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Autore: shinepaw    10/08/2017    4 recensioni
Brooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la rivalità sta però un sentimento molto più grande...
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Sequel di Juliet & Juliet 2.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Brooklyn's point of view

Entro nella scuderia come ogni giorno, salutando i cavalli nei box. Davanti al box di Shining Tears c'è Castiel, come sempre.

Nei giorni passati ci siamo rivolti raramente la parola, limitandoci a qualche rapido saluto. Non avevo intenzione di appellarlo al femminile quando 'si sente Cas', ma mi veniva naturale farlo, quindi non mi sono imposto di chiamarlo Castiel solo per cattiveria.

Adesso tiene il muso della sua cavalla tra le mani e la guarda con affetto mentre... canta, canta con voce dolcissima.

Mi fermo ad ascoltare, incantato.

- When I look into your eyes
It's like watching the night sky
Or a beautiful sunrise - sorride, un sorriso bellissimo. Be', Shining Tears ha davvero degli occhi meravigliosi... - Well, there's so much they hold
And just like them old stars
I see that you've come so far
To be right where you are
How old is your soul?

Chiude gli occhi, poggiando un bacio fugace sul naso di Shining Tears.

Well, I won't give up on us
Even if the skies get rough
I'm giving you all my love
I'm still looking up

And when you're needing your space
To do some navigating
I'll be here patiently waiting
To see what you find

'Cause even the stars they burn
Some even fall to the Earth
We've got a lot to learn
God knows we're worth it
No, I won't give up

I don't wanna be someone who walks away so easily
I'm here to stay and make the difference that I can make
Our differences they do a lot to teach us how to use
The tools and gifts we got, yeah, we got a lot at stake
And in the end, you're still my friend at least we did intend
For us to work we didn't break, we didn't burn
We had to learn how to bend without the world caving in
I had to learn what I've got, and what I'm not, and who I am

I won't give up on us
Even if the skies get rough
I'm giving you all my love
I'm still looking up, I'm still looking up.

Well, I won't give up on us (no I'm not giving up)
God knows I'm tough enough (I am tough, I am loved)
We've got a lot to learn (we're alive, we are loved)
God knows we're worth it (and we're worth it)

I won't give up on us
Even if the skies get rough
I'm giving you all my love
I'm still looking up.

Quando smette di cantare capisco che questa canzone non era rivolta a Shine... era rivolta a me. Realizzarlo non mi irrita, anzi, mi rende stranamente felice.

- Castiel... - mormoro, e lui si volta di scatto.

- Brooklyn - replica, accigliandosi. Probabilmente pensa che lo prenderò in giro perché stava cantando.

Tuttavia io taccio, andando dal mio cavallo. Mentre lo saluto non riesco ad impedirmi di sbirciare Castiel. È entrato nel box di Shining Tears e mi osserva da dietro di lei con diffidenza.

- Potresti smettere di fissarmi? - sbuffa. Oh, ho già sentito questa richiesta tante volte, in passato, ne sono certo.

- Anche tu mi stai fissando - obietto, entrando nel box di Wamblee senza distogliere lo sguardo da lui.

- Be', smettila.

- Di fare cosa? - replico, inarcando un sopracciglio ed esibendo un sorrisetto. Aggira Shine e mi fulmina con lo sguardo.

- Smettila di trattarmi così! Non vuoi più stare con me, lo capisco! Okay! Ma non hai il diritto di usarmi per sfogare la tua frustrazione! Sono un essere umano e ho dei sentimenti! E, come io rispetto te e i tuoi sentimenti, esigo che tu rispetti me! Non ti ho fatto niente per meritarmi questo! Non sono qui per essere il tuo anti-stress! - esplode, scoppiando a piangere. Singhiozza rumorosamente, asciugandosi il volto con il dorso della mano. - Per favore!

Mi avvicino e lo abbraccio, sebbene ci sia la parete del box a dividerci. Non oppone resistenza, stavolta, non mi spinge via.

- Castiel... - sussurro, accarezzandogli la nuca con incertezza.

- Io non ti capisco - singhiozza, ma è una bugia. Lui mi capisce più di quanto pensa. - Mi abbracci e dici che non ricapiterà. Perché adesso mi stai abbracciando di nuovo? Dici che non ti interessano le mie stranezze, però mi chiami Cas. Brook, cosa vuoi?

Un brivido mi percorre la schiena. Quel nomignolo suona così bene quando esce dalle sue labbra.

- Chiederti scusa - rispondo, senza smettere di stringerlo. - Di come ti ho trattato. Di ciò che ti ho detto. Di averti tenuto a distanza. Volevo... volevo vedere quando avresti mollato, ma non l'hai fatto. È sbagliato spingere una persona fino al suo limite, fino a che non ce la fa più...

Adesso l'ho capito.

Castiel continua a singhiozzare contro il mio petto, mentre mi abbraccia come se ne andasse della sua vita.

- Mi farò perdonare tutti questi mesi in cui ti ho fatto soffrire - bisbiglio, accennando un'altra carezza carica d'incertezza. Alza il capo e i suoi occhi azzurri luccicano di speranza.

- Tornerai a stare con me? - domanda timidamente. Gli asciugo le lacrime con i pollici.

- No, mi dispiace - dico il più delicatamente possibile. - Non posso illuderti così.

Abbassa lo sguardo.

- Okay...

- Non sei costretto ad essere mio amico, se non vuoi avere a che fare con me perché ho molto più che esagerato. Ma non mi comporterò mai più da stronzo con te - prometto, sciogliendo l'abbraccio. Castiel mi trattiene.

- Possiamo restare così... ancora un po'? - chiede in un sussurro. Le mie braccia si avvolgono nuovamente attorno al suo corpo e lui riappoggia la testa sul mio petto.

Mi sento stranamente in pace con me stesso, ora.

~~~

- Ciao, Castiel.

- Ciao, Brook.

Io e Castiel ci scambiamo un fugace, imbarazzato sorriso. Abbiamo un rapporto amichevole, da quando abbiamo fatto pace. Non siamo migliori amici, però... anzi, fra di noi regna perennemente un certo imbarazzo, quasi avessimo entrambi una costante paura di fare o dire la cosa sbagliata.

Nonostante la cautela con cui ci trattiamo, Leya aveva ragione: permettere a Castiel di riavvicinarsi mi ha giovato. Mi sento molto più rilassato e non più frustrato da quando abbiamo riparato la nostra amicizia.

- Hai visto Will? - domando, mentre Wamblee ispeziona le mie mani e tutte le mie tasche alla ricerca di qualche leccornia.

- Will non si sentiva bene, perciò oggi non farà lezione. Ho incontrato June e lei mi ha riferito che siamo liberi.

- Uh... okay - replico, concedendo al mio cavallo una fettina di mela. Castiel mi fissa per un lungo istante, tuttavia distoglie lo sguardo quando i nostri occhi si incrociano.

- Vuoi... vuoi venire a fare una passeggiata con me? - chiede timidamente, giocherellando con la criniera di Shining Tears.

- Va bene... tanto non ho altro da fare - accetto. Non riesco a ricordare l'ultima volta in cui ho fatto una passeggiata con Wamblee.

Selliamo i nostri cavalli ed usciamo dalla scuderia. Permetto a Castiel di fare strada e lui punta il bosco.

Una nostalgia tremenda mi assale. Mi ricordo il bosco e mi ricordo quanto mi piacesse passeggiare qui con Wamblee, a volte anche in compagnia di Will.

- È qui che ti ho raccontato un po' di mia madre per la prima volta - rammenta Castiel a bassa voce. Mi sforzo di richiamare alla mente ciò che mi ha detto quella volta, ma invano.

Resto in silenzio, concentrandomi sul suono degli zoccoli sul terreno e non sul battito del mio cuore.

- Ti sei... pentito di averlo fatto? - domando, tentennante. Lui abbassa lo sguardo sul collo di Shining Tears e le fa una carezza, sorridendo dolcemente.

- No - mormora, cercando i miei occhi. Avvampo. Le sue iridi azzurre mi mettono ancora in soggezione. - Lo rifarei. Rifarei ogni cosa.

- Anche farti trattare male da me?

- Ogni cosa - ripete, annuendo. - L'importante è riaverti qui. Nulla, per me, conta più di questo, Brook.

- Neanche tornare a stare insieme? - insisto, dubbioso. Non che lo desideri, ma non gli piaccio più?

- Ho speranza, riguardo a quello? No. Perciò non è importante - risponde in tono neutro, stringendosi nelle spalle.

Rallenta al passo e s'infila in mezzo agli alberi. Lo seguo; Wamblee pare eccitato.

C'è un fiumiciattolo che confluisce in un laghetto. Questo posto mi è tremendamente familiare.

- Castiel... - lo chiamo, lanciandogli un'occhiata confusa. Le sue labbra si stirano in un sorriso lieve e soddisfatto.

- Benvenuto nel tuo posto speciale, Brook - asserisce, ridendo sommessamente. Mi guardo attorno: si respira un'atmosfera quasi magica, qui.

Aspetta... il MIO posto speciale?

- È... meraviglioso - commento, affascinato. Il sorriso di Castiel si fa amaro.

- È qui che ci siamo baciati per la seconda volta, prima che mi chiedessi di nuovo di stare con te - mormora, rabbuiandosi. Abbasso lo sguardo sul collo di Wamblee, a disagio.

Castiel forza un'espressione allegra.

- Brook... - mi chiama dolcemente, arrossendo lievemente. - Sei felice di essere qui?

Ho un flashback.

'- Sei felice di essere qui con me?

- Perché me lo chiedi?

- Così...'

- Io... io... non lo so. Credo di sì - rispondo, sorpreso dal ricordo che è comparso nella mia memoria. Quel giorno volevo condividere una parte di me con Castiel e volevo che fosse felice, in mia compagnia.

Non è un granché come ricordo, non era successo niente di particolare. Non c'era stato alcun bacio, per quanto lo desiderassi.

Oh, se desideravo baciarlo...

- Bene - replica Castiel, invitando Shine a girarsi per tornare indietro.

- Castiel... - esordisco, seguendolo.

- Cosa?

- Mi... mi ricordo quel giorno. La prima volta che ti ho portato qui - gli dico, incerto se gli interessi o no. Si volta e mi dona un'occhiata stupita.

- Davvero? Fantastico. A poco a poco riacquisterai la memoria - mi rassicura, incoraggiante. Torna a concentrarsi sul sentiero.

Clop clop. Tum tum.

- Volevo... renderti felice - sussurro, non sapendo nemmeno io perché lo sto dicendo.

- Ero felice - mormora, tenendo lo sguardo ostinatamente fisso sul terreno quando la stradina si fa abbastanza spaziosa per cavalcare fianco a fianco.

- E adesso non lo sei più. Per colpa mia.

- No, Brooklyn. Sto bene - ribatte. Ma il suo viso è rigato da lacrime silenziose. - Te l'ho detto: l'importante è riaverti qui.

Non insisto. Questa passeggiata mi darà tanto da pensare.

Castiel's point of view

Cenare con mio padre e Cynthia è una tortura interminabile, questa sera: ho un tremendo bisogno di nascondermi sotto le coperte, mettere la musica e stare solo; essere invece costretto a mangiare e parlare, per quanto minimamente, sta peggiorando il mio umore.

Non appena finisco di mangiare mi affretto a lavarmi i denti, infilarmi il pigiama e tirare giù la tapparella, desidero il buio assoluto.

Mi rannicchio sotto le coperte, stringendole come se fossero un essere umano, senza tuttavia provare alcun conforto.

Quanto vorrei che Brooklyn fosse qui...

Anche se adesso siamo amici, non mi basta. Non è vero che l'importante è riaverlo al maneggio; lo so io e lo sa lui che sono un pessimo bugiardo.

Vorrei baciarlo, stare abbracciato a lui per ore, accarezzare i suoi ricci meravigliosi, insomma, fare ciò che facevamo prima dell'incidente. Ma il mio è un amore a senso unico, ormai, e solo un miracolo può cambiare la situazione.

Non credo nei miracoli.

Certo, è fantastico che oggi abbia ricordato un evento che riguarda anche me. Molto lentamente gli tornerà la memoria e forse si ricorderà della nostra relazione. Tuttavia me l'ha detto chiaramente: non tornerà a stare con me, non prova nulla.

E io ti amo, invece. Come posso smettere di amarti più in fretta?

Di sicuro non ascoltando Take your time, eppure è ciò che faccio. La nostalgia mi assale immediatamente. Ho perso il conto di quante volte ho ascoltato questa canzone pensando: è la nostra canzone.

Non esiste più un noi.

Sbatto le palpebre più volte per liberarmi delle lacrime, le quali scivolano lungo il mio viso e cadono sul cuscino.

Chiudo gli occhi, soccombendo alla stanchezza, più mentale che fisica. Domani è un altro giorno, però dubito che sarà migliore di oggi.

Qualcuno mi toglie il cellulare di mano e spegne la musica proprio quando mi sto appisolando. È papà; dopo aver poggiato il mio telefono sul comodino si china e mi dà un delicato bacio sul capo, poi mi accarezza una guancia.

- Stai facendo del tuo meglio, lo so - bisbiglia, prolungando la carezza. Io resto immobile, sforzandomi di non trattenere il respiro o capirà che non sto dormendo. - Ti voglio bene. Buonanotte.

Ed esce dalla mia stanza. Un'unica lacrima mi rimane incastrata tra le ciglia.

- Buonanotte, papà - mormoro tra me e me.

-

Note dell'autrice:
buonasera, pasticcini. Questo capitolo avrebbe dovuto essere allegro, non più così cupo, ma credo vi siate accorti quanto il mio umore abbia influito. Già. Spero vi piaccia comunque. La bellissima canzone all'inizio del capitolo è I Won't Give Up di Jason Mraz ma, se avete voglia di qualcosa di più triste (che avevo tenuto in conto come seconda possibilità), allora ascoltate Wind degli FT ISLAND. Vi auguro buonanotte. Un abbraccio
   
 
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