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Autore: Florafairy7    11/08/2017    2 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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IL SIGILLO

"Perché in tanti anni non ho mai saputo dell'esistenza di una sala degli artefatti magici?" Chiese Stella guardandosi intorno nella grande stanza in cui c'erano vetrine a tavolo che contenevano per l'appunto artefatti magici e vetrinette con dentro stipati libri molto antichi a giudicare dall'aspetto delle copertine.

"Forse perché la cosa non ti è mai interessata più di tanto." Rispose Aisha, la bionda fece spallucce ammettendo l'evidenza.

"Molto bene." Disse Faragonda poggiando sulla cattedra un grosso libro, tutti si raccolsero intorno a lei. "Dunque, abbiamo l'universo che si sta squarciando a metà, cosa possiamo fare per rimetterlo a posto?"

"Lo ricuciamo insieme!" Esclamò Stella con un sorriso. "Scusate, ma con l'esempio che mi ha fatto Tecna ora ho davvero capito!" Gli altri risero ma Faragonda disse:

"No, Stella, hai proprio ragione."

"Davvero?"

"Sì, è per questo che vi ho portato qui. Esiste, o almeno è esistito, un artefatto chiamato Sigillo." Faragonda aprì il libro alla pagina che le interessava e lesse: "Il Sigillo ha la capacità di chiudere una qualsiasi apertura, qualunque essa sia, e niente che sia esistente o che sia esistito ha la proprietà di aprire ciò che il Sigillo chiude."

"Quindi... con una specie di spilla magica potremmo richiudere lo squarcio nell'universo? È davvero così semplice?" Chiese Brandon.

"Beh, tecnicamente sì. Non ho altre informazioni da darvi ma questa è la pista giusta, e so chi può aiutarvi."

A bordo della navicella della corona di Eraklyon, Stella confessò ai suoi amici:

"Vi giuro che ho sempre pensato che Faragonda e Hagen avessero avuto una storia in gioventù! Saladin fa troppo migliore amico, Faragonda lo avrà friendzonato al primo incontro! Ma Hagen è tenebroso, misterioso, scommetterei quello che volete che Faragonda abbia avuto una cotta per lui!"

"Fingo di non aver sentito." Dichiarò Tecna.

"Ed io cerco di ignorare neologismi che rovineranno per sempre la nostra lingua." Aggiunse Flora.

"Quanto siete noiose!" Sbuffò Stella, Tecna alzò gli occhi al cielo, poi disse:

"Piuttosto, Timmy ha qualcosa da dire a tutti, vero?"

Timmy, dai comandi, rispose:

"Sì, credo di aver fatto una scoperta riguardo quelle ombre, ma sono impegnato: Hoggar è coperto da una serie di satelliti. La mia assistente vi spiegherà meglio."

"Ha-ha, divertente." Fece eco Tecna. "Comunque," Tutti le prestarono attenzione, anche se Sky e Brandon erano ai comandi. "come abbiamo scoperto ad Alfea le ombre non sono materia ma si appoggiano sulla materia. Secondo Timmy questo potrebbe essere il loro escamotage, nel senso che non essendo fatte di nulla, in realtà, queste ombre non possono rimanere impresse nella memoria. Il ricordo si sbiadisce e poi si cancella."

"Ma è strano, insomma, noi ricordiamo le cose astratte." Contestò Flora. "I sentimenti sono una cosa astratta ma li ricordiamo."

"Io credevo il contrario." Commentò Brandon che, con Timmy e con Sky, raggiunse le ragazze. Flora lo guardò, lui alzò le spalle dicendo:

"Siamo arrivati."

"Beh, comunque, Flora, hai ragione, ma qui stiamo parlando di esseri magici ed è un po' diverso." Spiegò Timmy. "Loro sono degli esseri che tecnicamente non sono dove tu credi che siano. Ad esempio, se qui apparissero, si appoggerebbero sulla materia che c'è nella navicella, quindi è come se esse non fossero qui. In questo principio consiste la loro magia, la nostra mente non riesce ad elaborare un qualcosa di inesistente e le ombre svaniscono semplicemente dalla tua memoria."

"Wow... questa cosa mette i brividi." Disse Flora.

"Presto ci libereremo di loro." Esclamò Bloom incoraggiando tutti, "Su, andiamo a vedere se Hagen può aiutarci."

I ragazzi scesero dalla navicella e con una passerella arrivarono alla Scuola dei Forgiatori che, essendo in cima ad una montagna, era piuttosto difficile da raggiungere. Una volta entrati nell'austero castello, i ragazzi chiesero di Hagen aggiungendo che erano stati inviati da Faragonda, così furono condotti nell'ufficio del sommo forgiatore. Mentre aspettavano Hagen, i ragazzi diedero educatamente un'occhiata in giro.

"Questi tizi passano la loro vita a forgiare cose di acciaio magico, sai che noia!" Esclamò Stella.

"E sai che caldo tutto il giorno nelle fucine!" Aggiunse Musa.

"Per me non sarebbe un problema." Scherzò invece Bloom.

"Credete che Hagen ci aiuterà?" Chiese Roxy, che era stata in silenzio fino a quel momento. Le ragazze tornarono subito serie mentre i ragazzi si guardarono tra loro.

"Ma certo, Roxy. Hagen ci ha già aiutati una volta, e poi è un uomo nobile, quando saprà di tua madre non ci penserà un secondo." Rispose Bloom.

"Neanche Flora ci ha pensato su quando l'ha venduta a Nebula, quindi forse hai ragione." Replicò Roxy gettando un'occhiataccia a Flora essendo ancora in collera con lei.

"Roxy, per favore..." La pregò Aisha con un sospiro.

"Roxy, mi dispiace, non erano quelle le mie intenzioni quando ho parlato con tua madre." Si giustificò Flora ma la fata degli animali si accigliò.

"E quali erano?! Solo perché ora avete lasciato Alfea volete stare lontane dai guai, è per questo che l'hai mandata da Nebula: per lavartene le mani!" Esclamò la giovane con le lacrime agli occhi.

"No, io..." Balbettò Flora. Non sapeva cosa dire di fronte all'espressione disperata della sua amica.

"Roxy, non è giusto ciò che dici." S'intromise Brandon. "Non vorrei dirtelo ma quelle che se ne lavano le mani sono sempre le fate terrestri e stavolta non volevo, non volevamo ripetere lo stesso errore. Nebula ha un esercito, ti sembra giusto che dobbiamo sacrificarci noi mentre lei se ne sta seduta sul suo trono? Non abbiamo mai parlato di tirarci indietro, ma essere i mercenari di Nebula non fa per noi. E tua madre ha assunto il loro stesso atteggiamento, se vuoi saperlo. Quando io e Flora siamo andati sulla Terra lei ha chiaramente detto che non aveva alcuna intenzione di combattere, lei che è l'ex regina delle fate terrestri. Sai cosa? Il nostro compito sarà anche proteggere la Dimensione Magica ma non è scritto da nessuna parte che dobbiamo sacrificare le nostre vite per persone che non vogliono esser torte neanche un capello! Abbiamo delle vite, e se proprio devono esserci tolte dev'essere veramente necessario!"

Rimasero tutti in silenzio, pochi notarono Aisha asciugarsi di fretta la lacrima che le era scesa lungo la guancia. Roxy non replicò e dopo qualche scambio di sguardi la porta si aprì.

"Salve, perdonatemi per l'attesa." Si scusò Hagen entrando, chiuse la porta alle sue spalle e andò a sedersi dietro la sua scrivania. "Che piacevole sorpresa vedere tutti voi, ma suppongo che la ragione della vostra visita non sia un saluto."

"Purtroppo hai ragione." Disse Bloom. "Hagen, abbiamo bisogno del tuo aiuto."

L'uomo appoggiò i gomiti sulla scrivania posando il mento sulle mani incrociate. Bloom gli raccontò delle ombre e del verdetto di Nebula per Morgana. "È per questo che abbiamo bisogno che tu forgi per noi il Sigillo."

"Il Sigillo?... ve ne ha parlato Faragonda, non è vero?"

"Sì, perché, c'è qualche problema?" Chiese Roxy preoccupata.

"Io... sono molti anni che non ne forgio uno."

"Ma puoi farlo per noi?" Chiese ancora Bloom, Hagen tamburellò le dita sul tavolo prima di rispondere:

"L'ultimo Siglillo che ho forgiato servì per chiudere il portale verso Treviri..." Hagen lasciò cadere la frase e il suo sguardo si perse per qualche momento nel vuoto, i ragazzi si gettarono un'occhiata non capendo a cosa si riferisse il sommo forgiatore. "... ma se è quello di cui avete bisogno per salvarci tutti allora lo farò. Ogni Sigillo viene forgiato appositamente per l'occasione, voi dovete richiudere Obsidian e lo squarcio che sta creando nell'universo... ci sarà bisogno di polvere di stelle, potete procurarvela?"

"Ma sì, certo." Rispose Stella, "Non sarà un problema."

"Bene..." Rifletté Hagen. "Come saprete per forgiare un Sigillo sarà necessario un ciclo lunare."

"In che senso?" Chiese Sky.

"Nel senso che dovrò forgiarlo durante un intero ciclo lunare, partendo da una notte di luna nuova fino ad una notte di luna calante."

"M-ma noi ne abbiamo bisogno ora! Subito! Mia madre ne ha bisogno!" Esclamò Roxy, Bloom la fermò per un braccio calmandola. Hagen, senza muoversi dalla sua scrivania, aggiunse:

"Cosa vi aspettavate? Certi artefatti sono preziosi e intrisi di magia, se lo volete dovrete aspettare."

Roxy stava per dire qualcosa ma Bloom fece per lei:

"Va bene, nel frattempo penseremo a qualcosa, ma abbiamo bisogno del Sigillo se è l'unica cosa che può tenere Obsidian chiusa per sempre."

"Molto bene. Siamo in un periodo di  luna nuova, procuratemi la polvere di stelle, prima lo farete prima comincerò il lavoro." Disse Hagen.

"Grazie mille, sapevamo che potevamo contare su di te." Replicò Bloom con un sorriso, il resto della squadra ringraziò il sommo forgiatore. Stavano per andare quando Hagen li fermò chiedendo:

"Scusatemi se mi permetto, ma mi chiedevo chi di voi sarà ad utilizzare il Sigillo."

"Lo faremo tutti." Rispose Sky con naturalezza, Hagen aggrottò la fronte, stranito. "... non è possibile?" Chiese il principe.

"Ragazzi, avete alcuna idea di come funzioni il Sigillo?" I ragazzi si guardarono.

"Hagen, dicci ciò che devi." Disse Bloom.

Il sommo forgiatore sospirò, si alzò e, guardando fuori dalla finestra, disse:

"Usarlo tutti sarebbe inutile, stupido! Già è tanto che qualcuno di voi sia costretto ad usarlo." Si girò verso di loro. "Il Sigillo chiude dall'interno, chi di voi lo utilizzerà sarà rinchiuso nella Dimensione Obsidian... per sempre. Nessun varco chiuso dal Sigillo può essere riaperto."

Calò un silenzio inquietante, allarmante. Nessuno dei ragazzi si sarebbe aspettato qualcosa di simile. Era un verdetto. Un secco, inevitabile e sicuro verdetto. Uno di loro sarebbe rimasto intrappolato nella Dimensione Obsidian, ed ora le parole dette poco prima da Brandon stavano acquistando sempre più valore.

Tornati sulla navicella nessuno parlò, nessuno commentò, nessuno disse nulla. I motori ripartirono e la navicella prese quota. Il silenzio fu rotto da Timmy che chiese:

"Andiamo su Solaria?"

"Ne siete davvero sicuri?! Volete davvero far forgiare questo Sigillo?!" Chiese Aisha, alzando la voce.

"Non possiamo fare altro, Aisha." Rispose Bloom.

"Tu dici?! Bene, allora si faccia avanti quello che vuole passare il resto dell'eternità nella Dimensione Obsidian!"

"Aisha, non è così semplice." Disse Flora, scuotendo la testa.

"Io invece credo che sia molto semplice." Disse Brandon dai comandi. "Uno di noi dovrebbe firmare la sua condanna a morte e qui stiamo ancora discutendo se sia il caso o no!"

"E cosa dovremmo fare?" Chiese Sky, "Permettere a Zvonimir di tornare? Se le fate terrestri lo temono immagina quanto sia potente! Non possiamo!"

"E non dimenticare che la prima cosa che farà quando tornerà sarà cercare mia madre!" Aggiunse Roxy.

"Roxy, tua madre ha le sue colpe!" Esclamò Brandon stizzito.

"Cosa intendi dire?!" Chiese Roxy offesa.

"Che..."

"... che sebbene la scelta sia difficile è nostro compito onorare il ruolo che abbiamo nella Dimensione Magica." Intervenne Sky.

"Onore? Sky, tu sei un principe, ti importerà anche ma sai che importa a me dell'onore?! A me importa della mia vita!"

"Non lo pensi davvero e lo sappiamo tutti!" Disse Flora, "Hai rischiato la vita molte volte per il bene della Dimensione Magica."

"Lo so..." Disse Brandon, cercando di calmarsi. "... ma qui non si tratta solo di me, qui si tratta che dovremo scegliere chi sacrificare. Ognuno di noi dovrà decidere se l'altro dovrà vivere o morire. Non voglio pensare che ognuno di noi sceglierà di sacrificare se stesso e non riesco neanche ad immaginare come sarà dover scegliere qualcun altro."

Calò di nuovo il silenzio. Tutti sapevano che Brandon aveva ragione, anche chi non voleva ammetterlo.

"Per ora torniamocene a casa. Ci riflettiamo su, ci sentiamo domani e ne parliamo, va bene?" Disse Sky, nessuno rispose e il principe lo prese per un sì. Con la navicella i ragazzi riportarono le ragazze sui loro rispettivi pianeti, al ritorno su Eraklyon erano solo Sky, Brandon e Tecna.

"Sai che domani non sarà cambiato nulla, vero?" Chiese Tecna al principe mentre era seduta accanto a lui al posto di Timmy.

"Lo so, ma per ora non riuscivo a sopportare la situazione."

Brandon non prestò attenzione alle chiacchiere dei suoi amici, era troppo assorto nei suoi pensieri. Rifletteva sulle parole che lui stesso aveva pronunciato quel giorno. Non sapeva da quanto era che aveva cominciato a pensarla in quel modo, forse da quando era tornato su Eraklyon. Appena arrivarono lì Sky e Tecna rientrarono a palazzo ma lui no. Fu evasivo quando disse a Sky dove andasse e si rifiutò di cogliere l'allusione di Tecna quando lei insinuò che andasse su Sakoma. Sapeva che Tecna sapeva, era troppo attenta e intelligente quella lì.
C'era ancora il sole su Eraklyon quando la raggiunse.

"Cosa sto diventando?" Chiese ad Amelia, sedendosi di fronte a lei. "Mi hanno dato spesso del superficiale, dell'egocentrico, ma mai dell'egoista. Ma sacrificarsi fino a quel punto? Non so se ne sarei capace. È come avere il peso del mondo sulle spalle, e in effetti è così. E se non sacrificassi me stesso dovrei permettere ad uno dei miei amici di farlo, ti sembra giusto? A me no, per niente. Non è giusto neanche che tu non possa rispondermi... ma perché funziona così? Chi è che decide queste cose? Il destino? Gli dei? Non so cosa mi abbia spinto a dire di non avere onore, forse non ce l'ho, l'ho perso. Sai che cos'è? Che sono loro che te lo fanno perdere. È umiliante tutti i giorni, è una lotta continua. Sono l'unico ad avere un solo cognome e pare che Sisley si dimentichi spesso che non ho un titolo, e io devo ricordarglielo. Vorrei solo che le cose cambiassero perché non è giusto. Io ho un valore e lo so bene!" Rimase in silenzio, la brezza era calda, le primavere su Eraklyon erano piuttosto temperate. Sorrise. "Lei mi guarda con occhi diversi. Non so esattamente cosa provi per me ma è come se mi vedesse come una specie di eroe. Dovevi sentirla oggi... magari io tutto l'onore non l'ho perso. Sai cosa penso? Che lui lo ha perso perché non era capace di amare. Se avesse avuto un cuore e si fosse accorto di quanto eri speciale le cose sarebbero andate diversamente." Si alzò. "Mamma, ti prometto una cosa: anche se agli occhi del mondo rimarrò il figlio di Javier Bravo, e quell'idiota di Sisley me lo ricorderà tutti i giorni, io non perderò il mio onore. Lo farò per me, per lei e per te."

Quando quella sera Bloom e Roxy tornarono a palazzo, Roxy si chiuse in camera sua e non volle parlare neanche con la principessa.

"Dico solo che dovresti riflettere bene e non saltare alle tue conclusioni. Roxy?"

"Non ho voglia di parlare!" Esclamò Roxy dalla sua camera, Bloom sospirò.

"Adolescenti..." La principessa lasciò perdere e andò a raggiungere sua sorella, prima però si sentì in dovere di andare nell'armeria dove sapeva avrebbe trovato Nex.

"Si può sapere cos'avevi di tanto importante da fare per non raggiungerci?!" Chiese Bloom con rabbia. Nex, senza lasciare ciò che stava facendo, rispose:

"Il mio lavoro. Non siamo più a scuola, non è possibile lasciare tutto e correre ogni volta che potrebbe essercene bisogno."

"Beh, può anche darsi che non siamo più a scuola ma la Dimensione Magica è in pericolo! Non hai neanche idea di cosa sia successo! Nebula ha deciso che Morgana dovrà trovare un modo per fermare Zvonimir, e Morgana ha lasciato tutto a noi! Siamo stati ad Alfea e..."

"... Bloom!" La fermò Nex, stizzito. La principessa zittì, Nex la guardò. "Non mi interessa."

"C-che cosa?" Chiese Bloom, sperando di non aver capito bene.

"Non m'interessa." Ripeté Nex. "Sono stanco di tutto questo! Ora voglio pensare solo a me stesso! Posso farlo o sua maestà ha qualcosa in contrario?!"

Bloom boccheggiò, incerta.

"Bene!" Concluse Nex. "Scusa, ma è stata una lunga giornata." Detto questo l'ex paladino andò via lasciando la principessa senza parole.

Quella sera Musa e Flora tornarono nelle loro camere essendo molto tardi. Erano state via tutto il giorno, avevano saltato la cena e Flora sentiva che probabilmente il principe non ne fosse stato troppo contento. Prima di separarsi Musa chiese:

"Flora, tu che ne pensi?"

"Non so cosa pensare, Musa... Sky ha ragione, ma anche Brandon ha ragione... non credo che per domani avremo trovato una soluzione."

"Già... buonanotte."

"Buonanotte." Sorrise Flora, sollevando un po' la sua amica.

Quando tornò in camera sua, sebbene fosse tardi, Flora chiamò sua madre con la sfera di cristallo. Fu Rodols che rispose dicendo a sua figlia che Alyssa era molto stanca, la primavera di Linphea la teneva molto impegnata, e poi chiese alla sua bambina cosa non andasse.

"Papà, sono molto combattuta." Rispose Flora, Rodols aggrottò la fronte e Flora raccontò tutto a suo padre.

"Tu sai già io cosa ti risponderei." Disse Rodols quando Flora ebbe finito. "Se fosse per me io ti proteggerei sempre, di certo il mio consiglio non è quello di chiuderti nella Dimensione Obsidian. Fate forgiare il Sigillo, sarà un vantaggio per voi, ma in quanto a chi debba usarlo... credo che il fato deciderà per voi, non potete farlo da soli."

"Il tuo consiglio allora è aspettare?"

"Sì. Decidere da soli, adesso, creerà solo divisioni tra di voi, e con un cattivo in giro sarebbe la cosa peggiore. Pregherò gli dei che vi diano saggezza, e che vi proteggano, per il resto, io sono convinto che per quanto possiamo impegnarci, se nel nostro destino c'è scritto qualcosa sarà impossibile per noi cambiarla."

Flora sorrise, guardò suo padre che, con gli occhi stanchi, le sorrideva nella penombra della cucina di casa sua.

"Mi era mancato parlare con te."

"Tu mi manchi ogni giorno, tesoro mio."

"Vado a letto, ti voglio bene."

"Te ne voglio anch'io." Disse Rodols. La sfera di cristallo si riempì di una fitta nebbiolina e l'immagine di Rodols scomparve.

Il giorno dopo la principessa Aisha, terminato il colloquio con il consiglio, si stava dirigendo in giardino per incontrare le sue dame quando vide un vecchio amico.

"Roy!" Esclamò sorpresa quando vide il giovane andare verso di lei.

"Aisha, che bello vederti!" Disse lui, poi la guardò bene. "O forse è meglio che ora ti chiami vostra maestà." Aisha rise e replicò:

"No, Aisha va più che bene. Come stai?"

"Bene... sì, le cose vanno piuttosto bene. Tu, invece? Ho saputo che Nex si è trasferito qui."

"Sì, beh... in realtà lui per ora ha deciso di stare su Domino."

"Oh, capisco... beh, di certo per voi non sarà un problema. Le relazioni a distanza funzionano quando ne vale davvero la pena."

"Già..." Borbottò Aisha un po' imbarazzata, Roy ridacchiò.

"Scusa, sono l'ultima persona con cui vorresti parlarne."

"No, tranquillo... oh, scusami." Il cellullare di Aisha squillò, lei vide che era una videoconferenza e capì che era arrivato il momento di decidere, scusandosi si allontanò dal ragazzo mentre lui borbottava un saluto. Aisha si sedette in un'anticamera e rispose.

"Ehi, ragazzi." Salutò mentre man mano apparivano dei quadrati con dentro l'immagine dei suoi amici, loro salutarono e poi Bloom chiese:

"Allora, che facciamo?"

Nessuno rispose, allora Fora disse:

"Sentite, io credo che sia il caso di forgiare il Sigillo. Non è necessario decidere adesso chi di noi dovrà usarlo ma, ragazzi, è l'unica cosa che può tenere chiusa la Dimensione Obsidian. Da quel luogo non solo Zvonimir potrà tornare, ricordiamoci che da lì è nato Valtor... abbiamo provato a distruggerla ma non ha funzionato, la cosa migliore è sigillarla."

"E poi cosa faremo? Il problema si ripresenterà." Contestò Stella.

"Quando ci troveremo in quella situazione la soluzione si presenterà da sola. Per ora è inutile affliggerci tanto e litigare, non farebbe che indebolirci."

"Sono d'accordo con Flora." Disse Bloom.

"Anch'io." Concorarono Timmy e Musa.

"Beh, ragazzi, allora diciamo che per ora è deciso." Concluse Sky. "Stella, puoi procurarci la polvere di stelle?"

"Sì, certo, per oggi pomeriggio l'avremo."

"Bene. Brandon, tu la porterai ad Hagen, va bene?" Lo scudiero annuì.

Dunque gli amici attaccarono mentre Aisha sospirò ripensando alle parole di Roy.
Nel fratttempo Flora, su Sakoma, si stava occupando delle sue piante che faticavano ad ambientarsi nel nuovo ambiente. Qualcuno bussò alla porta e Flora, con un gesto della mano, la aprì magicamente. Si aspettava di vedere Nadia, ma al suo posto c'era un uomo barbuto.

"Sì?" Chiese Flora, presa di sorpresa.

"Il principe vi aspetta nelle sue stanze." Rispose l'altro, Flora non disse nulla e lui rimase fermo, lì impalato.

"Oh... lo raggiungo subito, grazie." Disse infine, ma la guardia non si mosse. "Potete andare." E solo allora il soldato se ne andò.

Flora sospirò mentre la sua alzalea le accarezzava il viso.

"Ma dove sono finita? Questo non è il posto per me." Disse fra sé.
Lasciò la sua camera con una marea di pensieri che le balenavano per la testa, primo fra tutti: era la prima volta che incontrava Jackson nelle sue stanze e si chiedeva se potesse essere un bene o un male. Quando arrivò davanti alla sua porta si presentò e le due guardie le aprirono la porta, lei e entrò chiedendo permesso e Jackson era seduto con un ragazzo dai capelli scuri e la pelle olivastra che si alzò non appena la vide e fece un inchino. Flora, paonazza, lo tranquillizzò dicendogli che non era il caso.

"Lascia che ti presenti mio cugino Elijah, barone di Sakoma." Disse Jackson con un sorriso, Elijah sorrise a sua volta e prese la mano di Flora per baciarla.

"È un piacere conoscervi." Replicò Flora con un sorriso abbozzato, non era completamente attenta perché nella sua mente si formulava l'idea che forse il motivo per cui Jackson l'aveva mandata a chiamare era tutto e lì e non c'era altro.

"Piacere mio. Siete davvero bella quanto dicono." Disse poi e Flora arrossì ancor di più.

"Grazie." Replicò sinceramente, poi per Jackson disse:

"Elijah, perdonami, potresti lasciarci?" E Flora capì che c'era altro. Elijah salutò cordialmente Flora e lasciò la stanza. Jackson rimase in silenzio, seduto, guardando il camino spento. Flora si guardò intorno, imbarazzata. I suoi occhi si posarono sulle pesanti tende di velluto che cadevano sulla vetrata, sul caminetto in pietra e sullo stendardo al di sopra di esso, e sui fioretti al lato della porta.

"Tuo cugino sembra simpatico... vive a palazzo? Perché non l'ho mai visto."

"È appena tornato da Gadot, è andato a sbrigare lì delle faccende come ambasciatore." Replicò Jackson freddamente senza voltarsi a guardarla ma rimanendo seduto sul divanetto di fronte al camino.

"Capisco..." Borbottò Flora.

"Che cosa credi di fare?!" Esclamò Jackson alzandosi di scatto e voltandosi verso di lei.

"Io? Io..."

"Con il tuo comportamento mi stai rendendo ridicolo! Mi stai rendendo lo zimbello dell'intero castello!" Sbottò il principe e le sue guance si arrossarono leggermente.

"Jackson, mi dispiace, non era mia intenzione..." Si scusò Flora mortficata.

"Ti rinchiudi in camera tua, non vieni a cena, te ne vai a spasso per la Dimensione Magica! Non capisci che mi fai apparire debole agli occhi dei nobili?! Sono il futuro re di Sakoma e cerco di fare quel che posso per essere diverso da mio padre! Lui è un re rispettato, è vero, ma è anche temuto! Ma sai cosa? I nobili non mi prendono sul serio perché io non gli faccio paura e se persino tu ti prendi gioco di me allora..." Jackson non poté continuare perché Flora, che si era avvicinata a lui, lo aveva abbracciato. Il principe rimase fermo, immobile, quasi non sapesse come comportarsi in una situazione del genere. Dopo qualche istante però si scosse e ricambiò l'abbraccio della ragazza. Quando Flora si sciolse da lui lo guardò negli occhi azzurri e gli disse:

"Mi dispiace davvero tanto. Non avrei mai pensato che con le mie azioni avrei potuto crearti tanti problemi, è solo che non me ne rendo conto. La mia vita è diversa dalla tua. Ma oggi pomeriggio ho visto qualcosa in te, Jackson. Ho visto rabbia e paura, e anche solitudine, e voglio che tu sappia che anche se in questo castello sei perseguitato da tuo padre, dai nobili o da chicchessia, hai un'amica in me."

Jackson la guardò, scioccato, e quando si rese conto che la teneva aperta chiuse la bocca.

"Non fare quella faccia, sono una fata della natura, tendiamo ad essere piuttosto empatiche."

"Oh..."

"Jackson, ascolta: farò del mio meglio per comportarmi come si conviene a... alla fata che si è impegnata ad occuparsi del pianeta e che sta cercando di conoscere meglio il principe."

"Io preferirei il termine futura fidanzata." Tentò Jackson con un sorrisetto, Flora alzò un sopracciglio.

"Io no. Ma al di là di tutto sono davvero convinta che potremmo essere amici."

"Lo... lo credo anch'io." Sorrise Jackson, ma Flora capì che c'era qualcosa che lui non le stava dicendo.

Su Solaria invece la principessa Stella aveva ordinato di far preparare una gran quantità di polvere di stelle con estrema urgenza, nel pomeriggio infatti era già tutta pronta e riposta nelle scuderie del palazzo fatte interamente di oro massiccio. Era nella sala del trono circondata dalle sue dame quando vennero ad informarla che lo scudiero del principe Sky di Eraklyon chiedeva di lei. Stella si scusò e raggiunse l'atrio all'ingresso dove Brandon l'aspettava dato che le guardie l'avevano fermato lì.

"Stella!" Salutò Brandon quando lei gli andò incontro.

"Ehi!" Replicò Stella, "Grazie ma è davvero un mio amico, potete lasciarci." Disse poi alle guardie e queste tornarono all'ingresso. "Scusa, è solo che, sai, sono la persona più importante di questo pianeta, soprattutto ora che la mamma..."

"Come sta?" Chiese Brandon mentre con Stella si avviavano già alle scuderie. Si trovavano alle spalle del palazzo e i due le raggiunsero camminando sotto i due soli splendenti di solaria e il cielo azzurro che non aveva neanche una nuvola.

"Meglio, molto meglio. In questi mesi si è ripresa. Quando aveva ripreso conoscenza non eravamo tanto positivi ma in questo tempo sta davvero migliorando, la sua magia si sta rigenerando... direi che va davvero tutto bene."

"Ne sono felice." Replicò Brandon con un sorriso sincero.

Camminarono per un po' in silenzio, un silenzio un po' imbarazzante.

"E tu come te la passi?" Chiese Stella.

"Oh, io... alla grande. Insomma, sono su Eraklyon, sono un soldato, diciamo che niente è fuori programma. Certo bisogna faticare un po', ma è così con tutto, no?"

"Già! Non mi aspettavo che essere reggente per me fosse tanto faticoso! Sembrano tutti dei bambini che aspettano che io dica loro cosa fare! I nobili sono davvero insopportabili, credimi! E io cerco di fare quello che farebbe la mamma ma è davvero così difficile! E poi, ovviamente, tutti hanno sempre da ridire, soprattutto le figlie di quei nobili con cui fino a un anno fa prendevo il tè. Ragazze davvero insopportabili che istigano i loro padri contro di me! Ma la loro è tutta invidia, è quello il punto! Come la contessina Claudia, odiosa! Avresti dovuto vederla l'altra sera, sembrava un pavone che mostrava le piume! Ma dico, sono o non sono la reggente? È ovvio che stia io al centro dell'attenzione!"

"Indubbiamente..." Replicò Brandon. Stella si fermò e scosse la testa con un sorriso.

"L'ho fatto ancora, vero? L'ho fatto ancora e tu non lo sopporti."

"Cosa? No, dai..."

"È più forte di me, non posso farci nulla, sono fatta così."

"Lo so, Stella, e nessuno ti chiede di cambiare." Le disse Brandon con un sorriso.

"Lo credo bene! Sono la reggente di Solaria, io!" Esclamò Stella, entrambi risero. "Abbiamo preso la strada giusta, eh?"

"Credo di sì."

"È stato bello però."

"Sì, è vero."

"Ma adesso..."

"... adesso non sarebbe possibile."

"Sai, io sento di essere un po' diversa da quando avevo diciassette anni, ma tu tra i due sei quello che è cambiato di più."

"In meglio?" Chiese Brandon con un sorrisetto, guardandola con un occhio chiuso a causa della luce del sole alle spalle della principessa.

"Non lo so, forse. Credo però che non ci siamo mai conosciuti veramente."

"Per quello la strada era lunga e nessuno dei due aveva voglia di prenderla."

"Infatti... ma dimmi la verità: ti sei innamorato?"

"Credo di sì."

"Ne sono felice, ma deve valerne la pena, okay? Non farmi sentire che ti sei innamorato di nuovo di una che non vede più in là del suo naso che altrimenti mi offendo, insomma, tra le egocentriche io sono la prima scelta!"

"Lo so." Rise lui. "No, stavolta direi che è una che vede molto oltre il suo naso."

"Allora è quella adatta a te. In te c'è molto da vedere e io non sono mai stata brava in queste cose, sarebbe stato davvero un peccato."

"Stella, io ti ho amato." Le disse Brandon, serio.

"Lo so, anche io ti ho amato. Ma diciamoci la verità, era un amore che non voleva mettersi in gioco. O almeno io non ero disposta a dare più di quanto non ritenevo giusto, e sai bene che preferisco di gran lunga ricevere. E poi, caro mio, certe volte cercavi cose che davvero non ero in grado di darti, e non lo sono tutt'ora. Sia chiaro, per me io sono perfetta così, mi basto, sono adorabile, sono bella... ma è risaputo che sto bene nei miei panni e non mi piace mettermi in quelli degli altri e tu... tu volevi che capissi cosa ti passava per la testa. Non avrebbe funzionato comunque, Brandon."

"No, non avrebbe funzionato."

"Muoviti ora, che la polvere di stelle non si carica da sola!" Esclamò Stella superandolo.

"Stella." La fermò lui, la principessa si voltò. "Sono contento che finalmente abbiamo parlato."

"Anch'io." Sorrise Stella, "Però non ne parliamo più, okay? Ancora mi brucia l'umiliazione che sia stato tu a piantare me! Insomma, avresti dovuto aspettare, a momenti ti avrei piantato io!"

"Che cosa?! No, non l'avresti fatto!"

"Certo che l'avrei fatto! Ti sembro una che si fa piantare?!"

"E perché io ti sembro uno che si fa piantare?!"

La discussione andò avanti fino a quando non raggiunsero le scuderie fatte interamente di oro massiccio, le quali brillavano sotto gli intensi raggi dei soli. Lì Brandon poté prendere la polvere di stelle e la caricò sulla navicella che gli aveva affidato Sky così, dopo aver salutato la sua amica, si diresse a Hoggar per raggiungere la scuola per forgiatori. Mentre volava verso Hoggar  pensava al Sigillo e si chiedeva come sarebbe andata a finire quella storia. Poi pensò alla keimerina, e...

"Ma che diavolo...!" Esclamò quando la navicella sbandò. Qualcosa lo aveva colpito. Premette dei tasti sul pannello di controllo per controllare lo stato esterno della navicella e lo schermo indicava che non c'era niente. "Che strano..." Mormorò. Era certo che qualcosa lo aveva colpito, non era stato solo un vuoto d'aria. Tenne la presa salda sui comandi aspettandosi qualcos'altro. Non accadde nulla, e l'unica cosa che occupava il cielo davanti a lui erano le nuvole. Sentì un altro colpo, questa volta dove si trovava il portellone. Mantenne il sangue freddo. Attivò la telecamera e vide che fuori al portellone non c'era nessuno. "So io di che si tratta." Si disse fra sé. Nei pochi secondi che precedettero lo spalancamento del portellone della navicella Brandon era riuscito ad impostare la modalità di emergenza, e fu una fortuna perché fu costretto a lasciare i comandi. Dal portellone aperto delle ombre si arrampicarono lungo le pareti della navicella, Brandon lasciò i comandi ed impugnò la spada, anche se risultava difficile mantenere l'equilibrio con quel vento. Guardò le ombre espandersi come inchiostro e lui non poteva far nulla.

"Che cosa volete ora da me?!" Chiese urlando, non riuscì quasi a sentire la sua stessa voce.

"Ti sei schierato contro Zvonimir!" Rispose una voce cupa e profonda che sembrava provenire da ogni direzione: era l'ombra. Brandon seguì l'espandersi dell'ombra fino al sacco con la polvere di stelle e lo raggiunse a tentoni mentre il forte vento gli sferzava il viso. Tirò via il sacco un attimo prima che l'ombra potesse arrivarci e riuscì a guardare la polvere di stelle solo per un attimo poiché era fin troppo brillante. Ma l'ombra non si fermò, continuò la sua espansione toccando ogni punto della navicella inghiottendola. Brandon indietreggiò verso i comandi, incerto sul da farsi. I tentacoli dell'ombra si avvicinavano a lui rinchiudendolo in un cerchio di fioca luce. L'ombra raggiunse prima la spada che teneva impugnata e cominciò ad arrampicarvisi, era vicina alla sua mano quando Brandon gettò via la spada lasciandola in pasto all'ombra. Era ormai appoggiato al pannello di controllo e non aveva più spazio davanti a lui, anzi non aveva più niente davanti a lui. Non riusciva a vedere nulla, sembrava che fosse entrato in una galleria senza uscita, tutto ciò che sentiva era il forte vento sul viso.

"Non posso morire in modo così anonimo!" Esclamò, seriamente offeso. E fu come un lampo. Sapeva esattamente cosa c'era alle sue spalle, e sapeva esattamente dove mettere le mani. Sotto il suo comando la navicella s'inclinò salendo oltre le fitte nuvole di Hoggar, con un gesto aprì il sacco di polvere di stelle mentre finalmente aveva superato le nuvole, alle sue spalle un enorme e vicinissimo sole. Un rivolo di sudore gli scese lungo la tempia. I raggi del sole si riflessero sulla polvere di stelle e per grande sollievo di Brandon l'ombra cominciò ad indietreggiare. Avendo più spazio il giovane si voltò dirigendo la navicella ancora più vicina al sole e la polvere di stelle brillò come luce pura. L'ombra si rimpicciolì come inchiostro che viene assobito.

"Sì!" Esclamò Brandon con un gran sorriso. "Chi è il migliore? Sono io il migliore! Maledette ombre!" La luce emanata dalla polvere di stelle si espanse per la navicella e l'ombra svanì continuando a rimpicciolirsi.

Il portellone era ancora aperto, il vento nella navicella era spaventoso, e la vicinanza al sole era pericolosa. Premendo un tasto Brandon chiuse il portellone e finalmente il vento cessò. Prese un respiro. Chiuse il sacco di polvere di stelle. Un allarme sul pannello di controllo cominciò a suonare: i motori si stavano surriscaldando. Dunque il pilota scese di quota attraverso le nuvole anche se si rese conto di non avere il pieno controllo della navicella. Scese al di sotto delle fitte nubi per trovare proprio davanti a sé la scuola per forgiatori. Fece un atterraggio d'emergenza nel cortile della scuola e solo quando fu saldo a terra tirò un sospiro di sollievo. Poi però saltò in piedi. L'immagine di ciò che era successo stava cominciando a sbiadirsi nella sua mente. Cercò di fretta qualcosa su cui scrivere e trovò sotto il cruscotto un blocco dove erano segnate delle coordinate, strappò un foglio e scrisse in fretta:

"Ombre nella navicella. Hanno preso tutto quello che trovavano sul cammino e..." Sgranò gli occhi. "La mia spada!" Si voltò ma lì a terra non c'era nulla. "No, no, no, no!!" Corse nel punto dove avrebbe dovuta essere la sua spada, non c'era. Guardò sotto al sedile, sotto al pannello di controllo. "No, la mia spada no!" Piagnucolò. "Accidenti!" Imprecò ricordandosi che non doveva dimenticare. Riprese il blocchetto. "Okay, ehm... hanno preso la mia spada e non sono riuscito ad attaccarle... e poi... ma che diavolo..." Non ricordava. "La polvere di stelle è qui." Rifletté. "E ce l'ho portata io. Come faccio a non ricordare quello che ho fatto dopo? Devo aver fatto qualcosa di assolutamente incredibile e io non lo ricordo." Constatò amaramente. Fu scosso quando bussarono al portellone e per un attimo sentì una sensazione inspiegabile di paura. Quando aprì, due giovani forgiatori chiedevano spiegazioni.

"Sono qui per vedere Hagen, ho un lavoro per lui." Fece un cenno alla navicella. "Atterraggio di emergenza, devo controllare i motori. Sono certo che la storia di questo guasto sia eccezionale solo che non posso raccontarvela: non me la ricordo!" Sorrise col fare di ragazzo della porta accanto, i due forgiatori, incerti, lo lasciarono entrare anche perché non aveva armi con sé.

"Avanti." Disse Hagen dal suo ufficio quando Brandon bussò. Il giovane entrò portando con sé la polvere di stelle. Il sommo forgiatore non sembrò entusiasta. "Siete ancora sicuri di volerlo forgiare?"

"Per niente, ma almeno abbiamo qualcosa contro di lui. È potente e non lo si può negare." Rispose Brandon con aria rassegnata.

"Voglio solo che sappiate che sarà una scelta di cui vi pentirete, in ogni caso, e per tutta la vita." Affermò Hagen, guardando di fuori.

"Chi ha usato il Sigillo l'ultima volta?" Chiese Brandon.

"L'unica persona che abbia mai amato." Rispose il sommo forgiatore.

Ci fu un secondo di silenzio, Hagen non si voltò e tutto quello a cui riuscì a pensare Brandon fu che non avrebbe mai permesso a Flora di usare quell'oggetto. Hagen si alzò e Brandon lo imitò.

"Sarà pronto dopo l'ultima notte di luna calante." Disse Hagen con distacco, Brandon annuì e lo ringraziò, così andò via.

Una volta tornato alla sua navicella controllò i motori e notò che avevano segni di surriscaldamento.

"Dovrei riuscire a tornare su Eraklyon..." Borbottò, salì a bordo continuando a chiedersi come fosse andata. Sulla via del ritorno chiamò tutti suoi amici per informarli della missione compiuta e di ciò che era successo. Mise tutti in videoconferenza e in attesa che rispondessero guardò l'immagine di se stesso nello schermo.

"Sempre bello, anche dopo un combattimento dimenticabile." Si disse, poi man mano i suoi amici cominciarono a rispondere ed apparirono dei rettangoli con le loro facce.

"Brandon, va tutto bene?" Chiese Sky.

"Sì, ma mi annoiava stare da solo e vi ho chiamati così vi racconto tutto: allora, ho portato la polvere di stelle ad Hagen, mi ha detto che il Sigillo sarà pronto dopo l'ultima notte di luna calante."

"Fantastico!" Esultò Bloom ma poi si rese conto che non era proprio il caso.

"Quando sarebbe l'ultima notte di luna calante?" Chiese Musa. "Stella?"

"Sono la principessa di Solaria non un'astronoma. Tecna?"

La fata dell tecnologia sospirò e rispose: "... tra circa due mesi."

"È un po' di tempo..." Rifletté Flora. "E noi abbiamo bisogno di quello. Nel frattempo dobbiamo solo riuscire a gestire le ombre di Zvonimir e contenere i danni che potrebbe creare all'universo."

"Per una volta potresti deprimerti?! Ma come fai?!" Esclamò Aisha scuotendo la testa, Flora ridacchiò. Brandon sorrise e poi disse:

"A proposito, ho avuto un incontro con quelle ombre."

"Che cosa?!" Chiese Sky, allarmato.

"Stai bene?!" Domandò invece Flora, Musa accanto a lei sorrise e la fata della natura con uno sguardo l'ammonì.

"Sì, sto bene." Rispose Brandon compiaciuto. "La mia spada un po' meno, non l'ho più trovata, è come se l'avessero inghiottita."

"E la navicella?" Chiese Sky.

"Sta bene, grazie." Rispose sarcastico il suo amico. "Ma cosa importante: ho scritto qui sui miei appunti, -sì, mi sono segnato subito ciò che ricordavo sapendo che l'avrei dimenticato, sono un genio, lo so- che non sono riuscito ad attaccarle. Credo sia perché hanno avvolto la navicella e come diceva Timmy non sono veramente concrete... come risolviamo questa cosa?"

"Ho già pensato a qualcosa. Domani andrò su Eraklyon per metterla a punto insieme a Tecna." Rispose Timmy.

"Oh, bene... sapete qualcosa di Nex? È una vita che non si fa sentire!" Disse poi Brandon, non immaginando certo il vero motivo dell'allontanamento del suo amico.

"È solo molto impegnato con Thoren." Rispose Flora dopo che Aisha era rimasta in silenzio di fronte alla domanda dello scudiero.

"E per ora non si unirà a noi." Aggiunse Bloom. "Ci ho parlato, mi ha detto che il suo lavoro con Thoren gli prende molto tempo."

Aisha fu la prima che riattaccò, e poco dopo il suo cellulare squillò ancora per opera della sua migliore amica. Flora e Aisha stettero al telefono per ore, e Flora cercò di consolarla come poteva.

"Gli ho affidato il mio cuore spezzato e lui... non doveva azzardarsi a spezzarlo di nuovo!" Esclamò Aisha tra le lacrime dopo ormai ore di conversazione.

"Hai ragione, hai perfettamente ragione, ma proprio per questo non buttare all'aria tutto." Replicò Flora.

"Lo odio! Lo odio!" Pianse Aisha e Flora pensò, anche se non condivise la rifessione con la sua amica o rischiava di farla arrabbiare di più, che allora Aisha amava veramente Nex.

Caro diario,
sono preoccupata. Con questa cosa delle ombre e di questo Sigillo... ma so che troveremo una soluzione, ho fiducia nei miei amici. È vero, prima o poi andrà presa una decisione, ma la vita è sempre così inaspettata. E comunque papà ha ragione, prenderemo la decisione giusta al momento giusto. 
Devo confessare una cosa: Sakoma non mi piace più. Sì, appena sono arrivata era fantastica, un nuovo pianeta così pieno di vita... ma non è casa mia e non l'ho scelta io. Stare qui mi fa sentire come in gabbia perché so che non potrei stare su Linphea né per ora in nessun altro posto.
Jackson mi ha dato una scadenza, quando arriverà potrò finalmente rifiutarlo senza scatenare alcuna bufera. È un bravo ragazzo, oggi abbiamo parlato e abbiamo fatto conoscenza ma... ma questa situazione è fin troppo assurda per me.
E poi avere lui che mi fa da terzo in comodo non mi serve proprio al momento, e io non mi conto in questa cosa...
Crede che per me sia facile, ma non lo sa che in un angolino della mia mente è un pensiero costante. Lui è il mio "e se..." e di certo non posso dimenticarlo. Ma non posso darglielo a vedere, non sarebbe giusto. Credo che ora abbia una specie di ragazza, non la conosco ma l'ho vista su Eraklyon ed è davvero bellissima. L'altro giorno però mi ha detto di provare ancora qualcosa per me. Spero solo che possa essere felice, e intendo felice sul serio. E anche se per un attimo ho messo a paragone i miei occhi con quegli occhi scuri e i miei capelli con quei capelli neri e lisci come seta, so che non sarebbe giusto e che non posso permettermi di pensare in questo modo.
Sai perché sto così? Perché Helia è lontano, è lontanissimo da me. Mi chiedo spesso come stia, gli ho scritto delle lettere ma per ora ancora non mi ha risposto. Aspetterò, e quando tornerà le cose andranno di nuovo bene, e il mio "e se..." la smetterà di tormentarmi. Sono solo due parole ma hanno un potere enorme. Ed anche quegli occhi ce l'hanno.
Bah, tutto ciò che vorrei, ora come ora, è andare su Linphea. Ho bisogno di casa.

 

Coucou! sono tornata con un nuovo capitolo e vi chiedo scusa per l'assenza! A questo proposito, vi informo (tristemente) che gli aggiornamenti avranno luogo circa ogni due settimane... sono impegnata e mi dispiace tantissimo! Spero continuerete nella lettura senza annoiarvi!
Per il resto, questa faccenda del Sigillo ci ha spiazzati, in effetti è una condanna, ma chi sarà il condannato? Il fato lo deciderà, aiutato da me ovviamente ;)
Ci tengo a ringraziarvi per la lettura e per le recensioni! Per me significa moltissimo!! Aspetto di sapere cosa ne pensate, quando volete e come volete! Grazie ancora per tutto!
Vi strAmo,
xoxo Florafairy7

 

Ps. Dato che ci sto prendendo gusto a pubblicare gifs e dato che dare una faccia rende la lettura più reale, ho qui il nostro Elijah :) che poi sarebbe Luigi di Condé di Reign, ma, sapete, ho trovato così tante somiglianze che mi è impossibile non associare personaggio e volto! Spero vi piaccia :)
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