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Autore: Fonissa    09/08/2017    0 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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All'inizio Nico non riuscì nemmeno a reagire. Se ne stava lì impalato, con gli occhi sbarrati, mentre Percy lo baciava. Stava succedendo davvero, non era solo un sogno. Ci mise qualche secondo a risvegliarsi, a rendersi conto che finalmente stava accadendo. Non appena la sua mente riuscì a focalizzarsi su ciò, schiuse la bocca tremando, mentre chiudeva gli occhi e una lacrima, dovuta a qualche sentimento non ben identificato, scendeva fino al mento. Le loro lingue si cercavano l'un l'altra, desiderose di esprimere quei sentimenti nascosti fino a quel momento. Percy appoggiò una mano sul viso di Nico, mentre l'altra si andava a incatenare a quella del minore. Ma dopo circa un minuto, Nico si staccò violentemente, spingendo via Percy e alzandosi dalla sedia di scatto. Si toccò piano le labbra, guardando con rabbia il ragazzo davanti a sè, mentre la scena di lui e Annabeth che si baciavano gli passava più volte davanti agli occhi.

"Mi stai prendendo in giro o cosa?!" esclamò, mentre già sentiva gli occhi farsi lucidi.

"Di che stai parlando?" chiese Percy con un filo di voce, stupito sia dal fatto che aveva baciato Nico senza nemmeno ragionarci, sia della reazione di questo.

"Sei fidanzato, con una ragazza, e appena ti dico che sono gay mi baci? Che fai, ne approfitti?!"

"No! Non è come pensi!"

"E allora com'è? Fino a ieri sembravi stare bene con la tua ragazza..."

"Annabeth... Io non provo più le stesse cose per lei. Ne ho parlato anche con Hazel prima. Con lei era diventato tutto meccanico, tutto... Normale. Era normale che Percy Jackson praticasse il nuoto, che fosse il primo della squadra, che fosse fidanzato con Annabeth Chase, che insieme fossero la coppia che tutti ammiravano e invidiavano. Era questo ciò che vedevano tutti, ciò a cui tutti erano abituati. Sai cosa non è normale? Che io mi appassioni alla musica tanto da pensare di fare il cantante, che le cose tra Annabeth e me non vadano bene per niente, che io iniziassi a provare sentimenti per un ragazzo, per Nico Di Angelo."

"Non mentire..." sussurrò Nico con un filo di voce. Lui voleva davvero crederci, voleva credere che il ragazzo di cui era innamorato da anni lo ricambiasse, ci sperava. Ma era tutto così improvviso, strano, anormale. Non voleva venire usato e ferito.

"Non sto mentendo, te lo giuro!"

"Allora perchè proprio adesso?!"

Percy abbassò lo sguardo, deglutendo a vuoto. Già, perchè proprio in quel momento? Semplicemente, gli sembrava quello giusto. Finalmente, era riuscito a prendere in mano la sua vita, a uscire fuori dagli schemi che in parte sì aveva creato lui stesso, in parte chi gli stava intorno.

"Te l'ho detto, ho parlato con Hazel oggi, mi ha fatto aprire gli occhi. E quando hai detto di essere gay, la prima cosa che ho pensato è che forse avresti potuto ricambiarmi... Ho seguito il mio istinto."

Quella frase colpì Nico come un pugno nello stomaco.

"Forse avrei potuto ricambiarti? Quanto sei stupido..."

Percy assunse l'espressione che più gli riusciva meglio, quella da 'non ho capito di cosa tu stia parlando'. Nico sospirò, esasperato?

"È ovvio che ti ricambio, idiota. Sono innamorato di te da quando ci conosciamo."

Questa volta fu il turno di Percy di essere colpito. Davvero non l'aveva notato in tutti quegli anni? Per tutto quel tempo, Nico era rimasto a guardare lui e Annabeth farsi sempre più vicini, senza dire niente, nascondendo tutto quel dolore.

"Hai ragione, sono un idiota. Ma una cosa la so. -si avvicinò lentamente a Nico, che nonostante tentennasse, non si allontanò. Gli prese il viso tra le mani, appoggiando la fronte sulla sua, in modo che fosse costretto a guardarlo negli occhi- credimi quando ti dico che ormai non mi importa di ciò che è normale. Mi importa solo di te."

Gli lasciò un bacio casto sulle labbra, cercando però di metterci tutto l'amore possibile. Questa volta, Nico non lo spinse via.

"Ti credo."

"Nico..."

Percy non riuscì a dire altro e lo abbracciò stretto, mentre le lacrime iniziavano a scendere. Quando si staccarono, parecchio tempo dopo, entrambi avevano gli occhi arrossati. Avevano praticamente pianto uno sulla spalla dell'altro. Nico si asciugò gli occhi con la ,amica della felpa, abbozzando un mezzo sorriso.

"Quindi, che farai?"

"Domani parlerò con Annabeth e... La lascierò. Anche lei si sarà sicuramente resa conto che qualcosa tra di noi non andava."

"Ne parli già al passato?" disse Nico ironico. Percy fece un sorriso quasi infantile.

"Certo, il mio presente sei tu."

Il minore diventò completamente rosso, facendo ridacchiare l'altro.

"Sai che dormo qui stanotte?"

"Serio?!"

"Già. Hazel vuole farmi lezione di canto domani mattina. A proposito, che ne dici di condividere ciò con Frank e tua sorella? Loro ci hanno sempre sostenuto..."

"Sono d'accordo."

Se Frank si limitò a un semplice 'sono felice per voi ragazzi', Hazel iniziò a urlare e a saltare sul divano. Nico sospirò imbarazzato, mentre Percy scoppiava a ridere e Frank cercava di calmarla. Quando ci fu riuscito, si sedettero tutti e quattro sul divano per parlare.

"Quindi domani parlerai con Annabeth?" chiese Frank. Percy annuì.

"Si, non voglio fare il doppio gioco, lei non lo merita. Domani mattina, prima delle lezioni di canto, la chiamerò e le chiederò di raggiungermi qui. Parleremo fuori l'ingresso, non c'è bisogno che entri..."

"Come preferisci fare tu. In fondo, è un grande passo." lo rassicurò Hazel, per poi sbadigliare. Guardò l'orologio, strabuzzando gli occhi."Cavolo, è tardi. Domani mattina dobbiamo svegliarci presto. Meglio che andiamo a letto."

In pochi minuti, tutti erano già a letto. Percy si rigirava continuamente nel suo letto in una delle stanze per gli ospiti, non riuscendo a prendere sonno. Pensava a come tutto potesse cambiare velocemente. Quindici giorni fa la sua vita era cambiata in un pomeriggio, ora in una serata. Aveva detto a Nico che ormai era il suo presente, ma sotto di lui sperava che fosse anche il suo intero futuro. Era azzardato a pensarci così presto, eppure quella piccola scintilla di speranza non accennava a diminuire. Erano le due e mezza e aveva appena chiuso gli occhi, quando qualcuno aprì la porta della camera. Percy si stropicciò gli occhi, mettendosi a sedere e accendendo la lampada sul comodino a fianco a lui. Di fronte si trovò la figura di Nico, tremante e con un'espressione vagamente spaventata.

"Percy... Posso stare un pò con te?" disse a bassa voce.

"Nico? Certo, vieni pure." rispose, sorridendogli e invitandolo con un gesto della mano. Il letto era abbastanza grande e entrambi ci entrarono perfettamente. Piano piano, si avvicinarono sempre di più, fino a quando Nico non si ritrovò con la faccia nascosta nel petto di Percy e le mani di quest'ultimo a stringerlo.

"Nico, è successo qualcosa?"

"Solo un incubo..."

"Vuoi parlarne?"

"Ora no, domani mattina. Adesso voglio solo stare qui."

Percy lo strinse ancora più forte. Erano poche le volte in cui lo aveva visto così vulnerabile, e una di queste era stata al funerale di Bianca. Vederlo così lo fece quasi piangere. Non appena iniziò ad accarezzargli la schiena, Nico smise di tremare, iniziando a rilassarsi. Percy sorrise, felice di aver alleviato la tristezza del più piccolo. Non avevano di certo programmato di dormire insieme così presto, semplicemente successe che alla fine entrambi si addormentarono, restando abbracciati fino al mattino dopo.

 

  
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