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Autore: Uptrand    09/08/2017    17 recensioni
La guerra contro i grigi è terminata vittoriosamente. Andiamo a vedere come sono cambiati gli equilibri di potere e come trascorrono le loro giornate gli uomini e donne della Noveria Corps.
Queste storie hanno lo scopo di far conoscere meglio i vari personaggi.
In altre raccolte "Dopoguerra 2" e "Dopoguerra 3" parlerò dei personaggi delle altre fazioni.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Naomi Takara disegnata da Carla Elle.


Naomi Takara, una donna che da poco aveva superato i trentacinque anni, dai tratti asiatici, capelli mori e corti,  con alcune frange le scendevano verso l’occhio sinistro. Mostrava in genere un atteggiamento calmo e un sorriso pigro.
Era quanto mai sommersa di lavoro adesso che era alla guida della sicurezza della Noveria Corps. Tetrius Bellitus era andato in pensione e lei gli era succeduta.
Terminata la guerra contro i grigi, aveva da rimettere in piedi Divisione N che come tutti i corpi militare che avevano partecipano alla guerra aveva subito perdite non trascurabili.
Reclutare il personale adatto non era facile, si cercava professionisti e non pistoleri da far west. Una buona testa in grado di pensare era più apprezzata di una buona mira.
Fortunatamente i poveri tra cui reclutare la base non mancavano mai, avrebbero lavorato per la Noveria Corps ottenendo in cambio tutte quelle cose che permettevano una vita agiata ma che erano oltre le loro possibilità.  L’azienda da parte sua ci guadagnava una fedeltà incondizionata.
Saper giocare sporco era indispensabile, non si voleva che qualcuno avesse un improvvisa crisi morale e la tentazione di dichiarare qualche segreto inconfessabile della compagnia.
Questo rendeva difficile la selezione.
Per questo era felice della piccola pausa di tre giorni di ferie che si era presa e che avrebbe trascorso in Giappone. Stranamente, nel viaggio di andata aveva avuto Isabella come compagna. Il phantom l’aveva come al solito ignorata, all’arrivo se ne era poi andata per i fatti suoi.
Cosa che a lei non dispiacque. Nonostante i cambiamenti nella vita del phantom, da assassina a modella immagine della Noveria Corps e soldato volontario nel I° regg I.D.G.,  Isabella rimaneva la più pericolosa psicopatica che fosse possibile incontrare.

*****


Il monte Hiei era un luogo sacro per la moltitudine di tempi di cui era costellato. Naomi stava salendo un'ampia scalinata con in mano un secchio di legno contenente acqua benedetta e una bacchetta per dispensarlo.
Sembrava una turista come tante altre, i vestiti erano ordinari e sobri come si addicevano a quel luogo e appena si vedeva il rigonfiamento di un arma nei pantaloni.
Uscì dal percorso delle scale, inoltrandosi in un piccolo sentiero boscoso. Un luogo ombreggiato dove la calura dell’esatte nipponica si sentiva meno.
Davanti a lei si aprì uno spiazzò, sorrise nel rivedere un albero appena più grande degli altri « Eccomi qua mamma. »
La tomba di sua madre si trovava sul lato del tronco che non vedeva, da li si aveva una splendida vista panoramica. Per questo l’aveva collocata li, un luogo che proprio sua madre le aveva presentato e che piaceva ad entrambe.
Lo stupore durò un secondo, la rabbia lo sostituì subito. Urlò sconvolta da quello che vedi: la lapide era in frantumi, il terreno scavato e non vi era traccia del cadavere.
Era evidente che non poteva trattarsi dell’opera di un animale e sul monte Hiei non ve ne erano che avrebbero potuto far quello.

*****


Isabella con indosso solo un accappatoio si avvicinò alla fonte di acqua cristallina. Si chinò, abbassò l’indumento fino alle spalle, si mise distesa di schiena immergendo i lunghi capelli biondi nell’acqua che galleggiarono come fili d’oro.
Rimase così fino a quando non si sentì tranquilla, serena. Si alzò dirigendosi verso il portico in legno della casa che dava sul giardino, tanto antica da sembrare fuori posto.
Lei si sdraiò adagiando la testa su un ripiano imbottito, raccolse i capelli esponendo il collo.
Un uomo anziano le si avvicinò da dietro, in mano reggeva una spada. Alzò l’arma abbassandola di colpo.

*****


« Vecchio! Vecchio di merda! » Urlava Naomi percorrendo i lussuosi corridoi della villa in stile antico « Dove sei? Dove hai messo mia madre? Vecchio!! »
Da quando era entrata non aveva ancora visto nessuno, ma di questo non era stupita. I servi venivano sempre fatti allontanare quando succedeva  qualcosa che coinvolgeva i padroni.
Aprì violentemente una porta, un uomo anziano in kimono, dal volto estremamente pallido e rugoso, stava sorseggiando del the. Senza fare una piega si limitò a dire « Che visita sgradita. »
« Mi prendi per il culo! Dove hai messo mia madre? »
« Quell’ingrata di mia figlia, ne ho fatto seppellire il cadavere all’ingresso di questa casa, in una tomba non segnalata, sotto la prima pietra del selciato. Così chiunque entra o esca la calpesterà disonorandone il corpo e la memoria. Visto che sei qui, devi averlo fatto anche tu. »
Naomi caricò a testa bassa, intenzionata ad uccidere. Quel vecchio aveva osato troppo.
Vide solo un lampo di luce dato dal riflesso di luce sulla lama. La evitò appena, grazie all’esperienza di anni.
Una giovane donna, sui 25 anni, si era intromessa e ora la minacciava con una spada. Tra le due c’era una certa somiglianza.
« Mocciosa, devo uccidere questo vecchio. Levati o quella cosa la userò per sviscerarti. »
« Tutto bene nobile Konoe? » Chiese la ragazza all’anziano.
« Certo, Yui. Questa è al persona che ti diceva sarebbe giunta e che tu devi affrontare. »
« Hey! Vecchio stronzo! Che significa? » Domandò Naomi, ritrovando un minimo di calma
« Questa è Yui, appartiene al ramo cadetto della famiglia. Vi si potrebbe definire cugine. Dopo il scellerato comportamento di mia figlia Machiyo, ho trovato un erede adatto. Yui riprenderà da dove lei ha abbandonato, correggeremo l’errore della tua nascita. Avrei potuto evitare di coinvolgerti, ma il mio onore ferito mi impone che tu debba morire. Dopo che questa giustizia divina sarà adempiuta, potrò guardare al futuro con serenità grazie a Yui. » Disse lui con una parvenza di sorriso.
« Giustizia? »
« Qui l’unica vera criminale è tua madre, tu sei il suo crimine, mentre io, tutta la famiglia Takara e il nostro onore sono le vere vittime. » Dichiarò puntandole contro un dito.
« Mia madre una…criminale. » Mormorò Naomi mortalmente seria. Menzionare il clan Takara era diventato sinonimo di Yakuza, la nota mafia giapponese. Sua madre, Machiyo Takara, aveva odiato ogni cosa fosse legata a suo padre e alla sua attività mafiosa.
In casa vigevano regole da medioevo, Machiyo avrebbe dovuto accettare qualsiasi destino le venisse proposto.
Invece era diventata un soldato dell’Alleanza per sfuggire al clan, ma la mafia tramite i politici in qualche modo riusciva a raggiungerla. A farle sentire la sua pressione.
Per questo, proprio quando erano riusciti a riottenere il suo ritorno in Giappone sua madre si era vendicata nel modo più subdolo che potesse trovare.
Quella sera, al bancone di un bar, grazie agli infiniti intrecci del destino, incontrò e riconobbe Zaeed Massani. Un vecchio mercenario e leggenda vivente della SR2.
Senza nessuna fatica lo coinvolse in una notte di sesso. Quando ritornò in famiglia, lei era già gravida e in attesa di Naomi. Una donna non più pura, non era di nessuna utilità.
La scacciarono, privandola di ogni cosa. Per lei fu solo un motivo di piacere. Le tolsero tutto, ma non le poterono impedire di essere un soldato.
Naomi nacque e crebbe, sotto una disciplina severa ma amorevole. Quando fu abbastanza grande perché potesse capire su madre le confidò « Sono un soldato, ho fatto tante cose brutte. A volte essere cattivi è l’unico modo per proteggere quel po’ di felicità che c’è in questa galassia. »
Seguendo l’esempio di lei entrò nell'esercito, divenne uno dei migliori ufficiali. Si qualificò come N7, era nell’elite militare, cosa che neanche sua madre era riuscita a fare.
Come lei si occupava di faccende sporche e l’Alleanza né aveva come ogni grande potenza. Non le importava, a volte essere cattivi era necessario.
Sua madre morì o per meglio dire venne assassinata, la famiglia Takara non poteva tollerare questa figlia che sopravviveva felice al di fuori di essa. Il capo clan suo padre la odiava per l’affronto subito.
Organizzarono il suo omicidio, inscenandolo come un operazione militare andata male. Un incidente.
Le impedirono di partecipare al suo funerale che semplicemente non si tenne, il padre nascose il cadavere della figlia per impedire a quella nipote non voluta di renderle omaggio.
In quelle circostanze, per la prima volta nonno e nipote si incontrarono e fu subito odio.
Lei scoprì abbastanza facilmente come stavano le cose, disgustata, abbandonò l’Alleanza non potendo fidarsi di quell'ambiente.
Odiandosi di non poter recuperare il cadavere di sua madre, di poterle dare una degna sepoltura. Passarono un paio d’anni, si fece un nome tra i mercenari. Le piaceva l’onesta vita da criminale.
Poi una donna l’avvicinò, si chiamava Dasha Weaver « Quell’è la cosa che desideri di più? » Le chiese nel bel mezzo di una discussione per un nuovo lavoro, mentre lei pensava a quanto sarebbe stata la paga.
Con il suo aiuto recuperò il cadavere di sua madre, non chiese neanche di vendicarsi. Sua madre giaceva sul monte sacro Hiei, lontana da sguardi.
Della famiglia Takara non le interessava e sapeva solo quello che le aveva raccontato sua madre.
« Ti costava così tanto lasciare in pace me e mia madre? » Chiese  Naomi inferocita.
« Si! »
Naomi attaccò, Yui si mosse, lei estrasse l’arma ma la ragazza la pressava da vicino impedendole di usare la pistola. Ci sapeva fare.
Lei sparò in basso e per un soffio non la ferì a un piede « Una mossa vile! » Commentò Yui.
« Hai davvero tante stronzate in quella testa, se pensi questo. Tipico delle ragazzine ignoranti. »
« Riavrai il corpo di tua madre, se affronterai Yui in un duello mortale di spade. » Dichiarò il vecchio.
Quello parve calmare Naomi « Hai una logica contorca e marcia quanto te, vecchio. Accetto. »

*****


Affondi, parate, colpi di taglio. Le due donne si stavano affrontando su un quadrato di sabbia, l’irregolarità e l’instabilità del terreno era un ulteriore difficoltà per entrambe, in un giardino all'aperto nell'elegante villa.
Le lame continuavano a cozzare, ma Naomi era in svantaggio. Aveva smesso di praticare l’arte della spada quando aveva lasciato l’Alleanza, solo da qualche anno aveva ripreso e occasionalmente, non sapeva neanche lei bene perché.
Un po’ per non dimenticarla e perché Isabella ogni tanto la sfidava, non poteva dire di no al phantom.
Yui era dannatamente abile, da come si muoveva si capiva benissimo che doveva essersi esercita ogni giorno con costanza e proprio in quel recinto di sabbia.
Era sicuro che il terreno non fosse stato scelto a caso, era lei quella maggiormente svantaggiata.
Parata, parata, taglio, parasta, parata, taglio, taglio… Naomi era incalzata dall'attacco della giovane, resisteva grazie a tutta l’esperienza maturata negli anni, allo stile pulito della ragazza.
L’aveva messa in difficoltà quando aveva giocato sporco, con mosse che non appartenevano a nessuna scuola di scherma. Ma certi trucchi funzionano solo una volta, dopo la prima ginocchiata allo stomaco, dopo la quale stava per tagliarle al collo aveva imparato a essere prudente con un avversaria abile a tendere tranelli.
Un'altra parata, la spada le si ruppe. Prese rapidamente le distanze, sul moncone attaccato all'impugnatura che aveva in mano vide una linea nera tutta interna alla lama. Una crepa, la spada che le avevano dato era difettosa. Il vecchio voleva la sua morte e la vittoria di Yui a ogni costo.
Schivò un paio di attacchi, usò mani e gambe conoscendo bene le tecniche di combattimento del corpo  a corpo, ma doveva fare attenzione. Un movimento falso e si sarebbe trovata amputata di qualcosa.
Un fischio nell'aria, una spada arrivò roteando dall'alto e conficcandosi nella sabbia. Naomi non perse tempo, l’afferrò difendendosi dall'attacco.
Cadde in ginocchio, non tanto per l’attacco ma a causa della spada stessa che stava usando. Aveva avvertito una torsione feroce su entrambi i polsi quando l’aveva usata.
Incrociarono le spade ancora un paio di volte, prima di allontanarsi. Naomi non capiva che diavolo avesse quella spada, era se come se mentre la usasse l’arma lottasse per sfuggirle di mano.
In più avrebbe voluto guardarsi attorno per capire da dov'era arrivata, ma non poteva distrarre lo sguardo da Yui.
« Chi sei? » Gridò il vecchio, guardando verso il tetto. Fu troppo, ed entrambe le avversario guardarono.
Isabella li fissava, in silenzio, uno sguardo severo in volto. Un combattimento era una cosa seria, di spade lo era anche di più. Usare trucchi come una spada danneggiata non le piaceva, il nemico doveva lottare con ogni suo mezzo. Solo una volta fatto, lo si poteva distruggere nell'anima e nel corpo. Così aveva fatto per molti che aveva ucciso.
Naomi era sorpresa della sua presenza, non capiva come l’avesse trovata e solo distrattamente notò che i lunghi capelli di Isabella adesso erano corti.
Per il phantom forti o deboli non contavano, l’importante era distruggerli e che se ne rendessero conto.
In più quel combattimento le piaceva, le aveva viste combattere quasi dall'inizio, si era eccitata a guardarle. Non faceva il tifo per nessuna in particolare, semplicemente avrebbe vinto il più forte.
Per quello non gradiva quello che era successo, decidendo di lanciare nell'arena una delle sue preziose spade. Quella corta: Haka no hi, il nome significava “Fuoco della distruzione”.
Come quella lunga era stata fatta su personale richiesta di Dasha Weaver come regalo per lei. Entrambi erano pezzi unici, in più era stato eseguito un rituale religioso su entrambe che avrebbe imprigionato in ciascuna un demone. Quello in Haka no hi si chiamava Abaddon.
Questa leggenda era alimentata dal suono che quelle spade producevano in certe situazioni, muovendole oltre una certa velocità, originato dalla loro affilatura che tagliava l’aria.
Un suono che Isabella sapeva far variare in più modi, in base al diverso utilizzo.
Infine, stando alla leggenda, le spade avrebbero ucciso che non avrebbe saputo usarle.
Naomi sapeva tutto questo ma al momento la sua preoccupazione era capire come usare quella spada, non delle stupide maledizione inventate.
Quella dannata lama non si muoveva come voleva, tenerla le costava fatica pur usando entrambe le mani. Eppure Isabella la usava senza problemi con una sola mano.
Ogni volta che cambiava o interrompeva un movimento subiva un forte contraccolpo che avvertiva sulle spalle.
Ci fu attimo di pausa, in cui le due avversarie si studiarono. Lei spostò un attimo lo sguardo su Isabella, la fissava senza mostrare emozioni.
Naomi passò un pollice sul lato della spada, incredibilmente sentì che non era liscio ma costellato da microscopiche increspature. Non erano imperfezioni, troppo regolari nella loro disposizioni, lisce e uniformi tra loro.
Sorrise, era davvero una spada adatta a Isabella che usava una tecnica altamente offensiva.
Naomi ruotò la spada, mostrando il lato alla sua avversaria che non comprese quella posizione. Alzò la spada verso Yui che pensò che l’avrebbe attaccata, invece la sua avversaria si diede una forte spinta e ruotò su se stessa.
Isabella sorrise.
Yui attaccò nel momento stesso in cui Naomi le mostrò la schiena, qualsiasi fosse la sua mossa sembrava stupida e infantile. Riuscì a difendersi all'ultimo dalla spada che arrivò incredibilmente rapida dalla sua sinistra. Costringendola a indietreggiare di qualche passo.
Davanti a lei Naomi continuava piroettare, apparentemente senza nessun controllo. Decise che doveva essersi trattato di un colpo di fortuna.
Attaccò più volte di seguito, aiutata dal fatto che la sua spada era più lunga. Si trovò invece a subire gli attacchi di Naomi oltre a vedere i suoi costantemente bloccati.
Non capiva cosa stava succedendo, gli attacchi che le venivano portati erano sempre più veloci e da direzioni molto difficili.
Naomi stava sudando per la fatica, il dolore che dai polsi arrivava fino alle spalle estenuante. Quella spada era davvero demoniaca.
Quelle increspature che aveva tastato, erano microscopici canali per far passare l’aria. Se la spada veniva mossa abbastanza velocemente, l’aria passava attraverso quegli ugelli come un getto d’aria dandole una spinta aggiuntiva.
Più veloce la si muoveva, più la spinta aumentava. All'aumentare della velocità aumentava il rischio che l’arma le scappasse di mano, però cresceva anche il suo controllo su di essa. Un movimento continuo e fluido era il modo giusto di usarla, se si fosse fermata all'improvviso avrebbe avvertito come prima un violento contraccolpo.
A impugnare quella spada le sembrò di guidare un auto ad altissima velocità in una strada di montagna piena di curve.
Era davvero un'arma pensata a scopo puramente offensivo, adatta veramente alle capacità olimpioniche di Isabella.
Dalla spada si diffuse una dolce e singola nota.
Un'altra parata, un altro attacco che Yui riuscì a deviare e la sua spada si spezzò.
Finì nella sabbia, era sconfitta ma non sarebbe morta. Alzò la mano gridando « Stasi! »
Naomi fu colpita dal potere biotico che la bloccò nella posizione assunta in quell'istante.
Haka no hi le sfuggì di mano, lasciando un taglio sulla guancia sinistra di Yui quando la sfiorò.
Lei rimase un attimo incredula alla possibilità che aveva davvero rischiato di morire in quel modo. Appena un centimetro più in la e quella spada le avrebbe trapassato la testa.
Naomi imprigionata dal potere era delusa e arrabbiata oltre ogni dire. Nessuno le aveva detto che Yui era una biotica, nessuno aveva parlato di usare poteri biotici.
Si maledisse, pensando che da quell'orribile vecchio potesse mai venire qualcosa di onesto.
Mamma – pensò sul punto di mettersi a piangere.
Isabella osservava scontenta, un incontro di spade era una cosa seria per lei. Usare dei poteri biotici in quella situazione era qualcosa che condannava, lei non lo avrebbe mai fatto neanche ne fosse andato della sua vita. Non era come uccidere qualcuno in missione per compiace Dasha o torturare qualche mercenario come tante volte aveva fatto.
« Hai fatto la tua scelto Haka no hi? » Mormorò fra se.
Yui era arrabbiata, era viva solo per caso. Si alzò di scatto afferrando la spada della sua avversaria e alzandola al cielo. Avrebbe ucciso Naomi con quella.
L’elsa di Haka no hi era un concentrato di tecnologia di superconduttori, per facilitare al massimo la trasmissione di energia biotica dal biotico all'oggetto.
Entrambe le spade di Isabella erano un concentrato di tecnologia e di tradizioni secolari nell'arte della forgiatura.
Yui si sentì mancare, i suoi poteri biotici erano già attivi per questo essi fluirono senza controllo nella spada. Dei cinque livelli in cui si poteva classificare un biotico, lei era di terzo livello e per questo al di sopra della media.
Ma quella spada era fatta per gestire i poteri di Isabella, il primo e ancora unico biotico di livello sei.
Quella sensazione di debolezza la colpì mentre alzava la spada in aria, questa le sfuggì di mano a causa di un violento contraccolpo quando aveva cercato di fermarsi.
La spada volò in aria irradiata di energia biotica che la faceva brillare. Piccole fiammelle blu apparvero lungo i suoi lati, dagli ugelli dove passava l’aria adesso usciva energia biotica. Yui crollò in ginocchio sulla sabbia, davanti a Nomi, esausta per tutto quel potere biotico che le era stato preso.
Haka no hi cominciò a ricadere, girando su se stessa. Naomi ancora immobile ne venne sfiorata ma non ferita. Per un istante, per un esatto secondo le sembrò di avvertire una nota simile a una risata. La spada le ricordò una bocca aperta in un ghigno maligno, i cui denti erano delimitati dalla fiammelle.
Haka no hi cadde, tranciò e tagliò mentre Naomi si liberava e il sangue bagnava la sabbia.
Yui urlava dal terrore, il braccio sinistro le era stato mozzato all'altezza della spalla quando la spada le era caduta addosso.
Naomi osservava non meno stupita, l’osso avrebbe dovuto fermare la lama che avrebbe dovuto al massimo provocare una profondo ferita.
- Possibile che… -Lasciò perdere quei pensieri, scavalcò Yui dirigendosi a grandi passi verso Konoe. Lui fece per estrarre una spada, una di ornamento, che portava alla cintura quando il pugno gli ridusse la faccia a una maschera di sangue lasciandolo svenuto. Lo prese per il collo e lo trascinò.
Lei si sentiva meglio, camminando tranquillamente estrasse una sigaretta. Tirò giusto un paio di boccate prima di arrivare da Yui. Si abbassò su di lei, il fatto che era ancora cosciente era da sola la prova del suo carattere deciso.
Le mise la sigaretta in bocca « Addio cugina, usala e forse potresti vivere. »
Yui non fece niente, tranne che guardarla con odio.
Naomi si alzò voltandosi verso Isabella ma era sparita e con lei la spada. Il duello era finito, non vi era più niente che le interessasse.
Arrivò davanti all'ingresso della casa, sul terreno la prima pietra del selciato. Era larga quanto una persona e mettendoci tutta la forza di cui era capace la smosse. « Ciao mamma. » Disse osservando lo scheletro di sua madre, nella piccola fossa.
Raccolse le ossa nel kimono di Konoe, buttando il vecchio nella fossa che appena lo conteneva. Vi rimise sopra la pietra sorridendo maligna.
Se si fosse ripreso in tempo avrebbe scoperto l’orribile sorte di essere seppellito vivo. In ogni caso, secondo le tradizioni, sarebbe stato il suo spirito a essere dannato per l’eternità e ogni volta che qualcuno avesse calpestato quella pietra lui la sua anima sarebbe stata torturata.
S’incamminò con quello strano e improvvisato sacco sulle spalle. « Direttore Balestrieri, credo di averle creato del lavoro in più in Giappone. Mi dispiace. Ora mandi qualcuno a prendermi. » Disse al comunicatore

*****


Appena quattro ore dopo si trovava ad Avalon, a Toronto, la sede centrale della Noveria Corps sulla Terra. In olo-conferenza con Dasha Weaver, oltre a loro due erano presenti il direttore Cristina Balestrieri e Isabella.
Naomi aveva un'aria rassegnata, sapeva che quello che aveva fatto avrebbe avuto ripercussioni se così si poteva definire entrare in guerra con la yakuza. Quando ne uccidevi il capo, era qualcosa che poteva succedere.
Lo sguardo di Dasha era duro e freddo, come fosse stato intagliato nel ghiaccio di Noveria. « Cristina riassumi la situazione. » Ordinò.
« Quanto accaduto a Kanoe, riteniamo sia morto nonostante la signora Naomi Takara non abbia voluto fornire spiegazioni, ha aperto le ostilità con la mafia giapponese. Abbiamo probabilità di vittoria, tuttavia vi saranno perdite economiche non trascurabili. Esiste ancora una soluzione diplomatica: i membri della yakuza sono disposti a considerare quanto accaduto come qualcosa di interno. La Noveria Corps non dovrà aiutare in nessun modo la signora Naomi, di fatto ci chiedono di abbandonarla. Come ulteriore incentivo, hanno promesso la ricompensa di un milione di crediti. »
Naomi chinò la testa a quelle parole, con un milione che le pendeva sulla testa era morta. Non pensò neanche di scappare, alla mafia poteva anche fuggire ma a Dasha? Essere inseguiti da Isabella era davvero un brutto modo di morire.
Senza la forza per alzare anche solo lo sguardo disse « Se posso avere un ultimo desiderio, vorrei che i corpi mio e di mia madre non fossero consegnati alla yakuza e seppelliti l’uno accanto all'altro, dove nessuno ci possa trovare. »
« Ho rifiutato la loro richiesta. » Dichiarò Dasha, Naomi alzò lo sguardo incredula. Era ammutolita.
« Dimmi Cristina, il tuo piano è andato come pensavi? » Chiese la Weaver alla sua dipendente.
« All'incirca presidente, con piacere vedo che anche questa volta era informata in precedenza di tutto. » - Disse la donna esibendosi in un lieve inchino che mostrava il suo rispetto. - « Se mi è permesso spiegherei a Naomi come stanno realmente le cose, visto il suo sguardo confuso. »
Ebbe un semplice cenno d’assenso e voltandosi verso Naomi « Sapendo data del suo arrivo sulla Terra e scopo, ho fatto giungere queste notizie alla yakuza insieme a dove era seppellita vostra madre. »
Naomi saltò dalla sedia afferrando quella donna per il colletto del vestito, voleva ucciderla per tutti i guai che le aveva fatto passare.
Cristina non si scompose ma sorrise crudelmente « Vedo sul vostro volto che non capite. Siete appena assunta a una delle posizioni più importanti della Noveria Corps, farvi fuori e sostituirvi con un mio uomo era il piano. »
« Brutta pazza! » - Gridò Naomi- « Voglio vedere come urlerai quando sarai consegnata a Isabella e … »
« Non succederà. » Dichiarò Cristina, tranquilla.
« Infatti. » Confermò Dasha. Naomi non capiva, la competizione per il potere all'interno della Noveria Corps era serrata. Questo grazie a un clima di rivalità creato dalla stessa Dasha, voleva che i suoi direttore si impegnassero il più possibile per sostituirla nel suo ruolo.
Lei rimaneva il presidente perché nessuno aveva mai fatto meglio di lei, il fatto che sapesse già tutto del piano della Balestrieri era solo un ulteriore prova.
I complimenti del suo direttore erano d'altronde sinceri.
Ma nella Noveria Corps esistevano regole non scritte ben precise, ad esempio Divisione N non poteva essere impiegate in queste cose, fintanto che qualcuno lavorava per la compagnia non poteva essere ucciso minacciato o altro.
A queste condizioni, l’unico modo era mettere il rivale in cattiva luce e ottenerne il licenziamento. Una volta fatto, ogni divieto su di lui decadeva, se necessario si poteva usare Divisione N per ottenerne l’uccisione.
Questo era lo scopo di Cristina Balestrieri.
« Cristina non ha diffuso nessuna informazione segreta, che tu fossi in ferie e il luogo di sepoltura di tua madre non erano dati confidenziali. Tu ti sei recata dal signor Kanoe, quando avresti potuto semplicemente fare niente. Non hai nemmeno cercato supporto. Cristina ha solo creato le basi per una situazione che non riguarda minimamente la Noveria Corps, il resto è stato tutto una tua scelta. » - Commentò Dasha. - « Questa era almeno la prima parte del piano. »
« Prima parte ? » Borbottò Naomi senza mollare Cristina.
Cristina sbadigliò, gli antidolorifici stavano raggiungendo la massima efficacia e sentiva le palpebre pesanti. Presto avrebbe dormito, dimenticandosi del terribile dolore che la cicatrice sulla schiena le infliggeva. « È da un po’ di tempo che vorrei rafforzare la posizione della Noveria Corps in quella zona, ma la yakuza era troppo ben ramificata nel territorio. Il presidente Weaver non mi ha mai concesso i mezzi necessari. Serviva qualcosa che smuovesse le acque, dopo avrei potuto ottenere qualcosa usando la diplomazia, la forza o entrambe. Se invece lei fosse stata eliminata, avrei avuto l’occasione di mettere qualcuno di fidato per me al suo posto. » Spiegò la donna impassibile, priva di qualunque segno di timore.
Dasha annuì « In pratica mi ha forzato la mano Cristina, davvero un ottimo piano e senza infrangere nessuna regola della società. Meriti tutte le mie lodi. »
« La ringrazio presidente ma lei come sempre mi ha superato, la presenza del vicepresidente e sua consorte ne è la prova. »
Dasha sorrise, il suo viso si addolcì « Isabella aveva in mente un viaggio in Giappone da tempo, riguarda qualcosa sull'educazione come phantom delle mie figlie. Ho approfittato della cosa per unire l’utile e il dilettevole. I miei ordini erano semplicemente “ Osserva Naomi e decidi come meglio credi.”»
« Quindi…? » Domandò Naomi che voleva veder chiarita la sua posizione.
« Era sicura che avremmo ricevuto un offerta di natura economica per la tua testa, ho deciso che tu vali di più di qualsiasi loro offerta ma… » - Naomi si sentì emozionata a quelle parole - « Ora voi due dovrete risolvere la situazione. Se questa “guerra” dovesse durare più di una settimana, qualsiasi guadagno sarà vano rispetto alle perdite. Concludetela in questo lasso di tempo, altrimenti potrei rivedere alcune delle mie considerazioni su di voi. Naomi, Rumia verrà da Palaven e ti sostituirà per questa settimana alla sede centrale. Anche Isabella rimarrà sulla Terra, sta aspettando qualcosa e inoltre ha scoperto che i nostri nemici hanno un'unità scelta chiamata “ Lucertola Nera”, li vuole affrontare. Per il resto non fate affidamento su di lei. Sapete come mi piace siano gestite queste cose ?»
« Con discrezione. » Rispose le due donne.
Dasha annuì e rivolgendosi un'ultima volta a Isabella « Quando torni mi dici cosa hai fatto ai capelli. »
Il phantom sorrise passandosi una mano sui capelli adesso corti, arrivavano giusti a coprirle il collo.
Naomi lasciò andare Cristina « Dunque? »
La direttrice attivò il suo omnitool e inviò alcuni dati a quello di Naomi che mandò un “bip” quando lo ricevette. « Quelle sono tutte le nostre informazioni sulla mafia giapponese e i suoi capi. Sono certa che le troverà complete ed esauriente. » Disse mostrando un sorriso cordiale e sincero.
Cristina Balestrieri, italiana, originaria della Sicilia proveniva da una famiglia mafiosa decaduta dopo l’omicidio dei suoi genitori. Aveva sempre un'aria stanca e debole, d'altronde era evidente che non aveva nessuna esperienza nel combattimento, forse per questo il suo responsabile della sicurezza era quel gigante russo tutto muscoli di Makarov, ma un carattere indecifrabile, una mente pericolosa e un intuito acuto l’avevano fatta diventare uno dei quattro grandi direttori.
Cristina non si sentiva in colpa verso Naomi o altro, lei aveva fatto solo il suo lavoro nel rispetto delle regole del presidente. Non aveva nessun risentimento verso di lei o altro, ed era sinceramente pronta ad aiutarla.
Naomi lo comprese e questo la fece calmare, a modo loro erano entrambe delle professioniste e si rispettavano a vicenda.
« Dovrò sostituire la lapide di mia madre, inoltre penso vi saranno delle pratiche e altre cerimonie da fare per far seppellire il corpo in modo adeguato. »
« Sarà mia premura occuparmene. » Assicurò Cristina. Pace era fatta.
Il rumore della porta che si apriva fece voltare Naomi che ringraziò dell’aiuto Isabella che stava uscendo dalla stanza. Il phantom non rispose, niente di quel discorso le interessava.

*****


Naomi era inginocchiata davanti alla tomba di sua madre, sul monte Hiei, a pregare. Era stata una settimana intensa. Si era occupata da sola del lavoro da svolgere, sentiva che aveva bisogno di dimostrare nuovamente a tutti di cosa era capace.
Senza nessuna squadra ma con a disposizione l’immenso catalogo di armi di un'industria militare vi era riuscita giusto in tempo. Doveva solo scegliere l’arma giusta per la situazione.
Omicidi silenziosi, nessun morto accidentale, niente esplosioni o sparatorie. Tutto avveniva senza perturbare la pace quotidiana della gente comune. Un tipo di violenza controllata a cui i criminali non erano abituati.
Lei aveva eliminato i vertici, del resto si era occupata Cristina. Al terzo giorno la direttrice ricevette una chiamata « Trattiamo. » Disse la persona all'altro capo della comunicazione. Lei mise giù senza dire niente.
Al quinto giorno una seconda chiamata « Cosa volete? ». Avevano vinto.
La “Lucertola nera” non diede problemi a Naomi, neanche si fece vedere. Isabella era sparita per tre giorni, non sapeva cosa avesse fatto o dove ma aveva un'aria troppo soddisfatta quando riapparve il quarto solo per ripartire per Noveria.
L’unico pensiero di Naomi era che tre giorni erano parecchio tempo per infierire su qualcuno, il phantom doveva essersela goduta come piaceva a lei.
Un rumore di passi accompagnato da quello di un bastone di legno risuonò tra gli alberi, in direzione del luogo dove si trovava Naomi. Lei lo sentì avvicinarsi e sedersi rumorosamente vicino a lei, nel farlo borbottò qualche imprecazione sul fatto di star seduto per terra, sulla sua vecchiaia e maledisse le sue ginocchia.
Nomi non disse niente, impegnata a finire la preghiera. « Sei venuto vecchio. »
« Taci sciocca di una figlia. » Rispose Zaeed Massani
« Non sono tua figlia, mia madre ti ha solo scopato per ripicca verso la sua famiglia. »
« Ma guarda, io credevo che quello fosse il motivo della tua esistenza. »
« Hai portato quello che ti ho chiesto, vecchia cariatide. »
« Non sono ancor rincoglionito, stupida ragazzina. » Ed estrasse una bottiglia di pregiato liquore, da una busta che aveva portato con se.
Naomi la prese, si alzò e ne versò buona parte sulla tomba. Il resto se lo divisero loro due.
« Bel posto. » Commentò l’anziano mercenario da tempo in pensione.
« Una volta mi hai raccontato che Olivia ha preso a calci in culo Dasha. Vorrei sentire quella storia. »
Zaeed sorrise « Era l’anno 2212 e un cargo si avvicinava alla stazione spaziale “La Guardia”… »

*****


I servi erano tornati nella villa, terminati gli scontri a loro non sarebbe rimasto che mettere tutto a posto.  Servi e villa rimanevano, solo i padroni cambiavano. Kanoe, nessuno si diede pena di cercalo.
I servi tenevano in ordine la villa e badavano ai suoi occupanti, non interferivano con quello che succedeva in loro assenza. Yui invece riposava o almeno avrebbe dovuto farlo in una delle stanze della villa, rabbiosa ma troppe debole per fare qualcosa. Era sopravvissuta a stento, aveva usato la sigaretta datele da Naomi per bruciare la carne della ferita e ridurre la perdita di sangue.
Questo le aveva permesso di farcela fino al ritorno della servitù, era stata medicata ma nessuno le aveva detto qualcosa sul suo destino. La yakuza aveva perso quella breve guerra, ma di quello non le importava veramente.
« Lei chi è? » Chiese ferocemente alla donna di colore che era appena entrata, che tranquillamente le sedette accanto porgendole un biglietto da visita.
« Una persona che lavora per le industrie Amalgama Groups. »
« È la prima volta che sento questo nome. »
La donna di colore non disse niente limitandosi a sorridere.

*****


Isabella era soddisfatta di quello che vedeva davanti se, tre splendide spade di qualità non inferiore alle sue. Era andata da quei pochi individui che ancora conoscevano le tecniche segrete per forgiare una katana giapponese, gli stessi che avevano forgiato le sue e trattati dal governo locale come dei tesori viventi.
In un mese di lavoro avevano prodotto quelle tre magnifiche spade usando le più avanzate leghe di metallo, assieme a tecnologie studiate solo a quello scopo che non dimenticavano l’importanza delle tradizioni.
Una di queste parlava di un sacrifico di sangue, lo aveva svolto senza problemi. Sorrise. Gli individui che avevano formato "La lucertola nera" erano stati degli ottimi sacrifici.
Adesso i loro corpi erano abbandonati a marcire in un tempio dimenticato.
Ma lei aveva offerto anche altro. Aveva dato i suoi capelli in sacrificio, si diceva che i capelli di una donna potessero rendere una spada indistruttibile, che la sua lama sarebbe stata sempre affilata.
Gli aveva offerti con piacere ma anche per un altro motivi. I capelli erano una cosa strana, assorbivano tutto quello che il corpo assimilava.
Lei era un biotico, come tale non era difficile trovare microscopiche tracce del suo eezo 19 in essi. Adesso questo risiedeva in quelle spade.
Presto le avrebbe date ad Alexya, Trish e Diana, ormai erano davvero cresciute e i loro poteri si erano sviluppati anche se dovevano affinarne le tecniche.
Avevano diritto ad avere ciascuna una vera spada, non solo quelle prodotte dalla Noveria Corps.
Isabella sorrise contenta del regalo che presto avrebbe fatto.
   
 
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