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Autore: Alison92    09/08/2017    1 recensioni
Fra le tante attrattive della scuola privata Thomas Dreier, i cinque giorni di vacanza offerti ai migliori quindici studenti della scuola sono certamente un richiamo per tutti i giovani allievi.
Lyvia Sommers fa parte di quei quindici eletti scelti per partire verso la splendida isola di Everdove, dalle acque limpide e dal cielo cristallino.
Un'antica leggenda però si nasconde fra quelle coste, insidiandosi nelle vite serene e felici dei giovani.
La storia oscura della famiglia Rosenburg, seminata di odio e terrore, conduce Lyvia e gli altri studenti verso differenti orizzonti, verso una casa maledetta che cela un passato grondante di sangue e vendetta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovevamo partire entro due giorni, dato che la mia scuola aveva offerto la possibilità ad alcuni studenti di andare in vacanza. Frequentavo un college di alto livello, uno di quelli difficilmente accessibili. Io abitavo lì con le altre studentesse nella struttura adibita a scuola. Erano presenti due palazzi che fungevano da dormitori per gli studenti, uno per gli insegnanti, una struttura che ospitava le classi degli studenti e la mensa, l’unico posto poco prestigioso della scuola. Al tempo degli eventi io avevo diciassette anni e la mia vita mutò totalmente quell’anno. Non vantavo molte amicizie, ma avevo Lucy Meyer, la mia migliore amica. Oltre ai ragazzi dai 15 ai 19 anni era presente una classe speciale per i bambini dai dieci anni in su, nella quale era iscritta la cugina di Lucy, la piccola Mary. Dormiva con noi ed era pressoché impossibile non affezionarsi a quella bambina dai capelli biondo scuro, gli occhi castani e l’aspetto tanto innocente.
Tornando a noi, la cosa più intrigante erano quei cinque giorni di vacanza offerti agli studenti che più si erano distinti durante l’anno scolastico. Una rigida commissione valutava la media dei voti, il temperamento e le capacità degli studenti, scegliendone solo quindici. Ebbi la fortuna di rientrare in quel gruppo ristretto con Lucy e alle mie altre più care amiche, Lily Endlen, Auria Domin e Mya Faceler. Con noi fu costretta a venire anche Mary, che essendo sotto la tutela di Lucy, non poteva essere lasciata sola. Mary era rimasta già in tenera età orfana di entrambi i genitori. Altri ragazzi della Thomas Dreier (il nome della nostra scuola, dal suo fondatore) erano stati scelti insieme a noi.
Forse la più degna di nota era Amy Morgans, la ragazza più popolare della scuola, ormai al suo ultimo anno. Tutti erano affascianti dalla sua chioma riccioluta bionda e dai suoi occhi cristallini. Per me l’incantevole Amy però era solo una perfetta Barbie, non vedevo nulla di celestiale in lei. D’altro canto io, con i miei capelli castani, gli occhi azzurri e la pelle troppo smorta, non potevo paragonarmi di certo a lei. Un altro che non le somigliava molto era il fratello Trevor, più piccolo di lei di tre anni, scuro di capelli e con gli occhi blu. Il “rosso” del nostro gruppo, Michael Hovrel, era il migliore amico di Trevor. Alto e intelligente per i suoi 17 anni, era riuscito ad affascinare Lily, la mia amica. La giovane e futura sostituta di Amy poteva essere proprio fra le mie più care amiche: Lily Endlen aveva lunghi capelli scuri e setosi, occhi blu e un fisico tanto invidiato, che io stessa non credevo alla sua costante modestia. Le altre due mie amiche non godevano però della stessa popolarità. Mya aveva capelli castano chiaro e occhi verdi. Nonostante l’aspetto gradevole, i suoi modi avevano ben poco di aggraziato. Auria aveva 19 anni, capelli biondi e occhi grigi. Adorava stare in disparte, studiava duramente e parlava solo quando lo sentiva necessario. Un’altra che amava la solitudine era Molly Dallen, il cui pessimo carattere la rendeva poco simpatica a tutti. Con i suoi 18 anni, la corporatura robusta e scura sia di occhi che di capelli, non si poteva definire che l’opposto di Amy. La studentessa modello per eccellenza era Dary Volg, che a soli sedici anni aveva una delle medie più alte. Lo stesso non si poteva dire di Tyler Mickelson, che passava il suo tempo a scolpire più i muscoli che le meningi. Come fosse finito fra noi probabilmente lo sapeva solo il nostro insegnante di educazione fisica. Un altro diciassettenne era Dominic Fredon, l’unico ad avere occhiali tondi che contornavano gli occhi chiari. Con i capelli ricci scompigliati e le lenti spesse, aveva tutta l’aria del perfetto studente. Dary non era la sola dei più giovani ad aver ottenuto risultati ottimi, anche il timido quindicenne Eddy Van Door si concentrava sullo studio. Derek Forren era invece uno dei più grandi. La sua statura ed i suoi grandi occhi castani non rendevano giustizia alla sua vera età, facendolo apparire come un sedicenne. La nostra lunga lista è quasi completa, manca solo un nome: Francis. Con i suoi capelli biondi, gli occhi celesti e la pelle marmorea, Francis Wissol era l’unico ragazzo che mi rimase impresso, l’unico nome che sapevo avrei ricordato per sempre. Ci conoscevamo, ma non potevo dicerto inserire il suo nome fra la rosa dei miei amici. Per me lui era un libro aperto, solo che non avevo mai avuto il coraggio di leggerlo. 

La mia storia cominciò con il cielo infuocato del tramonto.
-Hai preparato tutto, Lyv?
Mi voltai verso Lucy. Le punte lisce e corte dei suoi capelli erano ancora bagnate.
-Ovviamente.
Risposi dirigendomi verso la finestra della nostra stanza. Fissavo senza vedere realmente gli studenti che oziosamente tornavano nei loro alloggi prima del coprifuoco serale. Solo qualche ora e poi sarei stata lontana da quel luogo. Il primo di quei cinque giorni alzarsi dal letto fu più facile del solito. L’unica professoressa che ci accompagnava in quel viaggio era Millicent Taller, la docente di lettere antiche della scuola. Il nostro gruppo era variegato, c’erano i più giovani, i “veterani”, quelli popolari e gli sconosciuti. L’unico modo che avevamo per giungere sulla splendida isola di Everdove era la nave, l’isola era talmente piccola che non era presente un aeroporto. La nostra isola non era molto nota, ma le sue coste erano mirabili come quelle delle più prestigiose località marine. La nostra guida durante quella breve vacanza era Camille Belle, una trentenne atletica e piena di vita.
-Benvenuti sull’isola di Everdove! Passerete la vostra miglior vacanza dopo tanta fatica sui libri.  
Ci diede regole basilari e semplici, come non andare nel centro abitato da soli e senza avvertire la professoressa. Il nostro albergo si trovava in riva a quello splendido mare cristallino. Dopo il lungo viaggio il pranzo fu il nostro unico pensiero. Al contrario dei pasti spesso privi di sapore, piatti e monotoni della mensa scolastica, le porzioni che ci furono servite ci ripagavano già del duro che era servito per essere scelti per quella vacanza. Adocchiai Francis, stava parlottando con Amy e una ciocca di capelli biondi gli ricadeva davanti agli occhi chiari.
-Lyvia, che ne pensi?
Mi chiese Mya trascinandomi lontano da quei pensieri.
-È un luogo incantevole.
Le risposi con aria distratta.
-Esattamente. Camille ha proposto di fare già oggi il primo bagno. Ti unirai a noi?
Non ero ansiosa di tuffarmi fra le acque limpide dell’isola, eppure non volevo di certo rimanere in disparte.
-Certo.
Il mare era la sola attrattiva di quell’isola, ma le coste erano talmente ammalianti che non poteva esserci località migliore per passare cinque giorni lontani dal caotico mondo della città. Proprio per osservare meglio il mare decisi di salire sulla terrazza dell’hotel.
-Le camere non sono da quella parte, Lyvia.
Quando mi voltai vidi il viso già solcato dalle prime rughe della Taller. I capelli ormai grigi le scendevano fino alle spalle, incorniciando il viso esangue.
-Lo so, volevo solo ammirare il panorama.
-Stai attenta Lyvia.  
Mi disse prima di dirigersi verso gli alloggi degli studenti. Continuai a salire le scale finché non giunsi nell’ampia terrazza. Appoggiai le mani sulla ringhiera scura e volsi lo sguardo al mare. Il cielo e le acque sembravano fondersi, creando una magia di sfumature e donandomi un panorama che non avevo mai avuto la fortuna di scorgere.
-È strabiliante, non è vero?
Non mi servì voltarmi per riconoscere la voce di Francis. Annuii, incapace di proferire parola. Si avvicinò a me, osservando anche lui lo scorcio di costa che si poteva ammirare da lì.
-Non sei stata anche tu sorpresa di essere scelta? Io non potevo crederci, insomma, sapere di essere fra i migliori della scuola!    
-Evidentemente sei più capace di ciò che credi, Francis.
Risposi abbozzando un sorriso. Lui si voltò verso di me ed incontrai il suo sguardo.
-Ti ricordi il mio nome?
Mi chiese con sincera sorpresa. Gli sorrisi, sentendo il sangue fluire nelle mie guance.
-Chi potrebbe dimenticare Francis Wissol?
Lui scoppiò a ridere.
-Adesso vado, ci vediamo in giro Lyvia.
-Anche tu ti ricordi il mio nome.
Gli dissi mentre lui si dirigeva verso le scale. Si voltò e mi sorrise radioso.
-Chi potrebbe dimenticare Lyvia Sommers?
La sera non tardò ad arrivare e la stanchezza giunse presto, trascinandomi con sé. Mi addormentai mentre fissavo il mare, ignara di ciò che si trovava oltre quell’orizzonte, dietro quel luogo apparentemente paradisiaco.  
  
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