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Autore: EiryCrows    08/08/2017    1 recensioni
Il roseo appoggiò una borsa sul tavolo della cucina.
- Quando avevi intenzione di dirmelo?- gli lanciò un'occhiataccia furiosa, continuando a stringere il fagottino tra le braccia.
- Quando avevo intenzione di dirti cosa, esattamente?- rispose il corvino esasperato, alzando le braccia al cielo.
Di cosa diamine stava blaterando?
Gumball lo osservò con la sua tipica espressione arrabbiata; tipica di quando Marshall si dimenticava di fare qualcosa che l' altro di aveva chiesto di fare incessantemente.
- Quando avevi intenzione di dirmi che hai una figlia?- ringhiò, allargando leggermente le braccia da cui spuntò un paffuto visino rosa immerso nel sonno.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marshall Lee
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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~ Little Bunny ~

Il campanello trillò, risuonando per tutta la casa.

Marshall mise via lo spartito, adagiandolo sul tavolino e sbadigliò sonoramente.

In genere era lui che dimenticava le chiavi dell'appartamento o forse il suo compagno aveva le mani piene di buste e non poteva frugare nelle tasche dei jeans.

Un' altra scampanellata incessante gli ricordò che se non voleva litigare con il suo amato avrebbe fatto meglio a sbrigarsi e a non lasciarlo a lungo dietro la porta.

- Arrivo! Arrivo!- si alzò in fretta dal divano, grattandosi la nuca e aprì la porta con un sorriso che si raggelò all' istante.
- Gumball, dimmi che quello che hai tra le braccia, non è un altro cucciolo bisognoso - sospirò notando il fagotto stretto al petto.
- Non lo so, perché non me lo dici tu?- chiese l'altro acido, scaraventando alcune buste contro il petto del corvino per poi entrare furioso nell' appartamento.
- Perché diavolo dovrei saperlo io?- Marshall chiuse la porta spingendola con il piede e lo raggiunse in cucina poggiando le buste sul tavolo.

Odiava litigare con il suo dolcissimo cotton candy , soprattutto quando non aveva nessuna idea del perché lo stessero facendo.

Il roseo appoggiò una borsa sullo stesso tavolo - Quando avevi intenzione di dirmelo?- gli lanciò un'occhiataccia furiosa, continuando a stringere il fagottino tra le braccia.
- Quando avevo intenzione di dirti cosa, esattamente?- rispose il corvino esasperato, alzando le braccia al cielo.
Di cosa diamine stava blaterando?

Gumball lo osservò con la sua tipica espressione arrabbiata; tipica di quando Marshall si dimenticava di fare qualcosa che l' altro di aveva chiesto di fare incessantemente.

- Quando avevi intenzione di dirmi che hai una figlia?- ringhiò, allargando leggermente le braccia da cui spuntò un paffuto visino rosa immerso nel sonno.
Marshall osservò la bimba con occhi spalancati, terrorizzati e stupiti allo stesso tempo.
- Io…avrei…COSA?!?- esclamò, forse un po' troppo forte.

La bambina si svegliò e iniziò a piangere disperatamente, assordandoli con urla stridule e penetranti.
Il roseo gli scoccò un' altra occhiata infuriata.
- Ecco. Guarda che hai fatto.- iniziò a cullare la piccola dolcemente, riservando, almeno a lei, uno sguardo zuccherino.
-* "E così il bambino cadde in un sonno profondo"- canticchiò a voce bassa, dondolando la bambina lievemente - " Le fiamme scintillanti si placano nella grigia cenere…una ad una…" -
La bimba fece un enorme sospiro calmata da quella ninna nanna  melodiosa - " Un milione di sogni tornano sulla terra, nella notte in cui gli occhi argentati tremarono, sei nato nella luce splendente…" - continuò a lungo cullando la bambina finché lei non si addormentò nuovamente e proseguì anche dopo che lei prese sonno.

Per tutto il tempo, Marshall non aveva fatto altro che osservare il suo compagno in religioso silenzio, senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso.
Qualche volta l' aveva visto giocare con la sua nipotina più piccola mentre facevano i babysitter alla figlia della sua gemella, ma Simone aveva sei anni.
Non aveva mai visto il suo partner con un fagotto così piccolo da accudire.
Lo faceva sentire strano.

Gumball gli scoccò l'ennesima occhiataccia che ebbe la straordinaria capacità di riportarlo con i piedi per terra.

- Bubbs, ti giuro- esordì - non so di cosa tu stia parlando - sussurrò occhieggiando timoroso la bimba.
- Se non lo sai, mi spieghi perché lei era davanti la nostra porta?- sibilò il roseo portando il fagotto nel salone. Lo adagiò sul divano e le costruì una barriera con i cuscini per evitare qualsiasi tipo di incidente.

- Bubba, io non ho figli. - disse il corvino fermamente sedendosi accanto al roseo che si era sistemato sull' altro sofà.
- C'era questo sopra…- il roseo gli consegnò un foglio sgualcito, con occhi umidi.

"Ciao… soro….d'accordo…ina per un mese…partire…iso. 
Tu…rreè nella b..rs.. ti ch..a..rò appena at…rr.. per ..lteri.. dettagli."

La parte finale si leggeva meglio.

" Ti ricordo che Fionna… niente latte.
Da' un bacio al… iaconiglietta.
Ashley"

Marshall ripiegò il foglio e lo rimise nella busta.
- Capisco che sei un genio, amore, ma l' inchiostro è tutto sbavato; metà di questa cosa è illeggibile.- 
- Non chiamarmi amore, traditore!- sibilò il roseo incrociando le braccia al petto - Chi. È. Ashley.- ringhiò.
- Bubbs- sospirò il corvino - Io non conosco nessuna Ashley. - tentò nuovamente di spiegare.
- Dovresti- disse l' altro - Visto che avete un figlio!- si passò velocemente le mani sugli occhi nel maldestro tentativo di non far vedere al compagno le sue lacrime.

Marshall lanciò una veloce occhiata alla bambina, per accertarsi che dormisse ancora, poi riportò l' attenzione sul roseo.
- Amore. Io amo te. Voglio te. Convivo con te. - si avvicinò a lui prendendogli le mani - Non conosco nessuna Ashley, te lo assicuro. E anche se la conoscessi, non potrebbe essere figlia mia, perché ti sono sempre stato fedele.-

Gumball lo fissò tirando leggermente su con il naso. - Non mi hai mai tradito?- chiese.
- Tu lo sapresti se così fosse, sei un genio. - rispose l'altro.
- E non conosci nessuna Ashley?- continuò.
- È quello che sto tentando di dirti da mezz'ora- asserì il corvino.
- Non è una del tuo studio?- propose il roseo.
- Cosa? No, amore- chiarì il corvino con un lieve sorriso.
- Niente relazioni clandestine e amanti con figlie?- esitò il compagno guardando l' altro con uno strano sguardo.
Marshall inarcò un sopracciglio - No, amore, sono tuo, solo tuo.- Gumball continuò a fissarlo.
- Perché credi che io abbia bisogno di una donna, quando ho già te?- azzardò.
Il ragazzo si divincolò dalla presa e si alzò dal divano con le braccia conserte, avvicinandosi alla bimba. - Perché io non posso dartela! - singhiozzò indicando la piccola. - Anche se volessi, non potrei mai darti un figlio….-

Incredulo, Marshall spalancò gli occhi.
- È questo che ti turba? - si alzò dal divano - Il fatto che non…puoi darmi un figlio?- si avvicinò rapidamente al compagno.
Non avrebbe mai potuto sospettare che Gumball desiderasse avere un bambino. 
Sinceramente…non ci aveva mai pensato.
Non ne avevano mai parlato, non sapeva che la cosa lo sconvolgesse così tanto.

Il roseo si morse le labbra abbassando lo sguardo sul pavimento, senza rispondere alla domanda.
- Mia piccola principessa…- silenzioso come un gatto il corvino annullò la breve distanza che li separava, cingendo l' amato in un caloroso abbraccio. - Se vuoi un figlio, allora noi avremo un figlio.-disse alzandogli il viso.

Il ragazzo arrossì e gli stampò un piccolo bacio a fior di labbra - Io… non lo so… - sussurrò - prima…prima vediamo come ce la caviamo con questa piccola trovatella - sorrise lieve e lo coinvolse in un altro bacio che ben presto divenne parecchio profondo e intenso.

Marshall iniziò a mordergli le labbra ma prima che potesse fare altro il roseo indietreggiò - Non ci pensare neanche - ansimò a corto di fiato, a pochi millimetri dalle labbra del corvino. - Devo andare a farmi una doccia - poggiò le mani sulle spalle del compagno - tu devi badare alla piccola - soffocò le proteste dell'amato poggiando l'indice sulla bocca di lui - Niente ma. Non avevo l'ombrello e mi sono bagnato.-

Una scintilla di malizia tradì i pensieri impuri del compagno a cui Gumball reagì con un sospiro. - E dopo che avrò finito dovremmo pensare a cosa fare della piccola fortunella.-

Il corvino si liberò dalla mano silenziatrice prendendola tra le proprie.
- Niente sesso?- chiese assumendo l' espressione di un cane bastonato. Lo guardò e iniziò a sbaciucchiargli la mano.
- Marshall…- sospirò l'altro - … oh, andiamo… smettila di mordicchiarmi le dita… - emise un altro lungo respiro mentre una serie di brividi gli percorrevano la schiena.
- … Stanotte.- decise alla fine ritraendo la mano dalle grinfie del corvino e si allontanò in fretta, sentendo già i rubini di Marshall divorarlo lentamente.

Il corvino ridacchiò - Hai visto come si fa?- sussurrò piano alla piccola, sedendosi al suo fianco. - …No, certo che no, stai dormendo e sei decisamente troppo piccola per queste cose. E poi sei una femminuccia… non ci pensare neanche, almeno fino ai diciot… no, trenta- annuì convinto per poi darsi dello stupido.

Non era nemmeno figlia sua, perché preoccuparsi tanto?

Si allungò per afferrare il telecomando, quando la bimba emise uno strano suono.
Si fermò guardandola interrogativa.

Fionna sembrava sull' orlo di piangere nel sonno. 
O forse no. Non sapeva dirlo, sembrava così carina con quell' espressione concentrata…

Il primo sigulto fu timido ed improvviso.
- Mmh- Marshall si affrettò a prenderla in braccio per darle conforto, come aveva visto poco prima da Gumball.

Era stata una reazione veloce e istintiva, dettata anche dal desiderio di non deludere il suo compagno; ma ora che l' aveva in braccio iniziava a pensare che quella fosse stata una pessima, pessima, idea.

L' aveva presa nel modo giusto?
Aveva messo le braccia in modo giusto?
E se si fosse rotta?

Impanicato, il corvino si adagiò sul divano, tenendo la piccola stesa su di sé. 
La guardò per poi fare un lungo respiro di sollievo. Sembrava stesse bene; nessuna crisi di pianto, nessun problema in vista.

Perfetto.

La bimba aveva una base solida e in questo modo, lui non doveva fare altro che impedirle di cadere facendole una barriera con le braccia.

Semplice, facile e sicuro.

Sospirò e circondò quel piccolo corpicino. 
Solo che adesso non poteva fare un bel niente.
Probabilmente si sarebbe annoiato a morte, anzi no, ne era sicuro. 
Il problema principale era che non se la sentiva di spostare quella sottospecie di coniglio, solo per un suo desiderio.
E se spostandola l' avesse svegliata?
E se avesse ricominciato a urlare e strepitare?

Sollevò lo sguardo al soffitto.
Non se ne parlava proprio. Lui non era Gumball, non ci sapeva fare con i bambini.

Fuori il temporale dava il meglio di sé; pioveva ancora, forse addirittura più forte di prima.
Non era così male rimanere fermo qualche istante a godersi il suono del ticchettio sui vetri.
Cullato dalla pioggia, anche Marshall lentamente si addormentò.

Dopo una decina di minuti Gumball entrò nella stanza, asciugandosi i capelli con una asciugamano ma già vestito, per evitare qualsiasi commento indecente. - Scusa se ci ho messo tanto - esordì - Ho dovuto rispondere ad una tel…- si fermò in mezzo alla stanza con un sorriso da idiota.

Il suo compagno era già bellissimo quando dormiva, con quei capelli arruffati e le labbra dischiuse come petali; ma vederlo mentre teneva una creaturina così piccola tra le braccia era una cosa che lo sconvolgeva, lasciandogli un miscuglio di sentimenti ed emozioni diverse e non propriamente precisate.

Incrociò le braccia al petto, godendosi quello spettacolo meraviglioso, unico e raro.

Gumball desiderava davvero avere un marmocchio che girava per casa con gli occhi rosso fuoco di Marshall e magari, l' intelligenza dell' altro padre.
All' inizio era ancora decisamente troppo presto, avevano iniziato a convivere da poco, si erano appena trasferiti e nessuno aveva mai pensato ad allargare la famiglia; poi c'era stata la carriera sua e di Marshall, tante spese e infine non ne avevano mai parlato. 
Credeva che a Marshall non interessasse.

Forse però si era sbagliato.

Più lo osservava adesso, più si ritrovava a pensare che se mai avessero avuto un figlio tutto loro, Marshall Lee sarebbe stato un padre eccezionale; nonostante lui e la sorella fossero cresciuti senza averne uno.
Forse non sarebbe stato perfetto e senz'altro ci sarebbe stato da lavorare, ma ne era sicuro, il suo compagno si sarebbe dimostrato all' altezza.

Era stato fortunato ad aver trovato quell' uomo così incredibilmente dolce e… 
Sorrise scuotendo leggermente la testa.
Così terribilmente sexy.

Si avvicinò silenzioso ai due dormiglioni con il cellulare pronto in mano.
Quell' occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire; e Marshall sembrava così incredibilmente carino, con il mento appoggiato alla testolina di Fionna.

Era una sensazione così strana! Vederlo così…indifeso, innocente…e… oh, non lo sapeva neanche lui! Sapeva solo che quella sensazione gli aveva provocato un calore che ben presto si era diffuso ovunque, riscaldandolo e facendolo sorridere come un ebete.

Semplicemente era perfetto.
Scattò una decina di foto che mai e poi mai avrebbe cancellato. 
Avrebbe potuto rivederle quando ne aveva voglia.

Rimise il cellulare nella tasca e si chinò a depositare un lieve bacio sulla fronte del corvino, indeciso se svegliarlo o meno.
Considerava Marshall un animale notturno, dato che praticamente preferiva lavorare nel bel mezzo della notte per poi passare la mattina a dormire o ad essere uno zombie affamato di caffè.

- Marshie ?- sussurrò lievemente, l'altro in risposta emise un lungo mugolio.
- Marshall.- insistette il roseo aumentando il tono di voce.
- Cinque minuti - sbiascicò il ragazzo appoggiando il viso sul cuscino e stringendo instintivamente la presa sulla piccola.

Gumball sospirò per poi sorridere davanti a quei due bambini. - Cinque minuti…- accordò depositandogli un morbido bacio sulle labbra.

Marshall sembrava abbastanza stanco.

Il roseo sorrise accarezzando lievemente quelle ciocche corvine, poi cercò di prendere la bimba dalla stretta del corvino; il suo compagno aveva bisogno di riposare e di certo Fionna si sarebbe svegliata con una gran fame e probabilmente avrebbe reclamato il suo cibo a gran voce.

Voleva evitarglielo per quanto fosse possibile, ma dannazione come la teneva stretta!
Dopo qualche minuto riuscì nell'impresa quasi a fatica; certo che Marshall non era indifeso neanche quando dormiva!

- - - - - -

Marshall si stiracchiò ancora amabilmente avvolto nel torpore del sonno, mettendo via la coperta che neanche si ricordava di essersi messo.
Sentiva ancora battere la pioggia sui vetri come un incessante mormorio, era piuttosto rilassante.
Senza dubbio questo riposino pomeridiano aveva giovato al suo umore e questo delizioso silenzio era…

Un momento.

Marshall spalancò gli occhi e si sedette di scatto.
Dov'era finita la marmocchia?
Iniziò a cercarla ovunque preso dal panico, sotto qualsiasi superficie si potesse nascondere quella piccola peste; sotto i cuscini, sotto il divano, il tavolino…ma niente.
Si diresse in fretta a cercare Gumball in preda ad una paura cieca e fermò la sua ricerca solo quando udì un rumore in cucina.
In fretta e in furia si avviò verso quella stanza temendo il peggio e invece quello che si ritrovò davanti fu tutt' altro che il peggio.

- Aaah, arriva l' unicorno con il cavaliere…- 
Il suo fidanzato teneva sulle gambe, la bimba che rideva come una forsennata.
- Entra nella grotta e… amm! -

Gumball pilotò con successo il cucchiaino dentro la bocca della piccola che si divertiva come se stesse giocando più che mangiando.

Marshall si morse il labbro inferiore.
Ogni volta che vedeva il suo amato interagire con la bimba non poteva fare a meno di provare una stretta al cuore; soprattutto dopo quello che gli aveva rivelato.
Gumball era un qualcosa di dolcissimo e prezioso ed era bellissimo il modo in cui si rapportava con tutte le creature indifese.

Il roseo prese un altro po' di omogeneizzato dal vasetto ormai vuoto e lo uscì, stavolta mimando un aereoplano. - Riuscirà il cavaliere a sconfiggere il drago?- in risposta Fionna lanciò un urletto divertito e spalancò le fauci, avvicinandosi alla preda che ingoiò in un sol boccone.
Il ragazzo ridacchiò - Questo cavaliere è stato molto sfortunato- mise il cucchiaino dentro il vasetto e poggiò tutto sopra il tavolo.
- Gli è capitato una draghessa davvero affamata- Marshall entrò nella stanza, sorridendo al compagno che si era girato verso di lui e che arrossito di botto.
Appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo seduto e quando lui alzò la testa per dirgli qualcosa, lo zittì con un lungo bacio.

- Ho cercato la marmocchia ovunque - lo rimproverò accarezzando con la punta delle dita la nuca del fidanzato che rabbrividí sotto il suo tocco.
- Non volevo ti svegliasse con le sue urla  - si giustificò l' altro - Sembravi stanco - strinse la bimba e fissò le sue albe nei tramonti del compagno.

Il corvino sorrise brevemente - Un po' lo ero - ammise, appoggiandosi contro il tavolo.

Gumball si alzò dalla sedia e gli porse la bimba - Tienila un pochino, coraggio - lo esortò - ho bisogno di sgranchirmi -
- Scherzi vero? - Marshall indietreggiò di qualche passo, preso alla sprovvista - Cosa succede se la rompo?- 
Il roseo ridacchiò e la avvolse nuovamente tra le braccia, poggiandosela contro la spalla.
- Non si rompe se non la fai cadere. - diede qualche  piccolo colpetto sulla schiena della bimba che dopo un po' si liberò con un gran rutto.
- … Però! - esclamò il corvino scoppiando a ridere - potrebbe diventare una gran soprana! -
Il roseo lo accompagnò in quella risata sincera, accarezzando la testolina bionda della bimba - Devo ammettere che ha una bella capacità polmonare - ammise. 
Guardò il corvino negli occhi con un sorriso raggiante e di nuovo Marshall si sciolse in quello sguardo meraviglioso.
- Saresti un bravo genitore - si lasciò sfuggire, avvicinandosi al fidanzato per poi avvilupparlo in un abbraccio da dietro, per evitare di distubare Fionna che stava giocando con i capelli del ragazzo.
- Lo pensi sul serio?- esitò il roseo, abbassando il volto rosso come un pomodoro sulla biondina.
- Assolutamente.- il corvino strofinò la punta del naso contro il collo dell'amato saggiandone il profumo. Iniziò a lasciargli una scia di baci, ben consapevole di quali tasti premere.
- Marshall… - lo chiamò, infatti, ansimante, Gumball, qualche istante dopo sentendo il proprio corpo pervaso dalla pelle d'oca. -… ho detto più tardi - pigolò.

Marshall fece una smorfia. - Sì, sì lo so, lo so. Ti sto solo assaggiando…- gli mordicchiò il collo per sottolineare il concetto.
- …Smettila… - miagolò il compagno con voce già scura di desiderio - lo sai che non so resistere se mi dai certe attenzioni- 
- Non sai resistere eh?- soffiò il corvino prima di prendere tra i denti, il lobo del roseo che si sciolse sotto le sue labbra.
Gumball socchiuse gli occhi emettendo un lungo sospiro.

Fu allora che la bimba emise un piccolo verso e lanciò la più letale delle sue armi.

- Cristo divino!- esclamò Marshall allontanandosi in fretta dalla zona contaminata da quel fetore insopportabile.
Gumball si protesse il naso, poggiandovi di sopra la mano libera.
- Credo…abbia digerito - asserì spostandosi verso il borsone.
- Credi?!?- gli fece eco il corvino lontano un miglio dalla zona infetta.

Sarebbe corso a spalancare tutte le finestre se solo non avesse piovuto a dirotto.
Studiò i movimenti del fidanzato, limitandosi a stargli il più lontano possibile.

- Marshall se non mi aiuti non posso camb…- il roseo futuro interrotto da un pianto disperato quanto acuto. 
Fionna iniziò a strillare e a singhiozzare, dimenandosi tra le braccia del ragazzo.
A quelle urla , il corvino fu tentato seriamente di darsi alla fuga se non fosse per lo sguardo implorante del suo compagno.
- Marshall! O mi aiuti o la tieni! - cercò di calmare la bimba ma lei non ne voleva sapere.

Il corvino esitò ma ben presto il disgusto fu vinto da quello sguardo che da implorante e indifeso era diventato minaccioso e implacabile; alla fine si avvicinò per soccorrere l'amato.

- Tienila!- urlò lui per sovrastare le urla e ancora una volta gli porse la piccola.
- Neanche morto!- esclamò il ragazzo di rimando 
- Tienila e non fare storie! - gridò il roseo spingendo la bimba, praticamente nelle sue mani.
Marshall la tenne a distanza e iniziò a dondolarla a modo suo per tentare di calmarla, anche se dubitava della riuscita. - Ti prego sbrigati. - implorò il fidanzato che già aveva approntato quasi tutto l' occorrente sul tavolo e che clemente, annuì in risposta.
Il corvino guardò la bambina agitato - Ti prego, smettila di piangere! Ti prego, piantala! -

Non sapeva neanche se era più schifato dalla puzza che colpiva il suo sensibilissimo olfatto o più esasperato, per via delle urla che gli stavano fracassando i timpani.
- Guarda! - esclamò all' improvviso - Guarda che ho!- la mise seduta sul tavolo cominciando a dondolarle davanti agli occhi le chiavi di casa.

Fionna, attratta da quel suono, poco a poco smise di piangere e si concentrò sull' afferrare quegli affari luccicanti e rumorosi.
- Ecco, brava, non piangere coniglietto - le dondolò le chiavi davanti per poi rivolgersi al roseo. - Gumball ti imploro, dimmi che hai finito.-
Lui scrollò le spalle e prese la bimba, distendendola sul telo.
- Beeeene, hai tutto sotto controllo quindi posso andar…- 
- Non così in fretta.- Gumball lo afferrò dal colletto della camicia e lo trascinò di nuovo accanto al tavolo. - Tu non ti muovi e mi dai una mano.- disse autoritario, svestendo la bambina.
Marshall strinse i denti e rabbrividí all' idea, ma si fece coraggio perché il suo adorato cotton candy gli avrebbe fatto passare le pene dell'inferno altrimenti.
- Cosa devo fare?- chiese insofferente
- Distraila e basta. - gli rispose secco il roseo.

Slacciò in pochi secondi il pannolino che rivelò la sua sorpresa marroncina.
Il corvino storse il naso e lo tappò con una mano mentre con l'altra distraeva la bimba con le chiavi.
- Coniglietto?- Gumball inarcò le sopracciglia, appallottolando il vecchio pannolino e con gesti esperti preparava il secondo.
- Sì… per via del cappuccio della tutina con le orecchie da coniglio - spiegò il corvino, spostando lo sguardo sul fidanzato che aveva appena finito di ripulire il sederino della bimba con la salviettina e adesso le stava mettendo il borotalco.
- Sei arrabbiato?- chiese titubante
- No - rispose l' altro chiudendo l' ultima linguetta del pannolino - Ecco fatto… pulita e profumata - sorrise.

Marshall emise un lungo respiro di sollievo - Dove hai imparato?- 
Il roseo scrollò nuovamente le spalle - Sono un bravo babysitter - mise la bimba seduta e lascio spazio al corvino che si premurò di sostenerla mentre l' altro buttava nell' immondizia il rifiuto tossico. 
-Non puoi chiamarla coniglietto - mormorò poi scosse la testa e andò al lavabo per lavarsi le mani.
- Saresti anche un ottimo papà. - Marshall continuò il discorso scegliendo deliberatamente di ignorare il commento del compagno. - Dico davvero, sai sempre cosa fare e dove mettere le mani -

Gumball si asciugò le mani per poi riprendere la bimba in braccio, un po' più rilassato.
- Ho solo più esperienza, tutto qui - gli sorrise ampiamente, sporgendosi leggermente verso il suo viso.
Marshall lo osservò e lentamente il suo sguardo si spostò sulle labbra piene e morbide del compagno.

Era sicuro che quella bocca dolce come il miele lo stesso chiamando.
Si avvicinò, così da trovarsi a pochi millimetri da quei due petali di rosa, aspettandosi uno dei suoi deliziosi baci.

- Vai a buttare la spazzatura.- disse invece l'altro, infrangendo i suoi pensieri in mille pezzi. 
Ghignò per l'espressione attonita del corvino ma non gli lasciò nessuna via di fuga.
- Non voglio che la puzza si diffonda troppo -

Marshall ci mise poco a riprendersi da quella spietata richiesta - Ma sta piovendo. Possiamo metterla sul balcone finché non smette - 
- Marshall- lo richiamò l' altro nuovamente autoritario - Vai.-

Il corvino digrignò i denti ma eseguì l' ordine senza ribattere, sebbene di malavoglia.
Afferrò il sacchetto e mormorando frasi poco poetiche, contro il mondo e tutti i suoi abitanti, in particolare la sua principessa isterica, si infilò il giubbotto e uscì dall' appartamento per gettare il rifiuto nei cassonetti.

- Devo ancora capire come una creaturina così piccola possano fare tutto… questo - mormorò rientrando poi nella hall. 
Attese l' ascensore e una volta dentro si scrollò l' acqua di dosso mentre aspettava che la gabbia metallica lo portasse al piano. 
Uscì nel pianerottolo ed entrò in casa, deciso a non fargliela passare liscia.
Buttò le chiavi nel piattino e appese il giubbotto.

- Marshie - si sentì chiamare. Stava per voltarsi e dirgliene quattro quando il suo proposito fu reso vano dalla creaturina.
- … cammina! - disse accovacciandosi sui talloni per poi aprire le braccia.
- Sì ma non da sola - ridacchiò il roseo continuando a sostenere dalle manine, la biondina che muoveva passi incerti e instabili.

- oh.- deluso il corvino si sedette sul tappeto, incrociando le gambe e osservò il fidanzato dirigere quella piccola peste.
Era impossibile rimanere impassibile a quella dolcezza.
Era impossibile rimanere a lungo arrabbiato con lui. Avrebbe potuto perdonargli di tutto.

Di nuovo Gumball gli stava offrendo uno spettacolo meraviglioso.
Era così … rilassato e felice mentre badava alla piccola. Nonostante non fosse sua figlia.

Marshall si morse le labbra chiedendosi come sarebbe stato avere quello spettacolo tutti i giorni.
Lo amava, ed era con lui che aveva scelto di passare la sua esistenza.
E si stava rendendo conto di quanto desiderasse avere un figlio con l'uomo che amava; se non l' aveva ancora fatto era perché non lo sapeva.

Toccava a lui rendere felice quella splendida creatura che era il suo compagno. Prendersene cura e amarlo, proteggerlo da ogni cosa.
Era palese che Gumball volesse un figlio… allora perché non glielo aveva detto?
Forse aveva paura che lui non sarebbe stato pronto?

Il corvino sospirò.
Aveva molte cose da imparare, ma avrebbe fatto di tutto perché il suo compagno fosse così felice come lo era adesso.
Anche prendersi cura di un mostriciattolo spara scorie tossiche.

- A che pensi? - chiese il roseo, seduto con la bambina in grembo.
Il corvino spostò lo sguardo di loro.
- Che sei bellissimo, amore - sorrise e gattonò verso di lui per baciarlo.

Le loro labbra si unirono alla perfezione, ormai abituate le une alle altre, bisognose di stare unite in quel modo. Marshall le spinse piano senza forza e intrufolò la lingua nell' antro umido, cercando la gemella che presto si strinse in un passionale abbraccio.
- Mmh- mugolò il roseo, staccandosi poi leggermente. - … Stai tu con Fionna?- ansimò mentre afferrava il cellulare che ricominciò a squillare.
Il corvino ridacchiò per poi annuire - Va' pure a salvare il mondo - 
Gumball sospirò per poi allontanarsi e rispondere al telefono.

- Dimmi coniglietta, che vuoi fare?- Fionna gattonò verso di lui e si alzò, reggendosi a lui.
- Calma, calma, coniglietta - la prese appena in tempo per evitare, giusto in tempo, una facciata a terra.
Aveva sempre paura di farle male, ma gli veniva istintivo evitare che anche lei stessa se ne facesse.

La bimba iniziò a spingersi contro di lui lanciando piccoli urletti entusiasti, cercò di raggiungere le orecchie del ragazzo e soprattutto le ciocche corvine che con uno scatto afferrò saldamente.
- Ahi!- Marshall si lasciò sfuggire una sincera espressione di dolore - Bambina malefica - poggiò le mani su quelle della bimba cercando di districare i suoi capelli dalle ditina per fortuna non appiccicose.

La piccola lasciò la presa malvolentieri e lo sfidò con lo sguardo.
- No, ti prego no!- Marshall la occhieggiò disperato - Non piangere. - 
Voleva davvero passare così ogni istante della sua vita?

Fionna sembrò rifletterci su e poi il suo viso si aprì in un ghigno quasi malefico.
Il corvino deglutì ma sospirò di sollievo quando lei si protese e iniziò a giocare con i fogli sul tavolino.

Gumball tornò in quell' istante con una espressione fredda e distaccata.

- Va tutto bene baby?- il roseo annuì e raggiunse i due, sporgendosi per afferrare un vasetto che la bimba stava buttando giù.
- È solo lavoro - lo rassicurò stendendo le labbra in un sorriso stanco e tirato.

Marshall guardò il suo viso con attenzione.
Quello era il Gumball che lavorava troppo; il Gumball teso e stressato che a lui non piaceva troppo.

Lo afferrò dai passanti dei jeans e lo tirò seduto su di sé, per poi abbracciarlo e poggiare la fronte contro la sua schiena, ben consapevole di quanto l' altro amasse quel gesto.

Lui non voleva quel Gumball… lui voleva il Gumball felice.
Anche se questo avrebbe significato rinunciare alla pace e al silenzio.

- Cosa è successo?- chiese stringendolo dolcemente a sé.
Il roseo sospirò e accarezzò la testolina della bimba che si era sistemata tra le sue gambe.
- Un piccolo incidente in laboratorio - prese in braccio la bambina e si staccò velocemente dal corvino prima che potesse abituarsi troppo al suo calore.
- Devi andare?-  si sollevò sul divano attendendo la risposta a braccia conserte. 
Gumball correva sempre a lavoro. Anche quando non era necessario. 
Sospirò. 
Lo avrebbe lasciato solo con la bambina?

Il fidanzato si prese  qualche secondo per rispondere. - No.- disse infine -Se.. se la caveranno da soli - aggiunse con un sorriso.

Marshall inarcò le sopracciglia, sinceramente sorpreso.
- Non fate quella faccia - il roseo si accomodò sul divano e immediatamente la bimba gattonò verso il telecomando - pensa se ti avessi lasciato solo con lei e lei avesse nuovamente bisogno di essere cambiata - 
Una smorfia salì spontanea sulle labbra del corvino, storcendole in una espressione disgustata. 
- Appunto - ridacchiò l' altro - Non posso lasciarti da solo -

Fionna iniziò a premere i tasti del tutto disinteressata alla discussione dei due adulti. 
- Baba! -  esclamò voltandosi verso il roseo con un grande sorriso.
Entrambi la osservarono per un tempo che parve infinito finché lei non si girò nuovamente verso il telecomando.
- Ha detto mamma credo - disse Marshall riscuotendosi dopo un po', continuando però a guardare la piccola come incantato.

- Forse voleva dire papà - Gumball protese la mano e le impedì di cadere mentre la bimba esagitata, " saltellava" sul cuscino.
- Tecnicamente ha detto solo " Baba ", potrebbe significare qualsiasi cosa - Marshall ripescò da terra un oggetto che la bimba aveva lanciato e lo tornò a lei,  in automatico senza neanche distogliere lo sguardo dal suo paffuto visino.
- Però mi ha guardato - 
- Gumball… - il corvino richiamò la sua attenzione e lui in risposta sollevò lo sguardo incuriosito. - Lei non è… -

Il campanello risuonò per tutta la casa interrompendo il corvino a metà.
- Vado io - saltò su il roseo dirigendosi verso la porta.
- …nostra figlia - concluse l' altro a denti stretti.
Ci fu un po' di confusione ma dopo qualche minuto udì la voce tesa del compagno.

- Prego - lo sentì dire e immediatamente una donna sulla quarantina si fiondò sulla piccola, prendendola in braccio, nonostante il primo istinto di Marshall fu di non lasciarglielo fare.

- Oh Dio, Fionna! Stai bene! - lei la strinse al petto e sorrise, sotto lo sguardo inquisitorio del corvino.
- Chei! - esclamò la bimba ridendo amabilmente.

Marshall osservò le due in silenzio, dolorosamente in silenzio.

Gumball li raggiunse insieme alla portinaia, una donna anziana e minuta, conosciuta da tutti come la Signora Peppermint per via della cuffietta rossa e bianca che indossava abitualmente e le era piaciuto così tanto il soprannome, che si presentava direttamente con esso. Nessuno conosceva il suo vero nome.

- A quanto pare c'è stato un malinteso - disse imbarazzata - ed è solo colpa mia - si scusò con un mezzo inchino.

- Non fa nulla. L' importante è che la piccola stia bene, non è vero Fionna? - 
La bimba rise e si distese sulla sua spalla.

Marshall si alzò dal divano e affiancò il suo afflitto compagno, afferrandogli la mano con dolcezza.
Era chiaro dal suo silenzio che non era per nulla pronto a separarsi dalla piccola.

- Scusate, potete spiegarmi cosa è successo?-  disse abbastanza infastidito, cercando di capire che cosa stava accadendo.
Era chiaro che le due si conoscessero ma non le avrebbe lasciato la bambina senza sapere chi fosse.

- Ah, sì scusate- la donna con le meches sorrise e si avvicinò alla coppia cullandolo la piccola.
- Sono Cake, la sorellastra di Fionna - presentò la mano che Marshall strinse brevemente.

- La mia matrigna è dovuta partire per un viaggio di lavoro e mi ha implorato di prendermi cura di lei. Ma a quanto pare c'è stato un problema…- staccò la sorella dai suoi capelli e riprese - c'era una borsa insieme a lei se non sbaglio, giusto? -

Gumball la fissò e annuì. - Vado a prenderla - si allontanò dalla stanza per poi tornare poco dopo con il borsone.
Lo porse alla donna e lei lo mise in spalla.

Marshall incrociò le braccia al petto. 
- Se lei doveva accudire Fionna, perché lei era di fronte alla nostra porta?- disse sbuffando lievemente.

- A questo posso rispondere io - la signora Peppermint avanzò di qualche passo, torcendosi la veste con le mani. - L'uomo che me l'ha lasciata non ha detto dove avrei dovuto portarla - iniziò a giustificarsi - e la lettera che accompagnava la bimba era sbiadita dall' acqua… -  diede il biglietto al roseo che lo osservò e senza dire nulla lo passò al corvino.
-  10o3, complesso F - lesse ad alta voce quest'ultimo.

- Esatto! Esattamente il numero  e il complesso di quest' attico - la signora sbatté il pugno sulla mano - Avrei dovuto verificare! Ma ma… la signorina Lumpy-Space aveva richiesto la mia presenza da giorni e … il signorino Prince stava rincasando, così ho lasciato la piccola davanti alla porta in modo che lui la vedesse. -  abbassò lo sguardo sul pavimento - Sono tremendamente mortificata - mormorò.
- È il nostro indirizzo in effetti - il corvino si voltò verso il fidanzato che inaspettatamente ruppe il silenzio che si era autoimposto.

- Credo che sia colpa principalmente della pioggia - disse - non sarei sorpreso se il terzo non fosse un numero ma una lettera… né se lei abitasse al numero 10, del piano 3, nel complesso E - asserì.

Cake cullò la bambina, sorridendo - È proprio questo il mio indirizzo. -
Marshall osservò il fidanzato - L'ho sempre detto che sei un genio.- 
Il roseo sorrise velocemente.

Cake ridacchiò - Mia madre ha davvero una brutta calligrafia e la pioggia ha reso quasi illeggibile l' indirizzo. Sono solo felice che non sia successo nulla e che sia stata con delle persone così gentili. Spero che questa piccola peste non vi abbia fatto impazzire - 
Marshall fece un piccolo sorriso che morì quando incontrò l' espressione del compagno.

- Nessun problema. - proferì - Ma noi adesso dovremmo, sa…- fece un gesto vago e si interruppe.
-Oh, ma certo!- esclamò la donna avvicinandosi alla porta, li squadrò entrambi e sorrise - Scommetto che avete un mucchio di cose da fare!-

I quattro rimasero a chiacchierare finché non si resero conto che era passata da un po' l'ora di cena. 
Si salutarono e promisero a Cake che qualche giorno sarebbero passati a trovarla.

Marshall chiuse la porta e si avvicinò al compagno accarezzandogli la guancia.
- Hai fame?- chiese soffermandosi sulle sue labbra.
- Non proprio  - fece un piccolo sorriso che però non ingannò il fidanzato.
- Ti manca già?- mormorò abbracciandolo con dolcezza. L' altro non disse nulla ma strinse la stoffa della camicia a scacchi del corvino. Adagiò la testa sulla sua spalla e rimase così a bearsi di quel calore.

- Gumball. - 
Aveva indovinato.
Il suo piccolo principino voleva davvero essere padre. Il fatto che adesso si sentisse così ma non dicesse nulla era uno dei suoi classici atteggiamenti; il suo fidanzato dava tanto per gli altri e non chiedeva mai nulla per sé.
Il roseo emise un piccolo mugolio, facendogli intendere che aveva sentito.

- Voglio un marmocchio nostro. - Marshall si scostò e lo prese dalle spalle, incollando gli occhi in quelli stupiti del compagno.
- Cos…- 
- Aspetta, lasciami finire - disse serio, prendendogli il viso -  Abbiamo una bella casa che condividiamo da tempo; i soldi non ci mancano, l' amore per un' altra creatura neanche. - continuò il corvino  - Io ti amo, ti amo tantissimo e vederti con quella bambina mi ha fatto battere il cuore all' impazzata; mi ha fatto innamorare ancora di più di te. - sospirò brevemente - Amo vederti fare il padre, amo il modo in cui lo fai e adoro vedere il tuo sorriso felice. Non avrei mai pensato che potessi amarti più di quanto già non faccia, ma mi sbagliavo; sarò egoista… ma voglio innamorarmi di te ogni giorno così. Voglio vederti ridere e scherzare con un marmocchio che ti assomiglia, ammetto che mi spaventa fare questo salto nel buio, ma voglio farlo, adesso, Gumball, voglio saltare perché so che comunque tu sarai con me.-

Gumball rimase immobile per qualche secondo cercando di assimilare quel fiume di parole.
- Ami…vedermi fare… il padre?- chiese dopo un po'.
- Sì - rispose l'altro senza esitare - E ti trovo anche tremendamente sexy. -

Il ragazzo scosse la testa arrossendo.
- Marshall… qui si parla di avere un figlio non di prendere un cane… la nostra vita sarà completamente diversa!- 
- Voglio fare questo salto - ripetè il corvino - sono pronto. - 
- Allora… - esitò il roseo per poi esibire un sorriso a trentadue denti- Avremo un bambino- guardò il compagno felice e terrorizzato allo stesso tempo, ma lui gli rispose con un enorme sorriso ed uno strano scintillio  negli occhi.
- Avremo un bambino. - 


* È la traduzione di una ninna nanna giapponese che è stata usata nell' anime D.Gray-Man, il titolo è Tsunaida te ni kisu wo di Sanae Kobayashi.

- Angolo dell'autrice -




Buonasera a tutti ;)
Non vi assillerò con note lunghe e inutili ? ma vi ringrazierò soltanto.

Avevo perso la voglia di scrivere sul questa coppia ma grazie a voi e al vostro sostegno l' ho un po' ritrovata.
Questa OS é per voi, solamente per voi ?

Vi voglio bene.
EiryCrows.

P.s. Non ho avuto molto tempo per ricontrollare eventuali errori... vi chiedo quindi perdono fin da subito.


   
 
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