dovrete più nascondervi! Prima sono stata indiscreta con l'invito a cena, ma non immaginavo che le cose fossero evolute... Ne sono felice, amica mia! Davvero!” “Tranquilla! Non preoccuparti! Però credo che per qualche giorno ceneremo a casa. Riccardo si dice sicuro ma prima di fare passi più grandi di noi, vogliamo che si abitui a poco a poco...” “Quindi per ora farete i fidanzatini? Sarà divertente vedere Armando impegnato a corteggiarti coinvolgendo vostro figlio!” “No ha bisogno di corteggiarmi... Sai bene che il mio cuore gli appartiene! Dimmi sei davvero convinta che ciò che sta accadendo sia una cosa positiva?” “No, Betty, non è positiva! È l'unica cosa giusta! Avete lottato, litigato, vi siete odiati, ma non avete mai smesso di amarvi, io lo so! E ora è arrivato il momento della felicità! Nicola sarà più felice di me!” “Per me la tua opinione conta molto, lo sai... E ora dovrò dirlo al signor Ugo! L'ultima volta che l'ho visto, prima di partire per Cartagena, mi ha consigliato di trovare un marito tra i surfisti sulla spiaggia... Oh, temo che non ne sarà felice!” “Certo che non lo sarà! Ti vuole bene, molto bene e non è un fan di Armando, lo sai bene! Del resto ha cercato di far cambiare idea sul matrimonio anche a me, nonostante fosse il testimone di Nicola. Lui fa così, cerca di proteggere le persone a cui tiene, e noi due siamo le sue amiche, le sue quasi sorelle! Sai una cosa? Mi piacerebbe organizzare una serata solo per noi tre, uscire, mangiare qualcosa e andare a ballare... Che ne pensi? Io non esco da un sacco di tempo, tu nemmeno, e Ugo ti rimprovererà molto meno se gli promettiamo di fare l'alba! Tra l'altro mia sorella è in città per qualche giorno, lo so che non è la donna più brillante del mondo, ma sarebbe carino, no?” “Sarebbe fantastico! Armando e Nicola potrebbero stare con i bambini e noi ci divertiremmo tantissimo! Chiama Ugo! Così ci beviamo un caffè e ne parliamo! Ah, e a me tua sorella piace, lo sai! La trovo simpatica ed è anche sempre stata gentile con me! Forse perché non vede nessuno come un essere umano ma come un unicorno...” “Ehi! La tua è una frecciatina su come ti trattavo? Eh? Ricorda che mi hai rubato il fidanzato! È ora lascia che chiami Ugo!” Le rispose divertita Marcella. I tre chiacchierarono e come previsto Ugo consigliò a Betty di scappare prima che fosse tardi, ma poi si addolcì e le fece le congratulazioni. Organizzarono così la serata e mentre ne parlavano la porta si aprì ed entrarono Riccardo ed Armando. Il bambino corse ad abbracciare Ugo che fingendo di non volersi stropicciare la camicia lo prese un po' in giro. Il bambino gli raccontò che presto suo padre sarebbe andato a vivere con lui e Ugo, con uno sguardo fulminò Armando “Ma senti... E tu ne sei felice? Perché tu hai la fortuna di avere una mamma speciale sai? Le vedi queste due signore? La mamma e March? Ecco, loro sono le due signore più meravigliose che esistano... E voi due, sì, dico a voi signore, lo sapete vero, che sareste fantastiche donne, madri e manager meravigliose anche senza le vostre zavorre? Eh? Oh guarda è arrivato anche il presidente... Eccone un altro Riccardino mio! Li vedi loro? Loro invece senza la tua mamma e March, sarebbero solo due omini tristi...” Riccardo che non capiva molto di quello che il suo amico diceva, rideva come un matto perché Ugo, mentre parlava gli faceva il solletico, e poi era sempre divertito dal modo di fare di quello strano amico della mamma. “Buongiorno, c'è una riunione e non ne sono stato informato?” “In realtà sì amore mio, ma voi tre non siete stati invitati, organizzavamo una serata solo per noi tre a cui si aggiungerà mia sorella, voi rimarrete a casa con Giulio a fare quello che più vi aggrada” Disse Marcella indicando il marito, Armando e Riccardo. “Allora io, il papà, Nicola e Giulio andiamo allo zoo!” “Va bene, però ora, dobbiamo salutare tutti, e tornare a casa! Loro devono lavorare e noi dobbiamo fare la spesa per la cena di questa sera! Ciao Nicola, Marcella ti racconterà un paio di cose e spero ne sarai felice... Signor Ugo, allora ci vediamo sabato e... Marcella, grazie!” I presenti salutarono Betty e Riccardo che si diressero, seguiti da Armando verso l'uscita. “Allora ci vediamo più tardi! Ti voglio bene... Betty, a dopo...” “Dimmi Armando, non mi saluti con un bacio per pudore o perché la ricezionista smetterebbe di guardarti con quegli occhietti pieni di... Lo sai senza che te lo dica!” “La seconda, dottoressa Beatrice, la seconda cosa!” Rispose Armando ridendo, poi la avvicinò a sé e le diede un piccolo bacio sulle labbra, senza preoccuparsi dello sguardo deluso della ricezionista. “Beatrice, buonasera! Sono Margherita, la madre di Armando...” “Signora Margherita, come sta?” “Beatrice, la chiamo perché Armando ci ha detto che tra qualche giorno verrà a vivere con voi... Ecco, io volevo solo dirle che ne sono felice! Non importa come sia nata la vostra storia, ma... Ecco io vorrei dirle che mio figlio la ama molto e che da quando l'ha conosciuta, tanti anni fa, è cambiato, è diventato un uomo! Lei l'ha reso quello che è oggi, un uomo di cui andare orgogliosi e vorrei ringraziarla. Anche per Riccardo che è un bambino meraviglioso e ci rende davvero fieri di essere i suoi nonni... Io e mio marito abbiamo deciso di tornare a vivere a Bogotà... Torneremo tra qualche giorno e ci farebbe piacere se veniste a cena da noi e... E spero vorrà darci modo di passare del tempo tutto per noi con Riccardo!” “Signora Margherita, sono io a ringraziarla per le sue parole... Non avrei mai osato sperare di sentirle! Riccardo potrà passare tutto il tempo che vorrete insieme a voi! Siete i nonni! Ma vorrei che foste voi nostri ospiti, a casa nostra, mia e di Armando...” “Certo Beatrice, posso darti del tu?” “Certamente...” “Ecco, Roberto non sa come sia nata la vostra storia, diciamo che il fatto che voi abbiate concepito Riccardo per lui è stato un po' strano, voglio dire, non sapeva che voi vi amavate già da tempo, io non ho voluto dargli delle spiegazioni e nemmeno Armando l'ha fatto... Vorrei che anche tu fossi vaga, Roberto e Armando oggi hanno un ottimo rapporto, ma se sapesse quello che successe, la lettera, gli intrighi, beh, faticherebbe a guardarlo nello stesso modo! Non voglio che né lui né Armando ne soffrano!” “Non si preoccupi signora Margherita, le prometto che non accennerò a quanto accaduto. Nemmeno io sono fiera di quello che abbiamo combinato. Abbiamo fatto entrambi degli errori, ma abbiamo deciso di chiudere con il passato!” “Armando ha sempre avuto ragione su di lei! È una donna speciale!” Betty si commosse e anche per la signora Margherita fu un momento toccante.
   
 
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